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CREAgritrend agroalimentare

Dal CREA la fotografia dell’agroalimentare nel secondo trimestre 2021 con CREAgritrend, l’aggiornamento periodico del Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia.


«Un aumento del PIL nei confronti sia del trimestre precedente (+2,7%) sia del medesimo periodo dell’anno precedente (+17,3%) che favorisce anche un incremento del valore aggiunto»: buona la performance economica del settore agroalimentare nel II trimestre 2021. «Ciò è legato ad una crescita generale della domanda interna: consumi finali nazionali (+3,4%), investimenti fissi lordi (+2,4%) e importazioni ed esportazioni». 
A farlo sapere è stato ieri il CREA che ha riportato la fotografia dell’agroalimentare scattata nel secondo trimestre del 2021 da CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal suo Centro di Ricerca ‘Politiche e Bioeconomia’.  
«Rispetto allo stesso periodo del 2020 – si legge - fra aprile e giugno 2021, si è verificato un aumento sia dell’indice della produzione che di quello del fatturato: per l’industria alimentare rispettivamente +5,7% (con picco a giugno) e +8% nel complesso (e +14% sui mercati esteri); per l’industria delle bevande rispettivamente +27,6% (con un picco a maggio) e +31% nel complesso (e +36% sui mercati esteri)».
«Le esportazioni agroalimentari – continua la nota del Crea - nel II trimestre 2021 hanno superato i 12,6 miliardi di euro e, rispetto allo stesso periodo del 2020, crescono del +23%, con USA e Germania come principali clienti. In aumento anche le importazioni (+20%) con Brasile e Grecia come principali fornitori. I prodotti maggiormente esportati sono stati vini, carni preparate e prodotti lattiero-caseari. Sul fronte delle importazioni i prodotti maggiormente interessati sono stati semi di soia e derivati e olio di oliva».
Infine, riguardo alla sentiment analysis 2021, «sulla base dei dati raccolti su Twitter dal 6 giugno 2021 al 12 settembre 2021, emerge un ampio clima di fiducia nei confronti del settore primario e delle sue politiche, seppur si registra una diminuzione (-2%) del sentimento di fiducia rispetto al periodo precedente, con prevalenza dei giudizi positivi e molto positivi (67%) rispetto ai negativi e molto negativi (31%), che aumentano del 2% appunto».


Redazione

Presentato ieri l’ultimo Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio (INFC) realizzato dai Carabinieri Forestali con il supporto di CREA. Tra INFC del 2005 e del 2015 la superficie boschiva nazionale è aumentata di circa 587.000 ettari superando gli 11 milioni di ettari. La biomassa forestale è cresciuta del 18,4%, mentre l’anidride carbonica assorbita ha avuto un incremento di 290 milioni di tonnellate. Allarme però di Coldiretti: 1/4 dei nuovi ettari boscati sono andati in fiamme nel 2021.

