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La proposta lanciata dalla presidente Mara Longhin venerdì scorso, 28 ottobre, all’incontro a Montecitorio con Laura Boldrini e le altre associazioni femminili: «Su questo chiediamo alla presidente della Camera di darci il suo appoggio. Riconoscere valenza educativo-esperienziale delle Fattorie didattiche».

L’agricoltura entri a pieno titolo nelle scuole come materia trasversale di studio. Per educare le nuove generazioni a un’alimentazione sana e corretta, alla tutela dell’ambiente e all’importanza del settore primario per la crescita del Paese. È la proposta lanciata dalle Donne in Campo-Cia, che hanno chiesto l’appoggio della presidente della Camera Laura Boldrini per trasformare un auspicio in un progetto vero e proprio. L’occasione è stata l’incontro che si è tenuto venerdì 28 ottobre a Montecitorio, dal titolo “Le donne condizione della crescita”, tra la Boldrini, le componenti femminili di sindacati e associazioni di categoria e le deputate dell’Intergruppo parlamentare per le donne, i diritti e le pari opportunità.
«Bisogna riconoscere la valenza educativo-esperienziale delle Fattorie didattiche, che oggi ospitano centinaia di scolaresche nelle aziende agricole -ha spiegato la presidente nazionale di Donne in Campo, Mara Longhin, nel suo intervento-. Le Fattorie didattiche sono un’esperienza straordinaria e innovativa che rientra nella modalità di apprendimento basata sull’imparare facendo». 
Quindi incoraggiare gli studenti di tutte le età a fare esperienza diretta sui campi per la crescita formativa e l’educazione a un’alimentazione corretta e consapevole. «Si tratta di un investimento a lungo termine -ha aggiunto Longhin-. E’ necessario investire nella conoscenza per far diventare i giovani di oggi cittadini consapevoli di domani. Perché, indipendentemente dall’appartenenza o meno al mondo agricolo, ognuno deve avere la consapevolezza che con le sue scelte determinerà il futuro di un territorio, dell’agricoltura italiana».
 
Redazione

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In controtendenza con quanto scriveva Ismea ad agosto sull'andamento dei mercati dei fiori, segnalando una domanda generale statica, il Mercato Fiori e Piante della Toscana (Mefit) comunica che il risultato complessivo stimato del giro di affari all’ingrosso previsto nel mese di ottobre 2016 è di circa 7 milioni e 256 mila Euro, migliore in percentuale di circa 2,2 punti, rispetto allo stesso mese dello scorso anno. 

