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Proposta di regolamento della CE sull’uso dei fitofarmaci frenata da ulteriori studi d’impatto. Il presidente di Confagricoltura: no restrizioni ma alternative.

Il Consiglio dell’Unione Europea (UE) ha deciso formalmente (il 9 dicembre) di chiedere alla Commissione Europea (CE) uno studio che, entro 6 mesi, integri la valutazione dell’impatto della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari varata lo scorso giugno (vedi) e azioni supplementari nel caso che questo studio complementare ne richieda.
Come precisato anche in un comunicato stampa del Consiglio dell’UE del 19 dicembre, tale decisione non mette in discussione gli obiettivi della riduzione dell’uso di fitofarmaci entro il 2030 e dell’eliminazione dei pesticidi più pericolosi. Però, poiché la valutazione d'impatto fornita dalla Commissione si basa su dati raccolti e analizzati prima dello scoppio della guerra della Russia in Ucraina, gli Stati membri dell’UE temono che la proposta sia ora superata, cioè non tenga conto dell'impatto a lungo termine sulla sicurezza alimentare e sulla competitività del settore agricolo dell'UE che avrà nelle mutate condizioni geopolitiche.
«La relazione sullo stato di avanzamento presentata dalla presidenza Ceca al Consiglio “Agricoltura e pesca” del 12 dicembre – aggiunge il comunicato del 19 dicembre - rileva che la valutazione d'impatto della Commissione non fornisce adeguate analisi quantitative in merito al potenziale impatto della proposta sul settore agricolo dell'UE e al potenziale aumento della dipendenza alimentare, né considera l'impatto del proposto divieto dei prodotti fitosanitari nelle aree sensibili, soprattutto data la disponibilità limitata di alternative a basso rischio ai normali prodotti fitosanitari chimici e senza requisiti simili per gli alimenti importati nel mercato dell'UE. Rileva inoltre che gli obiettivi di riduzione a livello nazionale dovrebbero essere decisi in modo flessibile, tenendo conto delle condizioni specifiche di ciascuno Stato membro».
Come sottolineato da Confagricoltura in una nota del 20 dicembre, gli studi supplementari dovranno «valutare l’impatto a lungo termine della proposta sulla sicurezza alimentare, sulla variazione dei prezzi per i consumatori e sulla competitività del settore agricolo della UE». «Il progetto legislativo presentato a giugno dalla Commissione – ricorda Confagricoltura - prevede, entro il 2030, una riduzione del 50% dell’utilizzo di fitofarmaci a livello europeo rispetto alla media del periodo 2015-2017, con una riduzione di almeno il 35% nei singoli Stati membri. Per l’Italia, il taglio sarebbe di oltre il 60%».
«La decisione assunta dal Consiglio è un’ottima notizia – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – perché dà seguito al lavoro che abbiamo svolto negli ultimi mesi. Non è assolutamente in discussione la continuità del processo verso un’agricoltura sempre più sostenibile sotto il profilo ambientale, ma la sicurezza alimentare deve restare l’obiettivo centrale del nostro settore».
«La via da seguire – sottolinea Giansanti - non è quella dei divieti proposta dalla Commissione. Grazie alla ricerca, occorre invece mettere a disposizione degli agricoltori valide alternative ai prodotti chimici» e «in primo luogo, la Commissione dovrebbe accelerare le procedure per l’inquadramento nell’ordinamento europeo delle Tecniche di evoluzione assistita (Tea) per il miglioramento genetico, che consentono di salvaguardare il potenziale produttivo con una minore pressione sulle risorse naturali».

L.S.

Coldiretti su manovra finanziaria e Pnrr

All’assemblea Coldiretti Prandini: impatto su agroalimentare più di 2 miliardi. Ok norme su prestazioni occasionali e stop cinghiali. Pnrr: raddoppiare risorse.

