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Dal 24 al 26 marzo, Piazza della Repubblica ospiterà "Agricoltura È", un evento dedicato al mondo agricolo in tutte le sue sfaccettature. Il Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha presentato l'iniziativa come un'occasione per approfondire il settore primario italiano, mettendo in evidenza il rapporto tra tradizione e innovazione, sostenibilità e tecnologia, cultura e ricerca.

L'evento sarà un punto di incontro tra istituzioni, imprese, studenti e cittadini, con aree tematiche dedicate a energia, sicurezza alimentare, tutela ambientale, qualità della vita e promozione del Made in Italy. Sono previsti momenti di confronto, laboratori interattivi, degustazioni e dimostrazioni pratiche per mostrare le diverse sfaccettature del settore agroalimentare italiano.

"Abbiamo scelto questa data per sottolineare il ruolo che l'Europa deve assumere nel garantire una politica agricola che tuteli il settore e il reddito degli agricoltori, promuova la qualità e valorizzi le nostre produzioni", ha dichiarato Lollobrigida, evidenziando che l'agricoltura è parte dell'identità europea e un patrimonio in evoluzione.

Il settore primario rappresenta un tassello fondamentale dell'economia e della società, non solo per il suo contributo alla produzione di beni essenziali, ma anche per il ruolo strategico che svolge nella sostenibilità ambientale e nella gestione del territorio. In un contesto in cui la sicurezza alimentare e la tutela delle risorse naturali sono sempre più centrali, l'agricoltura assume un'importanza cruciale nel garantire un equilibrio tra sviluppo economico e conservazione delle tradizioni locali.

L'evento offrirà un'opportunità per conoscere meglio l'agricoltura italiana e il suo impatto economico e sociale. "Vi aspettiamo dal 24 al 26 marzo a Piazza della Repubblica per esplorare insieme il valore della nostra agricoltura", ha concluso il Ministro.

A.V.

L’Agenzia delle Entrate ha ufficialmente confermato il criterio di tassazione per gli impianti di biogas indicato da Confagricoltura, ponendo fine a un’annosa questione interpretativa che ha coinvolto diversi enti istituzionali. Gli operatori del settore esprimono soddisfazione per il chiarimento, che garantisce maggiore certezza fiscale agli imprenditori delle agroenergie.

Una conferma attesa dal settore

Il chiarimento fornito dall’Agenzia conferma che il criterio di tassazione proposto da Confagricoltura dal 2014 era corretto. La determinazione forfetizzata dell’imponibile per la produzione di energia da biogas si basa sui prezzi medi zonali indicati dal GSE, escludendo la quota incentivante compresa nella tariffa omnicomprensiva. Questo principio evita disparità di trattamento tra produttori di energia da fonti fotovoltaiche e da biomasse agroforestali, garantendo equità nell’applicazione della normativa fiscale.

Un lungo percorso di confronto istituzionale

La questione è stata oggetto di dialogo tra Confagricoltura, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il GSE. La conferma dell’Agenzia delle Entrate chiude definitivamente ogni dubbio interpretativo, offrendo agli imprenditori del settore la garanzia di operare in un quadro normativo chiaro e stabile.

Implicazioni per il futuro del biogas

Il riconoscimento del criterio fiscale indicato da Confagricoltura rappresenta un passo avanti per il settore delle agroenergie, favorendo la stabilità degli investimenti e promuovendo la competitività degli impianti di biogas. L’auspicio è che questa chiarezza normativa possa incentivare ulteriormente la produzione di energia rinnovabile da biomasse, in un contesto di transizione energetica e sostenibilità ambientale.

Confagricoltura si dice soddisfatta dell’esito della vicenda e continuerà a lavorare per garantire condizioni favorevoli allo sviluppo delle energie rinnovabili nel comparto agricolo.

Redazione

L’aumento degli attacchi dei lupi agli allevamenti in Toscana sta generando forti preoccupazioni tra gli operatori del settore zootecnico. L’ultimo episodio, avvenuto a Firenzuola, ha visto un allevatore perdere 26 pecore in pochi giorni, alimentando le richieste di un intervento concreto da parte delle istituzioni.

Secondo Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana, la situazione è ormai fuori controllo. “Fino a pochi anni fa il lupo era una presenza rara e confinata nelle aree boschive – spiega – oggi lo troviamo ovunque, nelle pianure e persino lungo le strade, con un impatto devastante per gli allevatori.”

Espansione incontrollata e conseguenze per il settore

La presenza sempre più diffusa del lupo solleva questioni non solo ambientali, ma anche economiche e di sicurezza per il comparto zootecnico. Gli allevatori denunciano perdite crescenti di capi, con conseguenze dirette sulla sostenibilità delle loro attività. Oltre ai danni economici immediati, la pressione predatoria sta mettendo a rischio la tenuta del settore ovino e delle aziende che dipendono dalla pastorizia.

