Il sottosegretario La Pietra: “Serve un territorio pronto a cogliere le opportunità e una piena attuazione della legge di settore, con focus su serre e tavoli tecnici territoriali”
Una giornata di confronto tra istituzioni, ricerca e imprese per delineare traiettorie concrete di rilancio del florovivaismo italiano. È quanto emerso dall’incontro “Filiera, Ricerca, Istituzioni e Territorio – Fiori eduli, fiori per la cosmetica, il punto di vista delle imprese”, svoltosi venerdì 27 giugno presso il CREA Orticoltura e Florovivaismo di Pescia, con il patrocinio del Masaf.
Ad aprire i lavori il sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra, che ha delineato l’approccio del Ministero: “Il nostro compito è fornire stimoli concreti ai distretti, sostenere la riconversione produttiva e dare piena attuazione alla legge sul florovivaismo, che includerà un capitolo sulle serre e l’attivazione di tavoli tecnici territoriali. Ma servono imprenditori pronti e territori coesi capaci di rispondere con progettualità e aggregazione”.
Il sindaco di Pescia, Riccardo Franchi, ha ammesso come il florovivaismo locale non abbia colto per tempo i segnali del cambiamento, garantendo però il pieno supporto dell’amministrazione alle imprese pronte a innovare, soprattutto nei settori emergenti dei fiori eduli e della cosmetica naturale e non solo. Franchi ha anche avanzata la richiesta di sostegno al sottosegretario alle aziende investiranno in innovazione.
Al centro del dibattito, anche il tema della Pochazia, fitoparassita che minaccia le coltivazioni ornamentali, affrontato dal prof. Francesco Ferrini, presidente del Distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia, e da Leonardo Marianelli (CREA DC), che hanno illustrato il modello toscano di gestione fitosanitaria come caso virtuoso che abbiamo trattato ieri qui su Floraviva .
Due le filiere emergenti al centro del confronto: i fiori eduli e la cosmetica. Andrea Copetta (CREA) ha tracciato le prospettive dei fiori commestibili, già apprezzati nell’alta ristorazione di Liguria e Costa Azzurra, auspicandone l’inserimento nei piani sementieri nazionali. Secondo CREA, il mercato globale dei fiori eduli ha raggiunto i 250 milioni di euro nel 2023, con una crescita stimata del 6,8% annuo fino al 2030.
Daniele Massa, direttore del CREA-OF di Pescia, ha illustrato il progetto EDEN – “Efficientamento, ammodernamento e innovazione nel vivaismo nazionale” – finanziato dai Contratti di Filiera, che prevede la creazione a Pescia di un Living Lab che permetterà il trasferimento tecnologico e l’adozione di pratiche agronomiche sostenibili e tecnologie digitali.
Ampio spazio è stato dedicato alla cosmetica naturale. Il sottosegretario La Pietra ha introdotto l’intervento del senatore e imprenditore leader del comparto della cosmesi Renato Ancorotti, che ha evidenziato il valore strategico consolidato del settore: 14,8 miliardi di euro di fatturato nel 2023, con una proiezione verso i 16,6 miliardi e un giro d’affari complessivo di oltre 36 miliardi. Tuttavia -spiegava Ancorotti- l’Italia importa ancora l’85% delle materie prime.
Marco Genovese (CreaSens) ha evidenziato che il solo mercato europeo delle essenze supera il miliardo di euro. Essenze che, estratte da fiori, possono costituire una nuova frontiera per la floricoltura. In Italia è significativa l’estrazione del bergamotto, materia prima centrale nella profumeria internazionale.
Giuseppe Nardiello (ITS Biotecnologie Bergamo) ha illustrato le più avanzate tecnologie di estrazione, dalla CO₂ supercritica agli ultrasuoni, sottolineando l’elevata barriera tecnologica di ingresso e le opportunità per le imprese pronte a investire.
Nicola Del Ministro, presidente del Distretto Floricolo Interprovinciale Lucca-Pistoia, ha invitato gli imprenditori a guardare oltre le urgenze quotidiane e cogliere il cambiamento come occasione, ricordando la capacità di specializzazione delle aziende di Pescia.
Nel dibattito, Daniele Lombardi (Confagricoltura Pistoia) ha evidenziato l’importanza della formazione, citando gli istituti “Anzilotti” di Pescia e “De Franceschi” di Pistoia, per creare interesse nei giovani e intervenire sull'avvicendamento generazione una delle criticità del settore e la necessità di distinguere floricoltura e vivaismo sul piano normativo e statistico. Sandro Orlandini ha sottolineato l’importanza di mantenere un filo diretto con le istituzioni, sperimentato concretamente grazie all’intervento del sottosegretario a partire dalla gestione dell’emergenza Pochazia, e la necessità di rafforzare il rapporto tra CREA e imprese. Ha inoltre valorizzato l’expertise della Valdinievole nelle produzioni di nicchia, come ruscus ed eucalipto ornamentale, evidenziando ulteriormente il ruolo strategico del CREA OF come punto di riferimento per lo sviluppo progettuale del comparto. Maurizio Procissi (Coldiretti Pescia) ha posto l’attenzione sulla disponibilità effettiva di SAU in Valdinievole, essenziale per valutare l’introduzione di nuove colture.
