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Il 9 maggio nel «borgo della felicità» irpino si apre il concorso “Cairano fiorito 2021” sotto la direzione artistica del celebre regista Franco Dragone. La premiazione delle composizioni floreali più meritevoli in calendario il 18 luglio 2021.

«Promuovere i valori ambientali e la cultura del verde, come elemento di decoro e bellezza, fra i cittadini del borgo» e diventare «il paese più fiorito d’Italia».
Questi gli ambiziosi intenti del team del Cairano Resort che organizza a partire da domenica 9 maggio nel borgo biologico di Cairano, il «borgo della felicità» situato in provincia di Avellino nel cuore verde dell’Irpinia, il concorso di composizioni floreali “Cairano fiorito 2021”.
Una manifestazione che avrà una direzione artistica di livello internazionale a cura del celebre regista teatrale italiano naturalizzato belga Franco Dragone, che è nato proprio a Cairano prima di trasferirsi a soli sette anni in Belgio. Un regista noto anche per la cura di grandi eventi, come ad esempio le cerimonie di apertura e chiusura dei Mondiali di calcio in Brasile nel 2014, tanto per citarne uno che più o meno tutti abbiamo visto.
Il concorso, che si concluderà il 18 luglio con le votazioni di una giuria tecnica di esperti della filiera floreale e la premiazione dei vincitori, prevede che i cittadini di Cairano partecipanti realizzino delle composizioni vegetali di piante e fiori con cui abbellire i propri balconi, i vicoli del borgo, i muri delle case e gli spazi pubblici messi a disposizione. Per farlo potranno recarsi in una piazza di Cairano e scegliere fra i fiori e le piante lì esposti da un importante vivaista. Da quel momento potranno dare spazio alla propria creatività e realizzare le decorazioni floreali che hanno immaginato. 

Redazione

 

 

La misura della Regione Toscana fissa un tetto di 200 mila euro e va ad aziende con meno di 500 dipendenti che abbiano subito riduzioni di fatturato nel 2020. La scadenza è il 30 giugno. L’assessore all’agroalimentare Saccardi: «un'opportunità gratuita per gli imprenditori in sofferenza a causa dell’emergenza sanitaria».

Hanno tempo fino al 30 giugno le imprese agricole e agroalimentari per ottenere prestiti in liquidità fino a 200mila euro con garanzia gratuita. E’ la misura messa a punto dalla Regione Toscana rivolta alle aziende colpite dall’emergenza pandemica, che hanno bisogno di sopperire a necessità di risorse liquide: deriva dalle misure 4.1.6, rivolta alle imprese agricole, e dalla misura 4.2.2, rivolta alle imprese agroalimentari, del Programma di sviluppo rurale Feasr 2014-2020.
«E’ un’opportunità – spiega la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi - che abbiamo voluto creare per rendere possibile ottenere garanzie gratuite previste nella programmazione dello sviluppo rurale anche per l’erogazione di liquidità a favore degli agricoltori in sofferenza a causa del periodo che stiamo attraversando. Sappiamo che adesso l’urgenza è rappresentata in molti casi dalla mancanza di disponibilità e cerchiamo quindi di venire incontro a questa necessità».
Le Pmi e le Smal Mid Cap (imprese che indipendentemente dal fatturato hanno un numero di dipendenti inferiori a 500 unità) che sono state colpite dalla crisi potranno dunque chiedere liquidità non superiori a 200 mila euro, alle banche convenzionate e i prestiti dovranno essere erogati entro il 30 giugno 2021.
Tra i requisiti: occorre avere avuto nel 2020 una riduzione di fatturato rispetto al 2019. Viene meno quindi, rispetto a prima, l'obbligo di presentare giustificativi basati su piani aziendali o documenti equivalenti e prove che dimostrino che il sostegno fornito tramite lo strumento finanziario sia stato utilizzato per gli investimenti.
Le banche abilitate sono la Banca di Cambiano, il Monte dei Paschi di Siena, Credem, Creval e Iccrea Banca impresa.

Redazione

 

 

Repubblica di Moldova

Il 27 aprile webinar sulle opportunità di affari offerte agli agricoltori dalla Repubblica di Moldova. Ultimo giorno per iscriversi il 22 aprile. Il programma.


Un seminario online che nasce da un’intesa fra il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e l’ambasciatore della Repubblica di Moldova in Italia, Anatolie Urecheanu.
Martedì 27 aprile alle ore 11 si terrà un webinar di presentazione delle opportunità commerciali e di investimento offerte dalla Repubblica Moldova nel settore agricolo. L’iscrizione dovrà avvenire entro domani 22 aprile a questo link.  
 
