Notizie

Repubblica di Moldova

Il 27 aprile webinar sulle opportunità di affari offerte agli agricoltori dalla Repubblica di Moldova. Ultimo giorno per iscriversi il 22 aprile. Il programma.


Un seminario online che nasce da un’intesa fra il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e l’ambasciatore della Repubblica di Moldova in Italia, Anatolie Urecheanu.
Martedì 27 aprile alle ore 11 si terrà un webinar di presentazione delle opportunità commerciali e di investimento offerte dalla Repubblica Moldova nel settore agricolo. L’iscrizione dovrà avvenire entro domani 22 aprile a questo link.  
 
Programma
 
Saluti:
- Anatolie URECHEANU, ambasciatore della Repubblica di Moldova nella Repubblica italiana;
- Lorenzo TOMASSONI, ambasciatore della Repubblica Italiana nella Repubblica di Moldova;
- Massimiliano GIANSANTI, presidente di Confagricoltura;
- Rodica VERBENIUC, Direttore generale dell'Agenzia per gli investimenti della Repubblica di Moldova;
 
Relazioni:
- Mihail MACHIDON, segretario di Stato presso il Ministero dell'Agricoltura, dello Sviluppo Regionale e dell'Ambiente della Repubblica di Moldova: “Presentazione generale delle opportunità nel settore agricolo della Repubblica di Moldova, in particolare nell’orticoltura, zootecnia, comparto vitivinicolo, biologico;
- Anastasia UNGUREANU, capo della Direzione di Promozione dell’export dell’Agenzia per gli Investimenti: “Presentazione delle iniziative fiscali, dell’ambiente imprenditoriale e delle opportunità di investimento”;
- Iulia COSTIN, direttore generale dell'Organizzazione per lo sviluppo del settore delle PMI (Piccole e medie imprese): “Presentazione dei meccanismi di sostegno offerti alle PMI del settore agricolo”.
 
Presentazioni di settore:
- Iurie FALĂ, direttore esecutivo dell’Associazione MOLDOVA FRUTT: presentazione dei produttori all'interno della Associazione;
- Alexei MICU, direttore dell'Associazione MOVCA: “Presentazione dei produttori bio”; 
- Presentazione del settore vitivinicolo: “l’Ufficio nazionale per il vino e i vigneti”;
- Presentazione di aziende del settore zootecnico;
- Eleonora PRIPA, segretario generale della Camera di Commercio Italo – Moldava: “Storie di successo di aziende italiane nel settore agroindustriale”;
- Sergiu HAREA, presidente della Camera di Commercio della Repubblica di Moldova: “Presentazione dei servizi offerti alle aziende straniere”.
 
Dibattito
 
Conclusioni:
- Anatolie URECHEANU, Ambasciatore della Repubblica di Moldova.



Redazione


Spighe Verdi

Nel 2020 hanno ricevuto la Spiga Verde 46 comuni di 13 regioni, fra cui la Toscana con 6 comuni di 4 provincie: Firenze, Grosseto, Livorno e Siena. Il presidente di Confagricoltura Pistoia ha scritto ai sindaci pistoiesi per invitarli ad aderire a “Spighe Verdi”, programma/marchio ambientale e rurale promosso da FFE e Confagri. C’è tempo fino al 10 maggio per registrarsi nel sito web di Spighe Verdi.