 
Un’analisi a 360 gradi dei provvedimenti della manovra finanziaria approvata in Commissione Bilancio alla Camera che toccano l’agroalimentare: dall’esenzione Irpef all’azzeramento dei contributi per i giovani imprenditori agricoli, dal credito di imposta esteso al primo trimestre 2023 contro il caro energia alle risorse per la sovranità alimentare, dai buoni lavoro per semplificare le assunzioni al fondo per l’innovazione e la digitalizzazione fino al contenimento dei cinghiali. E poi alcune richieste e proposte, in particolare sul Pnrr. 
Le ha fornite ieri Coldiretti in occasione della sua assemblea nazionale a Roma a Palazzo Rospigliosi. Assemblea a cui sono intervenuti diversi esponenti politici e ministri, fra cui oltre a quello dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, quelli del Lavoro Marina Elvira Calderone, dell’Economia Giancarlo Giorgetti e per gli Affari europei e il Sud Raffaele Fitto. 
A cominciare dalla quantificazione del presidente di Coldiretti Ettore Prandini, per il quale «ammonta ad oltre 2 miliardi di euro il valore delle misure in manovra che impattano sull’agroalimentare italiano, a tutela di un comparto strategico per la crescita del Paese». «Una finanziaria nel complesso positiva – ha detto - poiché il Governo è riuscito a dedicare la giusta attenzione al settore agroalimentare, attraverso importanti novità e la conferma di misure strategiche per il sostegno delle attività imprenditoriali agricole», anche se «avremmo tutti voluto certamente qualcosa di più, ma occorre tenere conto dei limiti e della situazione economica del Paese».
Punto forte della “manovra agricola”, secondo la nota riassuntiva sulla manovra di Coldiretti, è «il fondo per la sovranità alimentare finalizzato a rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale anche con interventi per valorizzare il cibo italiano di qualità, ridurre i costi di produzione per le imprese agricole, sostenere le filiere e garantire la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari in caso di crisi di mercato. Per queste finalità sono stati stanziati 100 milioni nel triennio. Un budget di 225 milioni è messo a disposizione di progetti di innovazione, dalla robotica alle piattaforme e infrastrutture 4.0 mentre viene istituito un fondo di 500 milioni per il 2023 per sostenere gli acquisti di prodotti alimentari di prima necessità destinato ai soggetti con Isee non superiore a 15mila euro».
«Contro il caro energia – aggiunge Coldiretti - viene riconosciuto per il primo trimestre 2023 il credito di imposta in favore delle imprese agricole, della pesca e per i contoterzisti, pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante per la trazione dei mezzi utilizzati; credito di imposta riconosciuto anche per la spesa sostenuta per l’acquisto del gasolio e della benzina utilizzati per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali». Mentre «per aiutare i giovani e il ricambio generazionale in agricoltura – viene evidenziato – è previsto per il 2023 l’esonero contributivo, per un periodo massimo di ventiquattro mesi, in favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, con età inferiore a quarant’anni che si insediano per la prima volta in agricoltura tra il primo gennaio 2023 e il 31 dicembre 2023. Prorogata anche per il 2023 l’esenzione dalla determinazione della base imponibile ai fini Irpef dei redditi dominicali ed agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali».
Sul fronte energetico «vengono prorogati e potenziati i crediti d’imposta per le imprese “non energivore” con contatori di potenza superiore ai 4,5 kW (35% energia utilizzata nel primo trimestre 2023) e per le imprese per l’acquisto di gas (45% del gas consumato nel primo trimestre del 2023) e ridotta l’Iva sul gas metano usi civili e industriali (5%) per il primo trimestre 2023. Vengono poi annullati gli oneri generali per il sistema elettrico e ridotti quelli di sistema gas. Ok anche alla riduzione dei costi relativi alla tassazione sui mezzi di trasporto agricoli».
Infine per Coldiretti «è importante il rinvio al 1 gennaio 2024 dell’entrata in vigore dell’imposta sui manufatti in plastica monouso, la cosiddetta plastic tax e dell’imposta sul consumo delle bevande analcoliche, la “sugar tax”, l’istituzione del Fondo per il contrasto al consumo di suolo, la rimodulazione dell’aumento delle accise sui tabacchi e delle imposte di consumo sui prodotti succedanei da fumo, il rifinanziamento dei contratti di sviluppo anche per la trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, la proroga della rideterminazione dei valori delle partecipazioni in società non quotate e di acquisto dei terreni posseduti al 1° gennaio 2023 mediante il pagamento di un’imposta sostitutiva».
Ma Coldiretti si è espressa in precedenza con due comunicati specifici dedicati a due misure della manovra rivolte a risolvere due emergenze: il sistema che sostituisce i vecchi voucher in agricoltura e la nuova norma per fermare l’invasione di cinghiali. 
 
