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Presentato ieri l’ultimo Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio (INFC) realizzato dai Carabinieri Forestali con il supporto di CREA. Tra INFC del 2005 e del 2015 la superficie boschiva nazionale è aumentata di circa 587.000 ettari superando gli 11 milioni di ettari. La biomassa forestale è cresciuta del 18,4%, mentre l’anidride carbonica assorbita ha avuto un incremento di 290 milioni di tonnellate. Allarme però di Coldiretti: 1/4 dei nuovi ettari boscati sono andati in fiamme nel 2021.
Non si è arrestata la marcia dei boschi italiani negli ultimi 10 anni. E’ aumentata la loro superficie e la biomassa, e con loro la capacità di assorbire anidride carbonica.
E’ quanto emerso dall’ultimo Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio (INFC), presentato ieri in occasione dell’All4Climate di Milano, che è stato realizzato dall’Arma dei Carabinieri tramite il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari in collaborazione con il partner scientifico CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi per l’Economia Agraria) e il contributo dei corpi forestali delle regioni e province autonome.
La lettura dei dati evidenzia un aumento della superficie forestale di 586.925 ettari per un valore complessivo di 11.054.458 ettari di foresta, pari al 36,7% del territorio nazionale. La consistenza dei boschi italiani, espressa come metri cubi di biomassa è aumentata del 18,4%, i valori a ettaro sono passati da 144,9 a 165,4 metri cubi; lo stock di carbonio, nella biomassa epigea e nel legno morto, è passato da 490 milioni di tonnellate rispetto alla rilevazione precedente a 569 milioni di tonnellate di carbonio organico, equivalente a un valore della CO2 che passa da 1.798 milioni di tonnellate a 2.088 milioni di tonnellate, con un incremento di 290 milioni di tonnellate di CO2 stoccata e, quindi, sottratta all’atmosfera. L’anidride carbonica è il gas serra maggiormente responsabile dell’innalzamento globale delle temperature.
«La sottrazione dall’atmosfera e l’immagazzinamento dei gas ad effetto serra, in particolare del diossido di carbonio o anidride carbonicae – ricorda il comunicato di Carabinieri Forestali e Crea - è una delle funzioni più importanti di recente riconosciute alle foreste che, così, contribuiscono a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e a regolare il clima. Infatti le foreste, come tutto il regno vegetale, rappresentano un ponte insostituibile tra il mondo inorganico e quello degli esseri viventi e una formidabile macchina biologica che cattura carbonio dall’atmosfera, lo immagazzina nelle sue fibre e lo tiene bloccato per tempi anche molto lunghi: un metro cubo di legno secco contiene circa 260 kg di carbonio, pari a circa la metà del suo peso. In questo contesto, l’attività di monitoraggio degli ecosistemi forestali si inserisce coerentemente ed efficacemente nella realizzazione degli obiettivi strategici individuati dall’Unione europea nell’ambito del Green Deal, che mira al raggiungimento della neutralità delle emissioni inquinanti entro il 2050».
L’INFC è un’indagine campionaria periodica finalizzata alla conoscenza della qualità e quantità delle risorse forestali del Paese, fonte di statistiche forestali a livello nazionale e regionale. Esso rappresenta già adesso, ma sempre più lo sarà in futuro, una sorta di “termometro verde” in grado di misurare la consistenza e lo stato di vitalità delle foreste, ma che soprattutto permetterà di valutare il loro contributo per mitigare la “febbre planetaria”.
Il precedente INFC risaliva al 2005, mentre quest’ultimo è stato fissato convenzionalmente al 2015, ma le indagini si sono estese per molti anni, dal 2013 al 2020. Infatti, «al fine di ottenere statistiche aggiornate e rispondere ad una pluralità di esigenze informative connesse alla gestione delle foreste e del territorio», i rilievi in campo dell’INFC 2015, terzo inventario forestale nazionale italiano, sono stati avviati nel novembre del 2017. Ma tali rilievi, conclusi nei primi mesi del 2020, hanno completato un’indagine avviata nel 2013 con la fotointerpretazione dell’uso e copertura del suolo, prima fase dell’inventario. Le definizioni e i protocolli di rilievo di INFC2015, oltre che il disegno di campionamento, sono gli stessi adottati per la precedente indagine INFC2005, allo scopo di facilitare la comparazione dei risultati ottenuti.
