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Stelle di Natale made in Tuscany Cia Toscana Centro

Per Cia Toscana Centro le vendite di Poinsettie prodotte nella nostra Regione sono cresciute nel 2021 del 5% mentre i prezzi dell’8%. Il presidente Sandro Orlandini: «bilancio positivo, la qualità delle nostre produzioni è riconosciuta e molto richiesta dal mercato interno. Destano però preoccupazione gli aumenti vertiginosi dei costi di produzione» (oltre il +30%, secondo le stime di Cia).


Florovivaismo toscano in salute a fine 2021. A trainare lo sprint di fine anno del settore è il mercato delle Stelle di Natale: bene il made in Tuscany, con un aumento dei prezzi (+8%) per i produttori e un incremento del 5% delle vendite. A sottolinearlo è Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro. 
Grande richiesta per la Stella di Natale rosa, una novità ma già la più richiesta dal mercato. Bene le piante in vaso e ad alberello. Offerta inferiore alla domanda (-15%) e prodotto toscano completamente esaurito da settimane, con il Nord Italia (Lombardia e Veneto) i mercati più importanti. A preoccupare però sono i costi di produzione alle stelle – gasolio, energia elettrica e materiali di lavoro – che sono cresciuti di oltre il 30% e che andranno ad incidere soprattutto sulle produzioni della prossima primavera. 
La Cia Toscana Centro fa inoltre sapere che nella zona di Pescia conta circa 130 aziende agricole impegnate nella produzione dei fiori (che conferiscono al Mercato dei fiori della Toscana di Pescia), mentre sono 20 quelle che producono Stelle di Natale e piante in vaso fiorite.
«Possiamo fare un bilancio positivo – sottolinea Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro –; la qualità delle nostre produzioni è riconosciuta e molto richiesta dal mercato interno. Una boccata d’ossigeno importante per il florovivaismo di questo territorio, grazie anche alle già buone performance del mese di novembre, e dopo quasi due anni molto complicati condizionati dagli effetti della pandemia sui mercati e le chiusure del 2020. Destano però preoccupazione gli aumenti vertiginosi dei costi di produzione: in particolare l’aumento del gasolio e dell’energia elettrica fondamentali per la produzione in serra, ma anche il costo dei vasi in plastica e altri materiali per la produzione. Un 2021 che ha visto la ripartenza delle cerimonie (matrimoni o battesimi), l’augurio è che il trend positivo possa proseguire anche nei prossimi mesi». 
Bene in questo fine anno anche il mercato dei ciclamini, in questo caso si confermano richieste le varietà e i colori tradizionali (rosso, bianco, viola), i prezzi in questo caso sono in linea con il 2020. 
In Toscana si coltivano fiori e piante in 6.500 ettari di superficie (lo 0,90% della Sau regionale), ma il settore vale un terzo del fatturato (900 milioni di euro) dell’agricoltura toscana. Con oltre 3.300 imprese florovivaistiche (di cui 2.060 vivaistiche e 1.900 floricole, molte lo sono entrambi), con una grande incidenza su occupazione ed economia indotta, oltre ad una forte vocazione, in tempi normali, all’export.


Redazione

Cia Toscana organizza il 21 dicembre a Firenze un incontro sull’emergenza risorsa idrica nel sistema agricolo toscano, dove «solo il 9% dei campi sono irrigati». Il presidente di Cia regionale Brunelli: «puntare a una capacità irrigua totale». Interviene l’assessora regionale all’agricoltura Saccardi. Tra i relatori i presidenti del Distretto rurale vivaistico di Pistoia Ferrini e del Distretto rurale del Chianti Cappellini, oltre al direttore del Consorzio Vino Chianti Bani.

