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Comuni fioriti di Alba e Ingria - Communities in Bloom
I cinque fiori rossi e altri significativi premi ai “comuni fioriti” piemontesi di Alba e Ingria in occasione della 28esima edizione del concorso internazionale “Communities in Bloom”, che premia l’attenzione agli spazi verdi urbani, alle fioriture e alla consapevolezza ambientale delle città.
La premiazione si è svolta durante il simposio nazionale dell’organizzazione Communities in Bloom – Collectivités en fleurs, che si è tenuto dal 20 al 23 di ottobre a Victoria, nella British Columbia (Canada).
In particolare, come reso noto da un comunicato di Asproflor – Comuni fioriti, unico partner italiano della manifestazione, la città di Alba ha vinto la medaglia di bronzo e un Outstanding Achievement Award (Premio risultato eccezionale) nel “Ball International Plant & Floral Displays Award”, accompagnati da una menzione speciale per il coinvolgimento della comunità nella Consulta del Volontariato, che – come hanno sottolineato i giudici Bob Ivison e Tina Liu - «si occupa di creare connessioni tra i singoli gruppi di volontariato presenti in città, che operano in diversi ambiti: sviluppo giovanile, supporto alla genitorialità, cura dei più anziani, oltre alla conservazione del patrimonio vinicolo e della cultura del tartufo».
Invece Ingria, piccolissimo comune della provincia di Torino, ha ottenuto, oltre ai cinque fiori rossi, massimo riconoscimento della competizione, una menzione d’onore per la conservazione del patrimonio. «Il patrimonio architettonico del paese è stupefacente e fonte di grande orgoglio per gli abitanti – hanno affermato i giudici Susan Ellis e Alex Pearl -. Ogni edificio rispetta rigidi standard architettonici, per quanto riguarda la cura degli esterni, e ogni casa, negozio, chiesa ed edificio istituzionale contribuisce a dar vita a un paese che rimane nel cuore di chi lo visita».
 

Redazione

Lollobrigida ministro dell'agricoltura

Il nuovo ministro dell’agricoltura, che avrà una delega alla “sovranità alimentare”, è Francesco Lollobrigida. Le reazioni delle associazioni degli agricoltori.

 
Ha da poco giurato al cospetto del presidente della repubblica Sergio Mattarella e della neo premier Giorgia Meloni il nuovo ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Francesco Lollobrigida. Avrà la nuova delega della “sovranità alimentare”.
Nato a Tivoli ma residente a Roma, dove si è laureato in giurisprudenza, il deputato Francesco Lollobrigida è cognato della presidente del consiglio Giorgia Meloni e per diversi anni è stato responsabile nazionale dell’organizzazione del partito Fratelli d’Italia. Capogruppo alla Camera dei deputati dal 2018 al 2022, è stato confermato in quel ruolo il 18 ottobre scorso. Può essere considerato una sorta di braccio destro della neo premier. La sua nomina come ministro dell’agricoltura è sulla carta un significativo segno di attenzione del nuovo governo al settore primario. 
«Buon lavoro al ministro Lollobrigida e alla squadra di governo» ha subito titolato ieri una nota di Confagricoltura non appena uscito l’elenco dei ministri del governo di Giorgia Meloni: «prima donna a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio», a cui sono andate «le più vive congratulazioni di tutta Confagricoltura». «Al neo ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, i nostri migliori auguri di un proficuo lavoro - ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. Siamo certi che condividerà con il mondo agricolo il ruolo strategico dell’agricoltura per l’economia del Paese. Ci attendono sfide importanti e dovremo metterci subito al lavoro per rispondere alle esigenze delle aziende agricole che sono chiamate in questo difficile momento a dare risposte in termini produttivi, alle prese con le insidie dettate dai mercati e dalla situazione geopolitica in atto».
Un «buon lavoro all’esecutivo Meloni» è arrivato subito ieri anche da Coldiretti, che per bocca del presidente Ettore Prandini ha ringraziato pure il ministro delle politiche agricole e il presidente del consiglio uscenti Stefano Patuanelli e Mario Draghi. Il cambio di nome del dicastero con l’introduzione del concetto di sovranità alimentare è apprezzato da Coldiretti come «impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all’intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità». Per Coldiretti bisogna «sfruttare i fondi del Pnrr per garantire la sovranità alimentare» ma anche per «ammodernare la rete logistica». Inoltre bisogna dire «no al Nutriscore, al cibo sintetico e agli accordi internazionali sbagliati che penalizzano il Made in Italy» e «fermare l’invasione di cinghiali; realizzare un piano invasi per garantire acqua in tempi di siccità». Infine, conclude Prandini, «bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio una filiera centrale per le forniture alimentari delle famiglie che dai campi alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio».
Oggi è arrivato il comunicato stampa di Cia - Agricoltori Italiani con gli auguri di buon lavoro «al Ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e a tutta la squadra di governo presieduta da Giorgia Meloni, prima donna presidente del consiglio della storia d’Italia». «Auspichiamo che il nuovo Governo dia al settore agricolo il giusto peso nella vita del Paese – ha dichiarato il presidente di Cia Cristiano Fini -. I gravi problemi economici che stanno investendo l’Italia non risparmiano l’agricoltura, anzi, è proprio questo settore che sta pagando uno dei prezzi più alti, stretto tra gli aumenti delle materie prime e dell’energia e dal contrasto degli aumenti per i consumatori. Se si ferma l’agricoltura si rischia, infatti, di far frenare tutta la filiera agroalimentare del Made in Italy. Occorre, dunque, una politica forte a Bruxelles che contrasti, in primis, l’introduzione di uno strumento inutile e dannoso come il Nutriscore. Nel solco della transizione ecologica Cia chiede, inoltre, che non si penalizzi il solo settore agricolo, come rischia invece di avvenire con la proposta di regolamento Ue sui fitofarmaci, che noi bolliamo come inaccettabile». Cia-Agricoltori Italiani è pronta a collaborare su questi temi e «sull’indispensabile difesa delle aree interne del Paese, che sono bacino di un’agricoltura di qualità e hanno bisogno di risorse e investimenti per non spopolarsi».
 

