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Raggiunta l’intesa sul decreto sulle piante officinali, adottato di concerto con i ministeri della Transizione Ecologica e della Salute nella riunione di ieri della Conferenza Stato – Regioni. Si possono così definire l’elenco delle specie coltivate e i criteri di raccolta e prima trasformazione delle piante spontanee.
Lo ha reso noto ieri una nota del ministro Stefano Patuanelli in cui si specifica che lo schema di decreto interministeriale recepisce quanto disposto dagli articoli 1 e 3 del decreto legislativo n.75/2018 “Testo unico in materia di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali”. E che «il testo è stato ampiamente discusso e condiviso, sia sul piano tecnico che giuridico, nell'ambito dei lavori svolti dal Tavolo tecnico delle piante officinali istituito nel 2019 presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali».
«La regolamentazione della raccolta delle specie selvatiche e la prescrizione di precisi obblighi formativi per chi intenda praticarla – si legge nella nota - rappresenta inoltre un ulteriore strumento di difesa della biodiversità» e questo decreto «offre una prospettiva di diversificazione di grande interesse per la nostra agricoltura, in grado di attrarre risorse e investimenti e di favorire nuova occupazione, specie giovanile».
Redazione
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Secondo la proiezione di Coldiretti Toscana dei dati Istat, l’export del made in Tuscany agroalimentare è arrivato al +12,4% nel 3° trimestre 2021 e a questo ritmo segnerà un record di oltre 3 miliardi di euro a fine 2021. Segni più sia in Europa (60% del totale) che negli Stati Uniti e in Cina, con Brexit finora senza effetti negativi. In testa il vino: + 20% per 815 mln nei primi 9 mesi dell’anno scorso. Il presidente regionale Filippi preoccupato per le truffe ai danni dell’agroalimentare toscano: 614 quelle online in 5 anni.
«L’agroalimentare Made in Tuscany corre veloce verso il record delle esportazioni che fanno registrare un balzo del 12,4% nel terzo trimestre del 2021. Il valore dell’export di vino, olio, frutta ed altri prodotti agricoli ed agroalimentari toscani è aumentato rispetto ad un anno prima di 240 milioni di euro nonostante il clima di incertezza legato all’emergenza sanitaria».
E’ quanto ha dichiarato nei giorni scorsi da Coldiretti Toscana in base alle proprie proiezioni dei dati Istat relativi al commercio estero nei primi nove mesi del 2021. «Se questo sarà il trend anche nell’ultimo trimestre, per la prima volta le esportazioni potrebbero superare i tre miliardi di euro e contando il contesto in cui ci troviamo, sarebbe un risultato più che eccezionale – ha affermato Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti regionale –. Il nostro agroalimentare, trainato dal primato dalle certificazioni di qualità DOP e IGP, ha dimostrato una straordinaria capacità di reazione e posizionamento sui mercati esteri. Tutti i principali mercati di riferimento, da quello europeo che vale quasi il 60% del totale del commercio estero a quello americano, fanno registrare un segno più».
In testa alla classifica delle esportazioni agroalimentari c’è il vino che nei primi nove mesi del 2021 ha fatto segnare un + 20% per un valore complessivo di circa 815 milioni di euro.
Il mercato europeo è il principale sbocco commerciale per il Made in Tuscany con quasi 1,3 miliardi di euro di esportazioni, con il 15% in più. Il primo paese consumatore è quello tedesco dove sono finiti oltre 300 milioni di euro di produzioni nostrane, in crescita del 9%. I francesi, che valgono il 17% del mercato europeo, hanno acquistato 227 milioni di euro di vino ed altri prodotti, che tradotto significa + 27%.
La Brexit, almeno fino a questo momento, non ha influito sull’amore per gli inglesi per il nostro paniere. Le esportazioni verso il Regno Unito sono cresciute di 10 milioni di euro fino a qui. Bene anche gli Stati Uniti con 551 milioni di euro di prodotti acquistati, Canada +10% e Cina con + 73% e 40 milioni di euro totali.
La spiegazione di Coldiretti Toscana è che «l’emergenza sanitaria Covid ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della Dieta mediterranea». E si è registrato anche «un impatto positivo sulle vendite all’estero della vittorie sportive che hanno dato prestigio all’immagine del Made in Italy». Infatti l’agricoltura italiana, afferma Coldiretti, «è diventata la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico, a cui la Toscana contribuisce con 5.271 operatori, 463 specialità alimentari tradizionali, il primato in Italia per numero di DOP, IGP e SGT con 92 prodotti per un valore complessivo delle produzioni di 1,156 milioni di euro».