Nella nostra regione soltanto il 9% delle superfici agricole sono irrigate. Questione da non sottovalutare in epoca di cambiamenti climatici.
A questa problematica e al ruolo della risorsa idrica nel sistema agricolo toscano è dedicato il seminario in programma martedì 21 dicembre 2021 alle ore 9 a Firenze a Palazzo Incontri (Sala Verde) in via dei Pucci n. 1.  L’appuntamento è organizzato da Cia Agricoltori Italiani della Toscana e sarà moderato da Sandro Orlandini, presidente di Cia Toscana Centro.
«Per continuare a produrre qualità – dichiara Luca Brunelli, presidente di Cia Toscana – è necessario puntare ad una capacità irrigua totale, mentre va ricordato che a livello regionale abbiamo solo una minima parte di superficie irrigua. Questo non è assolutamente sufficiente. Non possiamo pensare di avere agricoltura fra venti anni senza una progettualità che metta l’irrigazione in primo piano: se non riusciamo a irrigare i nostri vigneti, oliveti e le nostre colline non avremo più produzioni».
«E’ uno sforzo importante – aggiunge Brunelli - oggi dobbiamo approfittare del Pnrr laddove è possibile, ma dobbiamo guardare oltre agli schemi attuali. Progettare una realtà irrigua in Toscana non è più rimandabile: la Regione si deve prendere la responsabilità di animare il tavolo sul tema acqua e di essere protagonista di indirizzo e di sviluppare questo progetto. Senza acqua non avremo più un’agricoltura di qualità e competitiva nella nostra regione».

Programma
Saluti di Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’agricoltura; di Federico Gianassi, assessore alle attività produttive del Comune di Firenze; Gerri Martinuzzi, dirigente area servizi promozione della Camera di Commercio di Firenze.
Seguiranno gli interventi di Marco Bottino, presidente Anbi Toscana; Francesco Ferrini, presidente del Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia; Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti; Luigi Cappellini, presidente del Distretto Rurale del Chianti; Giacomo Cucini, Unione dei Comuni del Circondario dell’Empolese Val d’Elsa; Stefano Passiatore, presidente Unione Montana dei Comuni del Mugello.
Conclude i lavori Luca Brunelli, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana.
Per partecipare all’iniziativa è necessario iscriversi qui.
Il seminario fa parte dell’intervento realizzato con il cofinanziamento FEASR del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana Sottomisura 1.2.

Redazione

Confagricoltura sfida digitale con HubFarm

Fra ieri e oggi all’assemblea nazionale di Confagricoltura il presidente Giansanti ha tracciato le linee d’azione della confederazione fra controllo dell’«esplosione dei costi» e accompagnamento delle imprese agricole «nella transizione tecnologica, digitale ed ecologica». Il progetto “HubFarm” fa leva su una piattaforma cloud di Microsoft e sulla collaborazione con Reale Mutua.


