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L’annuncio dell’assessore all’agroalimentare della Regione Toscana Saccardi il 17 settembre al convegno “La salvaguardia delle foreste di fronte ai cambiamenti climatici” organizzato da ConfagricolturaToscana. Il presidente regionale di Confagri aveva chiesto sostegno per un finanziamento adeguato nel Pnrr per sostenere le attività boschive: «elemento fondamentale per trovare l'equilibrio tra le emissioni di gas serra e il fabbisogno di ossigeno».

Più manutenzione e valorizzazione del patrimonio forestale, con in particolare più prevenzione del rischio idrogeologico e del rischio incendi. Nel 2021-22 la Regione Toscana aggiungerà per le foreste 25 milioni di euro ai 134 milioni già stanziati per il periodo 2014-2020.
E’ quanto annunciato dalla vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi il 17 settembre durante il convegno su “La salvaguardia delle foreste di fronte ai cambiamenti climatici” organizzato da Confagricoltura Toscana nello Spazio istituzionale associativo G20 Agrinsieme in piazza della Repubblica a Firenze nell'ambito del G20 dell’agricoltura. Convegno nel corso del quale il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri ha chiesto, per risolvere il problema dell’abbandono boschivo, più risorse per le attività agricole e quelle di valorizzazione del territorio: «chiediamo che la Regione faccia pressione affinché sia riconosciuto nel Pnrr un finanziamento adeguato per sostenere le attività boschive che sono elemento fondamentale per trovare l'equilibrio tra le emissioni di gas serra e il fabbisogno di ossigeno - ha detto il presidente Neri -. I temi della sostenibilità ambientale e della sicurezza sono sempre più cruciali, pertanto, a nostro avviso, serve un intervento nazionale oltre che regionale per raggiungere gli obiettivi di messa in sicurezza».
Lo stato attuale delle foreste, non solo in Toscana, subisce il progressivo abbandono soprattutto nelle aree rurali e montane innescando problematiche gravi in termini di rischio idrogeologico e per gli incendi boschivi. «E’ indispensabile dunque intervenire per mitigare il quadro complessivo dei rischi anche con azioni in cui l’ente pubblico si vada a sostituire al proprietario, spesso difficilmente individuabile – ha affermato la vice presidente regionale Saccardi – Abbiamo pertanto stabilito di incrementare la dotazione finanziaria. E’ stata una decisione frutto anche del metodo concertativo che abbiamo adottato nei rapporti fra istituzioni e associazioni di rappresentanza delle imprese per capire i veri problemi e rispondere con politiche attive di sviluppo». 
A novembre sarà dunque pubblicato il nuovo bando della sottomisura 8.3 ovvero quella dedicata alla prevenzione dei rischi idrogeologico e di incendio boschivo e avrà una dotazione di 11,5 milioni di euro.
A marzo del 2022 sarà aperto il bando della sottomisura 8.6 che riguarda l’acquisto di attrezzature in campo forestale e avrà una dotazione di 5 milioni di euro. Nel frattempo è stato approvato lo scorrimento delle graduatorie  per circa 8,2 milioni di euro anche per  sottomisure 8.3 cioè la prevenzione rischio idrogeologico e la 8.5 cioè la valorizzazione del bosco con sentieri, rifugi, attività di ricavo non legnoso.
«La Toscana – ha proseguito Saccardi - , tra le regioni più boscate d'Italia con i suoi 110 mila ettari di foreste che valgono un quinto del demanio nazionale, ha dei doveri di fronte a questo immenso patrimonio: da un lato mettere in atto azioni di conservazione, di ripristino e di gestione sostenibile delle foreste, a beneficio dell’ambiente e dell’economia. Secondo il World Economic Forum, la buona gestione delle foreste infatti potrebbe generare 190 miliardi di euro in opportunità commerciali e 16 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo entro il 2030. Dall’altro lato dobbiamo garantire la formazione e la specializzazione degli operatori perché effettuino le operazioni in maniera corretta, ma soprattutto in sicurezza.  E’ quindi una priorità tutelare i proprietari e le imprese del settore che con tanta fatica e sacrificio lavorano tutti i giorni a sviluppare questa millenaria attività forestale che ha generato e prodotto l’attuale bellezza delle nostre foreste e del nostro splendido paesaggio, valore aggiunto dell’ambiente toscano».

