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Programma di Sviluppo Rurale della Toscana

La Commissione europea ha approvato il 20 ottobre l’estensione del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana al 31 dicembre 2022. Ecco come verranno utilizzati i 342 milioni di euro in più (fra cui oltre 52 mln per lo scorrimento delle graduatorie di alcuni bandi incluso quello dei progetti integrati di distretto) e il link al cronoprogramma dei nuovi bandi. Il presidente della Regione Giani: «molti di questi fondi possono inserirsi nelle concertazioni nazionali per il Recovery Fund». La vice presidente Saccardi, assessora all’agroalimentare: «dovranno essere impegnati entro il 2023 e spesi entro il 2025, in parte li abbiamo già investiti perché abbiamo fatto partire ad aprile le misure agroclimaticoambientali e il biologico».


Il piano finanziario del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana 2021-2022 potrà contare su oltre 342 milioni di euro di nuove risorse. Una dotazione che è il risultato dell'approvazione del 20 ottobre scorso da parte della Commissione europea dell'estensione del Programma al 31 dicembre 2022. La Giunta regionale toscana ne ha preso atto con delibera n. 1122 del 28 ottobre.  
E’ quanto comunicato nei giorni scorsi dalla Regione con un nota in cui viene precisato che «i fondi provengono dalla ripartizione biennale delle risorse del Quadro finanziario pluriennale (Qfp) e dall’European Recovery Instrument (EURI) del “Next Generation EU” (NGEU), destinate allo sviluppo rurale per mitigare gli effetti della crisi economica derivanti dalla pandemia da Covid 19». 
Tali risorse verranno utilizzate per:
- lo scorrimento delle graduatorie di alcuni bandi;
- i bandi delle misure a premio (10, 11, 13) già usciti ad aprile in forma condizionata;
- offrire nuove opportunità per il mondo agricolo, agroalimentare e forestale della Toscana, con l’uscita di nuovi bandi (da novembre 2021 a dicembre 2022);
- interventi in ambito Leader;
- altro (altri interventi in previsione per il 2022; trascinamenti relativi ad impegni pregressi; Misura 20: assistenza tecnica, comunicazione ecc…).
Viene segnalato che, con l'obiettivo di accorciare i tempi, «in concomitanza all'uscita dei bandi sarà pubblicata sul sito di ARTEA la necessaria modulistica così da mettere i beneficiari nelle condizioni di avviare subito la procedura per accedere ai fondi». 
«Ringrazio la vicepresidente Saccardi che ha fatto un grande lavoro di raccordo perché arrivare a 342 milioni di euro da qui a un anno, articolati a favore del sistema dell'agricoltura che in Toscana sta generando nuova occupazione e sviluppo, è una cosa molto significativa - ha detto il presidente Eugenio Giani -. Molti di questi fondi possono inserirsi nelle concertazioni nazionali per il Recovery Fund, ovvero per il programma che in questo momento caratterizza il rapporto dell'Italia con l'Europa, ma buona parte di queste risorse arrivano da un rapporto diretto con la Commissione europea e consentono al nostro sistema agricolo di avere quei supporti finanziari necessari a generare lavoro e attività». 
«Finalmente abbiamo avuto l'ok della Commissione europea alla nostra proposta di impegno di 342 milioni di euro che dovranno essere impegnati entro il 2023 e spesi entro il 2025 e che riguardano la programmazione degli anni 21-22 - ha detto la vicepresidente e assessora all'agroalimentare Stefania Saccardi -. Sono risorse importanti, in parte le abbiamo già investite perché abbiamo fatto partire ad aprile le misure agroclimaticoambientali e il biologico. Ricordo che la Toscana è una delle regioni italiane con il più alto livello di biologico, il 35% di superficie destinata. Queste misure saranno associate alle indennità compensative per le zone montane e quelle disagiate. Tra le misure, si aggiunge lo scorrimento delle vecchie graduatorie con i progetti integrati di distretto come ad esempio il florovivaismo pistoiese. Andremo a investire 15 milioni sui pacchetti giovani e nei prossimi mesi partiranno da qui alla fine dell'anno 4 bandi di cui uno (da 5 milioni e mezzo) sulla promozione dei prodotti toscani: siamo alla fine del periodo Covid, si spera, e oggi le nostre aziende hanno bisogno di ripartire e riaffermarsi. Ci saranno poi interventi sui boschi e sulla prevenzione incendi, e 14 bandi che partiranno nel 2022 con i quali andremo a rispondere al bisogno di trasformazione delle aree Leader e quindi della programmazione dei GAL sul territorio. Ancora, altri gli investimenti per i giovani, insomma misure molto orientate alle richieste dell'Europa per un un'agricoltura sempre più attenta all'ambiente, sempre più esempio di lotta al cambiamento climatico, un'agricoltura che ponga sempre più attenzione alla biodivestità e al benessere animale. In sintesi, misure con cui proviamo a dare sostegno per agevolare il passaggio verso una nuova modalità di fare agricoltura». 
 