Programma
 
Saluti:
- Anatolie URECHEANU, ambasciatore della Repubblica di Moldova nella Repubblica italiana;
- Lorenzo TOMASSONI, ambasciatore della Repubblica Italiana nella Repubblica di Moldova;
- Massimiliano GIANSANTI, presidente di Confagricoltura;
- Rodica VERBENIUC, Direttore generale dell'Agenzia per gli investimenti della Repubblica di Moldova;
 
Relazioni:
- Mihail MACHIDON, segretario di Stato presso il Ministero dell'Agricoltura, dello Sviluppo Regionale e dell'Ambiente della Repubblica di Moldova: “Presentazione generale delle opportunità nel settore agricolo della Repubblica di Moldova, in particolare nell’orticoltura, zootecnia, comparto vitivinicolo, biologico;
- Anastasia UNGUREANU, capo della Direzione di Promozione dell’export dell’Agenzia per gli Investimenti: “Presentazione delle iniziative fiscali, dell’ambiente imprenditoriale e delle opportunità di investimento”;
- Iulia COSTIN, direttore generale dell'Organizzazione per lo sviluppo del settore delle PMI (Piccole e medie imprese): “Presentazione dei meccanismi di sostegno offerti alle PMI del settore agricolo”.
 
Presentazioni di settore:
- Iurie FALĂ, direttore esecutivo dell’Associazione MOLDOVA FRUTT: presentazione dei produttori all'interno della Associazione;
- Alexei MICU, direttore dell'Associazione MOVCA: “Presentazione dei produttori bio”; 
- Presentazione del settore vitivinicolo: “l’Ufficio nazionale per il vino e i vigneti”;
- Presentazione di aziende del settore zootecnico;
- Eleonora PRIPA, segretario generale della Camera di Commercio Italo – Moldava: “Storie di successo di aziende italiane nel settore agroindustriale”;
- Sergiu HAREA, presidente della Camera di Commercio della Repubblica di Moldova: “Presentazione dei servizi offerti alle aziende straniere”.
 
Dibattito
 
Conclusioni:
- Anatolie URECHEANU, Ambasciatore della Repubblica di Moldova.



Redazione


Spighe Verdi

Nel 2020 hanno ricevuto la Spiga Verde 46 comuni di 13 regioni, fra cui la Toscana con 6 comuni di 4 provincie: Firenze, Grosseto, Livorno e Siena. Il presidente di Confagricoltura Pistoia ha scritto ai sindaci pistoiesi per invitarli ad aderire a “Spighe Verdi”, programma/marchio ambientale e rurale promosso da FFE e Confagri. C’è tempo fino al 10 maggio per registrarsi nel sito web di Spighe Verdi.


