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La Commissione europea ha approvato il 20 ottobre l’estensione del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana al 31 dicembre 2022. Ecco come verranno utilizzati i 342 milioni di euro in più (fra cui oltre 52 mln per lo scorrimento delle graduatorie di alcuni bandi incluso quello dei progetti integrati di distretto) e il link al cronoprogramma dei nuovi bandi. Il presidente della Regione Giani: «molti di questi fondi possono inserirsi nelle concertazioni nazionali per il Recovery Fund». La vice presidente Saccardi, assessora all’agroalimentare: «dovranno essere impegnati entro il 2023 e spesi entro il 2025, in parte li abbiamo già investiti perché abbiamo fatto partire ad aprile le misure agroclimaticoambientali e il biologico».
Il piano finanziario del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana 2021-2022 potrà contare su oltre 342 milioni di euro di nuove risorse. Una dotazione che è il risultato dell'approvazione del 20 ottobre scorso da parte della Commissione europea dell'estensione del Programma al 31 dicembre 2022. La Giunta regionale toscana ne ha preso atto con delibera n. 1122 del 28 ottobre.
Redazione
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La missione di floricoltori campani in Olanda per le due fiere di settore concomitanti IFTF e Trade Fair Aalsmeer si è chiusa con uno dei Dutch Flower Awards alla Coop del Golfo di Boscoreale (Napoli). Soddisfatti l’assessore all’agricoltura Caputo e il presidente del Consorzio Produttori Florovivaisti Campani Malafronte anche per le visite e occasioni di confronto con i colleghi della filiera floricola olandese. I piani dei floricoltori campani per espandersi sul mercato internazionale.
È tornata con un premio la rappresentanza di aziende e cooperative della filiera floricola campana che hanno partecipato dal 3 al 5 novembre in Olanda alle fiere “International Floriculture Trade Fair (IFTF)” di Vijhuizen, dove l’assessorato all’agricoltura della Regione Campania ha organizzato una collettiva regionale di florovivaisti campani, e “Trade Fair Aalsmeer” di Royal FloraHolland.
L.S.
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Alla cerimonia dell’11 novembre a Roma i riconoscimenti alle aziende agricole motore delle aree rurali. Tanti gli esempi di tecnologia e sostenibilità. Nella top ten, alla voce “agri-web”, un’azienda olivicola toscana che produce e vende olio evo coniugando qualità e tecnologie commerciali digitali. L’Agri-press al Gambero Rosso per la sezione “International”.
«Due giovani cugini che hanno puntato tutto sugli uliveti autoctoni e bio tra i boschi dell’Umbria, per un olio dall’impronta etica e sostenibile, prodotto con le migliori tecnologie per salvaguardarne ogni proprietà organolettica. Tre sorelle e la sfida, vinta, di creare un marchio riconosciuto per il riso di Sibari, un unicum, rispetto alle altre zone a vocazione risicola d’Italia, per il patrimonio geografico, pedologico, ambientale e potenziato da un approccio innovativo e di filiera per portare le varietà calabresi sul podio del riso italiano nel mondo. E ancora, un’azienda multifunzionale a 500 metri sulla Valle dello Jato e il lago Poma: un panorama tra Palermo, Trapani e Agrigento per una realtà che mette insieme la produzione di qualità di olio, uva da vino e ortaggi con l’impegno per il turismo e il sociale attraverso la fattoria didattica, i corsi di cucina, le degustazioni guidate e i percorsi benessere».
Vengono presentate così tre delle realtà vincitrici di Bandiera Verde Agricoltura 2021, il Premio di Cia-Agricoltori Italiani giunto alla 9^ edizione, la cui cerimonia di consegna si è svolta ieri a Roma nella Protomoteca del Campidoglio. Ad essere premiate 10 aziende agricole, fra cui una anche toscana, scelte in base a specifiche categorie. Assegnati inoltre 3 riconoscimenti a comuni rurali virtuosi, 6 riconoscimenti extra-aziendali e 3 premi speciali. Tutti esempi di innovazione o rigenerazione sostenibile, grazie ad esempio alla tracciabilità nei processi produttivi o al circuito chiuso negli allevamenti, che contribuiscono insieme al ritratto di quell’Italia agricola che, oltre a essere il motore produttivo delle aree rurali del Paese che fanno la qualità certificata e l’unicità territoriale del Made in Italy, è già pronta alla transizione ecologica e digitale che chiede l’Europa.
