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La ripresa della floricoltura nel distretto Lucca-Pistoia resa nota da Fedagripesca Toscana in occasione di un incontro per i 50 anni della cooperativa Flora Toscana. Per il direttore tecnico dell’Associazione Florovivaistica Interprovinciale Gori il calo del 20/30% del 2020 è ampiamente recuperato, mentre per il direttore di Flora Toscana Bartoli «le perdite intorno al 10%» della cooperativa nel 2020 «sono state ripianate, e siamo tornati ai livelli pre-crisi, forse di più». Trend in crescita per le piante, stabile per i fiori, prezzi in aumento.

Dopo aver azzerato il mercato durante il lockdown della primavera 2020, «la pandemia ha fatto rifiorire il pollice verde», così il settore floricolo in Toscana ha incominciato a crescere con vigore fino a ripianare le perdite del 2020. A dichiararlo il 20 settembre un comunicato di Confcooperative - Fedagripesca Toscana diffuso due giorni dopo la tavola rotonda a Pescia per i 50 anni di Flora Toscana sul tema: “Tra tradizione e innovazione, i nostri primi 50 anni. Passato presente futuro in un percorso verso nuove sfide”.
Come affermato da Stefano Gori, direttore tecnico scientifico dell’Associazione Florovivaistica Interprovinciale Lucca-Pistoia, soggetto referente del distretto che fa riferimento ai poli floricoli e florovivaistici di Pescia e Viareggio, il calo di vendite del 20-30% registrato l'anno scorso è stato ampiamente recuperato, grazie a una maggiore attenzione ai giardini privati e pubblici.
Mentre per Flora Toscana le perdite dell'anno scorso si sono attestate intorno al 10%, «ma il 2021 è stato un'annata positiva, le perdite sono state ripianate e siamo tornati ai livelli pre crisi, forse qualcosa in più», come dichiarato dal direttore generale Simone Bartoli. Il settore della produzione e della commercializzazione delle piante e dei fiori «è in ripresa e ci sono segnali positivi anche per il futuro. La pandemia ha incentivato un ritorno alla natura, spingendo molti alla cura degli spazi verdi domestici, del balcone, del giardino o in casa. Il trend in aumento per le piante, stabile per i fiori. Anche il settore degli eventi, che ha sofferto più di altri, con le riaperture di giugno è in ripartenza e registriamo numeri positivi anche nell'export, che per noi conta il 20% del fatturato. Con questo scatto in avanti del mercato, la produzione, che è stata colpita dalle gelate di aprile e ha risentito della difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, fatica a stare dietro alla domanda». I prezzi di piante e fiori sono in rialzo.
«Siamo felici di poter festeggiare questo importante traguardo di Flora Toscana guardando al futuro con una maggiore serenità – ha detto il presidente di Fedagripesca Cooperative Toscana Fabrizio Tistarelli -  i numeri del comparto sono in crescita e ci fanno ben sperare». Per lui «la realtà cooperativa rappresenta un valore aggiunto e una marcia in più anche per uscire dalla crisi».

Redazione

Secondo i dati di Comagarden, l’associazione dei costruttori di macchine per il giardinaggio, rialzo del 33,7% nel 1° semestre 2021 sul 2020, con balzi di oltre il 40% per motoseghe e robot. Intanto EIMA International, in calendario a Bologna dal 19 al 23 ottobre, annuncia 1350 espositori articolati in 13 settori di specializzazione e 5 saloni tematici e delegazioni estere da 70 Paesi.