In chiusura, Andrea Rocchi (CREA) ha parlato di “allineamento astrale” con il Ministero, auspicando uno sviluppo concertato tra ricerca e imprese: “Oltre al florovivaismo tradizionale esiste un mondo di opportunità. La cosmetica, la nutraceutica, la cismeceutica sono filiere che possono nascere dal nostro know-how. Con 80 centri e 5.000 ettari a disposizione, il CREA è pronto a sostenere questo cambiamento”.
Il sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra ha confermato l’impegno del Masaf per l’aggregazione tra imprese, la tracciabilità delle filiere e la piena collaborazione con il mondo della ricerca: “La cosmetica naturale rappresenta un’opportunità straordinaria per il florovivaismo. Le imprese devono farsi trovare pronte. Il futuro è nelle vostre mani”.
L’incontro ha restituito l’immagine di un comparto in trasformazione, consapevole delle proprie fragilità ma anche delle risorse su cui può contare. Il governo, con il sottosegretario La Pietra, ha lanciato un messaggio chiaro: le condizioni per il rilancio ci sono, la mano è tesa, gli strumenti si stanno mettendo in campo. Ora la sfida passa ai territori, agli imprenditori, alle comunità locali: decidere se coglierla o restare immobili.
Al via la raccolta firme su nosecuritywithoutcap.eu per opporsi al fondo unico Ue che minaccia la PAC dopo il 2027. Mobilitazione in tutta Europa promossa da Copa e Cogeca.
In un’Europa che affronta sfide climatiche, instabilità geopolitica e transizioni economiche cruciali, la Politica Agricola Comune (PAC) torna al centro del dibattito politico. A lanciare l’allarme sono Copa e Cogeca, le due voci storiche dell’agricoltura e della cooperazione agricola europea, che da Bruxelles hanno dato il via alla prima petizione pan-europea del settore primario: nosecuritywithoutcap.eu. Obiettivo: opporsi alla proposta della Commissione europea di sciogliere i fondi PAC in un “fondo unico”, ipotesi che potrebbe snaturare l’impianto storico e strategico della PAC post-2027.
«Se l’agricoltura è una priorità, il bilancio lo deve dimostrare» ha tuonato Massimiliano Giansanti, presidente del Copa, ricordando che la Commissione si appresta a presentare la bozza del bilancio 2028-2034 proprio a luglio, nel pieno del raccolto. Un tempismo che, più che tecnico, suona politico. Con il rischio concreto che la PAC venga diluita, rinazionalizzata e privata della sua architettura a due pilastri – sostegno diretto (FEAGA) e sviluppo rurale (FEASR) – pilastri che hanno garantito coerenza e solidarietà tra gli Stati membri.
La campagna di mobilitazione, avviata il 19 giugno, arriva dopo una serie di azioni lampo in 20 Stati membri. Copa e Cogeca pongono quattro richieste: un bilancio dedicato e indicizzato all’inflazione; il mantenimento della natura “comune” della PAC contro ogni deriva rinazionalizzante; la salvaguardia della doppia architettura dei fondi; e riforme solo se accompagnate da chiarezza sulle risorse e consultazioni autentiche con agricoltori e cooperative.
Lennart Nilsson, presidente della Cogeca, ribadisce il punto: «Il bilancio Ue è questione di volontà politica. Il Parlamento ha già espresso il suo dissenso. La proposta della Commissione è un attacco alla sicurezza alimentare europea».
Con una narrazione chiara e accessibile anche ai cittadini, la piattaforma nosecuritywithoutcap.eu si propone come punto di raccolta firme, aggiornamenti e documentazione multilanguage. Una campagna in difesa di un modello agricolo che, ricordano Copa e Cogeca, non è solo economico, ma anche ambientale, sociale e culturale.
Il fronte agricolo europeo è in fermento. Il tempo per reagire è ora, prima che la PAC diventi l’agnello sacrificale delle future strategie politiche comunitarie.
Dal 15 giugno attivo il sistema nazionale antincendi: misure differenziate per regione, si raccomanda di consultare i siti di Regione, Prefettura e Protezione Civile.
