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Il 21 dicembre in Conferenza Stato-Regioni intesa sullo schema di decreto sulle modalità dei pagamenti diretti del Piano nazionale della PAC: 3,6 mld all'anno.


A sole tre settimane dall’approvazione del Piano strategico nazionale (Decisione della Commissione europea del 2 dicembre 2022 (vedi): è stato adottato in Italia il provvedimento con cui si disciplinano le modalità di erogazione dei pagamenti diretti della PAC per l'anno 2023: interamente finanziati dall'Unione europea e finalizzati a sostenere il reddito degli agricoltori, con una dotazione di circa 3,6 miliardi di euro all'anno.
Come reso noto dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), nella seduta del 21 dicembre della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, su proposta del ministro Francesco Lollobrigida, è stata sancita l'intesa sullo schema di decreto ministeriale relativo alle modalità di applicazione dei pagamenti diretti previsti dal Piano strategico nazionale della PAC 2023-2027.
Il decreto, come riferito nella nota del Masaf, prevede la prosecuzione del cosiddetto sostegno di base al reddito degli agricoltori, cui sono destinati 1,678 miliardi di euro all'anno, e del processo di convergenza nazionale dei diritti all'aiuto, attraverso il quale, entro il 2026, tutti i diritti all'aiuto dovranno raggiungere un valore pari ad almeno l'85% della media nazionale.
Con lo stesso provvedimento si prevede, inoltre, l'avvio del cosiddetto “sostegno redistributivo”, che privilegia le aziende medio-piccole, destinatarie di un contributo aggiuntivo limitato ai primi 14 ettari posseduti, e si attivano, per la prima volta, specifici interventi a finalità ecologico-ambientale (eco-schemi), cui sono destinati circa 900 milioni di euro all'anno.
«Gli eco-schemi – spiega la nota del Masaf - rappresentano una delle maggiori novità della PAC 2023-2027 e hanno l'obiettivo di stimolare l'assunzione di impegni ambientali più ambiziosi e mirati alle peculiarità dei diversi territori e tipologie produttive, capaci di rafforzare in modo mirato il contributo dell'attività agricola alla società ed all'ambiente, di migliorare la sostenibilità di tutti i processi produttivi». Gli eco-schemi attivati sono 5 e prevedono l'impegno del settore zootecnico alla riduzione della resistenza antimicrobica, l'inerbimento delle colture arboree, la salvaguardia degli oliveti di particolare valore paesaggistico, il sostegno ai sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento, e misure specifiche per gli impollinatori.
Nel decreto viene infine rafforzata la politica in favore dei giovani agricoltori e vengono potenziati gli aiuti accoppiati al reddito, finalizzati a settori o prodotti di particolare rilevanza dal punto di vista socio-economico e ambientale. I settori interessati dagli aiuti accoppiati sono: latte; carni bovine; carni ovine e caprine; frumento duro; semi oleosi (colza e girasole); riso; barbabietola da zucchero; pomodoro destinato alla trasformazione; olio d'oliva; agrumi; colture proteiche comprese le leguminose.

Redazione

nuova PAC - agricoltura UE

Con l’ok a 28 Piani Strategici, al via la PAC 2023-27: 264 mld di contributi UE che con i nazionali fanno 307 mld per gli agricoltori europei. Tutte le novità.

 
L'approvazione di tutti i 28 Piani Strategici Nazionali (PSN) - uno per ogni Paese e due per il Belgio - da parte della Commissione Europea (CE) segna l'inizio della Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027, previsto per il prossimo Capodanno.
Questo l’inizio del comunicato stampa ufficiale dello scorso 14 dicembre della Commissione Europea con cui è stato annunciato il via libera alla nuova PAC.
In tutto «264 miliardi di euro di finanziamenti dell'UE – viene specificato - sosterranno gli agricoltori europei nella transizione verso un settore agricolo sostenibile e resiliente e contribuiranno a preservare la vitalità e la diversità delle zone rurali. Il cofinanziamento e il finanziamento nazionale complementare porteranno il bilancio pubblico totale dedicato agli agricoltori e alle comunità rurali a 307 miliardi di euro per il periodo 2023-2027. Altri programmi che rientrano nel mandato della PAC ma al di fuori dei piani strategici della PAC, come il programma POSEI per le regioni ultraperiferiche, il programma dell'UE per le scuole, i programmi di promozione, beneficeranno di un finanziamento aggiuntivo dell'UE di 6 miliardi di euro».
Vediamo gli aspetti principali richiamati dal comunicato della nuova PAC, che risponde a 3 precise ambizioni: essere più equa, più verde, più sociale.
 