Il boom della passione per il verde sbocciato con la pandemia si è fatto sentire anche nel mercato delle macchine e attrezzature per il giardinaggio.
Lo ha reso noto nei giorni scorsi Comagarden, l’associazione italiana dei costruttori di macchine per il giardinaggio aderenti a FederUnacoma (Federazione nazionale costruttori macchine per l’agricoltura che fa parte di Confindustria), nell’illustrare il salone tematico EIMA Green in programma dal 19 al 23 ottobre nel quartiere fieristico di Bologna nell’ambito della 44^ edizione di EIMA International, l’Esposizione Internazionale della Meccanica Agricola. Manifestazione presentata il 18 settembre durante Agriumbria da Simona Rapastella, direttore generale di FederUnacoma, che ha annunciato i seguenti numeri di EIMA1.350 (di cui 350 estere) case costruttrici che esporranno le loro gamme di prodotti articolati in 13 settori di specializzazione e 5 saloni tematici (Eima Componenti, EIMA Green, EIMA Energy, EIMA Idrotech ed EIMA Digital); e 70 delegazioni ufficiali di operatori della filiera provenienti dall’Europa (in rappresentanza di 25 Paesi), dalle Americhe (15 Paesi), dall’Africa (13 Paesi) nonché da Asia e Medio Oriente (17 Paesi).
Riguardo nello specifico al salone EIMA Green, dedicato alle tecnologie per il giardinaggio, le alte aspettative sono dovute ai dati record di Comagarden, su rilevamenti statistici Morgan, secondo i quali nel primo semestre di quest’anno si è avuta una crescita delle vendite nel comparto macchine e attrezzature per il giardinaggio pari a +33,7% rispetto al primo semestre del 2020. Con incrementi a doppia cifra per i decespugliatori (+21,3%) e le motoseghe (+40%) ma anche per i rasaerba e i robot che chiudono i primi sei mesi dell’anno con un attivo pari, rispettivamente, al 28,4% e al 41,6%. In controtendenza il segmento degli atomizzatori che, dopo la forte crescita del 2020 (+45%), archivia il primo semestre dell’anno con una flessione del 22%.
Secondo le previsioni di Comagarden l’effetto volano dell’affermarsi di nuovi stili di vita, quelli che valorizzano sempre di più la passione per le attività di giardinaggio e per la cura del verde, a livello sia hobbistico che professionale, dovrebbe proseguire anche nel resto del 2021 trainando ulteriormente il mercato. In un contesto così favorevole, EIMA Green sarà dunque un importante punto di rifermento per i buyer, i tecnici del giardinaggio, delle manutenzioni e dell’impiantistica sportiva, e per la vasta platea degli appassionati del verde che avranno la possibilità di toccare con mano l’ampia gamma di macchine e di tecnologie proposte dalle case costruttrici di tutto il mondo.
EIMA Green vede la presenza di circa 170 industrie espositrici in rappresentanza di 12 Paesi (oltre che dall’Italia, da Francia, USA, Spagna, Germania, Belgio, Turchia, Austria, Giappone, Regno Unito, Egitto, Repubblica Ceca, Canada), che impegnano una superficie espositiva attorno a 10 mila metri quadrati nei Padiglioni 33 e 35.  Ma la presentazione delle novità di gamma non è l’unica caratteristica saliente di EIMA Green. Il salone del giardinaggio offre infatti al grande pubblico di EIMA 2021 un calendario di convegni ed eventi formativi su una vasta rosa di tematiche. Dall’innovazione tecnologica delle macchine alla progettazione del verde urbano fino alla sicurezza nell’uso dei mezzi meccanici, gli incontri di approfondimento permetteranno ai visitatori di prendere confidenza con un settore in forte sviluppo, e di immergersi nella “cultura del verde”.

Redazione

Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari di Firenze

I 21 punti del documento finale del G20 dell’Agricoltura di Firenze sottoscritto il 18 settembre dai ministri delle politiche agricole. Per Patuanelli è il momento di politiche di lungo termine che non guardino al consenso immediato e l’obiettivo della “fame zero” combinato con quello della sostenibilità ambientale richiede più cooperazione e trasferimento tecnologico tra Paesi. Grande spazio all’approccio “One Health” per la prevenzione delle epidemie e alla ricerca scientifica, a cominciare dalla genetica. 


«Dobbiamo essere in grado di mettere in campo politiche che invertano la rotta in modo definitivo senza guardare al consenso e alle ricadute immediate: tutto ciò che facciamo avrà effetto tra molti anni».
Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli sabato 18 settembre presentando la “Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari di Firenze”, il documento finale del G20 dell’Agricoltura tenutosi la settimana scorsa nel capoluogo toscano. «L'appuntamento successivo – ha aggiunto Patuanelli - è in Indonesia tra un anno: se noi non facciamo niente nel mezzo, il pianeta non ci aspetta».
L'impegno principale del documento, che si articola in ventuno punti, è garantire la sicurezza alimentare a livello globale, ma tenendo conto dei vincoli della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Per raggiungere l’obiettivo della "fame zero", ha spiegato Patuanelli, bisogna «incrementare la multilateralità dei rapporti e la cooperazione tra Paesi per evitare gli sprechi». Mentre sul piano ambientale, ha aggiunto, è necessario continuare a contribuire al percorso di transizione ecologica con certamente la complessità di adattare modelli produttivi che sono diversi tra loro e quindi fare compromessi. Un ulteriore aspetto sottolineato dal ministro è l’accento posto nella Carta di Firenze al trasferimento tecnologico «in orizzontale fra i diversi Paesi dove la ricerca e sviluppo più avanzata consenta anche ai Paesi in via di sviluppo di avere un accesso immediato, facendo un salto tecnologico verso nuove tecnologie». 
Ecco riassunti in italiano, uno per uno, i 21 punti della Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari.
 
