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Le stime del direttore di Confagricoltura Pistoia Daniele Lombardi sull’intero settore (vivaismo e floricoltura). Hanno inciso sull’aumento il forte balzo dei costi energetici di quest’anno (+100% sul 2020) e dei trasporti (+100%) e fertilizzanti (+200%). Per Lombardi i costi di produzione nel 2022 potrebbero salire di oltre il 30%. Il presidente Zelari: «gli aumenti che ci sono stati e che ci saranno il prossimo anno penalizzano il nostro settore».
«Stimiamo che l’incremento dei costi di produzione nel florovivaismo nel suo complesso, vale a dire includendo sia il vivaismo ornamentale del Distretto pistoiese che la floricoltura e il florovivaismo della Valdinievole, abbia superato il 20% sul 2020 e prevediamo che nel 2022 si possa attestare addirittura al +30-35% sul 2021».
A scattare questa fotografia del settore florovivaistico, a seguito di verifiche fra le aziende associate e importanti agrarie del territorio provinciale, è il direttore di Confagricoltura Pistoia Daniele Lombardi, che aggiunge: «non dovrebbero esserci grosse differenze fra il vivaismo del distretto nella piana pistoiese con le sue piante da esterno, sul quale incidono assai di più i costi di trasporto ed export, e la floricoltura/florovivaismo della Valdinievole, dove pesano maggiormente invece i costi di riscaldamento delle serre». «E’ chiaro che a innescare questo forte aumento dei costi produttivi – spiega Lombardi – è stato il balzo della voce costi energetici nel suo complesso, salita di oltre il 100% da inizio 2021 e che prevediamo possa crescere di un altro 50% nel 2022. Ciò ha condizionato la voce spese di trasporto (+100%), che hanno risentito anche della pandemia e, nel mercato britannico, della Brexit; ma ha influito anche sul prezzo dei fertilizzanti, saliti del 200% nel 2021. Comunque un po’ tutto è aumentato, anche se in misura minore, dal terriccio e la torba (+25% nel 2021), ai vasi in plastica (+20%) e le confezioni e imballaggi (+15%), agli agrofarmaci (+3/4%) ecc.».
«Si tratta di stime e ogni singolo comparto presenta delle peculiarità e differenze – commenta il presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari -. Ma questa è l’entità degli aumenti che ci sono stati e che proseguiranno, confidiamo a ritmo inferiore, anche il prossimo anno, penalizzando il florovivaismo così come tutta l’economia. Non ci resta che prenderne atto e sperare in contromisure adeguate dei vari livelli di governo».
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Per Cia Toscana Centro le vendite di Poinsettie prodotte nella nostra Regione sono cresciute nel 2021 del 5% mentre i prezzi dell’8%. Il presidente Sandro Orlandini: «bilancio positivo, la qualità delle nostre produzioni è riconosciuta e molto richiesta dal mercato interno. Destano però preoccupazione gli aumenti vertiginosi dei costi di produzione» (oltre il +30%, secondo le stime di Cia).
Florovivaismo toscano in salute a fine 2021. A trainare lo sprint di fine anno del settore è il mercato delle Stelle di Natale: bene il made in Tuscany, con un aumento dei prezzi (+8%) per i produttori e un incremento del 5% delle vendite. A sottolinearlo è Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro.
Redazione
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Cia Toscana organizza il 21 dicembre a Firenze un incontro sull’emergenza risorsa idrica nel sistema agricolo toscano, dove «solo il 9% dei campi sono irrigati». Il presidente di Cia regionale Brunelli: «puntare a una capacità irrigua totale». Interviene l’assessora regionale all’agricoltura Saccardi. Tra i relatori i presidenti del Distretto rurale vivaistico di Pistoia Ferrini e del Distretto rurale del Chianti Cappellini, oltre al direttore del Consorzio Vino Chianti Bani.
Nella nostra regione soltanto il 9% delle superfici agricole sono irrigate. Questione da non sottovalutare in epoca di cambiamenti climatici.
A questa problematica e al ruolo della risorsa idrica nel sistema agricolo toscano è dedicato il seminario in programma martedì 21 dicembre 2021 alle ore 9 a Firenze a Palazzo Incontri (Sala Verde) in via dei Pucci n. 1. L’appuntamento è organizzato da Cia Agricoltori Italiani della Toscana e sarà moderato da Sandro Orlandini, presidente di Cia Toscana Centro.
«Per continuare a produrre qualità – dichiara Luca Brunelli, presidente di Cia Toscana – è necessario puntare ad una capacità irrigua totale, mentre va ricordato che a livello regionale abbiamo solo una minima parte di superficie irrigua. Questo non è assolutamente sufficiente. Non possiamo pensare di avere agricoltura fra venti anni senza una progettualità che metta l’irrigazione in primo piano: se non riusciamo a irrigare i nostri vigneti, oliveti e le nostre colline non avremo più produzioni».
«E’ uno sforzo importante – aggiunge Brunelli - oggi dobbiamo approfittare del Pnrr laddove è possibile, ma dobbiamo guardare oltre agli schemi attuali. Progettare una realtà irrigua in Toscana non è più rimandabile: la Regione si deve prendere la responsabilità di animare il tavolo sul tema acqua e di essere protagonista di indirizzo e di sviluppare questo progetto. Senza acqua non avremo più un’agricoltura di qualità e competitiva nella nostra regione».
Programma
Saluti di Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’agricoltura; di Federico Gianassi, assessore alle attività produttive del Comune di Firenze; Gerri Martinuzzi, dirigente area servizi promozione della Camera di Commercio di Firenze.