Redazione

Confagricoltura Zelari Giansanti Magazzini

Tra i problemi messi in luce il 15 settembre all’incontro degli agricoltori e vivaisti pistoiesi di Confagricoltura con il presidente nazionale Giansanti, limiti normativi che penalizzano il ricorso alle «attività connesse» in montagna alle aziende strutturate e poi tante istanze dei vivaisti su infrastrutture idriche, manodopera qualificata, no ad applicazione brusca della direttiva sulle pratiche sleali fra florovivaisti, revisione del ddl Liuni. Presente anche il direttore del Mefit, che ha chiesto servizi per i floricoltori del mercato dei fiori di Pescia. Per Giansanti la risposta ad alcune richieste si trova nei fondi del Pnrr, mentre sui tempi di pagamento auspica una deroga all’applicazione della direttiva sulle pratiche sleali nei rapporti fra agricoltori o almeno fra florovivaisti e sul testo di Liuni ha chiesto di evidenziare meglio la centralità dell’imprenditore agricolo rispetto alle figure degli altri segmenti della filiera del verde.


«Io credo che la provincia di Pistoia sia uno di quegli straordinari interpreti del “saper fare” tutto italiano. Una provincia che si sta caratterizzando per le sue importantissime produzioni vivaistiche e che fanno sì che l’Italia sia leader in queste produzioni e soprattutto che sia leader a livello mondiale. Bisogna partire da qua perché l’Italia negli anni a venire conoscerà, secondo i grandi progetti di strategia e visione del Green Deal, degli obiettivi importanti in cui l’agricoltura pistoiese sarà straordinaria interprete. Se pensiamo al recupero delle aree verdi e forestali chi meglio della provincia di Pistoia e delle sue aziende vivaistiche è in grado di dare un contributo?». 
Con questa dichiarazione a margine della conferenza stampa di ieri, subito dopo l’incontro a porte chiuse con i soci pistoiesi, il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha sintetizzato il ruolo che l’agricoltura pistoiese, a cominciare dal vivaismo, può giocare nei prossimi anni con riferimento al peso sempre crescente che avranno i temi dell’ecosostenibilità e dei «servizi ecosistemici», fra cui in primis l’abbattimento di CO2, nella politica agricola comune europea e nelle risorse messe a disposizione nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Un incontro aperto dal presidente di Confagricoltura Pistoia Andrea Zelari, che ha sottolineato la necessità di valorizzare la specificità del distretto vivaistico leader europeo nella produzione di piante da esterno, ma senza dimenticare l’importanza di altri comparti come ad esempio il vivaismo olivicolo e la floricoltura della Valdinievole. A cui sono seguiti gli interventi del presidente della sezione provinciale “Agricoltura tradizionale” Roberto Orlandini e il presidente della federazione di prodotto “Florovivaismo” di Confagricoltura a livello provinciale e regionale Luca Magazzini.  
Fra i punti critici messi in risalto da Roberto Orlandini, alcune difficoltà dell’agricoltura nella Montagna Pistoiese con riferimento alla multifunzionalità o alle «attività connesse» e a certe norme regionali che sfavoriscono le aziende più strutturate, quasi incoraggiando a restare piccoli. Ad esempio, ha detto Orlandini, una legge regionale che impedisce agli agriturismi di avere più di 10 piazzole ad azienda al di là dei livelli di fatturato ed estensione aziendali. C’è bisogno, ha ribadito Orlandini, di «più apertura alle attività connesse e di valorizzare meglio i servizi ecosistemici, fra cui anche la salvaguardia idrogeologica».
Riguardo al vivaismo, la componente più consistente della base associativa di Confagricoltura Pistoia, le esigenze illustrate da Luca Magazzini al presidente Giansanti sono state numerose e ben argomentate, tutte tese a mettere i vivaisti nelle condizioni di rispondere all’improvviso aumento della domanda di piante innescato dall’imporsi del tema cambiamento climatico e dai lockdown per la pandemia. Un incremento che richiederà significativi investimenti produttivi per mantenere gli elevati standard qualitativi e adeguarsi al contempo ai più stringenti requisiti di una produzione eco-compatibile. Fra i problemi esposti dai vivaisti, la necessità di investimenti nelle infrastrutture per la gestione dell’acqua, perché, ha detto Magazzini, da un lato «nonostante che alcune aziende abbiano già molto investito in questo ambito, non tutte l’hanno fatto e comunque la frequenza delle siccità sta aumentando e quella di quest’anno è stata l’estate più siccitosa dal 2003»; dall’altro lato, ci sono i problemi del rischio idraulico in una piana facilmente soggetta ad allagamenti. Secondo, vista la difficoltà a reperire manodopera ben formata secondo i tradizionali canali aziendali, l’esigenza di creare percorsi formativi ad hoc nel sistema dell’istruzione pubblica. Inoltre una deroga dall’applicazione immediata dell’accorciamento drastico dei tempi di pagamento previsto dalla direttiva europea sulle pratiche sleali, almeno fra gli imprenditori agricoli del florovivaismo, che è incardinato su cicli produttivi molto lunghi, come minimo di tre anni. Il non farlo potrebbe mettere in crisi l’equilibrio della filiera, con fallimenti a cascata. Infine  una revisione del disegno di legge Liuni di riforma del settore florovivaistico che lasci al centro l’agricoltore come definito dall’articolo 2135 del Codice Civile, cioè la produzione di piante, rispetto ai successivi segmenti della filiera.
