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Il 18 giugno webinar gratuito organizzato da Confagricoltura Pistoia sul tema “L’impiego dei biostimolanti in olivicoltura e viticoltura per migliorare la resa e la qualità – come contrastare rogna, occhio di pavone e mosca dell’olivo”.
Un seminario online professionale ad accesso libero e gratuito sui vantaggi dell’uso dei biostimolanti nei comparti dell’olivicoltura e viticoltura, con particolare riferimento alle tecniche per contrastare alcune delle malattie più minacciose per i vigneti e oliveti italiani.
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All’assemblea di Convase il vicepresidente di Confagricoltura Lasagna ha dichiarato che col disciplinare “Seme di qualità” si deve assicurare tracciabilità e sostenibilità produttiva e che se vogliamo un’agricoltura che dia cibo a tutti pur contribuendo a mitigare il cambiamento climatico non si può rinunciare a varietà nuove e innovative. La moltiplicazione delle sementi in Italia coinvolge 15 mila agricoltori per le specie agrarie e 4 mila per le specie ortive.
Confagricoltura ha aderito al Consorzio per la valorizzazione delle sementi (Convase) con convinzione, nell’ottica di consolidare la cooperazione di filiera. Il Covase è un luogo di incontro e di confronto per assicurare – grazie anche al disciplinare ‘Seme di qualità’ - la tracciabilità, la sicurezza e la sostenibilità del processo produttivo, sin dall'inizio del ciclo, partendo dal seme, per giungere alla tavola.
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Modificata la disciplina di aiuto ai territori colpiti da Xylella stabilendo tra l’altro il termine di 4 anni per il reimpianto degli olivi. Prorogata di 2 mesi la tempistica dei programmi di promozione del vino nei Paesi terzi e fino al 31 dicembre 2021 la validità delle autorizzazioni agli impianti in scadenza nel 2020.
Il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli ha firmato tre decreti finalizzati a sostenere i comparti olivicolo e vitivinicolo sui quali era stata raggiunta l'intesa nell’ultima seduta della Conferenza Stato-Regioni.
Riguardo all’olivicoltura, è stata modificata la disciplina di aiuto per i territori colpiti dal batterio della Xylella fastidiosa, la cui produzione olivicola è ancora in forte sofferenza. Lo schema di decreto, tenendo conto che l'attuale livello di produzione nei territori colpiti possa essere garantito solo con azioni di sostegno che tengano conto delle caratteristiche poliennali della coltura, stabilisce il termine di quattro anni per procedere al reimpianto degli ulivi, nonché norme specifiche per continuare a beneficiare dell'aiuto accoppiato nel periodo in cui la superficie olivicola è improduttiva.
Due i decreti che riguardano la vitivinicoltura e sono finalizzati a sostenere l'intero comparto, fortemente colpito dalle conseguenze derivate dal blocco del canale Ho.re.ca. e dalla crisi dell'export a causa dell'emergenza epidemiologica da Covid-19.
Il primo decreto riguarda la promozione nei Paesi terzi dei prodotti vitivinicoli italiani, per i quali viene prorogata di due mesi la tempistica di esecuzione dei programmi per l'annualità 2020/2021, per favorire la maggiore spesa possibile del sostegno previsto dalla misura “Promozione nei Paesi terzi dell'OCM Vino” e incoraggiare le dinamiche di riequilibrio dei mercati legati a tale settore, anche considerando l'evoluzione della situazione epidemiologica, dovuta alla pandemia da COVID-19, nei mercati dei Paesi terzi e sul territorio nazionale, nonché le conseguenze che le misure di contenimento sulla sua diffusione hanno avuto e continuano ad avere sul settore vitivinicolo e sugli scambi commerciali tra Europa e Paesi terzi.
Il secondo decreto invece, in vigore dal 1 gennaio 2021, dà attuazione ad alcune disposizioni comunitarie recentemente adottate per fronteggiare il perdurare della crisi derivante dalla pandemia e presenta una serie di proroghe di adempimenti a carico dei produttori vitivinicoli di imminente scadenza. In particolare viene consentita una certa flessibilità nella implementazione e gestione delle misure inserite nel Programma nazionale di sostegno al settore vitivinicolo (PNS), vengono derogati i pagamenti di alcuni contributi e infine, per quanto riguarda le autorizzazioni agli impianti, è prorogata al 31 dicembre 2021 la validità delle autorizzazioni in scadenza nel 2020 con la possibilità, per i produttori che non hanno più intenzione di utilizzare l'autorizzazione o di usufruire della proroga, di non incorrere in sanzioni.
