Notizie

copa cogeca

Giansanti (COPA): “Così si distrugge il futuro del nostro settore. La Pac va difesa”

“Un no secco all’idea di un fondo unico che inglobi la Politica agricola comune nel prossimo bilancio dell’Unione Europea”. È il messaggio forte e chiaro lanciato questa mattina da Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura e del COPA, durante la manifestazione che ha avuto luogo a Bruxelles, nella rotonda Schuman di fronte alle sedi del Consiglio e della Commissione Ue. Al suo fianco, delegazioni di agricoltori da tutta Europa, scesi in piazza per riaffermare l’importanza strategica della Pac.

Nel cuore politico dell’Europa, Giansanti ha ribadito che il settore primario europeo non può essere marginalizzato in nome di razionalizzazioni contabili. «Mentre noi siamo impegnati a produrre cibo per i cittadini europei – ha dichiarato – le istituzioni progettano un accorpamento della Pac ad altri strumenti di spesa che rischia di compromettere il futuro agricolo del continente. La Politica agricola comune non è solo un capitolo di bilancio: è una garanzia di sicurezza alimentare, di competitività e di resilienza davanti a crisi climatiche e geopolitiche».

Il presidente del Copa ha sottolineato come la mobilitazione odierna rappresenti solo l’inizio di una nuova fase di protesta, nata da un fronte agricolo unito a livello europeo: «Oggi non siamo qui come rappresentanti di singoli Stati, ma come agricoltori europei. Ringrazio i colleghi belgi e il Cogeca per il sostegno. È tempo di parlare con una sola voce per difendere la centralità della produzione agricola europea».

Durante la giornata, Giansanti ha anche incontrato il commissario Ue al Bilancio, Piotr Serafin, per ribadire la posizione del comparto agricolo. Contemporaneamente, a Roma, una delegazione formata da Confagricoltura, Cia – Agricoltori Italiani e Alleanza delle Cooperative ha consegnato alla Rappresentanza permanente della Commissione europea il manifesto “EU – House of cards”, che raccoglie le istanze degli agricoltori contro la marginalizzazione della Pac nel futuro assetto finanziario comunitario.

 
Redazione 
 
 

Dal confronto con Caponi e Damiano l’appello a un nuovo equilibrio tra imprese agricole e lavoro: meno cuneo fiscale, più formazione e contrattazione collettiva qualificata

Toscana, 20 maggio 2025 – Ridurre il peso del costo del lavoro per le imprese senza penalizzare i lavoratori, puntare sulla contrattazione collettiva rappresentativa e investire in formazione per la sicurezza sul lavoro. È questa la posizione ribadita da Confagricoltura Toscana durante l’iniziativa “Impresa, lavoro e lavoratori: il coraggio di investire”, andata in onda su Italia 7 e sul canale YouTube dell’associazione.

Il direttore regionale Gianluca Cavicchioli ha lanciato un messaggio chiaro: «Il costo del lavoro è oggi una voce che grava pesantemente sui bilanci aziendali agricoli, senza generare un corrispondente vantaggio economico per i lavoratori. Serve una riforma strutturale e premiante, che alleggerisca il cuneo fiscale e consenta alle imprese di essere più competitive, garantendo al tempo stesso retribuzioni dignitose».

Nel corso del confronto con Roberto Caponi, direttore generale di Confagricoltura, e Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e oggi presidente dell’Associazione Welfare e Lavoro, è stata ribadita l’importanza della contrattazione collettiva come strumento da valorizzare, a condizione che sia affidata a soggetti sindacali rappresentativi e trasparenti. «Non va superata – ha spiegato Cavicchioli – ma rafforzata nella sua funzione di mediazione tra esigenze produttive e tutele dei lavoratori».

Un altro tema centrale è stato quello della sicurezza sul lavoro: «Non basta aumentare le sanzioni – ha sottolineato il direttore – occorre un vero cambiamento culturale, che premi i comportamenti virtuosi e si basi su una formazione continua e mirata».