Tutti i punti della “Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari” di Firenze
1) I Ministri dell'Agricoltura del G20, dopo l’incontro a Firenze dal 17 al 18 settembre 2021, ribadiscono l’impegno a raggiungere la sicurezza alimentare per tutti e a garantire sistemi alimentari sostenibili e resilienti, senza lasciare indietro nessuno.
2) Nonostante i miglioramenti dell’agricoltura globale negli ultimi decenni, a sei anni dall'adozione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un quarto della popolazione mondiale soffre ancora di insicurezza alimentare e il mondo è fuori strada per raggiungere l'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 2: “Fame Zero”. Questa situazione è stata aggravata dalla pandemia di COVID-19.
3) I sistemi alimentari sostenibili e resilienti sono fondamentali per la sicurezza alimentare e la nutrizione, contribuendo a diete sane ed equilibrate, eliminazione della povertà, gestione sostenibile delle risorse naturali, conservazione e protezione degli ecosistemi e mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. In questo contesto, vengono accolte con favore le “Linee guida volontarie sui sistemi alimentari e la nutrizione” recentemente approvate dal Comitato per la sicurezza alimentare mondiale.
4) In relazione agli impegni dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e l'Accordo di Parigi, saranno intraprese azioni urgenti per affrontare le cause e gli impatti del cambiamento climatico e conservare, proteggere e ripristinare la biodiversità e gli ecosistemi.
5) Impegno a identificare e superare i principali ostacoli al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Apprezzamento per le attività della FAO e di altre organizzazioni che monitorano i progressi e forniscono raccomandazioni basate su dati scientifici e prove.
6) E’ necessario definire dei percorsi verso i sistemi alimentari sostenibili e trovare strutture istituzionali appropriate per la loro attuazione. Siccome non esiste una soluzione valida per tutti, è necessario tener conto delle diverse condizioni locali, culture, storie, sistemi di produzione, modelli di consumo e tradizioni, mentre si progetta una trasformazione verso sistemi alimentari sostenibili, produttivi e resilienti. La transizione richiede il contributo di tutte le parti interessate e un dialogo continuo e inclusivo.
7) Non esiste crescita sostenibile senza un'agricoltura economicamente sostenibile che generi un reddito stabile e gratificante e che crei lavoro dignitoso e di qualità e opportunità per gli agricoltori e i lavoratori agricoli, le loro famiglie e le comunità rurali. Una tale rivitalizzazione rurale inclusiva affronterebbe la difficile situazione di almeno il 75% dei poveri del mondo che vivono nelle aree rurali e promuoverebbe il loro equo accesso a diete sane. Questo obiettivo richiede un accesso più facile all'istruzione, al capitale, alle tecnologie e ai mercati, partenariati pubblico-privato e investimenti responsabili nelle aree rurali e nelle infrastrutture rurali. In linea con i "CFS - Principles for Responsible Investment in Agriculture and Food Systems", viene riaffermata l'importanza di promuovere investimenti responsabili nei sistemi agricoli e alimentari, in particolare per le famiglie di agricoltori, le startup e le piccole e medie imprese che utilizzano tecnologie innovative a sostegno della transizione verso sistemi alimentari sostenibili.
8) La sostenibilità sociale dei sistemi alimentari richiede maggiore attenzione al contributo dei lavoratori agricoli e delle comunità, compresi i lavoratori migranti stagionali, allo sviluppo sostenibile e di garantire che condividano equamente i guadagni di questo sviluppo attraverso redditi adeguati. Si intende promuovere un ambiente politico che consenta un'occupazione equa, dignitosa e sicura nelle filiere agroalimentari. Riconoscendo l'interazione dell'agricoltura con il clima, la biodiversità e le risorse naturali, le azioni dovranno considerare gli impatti economici e sociali della trasformazione dei sistemi alimentari, garantendo una transizione verso modelli sostenibili che non lasci indietro nessuno. E’ importante garantire un approccio olistico a questo problema, considerando congiuntamente il degrado ambientale, le opportunità economiche e gli impatti sociali. Per raggiungere questo obiettivo e garantire l'inclusione sociale e l'uguaglianza, i giovani, le donne, i popoli indigeni e le comunità locali devono svolgere un ruolo chiave nei processi decisionali.