Non si è arrestata la marcia dei boschi italiani negli ultimi 10 anni. E’ aumentata la loro superficie e la biomassa, e con loro la capacità di assorbire anidride carbonica. 
E’ quanto emerso dall’ultimo Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio (INFC), presentato ieri in occasione dell’All4Climate di Milano, che è stato realizzato dall’Arma dei Carabinieri tramite il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari in collaborazione con il partner scientifico CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi per l’Economia Agraria) e il contributo dei corpi forestali delle regioni e province autonome.
La lettura dei dati evidenzia un aumento della superficie forestale di 586.925 ettari per un valore complessivo di 11.054.458 ettari di foresta, pari al 36,7% del territorio nazionale. La consistenza dei boschi italiani, espressa come metri cubi di biomassa è aumentata del 18,4%, i valori a ettaro sono passati da 144,9 a 165,4 metri cubi; lo stock di carbonio, nella biomassa epigea e nel legno morto, è passato da 490 milioni di tonnellate rispetto alla rilevazione precedente a 569 milioni di tonnellate di carbonio organico, equivalente a un valore della CO2 che passa da 1.798 milioni di tonnellate a 2.088 milioni di tonnellate, con un incremento di 290 milioni di tonnellate di CO2 stoccata e, quindi, sottratta all’atmosfera. L’anidride carbonica è il gas serra maggiormente responsabile dell’innalzamento globale delle temperature.
«La sottrazione dall’atmosfera e l’immagazzinamento dei gas ad effetto serra, in particolare del diossido di carbonio o anidride carbonicae – ricorda il comunicato di Carabinieri Forestali e Crea - è una delle funzioni più importanti di recente riconosciute alle foreste che, così, contribuiscono a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e a regolare il clima. Infatti le foreste, come tutto il regno vegetale, rappresentano un ponte insostituibile tra il mondo inorganico e quello degli esseri viventi e una formidabile macchina biologica che cattura carbonio dall’atmosfera, lo immagazzina nelle sue fibre e lo tiene bloccato per tempi anche molto lunghi: un metro cubo di legno secco contiene circa 260 kg di carbonio, pari a circa la metà del suo peso. In questo contesto, l’attività di monitoraggio degli ecosistemi forestali si inserisce coerentemente ed efficacemente nella realizzazione degli obiettivi strategici individuati dall’Unione europea nell’ambito del Green Deal, che mira al raggiungimento della neutralità delle emissioni inquinanti entro il 2050».
L’INFC è un’indagine campionaria periodica finalizzata alla conoscenza della qualità e quantità delle risorse forestali del Paese, fonte di statistiche forestali a livello nazionale e regionale. Esso rappresenta già adesso, ma sempre più lo sarà in futuro, una sorta di “termometro verde” in grado di misurare la consistenza e lo stato di vitalità delle foreste, ma che soprattutto permetterà di valutare il loro contributo per mitigare la “febbre planetaria”.
Il precedente INFC risaliva al 2005, mentre quest’ultimo è stato fissato convenzionalmente al 2015, ma le indagini si sono estese per molti anni, dal 2013 al 2020. Infatti, «al fine di ottenere statistiche aggiornate e rispondere ad una pluralità di esigenze informative connesse alla gestione delle foreste e del territorio», i rilievi in campo dell’INFC 2015, terzo inventario forestale nazionale italiano, sono stati avviati nel novembre del 2017. Ma tali rilievi, conclusi nei primi mesi del 2020, hanno completato un’indagine avviata nel 2013 con la fotointerpretazione dell’uso e copertura del suolo, prima fase dell’inventario. Le definizioni e i protocolli di rilievo di INFC2015, oltre che il disegno di campionamento, sono gli stessi adottati per la precedente indagine INFC2005, allo scopo di facilitare la comparazione dei risultati ottenuti.
I risultati dell’ultimo INFC fanno anche emergere numerosi aspetti ambientali di grande rilievo, rendendo ancora più palese «l’importanza strategica delle nostre foreste nel contribuire al rispetto degli impegni internazionali assunti dall’Italia, al benessere dell’ambiente e della società e ponendoci, di conseguenza, di fronte alla responsabilità di proseguire, nell’interesse della collettività, nelle attività di monitoraggio quantitativo e qualitativo degli ecosistemi forestali, con continuità e con sempre maggiore professionalità».

Allarme di Coldiretti
Sempre ieri però è arrivata una nota di Coldiretti in cui si afferma che «sono quasi 159mila gli ettari di bosco andati a fuoco in Italia dall’inizio dell’anno per effetto dei cambiamenti climatici, con il caldo e la siccità che hanno favorito l’azione dei piromani bruciando oltre 1/4 delle nuove foreste», cioè dei 587 mila ettari in più di superfici boscate registrate dall’Arma dei Carabinieri nell’INFC 2015. Valutazione frutto di un’analisi di Coldiretti su dati dell’European Forest Fire Information System (Effis) della Commissione Europea. «L’andamento anomalo di quest’anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto – sottolinea Coldiretti –, che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi, con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità, che mette a rischio soprattutto i boschi creando le condizioni per il divampare di roghi».

Redazione

La ripresa della floricoltura nel distretto Lucca-Pistoia resa nota da Fedagripesca Toscana in occasione di un incontro per i 50 anni della cooperativa Flora Toscana. Per il direttore tecnico dell’Associazione Florovivaistica Interprovinciale Gori il calo del 20/30% del 2020 è ampiamente recuperato, mentre per il direttore di Flora Toscana Bartoli «le perdite intorno al 10%» della cooperativa nel 2020 «sono state ripianate, e siamo tornati ai livelli pre-crisi, forse di più». Trend in crescita per le piante, stabile per i fiori, prezzi in aumento.