I risultati dell’ultimo INFC fanno anche emergere numerosi aspetti ambientali di grande rilievo, rendendo ancora più palese «l’importanza strategica delle nostre foreste nel contribuire al rispetto degli impegni internazionali assunti dall’Italia, al benessere dell’ambiente e della società e ponendoci, di conseguenza, di fronte alla responsabilità di proseguire, nell’interesse della collettività, nelle attività di monitoraggio quantitativo e qualitativo degli ecosistemi forestali, con continuità e con sempre maggiore professionalità».
Allarme di Coldiretti
Sempre ieri però è arrivata una nota di Coldiretti in cui si afferma che «sono quasi 159mila gli ettari di bosco andati a fuoco in Italia dall’inizio dell’anno per effetto dei cambiamenti climatici, con il caldo e la siccità che hanno favorito l’azione dei piromani bruciando oltre 1/4 delle nuove foreste», cioè dei 587 mila ettari in più di superfici boscate registrate dall’Arma dei Carabinieri nell’INFC 2015. Valutazione frutto di un’analisi di Coldiretti su dati dell’European Forest Fire Information System (Effis) della Commissione Europea. «L’andamento anomalo di quest’anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto – sottolinea Coldiretti –, che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi, con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità, che mette a rischio soprattutto i boschi creando le condizioni per il divampare di roghi».
Redazione
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La ripresa della floricoltura nel distretto Lucca-Pistoia resa nota da Fedagripesca Toscana in occasione di un incontro per i 50 anni della cooperativa Flora Toscana. Per il direttore tecnico dell’Associazione Florovivaistica Interprovinciale Gori il calo del 20/30% del 2020 è ampiamente recuperato, mentre per il direttore di Flora Toscana Bartoli «le perdite intorno al 10%» della cooperativa nel 2020 «sono state ripianate, e siamo tornati ai livelli pre-crisi, forse di più». Trend in crescita per le piante, stabile per i fiori, prezzi in aumento.
Dopo aver azzerato il mercato durante il lockdown della primavera 2020, «la pandemia ha fatto rifiorire il pollice verde», così il settore floricolo in Toscana ha incominciato a crescere con vigore fino a ripianare le perdite del 2020. A dichiararlo il 20 settembre un comunicato di Confcooperative - Fedagripesca Toscana diffuso due giorni dopo la tavola rotonda a Pescia per i 50 anni di Flora Toscana sul tema: “Tra tradizione e innovazione, i nostri primi 50 anni. Passato presente futuro in un percorso verso nuove sfide”.
Come affermato da Stefano Gori, direttore tecnico scientifico dell’Associazione Florovivaistica Interprovinciale Lucca-Pistoia, soggetto referente del distretto che fa riferimento ai poli floricoli e florovivaistici di Pescia e Viareggio, il calo di vendite del 20-30% registrato l'anno scorso è stato ampiamente recuperato, grazie a una maggiore attenzione ai giardini privati e pubblici.
Mentre per Flora Toscana le perdite dell'anno scorso si sono attestate intorno al 10%, «ma il 2021 è stato un'annata positiva, le perdite sono state ripianate e siamo tornati ai livelli pre crisi, forse qualcosa in più», come dichiarato dal direttore generale Simone Bartoli. Il settore della produzione e della commercializzazione delle piante e dei fiori «è in ripresa e ci sono segnali positivi anche per il futuro. La pandemia ha incentivato un ritorno alla natura, spingendo molti alla cura degli spazi verdi domestici, del balcone, del giardino o in casa. Il trend in aumento per le piante, stabile per i fiori. Anche il settore degli eventi, che ha sofferto più di altri, con le riaperture di giugno è in ripartenza e registriamo numeri positivi anche nell'export, che per noi conta il 20% del fatturato. Con questo scatto in avanti del mercato, la produzione, che è stata colpita dalle gelate di aprile e ha risentito della difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, fatica a stare dietro alla domanda». I prezzi di piante e fiori sono in rialzo.
«Siamo felici di poter festeggiare questo importante traguardo di Flora Toscana guardando al futuro con una maggiore serenità – ha detto il presidente di Fedagripesca Cooperative Toscana Fabrizio Tistarelli - i numeri del comparto sono in crescita e ci fanno ben sperare». Per lui «la realtà cooperativa rappresenta un valore aggiunto e una marcia in più anche per uscire dalla crisi».
Redazione
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Secondo i dati di Comagarden, l’associazione dei costruttori di macchine per il giardinaggio, rialzo del 33,7% nel 1° semestre 2021 sul 2020, con balzi di oltre il 40% per motoseghe e robot. Intanto EIMA International, in calendario a Bologna dal 19 al 23 ottobre, annuncia 1350 espositori articolati in 13 settori di specializzazione e 5 saloni tematici e delegazioni estere da 70 Paesi.