“Spighe Verdi” è un programma di certificazione volontaria e gratuita per lo sviluppo rurale sostenibile ideato e organizzato da FEE - Foundation for Environmental Education (Fondazione per l’educazione ambientale riconosciuta dall’Unesco) e Confagricoltura. Nato sei anni fa, si rivolge ai comuni che intendono valorizzare il proprio patrimonio rurale, migliorando al contempo le buone pratiche ambientali in generale. In una fase come l’attuale, in cui il turismo è stato messo ko dal Coronavirus e dovrà rialzarsi il più velocemente possibile, potrebbe essere utilissimo, per i comuni con le caratteristiche giuste e le carte in regola, poter contare su un marchio di certificazione ambientale e rurale per farsi notare come meta turistica ideale anche sotto il profilo del buon vivere e della salute.
L’anno scorso, nonostante la pandemia da Covid-19, hanno ottenuto l’ecolabel Spiga Verde ben 46 comuni di 13 regioni italiane, fra cui la Toscana con 6 comuni di 4 provincie: Castiglione della Pescaia e Massa Marittima (Grosseto), Bibbona e Castagneto Carducci (Livorno), Fiesole (Firenze) e Castellina in Chianti (Siena). Nessun comune della Provincia di Pistoia dunque. Il presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari ha deciso quindi nei giorni scorsi di scrivere una lettera a tutti i sindaci della provincia pistoiese per invitarli a partecipare con i comuni da loro amministrati al programma “Spighe Verdi”. 
Per candidarsi c’è tempo fino al 10 maggio 2021 e basta che ogni comune che vuole intraprendere il percorso si registri all'interno dell'area “Registrazione” del sito web www.spigheverdi.net e scarichi gli allegati “Questionario” e “Procedura Operativa” relativi all'anno in corso. Il referente del comune per il programma “Spighe Verdi” potrà contattare la FEE Italia per un supporto nella redazione della candidatura. Per ottenere il riconoscimento di Spiga Verde, il comune dovrà riempire tutte le sezioni del questionario e consegnarlo entro la data stabilita. Dopo la valutazione da parte di un'apposita commissione, composta da rappresentanti del Ministero delle Politiche agricole, del Ministero dell’Ambiente, del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, del Corpo Forestale dello Stato, dell’ISPRA, del CNR, di Confagricoltura e FEE Italia, riceverà la certificazione Spiga Verde, che avrà un anno di validità e potrà essere mantenuta soltanto rinnovando il percorso di anno in anno.
Quali sono i criteri che consentono ai comuni di ottenere l’anelata Spiga Verde? In generale il programma si basa sul riscontro di azioni sostenibili in diversi ambiti: da quello agricolo, valutando pure la conservazione della superficie agraria utilizzata (sau) e del paesaggio, a quello della valorizzazione degli aspetti culturali dei luoghi. I parametri rilevanti sono indicati nel questionario. Tra questi indicatori, la rispondenza delle politiche amministrative a una serie di requisiti riguardanti: gestione ambientale, trasparenza e partecipazione pubblica, educazione ambientale, controllo della cementificazione e salvaguardia della Sau, numero di attività agricole e produzioni tipiche, tutela della biodiversità, dell’aria e dell’acqua, energie rinnovabili, gestione rifiuti, tutela del paesaggio, presenza di frantoi, mobilità e turismo sostenibili.
«Raggiungere il riconoscimento del programma Spighe Verdi – dichiara Andrea Zelari - rappresenta una scelta forte di gestione del territorio in una cornice di sostenibilità e in una prospettiva di conservazione del paesaggio. Viene premiato un percorso di condivisione, dove tutti diventano soggetti attivi e forte è il contributo dell’agricoltura locale e delle produzioni agroalimentari di qualità».


Redazione


L’assessora all’agroalimentare della Regione Toscana Saccardi: «fondamentale per la tutela del patrimonio forestale poter contare sul presidio delle maestranze forestali».

Con oltre 7 milioni di euro la Regione Toscana ha finanziato i programmi forestali annuali con i quali gli Enti delegati gestiscono i complessi agricolo-forestali che fanno parte del patrimonio regionale: oltre 110.000 ettari di territorio, per lo più boscato, che rappresentano quasi il 10% dell’intero patrimonio forestale della regione.
Attualmente sono 424 gli operai forestali in forza agli Enti che si occupano della manutenzione e gestione del patrimonio regionale, 17 Unioni di Comuni e 7 Comuni, oltre ad un contingente di circa 120 tra tecnici e personale amministrativo impegnato, tra l’altro, nelle procedure attinenti le pratiche del vincolo idrogeologico forestale.
Gli operai forestali, oltre ai lavori di forestazione, assumono inoltre un ruolo essenziale anche nella lotta attiva agli incendi boschivi per i quali sono impiegati insieme alle forze del volontariato toscano.
«E’ essenziale - commenta la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi -  per la valorizzazione e tutela del patrimonio forestale, poter contare sul presidio territoriale delle maestranze forestali, la cui professionalità ed esperienza è garanzia, ormai da quasi mezzo secolo, di un’azione quotidiana di manutenzione e controllo delle grandi superfici boscate che fanno della nostra regione la più boscata d’Italia».
Sono ormai oltre 6.000 le richieste che ogni anno vedono coinvolti cittadini ed imprese per l’utilizzo del bosco che deve avvenire nel pieno rispetto della Legge Forestale Regionale a tutela della valorizzazione sostenibile ed attenta della risorsa legno.
Il patrimonio agricolo-forestale è estremamente variegato e composto non solo da superfici forestali, ma anche da strutture ed infrastrutture che concorrono a valorizzare aree anche di elevato pregio ambientale e naturalistico, per le quali è essenziale, sia in termini economici che sociali, nonché di manutenzione dell’assetto idrogeologico, la costante presenza e presidio dell’uomo.
Ogni area del patrimonio regionale è inserita in complessi piani di gestione pluriennale che definiscono, per ogni anno, gli interventi da realizzare al fine del mantenimento della risorsa, assicurandone la fruizione pubblica sotto il coordinamento di Ente Terre Regionali Toscane.

Redazione

Il 13 aprile incontro online sul tema “Lab to Farm, dal laboratorio al campo. Quale innovazione per l’agricoltura italiana?” organizzato da Confagricoltura e Federchimica Assobiotec. La prima parte è dedicata alle condizioni dell’innovazione, con esponenti di spicco del mondo della ricerca. La seconda affronta le prospettive politiche ed economiche del trasferimento tecnologico. Conclusioni del sottosegretario alle Politiche agricole Battistoni.