«Serve, infatti, ricordare – afferma la nota di presentazione di Bandiera Verde - che sul territorio nazionale, le aree interne comprendono il 53% dei Comuni (4.261), pari a circa il 60% della superficie nazionale, con una popolazione di oltre 11 milioni di persone che, nonostante mille difficoltà infrastrutturali e nei servizi, non intendono abbandonare colline e boschi dove, non a caso, si sviluppa circa il 40% delle aziende agricole. Temi come tutela delle foreste contro il cambiamento climatico, salvaguardia del suolo contro il dissesto idrogeologico, risparmio idrico e basso impatto ambientale grazie alle nuove tecnologie, ma anche equità e dignità sociale, rilanciati dai recenti G20 e Cop26, trovano, dunque, lungo la dorsale appenninica e tra le sue imprese agricole, molti casi esemplari che meritano premi, ma anche sostegno concreto».
A vincere Bandiera Verde Gold, il premio assegnato al “campione dei campioni” fra tutti i premiati di quest’edizione, è stata l’Azienda Agricola “Magisa” che dal 2004 esalta le qualità organolettiche del riso coltivato nella Piana di Sibari, in provincia di Cosenza, lavorato con sistema del tutto artigianale e gestendo l’intero ciclo della filiera per un alimento unico e meritevole di brevetti esclusivi per la Calabria.
Nella top ten, premiata alla voce “agri-web” un’azienda olivicola immersa nei Monti Pisani guidata da Francesco Elter, laureato in Scienze e tecnologie per l’ambiente agro-forestale, che coniuga agricoltura e tecnologie per la valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva. Elter, oltre a ricercare nuove tecniche di coltivazione sostenibili per l’ambiente e in grado di esaltare le proprietà distintive degli extravergini, sviluppa l’intera filiera: dalla raccolta e frangitura delle olive fino alla vendita dell’olio utilizzando con successo commercio elettronico e shopping online per intercettare domanda italiana ed estera.
Fra gli altri premi, riconoscimento speciale ai produttori del Sangiovese di Montelparo, nelle Marche, per aver saputo valorizzare i vigneti locali, ben ventilati e soggetti a una buona escursione termica, tra mare e montagna, tale da favorire la giusta maturazione ed esplosione di profumi e sapori in un vino bianco da bacca rossa. Inoltre, sono promotori di un progetto strategico per un’etichetta che mette insieme più produttori del territorio. Premiati anche i quattro giovani fondatori della realtà agricola più “hi-tech” del Centro Italia che hanno creato un grande impianto acquaponico nel Comune di Roma e stanno diventando leader nel settore dei cibi organici e del vertical farming. E poi, targa speciale all’imprenditore cinese che da 26 anni in Lombardia gestisce una straordinaria azienda che coltiva specialità multietniche, integrando lavoratori provenienti da aree del mondo in difficoltà.
Quanto alla nota sezione Agri-cinema, il premio Bandiera Verde a “I Villani” film documentario di Donpasta, Daniele De Michele. L’incontro del regista con otto produttori, in diverse località del Paese, di cibo sano e non omologato, nonostante più di un ostacolo. Racconto, innovativo e originale che dà valore all’enogastronomia Made in Italy richiamando anche gli aspetti più culturali. Come ogni anno, poi, finestra sul mondo con la Bandiera Verde sezione Agri-Med che quest’anno va a un’azienda tutta al femminile del villaggio di Zarat, sede di una delle ultime Oasi costiere del Mar Mediterraneo e premiata perché dimostra quanto i sistemi locali agricoli e alimentari riescano a salvaguardare paesaggi e popolazioni. L’Agri-press, invece, va quest’anno al Gambero Rosso per l’istituzione della sezione “International” divenuta, anche attraverso il portale web, punto di riferimento nei percorsi di valorizzazione, nel mondo, del cibo italiano e del suo legame con i territori che lo rappresentano.