Seguiranno gli interventi di Marco Bottino, presidente Anbi Toscana; Francesco Ferrini, presidente del Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia; Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti; Luigi Cappellini, presidente del Distretto Rurale del Chianti; Giacomo Cucini, Unione dei Comuni del Circondario dell’Empolese Val d’Elsa; Stefano Passiatore, presidente Unione Montana dei Comuni del Mugello.
Conclude i lavori Luca Brunelli, presidente Cia Agricoltori Italiani della Toscana.
Per partecipare all’iniziativa è necessario iscriversi qui.
Il seminario fa parte dell’intervento realizzato con il cofinanziamento FEASR del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Toscana Sottomisura 1.2.
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Fra ieri e oggi all’assemblea nazionale di Confagricoltura il presidente Giansanti ha tracciato le linee d’azione della confederazione fra controllo dell’«esplosione dei costi» e accompagnamento delle imprese agricole «nella transizione tecnologica, digitale ed ecologica». Il progetto “HubFarm” fa leva su una piattaforma cloud di Microsoft e sulla collaborazione con Reale Mutua.
«Abbiamo bisogno di un’agricoltura sempre più proiettata sul mercato per rispondere alle richieste dei consumatori: miglior cibo a prezzi accessibili, senza dimenticare la sostenibilità ambientale, attraverso l'agricoltura circolare di cui ci occupiamo da sempre. Ma intanto dobbiamo cercare di contenere la spinta inflazionistica. Dobbiamo intervenire sul cuneo fiscale per le imprese e a vantaggio dei lavoratori. La ripresa dei costi e dell’inflazione sarà transitoria, come ha riconosciuto ieri la Federal Reserve: in quest’ottica dobbiamo cominciare a riflettere sulla possibilità di un nuovo scostamento di bilancio pubblico, perché è essenziale non rallentare i processi di ripresa post pandemica e non dare il via a una pericolosissima spirale di prezzi e salari».
Redazione
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L’Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani e la Coldiretti Toscana credono nelle stelle di Natale, di cui rivendicano il primato produttivo in Italia della nostra regione con 5 milioni di esemplari all’anno, e nei ciclamini quali mezzi per ridurre l’inquinamento dentro le case.
Regalare le stelle di Natale e i ciclamini, due delle piante fiorite legate alla tradizione delle feste natalizie, in chiave anti-inquinamento domestico, per “depurare” l’aria di casa e contribuire così al benessere piscofisico, e non solo per portare colore, allegria e bellezza.
E’ la proposta avanzata ieri l’altro dall’Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani (AFFI) e dalla Coldiretti Toscana per queste festività, che tiene conto dei risultati di uno studio dell’Istituto per la BioEconomia del CNR (IBE_CNR) presentato nelle settimane scorse a un convegno a Lucca.
«Stelle di Natale e ciclamini sono alleati formidabili contro l’inquinamento indoor causato da una moltitudine di fattori come riscaldamenti, caminetti, apparecchiature elettroniche, colle presenti in pavimenti, arredi e detersivi – afferma il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi -. IBE-CNR ha evidenziato come alcune varietà di piante in vaso, verdi e fiorite, possono assorbire gli agenti inquinanti come la formaldeide, il benzene e l’acido cloridrico presenti nelle nostre case. Tra le piante fiorite spiccano proprio la poinsettia ed il ciclamino che sono due varietà tra le più importanti per il settore florovivaistico in Versilia con milioni di fiori coltivati. Regalare una stella di Natale significa regalare un piccolo polmone naturale che contribuisce a ridurre l’inquinamento domestico».
Come spiegato dal CNR, a causare l’inquinamento indoor è principalmente la formaldeide, che è presente in colle per pavimenti e moquette, pannelli di legno truciolare, arredi e rivestimenti plastici, oltre ad essere liberata da fornelli a gas e dal fumo di tabacco. La presenza polveri sottili è dovuta al riscaldamento, caminetti, tappeti, animali, apparecchiature elettroniche. Mentre ammoniaca, trielina e acido cloridrico sono presenti nei detergenti della casa. Benzene e stirene si trovano invece nelle colle per pavimenti. Tutti fattori che contribuiscono alla cosiddetta “sindrome dell’edificio malato”, «colpevole di provocare – per usare le parole di AFFI e Coldiretti - allergie ed asma, irritazioni oculare e delle mucose nasali e faringee, affaticamento, mal di testa, disturbi del sistema nervoso, raffreddore e sinusite».
La stella di Natale, prodotta in 5 milioni di esemplari in Toscana, principale polo produttivo italiano, ha capacità di assorbire il formaldeide presente in colle, solventi, pavimenti, rivestimenti oltre che nelle sigarette, il benzene presente nelle vernici, il fumo di sigaretta ecc. Anche il ciclamino, prodotto in 4 milioni di esemplari nelle diverse dimensioni, assorbe gli stessi inquinanti. «Sono filtri biologici che, se usati in abitazioni, uffici e scuole – osserva Cristiano Genovali, presidente di AFFI – migliorano la qualità dell’aria ed il nostro benessere psicofisico, contribuiscono al nostro buonumore e danno un tocco green al quotidiano».
Per chi preferisce le piante in vaso verdi in casa c’è l’imbarazzo della scelta. Le più efficaci sono la dracena, conosciuta anche con il nome di "albero del drago”, il filodendro, il falangio, lo spatifillo, capace di rimuovere anche acetone, metanolo, benzene e ammoniaca, e la gerbera. L’edera vicino al computer, appesa o in una ciotola, è la pianta perfetta contro la formaldeide, così come accanto ad una stampante ci sta benissimo la violetta africana (genere Saintpaulia).
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