9) Lo spreco di cibo è una sfida globale e richiede azioni urgenti e collettive. Rinnovato dai ministri dell’agricoltura l’impegno a dimezzare lo spreco alimentare globale pro capite al livello della vendita al dettaglio e a ridurre le perdite alimentari lungo le catene di produzione e fornitura, comprese le perdite post-raccolta, entro il 2030.
10) La pandemia di COVID-19 e altre malattie infettive emergenti e zoonosi, nonché la continua sfida della resistenza antimicrobica (AMR), ci ricordano gli stretti legami tra salute umana, animale, vegetale e ambientale. Viene incoraggiato il lavoro delle cosiddette “Tripartite Plus organizations” OIE (organizzazione mondiale della sanità animale), FAO (organizzazione dell’Onu per l’alimentazione), WHO (organizzazione mondiale della sanità) e UNEP (il programma dell’Onu per l’ambiente) per rafforzare l'attuazione dell'approccio “One Health” [modello sanitario che integra discipline diverse basandosi sul presupposto che salute umana, salute animale e salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente, ndr] nella lotta alla resistenza antimicrobica, alle malattie zoonotiche emergenti con potenziale pandemico e ad altre minacce alla sicurezza sanitaria globale. Allo stesso modo, viene rinnovato l’impegno per garantire la sicurezza del cibo in tutti i sistemi alimentari.
11) Promozione della ricerca e dell'innovazione per aumentare la resilienza e la sostenibilità dei sistemi agricoli e alimentari e per mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici e arrestare e invertire la perdita di biodiversità e migliorare la resistenza di piante e animali a malattie, parassiti e stress abiotici. Si evidenzia in particolare il ruolo vitale della caratterizzazione, della conservazione in situ ed ex situ e della valutazione delle risorse genetiche animali e vegetali per l'alimentazione e l'agricoltura e del loro scambio e disponibilità per l'allevamento, la diversificazione dell'agricoltura e la ricerca in conformità di approcci concordati a livello internazionale. La ricerca si rafforza attraverso principi condivisi di apertura, trasparenza, reciprocità ed eccellenza. I ministri lavoreranno per rafforzare la collaborazione nella ricerca e per migliorare l'interfaccia tra scienza e politica.
12) Saranno sostenuti lo sviluppo delle capacità, la formazione e servizi ai produttori locali per affrontare gli aspetti chiave della sostenibilità dei sistemi alimentari. Viene sottolineata l'importanza della trasformazione digitale in agricoltura, promuovendo l'innovazione e investimenti in ricerca e sviluppo (R&S) e trasferimento di conoscenze agli agricoltori. Le tecnologie innovative possono contribuire all’aumento della produttività in modo sostenibile e alla produzione di cibo sotto gli effetti dei cambiamenti climatici. Sarà rafforzata la cooperazione anche sfruttando le occasioni principali di quest'anno, fra cui la COP 26 [la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma dal 31 ottobre al 12 novembre a Glasgow, ndr].
13) Saranno promosse pratiche e tecnologie agricole che siano sia produttive che sostenibili, basate su evidenze scientifiche e dati, legate al contesto e alle circostanze locali, che conservino le risorse naturali, la salute del suolo e l'acqua, consentano una gestione sostenibile della terra, arrestino e invertano la perdita di biodiversità e contribuiscano alla mitigazione e all'adattamento ai cambiamenti climatici.
14) Il cambiamento climatico, gli eventi meteorologici estremi, i parassiti e le malattie di animali e piante e shock come la pandemia del COVID-19, minacciano i sistemi alimentari in tutto il mondo e possono causare carenze alimentari ed esacerbare la volatilità dei prezzi, e richiedono risposte coordinate ed efficaci. Saranno evitate misure restrittive ingiustificate che potrebbero portare a un'estrema volatilità dei prezzi alimentari nei mercati internazionali e minacciare la sicurezza alimentare e la nutrizione.