«Abbiamo bisogno di un’agricoltura sempre più proiettata sul mercato per rispondere alle richieste dei consumatori: miglior cibo a prezzi accessibili, senza dimenticare la sostenibilità ambientale, attraverso l'agricoltura circolare di cui ci occupiamo da sempre. Ma intanto dobbiamo cercare di contenere la spinta inflazionistica. Dobbiamo intervenire sul cuneo fiscale per le imprese e a vantaggio dei lavoratori. La ripresa dei costi e dell’inflazione sarà transitoria, come ha riconosciuto ieri la Federal Reserve: in quest’ottica dobbiamo cominciare a riflettere sulla possibilità di un nuovo scostamento di bilancio pubblico, perché è essenziale non rallentare i processi di ripresa post pandemica e non dare il via a una pericolosissima spirale di prezzi e salari».
E’ quanto dichiarato oggi dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti all’assemblea pubblica con i ministri delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e della Transizione ecologica Roberto Cingolani, a cui è stato presentato il progetto di innovazione digitale HubFarm, insieme all’amministratore delegato di Microsoft Italia, Silvia Candiani, e al direttore generale di Reale Mutua, Luca Filippone.
Sulle pressioni inflazionistiche Giansanti era già intervenuto ieri durante gli incontri per gli adempimenti statutari dell’assemblea affermando che «le imprese agricole sono alle prese con un’esplosione dei costi di produzione che, in assenza di interventi, rischia di avere un forte impatto sulle prospettive dei raccolti», dal momento che «molti agricoltori stanno valutando di rinviare le semine o di modificare i normali assetti produttivi, proprio per le difficoltà che stanno vivendo». Al punto che il presidente di Confagricoltura ha reiterato la richiesta di un intervento del Governo nell’ambito delle discussioni della manovra di bilancio. Nell’occasione aveva sottolineato anche che «il problema di liquidità delle imprese è grave e rischia, come evidenziato al Governo, di generare una nuova situazione di incertezza in una fase cruciale per la ripresa post pandemica». Per cui «la semplice proroga delle scadenze non è sufficiente». Mentre agli associati aveva illustrato le linee del Piano stategico nazionale annunciato ieri l’altro dal ministro Patuanelli alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, evidenziando che si tratta di una sintesi equilibrata tra le diverse esigenze di cui tener conto, «ferme restando le nostre riserve sugli obiettivi di fondo e sugli strumenti della nuova politica agricola comune». In Europa, aveva aggiunto, sarà necessaria una difesa sempre più forte dagli attacchi alla dieta mediterranea, rappresentati non solo dal Nutriscore, ma anche dalle discussioni in corso, in seno al Parlamento europeo, sulle iniziative sulla lotta contro il cancro, che hanno messo ingiustamente sotto accusa anche il consumo moderato di vini e di carni rosse
La digitalizzazione, le energie rinnovabili e l’agricoltura 4.0, o meglio addirittura 5.0, con la presentazione della piattaforma tecnologica "HubFarm", sono stati i temi affrontati oggi al cospetto dei ministri dell’agricoltura e della transizione ecologica. «Intanto utilizziamo le risorse che il Governo mette a disposizione sulla meccanizzazione, che rispondono alle richieste di Confagricoltura su Agricoltura 4.0 e che si inseriscono perfettamente nel progetto che presentiamo oggi – ha detto Giansanti -. Ma occorre di più: serve una logistica efficiente, che sappia fare sistema. Chiediamo alle istituzioni uno sforzo verso una visione di mercato, di impresa, che punti sulla qualità». «Abbiamo proposto l’istituzione di un fondo pubblico per gli investimenti delle imprese agricole nelle rinnovabili - ha aggiunto Giansanti - per agevolare la diffusione delle energie green, che hanno un ruolo di primo piano nel processo di decarbonizzazione». E «anche la qualità della spesa pubblica sarà fondamentale. Oggi noi stiamo mettendo in discussione i nostri modelli per migliorare. Se l’impresa cambia, dobbiamo saper dare una risposta, e dobbiamo farlo insieme. Il progetto HubFarm non genera valore all’Organizzazione in sé, ma alle imprese, ai lavoratori, e risponderà alle richieste dei consumatori che vogliono informazioni corrette».