All’incontro è intervenuto anche Gianluca Incerpi, direttore del Mefit, l’azienda del Comune di Pescia che gestisce il mercato dei fiori pesciatino, il più importante mercato all’ingrosso di piante e fiori del Centro Italia. Incerpi ha chiesto a Confagricoltura un sostegno per aumentare i servizi offerti ai piccoli produttori di fiori e piante che usano il mercato per la loro attività. 
Nella sua risposta ai vivaisti, poi illustrata nella successiva conferenza stampa, Massimiliano Giansanti ha preso atto delle esigenze e richieste degli agricoltori pistoiesi rispondendo subito ad alcune di esse. Giansanti, dopo aver ribadito la forza delle aziende leader del Distretto vivaistico pistoiese, capaci di stare sul mercato con livelli di export inimmaginabili per tante aziende di tutti i settori, ha riconosciuto che il distretto ha attraversato un periodo difficile nel recente passato e che c’è stata una «selezione più o meno naturale» di aziende che non ce l’hanno fatta, per cui è importante «contrastare le difficoltà per mettere le aziende nella condizione di essere sempre più competitive e produttive». 
Per alcune delle istanze evidenziate dai vivaisti, ha ricordato Giansanti, la risposta è nelle «disponibilità stanziate all’interno del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) del Paese perché molti degli ambiti di programmazione del Pnrr vedranno le imprese del pistoiese protagoniste». «Se pensiamo ai grandi temi della forestazione, ai grandi temi legati alla ricostruzione dei parchi urbani, se pensiamo ai modelli di sviluppo e a tutti i bonus per la riqualificazione – ha aggiunto - In tutto questo è evidente che chi oggi produce piante ha un vantaggio enorme. Senza considerare che in questi giorni si è toccato il valore massimo sui mercati per quello che riguarda l’abbattimento della CO2 e chi meglio di Pistoia è in grado oggi di dare un contributo grazie alle sue aree forestali, perché la montagna e la collina di Pistoia sono aree forestali importanti, e soprattutto per quella attività più propriamente della pianura il vivaismo che le consente di avere una presenza arborea rilevante. E’ un percorso su cui c’è da fare e su cui gli imprenditori pistoiesi, che invito ad essere molto visionari e di prospettiva, possono costruire un futuro molto molto luminoso».
«Sul tema delle pratiche sleali – ha detto Giansanti – so bene che stiamo parlando di un settore che ha dei tempi di maturazione per andare sul mercato molto lunghi. Il florovivaismo ha saputo costruire in questi anni un sistema di regole proprie che hanno garantito e che garantiscono oggi un giusto reddito a tutti gli attori della filiera. La norma contro le pratiche sleali è sacrosanta, perché è evidente che l’agricoltura sconti una grande difficoltà a traferire gli interessi degli imprenditori agricoli nei rapporti commerciali all’interno delle varie filiere. E in qualsiasi tipo di studio che oggi va a vedere come si distribuisce l’utile all’interno di una filiera, l’agricoltore storicamente è l’anello debole. Ma l’attività florovivaistica è uno di quei settori che nell’applicazione della nuova direttiva sulle pratiche sleali rischia di andare a definire dei sistemi di norme che possono irrigidire una filiera che ha ben performato fino ad oggi. Per questo mi auguro che in sede di discussione parlamentare rispetto all’attuazione della legge sulle pratiche sleali possa essere escluso tutto il comparto degli scambi tra agricoltori o almeno fra agricoltori del settore florovivaistico».
Riguardo infine alla revisione della legge Liuni, Giansanti ha detto che «è una legge che certamente genera delle prospettive e aspettative nel settore, ma è altrettanto vero che come Confagricoltura ribadiamo la centralità dell’impresa agricola. La legge che definisce e regola l’attività di agricoltore, l’articolo del codice civile 2135, è un caposaldo che non può essere toccato: quelli devono essere i requisiti che caratterizzano l’imprenditore agricolo. Chi non rientra in quelle caratteristiche è un operatore commerciale che bene fa a vendere i prodotti dell’agricoltura, ma rientra in un ambito commerciale diverso rispetto all’attività agricola».


