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La misura della Regione Toscana fissa un tetto di 200 mila euro e va ad aziende con meno di 500 dipendenti che abbiano subito riduzioni di fatturato nel 2020. La scadenza è il 30 giugno. L’assessore all’agroalimentare Saccardi: «un'opportunità gratuita per gli imprenditori in sofferenza a causa dell’emergenza sanitaria».
Hanno tempo fino al 30 giugno le imprese agricole e agroalimentari per ottenere prestiti in liquidità fino a 200mila euro con garanzia gratuita. E’ la misura messa a punto dalla Regione Toscana rivolta alle aziende colpite dall’emergenza pandemica, che hanno bisogno di sopperire a necessità di risorse liquide: deriva dalle misure 4.1.6, rivolta alle imprese agricole, e dalla misura 4.2.2, rivolta alle imprese agroalimentari, del Programma di sviluppo rurale Feasr 2014-2020.
«E’ un’opportunità – spiega la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi - che abbiamo voluto creare per rendere possibile ottenere garanzie gratuite previste nella programmazione dello sviluppo rurale anche per l’erogazione di liquidità a favore degli agricoltori in sofferenza a causa del periodo che stiamo attraversando. Sappiamo che adesso l’urgenza è rappresentata in molti casi dalla mancanza di disponibilità e cerchiamo quindi di venire incontro a questa necessità».
Le Pmi e le Smal Mid Cap (imprese che indipendentemente dal fatturato hanno un numero di dipendenti inferiori a 500 unità) che sono state colpite dalla crisi potranno dunque chiedere liquidità non superiori a 200 mila euro, alle banche convenzionate e i prestiti dovranno essere erogati entro il 30 giugno 2021.
Tra i requisiti: occorre avere avuto nel 2020 una riduzione di fatturato rispetto al 2019. Viene meno quindi, rispetto a prima, l'obbligo di presentare giustificativi basati su piani aziendali o documenti equivalenti e prove che dimostrino che il sostegno fornito tramite lo strumento finanziario sia stato utilizzato per gli investimenti.
Le banche abilitate sono la Banca di Cambiano, il Monte dei Paschi di Siena, Credem, Creval e Iccrea Banca impresa.
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Il 27 aprile webinar sulle opportunità di affari offerte agli agricoltori dalla Repubblica di Moldova. Ultimo giorno per iscriversi il 22 aprile. Il programma.
Un seminario online che nasce da un’intesa fra il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e l’ambasciatore della Repubblica di Moldova in Italia, Anatolie Urecheanu.
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Nel 2020 hanno ricevuto la Spiga Verde 46 comuni di 13 regioni, fra cui la Toscana con 6 comuni di 4 provincie: Firenze, Grosseto, Livorno e Siena. Il presidente di Confagricoltura Pistoia ha scritto ai sindaci pistoiesi per invitarli ad aderire a “Spighe Verdi”, programma/marchio ambientale e rurale promosso da FFE e Confagri. C’è tempo fino al 10 maggio per registrarsi nel sito web di Spighe Verdi.
“Spighe Verdi” è un programma di certificazione volontaria e gratuita per lo sviluppo rurale sostenibile ideato e organizzato da FEE - Foundation for Environmental Education (Fondazione per l’educazione ambientale riconosciuta dall’Unesco) e Confagricoltura. Nato sei anni fa, si rivolge ai comuni che intendono valorizzare il proprio patrimonio rurale, migliorando al contempo le buone pratiche ambientali in generale. In una fase come l’attuale, in cui il turismo è stato messo ko dal Coronavirus e dovrà rialzarsi il più velocemente possibile, potrebbe essere utilissimo, per i comuni con le caratteristiche giuste e le carte in regola, poter contare su un marchio di certificazione ambientale e rurale per farsi notare come meta turistica ideale anche sotto il profilo del buon vivere e della salute.
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L’assessora all’agroalimentare della Regione Toscana Saccardi: «fondamentale per la tutela del patrimonio forestale poter contare sul presidio delle maestranze forestali».
Con oltre 7 milioni di euro la Regione Toscana ha finanziato i programmi forestali annuali con i quali gli Enti delegati gestiscono i complessi agricolo-forestali che fanno parte del patrimonio regionale: oltre 110.000 ettari di territorio, per lo più boscato, che rappresentano quasi il 10% dell’intero patrimonio forestale della regione.
Attualmente sono 424 gli operai forestali in forza agli Enti che si occupano della manutenzione e gestione del patrimonio regionale, 17 Unioni di Comuni e 7 Comuni, oltre ad un contingente di circa 120 tra tecnici e personale amministrativo impegnato, tra l’altro, nelle procedure attinenti le pratiche del vincolo idrogeologico forestale.