Su HubFarm, l’ambizioso progetto che dovrà «accompagnare le imprese agricole nella transizione tecnologica, digitale ed ecologica», Giansanti ha detto che, poiché l’agricoltura deve assolutamente colmare alcuni gap che ne frenano la crescita e la competitività, «il nostro obiettivo è riposizionare le imprese agricole al centro del contesto economico nazionale, aggregandole in un’unica piattaforma con gli sviluppatori e con gli incubatori tecnologici, oltre che con il mondo della ricerca, con l’agroindustria più avanzata, con partner tecnologici, con player di altissimo livello». Si parla di «Internet of Things (IoT), big data, innovazioni con una serie di elaborazioni e con servizi digitali ad alto valore aggiunto per le imprese agricole che ne usufruiranno ma, allo stesso tempo, che l’alimenteranno con i propri dati aziendali e territoriali. Ruolo fondamentale svolgeranno le strutture territoriali di Confagricoltura, garantendo il contatto diretto con le imprese agricole e fornendo il supporto necessario per l’accompagnamento e il trasferimento tecnologico e digitale. Il progetto sarà utile per semplificare i processi amministrativi, burocratici e di certificazione».
Confagricoltura si sta preparando anche ad assistere le aziende che saranno alle prese con la transizione ecologica prevista dalla nuova Pac e dal New Green Deal. Le innovazioni ed i dati informativi non saranno legati solamente alla produzione di beni alimentari, ma concorreranno ad innalzare il valore aggiunto, ad incentivare le filiere no-food ed in particolar modo quelle energetiche. Ciò permetterà, insieme alla transizione tecnologica e digitale, di avere anche una transizione ecologica reale. L’agricoltura dovrà fornire un supporto concreto nella produzione di energie sostenibili. «Finora abbiamo parlato di ‘agricoltura 4.0’ – ha sottolineato Giansanti -. Con orgoglio posso dire che stiamo lavorando per l’agricoltura 5.0, che supera i gap, che si proietta con determinazione nel futuro che va delineando la Commissione europea di una sostenibilità economica che dovrà coniugarsi a quella ambientale, per vincere la sfida di produrre di più a minor impatto ambientale». «Il progetto – ha concluso il presidente di Confagricoltura - permetterà all’agricoltura italiana di collocarsi su livelli produttivi e tecnologici, ma anche ecologici, concorrenziali rispetto agli altri Paesi europei e non».
«Il digitale consente, partendo dai dati, di aiutare ogni organizzazione, anche quelle del settore agricolo, a definire le aree di efficientamento e quelle di innovazione: dal precision farming fino al tracciamento della filiera agro alimentare - ha dichiarato Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia -. Siamo orgogliosi di aver messo a disposizione del progetto HubFarm la nostra piattaforma cloud e le nostre competenze, facendo ecosistema con Confagricoltura e Reale Mutua, con l’obiettivo di innovare il settore agricolo italiano, renderlo competitivo sugli scenari globali e continuare sulla strada dell’eccellenza del nostro Made in Italy, in vista dei progetti di ammodernamento del settore previsti dal PNRR».
«L’innovazione e la digitalizzazione - ha affermato Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua - sono elementi fondamentali per Reale Mutua, che da 194 anni affonda profondamente le sue radici nel mondo agricolo. Abbiamo recentemente scelto di essere una società benefit con un forte modello di sostenibilità che ci guida, e per questo motivo, insieme a Confagricoltura e Microsoft, vogliamo comprendere ancora meglio l’ambito dei bisogni delle imprese agricole, motore dello sviluppo del nostro Paese, per accompagnarle nella transizione digitale e sostenibile, attraverso una piattaforma innovativa in grado di contribuire a migliorare la loro efficienza e garantire il rispetto per l’ambiente che coltiviamo».
 