Una PAC più equa
Tutti i PSN «supportano un reddito agricolo sostenibile e la resilienza del settore agricolo come obiettivo chiave». Ecco alcuni esempi del supporto fornito:
- I pagamenti diretti della PAC restano una rete di sicurezza per gli agricoltori. Quasi 20 miliardi di euro di supporto al reddito di base saranno distribuiti ogni anno agli agricoltori ammissibili. Tuttavia, ciò è subordinato all'applicazione da parte degli agricoltori di standard di base rafforzati sulle Buone Condizioni Agricole e Ambientali (BCAA). Si prevede che le BCAA copriranno quasi il 90% dei terreni agricoli dell'UE.
- La nuova PAC indirizzerà un livello più elevato di sostegno pubblico a coloro che ne hanno più bisogno. Le piccole e medie aziende agricole dell'UE riceveranno un sostegno più elevato al reddito grazie a un pagamento redistributivo pari al 10,6% di tutti i pagamenti diretti. Ciò ammonterà a 4 miliardi di euro all'anno. Si tratta di 2,5 volte di più dei pagamenti redistributivi previsti dall'attuale PAC (2014-2020) applicati solo da dieci Stati membri.
- Per aiutare gli agricoltori ad affrontare le crisi, il 15% delle aziende agricole dell'UE riceverà sostegno per la sottoscrizione di premi assicurativi, la partecipazione a fondi di mutualizzazione o ad altri strumenti di gestione del rischio.
- Il livello di sostegno per le colture proteiche/leguminose attraverso il sostegno accoppiato al reddito aumenterà del 25% rispetto al 2022. Ciò contribuirà a ridurre la dipendenza degli agricoltori dell'UE dalle importazioni e dall'uso di determinati fertilizzanti. Anche altri 17 settori in difficoltà riceveranno un sostegno accoppiato, raggiungendo il 21% delle aziende agricole dell'UE.
 
Una PAC più verde
«Tre obiettivi specifici su dieci della PAC riguardano direttamente l'ambiente e il clima – si legge nel comunicato -. Grazie alla clausola “no backsliding” [traducibile come nessuna retromarcia, ndr], gli Stati membri sono tenuti a dimostrare maggiori ambizioni nei loro piani PAC rispetto alla situazione attuale. Ciò si traduce nella PAC più ambiziosa di sempre dal punto di vista ambientale e climatico»:
- Nei piani strategici della PAC, quasi 98 miliardi di euro, corrispondenti al 32% del finanziamento totale della PAC (UE e cofinanziamenti), saranno dedicati a fornire benefici per il clima, l'acqua, il suolo, l'aria, la biodiversità e il benessere degli animali, e incoraggiare pratiche oltre la condizionalità obbligatoria. Se guardiamo alla ripartizione di questo importo tra strumenti e fondi, il 24% dei pagamenti diretti è dedicato a regimi ecologici (eco-schemes) e il 48% della spesa per lo sviluppo rurale di tutti i piani sosterrà pienamente gli obiettivi ambientali e climatici.
- I piani incentiveranno i gestori delle terre a immagazzinare carbonio nel suolo e nella biomassa, ridurranno le emissioni di gas a effetto serra (GHG: GreenHouse Gas) e contribuiranno all'adattamento nel 35% della superficie agricola dell'UE attraverso pratiche agronomiche adeguate, come la gestione estensiva dei pascoli, la coltivazione di leguminose e colture intercalari, la fertilizzazione biologica e l’agroforestazione.
- Sulla base dei nuovi obblighi per gli agricoltori, la rotazione delle colture è prevista su circa l'85% dei seminativi sostenuti dalla PAC. Ciò contribuirà a interrompere i cicli di parassiti e malattie e così a ridurre l'uso e la pericolosità dei fitofarmaci. Per migliorare ulteriormente, oltre il 26% dei terreni agricoli dell'UE riceverà sostegno, tra l'altro, per l'adozione della lotta integrata ai parassiti e l'utilizzo di metodi non chimici per il controllo dei parassiti o per l'agricoltura di precisione.
- Il sostegno della PAC alla produzione biologica nel 2027 sarà quasi raddoppiato rispetto alla superficie finanziata nel 2018. Ciò contribuirà in modo determinante al raggiungimento delle ambizioni nazionali degli Stati membri di aumentare la superficie biologica, che vanno dal 5 al 30%, entro il 2030.
- Gli investimenti previsti nella produzione di energia rinnovabile nelle aziende agricole aggiungeranno 1.556 MW alla capacità di produzione di energia dell'UE.
 