Redazione


G20 Agricoltura a Firenze

Al via il 16 settembre al Teatro la Pergola l’Open Forum sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, introdotto e chiuso dal Ministro delle Politiche Agricole Patuanelli. Il Vertice dei ministri dell’agricoltura del G20 si terrà il 17 e 18 settembre, con apertura a Palazzo Vecchio con Patuanelli, il ministro dell’agricoltura dell’Arabia Saudita e il direttore della Fao. Nelle piazze manifestazioni organizzate da Agrinsieme (piazza della Repubblica) e da Coldiretti (piazza Santa Croce). Il programma dettagliato del Forum.

 
Con l’Open Forum sull’agricoltura sostenibile prenderà il via ufficialmente giovedì 16 settembre a Firenze, alle ore 14, il G20 Agricoltura a presidenza italiana. Un evento G20 organizzato dal nostro Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), che vedrà la partecipazione dei ministri dell'agricoltura e delegati dei Paesi G20 e non, di rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori e delle organizzazioni internazionali e di imprenditrici e imprenditori agricoli.
Al centro del dibattito dell'Open Forum del 16 settembre, che sarà aperto e chiuso dal ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, i temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale. L'evento si comporrà di una parte introduttiva e quattro sessioni separate che verteranno su: aumento della produttività, dell'occupazione e del valore aggiunto nei sistemi agroalimentari; miglioramento delle condizioni di vita e della crescita economica inclusiva; sostenibilità ambientale; domanda di cibo in Africa. Il Forum si svolgerà al Teatro la Pergola e sarà integralmente trasmesso in streaming sul canale ufficiale YouTube del G20 (https://youtu.be/lGJkCmWo31o)
Il Vertice dei ministri dell’agricoltura si aprirà invece il 17 settembre a Palazzo Vecchio con l'intervento introduttivo del ministro Stefano Patuanelli, del ministro dell'Ambiente, acqua e agricoltura dell'Arabia Saudita Eng. Abdultahaman A. AlFadlley e del direttore generale della Fao Qu Dongyu. La “ministeriale agricoltura” porrà l'accento sul tema della sostenibilità dei sistemi agricoli e alimentari. La giornata del 17 settembre sarà articolata in tre sessioni ministeriali al termine delle quali (ore 12,10) il ministro Patuanelli e il direttore generale della FAO Qu Dongyu rilasceranno dichiarazioni alla stampa. Nella giornata del 18 settembre seguiranno la 4^ e la 5^ sessione ministeriale G20. Al termine sarà̀ adottato il comunicato finale dei ministri dell'Agricoltura del G20 sui temi discussi nel corso della presidenza italiana. Alle 12.45 si terrà la conferenza stampa finale del ministro Patuanelli, che chiuderà ufficialmente il G20 Agricoltura a presidenza italiana.
Al di fuori dei palazzi, nelle piazze di Firenze, nei quattro giorni del G20 Agricoltura le associazioni di categoria agricole organizzano esposizioni ed eventi. 
Agrinsieme, il coordinamento di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, allestisce in piazza della Repubblica dal 16 al 18 settembre un ampio spazio espositivo dove si terranno vari eventi. La presenza del Coordinamento sarà comune nello stand che sarà inaugurato ufficialmente giovedì 16 settembre alle ore 12, ma si amplierà con ulteriori spazi a cura delle singole organizzazioni. Agrinsieme coglierà la sfida della sostenibilità declinandola in incontri, dibattiti e momenti di confronto che animeranno lo stand «con l’obiettivo di divulgare l’impegno del settore primario su questo fronte, a garanzia di una sempre maggiore tutela del pianeta e di un’elevata qualità della produzione agricola italiana». «Le imprese e le cooperative agricole si confrontano infatti con sempre maggiore frequenza – sottolinea Agrinsieme - sui temi della produttività e della sostenibilità, prestando attenzione non soltanto alle questioni ambientali, ma anche a quelle sociali e della valorizzazione dei territori. Lo spaccato che ne deriva è di un’agricoltura competitiva, ad alto valore aggiunto, che assicura un importante presidio del territorio, a beneficio del pianeta e dei suoi abitanti».
Fra gli appuntamenti in programma, giovedì 16 settembre, alle ore 10 “Agricoltori, solidarietà e sviluppo” a cura di Cia e ASeS, e alle ore 11 “Lezioni di clima” a cura di Confagricoltura e Accademia dei Georgofili con gli istituti agrari di Firenze e Todi. Mentre venerdì 17 settembre, alle 9,30 “La salvaguardia delle foreste di fronte ai cambiamenti climatici” a cura di Confagricoltura; alle 11,30 “Innovazione nelle aree interne” a cura di Cia; alle 13 “La cooperazione e i temi del G20: per un’agricoltura sostenibile” e alle ore 16 “Usi, sviluppi e potenzialità della canapa” a cura di Copagri. Infine sabato 18 settembre, alle 10, “Agricoltura sociale: case history” a cura di Confagricoltura e Croce Rossa Italiana; alle 12 “L’uso dei droni in agricoltura: il progetto SFIDA” a cura di Copagri. 
Coldiretti porta invece “l’agricoltura che verrà” in piazza Santa Croce. Che sarà per quattro giorni, dalla mattina del 16 settembre fino alla sera del 19 settembre, «il palcoscenico dei protagonisti del cibo, tra innovazione e tradizione, nel rispetto dell’ambiente, della salute e del territorio». Nella piazza sarà presente anche un grande farmers market realizzato appositamente per il G20 dove «i consumatori insieme alle delegazioni internazionali e nazionali potranno vivere l’esperienza di contatto diretto con gli agricoltori, anche attraverso la degustazione dei prodotti e delle ricette tipiche preparate dai cuochi contadini». Senza dimenticare la solidarietà con l’iniziativa la “Spesa sospesa di Campagna Amica”.
La mattina di giovedi 16 settembre alle ore 9 mobilitazione dei giovani agricoltori da tutta Italia contro il furto e la distruzione di terra fertile alla presenza del presidente di Coldiretti Ettore Prandini e della delegata dei giovani Veronica Barbati che illustrerà l’appello firmato dai giovani imprenditori del G20 dei diversi continenti con la «prima esposizione delle produzioni a rischio per la cementificazione e le speculazioni sulla terra». Alle ore 12 di nell’area workshop focus in diretta streaming sul sito www.coldiretti.it sull’agricoltura 4.0 con la presentazione di Mater Agro, la prima realtà specializzata nella bioinnovazione realizzata da Novamont e Coldiretti con l’obiettivo di creare un laboratorio a cielo aperto per condividere la ricerca agroalimentare in campo e in laboratorio, su temi strategici come risparmio idrico, qualità ambientale e sostenibilità delle produzione. Parteciperanno il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e l’amministratore delegato di Novamont Catia Bastioli. 
Insomma «una occasione unica per conoscere, degustare e acquistare prodotti delle campagne da tutta Italia con incontri ed esperienze tra consumatori, istituzioni e agricoltori e riflessioni sui temi del G20».
 