Il boom della passione per il verde sbocciato con la pandemia si è fatto sentire anche nel mercato delle macchine e attrezzature per il giardinaggio.
Lo ha reso noto nei giorni scorsi Comagarden, l’associazione italiana dei costruttori di macchine per il giardinaggio aderenti a FederUnacoma (Federazione nazionale costruttori macchine per l’agricoltura che fa parte di Confindustria), nell’illustrare il salone tematico EIMA Green in programma dal 19 al 23 ottobre nel quartiere fieristico di Bologna nell’ambito della 44^ edizione di EIMA International, l’Esposizione Internazionale della Meccanica Agricola. Manifestazione presentata il 18 settembre durante Agriumbria da Simona Rapastella, direttore generale di FederUnacoma, che ha annunciato i seguenti numeri di EIMA: 1.350 (di cui 350 estere) case costruttrici che esporranno le loro gamme di prodotti articolati in 13 settori di specializzazione e 5 saloni tematici (Eima Componenti, EIMA Green, EIMA Energy, EIMA Idrotech ed EIMA Digital); e 70 delegazioni ufficiali di operatori della filiera provenienti dall’Europa (in rappresentanza di 25 Paesi), dalle Americhe (15 Paesi), dall’Africa (13 Paesi) nonché da Asia e Medio Oriente (17 Paesi).
Riguardo nello specifico al salone EIMA Green, dedicato alle tecnologie per il giardinaggio, le alte aspettative sono dovute ai dati record di Comagarden, su rilevamenti statistici Morgan, secondo i quali nel primo semestre di quest’anno si è avuta una crescita delle vendite nel comparto macchine e attrezzature per il giardinaggio pari a +33,7% rispetto al primo semestre del 2020. Con incrementi a doppia cifra per i decespugliatori (+21,3%) e le motoseghe (+40%) ma anche per i rasaerba e i robot che chiudono i primi sei mesi dell’anno con un attivo pari, rispettivamente, al 28,4% e al 41,6%. In controtendenza il segmento degli atomizzatori che, dopo la forte crescita del 2020 (+45%), archivia il primo semestre dell’anno con una flessione del 22%.
Secondo le previsioni di Comagarden l’effetto volano dell’affermarsi di nuovi stili di vita, quelli che valorizzano sempre di più la passione per le attività di giardinaggio e per la cura del verde, a livello sia hobbistico che professionale, dovrebbe proseguire anche nel resto del 2021 trainando ulteriormente il mercato. In un contesto così favorevole, EIMA Green sarà dunque un importante punto di rifermento per i buyer, i tecnici del giardinaggio, delle manutenzioni e dell’impiantistica sportiva, e per la vasta platea degli appassionati del verde che avranno la possibilità di toccare con mano l’ampia gamma di macchine e di tecnologie proposte dalle case costruttrici di tutto il mondo.
EIMA Green vede la presenza di circa 170 industrie espositrici in rappresentanza di 12 Paesi (oltre che dall’Italia, da Francia, USA, Spagna, Germania, Belgio, Turchia, Austria, Giappone, Regno Unito, Egitto, Repubblica Ceca, Canada), che impegnano una superficie espositiva attorno a 10 mila metri quadrati nei Padiglioni 33 e 35. Ma la presentazione delle novità di gamma non è l’unica caratteristica saliente di EIMA Green. Il salone del giardinaggio offre infatti al grande pubblico di EIMA 2021 un calendario di convegni ed eventi formativi su una vasta rosa di tematiche. Dall’innovazione tecnologica delle macchine alla progettazione del verde urbano fino alla sicurezza nell’uso dei mezzi meccanici, gli incontri di approfondimento permetteranno ai visitatori di prendere confidenza con un settore in forte sviluppo, e di immergersi nella “cultura del verde”.
Redazione
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I 21 punti del documento finale del G20 dell’Agricoltura di Firenze sottoscritto il 18 settembre dai ministri delle politiche agricole. Per Patuanelli è il momento di politiche di lungo termine che non guardino al consenso immediato e l’obiettivo della “fame zero” combinato con quello della sostenibilità ambientale richiede più cooperazione e trasferimento tecnologico tra Paesi. Grande spazio all’approccio “One Health” per la prevenzione delle epidemie e alla ricerca scientifica, a cominciare dalla genetica.