“Quando un predatore si espande senza controllo e altera il fragile equilibrio tra uomo, fauna e territorio, si genera un problema che può diventare irreparabile” afferma Baragli, sottolineando che la questione non riguarda solo gli allevatori, ma l’intero ecosistema e la sicurezza delle aree rurali.

Richiesta di intervento alle istituzioni

Fedagripesca Confcooperative Toscana chiede un piano di gestione e contenimento del lupo, che garantisca la tutela della biodiversità senza compromettere il lavoro degli allevatori. Secondo Baragli, è necessario un approccio più pragmatico per affrontare un problema che non può più essere ignorato.

“È fondamentale che le istituzioni riconoscano la gravità della situazione e adottino misure efficaci per tutelare gli allevatori e il nostro patrimonio zootecnico. Siamo pronti a collaborare per trovare soluzioni sostenibili che garantiscano la coesistenza tra attività umane e fauna selvatica” conclude il vicepresidente di Fedagripesca Toscana.

L’emergenza lupi in Toscana rappresenta quindi una sfida complessa, che richiede risposte concrete da parte della politica e delle autorità competenti per evitare ulteriori danni a un settore già in difficoltà.

Redazione

Il 15 e 16 marzo 2025, Pescia ospiterà due eventi dedicati al verde e alla biodiversità: "Mangia la Foglia 2025", organizzato dall’Istituto Tecnico Agrario D. Anzilotti, e "Inflorum", mostra mercato allestita nel vecchio mercato dei fiori.

"Mangia la Foglia 2025" proporrà incontri con esperti su sostenibilità, gestione delle risorse naturali e biodiversità. Il programma prevede interventi di specialisti del settore e momenti di approfondimento su tematiche ambientali e agricole. Saranno inoltre organizzate attività sul campo, con un focus sulle piante officinali e commestibili.

Parallelamente, "Inflorum", promosso dal Comune di Pescia e da associazioni di categoria, vedrà la partecipazione di espositori specializzati in florovivaismo, giardinaggio e prodotti tipici del territorio. L’iniziativa mira a valorizzare il legame storico della città con il settore floricolo e rappresenta un primo passo verso la riedizione della Biennale del Fiore.

Entrambi gli eventi saranno aperti al pubblico e offriranno l’opportunità di approfondire le tematiche del verde in un contesto di confronto tra esperti e operatori del settore. L'ingresso alla mostra mercato sarà libero, mentre per alcune attività di "Mangia la Foglia" è richiesta la prenotazione.

Ulteriori dettagli e aggiornamenti disponibili nella sezione Agenda Meeting e Incontri di Floraviva: Mangia la Foglia 2025 – Programma e dettagli e INFLORUM

Redazione

Un sistema basato su ray-tracing per massimizzare produzione agricola ed energia solare con l'agrivoltaico.

  

Un team internazionale di ricercatori ha sviluppato un innovativo modello di irradianza basato sul ray-tracing per le serre agrivoltaiche. Lo studio, pubblicato sulla rivista Agronomy, valuta la distribuzione della luce all'interno delle serre considerando le caratteristiche di trasmissione del materiale di copertura e integrando dati satellitari ad alta risoluzione spaziale e temporale.

L’agrivoltaico, che combina agricoltura e produzione di energia solare, deve affrontare la sfida dell’ombreggiamento dei pannelli fotovoltaici sulle colture. Il modello proposto permette di simulare con precisione l’irradianza all’interno delle serre, ottimizzando la disposizione dei pannelli per ridurre l’impatto negativo sulla crescita delle piante.

Il team di ricerca è guidato da Anna Kujawa (Centro aerospaziale tedesco - DLR), con la collaborazione di esperti di primo piano come Natalie Hanrieder e Stefan Wilbert (DLR), Álvaro Fernández Solas (Plataforma Solar de Almería - CIEMAT), Cristina Cornaro (Università di Roma Tor Vergata) e Martin Mokroš (University College London). Lo studio ha coinvolto istituzioni di ricerca di Germania, Spagna, Italia e Regno Unito, dimostrando un approccio multidisciplinare alla sfida dell’integrazione tra fotovoltaico e agricoltura.

Testato su una serra sperimentale in Spagna, il sistema ha dimostrato una deviazione media di soli 2,88 punti percentuali rispetto ai dati misurati, confermando l’efficacia del metodo. L’adozione di questo strumento potrebbe rivoluzionare la progettazione delle serre agrivoltaiche, migliorando sia la resa agricola che l’efficienza energetica.

📖 Fonte: Agronomy, vol. 15, n. 3, 2025.

Redazione