Dopo aver azzerato il mercato durante il lockdown della primavera 2020, «la pandemia ha fatto rifiorire il pollice verde», così il settore floricolo in Toscana ha incominciato a crescere con vigore fino a ripianare le perdite del 2020. A dichiararlo il 20 settembre un comunicato di Confcooperative - Fedagripesca Toscana diffuso due giorni dopo la tavola rotonda a Pescia per i 50 anni di Flora Toscana sul tema: “Tra tradizione e innovazione, i nostri primi 50 anni. Passato presente futuro in un percorso verso nuove sfide”.
Come affermato da Stefano Gori, direttore tecnico scientifico dell’Associazione Florovivaistica Interprovinciale Lucca-Pistoia, soggetto referente del distretto che fa riferimento ai poli floricoli e florovivaistici di Pescia e Viareggio, il calo di vendite del 20-30% registrato l'anno scorso è stato ampiamente recuperato, grazie a una maggiore attenzione ai giardini privati e pubblici.
Mentre per Flora Toscana le perdite dell'anno scorso si sono attestate intorno al 10%, «ma il 2021 è stato un'annata positiva, le perdite sono state ripianate e siamo tornati ai livelli pre crisi, forse qualcosa in più», come dichiarato dal direttore generale Simone Bartoli. Il settore della produzione e della commercializzazione delle piante e dei fiori «è in ripresa e ci sono segnali positivi anche per il futuro. La pandemia ha incentivato un ritorno alla natura, spingendo molti alla cura degli spazi verdi domestici, del balcone, del giardino o in casa. Il trend in aumento per le piante, stabile per i fiori. Anche il settore degli eventi, che ha sofferto più di altri, con le riaperture di giugno è in ripartenza e registriamo numeri positivi anche nell'export, che per noi conta il 20% del fatturato. Con questo scatto in avanti del mercato, la produzione, che è stata colpita dalle gelate di aprile e ha risentito della difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, fatica a stare dietro alla domanda». I prezzi di piante e fiori sono in rialzo.
«Siamo felici di poter festeggiare questo importante traguardo di Flora Toscana guardando al futuro con una maggiore serenità – ha detto il presidente di Fedagripesca Cooperative Toscana Fabrizio Tistarelli -  i numeri del comparto sono in crescita e ci fanno ben sperare». Per lui «la realtà cooperativa rappresenta un valore aggiunto e una marcia in più anche per uscire dalla crisi».

Redazione

Secondo i dati di Comagarden, l’associazione dei costruttori di macchine per il giardinaggio, rialzo del 33,7% nel 1° semestre 2021 sul 2020, con balzi di oltre il 40% per motoseghe e robot. Intanto EIMA International, in calendario a Bologna dal 19 al 23 ottobre, annuncia 1350 espositori articolati in 13 settori di specializzazione e 5 saloni tematici e delegazioni estere da 70 Paesi.