«Dobbiamo essere in grado di mettere in campo politiche che invertano la rotta in modo definitivo senza guardare al consenso e alle ricadute immediate: tutto ciò che facciamo avrà effetto tra molti anni».
L.S.
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L’annuncio dell’assessore all’agroalimentare della Regione Toscana Saccardi il 17 settembre al convegno “La salvaguardia delle foreste di fronte ai cambiamenti climatici” organizzato da ConfagricolturaToscana. Il presidente regionale di Confagri aveva chiesto sostegno per un finanziamento adeguato nel Pnrr per sostenere le attività boschive: «elemento fondamentale per trovare l'equilibrio tra le emissioni di gas serra e il fabbisogno di ossigeno».
Più manutenzione e valorizzazione del patrimonio forestale, con in particolare più prevenzione del rischio idrogeologico e del rischio incendi. Nel 2021-22 la Regione Toscana aggiungerà per le foreste 25 milioni di euro ai 134 milioni già stanziati per il periodo 2014-2020.
E’ quanto annunciato dalla vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi il 17 settembre durante il convegno su “La salvaguardia delle foreste di fronte ai cambiamenti climatici” organizzato da Confagricoltura Toscana nello Spazio istituzionale associativo G20 Agrinsieme in piazza della Repubblica a Firenze nell'ambito del G20 dell’agricoltura. Convegno nel corso del quale il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri ha chiesto, per risolvere il problema dell’abbandono boschivo, più risorse per le attività agricole e quelle di valorizzazione del territorio: «chiediamo che la Regione faccia pressione affinché sia riconosciuto nel Pnrr un finanziamento adeguato per sostenere le attività boschive che sono elemento fondamentale per trovare l'equilibrio tra le emissioni di gas serra e il fabbisogno di ossigeno - ha detto il presidente Neri -. I temi della sostenibilità ambientale e della sicurezza sono sempre più cruciali, pertanto, a nostro avviso, serve un intervento nazionale oltre che regionale per raggiungere gli obiettivi di messa in sicurezza».
Lo stato attuale delle foreste, non solo in Toscana, subisce il progressivo abbandono soprattutto nelle aree rurali e montane innescando problematiche gravi in termini di rischio idrogeologico e per gli incendi boschivi. «E’ indispensabile dunque intervenire per mitigare il quadro complessivo dei rischi anche con azioni in cui l’ente pubblico si vada a sostituire al proprietario, spesso difficilmente individuabile – ha affermato la vice presidente regionale Saccardi – Abbiamo pertanto stabilito di incrementare la dotazione finanziaria. E’ stata una decisione frutto anche del metodo concertativo che abbiamo adottato nei rapporti fra istituzioni e associazioni di rappresentanza delle imprese per capire i veri problemi e rispondere con politiche attive di sviluppo».
A novembre sarà dunque pubblicato il nuovo bando della sottomisura 8.3 ovvero quella dedicata alla prevenzione dei rischi idrogeologico e di incendio boschivo e avrà una dotazione di 11,5 milioni di euro.
A marzo del 2022 sarà aperto il bando della sottomisura 8.6 che riguarda l’acquisto di attrezzature in campo forestale e avrà una dotazione di 5 milioni di euro. Nel frattempo è stato approvato lo scorrimento delle graduatorie per circa 8,2 milioni di euro anche per sottomisure 8.3 cioè la prevenzione rischio idrogeologico e la 8.5 cioè la valorizzazione del bosco con sentieri, rifugi, attività di ricavo non legnoso.
«La Toscana – ha proseguito Saccardi - , tra le regioni più boscate d'Italia con i suoi 110 mila ettari di foreste che valgono un quinto del demanio nazionale, ha dei doveri di fronte a questo immenso patrimonio: da un lato mettere in atto azioni di conservazione, di ripristino e di gestione sostenibile delle foreste, a beneficio dell’ambiente e dell’economia. Secondo il World Economic Forum, la buona gestione delle foreste infatti potrebbe generare 190 miliardi di euro in opportunità commerciali e 16 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo entro il 2030. Dall’altro lato dobbiamo garantire la formazione e la specializzazione degli operatori perché effettuino le operazioni in maniera corretta, ma soprattutto in sicurezza. E’ quindi una priorità tutelare i proprietari e le imprese del settore che con tanta fatica e sacrificio lavorano tutti i giorni a sviluppare questa millenaria attività forestale che ha generato e prodotto l’attuale bellezza delle nostre foreste e del nostro splendido paesaggio, valore aggiunto dell’ambiente toscano».
Redazione