15) Il commercio agroalimentare internazionale è fondamentale per la sicurezza alimentare e la nutrizione globali. Rimarcata l'importanza di un sistema commerciale multilaterale aperto, trasparente, prevedibile e non discriminatorio coerente con le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), per migliorare la prevedibilità del mercato, aumentare la fiducia delle imprese e consentire il flusso del commercio agroalimentare in modo da contribuire alla sicurezza alimentare e alla nutrizione. Accolti con favore gli sforzi costruttivi dei membri del WTO in occasione della dodicesima conferenza ministeriale del WTO (MC12).
16) Vengono apprezzati gli importanti contributi dell'iniziativa dell’Agriculture Market Information System (AMIS) e del Group on Earth Observations Global Agricultural Monitoring (GEOGLAM) per portare trasparenza nel mercato alimentare e supportare risposte politiche coordinate per la sicurezza alimentare e la nutrizione, in particolare durante la pandemia di COVID-19. Allo scopo di garantire la continuazione del lavoro di AMIS nel ridurre le incertezze del mercato alimentare globale, si prende l’impegno a fornire dati tempestivi e risorse volontarie per sostenere tale iniziativa. Riconosciuti i contributi della Platform for Agricultural Risk Management (PARM) per migliorare la resilienza del settore agricolo attraverso una migliore gestione dei rischi e i risultati della Tropical Agriculture Platform (TAP) e dell'Iniziativa per il Grano. 
17) I ministri accolgono con favore gli esiti del 10^ G20 degli Scienziati Agricoli (MACS) sul ruolo della scienza, della tecnologia e dell'innovazione nei sistemi alimentari sostenibili e resilienti per migliorare la sicurezza alimentare e la sicurezza alimentare. E incoraggiano la cooperazione nella ricerca per migliorare l'uso e l'applicazione della tracciabilità digitale lungo la catena alimentare e per rafforzare la comprensione e la conoscenza scientifica dell'editing del genoma in agricoltura, dei suoi potenziali benefici e rischi, del suo potenziale utilizzo per lo sviluppo sostenibile e per informare i processi decisionali e i sistemi normativi. Auspicano inoltre maggiore attenzione e più investimenti in ricerca e sviluppo in agricoltura e nell'innovazione per l'azione sul clima. 
18) Riguardo all'Open Forum sull'agricoltura sostenibile tenutosi sotto la Presidenza italiana del G20, viene considerato un passo avanti nella promozione di una più ampia adozione di pratiche agricole comprovate per la gestione sostenibile delle risorse naturali nelle aree rurali.
19) Nonostante gli sforzi globali, la fame è in aumento e i molteplici impatti della pandemia di COVID-19 stanno aumentando l'insicurezza alimentare e la malnutrizione. L’intenzione dei ministri è rafforzare la cooperazione tra i membri del G20 e i paesi in via di sviluppo nel settore dell’agroalimentare per condividere le conoscenze e aiutare a sviluppare capacità di produzione interna più adatte alle esigenze locali. In questo contesto, viene accolta la Dichiarazione di Matera del G20 sulla sicurezza alimentare e la nutrizione e viene riconosciuta l'opportunità di lavorare insieme, su base volontaria, tra l'altro attraverso la Food Coalition (un'alleanza globale guidata dalla FAO), per avviare un'azione coordinata in risposta a COVID-19 e tramite i progetti Peer to Peer del G20, un meccanismo di collaborazione volontaria tra i ministeri dell'agricoltura e altre parti interessate, per condividere conoscenze e migliori pratiche per sistemi agricoli sostenibili. 
20) Si guarda con aspettative positive al Summit sui Sistemi Alimentari delle Nazioni Unite del settembre 2021. Ora più che mai c’è bisogno di un'azione decisa, inclusiva, sostenuta e coordinata per garantire che i sistemi alimentari riescano ad affrontare le sfide comuni. Il lavoro dei ministri dell’agricoltura converge e si rafforza reciprocamente con gli sforzi del Summit per promuovere azioni coraggiose nei sistemi agroalimentari per garantire progressi misurabili verso l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. 
21) Ringraziata la presidenza italiana per l’ottimo lavoro svolto alla guida del G20 di Firenze, si ricorda che il prossimo appuntamento è il G20 del 2022 sotto la presidenza indonesiana.
 