Scorrimento graduatorie di alcuni bandi
La giunta ha approvato gli scorrimenti delle graduatorie di alcuni bandi (le cui istruttorie erano state già avviate in forma condizionata al reperimento delle risorse necessarie, con delibera n. 613/2021) per un totale di 52 milioni e 960mila euro. Riguardano il pacchetto giovani con le opportunità offerte da Giovanisì, le strade bianche, la prevenzione per le calamità, la prevenzione dei danni delle aree forestali, l’utilizzo di pubblica utilità dei boschi; gli impianti a biomasse degli enti pubblici; la promozione dei prodotti di qualità; i progetti integrati di distretto e la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari.
 
Bandi delle misure premio
I bandi relativi allo sviluppo rurale per le misure premio (10, 11, 13) sono usciti ad aprile 2021, prima dell’approvazione del PSR - dunque in forma condizionata - pertanto parte dei 342,2 milioni di euro sono stati già stanziati, per un ammontare di quasi 142,8 milioni euro.
La misura 10 ovvero i pagamenti agro-climatici-ambientali comprende: la conservazione del suolo e della sostanza organica, il miglioramento della gestione degli input chimici e idrici e la conservazione di risorse genetiche animali per la salvaguardia della biodiversità. La misura 11 ovvero l’agricoltura biologica comprende l’introduzione della agricoltura biologica e il mantenimento. La misura 13 ovvero le indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici comprendono le indennità compensative in zone montane e le indennità nelle zone svantaggiate.
 
Bandi con nuove opportunità per il mondo agricolo, agroalimentare e forestale
Si tratta di 20 bandi previsti per i prossimi 14 mesi (da novembre 2021 a dicembre 2022) rivolti agli operatori pubblici e privati del settore agricolo, agroalimentare e forestale. La Giunta ha approvato il cronoprogramma che ha la finalità di consentire al settore dello sviluppo rurale di programmare i propri investimenti in base alle opportunità offerte.
I primi 4 bandi a partire (entro la fine dell'anno) saranno:
- il bando per il sostegno alle attività di informazione e promozione svolte da associazioni di produttori nel mercato interno (5 milioni e 470mila euro);
- il bando per la realizzazione delle recinzioni quali misure di prevenzione per la peste suina africana (PSA), (4 milioni di euro);
- il bando per il sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi e calamità natutrali (11 milioni e 600mila)
- il bando per il sostegno alla formazione dei consulenti (490mila euro).
 
Interventi in ambito Leader
Le risorse destinate ammontano a 17 milioni di euro e saranno destinate ai 7 Gruppi di Azione Locale (GAL) della Toscana per la prosecuzione dell'attuazione delle relative Strategie Integrate di Sviluppo Locale (SISL), sia attraverso nuovi bandi - che offriranno nuove opportunità ai territori interessati -  sia per lo scorrimento di eventuali graduatorie ancora in essere.
 
L’estensione del PSR e il cronoprogramma dei bandi possono essere consultati qua.
 

Redazione

floricoltura campana in Olanda

La missione di floricoltori campani in Olanda per le due fiere di settore concomitanti IFTF e Trade Fair Aalsmeer si è chiusa con uno dei Dutch Flower Awards alla Coop del Golfo di Boscoreale (Napoli). Soddisfatti l’assessore all’agricoltura Caputo e il presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani Malafronte anche per le visite e occasioni di confronto con i colleghi della filiera floricola olandese. I piani dei floricoltori campani per espandersi sul mercato internazionale.