L’agricoltura italiana deve urgentemente confrontarsi con il concetto di resilienza, intesa come capacità di un settore economico di prevenire, resistere, assorbire, adattarsi, rispondere e riprendersi in modo positivo di fronte ai rischi e ai momenti di crisi. Così da poter affrontare sempre meglio le emergenze che si presenteranno, compresa l’epidemia di Covid-19, che non è ancora finita.
Confagricoltura e Federchimica Assobiotec organizzano domani 13 aprile, dalle ore 10,30 alle 12,30, un incontro online sul tema “Lab to farm, dal laboratorio al campo. Quale innovazione per l’agricoltura italiana?” per analizzare la questione di come una rapida ed efficiente integrazione della ricerca e dell’innovazione - soprattutto nell’ambito delle scienze della vita e delle più recenti tecniche applicate alla genetica vegetale - possa contribuire a rafforzare la resilienza del sistema agricolo nazionale, a beneficio dei produttori, della filiera agroalimentare, dell’ambiente e dei consumatori.
L’appuntamento si svolgerà in streaming sulla piattaforma Webex e sarà moderato dal direttore della rivista “Materia Rinnovabile” Emanuele Bompan. Per iscriversi e partecipare cliccare qua oppure chiedere informazioni a questi due indirizzi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Programma

10.30 - 11.20 “Prospettive di ricerca e innovazione”
Cosa possiamo aspettarci dalla ricerca e quali condizioni si devono verificare perché l’innovazione passi rapidamente dal laboratorio ai campi?
Intervengono:
Luigi Cattivelli, direttore del Centro di ricerca per la genomica e la bioinformatica - CREA – Ministero delle politiche agrarie, alimentari e forestali
Mario Pezzotti, Dipartimento di Biotecnologie, Università degli Studi di Verona - Dirigente del Centro Ricerca e Innovazione, Fondazione Edmund Mach
Fabio Veronesi, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Università degli Studi di Perugia – Membro del panel GMO, EFSA European Food Safety Authority

11.20 - 12.10 “Prospettive politiche ed economiche”
Quali misure è necessario mettere in atto per assicurare un trasferimento tecnologico efficace dal laboratorio al campo, passando per la possibilità di sperimentare senza vincoli eccessivi? Quali risorse e quale contesto operativo per la ricerca?
Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura
Riccardo Palmisano, presidente di Federchimica Assobiotec
Angelo Riccaboni, presidente Fondazione PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area)
Herbert Dorfmann, Deputato al Parlamento Europeo - Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale

Conclusioni
Francesco Battistoni, sottosegretario di stato alle Politiche agricole, alimentari e forestali

Redazione

 

 

Vaccinazioni nelle aziende agricole

Adesione di Confagricoltura al Protocollo siglato da Governo e parti sociali per la promozione delle vaccinazioni anti-Covid nelle aziende. Il lavoro agricolo è a “basso rischio” di contagio da Coronavirus per l’INAIL, con solo l’1,5% del totale delle denunce, ma Confagricoltura vuole dare il suo contributo al ritorno alla normalità, precondizione della ripresa del Paese. 


«Con il Protocollo viene data una risposta concreta all’interesse manifestato da diverse imprese agricole associate di medie-grandi dimensioni a porre in essere tutte le iniziative necessarie per la vaccinazione dei propri dipendenti».
Così il vice presidente di Confagricoltura con delega al Lavoro, Sandro Gambuzza, ha annunciato ieri l’adesione della sua associazione al “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro” siglato dal Governo e le parti sociali il giorno prima.
Il settore primario potrà dunque fornire il suo contributo alla realizzazione del Piano vaccinale nazionale, anche se il lavoro agricolo è classificato a “basso rischio” dall’INAIL rispetto al contagio da Covid. Infatti le denunce di infortunio sul lavoro da Coronavirus segnalate dall’inizio dell’epidemia in agricoltura rappresentano soltanto l’1,5% del totale delle denunce pervenute (dati INAIL del 6-4-21).
L’adesione al Protocollo da parte delle imprese agricole è assolutamente volontaria. Potranno aderire tutti i datori di lavoro del settore, indipendentemente dal numero di lavoratori occupati, anche se, verosimilmente, saranno le imprese di certe dimensioni ad essere maggiormente interessate, potendo contare su spazi adeguati. In ogni caso l’adesione al piano di vaccinazione nei luoghi di lavoro potrà essere supportata o coordinata dalle sedi territoriali di Confagricoltura.
La somministrazione del vaccino potrà avvenire secondo tre diverse modalità: somministrazione diretta in azienda (con costi a carico del datore di lavoro, salvo i vaccini che saranno forniti dalle autorità sanitarie regionali); somministrazione in convenzione con strutture sanitarie private (anche per il tramite delle sedi territoriali di Confagricoltura); somministrazione per il tramite dell’INAIL (per i datori di lavoro che non sono tenuti alla nomina del medico competente ovvero non possano fare ricorso a strutture sanitarie private).
«Attraverso la vaccinazione in azienda, le imprese agricole – conclude Sandro Gambuzza - vogliono fornire il loro contributo ad un ritorno graduale alla normalità, condizione necessaria per la ripresa economica del Paese».


Redazione