La nuova disciplina del lavoro occasionale in agricoltura
Per Prandini il nuovo sistema delle prestazioni occasionali «è importante nelle campagne perché introduce una rilevante semplificazione burocratica per salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile per il Paese». Si tratta di «una nuova disciplina delle prestazioni di lavoro occasionale a tempo determinato in agricoltura con un importante snellimento degli adempimenti e dei costi per l’impresa garantendo la tutela dei diritti dei lavoratori nel pieno rispetto della disciplina della contrattazione collettiva di settore». Per la difficoltà di reperire manodopera nelle campagne «sono crollate del 2,2% le ore lavorate in agricoltura nel terzo quadrimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il provvedimento riconosce le specificità del settore agricolo con la necessità di rispettare i cicli stagionali della produzione di fronte ai cambiamenti climatici per non perdere i raccolti rimediando alla carenza di manodopera resa più evidente dall’emergenza Covid che ha ostacolato gli ingressi alle frontiere dei lavoratori stranieri che rappresentano una componente importante per le attività agricole». 
Quello introdotto è uno strumento flessibile per Coldiretti: «una tipologia di rapporto in grado di completare il mercato del lavoro agricolo in quanto potranno accedervi pensionati, studenti, disoccupati e inoccupati, percettori di NASPI reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno». Sarà «a tutti gli effetti un rapporto di lavoro subordinato agricolo con l’unico limite determinato dalla durata della prestazione che non potrà superare, per singolo occupato, le 45 giornate di lavoro effettivo in un arco temporale di durata del rapporto di dodici mesi. Rilevanti per l’impresa tanto le semplificazioni burocratiche che il contenimento dei costi. Le prime consentiranno all’impresa sia l’emissione di un’unica busta paga alla scadenza del rapporto, che assolve all’obbligo di informativa al lavoratore con la consegna del modello UNILAV di assunzione, ed erogando i compensi, in forma comunque tracciabile, per settimana-quindicina-mese. Quanto al contenimento dei costi viene previsto che la contribuzione dovuta sui compensi erogati sia quella indicata per i territori svantaggiati, da versare in un’unica soluzione entro il giorno 16 del mese successivo al termine della prestazione». 
«Tutte le tutele a favore del lavoratore previste dall’ordinamento, incluse le prestazioni di natura previdenziale ed assistenziale, e le tutele contrattuali, dal salario alle prestazioni del sistema della bilateralità agricola – conclude la nota - saranno garantite al pari di qualsiasi occupato a tempo determinato (OTD). Il salario corrisposto secondo i parametri della contrattazione collettiva sarà inoltre esente da imposizione fiscale, cumulabile con qualsiasi tipologia di trattamento pensionistico e sarà computabile ai fini della determinazione del reddito necessario per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno in caso di soggetti extracomunitari. La contribuzione versata sarà utile ai fini di eventuali successive prestazioni previdenziali, assistenziali e di disoccupazione, anche agricole.
 
La normativa per fermare l’invasione di cinghiali
«Finalmente un provvedimento concreto per porre fine all’incontrollata moltiplicazione dei cinghiali in Italia dove se ne conta uno ogni ventisei abitanti, per un totale di 2,3 milioni di esemplari, che mettono a rischio la salute, il lavoro e la sicurezza degli italiani con un incidente ogni 41 ore causato dalla fauna selvatica». Così si è espresso Prandini in riferimento alla norma sui cinghiali approvata all’interno della Manovra.
«I branchi – ha detto – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale, senza dimenticare i rischi per gli allevamenti e il Made in Italy a tavola con la diffusione della peste africana».
È «una vera e propria emergenza», tanto che oltre 8 italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché 1 italiano adulto su 4 (il 26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali. Negli ultimi 10 anni peraltro il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali, secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. E «nelle campagne – conclude Coldiretti – la presenza dei cinghiali ha già causato l’abbandono di 800 mila ettari di terreni fertili che oggi, oltre a non essere più produttivi, sono esposti all`erosione e al dissesto idrogeologico».
 
Pnrr: raddoppiare a 10 mld le risorse per l’agroalimentare
Dall’assemblea di Coldiretti è stata lanciata da Prandini anche una forte richiesta all’esecutivo: raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa. Per Coldiretti «l’agroalimentare è capace di assorbire le risorse di chi non riesce a spendere, come dimostrano le domande presentate dalle nostre imprese sui bandi aperti, dalle filiere alle energie fino alla logistica. Risorse necessarie per sostenere lo sforzo di innovazione delle imprese e rafforzare l’impegno per la sostenibilità ambientale che vede l’Italia svolgere un ruolo di leadership in Europa».
Coldiretti propone di «investire su tre grandi assi: innovazione con la robotica, droni e sensori per ottimizzare lavoro e produzioni, sovranità alimentare (con le misure sui contratti di filiera, il piano invasi e sulla logistica) e sovranità energetica (con incentivi per il fotovoltaico sui tetti, l’agrovoltaico sospeso e per gli impianti di biogas e biometano), che stanno andando oltre i target previsti».  
«Gli investimenti proposti sulla misura PNRR dedicata alla logistica per un valore di 1,5 miliardi di euro - osserva fra l’altro Coldiretti - superano la dotazione inizialmente messa a disposizione del Masaf. È il momento di colmare il gap logistico che frena ancora il nostro potenziale di export che punta a raggiungere i 60 miliardi di euro di valore record nel 2022 nonostante tutte le difficoltà e i problemi». 
Inoltre, tanto per citare un altro esempio, è stato chiesto al ministro degli Affari europei e del Sud Raffaele Fitto di investire 1 miliardo di euro della nuova programmazione del Fondo di coesione per un Piano invasi nazionale per contrastare la siccità.
 