È tornata con un premio la rappresentanza di aziende e cooperative della filiera floricola campana che hanno partecipato dal 3 al 5 novembre in Olanda alle fiere “International Floriculture Trade Fair (IFTF)” di Vijhuizen, dove l’assessorato all’agricoltura della Regione Campania ha organizzato una collettiva regionale di florovivaisti campani, e “Trade Fair Aalsmeer” di Royal FloraHolland. 
Ad aggiudicarselo è stata la Coop del Golfo di Boscoreale (in provincia di Napoli), una cooperativa con 200 soci che aggrega produzioni floricole dell'agro nocerino-sarnese e dell'area vesuviana su 150 ettari e che colloca l’80% dei prodotti sul mercato europeo tramite la vendita diretta, l'intermediazione o il ricorso all'asta di Flora Holland. Coop del Golfo ha vinto il Dutch Flower Awards 2021 per la categoria del miglior “fornitore estero”, messo in palio dal Dutch Flower Group in occasione della Trade Fair Aalsmeer. Fiera che quest’anno, come reso noto l’8 novembre da Royal FloraHolland, ha attirato ben 15 mila visitatori da più di 50 Paesi. 
Soddisfazione dell’assessore all’agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo, che ha visitato la fiera il 5 novembre, e toni d’orgoglio ed entusiasmo del presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani (CPFC) Vincenzo Malafronte.  
Come spiegato da un comunicato della Regione Campania, gli operatori campani che hanno aderito alla collettiva campana a IFTF sono stati i seguenti: Green Leaf, La Nuova Floricoltura Meridionale, Soc. Agr. Italiana Flowers & Green, SM International, Acanfora Fiori, Flora Campana Int. srl, La Partenopea Soc. Coop Agricola, Soc. Agricola Farao, EN Flower, Sant’Antonio Soc. Coop. Ortofloricola. «Questa rappresentanza, costituita sia da singole aziende, che da cooperative di produttori e da operatori del settore, alcune delle quali associate al Consorzio Produttori Florovivaisti Campani (CPFC), - viene specificato - rappresentano l’intera filiera dalla fase di produzione alla commercializzazione. Oltre 600 le aziende di produzione rappresentate in questa collettiva, che hanno espresso una ampia gamma di produzioni, dai fiori alle foglie, dalle fronde recise alle produzioni florovivaistiche ornamentali. Strategico il posizionamento dello stand regionale, prospiciente l’ingresso principale della Fiera, che ha contribuito a rendere fruttuosa questa partecipazione».
«Una fiera di grande rilevanza – ha dichiarato il presidente di CPFC Vincenzo Malafronte - dove i produttori e le cooperative della Regione Campania hanno avuto un ruolo di primissimo piano, a conferma della qualità delle nostre produzioni, ma allo stesso tempo hanno avuto la possibilità di visitare e confrontarsi con le aziende olandesi del settore». «Le difficoltà registrate durante la pandemia, con altissime percentuali di perdita sia in termini di produzione che di fatturato sembrano ormai alle spalle – ha aggiunto Malafronte -. Ora abbiamo davanti a noi altri importanti e stimolanti sfide. Come ho avuto modo di ribadire in più occasioni ai vertici regionali ed in particolar modo all’assessore regionale con delega all'agricoltura, Nicola Caputo, che ha visitato tutti gli stand campani presenti alla fiera olandese, abbiamo tutte le potenzialità per rafforzare sempre di più la nostra presenza sul mercato mondiale. La vera sfida ora è migliorare sempre di più la qualità delle nostre produzioni e la varietà del materiale prodotto, ma allo stesso tempo intensificare gli sforzi per offrire servizi innovativi orientati alla soddisfazione delle esigenze dei consumatori e il comparto logistico, il tutto senza dimenticare la sostenibilità ambientale».


L.S.

Alla cerimonia dell’11 novembre a Roma i riconoscimenti alle aziende agricole motore delle aree rurali. Tanti gli esempi di tecnologia e sostenibilità. Nella top ten, alla voce “agri-web”, un’azienda olivicola toscana che produce e vende olio evo coniugando qualità e tecnologie commerciali digitali. L’Agri-press al Gambero Rosso per la sezione “International”.