L.S.

Cia Toscana Centro a Impruneta
Una nuova sede per offrire maggiori servizi alle aziende del territorio e per migliorare la qualità degli spazi a disposizione dei dipendenti. 
E’ stata inaugurata oggi nel comune di Impruneta (provincia di Firenze), in località Bottai, la nuova sede di Cia Toscana Centro (Firenze – Pistoia – Prato), che rappresenta 3.500 aziende agricole associate. La sede può contare su locali rinnovati, spazi idonei per corsi di formazione ed eventi associativi, oltre agli uffici in cui vengono erogati servizi. In tutto 400 metri quadri di cui circa 100 di sala, 150 di uffici amministrativi e altri 150 fra magazzino ed archivi.
Al taglio del nastro erano presenti il presidente nazionale Cia Agricoltori Italiani Cristiano Fini, il presidente di Cia Toscana Valentino Berni, oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali: i sindaci di Impruneta Alessio Calamandrei, di San Casciano Val di Pesa Roberto Ciappi, di Bagno a Ripoli Francesco Casini, di Barberino – Tavarnelle David Baroncelli e di Greve in Chianti Paolo Sottani. Con loro Brunella Tarli per la Camera di Commercio di Firenze e vari esponenti politici. 
«Siamo molto entusiasti per questa inaugurazione – ha detto il presidente Cia Toscana Centro Sandro Orlandini -, con questa sede guardiamo con ottimismo al futuro. Sede baricentrica rispetto alle tante agricolture del nostro territorio, una struttura per i corsi, al servizio dei dipendenti e delle imprese agricole».  
«Un momento molto importante in una realtà territoriale altrettanto importante – ha detto Cristiano Fini, presidente Cia Agricoltori Italiani -, perché Cia Toscana Centro associa tante imprese, con un fortissimo legame con il territorio, ed un fortissimo legame fra territorio, agricoltura e turismo. E’ chiaro che sviluppare servizi in una realtà così importante va a merito di un’associazione molto dinamica e molto viva; si vuole investire per il futuro, dare una casa migliore agli agricoltori e ai nostri collaboratori, dove poter fare servizi e politiche sindacali a beneficio delle aziende agricole».
 

Redazione

Mefit - obblighi antincendio - Giurlani e Grassotti
Con un «decreto-ordinanza» firmato ieri l'altro il sindaco di Pescia Oreste Giurlani ha scongiurato il rischio di chiusura che pendeva nuovamente sul mercato dei fiori di Pescia, dopo la verifica, con esito negativo, del 29 luglio scorso dei Vigili del Fuoco sull’adeguamento dell’edificio alla normativa antincendio.  
Giurlani ha deciso di dare seguito alla deliberazione del Consiglio Comunale del 30 settembre che lo invitava «ad adottare qualunque atto sia necessario affinché sia garantita la continuità delle attività di servizio pubblico di mercato all’ingrosso di fiori e piante» e ha decretato «la prosecuzione - in via provvisoria ed in attesa del completamento delle necessarie procedure ad evidenza pubblica connesse al reperimento dei fondi ed all'avvio delle procedure esecutive - dell'attività attualmente in corso nei locali ex Comicent». A confortarlo in questa decisione, come spiegato nelle premesse dell’ordinanza, una serie di valutazioni tecniche di idoneità strutturale dell’edificio gestito dall’azienda speciale comunale Mercato dei fiori della Toscana (Mefit) e il fatto che «sotto il profilo della sicurezza antincendio, anche alla luce delle iniziative in tal senso adottate dal Mefit non appare emergere un rischio grave, attuale ed imminente tale da dover essere assicurato con la chiusura immediata dei locali». 
Ma il decreto-ordinanza - in attesa che arrivino i fondi promessi dalla Regione Toscana (2 milioni di euro) e i fondi richiesti tramite la partecipazione a un bando ministeriale nell’ambito del Pnrr (2 milioni e mezzo), oltre a 1 milione che il Comune reperirà con l’accensione di un mutuo, per il previsto intervento di messa in sicurezza e parziale adeguamento dell'immobile (vedi) - prevede anche precisi impegni da parte degli operatori iscritti al Mefit, per quasi metà florovivaisti e per il resto commercianti di piante e fiori, più una trentina di trasportatori. In particolare, sulla linea di quanto preannunciato in un protocollo d’intesa sottoscritto a fine settembre con le associazioni di categoria degli operatori, ordina che:
A) il Mefit raccolga entro 3 mesi a partire da oggi delle relazioni sommarie con le quali i singoli operatori iscritti, sublocatari e/o aventi diritto, attestino la situazione degli impianti elettrici negli spazi da loro utilizzati;
B) nei successivi 3 mesi i singoli utenti pongano rimedio alle anomalie riscontrate e presentino al Mefit regolari certificazioni degli impianti elettrici dei locali da loro occupati.
A questi impegni principali ne vengono aggiunti altri riguardanti il monitoraggio della struttura e del «carico di incendio» e altre misure volte ad abbattere il rischio di incendi.
 