Programma dettagliato dell’Open Forum del 16 settembre 
- Il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli aprirà i lavori del Forum alle ore 14. Seguirà la relazione introduttiva del Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite e Presidente del Gruppo delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile Amina J. Mohammed. Ospite speciale della parte introduttiva Brunello Cucinelli, Presidente esecutivo e Direttore creativo della Brunello Cucinelli S.p.a. 
- Al centro della prima sessione del Forum (14.30 - 15.25), moderata da Marion Jansen, Direttore della Direzione Commercio e Agricoltura - OCSE, il tema dell'aumento della produttività, dell'occupazione e del valore aggiunto nei sistemi agroalimentari. Interverranno Janusz Wojciechowski Commissario per l'Agricoltura -  Commissione Europea, Luis Planas Puchades Ministro dell'Agricoltura della Pesca e dell'Alimentazione - Spagna, Gerardine Mukeshimana Ministro dell'Agricoltura e delle Risorse Animali - Ruanda, Hamad Al Batshan Vice Ministro delle Risorse Animali, Ministero dell'Ambiente, dell'Acqua e dell'Agricoltura - Arabia Saudita, Lim Kok Thai Amministratore delegato dell'Agenzia Alimentare di Singapore, Doaa Abdel Motaal Consigliere WTO, Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, e Franco Verrascina, Presidente Copagri. Chiuderà la sessione la testimonianza dell'imprenditrice agricola Serena Stefani.
- La seconda sessione (15.25-16.30) sarà dedicata al miglioramento delle condizioni di vita e della crescita economica inclusiva. A moderare il dibattito il Direttore Senior della Divisione Partnership Strategiche - PAM Stanlake Samkange. Ne discuteranno Tereza Cristina Correa da Costa Dias Ministro dell'Agricoltura, Allevamento e Approvvigionamento - Brasile, Bekir Pakdermirli Ministro dell'agricoltura e delle foreste della Repubblica di Turchia, Nosipho Ngcaba, Ambasciatrice della Repubblica del Sudafrica, Cornelia Berns Vice Direttore Generale, Ministero dell'alimentazione e dell'agricoltura - Germania, Adriana I. Herrera Moreno Consigliere Agricolo della Rappresentanza del Messico presso l'Unione Europea - Messico, Angelo Riccaboni Professore di Economia aziendale presso l'Università di Siena, Federico Caner Coordinatore della Commissione politiche agricole, Conferenza delle Regioni, Giorgio Mercuri Presidente dell'Alleanza delle Cooperative e Igor Boccardo, Amministratore delegato di Genagricola. A seguire la testimonianza dell'imprenditrice agricola Valentina Stinga
- Nella terza sessione (16.35-17.30) il tema sarà quello della sostenibilità ambientale. Relatori Thomas J. Vilsack Segretario dell'Agricoltura - Stati Uniti d'America, Victoria Prentis Segretario di Stato del Dipartimento Ambiente, Alimentazione e Affari Rurali - Regno Unito, Martien Van Nieuwkoop Direttore Agricoltura e Alimentazione - Gruppo Banca Mondiale, Frédéric Lambert Direttore del Dipartimento Internazionale e dell'Europa, Ministero dell'Agricoltura e dell'Alimentazione - Francia, Johan Swinnen Direttore Generale - IFPRI/CGIAR, Federica Rossi Ricercatrice di BioEconomia CNR-IBE, Massimiliano Giansanti Presidente di Confagricoltura e Cristian Maretti, Vice Presidente di Fruttagel. Modera Ismahane Elouafi, Chief Scientist - FAO. Sarà Yuri Maggi, l'imprenditore agricolo, ad illustrare la sua esperienza personale.
- Infine nella quarta sessione  (17.30 - 18.25) si affronterà il tema della domanda di cibo in Africa. Ne parleranno Syahrul Yasin Limpo Ministro dell'Agricoltura - Indonesia, Celso Ismael Correia Ministro dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale - Mozambico, Andrei Kucherov Capo Dipartimento Marketing Fsbi Agroexport - Russia, Luca Maestripieri Direttore dell'Agenzia Italiana alla Cooperazione e allo Sviluppo (AICS), Andrea Illy Presidente di Illycaffè, Arianna Giuliodori Segretario Generale della Organizzazione Mondiale degli Agricoltori, Dino Scanavino Presidente della CIA-Agricoltori Italiani, Luigi Scordamaglia Consigliere delegato di Filiera Italia, Elizabeth Nsimadala imprenditrice agricola e Presidente della Pan African Farmers' Organisation. Modera Ronald Hartman Direttore di Impegno Globale, Partenariato e Mobilitazione delle Risorse - IFAD . Ospite speciale il cuoco Filippo La Mantia
- Le conclusioni del Forum, previste per le 18.25, saranno affidate a Stefano Patuanelli, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.