Redazione
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Presentato il rapporto di Ismea sulla gestione del rischio in agricoltura, con i dati sulle assicurazioni agricole nel 2020. Tenuta delle polizze agricole agevolate nel comparto coltivazioni vegetali (pari a 6,1 miliardi di euro: il 72% del totale). Premi cresciuti dell’11% sul 2019. Primato del nord Italia e delle polizze sulle uve da vino (il prodotto più assicurato con 1,97 miliardi di euro). Tra le novità il Fondo pubblico di mutualità per i rischi catastrofali e gli Standard value per la verifica dei valori assicurati.
Nel 2020 si è registrato un significativo incremento delle polizze assicurative sulle strutture, principalmente serre e impianti di protezione per le colture, per un valore pari ad oltre 1 miliardo di euro e in crescita del 5,9% sul 2019.
A comunicarlo nei giorni scorsi l’Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, che ha presentato il “Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura 2021” con i dati dell’anno scorso sulle assicurazioni agricole, realizzato in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
«I numeri della campagna assicurativa 2020 – si legge nel comunicato di Ismea - indicano una sostanziale tenuta del mercato delle polizze agricole agevolate, con valori per oltre 6,1 miliardi di euro nel solo comparto delle coltivazioni vegetali (-0,1% sul 2019), rappresentativo del 72% del totale». «Complessivamente – continua la nota -, considerando anche le polizze zootecniche e quelle contro i danni alle strutture aziendali, si è andati oltre la soglia degli 8,5 miliardi di euro (stime ISMEA sui dati trasmessi dalle compagnie assicurative), con una crescita dello 0,4%». Ma nelle assicurazioni specifiche del comparto zootecnico, per lo più destinate alla copertura dei rischi sanitari (1,3 miliardi), si è verificata una riduzione dell’1,5%.«L'evoluzione dei costi assicurativi nel 2020 - rivela ancora Ismea - ha confermato la tendenza già riscontrata nelle precedenti campagne. Per le colture vegetali i premi hanno raggiunto il più alto livello di sempre (557,8 milioni di euro), con un balzo dell'11% rispetto al 2019. Ai massimi storici anche la tariffa media applicata dalle compagnie, che nel 2020 ha superato per la prima volta la soglia del 9%».
Per territori, «il primato, in termini di valori assicurati, spetta alle regioni settentrionali (Veneto, seguito da Emilia-Romagna e Lombardia), che, limitatamente alle polizze sulle colture vegetali, concentrano il 79,5% del totale nazionale. Tuttavia, mentre il Nord cede qualche decimo di punto, continua a rafforzarsi la partecipazione delle regioni del Mezzogiorno, comprese le Isole, che dal 10,6% del 2019 hanno superato nel 2020 l'11,2% di incidenza, massimo degli ultimi cinque anni. Invariata la quota del Centro Italia, al 9,3%».
«A concentrare i maggiori valori – precisa Ismea - sono ancora le polizze sulle uve da vino, in assoluto il prodotto più assicurato, con 1,97 miliardi di euro, in crescita dello 0,5% sul 2019. Numeri significativi si registrano anche per mele e riso, rispettivamente con 672 e 430 milioni circa, seguiti dal mais da granella e dai pomodori da industria».
«L'importanza del tema della gestione del rischio, a fronte degli eventi sempre più ricorrenti associati ai cambiamenti climatici – si osserva - ha stimolato il dibattito anche in sede di riforma della PAC, evidenziando l'esigenza di affiancare al tradizionale sistema delle polizze agevolate, dati i limiti di capacità assuntiva, uno strumento innovativo costituito da un Fondo pubblico di mutualità circoscritto ai rischi catastrofali (gelo, siccità e alluvione). Il sistema della gestione del rischio registra da quest'anno anche l'importante novità degli Standard Value, elaborati dall'ISMEA e approvati dal MIPAAF. Si tratta di parametri introdotti per la verifica dei valori assicurati, quale elemento di semplificazione nelle procedure amministrative per la gestione del sostegno a favore delle aziende agricole.
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Via libera ieri nel Decreto Sostegni bis a 2 miliardi di euro di sostegni e a semplificazioni per le aziende del settore agroalimentare. Per Confagricoltura però «è grave l’esclusione della cessione del credito d’imposta 4.0», criticata sia pure meno aspramente anche da Cia e Coldiretti, e sono «limitate le risorse per gli interventi sulle gelate». Oggi Italia, Francia e Grecia hanno chiesto alla Commissione europea aiuti transitori urgenti per le aziende colpite dalle ondate di gelo d’aprile.
«Oltre agli ulteriori indennizzi a fondo perduto per le aziende agroalimentari, le misure più importanti riguardano il bonus per i lavoratori stagionali, gli stanziamenti per sostenere gli strumenti di gestione del rischio, gli indennizzi per le gelate, oltre ai sostegni al settore della pesca».
L.S.