Redazione

Lollobrigida è stato ospite del Consiglio direttivo di Cia–Agricoltori Italiani. Il presidente Cristiano Fini: «facciamo squadra per un’agricoltura più forte».


«Elaborare insieme un piano strategico nazionale per l’agricoltura, che non rincorra più le emergenze ma anticipi i problemi e metta sul tavolo le soluzioni, partendo da temi chiave come il clima, le filiere produttive e la cura del territorio».
Questo l’invito rivolto dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Cristiano Fini al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, intervenuto il 20 dicembre al Consiglio direttivo della Confederazione a Roma all’Auditorium Giuseppe Avolio.  
«Apprezziamo tanto il lavoro fatto dal Governo in questi giorni, il modo in cui si vuole approcciare ai temi, con il confronto e l’ascolto - ha detto Cristiano Fini -. Nella manovra sono già state recepite molte nostre richieste importanti, dal credito d’imposta al gasolio agricolo al bonus lavoro. Riconosciamo anche lo sforzo in campo sulla misura Parco Agrisolare, con il superamento del limite dell’autoconsumo, e sulla riduzione dell’Iva sul pellet».
Però, al di là della legge di Bilancio, «il settore primario ha bisogno di programmazione e nuovi fondi, all’interno di un modello agricolo degno di questo nome - ha aggiunto il presidente di Cia - per affrontare le sfide future, prima di tutto quella dei cambiamenti climatici. Abbiamo il dovere di mettere a punto e sviluppare strumenti di adattamento, dall’agricoltura di precisione al piano invasi alle nuove tecniche genomiche, dove l’Italia può fare da apripista avviando la sperimentazione in pieno campo».
E ancora, ha continuato Fini, sulla manodopera «occorre accelerare con il Decreto Flussi»; sui consumi «è giusto il taglio del cuneo fiscale, ma servono ulteriori risorse per rilanciare la spesa agroalimentare degli italiani», mentre sulla fauna selvatica «è necessaria una strategia su più fronti con un piano di contenimento dei cinghiali, la riforma della legge 157/92 e un sistema più efficiente e tempestivo per gli indennizzi». Anche in Europa «ci sono questioni aperte che possono mettere in crisi il comparto, come il Nutriscore e il cibo sintetico - ha evidenziato Fini -. Occorre fermezza e collaborazione tra istituzioni e organizzazioni agricole, perché abbiamo dimostrato che quando facciamo squadra, portiamo a casa i risultati».
Per tutti questi motivi, «cominciamo a costruire un nuovo piano d’azione agricolo - ha concluso Fini rivolgendosi a Lollobrigida - per dare un futuro all’agricoltura, difendendo i settori del Made in Italy, gli imprenditori agricoli e le aree rurali del Paese».
Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha espresso ampia disponibilità a collaborare con Cia ora come in futuro: «l’Italia ha bisogno di un sistema organico che sappia puntare sulle sue qualità, in primis l’agroalimentare. Spero di rivedervi presto e potervi dire che abbiamo realizzato questi obiettivi e siamo pronti a raggiungerne altri insieme».