Infine, in occasione di Bandiera Verde 2021, Cia è tornata a premiare anche Amatrice e il suo Centro di Formazione Professionale Alberghiero, nella sezione Agri-School, per l’impegno e la determinazione ad arginare l’abbandono di un territorio martoriato dal terremoto.
«Puntiamo sempre sulle aree rurali del Paese - ha dichiarato il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino - perché è dove, nonostante le difficoltà come la pandemia, e forse anche per queste, si sviluppa da tempo una tenacia produttiva degna di nota. E non c’è da meravigliarsi se l’approccio strategico per realizzare la transizione verde emerge in buone pratiche di aziende agricole, ma anche Comuni o Parchi e progetti, attivi lungo la dorsale appenninica. C’è grande attenzione per soluzioni ecologiche e tecnologiche. Consapevolezza del valore delle produzioni territoriali di qualità, biologiche e certificate. Ed è ciò che, oggi, con Bandiera Verde Agricoltura è stato giusto premiare, perché su di loro occorre investire».
Redazione
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A Firenze dal 5 al 7 novembre primo congresso nazionale dei Paesaggi Rurali Storici Italiani. Dopo l’apertura del 5 con il sottosegretario Centinaio e la vicepresidente della Commissione Agricoltura alla Camera Cenni e le illustrazioni dei 27 paesaggi iscritti nel Registro nazionale, il 6 novembre pomeriggio i tavoli di lavoro “Verso la nuova Pac” e il 7 mattina la firma della lettera d’impegno alla costituzione dell’Associazione.
Dal giardino pantesco, recinto in pietra a secco che protegge le piante di agrumi dai venti sull’Isola di Pantelleria, ai limoneti della costa amalfitana, meta di un antesignano turismo imperiale, fino agli oliveti di Vallecorsa, nel Lazio, quinta della scena madre del film “La Ciociara”che valse a Sofia Loren il Premio Oscar, l’Italia è ricca di colture tradizionali, ancora a basso tasso di meccanizzazione, esempi di adattamento a climi ed ambienti difficili e mutevoli. Dai vigneti eroici della Valtellina, caratterizzati da muretti a secco con uno sviluppo lineare che supera i 2.500 km, agli olivi plurisecolari della Puglia, i cui esemplari più antichi hanno compiuto 2500 anni di età, l’intero Paese è percorso da esempi plurali di un’agricoltura resiliente e in grado di sostenere le comunità locali, ridurre l’importazione di cibo e di conseguenza l’impronta di CO2 di ciò che portiamo in tavola. Eppure i paesaggi rurali storici italiani non sono stati finora protetti dalle leggi.
I prossimi 5-6-7 novembre si terrà a Firenze, presso l’Auditorium del Complesso di Sant’Apollonia, il primo Congresso nazionale dei Paesaggi Rurali Storici Italiani. In questa occasione i rappresentanti dei 27 paesaggi ad oggi iscritti al Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali, istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) con Decreto n. 17070/2012, incontreranno i rappresentanti di FAO, Governo, Regioni, insieme a docenti e ricercatori universitari.
Il convegno vuole discutere le potenzialità, criticità e vulnerabilità che minacciano l’attività agricola in queste aree dove le radici storiche sono ancora forti, ed il loro ruolo in vista del Green Deal Europeo, il PNRR e la nuova Politica Agricola Comunitaria. Questo evento consentirà anche di affrontare i collegamenti con il programma mondiale FAO sulla conservazione del patrimonio agricolo mondiale (GIAHS) e con la World Heritage List dell’UNESCO.
Ad aprire il congresso, venerdì 5 novembre alle ore 14,30, saranno gli interventi di Mauro Agnoletti, professore della Scuola di Agraria dell’Università di Firenze e coordinatore del comitato organizzatore, Vincenzo Ceccarelli, Consiglio della Regione Toscana, Gian Marco Centinaio, sottosegretario Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Susanna Cenni, vicepresidente Commissione Agricoltura Camera dei Deputati, Endo Yoshihide, coordinatore del Programma FAO GIAHS, Giuseppe Ambrosio, consigliere ministeriale e presidente del gruppo di lavoro MIPAAF UNESCO, Federico Caner, assessore Turismo e Agricoltura Regione Veneto, Enrica Onorati, assessora Agricoltura, Foreste Regione Lazio, Dino Scanavino, presidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani.