Redazione

Messa a punto per la prima volta da un gruppo di ricercatori austriaci e tedeschi la tecnica CRISPR-Cas9 per modificare il genoma della pianta e ottenere nuove colorazioni e tonalità. Quesa tecnica nel 2020 ha fatto vincere il premio Nobel a Jennifer A. Doudna e Emmanuelle Charpentier.

Nuove frontiere per la selezione e il miglioramento genetico si prospettano per Euphorbia pulcherrima, meglio nota come poinsettia, o stella di natale per i non addetti ai lavori. Un gruppo di ricercatori tedeschi e austriaci, coordinati dalla professoressa Heidi Halbwirth dell'Università di Vienna, è riuscito a ottenere nuove colorazioni delle brattee utilizzando la tecnologia di genome-editing CRISPR-Cas9. Questo lavoro, pubblicato quest'anno sulla rivista scientifica Plant Cell, Tissue and Organ Culture (vai all'articolo) è anche il primo caso di utilizzo della tecnologia CRISPR Cas9 su stella di natale.
Questa tecnologia - che nel 2020 ha fatto vincere il premio Nobel per la chimica alle due inventrici  Jennifer A. Doudna e Emmanuelle Charpentier -  permette di intervenire sul genoma di un organismo con estrema precisione. Consente infatti di modificare una sequenza di DNA in un punto preciso, ad esempio eliminando o rendendo inattivo un gene, oppure facendone attivare uno solitamente meno espresso, oppure inserendo nuove sequenze DNA. Uno tecnologia molto versatile e precisa - tanto da essere soprannominata forbice molecolare, o taglia/incolla genetico - che permette di modificare il genoma di un organismo togliendo caratteri indesiderati o inserendone altri desiderati, anche senza introdurre geni di altre specie come avviene ad esempio per gli OGM.