Flessibilità organizzativa, crescita professionale e qualità del lavoro sono, secondo Confagricoltura Toscana, i cardini su cui costruire un modello sostenibile per il futuro del settore primario. Un appello che si inserisce in un dibattito più ampio sulla necessità di rendere più efficiente, giusto e competitivo il sistema del lavoro agricolo in Italia.

Redazione

Le vendite per la Festa della Mamma 2025 superano il 2024: 155 mln di fiori recisi e 25 mln di piante (da interno e da esterno), ma Royal FloraHolland non fornisce il dato comparabile del 2024.

La Festa della Mamma si conferma un momento cruciale per il settore del florovivaismo. Secondo i dati diffusi da Royal FloraHolland, nei primi tre giorni della settimana della ricorrenza (2025) sono stati venduti complessivamente 180 milioni di fiori e piante. Di questi, 155 milioni sono fiori recisi (pari all’86,1% del totale), mentre 25 milioni sono piante da appartamento e da esterno (13,9%).

Pur dichiarando una domanda a quantità superiore rispetto all’anno precedente, Royal FloraHolland non ha fornito il benchmark di riferimento per il 2024 che era stato dato a valore, impedendo di calcolare una variazione percentuale precisa. Resta tuttavia evidente la centralità commerciale di questa ricorrenza.

Tra i fiori recisi più venduti per la Festa della Mamma 2025 spiccano:

  1. Rosa

  2. Crisantemo a mazzo

  3. Gerbera (Margherita di Barberton)

  4. Tulipano

  5. Peonia

Per quanto riguarda le piante da appartamento e da esterno, le più richieste sono:

  1. Orchidea Phalaenopsis

  2. Rosa in vaso

  3. Kalanchoe (pianta succulenta)

  4. Pelargonium (Geranio)

  5. Osteospermum (margherita africana)

Dal punto di vista cromatico, il rosa e il bianco si confermano i colori preferiti dai consumatori per i bouquet e le piante in vaso destinate ai regali per la Festa della Mamma, a testimonianza di una tendenza estetica consolidata e legata al linguaggio simbolico dei fiori.

Andrea Vitali

La vicepresidente e assessora Stefania Saccardi annuncia il protocollo per coordinare le banche del germoplasma e rafforzare le filiere agroalimentari toscane

Favorire la conservazione e la valorizzazione delle risorse genetiche locali a rischio di estinzione in Toscana, creando sinergie tra istituzioni e mondo scientifico. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa approvato dalla Giunta regionale, su proposta della vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, che porterà alla nascita del Tavolo regionale dell’Agrobiodiversità. Il documento, che verrà firmato nelle prossime settimane, istituisce un coordinamento tecnico-scientifico tra le banche del germoplasma attive sul territorio, con la finalità di promuovere la conoscenza, la ricerca applicata e l’accesso a nuove fonti di finanziamento.

«Con questo nuovo strumento – ha dichiarato la vicepresidente Saccardi – daremo nuovo impulso a una scelta strategica della Regione: tutelare un patrimonio che non solo preserva la nostra diversità biologica, ma rafforza anche la capacità produttiva delle filiere agroalimentari nel segno della qualità e della salubrità. E tutto questo puntando sulla forza della ricerca, della conoscenza e della capacità di fare rete tra istituzioni e comunità scientifica».

I soggetti coinvolti nel Tavolo, oltre alla Regione Toscana, comprendono i Dipartimenti di Scienze agrarie e veterinarie delle Università di Firenze e Pisa, il CNR-IBE, le Unioni dei Comuni Montani di Casentino, Garfagnana e Val di Merse, l’Istituto Scolastico A. Fanfani-A.M. Camaiti di Pieve Santo Stefano, l’Ente Parco nazionale Arcipelago Toscano e l’Ente Terre regionali toscane. Tutti gestiscono banche del germoplasma che conservano circa 260 varietà vegetali locali a rischio e 4 razze animali autoctone (asino dell’Amiata, cavallo monterufolino, cavallo maremmano e mucca pisana).