Oltre che per gli obiettivi di rafforzare la comunità dei paesaggi rurali storici riconosciuti dal Mipaaf e di sensibilizzare maggiormente la governance multilivello, l’evento costituirà la cornice per una importante iniziativa: domenica 7 novembre mattina sarà firmata la lettera di impegno alla costituzione dell’Associazione Paesaggi Rurali Storici Italiani e all’istituzione del relativo Comitato Promotore.
Il modulo di prenotazione per partecipare al congresso si trova qua.
Qui il programma.
Redazione
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Alla vigilia di Ognissanti il presidente della federazione “Florovivaismo” di Confagricoltura Luca De Michelis ha dichiarato che «il mercato si sta riavviando ma siamo distanti dai livelli pre-pandemia» e che c’è il problema del forte incremento dei costi di produzione, con «difficoltà a trovare torbe e vasi, sempre più costosi», e dell'aumento di gas e gasolio per le serre. Ecco le varietà più vendute e i prezzi dei crisantemi all’ingrosso della scorsa settimana.
«Le imprese segnalano un discreto impulso nelle vendite, che con la pandemia avevano subito un brusco arresto dovuto all’azzeramento di cerimonie ed eventi».
E’ quanto dichiarato il 30 ottobre scorso, alla vigilia delle festività dei Morti e dei Santi, facendo riferimento alle vendite dei produttori, dal presidente della Federazione Nazionale di Prodotto (FNP) “Florovivaismo” di Confagricoltura, Luca De Michelis. Nella nota di Confagricoltura si afferma che la tradizione dei fiori recisi per ricordare i morti «è una tradizione tipicamente italiana, con la Liguria, il Veneto, la Campania, la Toscana, il Lazio, la Puglia e la Sicilia che rappresentano i mercati più importanti» e che in queste festività di inizio novembre i fiori più richiesti sono, «oltre ai fiori tipici del periodo, come i crisantemi, anche i ciclamini».
«Con la ripresa degli eventi e delle cerimonie, il mercato, a piccoli passi, si sta riavviando – ha sostenuto Luca De Michelis –, tuttavia siamo ancora distanti dai livelli pre-pandemia e rimangono ancora molti problemi, in primis quello dell’approvvigionamento di materiali come torbe e vasi, che fatichiamo a trovare e sono sempre più costosi. Un altro problema è il forte aumento dei costi di produzione, soprattutto per quanto riguarda gas e gasolio per il riscaldamento delle serre e i macchinari di lavorazione».
Per la ricorrenza dei defunti, precisa la nota di Confagricoltura, quest’anno le varietà più vendute di crisantemi sono state Spider, Ping Pong, Elena, Snow Down, Turner e Multifiore. I prezzi sono risultati sostanzialmente stabili o in lieve aumento per i maggiori costi di produzione. Le ultime quotazioni sul mercato di Sanremo davano il prezzo all’origine per i crisantemi Uniflora a 0,84 euro per stelo; per i Multifiore, 0,53 euro/stelo. Sulle piazze di Napoli ed Ercolano si andava da 0,42 a 0,45 per i Multifiore e 0,55 euro per gli Uniflora, in aumento rispetto alla settimana precedente. Stabili le quotazioni di Pescia, con 1 euro per gli Uniflora e 0,44 per i Multifiore. (Fonte: Ismea – prezzi all’origine, franco azienda).
«La Liguria e la Toscana – ha affermato il presidente della FNP “Florovivaismo” di Confagricoltura De Michelis - esportano quasi il 90% della produzione; in Sicilia c’è il più grande produttore europeo di crisantemi recisi; a Pistoia una grande tradizione vivaistica, senza considerare la notorietà a livello internazionale raggiunta dalle aziende italiane nella creazione e nella manutenzione del verde. Sono italiani anche i più grandi ibridatori europei di rose. Eppure siamo la Cenerentola dell’agricoltura per la promozione del florovivaismo Made in Italy».
Oggi, si conclude la nota, nonostante l’inevitabile flessione dovuta al Covid-19, il comparto rappresenta un valore alla produzione di 3 miliardi di euro e un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 400 milioni di euro, per un totale di 27mila imprese che danno lavoro a oltre 110 mila addetti.
Redazione