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Biostimolanti in olivicoltura

Il 18 giugno webinar gratuito organizzato da Confagricoltura Pistoia sul tema “L’impiego dei biostimolanti in olivicoltura e viticoltura per migliorare la resa e la qualità –  come contrastare rogna, occhio di pavone e mosca dell’olivo”.


Un seminario online professionale ad accesso libero e gratuito sui vantaggi dell’uso dei biostimolanti nei comparti dell’olivicoltura e viticoltura, con particolare riferimento alle tecniche per contrastare alcune delle malattie più minacciose per i vigneti e oliveti italiani.
Lo organizza Confagricoltura Pistoia venerdì 18 giugno alle ore 18. Il webinar è intitolato “L’impiego dei biostimolanti in olivicoltura e viticoltura per migliorare la resa e la qualità – come contrastare rogna, occhio di pavone e mosca dell’olivo” e si svolgerà sulla piattaforma Zoom, con l’introduzione del vicepresidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Bonacchi. Relatori Massimo Andreotti e Mirko D’Angelo, tecnici di una nota azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di concimi e formulati (anche biologici) per la protezione e nutrizione delle piante nei settori dell’agricoltura e del giardinaggio.
I biostimolanti hanno funzioni fitoregolative e protettive, oltre che di facilitazione dell’assorbimento delle sostanze nutrienti da parte delle piante, e sono adatti sia alle coltivazioni in pieno campo che in serra e sostenibili. Durante l’incontro sarà trattato anche il contributo specifico di questi prodotti nell’azione di prevenzione e di contrasto alla mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), alla rogna della vite (dal batterio Agrobacterium tumefaciens) e all’occhio di pavone (dal fungo fitopatogeno Spilocaea oleaginea) sia in coltivazione convenzionale che biologica. 
Accesso all’evento formativo online qua: https://us02web.zoom.us/j/82451892570. 
Per ulteriori informazioni contattare Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure il numero di telefono/whatsapp 351 852 2570.


Redazione


vicepresidente di Confagricoltura Matteo Lasagna

All’assemblea di Convase il vicepresidente di Confagricoltura Lasagna ha dichiarato che col disciplinare “Seme di qualità” si deve assicurare tracciabilità e sostenibilità produttiva e che se vogliamo un’agricoltura che dia cibo a tutti pur contribuendo a mitigare il cambiamento climatico non si può rinunciare a varietà nuove e innovative. La moltiplicazione delle sementi in Italia coinvolge 15 mila agricoltori per le specie agrarie e 4 mila per le specie ortive.


Confagricoltura ha aderito al Consorzio per la valorizzazione delle sementi (Convase) con convinzione, nell’ottica di consolidare la cooperazione di filiera. Il Covase è un luogo di incontro e di confronto per assicurare – grazie anche al disciplinare ‘Seme di qualità’ - la tracciabilità, la sicurezza e la sostenibilità del processo produttivo, sin dall'inizio del ciclo, partendo dal seme, per giungere alla tavola. 
Lo ha detto il vicepresidente di Confagricoltura Matteo Lasagna, intervenendo alla tavola rotonda realizzata in occasione dell’assemblea generale di Convase, che si è svolta in presenza a Bologna.
I nuovi obiettivi sostenibili, a livello mondiale ed europeo, spingono a realizzare un’agricoltura più sostenibile e più competitiva – ha proseguito Matteo Lasagna -. Se vogliamo, quindi, che l’agricoltura soddisfi la necessità di cibo per tutti e, al contempo, contribuisca alla mitigazione del cambiamento climatico, come agricoltori non possiamo fare a meno di varietà nuove e innovative, in grado di: essere più produttive e resistenti alle fitopatie; adattarsi al cambiamento climatico e mitigarne gli effetti; contribuire alla protezione della biodiversità, degli habitat e dei paesaggi; aiutare a ridurre perdite e sprechi; dare prodotti nuovi, che aumentino le opzioni per le imprese e le scelte per i consumatori.
Talvolta, a fronte di un sempre massiccio ricorso alle sementi elette, può accadere che i produttori agricoli (cerealicoli in particolare), che quotidianamente si confrontano con ricavi al limite del pareggio, in balia di prezzi di mercato altalenanti e non sempre remunerativi, possano ritenere poco vantaggioso investire in sementi certificate; anche perché i prezzi dei prodotti ottenuti non consentono di coprire adeguatamente i costi di coltivazione, inclusi quelli del seme. Ciò però – ha concluso il vicepresidente di Confagricoltura - non deve costituire un limite ma, al contrario, deve essere uno stimolo ad impegnarsi nel miglioramento genetico e nella selezione, indirizzando maggiormente tale attività verso i fabbisogni delle imprese agricole.
Il settore della moltiplicazione delle sementi in Italia coinvolge 15.000 agricoltori per le specie agrarie e 4.000 per le specie ortive a livello nazionale. La superficie di produzione delle sementi ufficialmente certificate nel 2019 si attesta a 202 mila ettari. È di 1 miliardo di euro circa il fatturato del settore sementiero.