L.S.

È sempre più importante puntare a nuovi metodi di controllo sostenibili nei confronti di Plutella xylostella, uno dei principali fitofagi che attacca il genere Brassica, al fine di ridurre l’utilizzo di mezzi chimici e le probabilità di sviluppare nuove resistenze.

 

Con l’arrivo dell’autunno (e fino a tutto marzo), inizia il tempo di raccolta del genere Brassica, destinato sia alla vendita di piante in vaso sia alla produzione recisa, nel comparto floricolo. Tra i fitofagi più importanti e voraci di questo genere deve essere segnalato il lepidottero Plutella xylostella, chiamata anche diamondback moth per la fascia color crema presente sulla parte dorsale.
In Italia è presente ovunque ed è considerata la specie dell’ordine Lepidoptera più diffusa su scala mondiale.
Dalle uova, che vengono deposte singolarmente o in piccoli gruppi fuoriescono, dopo un periodo di circa quindici giorni, delle piccole larve di color verde chiaro. Il lepidottero presenta quattro stadi larvali: le larve di prima età sono minatrici fogliari mentre, dopo la prima muta, conducono la vita all’esterno della foglia, nutrendosi della pagina inferiore. Nei casi di gravi infestazioni, le foglie vengono completamente divorate, causando importanti danni economici. Una volta arrivate a maturità, le larve si incrisalidano sulla pagina inferiore della foglia e dopo circa una settimana raggiungono l’età adulta.
L’adulto è un piccolo lepidottero, con un’apertura alare di circa 13 mm, caratterizzato da colorazioni tendenti al bruno e da antenne molto pronunciate.
Il continuo e costante utilizzo di mezzi di controllo chimici ha portato P. xylostella a sviluppare resistenza. Il lepidottero, infatti, è stato il primo insetto a sviluppare resistenza nelle popolazioni in pieno campo, anche al batterio Bacillus thuringiensis (popolazioni resistenti al Bt sono state ritrovate nelle Hawaii, Stati Uniti e alcune nazioni asiatiche).
Ad oggi, sono pochi i mezzi che riescono a controllare il lepidottero, per cui è nata la necessità di dar vita a nuovi prodotti sostenibili e funzionali.
Lo studio, condotto dai ricercatori della Federal University of Grande Dourados (Brasile), è stato pubblicato su Plants, una rivista scientifica semestrale di MDPI.
Il lavoro pubblicato è incentrato sulle capacità che le piante del genere Ludwigia, originarie delle zone umide dell’America centrale e meridionale, hanno di incidere sull’ovideposizione e sull’alimentazione del lepidottero grazie ai loro metaboliti secondari (flavonoidi, tannini, alcaloidi..).
I risultati, descritti in breve, hanno dato esiti positivi. L’estratto acquoso di Ludwigia tomentosa ha ridotto dell’80.92% la superficie fogliare mangiata dai lepidotteri, rispetto al controllo; l’estratto è risultato avere un effetto fagodeterrente riducendo, in media, l’ovideposizione dell’89.41%, con un picco del 97.16% per la specie L.longifolia. In generale, tutti gli estratti acquosi sono stati segnalati come deterrenti per la deposizione delle uova. Anche gli estratti etanolici (a base alcolica) risultano essere deterrenti, anche se con una deposizione ridotta mediamente dell’81.24%.
Dall’analisi dei dati emerge come i metaboliti secondari siano sostanze in grado di controllare i processi di deposizione e alimentazione di P.xylostella, avendo il vantaggio non solo di essere prodotti naturali ma anche di essere poco soggetti a indurre nuove forme di resistenza nell’insetto, in quanto si tratta di sostanze complesse con modalità d’azione diverse, che agiscono principalmente sul comportamento degli insetti a seguito degli stimoli recepiti dai sensilli.
Attualmente, tuttavia, il controllo del lepidottero deve essere effettuato mediante i prodotti fitosanitari (registrati per genere Brassica) disponibili in commercio, preferendo sempre mezzi sostenibili e selettivi, rispetto a quelli chimici e ad ampio spettro d’azione.

Foto: Plutella xylostella (Linnaeus, 1758), Autore: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Dott.ssa Giulia Pacini