Ismea con il suo rapporto pubblicato con il rapporto “Tendenze - Fiori e piante”, n.2/2016 - Agosto 2016, segnalava vendite scoraggiate a causa dei lunghi periodi di piogge e freddo nei mesi di aprile e maggio, periodo in cui le condizioni climatiche avrebbero avuto un ruolo fondamentale per le produzioni primaverili. Leggiamo ancora da Ismea: «Dall'inizio di febbraio, il mercato dei fiori recisi a poco a poco è aumentato, anche se la domanda di fiori in genere è risultata debole e non dinamica come accadeva in anni precedenti.» Ad ottobre invece un cauto ottimismo è stato segnalato anche da Ismea: «La vendita all'ingrosso è iniziata un po' in sordina nei primi giorni di ottobre, ma ha poi recuperato soprattutto al Centro-Nord grazie ad una crescente vivacità della domanda. Rispetto allo scorso anno il ritardo produttivo ha spostato il grosso dei volumi verso la fine di ottobre favorendo il mantenimento degli standard di freschezza fino al dettaglio». 
Il Mercato Fiori e Piante della Toscana (Mefit) consolida così nel 2016 la sua posizione di rilievo quale piattaforma logistica al servizio delle zone di distribuzione e consumo del centro nord d’Italia. 
La maggioranza degli operatori che utilizzano i servizi del Mefit ha visto soddisfatte le proprie aspettative nel periodo dell’anno più importante per la commercializzazione di fiori freschi recisi, fronde verdi recise, piante ornamentali da interno e da terrazzo, e articoli per fioristi.
È infatti in ottobre che si raggiungono i migliori risultati economici rispetto a qualsiasi altro mese dell’anno. Questo grazie alla maggiore richiesta dei prodotti floricoli da parte dei consumatori, per ricordare ed onorare i propri cari ormai scomparsi. Le scelte dei consumatori si indirizzano verso un ampio ventaglio di specie floricole, ma in prevalenza si concentrano sui crisantemi, uniflori e multiflori. Il risultato complessivo stimato del giro di affari all’ingrosso previsto nel mese di ottobre 2016 al Mercato dei Fiori della Toscana è di circa 7 milioni e 256 mila Euro, migliore in percentuale di circa 2,2 punti, rispetto allo stesso mese dello scorso anno. I produttori di crisantemi uniflori si ritengono soddisfatti delle quantità vendute e dei prezzi spuntati. Le loro capacità e la loro esperienza riguardo alle tecniche di produzione e nella gestione della luce (ombreggiature ed illuminazione artificiale), e l’oculato impiego dei mezzi di difesa, li ha messi al riparo da sorprese su anticipi o ritardi di fioriture. Pertanto il prodotto è stato disponibile nel momento ideale per la vendita all’ingrosso. Quest’anno si stima il passaggio sul mercato di circa 4.500.000 steli di crisantemi uniflori destinati alla contrattazione sulla platea o alle spedizioni tramite grossisti e trasportatori, per un valore di circa 2.600.000,00 euro.
I dati espressi dai crisantemi uniflori, ottenuti in un breve arco temporale (un mese), collocano questa coltivazione al quinto posto come importanza, sia in quantità che in valore, tra tutte le specie locali commercializzate al Mefit, dopo i crisantemi multiflori, le gerbere, le rose ed i gigli. I crisantemi uniflori più richiesti sono stati di colore bianco e giallo nelle forme a palla da ping pong (Ballon e Boris Becker), a dahlia (Safari, Artic, Resolute e Rossano), spider (Veneri, Safina ed Anastasia), anche se le novità varietali sono tutte nei colori mattone, bordeaux e bronzo, come ad es. Avron, medio uniflore a dahlia, di colore bordeaux/mattone e Chipsa, uniflore spider di colore Bronzo/mattone con riflessi ocra sulle punte.
Per quanto concerne i prezzi all’ingrosso, medi ponderati, nel complesso non hanno subito rilevanti variazioni rispetto all’anno precedente, a parte alcune variazioni di prezzo in aumento o in diminuzione in specie floricole economicamente rilevati. Il comparto dei crisantemi uniflori ha ottenuto un incremento tra i 5 ed i 10 centesimi centesimi di euro a stelo, in funzione delle famiglie e delle varietà. 
I prezzi del verde ornamentale, limitatamente a Ruscus ed Eucalypthus, sono stati in aumento di 1 euro al Kg per il Ruscus, stazionari per Eucalypthus Cinerea e per Eucalypthus Parvifoglia
Le quantità esitate sul mercato delle principali specie floricole a complemento dei crisantemi uniflori, sono state: circa 4.000.000 steli di crisantemi multiflori, con il prezzo medio ponderato a stelo, in diminuzione di 2 centesimi di euro; 400.000 steli di garofani mediterranei; 1.200.000 steli di lilium LA; 50.000 steli di lilium orientali; circa 4.600.000 steli di rose nel complesso, con prezzo medio ponderato a stelo su livelli stabili; 1.250.000 steli di gerbere con prezzo medio ponderato a stelo stazionario; 12.000 scatole di Anthurium, con il prezzo a stelo in aumento di 20 centesimi di euro; poco più di 800.000 steli di orchidee Dendrobium, orchidee molto apprezzate per la festività dei Santi, con il prezzo in lieve aumento di 10 centesimi di euro a stelo; circa 20.000 steli di orchidee Cymbidium con un aumento del prezzo a stelo intorno a 50 centesimi di euro. 
In merito al settore delle piante in vaso da interno e da terrazzo è stata rilevata la vendita di circa 18.000 vasi di crisantemi, con diametro da 14 a 30 cm, e di circa 100.000 vasi di ciclamini, con diametro da 10 a 21 cm.  
Fonte: Mefit
 
Redazione

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Recentemente sono stati osservati danni causati da Phoma multirostrata su Lavandula angustifolia subsp. angustifolia. Le infezioni si sono rese manifeste a partire dal mese di agosto. Fino ad oggi questo patogeno non era mai stato osservato su lavanda.

I deperimenti osservati dal CeRSAA di Albenga (SV) hanno interessato porzioni di chioma più o meno estese e comunque non hanno mai causato fenomeni di collasso, sintomo, quest’ultimo, molto comune nei casi di infezioni di Phytophthora spp. La pianta infetta dal patogeno appare particolarmente danneggiata e deturpata nel suo aspetto a tal punto da non permettere la produzione di esemplari idonei alla commercializzazione. 
Ad oggi e sulla base delle nostre conoscenze non pare che questo patogeno sia mai stato osservato su lavanda. Al contrario esso è già noto e dannoso su rosmarino ove può causare nei periodi tardo-estivi e autunnali gravi perdite. 
 