Redazione


Modificata la disciplina di aiuto ai territori colpiti da Xylella stabilendo tra l’altro il termine di 4 anni per il reimpianto degli olivi. Prorogata di 2 mesi la tempistica dei programmi di promozione del vino nei Paesi terzi e fino al 31 dicembre 2021 la validità delle autorizzazioni agli impianti in scadenza nel 2020.

Il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli ha firmato tre decreti finalizzati a sostenere i comparti olivicolo e vitivinicolo sui quali era stata raggiunta l'intesa nell’ultima seduta della Conferenza Stato-Regioni.
Riguardo all’olivicoltura, è stata modificata la disciplina di aiuto per i territori colpiti dal batterio della Xylella fastidiosa, la cui produzione olivicola è ancora in forte sofferenza. Lo schema di decreto, tenendo conto che l'attuale livello di produzione nei territori colpiti possa essere garantito solo con azioni di sostegno che tengano conto delle caratteristiche poliennali della coltura, stabilisce il termine di quattro anni per procedere al reimpianto degli ulivi, nonché norme specifiche per continuare a beneficiare dell'aiuto accoppiato nel periodo in cui la superficie olivicola è improduttiva.
Due i decreti che riguardano la vitivinicoltura e sono finalizzati a sostenere l'intero comparto, fortemente colpito dalle conseguenze derivate dal blocco del canale Ho.re.ca. e dalla crisi dell'export a causa dell'emergenza epidemiologica da Covid-19.
Il primo decreto riguarda la promozione nei Paesi terzi dei prodotti vitivinicoli italiani, per i quali viene prorogata di due mesi la tempistica di esecuzione dei programmi per l'annualità 2020/2021, per  favorire la maggiore spesa possibile del sostegno previsto dalla misura “Promozione nei Paesi terzi dell'OCM Vino” e incoraggiare le dinamiche di riequilibrio dei mercati legati a tale settore, anche considerando l'evoluzione della situazione epidemiologica, dovuta alla pandemia da COVID-19, nei mercati dei Paesi terzi e sul territorio nazionale, nonché le conseguenze che le misure di contenimento sulla sua diffusione hanno avuto e continuano ad avere sul settore vitivinicolo e sugli scambi commerciali tra Europa e Paesi terzi.
Il secondo decreto invece, in vigore dal 1 gennaio 2021, dà attuazione ad alcune disposizioni comunitarie recentemente adottate per fronteggiare il perdurare della crisi derivante dalla pandemia e presenta una serie di proroghe di adempimenti a carico dei produttori vitivinicoli di imminente scadenza. In particolare viene consentita una certa flessibilità nella implementazione e gestione delle misure inserite nel Programma nazionale di sostegno al settore vitivinicolo (PNS), vengono derogati i pagamenti di alcuni contributi e infine, per quanto riguarda le autorizzazioni agli impianti, è prorogata al 31 dicembre 2021 la validità delle autorizzazioni in scadenza nel 2020 con la possibilità, per i produttori che non hanno più intenzione di utilizzare l'autorizzazione o di usufruire della proroga, di non incorrere in sanzioni.

Redazione

 

 

Presentato il rapporto di Ismea sulla gestione del rischio in agricoltura, con i dati sulle assicurazioni agricole nel 2020. Tenuta delle polizze agricole agevolate nel comparto coltivazioni vegetali (pari a 6,1 miliardi di euro: il 72% del totale). Premi cresciuti dell’11% sul 2019. Primato del nord Italia e delle polizze sulle uve da vino (il prodotto più assicurato con 1,97 miliardi di euro). Tra le novità il Fondo pubblico di mutualità per i rischi catastrofali e gli Standard value per la verifica dei valori assicurati.