È partita il 15 giugno e resterà operativa fino al 15 ottobre 2025 la campagna estiva antincendio boschivo (AIB) promossa dal Ministero dell’Interno in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile e con il supporto di Prefetture, Vigili del fuoco, Forze di polizia e Polizie locali. L’obiettivo è prevenire e contrastare gli incendi di vegetazione, sempre più estesi e pericolosi anche nelle aree periurbane e agricole, attraverso una rete coordinata di interventi e controlli a scala nazionale e locale. Il sistema prevede non solo l’azione tempestiva sui focolai, anche con mezzi aerei, ma soprattutto una pianificazione preventiva a livello territoriale, dove le Prefetture svolgono un ruolo di raccordo tra enti locali, gestori di infrastrutture e attori economici. Come sottolinea la nota ministeriale del 16 giugno, le singole Regioni hanno la facoltà di recepire e attuare le disposizioni con tempi e modalità differenziate, attivando specifici divieti di abbruciamento e misure di contenimento del rischio in base al proprio indice di pericolosità. Per questo motivo, si raccomanda a imprese agricole, florovivaistiche e operatori del verde di consultare con regolarità i portali ufficiali di Regione, Prefettura e Protezione Civile territoriale, al fine di adeguarsi alle norme vigenti ed evitare sanzioni. In un contesto in cui gli incendi si manifestano con dinamiche sempre più imprevedibili, la responsabilità condivisa e l’informazione tempestiva rappresentano strumenti fondamentali di tutela per il paesaggio, l’agricoltura e le attività produttive.
Il Ministro Lollobrigida firma il decreto che estende il termine per la presentazione delle domande PAC 2025. Regioni e AGEA favorevoli, resta il calendario delle penalità post-scadenza.
È stata ufficializzata la seconda proroga per la presentazione delle domande di aiuto relative alla Politica Agricola Comune (PAC) 2025: il nuovo termine è fissato al 15 luglio 2025. Il decreto è stato firmato dal Ministro Francesco Lollobrigida su richiesta della Conferenza delle Regioni e Province autonome, con il parere positivo di AGEA e degli organismi pagatori. La proroga riguarda sia la domanda unica sia quelle per interventi a superficie e a capo dello sviluppo rurale. Restano confermate le penalità per i ritardi: 1% al giorno fino al 9 agosto, data oltre la quale le domande saranno irricevibili.
Premiati a Udine i protagonisti dell’agricoltura del futuro: integrazione, tecnologia, inclusione sociale, economia circolare e narrazione digitale al centro dei progetti vincitori.
A Udine, durante il Villaggio contadino organizzato da Coldiretti, sono stati consegnati gli Oscar Green 2024, riconoscimenti assegnati alle migliori idee innovative promosse da giovani agricoltori italiani. Un’edizione che racconta un’agricoltura rigenerativa, capace di affrontare le sfide ambientali, sociali ed economiche con visione e concretezza. Dalla Valle d’Aosta al Molise, dalla Sardegna alla Campania, sette progetti selezionati per categorie diverse mostrano un settore primario vivo, trasversale, che innova nei linguaggi e nei modelli produttivi.
Il premio “Campagna Amica” è andato ad Amadou Baldeh, agricoltore originario del Gambia, che ha dato vita in Valle d’Aosta a un’impresa multifunzionale: mirtilli, frutta secca, liquori, ortaggi e un forte radicamento nei circuiti locali. Una storia di integrazione e resilienza.
L’innovazione sociale è invece al centro del progetto “Oltre le sbarre con l’aeroponica” vincitore per la categoria “Coltiviamo insieme”, che porta la coltivazione di piante officinali nel carcere di Poggioreale con tecniche fuori suolo e mercati solidali.
“Custodi d’Italia” è il titolo del premio assegnato ai fratelli Elia, Emily e Dennis che hanno rilanciato l’agriturismo di famiglia in Piemonte, scommettendo sul Castelmagno DOP e sulla filiera corta in montagna.
Nel Molise, Raffaella Tavone ha vinto per “Impresa digitale e sostenibile” con un pollaio ad alta tecnologia dove benessere animale e automazione si fondono, gestibili via smartphone.
Soraya Zorzettig ha invece trasformato i suoi vigneti friulani in un glamping a tema apistico, strutture eco-sostenibili e off-grid che le sono valse il premio per “Impresa che cresce”.
L’economia circolare premia infine la società agricola sarda Pi’n’Pi, fondata da Oscar e Andrea, che coltiva funghi su fondi di caffè recuperati dai bar, chiudendo il ciclo con il lombricompost.
Il premio “Agri influencer” va a Davide Codazzi, casaro e allevatore che ha fatto della narrazione social della vita in alpeggio un fenomeno virale, promuovendo il Bitto DOP e le tradizioni montane a 1500 metri.
Un mosaico di esperienze che dimostra come la nuova generazione agricola italiana sia già oggi motore di cambiamento sostenibile, inclusivo e radicato nei territori.