Redazione

dopigp

I risultati dei primi otto mesi (gennaio-agosto 2016) delle rilevazioni che hanno coinvolto ipermercati, supermercati, discount e normal trade mostrano che nei prodotti Dop e Igp a peso fisso monitorati, le vendite in valore hanno registrato un +7% su base annua (rispetto al +1,2% rilevato dall’intera spesa agroalimentare), accompagnato da un +12,1% sul fronte dei volumi.

Sono disponibili i primi dati dell’importante servizio di monitoraggio del mercato nazionale e di salvaguardia dei prodotti a IG messo a punto da Ismea – Istituto di Servizi per il Mercato agricolo Alimentare, sulla base di una convenzione specifica con Aicig – Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche. Il servizio permette di avere una visione complessiva sull’andamento degli acquisti finali di prodotti a IG nelle categorie commerciali più rappresentative; tendenze alimentari nelle diverse aree geografiche; scelte dei canali e comportamenti d’acquisto: correlazione tra acquisti e variabili socio-demografiche; azioni di promozione realizzate dalla GDO sulla categoria. 
diadepubbL’attività è stata ideata e sviluppata in collaborazione tra Aicig e Ismea, col supporto tecnico di Nielsen che ha rielaborato ad hoc le sue basi di dati relativi ai servizi RMS (Retail Measurement System) e Folder@net (la promozionalità nella GDO). In questa fase di start up, l’attività ha analizzato le opportunità e i limiti offerti dalle differenti banche dati che poi saranno organicamente composte per rendere fruibili e leggibili i dati. Gli strumenti di monitoraggio riguardano un campione di prodotti IG a peso fisso/imposto presso la distribuzione moderna compresi i discount – campione di 9.000 punti vendita, che coprono quasi il 100% degli ipermercati e il 50% dei supermercati; e un campione di soli salumi e formaggi IG a peso fisso/imposto e variabile (no EAN) presso la distribuzione moderna e il normal trade, ma senza discount.
I risultati dei primi otto mesi (gennaio-agosto 2016) di rilevazione evidenziano come, nel caso delle IG “il valore aggiunto crei valore”: se la spesa dei prodotti agroalimentari in genere (a peso fisso) è cresciuta dell’1,2% su base annua, quella dei prodotti DOP e IGP oggetto di monitoraggio presso la distribuzione moderna (si tratta di un campione altamente rappresentativo sia in quanto a categorie di prodotto - salumi, formaggi e latticini, frutta fresca, ortaggi freschi, olio extravergine - sia in quanto a “peso specifico” dei marchi) è cresciuta del 7% in valore (+12,1% in volume). Una crescita, questa, pressoché generalizzata.
Una “start-up”, quella del monitoraggio IG, che ha mostrato nei primi mesi di attività di avere tutte le carte in regola per inserirsi a pieno titolo fra le attività istituzionali di monitoraggio dei mercati proprie di Ismea.
 
Redazione
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Il presidente Orlandini, ricordato che lui non poteva convocare un tavolo con le aziende Bruschi e Tesi visto che non sono associate a Cia, giudica positivamente questa disponibilità al confronto di Coldiretti, soprattutto dove si parla di volontà di «fare chiarezza» e «valutare possibili» rimedi. 

«Considero l’apertura di Coldiretti Pistoia al dialogo con i creditori di Bruschi in merito ai contenuti effettivi dell’accordo Bruschi – Tesi e ai possibili rimedi per i creditori un premio agli sforzi in primo luogo del Comitato vivaisti creditori di Bruschi e in secondo luogo di Cia Pistoia, che si è subito adoperata nei giorni scorsi per dare sostegno, nei limiti del possibile e delle informazioni disponibili sulla situazione, ai creditori del Comitato che ci hanno interpellato».
E’ quanto dichiara Sandro Orlandini, presidente di Cia Pistoia, dopo aver letto su una testata online la notizia della volontà di Coldiretti Pistoia di invitare nei prossimi giorni attorno a un tavolo tutte le aziende agricole coinvolte nell’operazione Vivai Sandro Bruschi – Giorgio Tesi Group.
«Noi – ricorda Orlandini – non potevamo fare di più e non era nelle nostre facoltà convocare un tavolo con le aziende Vivai Sandro Bruschi e Giorgio Tesi Group, che non sono nostre associate. Ma l’apertura di Coldiretti è davvero una buona notizia per il settore vivaistico, da cui ci attendiamo qualche risposta positiva e capace di ridare fiducia ai creditori di Bruschi, in particolare quelli più esposti. Apprezziamo nella nota di Coldiretti soprattutto il riferimento alla volontà di “fare chiarezza” sui termini dell’accordo e di “valutare possibili rimedi”». 
 
Redazione