Attraverso il Tavolo regionale, la Toscana mira a integrare ricerca scientifica e azione istituzionale per proteggere la biodiversità, promuovendo pratiche agricole sostenibili e rilanciando il valore economico e culturale delle produzioni locali. Un progetto che si inserisce nel solco delle politiche di innovazione e sostenibilità della Regione, rafforzando l’identità territoriale e la competitività del settore agroalimentare toscano sui mercati nazionali e internazionali.

Redazione

pac

Presentato oggi il pacchetto di semplificazione della PAC 2023-2027 con 7 punti cruciali.  Taglio della burocrazia fino a 1,58 miliardi l’anno per gli agricoltori e 210 milioni per le amministrazioni. Copa e Cogeca approvano la direzione ma chiedono di vedere i contenuti operativi.

La Commissione europea ha diffuso oggi il documento “Domande e risposte sul pacchetto di semplificazione della Politica Agricola Comune”, con i 7 punti chiave che annunciano la linea della proposta di riforma. L’obiettivo è ridurre gli oneri amministrativi per agricoltori e amministrazioni nazionali, migliorare la competitività del settore, rafforzare la resilienza delle aziende agricole e incentivare la digitalizzazione.

Secondo le stime della Commissione, le misure proposte potrebbero generare un risparmio di circa 1,58 miliardi di euro l’anno per gli agricoltori e 210 milioni per le amministrazioni, liberando risorse e tempo per le attività produttive. Il pacchetto prevede, 7 punti cruciali:

1. Riduzione Oneri Amministrativi

  • Semplificazione delle pratiche burocratiche, eliminazione di obblighi ridondanti.

  • Risparmio stimato di 1,58 miliardi €/anno per gli agricoltori.

2. Valorizzazione Pratiche Specifiche

  • Maggior riconoscimento per agricoltura biologica e pratiche virtuose.

  • Accesso facilitato agli incentivi.

3. Pagamenti Forfettari per PMI Agricole

  • Sostegni semplificati per piccole e medie aziende.

  • Procedure più rapide e meno onerose.

4. Nuovi Strumenti di Crisi

  • Fino al 3% del budget PAC per emergenze climatiche e sanitarie.

  • Supporto immediato per gli agricoltori colpiti da eventi straordinari.

5. Digitalizzazione e Automatizzazione

  • Meno controlli fisici, più gestione digitale.

  • Riduzione del carico operativo sulle aziende.

6. Semplificazione dei Piani Strategici

  • Solo le modifiche strategiche richiederanno approvazione UE.

  • Più velocità e flessibilità per gli Stati membri.

7. Tutela della Coerenza e della Sostenibilità

  • Nessuna riduzione degli obiettivi ambientali e climatici.

  • La PAC resta forte e sostenibile, semplificata nella gestione.

Copa e Cogeca, le principali organizzazioni di rappresentanza agricola europea, hanno accolto positivamente la direzione della proposta, definendola “un passo necessario”, ma hanno ribadito l’esigenza di analizzare a fondo le disposizioni tecniche una volta rese disponibili nei dettagli. La posizione è chiara: semplificare sì, ma senza compromettere la natura comune della PAC né indebolire la coesione europea nel settore agricolo.

La Commissione ha specificato che la semplificazione non comporterà una riduzione delle ambizioni ambientali: il 32% del bilancio della PAC continuerà a essere destinato a obiettivi climatici e di benessere animale. Le modifiche si concentrano sui vincoli che, nella pratica, si sono dimostrati inefficaci o controproducenti.

Entro il 2025 è inoltre prevista la pubblicazione di una tabella di marcia per ulteriori semplificazioni legislative, anche in settori connessi ma esterni alla PAC, come la sostenibilità e la competitività agroalimentare.

Il documento ufficiale “Domande e risposte” pubblicato oggi rappresenta un passaggio chiave per comprendere le intenzioni della Commissione e gli effetti attesi sul settore. Copa e Cogeca, pur favorevoli, si riservano una valutazione più approfondita una volta esaminati i testi di attuazione nei Piani strategici nazionali.

Redazione