Il primato del made in Tuscany del cibo e del vino lo rende però anche il più minacciato. «Con 614 tentativi di truffe online in cinque anni è il più imitato al mondo – ha affermato Filippi -. Il 13% del totale dei tentativi di imitazione, contraffazione o taroccamento sul web sono a danno dell’agroalimentare toscano. Ecco perché per tutelare i nostri primati è indispensabile puntare su etichettatura d’origine, trasparenza, tracciabilità: elementi distintivi ed imprescindibili che impediscono che vengano spacciati come made in Italy prodotti di bassa qualità importati che non rispettano i rigidi standard nazionali».
Redazione
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Il bilancio del presidente di Agriturist (Confagricoltura) Congionti sulle presenze negli agriturismi nelle festività a partire dai dati di regioni significative per il comparto: nel Lazio crollo del 90% per l’Epifania, simile la Puglia con cali a partire dal 1° e la Sicilia (maluccio già a Natale), in Toscana saltato il sold out atteso a Capodanno per via delle disdette. In controtendenza la Lombardia: +10/15% di fine anno grazie a chi ha rinunciato ai viaggi all’estero. Per Congionti è necessaria una strategia turistica che agevoli il ritorno degli stranieri con un tavolo di consultazione permanente.
«Nonostante fosse stata già considerata l’assenza di ospiti stranieri, le premesse erano decisamente buone con molte strutture al completo fin dopo Capodanno. In soli due giorni la situazione si è ribaltata e molti agriturismi, affogati dagli annullamenti delle prenotazioni, hanno deciso di chiudere per l’ultimo dell’anno».
Redazione
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Il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli ha presentato il 7 gennaio a Bruxelles il Piano Strategico Nazionale per l’attuazione della nuova PAC 2023-2027, che prevede 10 miliardi di euro a finalità ambientali. All’agricoltura bio 2,5 miliardi, mentre 3 miliardi per la gestione del rischio con protezioni assicurative e 1,5 miliardi per i giovani. Patuanelli: «grazie all’architettura verde e al sostegno alla ricerca risposte alla grandi sfide ambientali del Green Deal europeo».
«Il Piano mette in campo una strategia unitaria sulla PAC, ma soprattutto affronta le sfide presenti e future del settore primario: il benessere animale, la digitalizzazione del settore agricolo per il miglioramento delle performance economiche e ambientali, l'inclusione sociale, la parità di genere e le condizioni di lavoro. Inoltre, grazie all'architettura verde e al sostegno alla ricerca risponde alle grandi sfide ambientali lanciate dal Green Deal europeo».
Così il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) Stefano Patuanelli ha riassunto in un post sulla sua pagina Facebook i contenuti del Piano Strategico Nazionale (PSN) per l’attuazione e il coordinamento dei programmi della Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027 presentato venerdì 7 gennaio a Bruxelles alla Commissione Europea. «Gli investimenti previsti – ha aggiunto Patuanelli - permetteranno di raggiungere nel 2027 una maggiore sicurezza e qualità alimentare a lungo termine, un maggiore livello di competitività delle aziende, una più efficiente valorizzazione delle risorse naturali, un riequilibrio del valore lungo le filiere agroalimentari, una minore emissione di gas serra, la salvaguardia della biodiversità e nuova occupazione per i giovani e per le aree marginali».
Il PSN, come specificato nel comunicato ufficiale del MIPAAF, si avvale dei diversi strumenti a disposizione, a partire dai pagamenti diretti e dalle organizzazioni comuni di mercato, allo sviluppo rurale e al PNRR e ha come obiettivi «il potenziamento della competitività del sistema in ottica sostenibile» e il rafforzamento «della vitalità dei territori rurali, la promozione del lavoro agricolo e forestale di qualità e la sicurezza sui posti di lavoro, il sostegno alla capacità di attivare scambi di conoscenza, ricerca e innovazioni e l'ottimizzazione del sistema di governance».
In particolare il PSN prevede le seguenti azioni di sostegno:
- Circa 10 miliardi di euro, tra 1° e 2° pilastro, ad interventi con chiare finalità ambientali. In questo quadro, grande importanza assumeranno i 5 eco-schemi nazionali, a cui sarà destinato il 25% delle risorse degli aiuti diretti, che sosterranno le aziende nell'adozione di pratiche agro-ecologiche per la sostenibilità climatico-ambientale. Gli eco-schemi opereranno in sinergia con 26 interventi agro-climatico-ambientali contenuti nel secondo pilastro, con una dotazione di circa 1,5 miliardi di euro, con gli interventi a favore della forestazione sostenibile (500 milioni di euro), con una serie di investimenti produttivi, non produttivi e infrastrutturali a finalità ambientale (650 milioni di euro), con le azioni ambientali previste nell'ambito degli interventi settoriali delle organizzazioni comuni di mercato e gli investimenti ambientali del PNRR.
- 2,5 miliardi di euro all'agricoltura biologica, considerata la tecnica di produzione privilegiata per concorrere al raggiungimento di tutti gli obiettivi ambientali previsti dalle diverse strategie europee.