Il boom della passione per il verde sbocciato con la pandemia si è fatto sentire anche nel mercato delle macchine e attrezzature per il giardinaggio.
Lo ha reso noto nei giorni scorsi Comagarden, l’associazione italiana dei costruttori di macchine per il giardinaggio aderenti a FederUnacoma (Federazione nazionale costruttori macchine per l’agricoltura che fa parte di Confindustria), nell’illustrare il salone tematico EIMA Green in programma dal 19 al 23 ottobre nel quartiere fieristico di Bologna nell’ambito della 44^ edizione di EIMA International, l’Esposizione Internazionale della Meccanica Agricola. Manifestazione presentata il 18 settembre durante Agriumbria da Simona Rapastella, direttore generale di FederUnacoma, che ha annunciato i seguenti numeri di EIMA1.350 (di cui 350 estere) case costruttrici che esporranno le loro gamme di prodotti articolati in 13 settori di specializzazione e 5 saloni tematici (Eima Componenti, EIMA Green, EIMA Energy, EIMA Idrotech ed EIMA Digital); e 70 delegazioni ufficiali di operatori della filiera provenienti dall’Europa (in rappresentanza di 25 Paesi), dalle Americhe (15 Paesi), dall’Africa (13 Paesi) nonché da Asia e Medio Oriente (17 Paesi).
Riguardo nello specifico al salone EIMA Green, dedicato alle tecnologie per il giardinaggio, le alte aspettative sono dovute ai dati record di Comagarden, su rilevamenti statistici Morgan, secondo i quali nel primo semestre di quest’anno si è avuta una crescita delle vendite nel comparto macchine e attrezzature per il giardinaggio pari a +33,7% rispetto al primo semestre del 2020. Con incrementi a doppia cifra per i decespugliatori (+21,3%) e le motoseghe (+40%) ma anche per i rasaerba e i robot che chiudono i primi sei mesi dell’anno con un attivo pari, rispettivamente, al 28,4% e al 41,6%. In controtendenza il segmento degli atomizzatori che, dopo la forte crescita del 2020 (+45%), archivia il primo semestre dell’anno con una flessione del 22%.
Secondo le previsioni di Comagarden l’effetto volano dell’affermarsi di nuovi stili di vita, quelli che valorizzano sempre di più la passione per le attività di giardinaggio e per la cura del verde, a livello sia hobbistico che professionale, dovrebbe proseguire anche nel resto del 2021 trainando ulteriormente il mercato. In un contesto così favorevole, EIMA Green sarà dunque un importante punto di rifermento per i buyer, i tecnici del giardinaggio, delle manutenzioni e dell’impiantistica sportiva, e per la vasta platea degli appassionati del verde che avranno la possibilità di toccare con mano l’ampia gamma di macchine e di tecnologie proposte dalle case costruttrici di tutto il mondo.
EIMA Green vede la presenza di circa 170 industrie espositrici in rappresentanza di 12 Paesi (oltre che dall’Italia, da Francia, USA, Spagna, Germania, Belgio, Turchia, Austria, Giappone, Regno Unito, Egitto, Repubblica Ceca, Canada), che impegnano una superficie espositiva attorno a 10 mila metri quadrati nei Padiglioni 33 e 35.  Ma la presentazione delle novità di gamma non è l’unica caratteristica saliente di EIMA Green. Il salone del giardinaggio offre infatti al grande pubblico di EIMA 2021 un calendario di convegni ed eventi formativi su una vasta rosa di tematiche. Dall’innovazione tecnologica delle macchine alla progettazione del verde urbano fino alla sicurezza nell’uso dei mezzi meccanici, gli incontri di approfondimento permetteranno ai visitatori di prendere confidenza con un settore in forte sviluppo, e di immergersi nella “cultura del verde”.

Redazione

Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari di Firenze

I 21 punti del documento finale del G20 dell’Agricoltura di Firenze sottoscritto il 18 settembre dai ministri delle politiche agricole. Per Patuanelli è il momento di politiche di lungo termine che non guardino al consenso immediato e l’obiettivo della “fame zero” combinato con quello della sostenibilità ambientale richiede più cooperazione e trasferimento tecnologico tra Paesi. Grande spazio all’approccio “One Health” per la prevenzione delle epidemie e alla ricerca scientifica, a cominciare dalla genetica. 


«Dobbiamo essere in grado di mettere in campo politiche che invertano la rotta in modo definitivo senza guardare al consenso e alle ricadute immediate: tutto ciò che facciamo avrà effetto tra molti anni».
Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli sabato 18 settembre presentando la “Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari di Firenze”, il documento finale del G20 dell’Agricoltura tenutosi la settimana scorsa nel capoluogo toscano. «L'appuntamento successivo – ha aggiunto Patuanelli - è in Indonesia tra un anno: se noi non facciamo niente nel mezzo, il pianeta non ci aspetta».
L'impegno principale del documento, che si articola in ventuno punti, è garantire la sicurezza alimentare a livello globale, ma tenendo conto dei vincoli della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Per raggiungere l’obiettivo della "fame zero", ha spiegato Patuanelli, bisogna «incrementare la multilateralità dei rapporti e la cooperazione tra Paesi per evitare gli sprechi». Mentre sul piano ambientale, ha aggiunto, è necessario continuare a contribuire al percorso di transizione ecologica con certamente la complessità di adattare modelli produttivi che sono diversi tra loro e quindi fare compromessi. Un ulteriore aspetto sottolineato dal ministro è l’accento posto nella Carta di Firenze al trasferimento tecnologico «in orizzontale fra i diversi Paesi dove la ricerca e sviluppo più avanzata consenta anche ai Paesi in via di sviluppo di avere un accesso immediato, facendo un salto tecnologico verso nuove tecnologie». 
Ecco riassunti in italiano, uno per uno, i 21 punti della Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari.
 