Nel caso della stella di natale i ricercatori hanno lavorato sulla cultivar Christman Eve, inattivando un gene che porta alla formazione di un particolare antociano, la cianidina, responsabile del colore rosso accesso delle brattee. Le piante modificate hanno prodotto meno cianidina, facendo sì che nelle brattee ci fosse una maggior concentrazione di un altro tipo di antociano, la pelargonidina, e ottenendo piante con una colorazione aranciata brillante. Una colorazione nuova che potrebbe essere anche molto interessante per il mercato nord americano e anglosassone, dove i colori aranciati sono molto apprezzati soprattutto per le festività di Halloween.
I ricercatori hanno ottenuto anche piante con picchiettature più chiare sopra brattee aranciate, ma questa colorazione non è risultata stabile, cioè quando queste piante venivano propagate, questo tipo di colorazione non rimaneva uguale, cosa che ovviamente non permette di selezionare una cultivar specifica.
Attualmente nell'Unione Europea la tecnologia CRISPR Cas9 è equiparata dal punto di vista normativo alle tecnologie OGM, e per questo le piante ottenute con questa tecnica non possono essere coltivate per scopi agricola o vivaistici, ma solo per attività di ricerca.
Comunque questo lavoro sulla stella di natale rimane interessante, anche nel caso la normativa europea rimanesse come oggi, perché è stato chiarito il ruolo della cianidina nella colorazione delle brattee. E dal momento che le piante selezionate in questo studio non sono piante OGM, cioè non hanno geni estranei al genoma della stella di natale, queste o altre nuove colorazioni potranno essere ottenute anche con i sistemi tradizionali di selezione genetica. 

Matteo Giusti

Ismea Investe

“Ismea Investe” prevede interventi fino a 20 milioni di euro per piani di investimento nella filiera agroalimentare. Il ministro Patuanelli: è «un nuovo prodotto finanziario che opera a condizioni di mercato e si rivolge alle società di capitali», una risposta «a una delle principali fragilità del sistema aziendale italiano: la sottocapitalizzazione che rappresenta un freno all'accesso al credito». Il presidente di Ismea Frascarelli: pronti ad «affiancare le istituzioni e gli imprenditori in questo percorso di crescita e a scommettere finanziariamente su progetti di sviluppo della filiera che offrano le necessarie garanzie di sostenibilità ecologica ed economica, visione strategica e coerenza rispetto alle missioni indicate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza». 