La carta in versione integrale in inglese si trova qua nel sito web del Ministero delle politiche agricole.


L.S.

L’annuncio dell’assessore all’agroalimentare della Regione Toscana Saccardi il 17 settembre al convegno “La salvaguardia delle foreste di fronte ai cambiamenti climatici” organizzato da ConfagricolturaToscana. Il presidente regionale di Confagri aveva chiesto sostegno per un finanziamento adeguato nel Pnrr per sostenere le attività boschive: «elemento fondamentale per trovare l'equilibrio tra le emissioni di gas serra e il fabbisogno di ossigeno».

Più manutenzione e valorizzazione del patrimonio forestale, con in particolare più prevenzione del rischio idrogeologico e del rischio incendi. Nel 2021-22 la Regione Toscana aggiungerà per le foreste 25 milioni di euro ai 134 milioni già stanziati per il periodo 2014-2020.
E’ quanto annunciato dalla vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi il 17 settembre durante il convegno su “La salvaguardia delle foreste di fronte ai cambiamenti climatici” organizzato da Confagricoltura Toscana nello Spazio istituzionale associativo G20 Agrinsieme in piazza della Repubblica a Firenze nell'ambito del G20 dell’agricoltura. Convegno nel corso del quale il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri ha chiesto, per risolvere il problema dell’abbandono boschivo, più risorse per le attività agricole e quelle di valorizzazione del territorio: «chiediamo che la Regione faccia pressione affinché sia riconosciuto nel Pnrr un finanziamento adeguato per sostenere le attività boschive che sono elemento fondamentale per trovare l'equilibrio tra le emissioni di gas serra e il fabbisogno di ossigeno - ha detto il presidente Neri -. I temi della sostenibilità ambientale e della sicurezza sono sempre più cruciali, pertanto, a nostro avviso, serve un intervento nazionale oltre che regionale per raggiungere gli obiettivi di messa in sicurezza».
Lo stato attuale delle foreste, non solo in Toscana, subisce il progressivo abbandono soprattutto nelle aree rurali e montane innescando problematiche gravi in termini di rischio idrogeologico e per gli incendi boschivi. «E’ indispensabile dunque intervenire per mitigare il quadro complessivo dei rischi anche con azioni in cui l’ente pubblico si vada a sostituire al proprietario, spesso difficilmente individuabile – ha affermato la vice presidente regionale Saccardi – Abbiamo pertanto stabilito di incrementare la dotazione finanziaria. E’ stata una decisione frutto anche del metodo concertativo che abbiamo adottato nei rapporti fra istituzioni e associazioni di rappresentanza delle imprese per capire i veri problemi e rispondere con politiche attive di sviluppo». 
A novembre sarà dunque pubblicato il nuovo bando della sottomisura 8.3 ovvero quella dedicata alla prevenzione dei rischi idrogeologico e di incendio boschivo e avrà una dotazione di 11,5 milioni di euro.
A marzo del 2022 sarà aperto il bando della sottomisura 8.6 che riguarda l’acquisto di attrezzature in campo forestale e avrà una dotazione di 5 milioni di euro. Nel frattempo è stato approvato lo scorrimento delle graduatorie  per circa 8,2 milioni di euro anche per  sottomisure 8.3 cioè la prevenzione rischio idrogeologico e la 8.5 cioè la valorizzazione del bosco con sentieri, rifugi, attività di ricavo non legnoso.
«La Toscana – ha proseguito Saccardi - , tra le regioni più boscate d'Italia con i suoi 110 mila ettari di foreste che valgono un quinto del demanio nazionale, ha dei doveri di fronte a questo immenso patrimonio: da un lato mettere in atto azioni di conservazione, di ripristino e di gestione sostenibile delle foreste, a beneficio dell’ambiente e dell’economia. Secondo il World Economic Forum, la buona gestione delle foreste infatti potrebbe generare 190 miliardi di euro in opportunità commerciali e 16 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo entro il 2030. Dall’altro lato dobbiamo garantire la formazione e la specializzazione degli operatori perché effettuino le operazioni in maniera corretta, ma soprattutto in sicurezza.  E’ quindi una priorità tutelare i proprietari e le imprese del settore che con tanta fatica e sacrificio lavorano tutti i giorni a sviluppare questa millenaria attività forestale che ha generato e prodotto l’attuale bellezza delle nostre foreste e del nostro splendido paesaggio, valore aggiunto dell’ambiente toscano».

Redazione

Confagricoltura Zelari Giansanti Magazzini

Tra i problemi messi in luce il 15 settembre all’incontro degli agricoltori e vivaisti pistoiesi di Confagricoltura con il presidente nazionale Giansanti, limiti normativi che penalizzano il ricorso alle «attività connesse» in montagna alle aziende strutturate e poi tante istanze dei vivaisti su infrastrutture idriche, manodopera qualificata, no ad applicazione brusca della direttiva sulle pratiche sleali fra florovivaisti, revisione del ddl Liuni. Presente anche il direttore del Mefit, che ha chiesto servizi per i floricoltori del mercato dei fiori di Pescia. Per Giansanti la risposta ad alcune richieste si trova nei fondi del Pnrr, mentre sui tempi di pagamento auspica una deroga all’applicazione della direttiva sulle pratiche sleali nei rapporti fra agricoltori o almeno fra florovivaisti e sul testo di Liuni ha chiesto di evidenziare meglio la centralità dell’imprenditore agricolo rispetto alle figure degli altri segmenti della filiera del verde.