Gli operai forestali, oltre ai lavori di forestazione, assumono inoltre un ruolo essenziale anche nella lotta attiva agli incendi boschivi per i quali sono impiegati insieme alle forze del volontariato toscano.
«E’ essenziale - commenta la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi - per la valorizzazione e tutela del patrimonio forestale, poter contare sul presidio territoriale delle maestranze forestali, la cui professionalità ed esperienza è garanzia, ormai da quasi mezzo secolo, di un’azione quotidiana di manutenzione e controllo delle grandi superfici boscate che fanno della nostra regione la più boscata d’Italia».
Sono ormai oltre 6.000 le richieste che ogni anno vedono coinvolti cittadini ed imprese per l’utilizzo del bosco che deve avvenire nel pieno rispetto della Legge Forestale Regionale a tutela della valorizzazione sostenibile ed attenta della risorsa legno.
Il patrimonio agricolo-forestale è estremamente variegato e composto non solo da superfici forestali, ma anche da strutture ed infrastrutture che concorrono a valorizzare aree anche di elevato pregio ambientale e naturalistico, per le quali è essenziale, sia in termini economici che sociali, nonché di manutenzione dell’assetto idrogeologico, la costante presenza e presidio dell’uomo.
Ogni area del patrimonio regionale è inserita in complessi piani di gestione pluriennale che definiscono, per ogni anno, gli interventi da realizzare al fine del mantenimento della risorsa, assicurandone la fruizione pubblica sotto il coordinamento di Ente Terre Regionali Toscane.
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Il 13 aprile incontro online sul tema “Lab to Farm, dal laboratorio al campo. Quale innovazione per l’agricoltura italiana?” organizzato da Confagricoltura e Federchimica Assobiotec. La prima parte è dedicata alle condizioni dell’innovazione, con esponenti di spicco del mondo della ricerca. La seconda affronta le prospettive politiche ed economiche del trasferimento tecnologico. Conclusioni del sottosegretario alle Politiche agricole Battistoni.
L’agricoltura italiana deve urgentemente confrontarsi con il concetto di resilienza, intesa come capacità di un settore economico di prevenire, resistere, assorbire, adattarsi, rispondere e riprendersi in modo positivo di fronte ai rischi e ai momenti di crisi. Così da poter affrontare sempre meglio le emergenze che si presenteranno, compresa l’epidemia di Covid-19, che non è ancora finita.
Confagricoltura e Federchimica Assobiotec organizzano domani 13 aprile, dalle ore 10,30 alle 12,30, un incontro online sul tema “Lab to farm, dal laboratorio al campo. Quale innovazione per l’agricoltura italiana?” per analizzare la questione di come una rapida ed efficiente integrazione della ricerca e dell’innovazione - soprattutto nell’ambito delle scienze della vita e delle più recenti tecniche applicate alla genetica vegetale - possa contribuire a rafforzare la resilienza del sistema agricolo nazionale, a beneficio dei produttori, della filiera agroalimentare, dell’ambiente e dei consumatori.
L’appuntamento si svolgerà in streaming sulla piattaforma Webex e sarà moderato dal direttore della rivista “Materia Rinnovabile” Emanuele Bompan. Per iscriversi e partecipare cliccare qua oppure chiedere informazioni a questi due indirizzi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Programma
10.30 - 11.20 “Prospettive di ricerca e innovazione”
Cosa possiamo aspettarci dalla ricerca e quali condizioni si devono verificare perché l’innovazione passi rapidamente dal laboratorio ai campi?
Intervengono:
- Luigi Cattivelli, direttore del Centro di ricerca per la genomica e la bioinformatica - CREA – Ministero delle politiche agrarie, alimentari e forestali
- Mario Pezzotti, Dipartimento di Biotecnologie, Università degli Studi di Verona - Dirigente del Centro Ricerca e Innovazione, Fondazione Edmund Mach
- Fabio Veronesi, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Università degli Studi di Perugia – Membro del panel GMO, EFSA European Food Safety Authority
11.20 - 12.10 “Prospettive politiche ed economiche”
Quali misure è necessario mettere in atto per assicurare un trasferimento tecnologico efficace dal laboratorio al campo, passando per la possibilità di sperimentare senza vincoli eccessivi? Quali risorse e quale contesto operativo per la ricerca?
- Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura
- Riccardo Palmisano, presidente di Federchimica Assobiotec
- Angelo Riccaboni, presidente Fondazione PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area)
- Herbert Dorfmann, Deputato al Parlamento Europeo - Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
Conclusioni
- Francesco Battistoni, sottosegretario di stato alle Politiche agricole, alimentari e forestali
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