Una PAC più sociale
Come precisato nel comunicato, le aree rurali europee devono affrontare «diverse sfide, individuate nella visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE, tra cui lo spopolamento, l'accesso e il miglioramento dei servizi di base, le opportunità di occupazione e la necessità di una migliore connettività»; la PAC «investirà nel tessuto sociale ed economico» di tali zone. Seguono alcune delle misure:
- Il sostegno specifico ai giovani agricoltori occupa un posto di rilievo in ogni PSN e i Paesi dell'UE sono andati oltre il requisito minimo di destinare il 3% dei loro pagamenti diretti al ricambio generazionale. Complessivamente, un totale di 8,5 miliardi di euro di spesa pubblica aiuterà i giovani agricoltori ad avviare, investire e mantenere la propria attività nei primi anni di attività. Nel periodo 2023-2027 si prevede che un totale di 377 mila nuovi giovani agricoltori si stabiliranno come agricoltori a pieno regime. Alcuni Stati membri prevedono ulteriori sforzi per incoraggiare la successione nelle aziende agricole, rafforzare la parità di genere nelle zone rurali e rafforzare la posizione delle donne nell'agricoltura.
- Lo sviluppo locale è anche sostenuto dal 7,7% del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) dedicato alle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (il cosiddetto approccio LEADER). Ciò rappresenta 5 miliardi di euro. Una volta messe in atto, queste strategie dovrebbero coprire il 65% della popolazione rurale europea.
- Per la prima volta, i pagamenti della PAC saranno vincolati al rispetto di determinate norme sociali e del lavoro dell'UE e i beneficiari saranno incentivati a migliorare le condizioni di lavoro nelle aziende agricole.
- I piani sosterranno investimenti per rendere più attraente la vita e il lavoro nelle zone rurali, con l'obiettivo di creare almeno 400.000 posti di lavoro. Allo stesso modo, sarà fornito sostegno agli investimenti in tecnologie e servizi digitali per ottimizzare l'efficienza delle risorse.
- Più di 6 milioni di persone beneficeranno direttamente di consulenza, formazione e scambio di conoscenze finanziati dalla PAC o parteciperanno a progetti di innovazione nell'ambito del Partenariato Europeo per l'Innovazione (European Innovation Partnership) con particolare attenzione alle prestazioni ambientali e climatiche o agli aspetti sociali e rurali.
 
Redazione

Proposta di regolamento della CE sull’uso dei fitofarmaci frenata da ulteriori studi d’impatto. Il presidente di Confagricoltura: no restrizioni ma alternative.