Tutti i punti della “Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari” di Firenze
1) I Ministri dell'Agricoltura del G20, dopo l’incontro a Firenze dal 17 al 18 settembre 2021, ribadiscono l’impegno a raggiungere la sicurezza alimentare per tutti e a garantire sistemi alimentari sostenibili e resilienti, senza lasciare indietro nessuno.
2) Nonostante i miglioramenti dell’agricoltura globale negli ultimi decenni, a sei anni dall'adozione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, un quarto della popolazione mondiale soffre ancora di insicurezza alimentare e il mondo è fuori strada per raggiungere l'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 2: “Fame Zero”. Questa situazione è stata aggravata dalla pandemia di COVID-19.
3) I sistemi alimentari sostenibili e resilienti sono fondamentali per la sicurezza alimentare e la nutrizione, contribuendo a diete sane ed equilibrate, eliminazione della povertà, gestione sostenibile delle risorse naturali, conservazione e protezione degli ecosistemi e mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. In questo contesto, vengono accolte con favore le “Linee guida volontarie sui sistemi alimentari e la nutrizione” recentemente approvate dal Comitato per la sicurezza alimentare mondiale.
4) In relazione agli impegni dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e l'Accordo di Parigi, saranno intraprese azioni urgenti per affrontare le cause e gli impatti del cambiamento climatico e conservare, proteggere e ripristinare la biodiversità e gli ecosistemi.
5) Impegno a identificare e superare i principali ostacoli al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Apprezzamento per le attività della FAO e di altre organizzazioni che monitorano i progressi e forniscono raccomandazioni basate su dati scientifici e prove.
6) E’ necessario definire dei percorsi verso i sistemi alimentari sostenibili e trovare strutture istituzionali appropriate per la loro attuazione. Siccome non esiste una soluzione valida per tutti, è necessario tener conto delle diverse condizioni locali, culture, storie, sistemi di produzione, modelli di consumo e tradizioni, mentre si progetta una trasformazione verso sistemi alimentari sostenibili, produttivi e resilienti. La transizione richiede il contributo di tutte le parti interessate e un dialogo continuo e inclusivo.
7) Non esiste crescita sostenibile senza un'agricoltura economicamente sostenibile che generi un reddito stabile e gratificante e che crei lavoro dignitoso e di qualità e opportunità per gli agricoltori e i lavoratori agricoli, le loro famiglie e le comunità rurali. Una tale rivitalizzazione rurale inclusiva affronterebbe la difficile situazione di almeno il 75% dei poveri del mondo che vivono nelle aree rurali e promuoverebbe il loro equo accesso a diete sane. Questo obiettivo richiede un accesso più facile all'istruzione, al capitale, alle tecnologie e ai mercati, partenariati pubblico-privato e investimenti responsabili nelle aree rurali e nelle infrastrutture rurali. In linea con i "CFS - Principles for Responsible Investment in Agriculture and Food Systems", viene riaffermata l'importanza di promuovere investimenti responsabili nei sistemi agricoli e alimentari, in particolare per le famiglie di agricoltori, le startup e le piccole e medie imprese che utilizzano tecnologie innovative a sostegno della transizione verso sistemi alimentari sostenibili.
8) La sostenibilità sociale dei sistemi alimentari richiede maggiore attenzione al contributo dei lavoratori agricoli e delle comunità, compresi i lavoratori migranti stagionali, allo sviluppo sostenibile e di garantire che condividano equamente i guadagni di questo sviluppo attraverso redditi adeguati. Si intende promuovere un ambiente politico che consenta un'occupazione equa, dignitosa e sicura nelle filiere agroalimentari. Riconoscendo l'interazione dell'agricoltura con il clima, la biodiversità e le risorse naturali, le azioni dovranno considerare gli impatti economici e sociali della trasformazione dei sistemi alimentari, garantendo una transizione verso modelli sostenibili che non lasci indietro nessuno. E’ importante garantire un approccio olistico a questo problema, considerando congiuntamente il degrado ambientale, le opportunità economiche e gli impatti sociali. Per raggiungere questo obiettivo e garantire l'inclusione sociale e l'uguaglianza, i giovani, le donne, i popoli indigeni e le comunità locali devono svolgere un ruolo chiave nei processi decisionali.