«Io credo che la provincia di Pistoia sia uno di quegli straordinari interpreti del “saper fare” tutto italiano. Una provincia che si sta caratterizzando per le sue importantissime produzioni vivaistiche e che fanno sì che l’Italia sia leader in queste produzioni e soprattutto che sia leader a livello mondiale. Bisogna partire da qua perché l’Italia negli anni a venire conoscerà, secondo i grandi progetti di strategia e visione del Green Deal, degli obiettivi importanti in cui l’agricoltura pistoiese sarà straordinaria interprete. Se pensiamo al recupero delle aree verdi e forestali chi meglio della provincia di Pistoia e delle sue aziende vivaistiche è in grado di dare un contributo?». 
Con questa dichiarazione a margine della conferenza stampa di ieri, subito dopo l’incontro a porte chiuse con i soci pistoiesi, il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha sintetizzato il ruolo che l’agricoltura pistoiese, a cominciare dal vivaismo, può giocare nei prossimi anni con riferimento al peso sempre crescente che avranno i temi dell’ecosostenibilità e dei «servizi ecosistemici», fra cui in primis l’abbattimento di CO2, nella politica agricola comune europea e nelle risorse messe a disposizione nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Un incontro aperto dal presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari, che ha sottolineato la necessità di valorizzare la specificità del distretto vivaistico leader europeo nella produzione di piante da esterno, ma senza dimenticare l’importanza di altri comparti come ad esempio il vivaismo olivicolo e la floricoltura della Valdinievole. A cui sono seguiti gli interventi del presidente della sezione provinciale “Agricoltura tradizionale” Roberto Orlandini e il presidente della federazione di prodotto “Florovivaismo” di Confagricoltura a livello provinciale e regionale Luca Magazzini.  
Fra i punti critici messi in risalto da Roberto Orlandini, alcune difficoltà dell’agricoltura nella Montagna Pistoiese con riferimento alla multifunzionalità o alle «attività connesse» e a certe norme regionali che sfavoriscono le aziende più strutturate, quasi incoraggiando a restare piccoli. Ad esempio, ha detto Orlandini, una legge regionale che impedisce agli agriturismi di avere più di 10 piazzole ad azienda al di là dei livelli di fatturato ed estensione aziendali. C’è bisogno, ha ribadito Orlandini, di «più apertura alle attività connesse e di valorizzare meglio i servizi ecosistemici, fra cui anche la salvaguardia idrogeologica».
Riguardo al vivaismo, la componente più consistente della base associativa di Confagricoltura Pistoia, le esigenze illustrate da Luca Magazzini al presidente Giansanti sono state numerose e ben argomentate, tutte tese a mettere i vivaisti nelle condizioni di rispondere all’improvviso aumento della domanda di piante innescato dall’imporsi del tema cambiamento climatico e dai lockdown per la pandemia. Un incremento che richiederà significativi investimenti produttivi per mantenere gli elevati standard qualitativi e adeguarsi al contempo ai più stringenti requisiti di una produzione eco-compatibile. Fra i problemi esposti dai vivaisti, la necessità di investimenti nelle infrastrutture per la gestione dell’acqua, perché, ha detto Magazzini, da un lato «nonostante che alcune aziende abbiano già molto investito in questo ambito, non tutte l’hanno fatto e comunque la frequenza delle siccità sta aumentando e quella di quest’anno è stata l’estate più siccitosa dal 2003»; dall’altro lato, ci sono i problemi del rischio idraulico in una piana facilmente soggetta ad allagamenti. Secondo, vista la difficoltà a reperire manodopera ben formata secondo i tradizionali canali aziendali, l’esigenza di creare percorsi formativi ad hoc nel sistema dell’istruzione pubblica. Inoltre una deroga dall’applicazione immediata dell’accorciamento drastico dei tempi di pagamento previsto dalla direttiva europea sulle pratiche sleali, almeno fra gli imprenditori agricoli del florovivaismo, che è incardinato su cicli produttivi molto lunghi, come minimo di tre anni. Il non farlo potrebbe mettere in crisi l’equilibrio della filiera, con fallimenti a cascata. Infine  una revisione del disegno di legge Liuni di riforma del settore florovivaistico che lasci al centro l’agricoltore come definito dall’articolo 2135 del Codice Civile, cioè la produzione di piante, rispetto ai successivi segmenti della filiera.