Redazione

L’Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani e la Coldiretti Toscana credono nelle stelle di Natale, di cui rivendicano il primato produttivo in Italia della nostra regione con 5 milioni di esemplari all’anno, e nei ciclamini quali mezzi per ridurre l’inquinamento dentro le case.

Regalare le stelle di Natale e i ciclamini, due delle piante fiorite legate alla tradizione delle feste natalizie, in chiave anti-inquinamento domestico, per “depurare” l’aria di casa e contribuire così al benessere piscofisico, e non solo per portare colore, allegria e bellezza.
E’ la proposta avanzata ieri l’altro dall’Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani (AFFI) e dalla Coldiretti Toscana per queste festività, che tiene conto dei risultati di uno studio dell’Istituto per la BioEconomia del CNR (IBE_CNR) presentato nelle settimane scorse a un convegno a Lucca.
«Stelle di Natale e ciclamini sono alleati formidabili contro l’inquinamento indoor causato da una moltitudine di fattori come riscaldamenti, caminetti, apparecchiature elettroniche, colle presenti in pavimenti, arredi e detersivi – afferma il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi -. IBE-CNR ha evidenziato come alcune varietà di piante in vaso, verdi e fiorite, possono assorbire gli agenti inquinanti come la formaldeide, il benzene e l’acido cloridrico presenti nelle nostre case. Tra le piante fiorite spiccano proprio la poinsettia ed il ciclamino che sono due varietà tra le più importanti per il settore florovivaistico in Versilia con milioni di fiori coltivati. Regalare una stella di Natale significa regalare un piccolo polmone naturale che contribuisce a ridurre l’inquinamento domestico».
Come spiegato dal CNR, a causare l’inquinamento indoor è principalmente la formaldeide, che è presente in colle per pavimenti e moquette, pannelli di legno truciolare, arredi e rivestimenti plastici, oltre ad essere liberata da fornelli a gas e dal fumo di tabacco. La presenza polveri sottili è dovuta al riscaldamento, caminetti, tappeti, animali, apparecchiature elettroniche. Mentre ammoniaca, trielina e acido cloridrico sono presenti nei detergenti della casa. Benzene e stirene si trovano invece nelle colle per pavimenti. Tutti fattori che contribuiscono alla cosiddetta “sindrome dell’edificio malato”, «colpevole di provocare – per usare le parole di AFFI e Coldiretti - allergie ed asma, irritazioni oculare e delle mucose nasali e faringee, affaticamento, mal di testa, disturbi del sistema nervoso, raffreddore e sinusite».
La stella di Natale, prodotta in 5 milioni di esemplari in Toscana, principale polo produttivo italiano, ha capacità di assorbire il formaldeide presente in colle, solventi, pavimenti, rivestimenti oltre che nelle sigarette, il benzene presente nelle vernici, il fumo di sigaretta ecc. Anche il ciclamino, prodotto in 4 milioni di esemplari nelle diverse dimensioni, assorbe gli stessi inquinanti. «Sono filtri biologici che, se usati in abitazioni, uffici e scuole – osserva Cristiano Genovali, presidente di AFFI – migliorano la qualità dell’aria ed il nostro benessere psicofisico, contribuiscono al nostro buonumore e danno un tocco green al quotidiano».
Per chi preferisce le piante in vaso verdi in casa c’è l’imbarazzo della scelta. Le più efficaci sono la dracena, conosciuta anche con il nome di "albero del drago”, il filodendro, il falangio, lo spatifillo, capace di rimuovere anche acetone, metanolo, benzene e ammoniaca, e la gerbera. L’edera vicino al computer, appesa o in una ciotola, è la pianta perfetta contro la formaldeide, così come accanto ad una stampante ci sta benissimo la violetta africana (genere Saintpaulia).  

Redazione

La 39^ edizione di Macfrut in programma al Rimini Expo Center dal 4 al 6 maggio 2022. Le novità presentate a Dubai comprendono: l’International Cherry Symposium (simposio internazionale sulla ciliegia), gli Africa Days, il Salone Spice & Herbes, l’area Smart Agriculture e il Tropical Fruit Congress. Fari sull’agricoltura “smart”, sul risparmio idrico con l’Acquacampus di Cer e Anbi e sui biostimolanti con il Biosolutions International Event e il relativo premio.

