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Sì di Confagri alla proposta normativa della CE per certificare gli assorbimenti di carbonio. Da noi le foreste assorbono CO2 pari al 10% dei gas serra emessi.
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Sono cinque i ricercatori del CREA che ricopriranno ruoli di rilievo nel nuovo direttivo della Società Ortoflorofrutticoltura Italiana, che si è recentemente insediato e che ha come neo presidente generale dai primi di novembre Antonio Ferrante.
Ma vediamo i nomi dei ricercatori del CREA nel Consiglio direttivo della più importante società scientifica per l’orticoltura, il florovivaismo e la frutticoltura in Italia. Nella sezione “orto-florovivaismo” sono stati eletti come presidente della sezione Daniele Massa, direttore del CREA Orticoltura e Florovivaismo (OF), come segretaria Sonia Cacini (CREA-OF di Pescia - PT) e come membro del direttivo Catello Pane (CREA-OF Pontecagnano Faiano - SA). Emilia Caboni (CREA-Olivicoltura Frutticoltura e Agrumicoltura di Roma) è stata eletta invece come membro della sezione “Frutticoltura”. Infine Barbara Ruffoni (CREA-OF di Sanremo IM) come revisore dei conti.
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Con bando finanziato da risorse UE, la Regione aiuta gli agricoltori a investire in agricoltura di precisione: contributi del 75%, domande dal 20 gennaio 2023.
«Un bando al passo coi tempi, per ridurre gli sprechi di risorse e l’impatto sull’ambiente».
Così la vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi ha lanciato ieri il bando “Miglioramento della redditività e della competitività delle aziende agricole” (in attuazione della misura 4.1.1 del PSR 2014-2022) che destina oltre 8 milioni per rendere più efficiente e sostenibile il processo produttivo in agricoltura grazie a strategie di gestione dell’attività agricola basate sulla raccolta ed elaborazione di dati tramite adeguate e moderne strumentazioni capaci di guidare il processo decisionale su come e quando intervenire in campo (vedi anche qui).
«La Toscana, tra le prime regioni a scommettere sulla precision farming al punto da investirci oltre 8 milioni, - ha continuato l’assessora Saccardi - da tempo è allo studio di questa strada che permette di ridurre drasticamente, anche del 30%, gli input esterni come agrofarmaci, fertilizzanti e combustibili, consentendo una gestione “smart” delle coltivazioni e degli allevamenti e mantenendo alti, anzi, migliorando gli standard di qualità». «Le nostre imprese agricole in questo modo – ha aggiunto la vicepresidente - possono ottimizzare sforzi, ridurre consumi e sprechi, aumentare la produttività dei terreni. Anche per questo abbiamo deciso di elevare molto la percentuale di contribuzione a chi parteciperà al bando, andando oltre il consueto 40-50%. Ci auguriamo che gli imprenditori agricoli rispondano numerosi perché è con l’innovazione che la nostra agricoltura e l’ambiente possono guardare con più fiducia alle sfide del futuro».
Il bando, promosso nell’ambito di Giovanisì, prevede contributi, in conto capitale, «rivolti agli Imprenditori Agricoli Professionali (IAP) o soggetti ad essi equiparati che intendono realizzare investimenti, materiali e immateriali». L’intensità del sostegno è pari al 75% per tutti gli investimenti, incluse le spese generali. Può salire al 90% in caso di riconoscimento di specifiche maggiorazioni. Non sono ammesse domande di aiuto con un contributo minimo richiesto/concesso inferiore a 15.000 euro.
La domanda di aiuto deve essere presentata, a partire dal 20 gennaio 2023 ed entro le ore 13 del 6 marzo 2023, esclusivamente mediante procedura informatizzata impiegando la modulistica disponibile sulla piattaforma gestionale dell’anagrafe regionale delle aziende agricole gestita da ARTEA, raggiungibile dal sito artea.toscana.it.
La dotazione finanziaria è pari a 8.250.000 € interamente finanziati attraverso le risorse messe a disposizione dallo strumento dell’Unione Europea per la ripresa (EURI – European Recovery Instrument) del Next Generation UE (NGEU), istituito dall’UE nel 2020 anche con l’obiettivo di far fronte all’impatto della crisi COVID-19 e alle sue conseguenze per il settore agricolo e le zone rurali dell’Unione.
Più nel dettaglio, i beneficiari ammessi a presentare domanda sono i seguenti soggetti: «imprenditori agricoli professionali (IAP) iscritti, anche a titolo provvisorio, nell’anagrafe regionale toscana degli imprenditori agricoli professionali (IAP) riconosciuti, anche a titolo provvisorio, da altre Regioni o Province autonome; gli equiparati all’imprenditore agricolo professionale (IAP) ai sensi dell’art. 20 della legge regionale 27 luglio 2007, n. 45 (aziende degli enti pubblici che esercitano in via esclusiva attività definite agricole dall’art. 2135 del C.C. e dalle leggi statali speciali)».