Il Consiglio dell’Unione Europea (UE) ha deciso formalmente (il 9 dicembre) di chiedere alla Commissione Europea (CE) uno studio che, entro 6 mesi, integri la valutazione dell’impatto della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari varata lo scorso giugno (vedi) e azioni supplementari nel caso che questo studio complementare ne richieda.
Come precisato anche in un comunicato stampa del Consiglio dell’UE del 19 dicembre, tale decisione non mette in discussione gli obiettivi della riduzione dell’uso di fitofarmaci entro il 2030 e dell’eliminazione dei pesticidi più pericolosi. Però, poiché la valutazione d'impatto fornita dalla Commissione si basa su dati raccolti e analizzati prima dello scoppio della guerra della Russia in Ucraina, gli Stati membri dell’UE temono che la proposta sia ora superata, cioè non tenga conto dell'impatto a lungo termine sulla sicurezza alimentare e sulla competitività del settore agricolo dell'UE che avrà nelle mutate condizioni geopolitiche.
«La relazione sullo stato di avanzamento presentata dalla presidenza Ceca al Consiglio “Agricoltura e pesca” del 12 dicembre – aggiunge il comunicato del 19 dicembre - rileva che la valutazione d'impatto della Commissione non fornisce adeguate analisi quantitative in merito al potenziale impatto della proposta sul settore agricolo dell'UE e al potenziale aumento della dipendenza alimentare, né considera l'impatto del proposto divieto dei prodotti fitosanitari nelle aree sensibili, soprattutto data la disponibilità limitata di alternative a basso rischio ai normali prodotti fitosanitari chimici e senza requisiti simili per gli alimenti importati nel mercato dell'UE. Rileva inoltre che gli obiettivi di riduzione a livello nazionale dovrebbero essere decisi in modo flessibile, tenendo conto delle condizioni specifiche di ciascuno Stato membro».
Come sottolineato da Confagricoltura in una nota del 20 dicembre, gli studi supplementari dovranno «valutare l’impatto a lungo termine della proposta sulla sicurezza alimentare, sulla variazione dei prezzi per i consumatori e sulla competitività del settore agricolo della UE». «Il progetto legislativo presentato a giugno dalla Commissione – ricorda Confagricoltura - prevede, entro il 2030, una riduzione del 50% dell’utilizzo di fitofarmaci a livello europeo rispetto alla media del periodo 2015-2017, con una riduzione di almeno il 35% nei singoli Stati membri. Per l’Italia, il taglio sarebbe di oltre il 60%».
«La decisione assunta dal Consiglio è un’ottima notizia – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – perché dà seguito al lavoro che abbiamo svolto negli ultimi mesi. Non è assolutamente in discussione la continuità del processo verso un’agricoltura sempre più sostenibile sotto il profilo ambientale, ma la sicurezza alimentare deve restare l’obiettivo centrale del nostro settore».
«La via da seguire – sottolinea Giansanti - non è quella dei divieti proposta dalla Commissione. Grazie alla ricerca, occorre invece mettere a disposizione degli agricoltori valide alternative ai prodotti chimici» e «in primo luogo, la Commissione dovrebbe accelerare le procedure per l’inquadramento nell’ordinamento europeo delle Tecniche di evoluzione assistita (Tea) per il miglioramento genetico, che consentono di salvaguardare il potenziale produttivo con una minore pressione sulle risorse naturali».

L.S.

Coldiretti su manovra finanziaria e Pnrr

All’assemblea Coldiretti Prandini: impatto su agroalimentare più di 2 miliardi. Ok norme su prestazioni occasionali e stop cinghiali. Pnrr: raddoppiare risorse.