Le diverse novità della prossima edizione di Macfrut sono state illustrate alla stampa venerdì 10 dicembre all’Expo di Dubai. La 39esima edizione della manifestazione fieristica, l’«unica fiera di filiera per i professionisti dell’ortofrutta in rappresentanza di tutti gli anelli del settore dalla produzione al consumo», si svolgerà dal 4 al 6 maggio 2022 al Rimini Expo Center. 
Come spiegato ai giornalisti presenti a Dubai, simbolo dell’edizione 2022 sarà la ciliegia e Macfrut ospiterà l’International Cherry Symposium. Evento che si compone di tanti appuntamenti: una due giorni di alta formazione nel Centro residenziale di Bertinoro (2 e 3 maggio); un Simposio mondiale sui temi chiave del ciliegio (mercato globale, sostenibilità, innovazione varietale, coperture) a Macfrut (4 maggio); un incontro con i top player del settore sui trend di mercato e visite guidate nelle principali aziende del settore presenti a Macfrut (5 maggio); un tour tra i principali produttori di ciliegio per toccare con mano le innovazioni di prodotto (6 maggio).
Il focus internazionale sarà dedicato al Continente africano con gli Africa Days. Tra gli eventi previsti, gli “Stati Generali dell’Ortofrutta”, che riuniscono nella prima giornata le voci di esperti, imprese e istituzioni su aspetti centrali per lo sviluppo del settore nei vari Stati africani. Il secondo giorno sarà dedicato alla cooperazione internazionale con la presentazione dei progetti di AICS (Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo) in Africa. Infine, focus su specifici Paesi per presentare imprese e opportunità sia a importatori internazionali sia a imprese europee esportatrici, che in Africa possono trovare un mercato ricettivo in grande sviluppo. Africa Days sarà realizzato in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Aics, Ice-Agenzia, Unido e in partnership con Confindustria Assafrica & Mediterraneo.
Un’altra grande novità è Spice & Herbs Global Expo, il salone dedicato al mondo delle spezie, erbe officinali ed aromatiche. Iniziativa unica nel panorama espositivo europeo, per un mercato che solo nel segmento delle spezie vale oltre 6 miliardi di dollari. Il salone focalizzerà l’attenzione su categorie di prodotti di estremo interesse per il mercato globale. Collaborano con il salone Cannamela per l’area delle spezie, Fippo (Federazione Italiana Produttori Piante Officinali) e Assoerbe per le erbe officinali, Unaproa (Unione Nazionale tra le Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli, Agrumari e di Frutta in Guscio) per le aromatiche.
Tornerà inoltre il Tropical Fruit Congress, giunto alla terza edizione. Coordinato da Ncx Drahorad, punterà i riflettori sull’avocado, frutto esotico per eccellenza che negli ultimi anni ha registrato numeri in costante crescita con un incremento mondiale previsto del +4,8% fino al 2025. Il congresso approfondirà tendenze di mercato, consumi, commercio, tecnologie e strategie di vendita attraverso il coinvolgimento di esperti, buyer e produttori internazionali. Ad arricchire il tutto anche un’area espositiva tematica, workshop e networking.
Le novità digitali in pieno campo sono le protagoniste dell’area dinamica, proposta che fa di Macfrut un unicum nel panorama fieristico. È la “Smart Agriculture” con la sua rivoluzione 4.0 ad essere al centro dell’edizione 2022, testimoniata dalla presenza delle aziende leader che presentano in diretta le ultime novità in tema di agricoltura di precisione: droni, sensori, intelligenza artificiale, robot e apparati tecnologici specifici per l’agricoltura. A coordinare l’area sarà Rinova in collaborazione con Luciano Trentini. Sempre nell’area dinamica, grande spazio sarà dedicato a un altro dei temi centrali sul futuro dell’agricoltura: il risparmio idrico. L’acqua da tutti è considerato un bene primario, come evidenzia Acquacampus, che presenterà le più moderne tecnologie applicate alle risorse idriche in serra e in pieno campo. A realizzarlo è il CER (Canale Emiliano Romagnolo) insieme all’ANBI (Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane).
Tra le conferme Biosolutions International Event, il salone internazionale dedicato ai biostimolanti. Per rispondere alle esigenze del consumatore, le produzioni ortofrutticole dovranno fare un uso crescente di prodotti per difesa, nutrizione e biostimolazione di origine naturale. Da qui la centralità delle biosoluzioni presenti in un’area dedicata alle imprese a cui si aggiungono tavoli tecnici di confronto per gli operatori. Le innovazioni più significative verranno premiate nel Biosolutions Innovation Award. A coordinare l’area è Agri2000.
Regione partner sarà l’Emilia-Romagna, territorio che rappresenta una delle aree produttive più importanti e dinamiche d’Italia, leader in Europa per le sue eccellenze con i suoi 44 prodotti certificati DOP e IGP. Le aziende emiliano romagnole e le loro produzioni saranno valorizzate all’interno della fiera con un’area espositiva, eventi e iniziative dedicate.
Confermata per il quarto anno la partnership tra Macfrut e il Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia business partner della manifestazione fieristica di riferimento della filiera dell’ortofrutta.
In contemporanea a Macfrut (4-6 maggio) ci sarà il Poultry Forum, evento internazionale dedicato al settore avicolo. L’appuntamento promosso da Fieravicola, in collaborazione con Assoavi e Unaitalia, ospita una giornata dedicata al prodotto finito (4 maggio); una giornata di respiro internazionale in collaborazione con l’Associazione Avicola Euroasiatica (5 maggio); una sessione dedicata agli aspetti scientifici e tecnici con esperti da tutto il mondo (6 maggio) in collaborazione con WPSA, SIPA e ASIC. 

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