«Due giovani cugini che hanno puntato tutto sugli uliveti autoctoni e bio tra i boschi dell’Umbria, per un olio dall’impronta etica e sostenibile, prodotto con le migliori tecnologie per salvaguardarne ogni proprietà organolettica. Tre sorelle e la sfida, vinta, di creare un marchio riconosciuto per il riso di Sibari, un unicum, rispetto alle altre zone a vocazione risicola d’Italia, per il patrimonio geografico, pedologico, ambientale e potenziato da un approccio innovativo e di filiera per portare le varietà calabresi sul podio del riso italiano nel mondo. E ancora, un’azienda multifunzionale a 500 metri sulla Valle dello Jato e il lago Poma: un panorama tra Palermo, Trapani e Agrigento per una realtà che mette insieme la produzione di qualità di olio, uva da vino e ortaggi con l’impegno per il turismo e il sociale attraverso la fattoria didattica, i corsi di cucina, le degustazioni guidate e i percorsi benessere».
Vengono presentate così tre delle realtà vincitrici di Bandiera Verde Agricoltura 2021, il Premio di Cia-Agricoltori Italiani giunto alla 9^ edizione, la cui cerimonia di consegna si è svolta ieri a Roma nella Protomoteca del Campidoglio. Ad essere premiate 10 aziende agricole, fra cui una anche toscana, scelte in base a specifiche categorie. Assegnati inoltre 3 riconoscimenti a comuni rurali virtuosi, 6 riconoscimenti extra-aziendali e 3 premi speciali. Tutti esempi di innovazione o rigenerazione sostenibile, grazie ad esempio alla tracciabilità nei processi produttivi o al circuito chiuso negli allevamenti, che contribuiscono insieme al ritratto di quell’Italia agricola che, oltre a essere il motore produttivo delle aree rurali del Paese che fanno la qualità certificata e l’unicità territoriale del Made in Italy, è già pronta alla transizione ecologica e digitale che chiede l’Europa.
«Serve, infatti, ricordare – afferma la nota di presentazione di Bandiera Verde - che sul territorio nazionale, le aree interne comprendono il 53% dei Comuni (4.261), pari a circa il 60% della superficie nazionale, con una popolazione di oltre 11 milioni di persone che, nonostante mille difficoltà infrastrutturali e nei servizi, non intendono abbandonare colline e boschi dove, non a caso, si sviluppa circa il 40% delle aziende agricole. Temi come tutela delle foreste contro il cambiamento climatico, salvaguardia del suolo contro il dissesto idrogeologico, risparmio idrico e basso impatto ambientale grazie alle nuove tecnologie, ma anche equità e dignità sociale, rilanciati dai recenti G20 e Cop26, trovano, dunque, lungo la dorsale appenninica e tra le sue imprese agricole, molti casi esemplari che meritano premi, ma anche sostegno concreto».
A vincere Bandiera Verde Gold, il premio assegnato al “campione dei campioni” fra tutti i premiati di quest’edizione, è stata l’Azienda Agricola “Magisa” che dal 2004 esalta le qualità organolettiche del riso coltivato nella Piana di Sibari, in provincia di Cosenza, lavorato con sistema del tutto artigianale e gestendo l’intero ciclo della filiera per un alimento unico e meritevole di brevetti esclusivi per la Calabria.
Nella top ten, premiata alla voce “agri-web” un’azienda olivicola immersa nei Monti Pisani guidata da Francesco Elter, laureato in Scienze e tecnologie per l’ambiente agro-forestale, che coniuga agricoltura e tecnologie per la valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva. Elter, oltre a ricercare nuove tecniche di coltivazione sostenibili per l’ambiente e in grado di esaltare le proprietà distintive degli extravergini, sviluppa l’intera filiera: dalla raccolta e frangitura delle olive fino alla vendita dell’olio utilizzando con successo commercio elettronico e shopping online per intercettare domanda italiana ed estera.
Fra gli altri premi, riconoscimento speciale ai produttori del Sangiovese di Montelparo, nelle Marche, per aver saputo valorizzare i vigneti locali, ben ventilati e soggetti a una buona escursione termica, tra mare e montagna, tale da favorire la giusta maturazione ed esplosione di profumi e sapori in un vino bianco da bacca rossa. Inoltre, sono promotori di un progetto strategico per un’etichetta che mette insieme più produttori del territorio. Premiati anche i quattro giovani fondatori della realtà agricola più “hi-tech” del Centro Italia che hanno creato un grande impianto acquaponico nel Comune di Roma e stanno diventando leader nel settore dei cibi organici e del vertical farming. E poi, targa speciale all’imprenditore cinese che da 26 anni in Lombardia gestisce una straordinaria azienda che coltiva specialità multietniche, integrando lavoratori provenienti da aree del mondo in difficoltà.
Quanto alla nota sezione Agri-cinema, il premio Bandiera Verde a “I Villani” film documentario di Donpasta, Daniele De Michele. L’incontro del regista con otto produttori, in diverse località del Paese, di cibo sano e non omologato, nonostante più di un ostacolo. Racconto, innovativo e originale che dà valore all’enogastronomia Made in Italy richiamando anche gli aspetti più culturali. Come ogni anno, poi, finestra sul mondo con la Bandiera Verde sezione Agri-Med che quest’anno va a un’azienda tutta al femminile del villaggio di Zarat, sede di una delle ultime Oasi costiere del Mar Mediterraneo e premiata perché dimostra quanto i sistemi locali agricoli e alimentari riescano a salvaguardare paesaggi e popolazioni. L’Agri-press, invece, va quest’anno al Gambero Rosso per l’istituzione della sezione “International” divenuta, anche attraverso il portale web, punto di riferimento nei percorsi di valorizzazione, nel mondo, del cibo italiano e del suo legame con i territori che lo rappresentano.
Infine, in occasione di Bandiera Verde 2021, Cia è tornata a premiare anche Amatrice e il suo Centro di Formazione Professionale Alberghiero, nella sezione Agri-School, per l’impegno e la determinazione ad arginare l’abbandono di un territorio martoriato dal terremoto.
«Puntiamo sempre sulle aree rurali del Paese - ha dichiarato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino - perché è dove, nonostante le difficoltà come la pandemia, e forse anche per queste, si sviluppa da tempo una tenacia produttiva degna di nota. E non c’è da meravigliarsi se l’approccio strategico per realizzare la transizione verde emerge in buone pratiche di aziende agricole, ma anche Comuni o Parchi e progetti, attivi lungo la dorsale appenninica. C’è grande attenzione per soluzioni ecologiche e tecnologiche. Consapevolezza del valore delle produzioni territoriali di qualità, biologiche e certificate. Ed è ciò che, oggi, con Bandiera Verde Agricoltura è stato giusto premiare, perché su di loro occorre investire».