Redazione

Sementi, tecnologie e tutte le novità e tendenze delle colture fuori suolo e indoor. Il 15 e 16 febbraio 2023 a Pordenone si terrà NovelFarm, la fiera di riferimento nel sud Europa per questo comparto, che in Italia, riferiscono gli organizzatori, sta continuando a crescere «con esempi importanti nel campo degli ortaggi e delle insalate da taglio».
Nell’occasione si punterà sulla valorizzazione dell’indoor farming come combinazione di tecniche e tecnologie di produzione di cibo altamente produttive e sostenibili che fanno risparmiare acqua e fertilizzanti ed eliminano l’uso di pesticidi.
«Sono ormai diversi i produttori di sementi che offrono varietà particolarmente adatte alla coltivazione in fuori suolo, – viene spiegato nella nota alla stampa di ieri di NovelFarm - centri di ricerca e coltivatori si stanno impegnando nel configurare delle soluzioni per conciliare le esigenze del mercato, dell’economia e della valorizzazione di possibilità che il controllo dei parametri di crescita può offrire».
«In merito alle tecnologie “hard” per l’indoor farming – prosegue la nota - l’attenzione è rivolta ai sistemi di automazione derivati dal settore dei magazzini, robot cooperativi (cobot), sensoristica, intelligenza artificiale per la gestione dell’ambiente di coltivazione, nuovi sistemi di fertirrigazione».
Inoltre «allargando lo sguardo ai mercati NovelFarm rinnoverà l’attenzione sullo sbocco più rilevante oggi e in prospettiva a breve del fuori suolo avanzato nel nostro Paese: la IV e V gamma».
L’accesso alla manifestazione è gratuito.

Redazione

Confagricoltura strategia agroindustriale italiana

All’assemblea di Confagricoltura spunti sul futuro agroindustriale italiano da Bonomi e Giansanti, da Lollobrigida e altri membri del governo. I fertilizzanti.

 
È necessario un piano strategico che riguardi tutta la filiera nazionale del cibo. Lo hanno sostenuto i presidenti di Confindustria Carlo Bonomi e di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nel corso dell’assemblea generale di Confagricoltura della settimana scorsa a Roma, che ha chiamato a raccolta le personalità di spicco delle istituzioni politiche e dell’economia.
A riferirlo una nota di Confagricoltura del 15 dicembre in cui si rende noto che uno dei fili conduttori della due giorni è stato l’«economia interna ed europea con un ampio respiro oltre i confini del Continente verso quei mercati che possono contribuire alla stabilità del sistema agroindustriale italiano».
Sicurezza alimentare, produttività e tutela delle zone rurali, sono stati i tre temi sottolineati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nei suoi auguri di buon lavoro all’Assemblea. Materie prime, filiere di qualità, credito, modernizzazione tecnologica e ricambio generazionale sono stati, invece, gli argomenti su cui ha posto l’accento nel suo messaggio alla platea, la premier Giorgia Meloni.
Una traccia ripresa anche nell'intervento del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, che si è augurato un aggiornamento della PAC alla luce degli attuali livelli inflazionistici, e l’introduzione, da parte di Bruxelles, di una gradualità nella stretta all’uso dei fertilizzanti per non mettere a rischio la produttività agricola nazionale.
La PAC garantirà l’aumento della produzione agricola di cui l’Europa ha bisogno e il Parlamento Europeo garantirà ulteriori tutele per le indicazioni geografiche e regole condivisibili sull’uso dei fertilizzanti. È la promessa fatta dalla presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola
Mentre per il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni siccità, carenza di fertilizzanti e crisi energetica impongono un cambio di direzione verso uno sviluppo economico sostenibile. Per lui le priorità sono tre: solidarietà tra i Paesi Ue, tutela del valore che l’agroalimentare italiano esprime e sostegno al percorso di transizione energetica delle sue imprese.
Del ruolo dell’Unione Europea ha parlato il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, che vorrebbe dalla Commissione Ue un impegno deciso proprio sul fronte di una politica industriale e commerciale che coinvolga il settore primario.
Su logistica e integrazione dei trasporti (porti, aeroporti, ferrovie, ecc.) e sulla condivisione di progettualità tra il suo ministero e quello dell’Agricoltura, ha battuto il tasto il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili Matteo Salvini, che punta a uno snellimento delle autorizzazioni per gli impianti ad energie rinnovabili.
Di energia e credito si è parlato durante la tavola rotonda con gli amministratori delegati di Enel e Crédit Agricole, Francesco Starace e Giampiero Maioli. Due partner con cui Confagricoltura condivide percorsi dedicati alle imprese e alle opportunità che il PNRR offre sulle green energy integrate alla produzione agricola.
«Ampia la condivisione di vedute tra i protagonisti della due giorni di Assemblea di Confagricoltura sulla necessità di rafforzare gli attuali scambi commerciali esteri e di crearne di nuovi per continuare a garantire alle imprese materie prime e sviluppo – conclude la nota di Confagricoltura -. Da qui, la conferma del ruolo che l’Italia riveste e dovrà rivestire nei rapporti con il Bacino Mediterraneo, area ancora più centrale oggi con il muro alzato ad Est dalla guerra in Ucraina».
 

Redazione