Nel 2020 si è registrato un significativo incremento delle polizze assicurative sulle strutture, principalmente serre e impianti di protezione per le colture, per un valore pari ad oltre 1 miliardo di euro e in crescita del 5,9% sul 2019.
A comunicarlo nei giorni scorsi l’Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, che ha presentato il “Rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura 2021” con i dati dell’anno scorso sulle assicurazioni agricole, realizzato in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
«I numeri della campagna assicurativa 2020 – si legge nel comunicato di Ismea - indicano una sostanziale tenuta del mercato delle polizze agricole agevolate, con valori per oltre 6,1 miliardi di euro nel solo comparto delle coltivazioni vegetali (-0,1% sul 2019), rappresentativo del 72% del totale». «Complessivamente – continua la nota -, considerando anche le polizze zootecniche e quelle contro i danni alle strutture aziendali, si è andati oltre la soglia degli 8,5 miliardi di euro (stime ISMEA sui dati trasmessi dalle compagnie assicurative), con una crescita dello 0,4%». Ma nelle assicurazioni specifiche del comparto zootecnico, per lo più destinate alla copertura dei rischi sanitari (1,3 miliardi), si è verificata una riduzione dell’1,5%.
«L'evoluzione dei costi assicurativi nel 2020 - rivela ancora Ismea -  ha confermato la tendenza già riscontrata nelle precedenti campagne. Per le colture vegetali i premi hanno raggiunto il più alto livello di sempre (557,8 milioni di euro), con un balzo dell'11% rispetto al 2019. Ai massimi storici anche la tariffa media applicata dalle compagnie, che nel 2020 ha superato per la prima volta la soglia del 9%».
Per territori, «il primato, in termini di valori assicurati, spetta alle regioni settentrionali (Veneto, seguito da Emilia-Romagna e Lombardia), che, limitatamente alle polizze sulle colture vegetali, concentrano il 79,5% del totale nazionale. Tuttavia, mentre il Nord cede qualche decimo di punto, continua a rafforzarsi la partecipazione delle regioni del Mezzogiorno, comprese le Isole, che dal 10,6% del 2019 hanno superato nel 2020 l'11,2% di incidenza, massimo degli ultimi cinque anni. Invariata la quota del Centro Italia, al 9,3%».
«A concentrare i maggiori valori – precisa Ismea - sono ancora le polizze sulle uve da vino, in assoluto il prodotto più assicurato, con 1,97 miliardi di euro, in crescita dello 0,5% sul 2019. Numeri significativi si registrano anche per mele e riso, rispettivamente con 672 e 430 milioni circa, seguiti dal mais da granella e dai pomodori da industria».
«L'importanza del tema della gestione del rischio, a fronte degli eventi sempre più ricorrenti associati ai cambiamenti climatici – si osserva - ha stimolato il dibattito anche in sede di riforma della PAC, evidenziando l'esigenza di affiancare al tradizionale sistema delle polizze agevolate, dati i limiti di capacità assuntiva, uno strumento innovativo costituito da un Fondo pubblico di mutualità circoscritto ai rischi catastrofali (gelo, siccità e alluvione). Il sistema della gestione del rischio registra da quest'anno anche l'importante novità degli Standard Value, elaborati dall'ISMEA e approvati dal MIPAAF. Si tratta di parametri introdotti per la verifica dei valori assicurati, quale elemento di semplificazione nelle procedure amministrative per la gestione del sostegno a favore delle aziende agricole.

Rapporto Ismea

Redazione

 

 

Dl sostegni ad agroalimentare

Via libera ieri nel Decreto Sostegni bis a 2 miliardi di euro di sostegni e a semplificazioni per le aziende del settore agroalimentare. Per Confagricoltura però «è grave l’esclusione della cessione del credito d’imposta 4.0», criticata sia pure meno aspramente anche da Cia e Coldiretti, e sono «limitate le risorse per gli interventi sulle gelate». Oggi Italia, Francia e Grecia hanno chiesto alla Commissione europea aiuti transitori urgenti per le aziende colpite dalle ondate di gelo d’aprile.  


