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Al Sial, Salon International de l'Alimentation di Parigi, l’ICE partecipa, dal 16 al 20 ottobre, con oltre 200 aziende per offrire una panoramica completa della produzione alimentare italiana: pasta, carni preparate, condimenti, conserve, vini e prodotti tipici regionali. Ammonta a quasi 4 milioni il valore delle esportazioni verso la Francia nel 2015 con un + 2,3% e un +2,8% nel primo semestre del 2016.
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L'iniziativa punta su tre prodotti: olio extravergine d'oliva, formaggi e vino da esportare nei mercati di Usa e Canada, Belgio, Paesi Bassi, Germania e Svezia. Ammonta così a 70 miliardi il potenziale che secondo Cia si potrebbe raggiungere attivando nuove strategie commerciali su questi mercati esteri. Si deve lavorare ancora molto, dato che il 95% delle specialità italiane è sconosciuto.
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Le aziende agricole italiane sono ancora lontane dai mercati esteri: l'analisi Ismea parla chiaro. Su un panel di mille imprese, solo il 4% della produzione agricola viene esportata; il 20% è destinato alla vendita diretta (più del 40% nel caso delle olivicole). Si privilegiano i Paesi europei e i contratti scritti di durata inferiore o uguale ai 12 mesi.
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Il presidente di Piante e Fiori d’Italia Genovali approva l’istanza del sindaco di Pescia Giurlani di un sostegno ministeriale al coordinamento dei mercati di fiori, purché si utilizzi il tavolo tecnico della sua associazione. Apertura all’ingresso di altri soggetti della commercializzazione. Il problema vero? «Il piano del florovivaismo non ha ricevuto un euro, a differenza dei piani di altre filiere agricole».

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Concluso sabato 8 ottobre a Barga (Lu) il XVIII Congresso nazionale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati con l’approvazione delle linee guida per la categoria redatte nella “Carta di Barga”, documento che sarà trasmesso al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi. Il presidente nazionale Benanti: «Da questo congresso, orientato al futuro, usciamo rafforzati. La professione è in grado di rispondere in modo consapevole agli stimoli che provengono dalla società quali nuovi e corretti stili di vita, salute e benessere».
«Da questo congresso, orientato al futuro, i Periti agrari italiani escono rafforzati e consapevoli delle loro reali possibilità. Sanno di poter operare nell’ambito delle filiere agricole con le necessarie conoscenze legate all’innovazione e alle necessità di cui il settore ha bisogno». Con queste parole Lorenzo Benanti, presidente del Collegio nazionale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, ha presentato la Carta di Barga manifesto delle filiere agroalimentari italiane a chiusura del 18esimo Congresso nazionale. Il documento, sintesi dei lavori congressuali che fissa le linee guida per il futuro professionale della categoria, sarà trasmesso al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, considerata la multidisciplinarietà degli argomenti interessati: agricoltura, ambiente, formazione, sanità. Alla giornata conclusiva, condotta da Patrizio Roversi, sono intervenuti, tra gli altri, il Senatore Andrea Marcucci, presidente della settima commissione permanente istruzione pubblica e beni culturali, la Senatrice Leana Pignedoli, vice presidente Commissione agricoltura, e Marco Remaschi, assessore all’agricoltura della Regione Toscana.
Il documento è il primo nella storia categoria: da un lato fissa una «visione della professione in grado di rispondere in modo consapevole agli stimoli che provengono dalla società quali nuovi e corretti stili di vita, salute e benessere attraverso l’impegno quotidiano nei vari e molteplici settori in cui operano da sempre i Periti Agrari». Dall’altro si rivolge alle istituzioni chiedendo un intervento rispetto alla creazione di «adeguate politiche in grado di sostenere e difendere le produzioni agroalimentari di eccellenza oltre alla salvaguardia di percorsi formativi per i futuri tecnici della filiera agricola sin dalla scuola secondaria di secondo grado nella quale la riforma ha prodotto un notevole impoverimento del piano di studi».
In particolare la Carta impegna i Periti agrari in un decalogo di best practices quali: operare nel rispetto delle risorse naturali limitandone al massimo l’impoverimento, valorizzare la biodiversità delle specie animali e vegetali, la biodiversità agro-ambientale e la valenza culturale dei territori agricoli; difendere e promuovere le produzioni della filiera agricola secondo criteri di sicurezza alimentare; rappresentare l’elemento di unione tra produttori agricoli, cittadini, istituzioni nell’ambito delle normative e delle politiche agricole; rafforzare, attraverso le conoscenze tecniche, la propria autorevolezza verso produttori e consumatori ottenendo così la loro partecipazione alle pratiche di sostenibilità; operare, attraverso le conoscenze e la formazione continua, come soggetto in grado di trasferire innovazione e conoscenza; favorire la competitività e l’internazionalizzazione delle aziende agricole; promuovere la sinergia culturale tra consumatore e produttore con l’obiettivo di sviluppare anche una qualità dell’informazione lungo la filiera agro-alimentare; sviluppare una visione della professione sempre più improntata all’internazionalizzazione in una logica di interscambio e di trasferimento delle conoscenze e competenze sia a livello europeo che mondiale; implementare il percorso di crescita della propria professionalità portandola dall’obiettivo originario del sostegno all’impresa agricola, a quello più ampio di costruzione di un rapporto di garanzia e fiducia tra produttore agricolo, istituzioni, consumatori.
Redazione