“Spighe Verdi” è un programma di certificazione volontaria e gratuita per lo sviluppo rurale sostenibile ideato e organizzato da FEE - Foundation for Environmental Education (Fondazione per l’educazione ambientale riconosciuta dall’Unesco) e Confagricoltura. Nato sei anni fa, si rivolge ai comuni che intendono valorizzare il proprio patrimonio rurale, migliorando al contempo le buone pratiche ambientali in generale. In una fase come l’attuale, in cui il turismo è stato messo ko dal Coronavirus e dovrà rialzarsi il più velocemente possibile, potrebbe essere utilissimo, per i comuni con le caratteristiche giuste e le carte in regola, poter contare su un marchio di certificazione ambientale e rurale per farsi notare come meta turistica ideale anche sotto il profilo del buon vivere e della salute.
L’anno scorso, nonostante la pandemia da Covid-19, hanno ottenuto l’ecolabel Spiga Verde ben 46 comuni di 13 regioni italiane, fra cui la Toscana con 6 comuni di 4 provincie: Castiglione della Pescaia e Massa Marittima (Grosseto), Bibbona e Castagneto Carducci (Livorno), Fiesole (Firenze) e Castellina in Chianti (Siena). Nessun comune della Provincia di Pistoia dunque. Il presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari ha deciso quindi nei giorni scorsi di scrivere una lettera a tutti i sindaci della provincia pistoiese per invitarli a partecipare con i comuni da loro amministrati al programma “Spighe Verdi”. 
Per candidarsi c’è tempo fino al 10 maggio 2021 e basta che ogni comune che vuole intraprendere il percorso si registri all'interno dell'area “Registrazione” del sito web www.spigheverdi.net e scarichi gli allegati “Questionario” e “Procedura Operativa” relativi all'anno in corso. Il referente del comune per il programma “Spighe Verdi” potrà contattare la FEE Italia per un supporto nella redazione della candidatura. Per ottenere il riconoscimento di Spiga Verde, il comune dovrà riempire tutte le sezioni del questionario e consegnarlo entro la data stabilita. Dopo la valutazione da parte di un'apposita commissione, composta da rappresentanti del Ministero delle Politiche agricole, del Ministero dell’Ambiente, del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, del Corpo Forestale dello Stato, dell’ISPRA, del CNR, di Confagricoltura e FEE Italia, riceverà la certificazione Spiga Verde, che avrà un anno di validità e potrà essere mantenuta soltanto rinnovando il percorso di anno in anno.
Quali sono i criteri che consentono ai comuni di ottenere l’anelata Spiga Verde? In generale il programma si basa sul riscontro di azioni sostenibili in diversi ambiti: da quello agricolo, valutando pure la conservazione della superficie agraria utilizzata (sau) e del paesaggio, a quello della valorizzazione degli aspetti culturali dei luoghi. I parametri rilevanti sono indicati nel questionario. Tra questi indicatori, la rispondenza delle politiche amministrative a una serie di requisiti riguardanti: gestione ambientale, trasparenza e partecipazione pubblica, educazione ambientale, controllo della cementificazione e salvaguardia della Sau, numero di attività agricole e produzioni tipiche, tutela della biodiversità, dell’aria e dell’acqua, energie rinnovabili, gestione rifiuti, tutela del paesaggio, presenza di frantoi, mobilità e turismo sostenibili.
«Raggiungere il riconoscimento del programma Spighe Verdi – dichiara Andrea Zelari - rappresenta una scelta forte di gestione del territorio in una cornice di sostenibilità e in una prospettiva di conservazione del paesaggio. Viene premiato un percorso di condivisione, dove tutti diventano soggetti attivi e forte è il contributo dell’agricoltura locale e delle produzioni agroalimentari di qualità».


Redazione


L’assessora all’agroalimentare della Regione Toscana Saccardi: «fondamentale per la tutela del patrimonio forestale poter contare sul presidio delle maestranze forestali».

Con oltre 7 milioni di euro la Regione Toscana ha finanziato i programmi forestali annuali con i quali gli Enti delegati gestiscono i complessi agricolo-forestali che fanno parte del patrimonio regionale: oltre 110.000 ettari di territorio, per lo più boscato, che rappresentano quasi il 10% dell’intero patrimonio forestale della regione.
Attualmente sono 424 gli operai forestali in forza agli Enti che si occupano della manutenzione e gestione del patrimonio regionale, 17 Unioni di Comuni e 7 Comuni, oltre ad un contingente di circa 120 tra tecnici e personale amministrativo impegnato, tra l’altro, nelle procedure attinenti le pratiche del vincolo idrogeologico forestale.
Gli operai forestali, oltre ai lavori di forestazione, assumono inoltre un ruolo essenziale anche nella lotta attiva agli incendi boschivi per i quali sono impiegati insieme alle forze del volontariato toscano.
«E’ essenziale - commenta la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi -  per la valorizzazione e tutela del patrimonio forestale, poter contare sul presidio territoriale delle maestranze forestali, la cui professionalità ed esperienza è garanzia, ormai da quasi mezzo secolo, di un’azione quotidiana di manutenzione e controllo delle grandi superfici boscate che fanno della nostra regione la più boscata d’Italia».
Sono ormai oltre 6.000 le richieste che ogni anno vedono coinvolti cittadini ed imprese per l’utilizzo del bosco che deve avvenire nel pieno rispetto della Legge Forestale Regionale a tutela della valorizzazione sostenibile ed attenta della risorsa legno.
Il patrimonio agricolo-forestale è estremamente variegato e composto non solo da superfici forestali, ma anche da strutture ed infrastrutture che concorrono a valorizzare aree anche di elevato pregio ambientale e naturalistico, per le quali è essenziale, sia in termini economici che sociali, nonché di manutenzione dell’assetto idrogeologico, la costante presenza e presidio dell’uomo.
Ogni area del patrimonio regionale è inserita in complessi piani di gestione pluriennale che definiscono, per ogni anno, gli interventi da realizzare al fine del mantenimento della risorsa, assicurandone la fruizione pubblica sotto il coordinamento di Ente Terre Regionali Toscane.

Redazione