9) Lo spreco di cibo è una sfida globale e richiede azioni urgenti e collettive. Rinnovato dai ministri dell’agricoltura l’impegno a dimezzare lo spreco alimentare globale pro capite al livello della vendita al dettaglio e a ridurre le perdite alimentari lungo le catene di produzione e fornitura, comprese le perdite post-raccolta, entro il 2030.
10) La pandemia di COVID-19 e altre malattie infettive emergenti e zoonosi, nonché la continua sfida della resistenza antimicrobica (AMR), ci ricordano gli stretti legami tra salute umana, animale, vegetale e ambientale. Viene incoraggiato il lavoro delle cosiddette “Tripartite Plus organizations” OIE (organizzazione mondiale della sanità animale), FAO (organizzazione dell’Onu per l’alimentazione), WHO (organizzazione mondiale della sanità) e UNEP (il programma dell’Onu per l’ambiente) per rafforzare l'attuazione dell'approccio “One Health” [modello sanitario che integra discipline diverse basandosi sul presupposto che salute umana, salute animale e salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente, ndr] nella lotta alla resistenza antimicrobica, alle malattie zoonotiche emergenti con potenziale pandemico e ad altre minacce alla sicurezza sanitaria globale. Allo stesso modo, viene rinnovato l’impegno per garantire la sicurezza del cibo in tutti i sistemi alimentari.
11) Promozione della ricerca e dell'innovazione per aumentare la resilienza e la sostenibilità dei sistemi agricoli e alimentari e per mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici e arrestare e invertire la perdita di biodiversità e migliorare la resistenza di piante e animali a malattie, parassiti e stress abiotici. Si evidenzia in particolare il ruolo vitale della caratterizzazione, della conservazione in situ ed ex situ e della valutazione delle risorse genetiche animali e vegetali per l'alimentazione e l'agricoltura e del loro scambio e disponibilità per l'allevamento, la diversificazione dell'agricoltura e la ricerca in conformità di approcci concordati a livello internazionale. La ricerca si rafforza attraverso principi condivisi di apertura, trasparenza, reciprocità ed eccellenza. I ministri lavoreranno per rafforzare la collaborazione nella ricerca e per migliorare l'interfaccia tra scienza e politica.
12) Saranno sostenuti lo sviluppo delle capacità, la formazione e servizi ai produttori locali per affrontare gli aspetti chiave della sostenibilità dei sistemi alimentari. Viene sottolineata l'importanza della trasformazione digitale in agricoltura, promuovendo l'innovazione e investimenti in ricerca e sviluppo (R&S) e trasferimento di conoscenze agli agricoltori. Le tecnologie innovative possono contribuire all’aumento della produttività in modo sostenibile e alla produzione di cibo sotto gli effetti dei cambiamenti climatici. Sarà rafforzata la cooperazione anche sfruttando le occasioni principali di quest'anno, fra cui la COP 26 [la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in programma dal 31 ottobre al 12 novembre a Glasgow, ndr].
13) Saranno promosse pratiche e tecnologie agricole che siano sia produttive che sostenibili, basate su evidenze scientifiche e dati, legate al contesto e alle circostanze locali, che conservino le risorse naturali, la salute del suolo e l'acqua, consentano una gestione sostenibile della terra, arrestino e invertano la perdita di biodiversità e contribuiscano alla mitigazione e all'adattamento ai cambiamenti climatici.
14) Il cambiamento climatico, gli eventi meteorologici estremi, i parassiti e le malattie di animali e piante e shock come la pandemia del COVID-19, minacciano i sistemi alimentari in tutto il mondo e possono causare carenze alimentari ed esacerbare la volatilità dei prezzi, e richiedono risposte coordinate ed efficaci. Saranno evitate misure restrittive ingiustificate che potrebbero portare a un'estrema volatilità dei prezzi alimentari nei mercati internazionali e minacciare la sicurezza alimentare e la nutrizione.