Redazione

A Firenze dal 5 al 7 novembre primo congresso nazionale dei Paesaggi Rurali Storici Italiani. Dopo l’apertura del 5 con il sottosegretario Centinaio e la vicepresidente della Commissione Agricoltura alla Camera Cenni e le illustrazioni dei 27 paesaggi iscritti nel Registro nazionale, il 6 novembre pomeriggio i tavoli di lavoro “Verso la nuova Pac” e il 7 mattina la firma della lettera d’impegno alla costituzione dell’Associazione.

Dal giardino pantesco, recinto in pietra a secco che protegge le piante di agrumi dai venti sull’Isola di Pantelleria, ai limoneti della costa amalfitana, meta di un antesignano turismo imperiale, fino agli oliveti di Vallecorsa, nel Lazio, quinta della scena madre del film “La Ciociara”che valse a Sofia Loren il Premio Oscar, l’Italia è ricca di colture tradizionali, ancora a basso tasso di meccanizzazione, esempi di adattamento a climi ed ambienti difficili e mutevoli. Dai vigneti eroici della Valtellina, caratterizzati da muretti a secco con uno sviluppo lineare che supera i 2.500 km, agli olivi plurisecolari della Puglia, i cui esemplari più antichi hanno compiuto 2500 anni di età, l’intero Paese è percorso da esempi plurali di un’agricoltura resiliente e in grado di sostenere le comunità locali, ridurre l’importazione di cibo e di conseguenza l’impronta di CO2 di ciò che portiamo in tavola. Eppure i paesaggi rurali storici italiani non sono stati finora protetti dalle leggi.
I prossimi 5-6-7 novembre si terrà a Firenze, presso l’Auditorium del Complesso di Sant’Apollonia, il primo Congresso nazionale dei Paesaggi Rurali Storici Italiani. In questa occasione i rappresentanti dei 27 paesaggi ad oggi iscritti al Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali, istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) con Decreto n. 17070/2012, incontreranno i rappresentanti di FAO, Governo, Regioni, insieme a docenti e ricercatori universitari.
Il convegno vuole discutere le potenzialità, criticità e vulnerabilità che minacciano l’attività agricola in queste aree dove le radici storiche sono ancora forti, ed il loro ruolo in vista del Green Deal Europeo, il PNRR e la nuova Politica Agricola Comunitaria. Questo evento consentirà anche di affrontare i collegamenti con il programma mondiale FAO sulla conservazione del patrimonio agricolo mondiale (GIAHS) e con la World Heritage List dell’UNESCO.
Ad aprire il congresso, venerdì 5 novembre alle ore 14,30, saranno gli interventi di Mauro Agnoletti, professore della Scuola di Agraria dell’Università di Firenze e coordinatore del comitato organizzatore, Vincenzo Ceccarelli, Consiglio della Regione Toscana, Gian Marco Centinaio, sottosegretario Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Susanna Cenni, vicepresidente Commissione Agricoltura Camera dei Deputati, Endo Yoshihide, coordinatore del Programma FAO GIAHS, Giuseppe Ambrosio, consigliere ministeriale e presidente del gruppo di lavoro MIPAAF UNESCO, Federico Caner, assessore Turismo e Agricoltura Regione Veneto, Enrica Onorati, assessora Agricoltura, Foreste Regione Lazio, Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani.
Oltre che per gli obiettivi di rafforzare la comunità dei paesaggi rurali storici riconosciuti dal Mipaaf e di sensibilizzare maggiormente la governance multilivello, l’evento costituirà la cornice per una importante iniziativa: domenica 7 novembre mattina sarà firmata la lettera di impegno alla costituzione dell’Associazione Paesaggi Rurali Storici Italiani e all’istituzione del relativo Comitato Promotore.
Il modulo di prenotazione per partecipare al congresso si trova qua.  
Qui il programma.  