«Oltre agli ulteriori indennizzi a fondo perduto per le aziende agroalimentari, le misure più importanti riguardano il bonus per i lavoratori stagionali, gli stanziamenti per sostenere gli strumenti di gestione del rischio, gli indennizzi per le gelate, oltre ai sostegni al settore della pesca».
Sono state riassunte così nel comunicato stampa di ieri del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) le misure a favore del settore agroalimentare contenute nel Decreto Sostegni bis del Governo. Nel complesso «circa 2 miliardi di euro destinati a sostenere e rilanciare il settore agricolo e l'occupazione di giovani e donne, a cui vanno aggiunte una serie di misure di semplificazione amministrativa». A riprova, come ha scritto il Mipaaf, della «centralità della filiera agroalimentare nell'agenda del Governo». 
Ma, nonostante gli apprezzamenti generali, non sono mancate alcune critiche da parte delle associazioni di categoria degli agricoltori. La più severa è stata Confagricoltura che ha giudicato «grave l’esclusione della cessione del credito d’imposta 4.0» e «limitate le risorse per gli interventi sulle gelate». Mentre Cia – Agricoltori italiani, pur apprezzando molte misure, ha parlato di «occasione mancata» per l’esclusione della cessione del credito e ha auspicato un incremento delle risorse destinate ai ristori dei danni delle gelate. E Coldiretti, dopo aver tessuto molte lodi alle misure per l’agricoltura, si è limitata ad aggiungere: «siamo certi che verrà mantenuto l’obiettivo di reintrodurre una misura importante e positiva per le aziende agricole come la cessione del credito di imposta sugli investimenti relativi alla misura Transizione 4.0».   
Ma vediamo in pillole le misure a sostegno dell’agroalimentare contenute nel DL Sostegni bis così come descritte nella nota ministeriale di ieri:
- ulteriori risorse per indennizzi a fondo perduto destinati alle imprese del settore agroalimentare;
- 448 milioni di euro per l'indennità una tantum da 800 euro agli operai agricoli a tempo determinato, che abbiano svolto almeno 50 giornate di lavoro nel 2020 e che siano in possesso di determinati requisiti;
- 105 milioni di euro per l'incremento del Fondo di solidarietà nazionale previsto dal d. lgs. 102 del 2004 per ristorare i danni a produzioni, strutture e impianti produttivi delle aziende colpite dalle gelate e brinate dell'aprile 2021;
- 80 milioni di euro per Ismea al fine di rafforzare lo strumento delle garanzie a favore degli imprenditori agricoli e della pesca;
- 72,5 milioni di euro per l'esonero dei contributi previdenziali e assistenziali dei datori di lavoro e lavoratori autonomi delle aziende agricole appartenenti ai settori agrituristico e vitivinicolo, comprese le aziende produttrici di vino e birra;
- 25 milioni di euro per l'istituzione di un "Fondo per il sostegno del settore bieticolo saccarifero" mediante un contributo commisurato alle superfici coltivate a barbabietola da zucchero;
- 27,5 milioni di euro per il sostegno alla zootecnia mediante l'incremento al 9,5% delle percentuali di compensazione IVA applicabili alle cessioni di bovini e suini vivi;
- 4 milioni di euro circa per l'indennità una tantum di 950 euro a favore dei pescatori autonomi, compresi i soci di cooperative.
«Oltre ad estendere alle donne, indipendentemente dall'età, le misure agevolative già previste per l'avviamento di nuove imprese agricole per i giovani under 40, a semplificare l'accesso al Fondo per la qualità e la competitività del settore agrumicolo e ad intervenire sul costo della garanzia Ismea - sottolinea il Mipaaf - siamo intervenuti con altre disposizioni:
- per ampliare l'accesso al credito per investimenti immobiliari in favore delle imprese agricole, della pesca e silvicoltura mediante la cumulabilità della garanzia del Fondo Centrale di garanzia (FCG) con altre garanzie;
- per le semplificazioni in materia di accesso all'anticipazione PAC fino al 70% e permettendo di compensare i relativi interessi con una sovvenzione diretta concessa ai sensi del "Temporary framework".
Oggi comunque i governi di Italia, Francia e Grecia hanno scritto alla Commissione europea per chiedere «interventi mirati per le ondate di gelo che, nel mese di marzo e aprile, hanno investito gran parte del territorio nazionale e alcuni Paesi europei, causando danni al settore agricolo, con particolare riferimento al comparto ortofrutticolo e a quello vitivinicolo». Si chiede di «mettere in campo idonee misure di aiuto urgenti e transitorie per sostenere le imprese danneggiate, conformemente a quanto consentito dall'articolo 221 del regolamento sulla Organizzazione unica di mercato».


L.S.