 
Un’analisi a 360 gradi dei provvedimenti della manovra finanziaria approvata in Commissione Bilancio alla Camera che toccano l’agroalimentare: dall’esenzione Irpef all’azzeramento dei contributi per i giovani imprenditori agricoli, dal credito di imposta esteso al primo trimestre 2023 contro il caro energia alle risorse per la sovranità alimentare, dai buoni lavoro per semplificare le assunzioni al fondo per l’innovazione e la digitalizzazione fino al contenimento dei cinghiali. E poi alcune richieste e proposte, in particolare sul Pnrr. 
Le ha fornite ieri Coldiretti in occasione della sua assemblea nazionale a Roma a Palazzo Rospigliosi. Assemblea a cui sono intervenuti diversi esponenti politici e ministri, fra cui oltre a quello dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, quelli del Lavoro Marina Elvira Calderone, dell’Economia Giancarlo Giorgetti e per gli Affari europei e il Sud Raffaele Fitto. 
A cominciare dalla quantificazione del presidente di Coldiretti Ettore Prandini, per il quale «ammonta ad oltre 2 miliardi di euro il valore delle misure in manovra che impattano sull’agroalimentare italiano, a tutela di un comparto strategico per la crescita del Paese». «Una finanziaria nel complesso positiva – ha detto - poiché il Governo è riuscito a dedicare la giusta attenzione al settore agroalimentare, attraverso importanti novità e la conferma di misure strategiche per il sostegno delle attività imprenditoriali agricole», anche se «avremmo tutti voluto certamente qualcosa di più, ma occorre tenere conto dei limiti e della situazione economica del Paese».
Punto forte della “manovra agricola”, secondo la nota riassuntiva sulla manovra di Coldiretti, è «il fondo per la sovranità alimentare finalizzato a rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale anche con interventi per valorizzare il cibo italiano di qualità, ridurre i costi di produzione per le imprese agricole, sostenere le filiere e garantire la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari in caso di crisi di mercato. Per queste finalità sono stati stanziati 100 milioni nel triennio. Un budget di 225 milioni è messo a disposizione di progetti di innovazione, dalla robotica alle piattaforme e infrastrutture 4.0 mentre viene istituito un fondo di 500 milioni per il 2023 per sostenere gli acquisti di prodotti alimentari di prima necessità destinato ai soggetti con Isee non superiore a 15mila euro».
«Contro il caro energia – aggiunge Coldiretti - viene riconosciuto per il primo trimestre 2023 il credito di imposta in favore delle imprese agricole, della pesca e per i contoterzisti, pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante per la trazione dei mezzi utilizzati; credito di imposta riconosciuto anche per la spesa sostenuta per l’acquisto del gasolio e della benzina utilizzati per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali». Mentre «per aiutare i giovani e il ricambio generazionale in agricoltura – viene evidenziato – è previsto per il 2023 l’esonero contributivo, per un periodo massimo di ventiquattro mesi, in favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, con età inferiore a quarant’anni che si insediano per la prima volta in agricoltura tra il primo gennaio 2023 e il 31 dicembre 2023. Prorogata anche per il 2023 l’esenzione dalla determinazione della base imponibile ai fini Irpef dei redditi dominicali ed agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali».
Sul fronte energetico «vengono prorogati e potenziati i crediti d’imposta per le imprese “non energivore” con contatori di potenza superiore ai 4,5 kW (35% energia utilizzata nel primo trimestre 2023) e per le imprese per l’acquisto di gas (45% del gas consumato nel primo trimestre del 2023) e ridotta l’Iva sul gas metano usi civili e industriali (5%) per il primo trimestre 2023. Vengono poi annullati gli oneri generali per il sistema elettrico e ridotti quelli di sistema gas. Ok anche alla riduzione dei costi relativi alla tassazione sui mezzi di trasporto agricoli».
Infine per Coldiretti «è importante il rinvio al 1 gennaio 2024 dell’entrata in vigore dell’imposta sui manufatti in plastica monouso, la cosiddetta plastic tax e dell’imposta sul consumo delle bevande analcoliche, la “sugar tax”, l’istituzione del Fondo per il contrasto al consumo di suolo, la rimodulazione dell’aumento delle accise sui tabacchi e delle imposte di consumo sui prodotti succedanei da fumo, il rifinanziamento dei contratti di sviluppo anche per la trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, la proroga della rideterminazione dei valori delle partecipazioni in società non quotate e di acquisto dei terreni posseduti al 1° gennaio 2023 mediante il pagamento di un’imposta sostitutiva».
Ma Coldiretti si è espressa in precedenza con due comunicati specifici dedicati a due misure della manovra rivolte a risolvere due emergenze: il sistema che sostituisce i vecchi voucher in agricoltura e la nuova norma per fermare l’invasione di cinghiali. 
 