È stato lanciato ieri al Macfrut di Rimini un nuovo strumento finanziario messo a punto da Ismea per sostenere economicamente i progetti di sviluppo della filiera agroalimentare italiana. Lo strumento, denominato “Ismea Investe”, prevede interventi di equity, quasi equity, prestiti obbligazionari e strumenti finanziari partecipativi fino a 20 milioni di euro per le società di capitali che presentano piani di investimento nel settore della produzione agricola e dell'agroindustria, comprese le attività commerciali e logistiche.
La presentazione dello strumento è avvenuta nell'ambito di una conferenza stampa a cui hanno preso parte il ministro delle Politiche Agricole alimentari e forestali (Mipaaf) Stefano Patuanelli, il presidente dell'Ismea prof. Angelo Frascarelli, il presidente di Cesena Fiera Renzo Piraccini e il responsabile della Direzione Servizi per le imprese di Ismea Giorgio Venceslai. Nel corso dell'incontro hanno portato le loro testimonianze alcune aziende che hanno usufruito degli strumenti finanziari messi in campo da Ismea per sostenere i propri piani di investimento, quali Fileni, Planet Farm, Pomeo e Joinfruit (Sanifrutta).
«Ismea accompagna lo sviluppo delle aziende con molti strumenti:  dalle analisi di mercato, agli interventi di sostegno e impulso all'imprenditoria femminile e giovanile come 'Donne in campo' e la misura 'Più impresa', sino alle garanzie che hanno operato con una particolare intensità in epoca Covid per sostenere la liquidità delle aziende - ha dichiarato il ministro del Mipaaf Stefano Patuanelli -. A questi strumenti si affianca oggi l'implementazione di un nuovo prodotto finanziario che opera a condizioni di mercato e si rivolge alle società di capitali. Ismea investe è un prodotto che dà una risposta a una delle principali fragilità del sistema aziendale italiano: la sottocapitalizzazione che rappresenta un freno all'accesso al credito e alle politiche di sviluppo e investimento del settore».
«Innovazione tecnologica, transizione ecologica, internazionalizzazione, sono le parole chiave che stanno guidando lo sviluppo dell'agroalimentare italiano, per rispondere alle sfide del nostro tempo e rafforzare la competitività del made in Italy all'estero - ha dichiarato il presidente di Ismea Angelo Frascarelli -. Anche Ismea è della partita, pronto ad affiancare le istituzioni e gli imprenditori in questo percorso di crescita e a scommettere finanziariamente su progetti di sviluppo della filiera che offrano le necessarie garanzie di sostenibilità ecologica ed economica, visione strategica e coerenza rispetto alle missioni indicate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Uno strumento per il rafforzamento dell'agroalimentare italiano in una fase espansiva che sta caratterizzando la nostra economia dopo i difficili mesi di pandemia».
«A maggio 2015, Ismea ha effettuato la sottoscrizione di uno strumento finanziario partecipativo di 10 milioni di Euro attraverso l'aumento del capitale sociale della Carnj Società Cooperativa Agricola, ovvero la società che si occupa della macellazione, lavorazione e trasformazione delle carni avicunicole all'interno della Filiera del Gruppo Fileni - ha dichiarato Marco Ciurlanti, direttore generale dello staff del gruppo Fileni -. La finalità dell'operazione è legata al sostegno e l'ottimizzazione dei processi produttivi e conseguentemente lo sviluppo commerciale del Gruppo Fileni». 
«Planet Farms è una società giovane e sostenibile che nasce dall'unione tra il meglio della tecnologia mondiale e il meglio della tradizione agronomica italiana con l'obiettivo di costruire il nuovo paradigma agricolo a beneficio di tutti e senza compromessi - ha dichiarato Luca Travaglini, co-fondatore e co-ceo di Planet Farm -. Il nostro progetto di vertical farming è molto ambizioso e lavora con i tempi rapidi tipici della tecnologia e dell'innovazione. In questo frangente il rapporto con Ismea, che ci ha supportato nelle nostre necessità, è stato estremamente utile per accelerare i tempi riuscendo così, nonostante il periodo di pandemia, a completare il nostro primo stabilimento in tempi rapidi. Planet Farms non si ferma qui, anzi abbiamo già iniziato i primi passi che porteranno alla realizzazione di altri cinque stabilimenti in Italia e Europa».
«La società agricola Pomeo  - ha dichiarato l'imprenditore, socio di riferimento della società Gaetano Buglisi - punta alla creazione di una filiera italiana dei superfuits circolare e sostenibile attraverso l'adozione in campo di tecnologie di precision farming per la riduzione dei consumi di acqua ad uso irriguo e l'implementazione di processi produttivi volti alla valorizzazione degli scarti derivanti dalla lavorazione del prodotto fresco destinato al consumo alimentare. In questo senso la società conta di poter usufruire dei servizi Ismea per implementare un processo produttivo zero waste: un modello unico e integrato, sostenibile e ad alto contenuto di efficienza e innovazione per assicurare un'alimentazione accessibile, sana e di qualità.  L'investimento finanziato da Ismea ha consentito alla società agricola Pomeo di avviare un importate programma di infrastrutturazione nel Salento tra le province di Brindisi e Lecce attraverso la rigenerazione di oltre 300 ettari terreni incolti o abbandonati e la piantumazione di melagrane delle varietà Wonderful e Ako attraverso l'utilizzo capillare di strumentazione elettronica per l'agricoltura di precisione, che garantisce un monitoraggio "individuale" dello stato di salute e di sviluppo della singola pianta, preservando qualità e produttività».
«La Sanifrutta soc.agr.coop. è una realtà storica del panorama ortofrutticolo Piemontese. Nata nel 1989 ha seguito un cammino di costante crescita, consolidata anche grazie alla costituzione della OP Joinfruit ne 2015, attualmente una delle maggiori OP piemontesi - ha dichiarato Bruno Sacchi, direttore di Joinfruit -. Nel 2019 ha deciso di compiere un ulteriore passo deliberando un investimento mirato a migliorare e ottimizzare la lavorazione e confezionamento della mela, con l'obiettivo di consolidare la posizione di mercato che attualmente ricopre e crescere ulteriormente. Il progetto prevede la costruzione di fabbricato su 3 piani di 14.000 mq complessivi con magazzino automatico destinato alla calibratura, alla lavorazione e alla spedizione delle mele, utilizzando le più avanzate tecnologie attualmente disponibili. Il bando Ismea ha rappresentato per noi un'opportunità fondamentale che ci ha permesso di conciliare le esigenze finanziarie dell'operazione con la complessità della struttura della tesoreria aziendale».


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