È possibile ricevere un anticipo fino al 50% del contributo ammesso a finanziamento a seguito della presentazione di richiesta da parte del beneficiario. L’anticipo è erogato solo successivamente all’inizio delle attività oggetto di contributo ed a seguito di presentazione di garanzia fideiussoria rilasciata a favore di ARTEA.
La graduatoria si forma in questo modo: le domande sono ordinate in un elenco in base ai punteggi derivanti dai criteri di selezione come dichiarati dai richiedenti. La domanda di aiuto deve aver ottenuto un punteggio di almeno 4 punti per poter entrare in graduatoria. Il punteggio massimo attribuibile ad una singola domanda di aiuto è pari a 29 punti.
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Per Coldiretti il clima mite ha raffreddato le bollette dei florovivaisti, ma i costi sono lo stesso su del 50%. Produzione -10/15%: in Toscana 5 mln di piante.
Anche grazie all’aiutino del clima mite di queste settimane, che ha “raffreddato” le bollette dei florovivaisti specializzati, la Stelle di Natale o Poinsettia (Euphorbia pulcherrima), pianta simbolo delle festività, non mancherà nelle case della Regione Toscana, dove si coltivano circa 5 milioni di esemplari all’anno, di cui 3 milioni nel solo polo produttivo della Versilia.
Lo ha comunicato nei giorni scorsi Coldiretti Toscana sottolineando che «l’autunno più caldo degli ultimi 70 anni in Toscana ha permesso di ridurre le ore e le temperature di accensione dei riscaldamenti nelle serre dove sono necessari tra i 15 e i 20 gradi per attivare il processo di crescita e di colorazione delle piante». Ma anche che, «malgrado l’inaspettato aiuto del meteo l’incidenza dei costi di produzione, dal concime ai vasi fino alla plastica», è rimasta altissima e «i costi per produrre una stella di Natale hanno superato il 50% in più rispetto ad appena un anno fa».
Coldiretti Toscana ha fatto sapere inoltre si è verificato quest’anno un calo di produzione del 10%/15% rispetto all’anno scorso, a causa dell’aumento dei costi e dell’incertezza dei prezzi dell’energia. «Il florovivaismo è tra i comparti più energivori dell’agricoltura – ha spiegato Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana -. Le serre sono riscaldate principalmente con bruciatori a gasolio o metano i cui prezzi sono impazziti: il caldo è un ingrediente indispensabile per alcune produzioni come lo sono appunto le Stelle di Natale. Alcuni vivai sono stati costretti a ridurre gli esemplari coltivati a causa della grande incertezza legata proprio agli imprevedibili aumenti energetici, ma anche per non uscire dal mercato e perdere quote che faticosamente si erano conquistati negli anni».
Sono stati aumenti di costi produttivi a valanga quelli sopportati dalle aziende florovivaistiche, come messo in evidenza Coldiretti Toscana: +250% per i fertilizzanti, +110% per il gasolio, +15% per i fitosanitari contro i parassiti, +45% per i servizi di noleggio, secondo gli ultimi dati Crea. Ma gli incrementi hanno colpito anche gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%), per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati. E sono esplose anche le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma.
I maggiori costi di produzione, continua Coldiretti Toscana, saranno assorbiti, per tre quarti, dalle aziende florovivaistiche. «I margini di utile per le aziende del settore, allo stato attuale, sono ridotti al minimo storico – ha commentato Filippi -. Alle aziende resteranno solo spiccioli. Tutto questo accade in un contesto di forte difficoltà innescato dal conflitto in Ucraina con un’impresa agricola su dieci a rischio chiusura».
«Nonostante i rincari le Stelle di Natale non mancheranno nelle case dei toscani – conclude Coldiretti Toscana -. Non solo perché sono belle e portano la festa nelle case, anche perché fanno bene all’ambiente domestico. Insieme al ciclamino infatti, la poinsettia è un formidabile filtro naturale contro l’inquinamento indoor. Ad evidenziarlo è stato l’istituto per la bioeconomia del Cnr sulla base di uno studio presentato da Coldiretti Toscana, AssoFloro, Anci e Affi. La stella di Natale ha capacità di assorbire il formaldeide presente in colle, solventi, pavimenti, rivestimenti oltre che nelle sigarette, benzene presente nelle vernici e fumo di sigaretta e xilene prodotte da stampanti, fotocopiatrici e computer. Anche il ciclamino, prodotto in 4 milioni di esemplari nelle diverse dimensioni, assorbe gli stessi inquinanti».
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