15) Il commercio agroalimentare internazionale è fondamentale per la sicurezza alimentare e la nutrizione globali. Rimarcata l'importanza di un sistema commerciale multilaterale aperto, trasparente, prevedibile e non discriminatorio coerente con le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), per migliorare la prevedibilità del mercato, aumentare la fiducia delle imprese e consentire il flusso del commercio agroalimentare in modo da contribuire alla sicurezza alimentare e alla nutrizione. Accolti con favore gli sforzi costruttivi dei membri del WTO in occasione della dodicesima conferenza ministeriale del WTO (MC12).
16) Vengono apprezzati gli importanti contributi dell'iniziativa dell’Agriculture Market Information System (AMIS) e del Group on Earth Observations Global Agricultural Monitoring (GEOGLAM) per portare trasparenza nel mercato alimentare e supportare risposte politiche coordinate per la sicurezza alimentare e la nutrizione, in particolare durante la pandemia di COVID-19. Allo scopo di garantire la continuazione del lavoro di AMIS nel ridurre le incertezze del mercato alimentare globale, si prende l’impegno a fornire dati tempestivi e risorse volontarie per sostenere tale iniziativa. Riconosciuti i contributi della Platform for Agricultural Risk Management (PARM) per migliorare la resilienza del settore agricolo attraverso una migliore gestione dei rischi e i risultati della Tropical Agriculture Platform (TAP) e dell'Iniziativa per il Grano. 
17) I ministri accolgono con favore gli esiti del 10^ G20 degli Scienziati Agricoli (MACS) sul ruolo della scienza, della tecnologia e dell'innovazione nei sistemi alimentari sostenibili e resilienti per migliorare la sicurezza alimentare e la sicurezza alimentare. E incoraggiano la cooperazione nella ricerca per migliorare l'uso e l'applicazione della tracciabilità digitale lungo la catena alimentare e per rafforzare la comprensione e la conoscenza scientifica dell'editing del genoma in agricoltura, dei suoi potenziali benefici e rischi, del suo potenziale utilizzo per lo sviluppo sostenibile e per informare i processi decisionali e i sistemi normativi. Auspicano inoltre maggiore attenzione e più investimenti in ricerca e sviluppo in agricoltura e nell'innovazione per l'azione sul clima. 
18) Riguardo all'Open Forum sull'agricoltura sostenibile tenutosi sotto la Presidenza italiana del G20, viene considerato un passo avanti nella promozione di una più ampia adozione di pratiche agricole comprovate per la gestione sostenibile delle risorse naturali nelle aree rurali.
19) Nonostante gli sforzi globali, la fame è in aumento e i molteplici impatti della pandemia di COVID-19 stanno aumentando l'insicurezza alimentare e la malnutrizione. L’intenzione dei ministri è rafforzare la cooperazione tra i membri del G20 e i paesi in via di sviluppo nel settore dell’agroalimentare per condividere le conoscenze e aiutare a sviluppare capacità di produzione interna più adatte alle esigenze locali. In questo contesto, viene accolta la Dichiarazione di Matera del G20 sulla sicurezza alimentare e la nutrizione e viene riconosciuta l'opportunità di lavorare insieme, su base volontaria, tra l'altro attraverso la Food Coalition (un'alleanza globale guidata dalla FAO), per avviare un'azione coordinata in risposta a COVID-19 e tramite i progetti Peer to Peer del G20, un meccanismo di collaborazione volontaria tra i ministeri dell'agricoltura e altre parti interessate, per condividere conoscenze e migliori pratiche per sistemi agricoli sostenibili. 
20) Si guarda con aspettative positive al Summit sui Sistemi Alimentari delle Nazioni Unite del settembre 2021. Ora più che mai c’è bisogno di un'azione decisa, inclusiva, sostenuta e coordinata per garantire che i sistemi alimentari riescano ad affrontare le sfide comuni. Il lavoro dei ministri dell’agricoltura converge e si rafforza reciprocamente con gli sforzi del Summit per promuovere azioni coraggiose nei sistemi agroalimentari per garantire progressi misurabili verso l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. 
21) Ringraziata la presidenza italiana per l’ottimo lavoro svolto alla guida del G20 di Firenze, si ricorda che il prossimo appuntamento è il G20 del 2022 sotto la presidenza indonesiana.
 
La carta in versione integrale in inglese si trova qua nel sito web del Ministero delle politiche agricole.


L.S.