All’incontro è intervenuto anche Gianluca Incerpi, direttore del Mefit, l’azienda del Comune di Pescia che gestisce il mercato dei fiori pesciatino, il più importante mercato all’ingrosso di piante e fiori del Centro Italia. Incerpi ha chiesto a Confagricoltura un sostegno per aumentare i servizi offerti ai piccoli produttori di fiori e piante che usano il mercato per la loro attività. 
Nella sua risposta ai vivaisti, poi illustrata nella successiva conferenza stampa, Massimiliano Giansanti ha preso atto delle esigenze e richieste degli agricoltori pistoiesi rispondendo subito ad alcune di esse. Giansanti, dopo aver ribadito la forza delle aziende leader del Distretto vivaistico pistoiese, capaci di stare sul mercato con livelli di export inimmaginabili per tante aziende di tutti i settori, ha riconosciuto che il distretto ha attraversato un periodo difficile nel recente passato e che c’è stata una «selezione più o meno naturale» di aziende che non ce l’hanno fatta, per cui è importante «contrastare le difficoltà per mettere le aziende nella condizione di essere sempre più competitive e produttive». 
Per alcune delle istanze evidenziate dai vivaisti, ha ricordato Giansanti, la risposta è nelle «disponibilità stanziate all’interno del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) del Paese perché molti degli ambiti di programmazione del Pnrr vedranno le imprese del pistoiese protagoniste». «Se pensiamo ai grandi temi della forestazione, ai grandi temi legati alla ricostruzione dei parchi urbani, se pensiamo ai modelli di sviluppo e a tutti i bonus per la riqualificazione – ha aggiunto - In tutto questo è evidente che chi oggi produce piante ha un vantaggio enorme. Senza considerare che in questi giorni si è toccato il valore massimo sui mercati per quello che riguarda l’abbattimento della CO2 e chi meglio di Pistoia è in grado oggi di dare un contributo grazie alle sue aree forestali, perché la montagna e la collina di Pistoia sono aree forestali importanti, e soprattutto per quella attività più propriamente della pianura il vivaismo che le consente di avere una presenza arborea rilevante. E’ un percorso su cui c’è da fare e su cui gli imprenditori pistoiesi, che invito ad essere molto visionari e di prospettiva, possono costruire un futuro molto molto luminoso».
«Sul tema delle pratiche sleali – ha detto Giansanti – so bene che stiamo parlando di un settore che ha dei tempi di maturazione per andare sul mercato molto lunghi. Il florovivaismo ha saputo costruire in questi anni un sistema di regole proprie che hanno garantito e che garantiscono oggi un giusto reddito a tutti gli attori della filiera. La norma contro le pratiche sleali è sacrosanta, perché è evidente che l’agricoltura sconti una grande difficoltà a traferire gli interessi degli imprenditori agricoli nei rapporti commerciali all’interno delle varie filiere. E in qualsiasi tipo di studio che oggi va a vedere come si distribuisce l’utile all’interno di una filiera, l’agricoltore storicamente è l’anello debole. Ma l’attività florovivaistica è uno di quei settori che nell’applicazione della nuova direttiva sulle pratiche sleali rischia di andare a definire dei sistemi di norme che possono irrigidire una filiera che ha ben performato fino ad oggi. Per questo mi auguro che in sede di discussione parlamentare rispetto all’attuazione della legge sulle pratiche sleali possa essere escluso tutto il comparto degli scambi tra agricoltori o almeno fra agricoltori del settore florovivaistico».
Riguardo infine alla revisione della legge Liuni, Giansanti ha detto che «è una legge che certamente genera delle prospettive e aspettative nel settore, ma è altrettanto vero che come Confagricoltura ribadiamo la centralità dell’impresa agricola. La legge che definisce e regola l’attività di agricoltore, l’articolo del codice civile 2135, è un caposaldo che non può essere toccato: quelli devono essere i requisiti che caratterizzano l’imprenditore agricolo. Chi non rientra in quelle caratteristiche è un operatore commerciale che bene fa a vendere i prodotti dell’agricoltura, ma rientra in un ambito commerciale diverso rispetto all’attività agricola».


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