La nuova disciplina del lavoro occasionale in agricoltura
Per Prandini il nuovo sistema delle prestazioni occasionali «è importante nelle campagne perché introduce una rilevante semplificazione burocratica per salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile per il Paese». Si tratta di «una nuova disciplina delle prestazioni di lavoro occasionale a tempo determinato in agricoltura con un importante snellimento degli adempimenti e dei costi per l’impresa garantendo la tutela dei diritti dei lavoratori nel pieno rispetto della disciplina della contrattazione collettiva di settore». Per la difficoltà di reperire manodopera nelle campagne «sono crollate del 2,2% le ore lavorate in agricoltura nel terzo quadrimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il provvedimento riconosce le specificità del settore agricolo con la necessità di rispettare i cicli stagionali della produzione di fronte ai cambiamenti climatici per non perdere i raccolti rimediando alla carenza di manodopera resa più evidente dall’emergenza Covid che ha ostacolato gli ingressi alle frontiere dei lavoratori stranieri che rappresentano una componente importante per le attività agricole». 
Quello introdotto è uno strumento flessibile per Coldiretti: «una tipologia di rapporto in grado di completare il mercato del lavoro agricolo in quanto potranno accedervi pensionati, studenti, disoccupati e inoccupati, percettori di NASPI reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno». Sarà «a tutti gli effetti un rapporto di lavoro subordinato agricolo con l’unico limite determinato dalla durata della prestazione che non potrà superare, per singolo occupato, le 45 giornate di lavoro effettivo in un arco temporale di durata del rapporto di dodici mesi. Rilevanti per l’impresa tanto le semplificazioni burocratiche che il contenimento dei costi. Le prime consentiranno all’impresa sia l’emissione di un’unica busta paga alla scadenza del rapporto, che assolve all’obbligo di informativa al lavoratore con la consegna del modello UNILAV di assunzione, ed erogando i compensi, in forma comunque tracciabile, per settimana-quindicina-mese. Quanto al contenimento dei costi viene previsto che la contribuzione dovuta sui compensi erogati sia quella indicata per i territori svantaggiati, da versare in un’unica soluzione entro il giorno 16 del mese successivo al termine della prestazione». 
«Tutte le tutele a favore del lavoratore previste dall’ordinamento, incluse le prestazioni di natura previdenziale ed assistenziale, e le tutele contrattuali, dal salario alle prestazioni del sistema della bilateralità agricola – conclude la nota - saranno garantite al pari di qualsiasi occupato a tempo determinato (OTD). Il salario corrisposto secondo i parametri della contrattazione collettiva sarà inoltre esente da imposizione fiscale, cumulabile con qualsiasi tipologia di trattamento pensionistico e sarà computabile ai fini della determinazione del reddito necessario per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno in caso di soggetti extracomunitari. La contribuzione versata sarà utile ai fini di eventuali successive prestazioni previdenziali, assistenziali e di disoccupazione, anche agricole.
 
La normativa per fermare l’invasione di cinghiali
«Finalmente un provvedimento concreto per porre fine all’incontrollata moltiplicazione dei cinghiali in Italia dove se ne conta uno ogni ventisei abitanti, per un totale di 2,3 milioni di esemplari, che mettono a rischio la salute, il lavoro e la sicurezza degli italiani con un incidente ogni 41 ore causato dalla fauna selvatica». Così si è espresso Prandini in riferimento alla norma sui cinghiali approvata all’interno della Manovra.
«I branchi – ha detto – si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. La situazione è diventata insostenibile in città e nelle campagne con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole ma viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale, senza dimenticare i rischi per gli allevamenti e il Made in Italy a tavola con la diffusione della peste africana».
È «una vera e propria emergenza», tanto che oltre 8 italiani su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero anche perché 1 italiano adulto su 4 (il 26%) si è trovato faccia a faccia con questi animali. Negli ultimi 10 anni peraltro il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali, secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat. E «nelle campagne – conclude Coldiretti – la presenza dei cinghiali ha già causato l’abbandono di 800 mila ettari di terreni fertili che oggi, oltre a non essere più produttivi, sono esposti all`erosione e al dissesto idrogeologico».
 