Redazione

Alla vigilia di Ognissanti il presidente della federazione “Florovivaismo” di Confagricoltura Luca De Michelis ha dichiarato che «il mercato si sta riavviando ma siamo distanti dai livelli pre-pandemia» e che c’è il problema del forte incremento dei costi di produzione, con «difficoltà a trovare torbe e vasi, sempre più costosi», e dell'aumento di gas e gasolio per le serre. Ecco le varietà più vendute e i prezzi dei crisantemi all’ingrosso della scorsa settimana.  

«Le imprese segnalano un discreto impulso nelle vendite, che con la pandemia avevano subito un brusco arresto dovuto all’azzeramento di cerimonie ed eventi».
E’ quanto dichiarato il 30 ottobre scorso, alla vigilia delle festività dei Morti e dei Santi, facendo riferimento alle vendite dei produttori, dal presidente della Federazione Nazionale di Prodotto (FNP) “Florovivaismo” di Confagricoltura, Luca De Michelis. Nella nota di Confagricoltura si afferma che la tradizione dei fiori recisi per ricordare i morti «è una tradizione tipicamente italiana, con la Liguria, il Veneto, la Campania, la Toscana, il Lazio, la Puglia e la Sicilia che rappresentano i mercati più importanti» e che in queste festività di inizio novembre i fiori più richiesti sono, «oltre ai fiori tipici del periodo, come i crisantemi, anche i ciclamini».
«Con la ripresa degli eventi e delle cerimonie, il mercato, a piccoli passi, si sta riavviando – ha sostenuto Luca De Michelis –, tuttavia siamo ancora distanti dai livelli pre-pandemia e rimangono ancora molti problemi, in primis quello dell’approvvigionamento di materiali come torbe e vasi, che fatichiamo a trovare e sono sempre più costosi. Un altro problema è il forte aumento dei costi di produzione, soprattutto per quanto riguarda gas e gasolio per il riscaldamento delle serre e i macchinari di lavorazione».
Per la ricorrenza dei defunti, precisa la nota di Confagricoltura, quest’anno le varietà più vendute di crisantemi sono state Spider, Ping Pong, Elena, Snow Down, Turner e Multifiore. I prezzi sono risultati sostanzialmente stabili o in lieve aumento per i maggiori costi di produzione. Le ultime quotazioni sul mercato di Sanremo davano il prezzo all’origine per i crisantemi Uniflora a 0,84 euro per stelo; per i Multifiore, 0,53 euro/stelo. Sulle piazze di Napoli ed Ercolano si andava da 0,42 a 0,45 per i Multifiore e 0,55 euro per gli Uniflora, in aumento rispetto alla settimana precedente. Stabili le quotazioni di Pescia, con 1 euro per gli Uniflora e 0,44 per i Multifiore. (Fonte: Ismea – prezzi all’origine, franco azienda).
«La Liguria e la Toscana – ha affermato il presidente della FNP “Florovivaismo” di Confagricoltura De Michelis - esportano quasi il 90% della produzione; in Sicilia c’è il più grande produttore europeo di crisantemi recisi; a Pistoia una grande tradizione vivaistica, senza considerare la notorietà a livello internazionale raggiunta dalle aziende italiane nella creazione e nella manutenzione del verde. Sono italiani anche i più grandi ibridatori europei di rose. Eppure siamo la Cenerentola dell’agricoltura per la promozione del florovivaismo Made in Italy».
Oggi, si conclude la nota, nonostante l’inevitabile flessione dovuta al Covid-19, il comparto rappresenta un valore alla produzione di 3 miliardi di euro e un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 400 milioni di euro, per un totale di 27mila imprese che danno lavoro a oltre 110 mila addetti.

Redazione