- 1,8 miliardi di euro per il miglioramento delle condizioni di benessere animale ed «il contrasto del fenomeno dell'antimicrobico resistenza, in attuazione della strategia Farm to Fork».
- Un sistema di aiuti al reddito più equo, attraverso la progressiva perequazione del livello del sostegno al reddito che, prendendo a riferimento l'intero territorio nazionale, determina un sensibile riequilibrio nell'allocazione delle risorse dei pagamenti diretti, a vantaggio delle aree rurali intermedie e delle aree rurali con problemi di sviluppo, nonché delle zone montane e di alcune zone collinari interne. Contestualmente, il 10% della dotazione nazionale dei pagamenti diretti viene ridistribuito focalizzando l'attenzione sulle aziende medio-piccole.
- Particolare attenzione ai comparti produttivi con maggiori difficoltà, al fine di tenere conto delle sfide che alcuni settori devono affrontare, allo scopo di migliorare la qualità, la competitività e la sostenibilità dei vari processi produttivi. Una dotazione annua di circa 70 milioni di euro è destinata a sostenere il piano proteine vegetali, con l'obiettivo di ridurre il livello di dipendenza dell'Italia dall'estero e conseguire un miglioramento della sostanza organica nel suolo.
- 3 miliardi di euro per i nuovi strumenti di gestione del rischio, in modo da garantire una più ampia partecipazione degli agricoltori agli strumenti messi a disposizione per far fronte alle crescenti avversità climatiche di carattere catastrofale. Al già collaudato strumento delle assicurazioni agevolate, si affianca infatti il nuovo fondo di mutualizzazione nazionale, cui concorrono anche gli agricoltori attraverso una trattenuta del 3% dei pagamenti diretti.
- Il rafforzamento della competitività delle filiere, con l'obiettivo di migliorare il posizionamento degli agricoltori lungo la catena del valore, attraverso una maggiore integrazione dei diversi attori, dalla gestione dell'offerta, all'ammodernamento delle strutture produttive. A questo obiettivo concorrono, in particolare, gli interventi settoriali dedicati ai settori vitivinicolo, ortofrutticolo, olivicolo, apistico e pataticolo.
- Potenziamento delle politiche in favore dei giovani, integrando gli strumenti del 1° e del 2° pilastro della PAC, in modo da mobilitare complessivamente 1,25 miliardi di euro.
- Maggiore equità e sicurezza nelle condizioni di lavoro, promuovendo il lavoro agricolo e forestale di qualità, favorendo maggiore trasparenza agli aspetti contrattuali e più sicurezza sui luoghi di lavoro. Con questo obiettivo saranno rafforzati i servizi di consulenza aziendale, da indirizzare anche all'assistenza sulle condizioni di impiego e gli obblighi dei datori di lavoro, nonché alla salute e sicurezza sul lavoro e all'assistenza sociale nelle comunità di agricoltori.
- Più attenzione alle aree rurali, patrimonio di diversità da salvaguardare e valorizzare, dato che il legame dei nostri prodotti alimentari con il territorio, i paesaggi tradizionali, il patrimonio naturale e culturale rappresenta un valore non solo per la competitività del settore, ma anche per la tenuta socio-economica del territorio.
- L'incentivazione alla diffusione della gestione forestale sostenibile, da perseguire attraverso gli strumenti della pianificazione forestale, ma anche prevedendo il sostegno a tutti gli interventi in grado di migliorare la prevenzione dai danni causati dai disturbi naturali e dagli eventi climatici estremi.
- Una nuova attenzione al sistema della conoscenza (AKIS) a servizio della competitività e della sostenibilità. Al fine di supportare le imprese agricole e forestali nell'adozione di tecniche produttive più sostenibili e innovative è stato compiuto uno sforzo importante per superare la frammentazione del sistema della conoscenza e proporre strumenti più efficaci per favorire l’integrazione tra consulenza, formazione, informazione e gruppi operativi per l'innovazione.
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Confagricoltura regionale promuove la modifica della legge forestale approvata a fine 2021 dall’assemblea della Regione Toscana. Il presidente Neri: «la Toscana non è l’Amazzonia o un far west di motoseghe selvagge e questa legge semplifica le procedure tutelando il paesaggio». Il taglio a raso è «marginale» e «la stragrande maggioranza delle attività di selvicoltura è di mantenimento»: la superficie forestale ha superato il 50% della superficie regionale e «ogni anno solo il 30% della ripresa vegetativa viene tagliata ed il capitale aumenta sempre di più».
Bene ha fatto la Regione Toscana a rivendicare le sue competenze in materia forestale. E bene ha fatto ad ascoltare le esigenze che sono arrivate da tutto il mondo agricolo e della selvicoltura toscana.
Redazione