Pnrr: raddoppiare a 10 mld le risorse per l’agroalimentare
Dall’assemblea di Coldiretti è stata lanciata da Prandini anche una forte richiesta all’esecutivo: raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa. Per Coldiretti «l’agroalimentare è capace di assorbire le risorse di chi non riesce a spendere, come dimostrano le domande presentate dalle nostre imprese sui bandi aperti, dalle filiere alle energie fino alla logistica. Risorse necessarie per sostenere lo sforzo di innovazione delle imprese e rafforzare l’impegno per la sostenibilità ambientale che vede l’Italia svolgere un ruolo di leadership in Europa».
Coldiretti propone di «investire su tre grandi assi: innovazione con la robotica, droni e sensori per ottimizzare lavoro e produzioni, sovranità alimentare (con le misure sui contratti di filiera, il piano invasi e sulla logistica) e sovranità energetica (con incentivi per il fotovoltaico sui tetti, l’agrovoltaico sospeso e per gli impianti di biogas e biometano), che stanno andando oltre i target previsti».  
«Gli investimenti proposti sulla misura PNRR dedicata alla logistica per un valore di 1,5 miliardi di euro - osserva fra l’altro Coldiretti - superano la dotazione inizialmente messa a disposizione del Masaf. È il momento di colmare il gap logistico che frena ancora il nostro potenziale di export che punta a raggiungere i 60 miliardi di euro di valore record nel 2022 nonostante tutte le difficoltà e i problemi». 
Inoltre, tanto per citare un altro esempio, è stato chiesto al ministro degli Affari europei e del Sud Raffaele Fitto di investire 1 miliardo di euro della nuova programmazione del Fondo di coesione per un Piano invasi nazionale per contrastare la siccità.
 
Redazione

Lollobrigida è stato ospite del Consiglio direttivo di Cia–Agricoltori Italiani. Il presidente Cristiano Fini: «facciamo squadra per un’agricoltura più forte».


«Elaborare insieme un piano strategico nazionale per l’agricoltura, che non rincorra più le emergenze ma anticipi i problemi e metta sul tavolo le soluzioni, partendo da temi chiave come il clima, le filiere produttive e la cura del territorio».
Questo l’invito rivolto dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Cristiano Fini al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, intervenuto il 20 dicembre al Consiglio direttivo della Confederazione a Roma all’Auditorium Giuseppe Avolio.  
«Apprezziamo tanto il lavoro fatto dal Governo in questi giorni, il modo in cui si vuole approcciare ai temi, con il confronto e l’ascolto - ha detto Cristiano Fini -. Nella manovra sono già state recepite molte nostre richieste importanti, dal credito d’imposta al gasolio agricolo al bonus lavoro. Riconosciamo anche lo sforzo in campo sulla misura Parco Agrisolare, con il superamento del limite dell’autoconsumo, e sulla riduzione dell’Iva sul pellet».
Però, al di là della legge di Bilancio, «il settore primario ha bisogno di programmazione e nuovi fondi, all’interno di un modello agricolo degno di questo nome - ha aggiunto il presidente di Cia - per affrontare le sfide future, prima di tutto quella dei cambiamenti climatici. Abbiamo il dovere di mettere a punto e sviluppare strumenti di adattamento, dall’agricoltura di precisione al piano invasi alle nuove tecniche genomiche, dove l’Italia può fare da apripista avviando la sperimentazione in pieno campo».
E ancora, ha continuato Fini, sulla manodopera «occorre accelerare con il Decreto Flussi»; sui consumi «è giusto il taglio del cuneo fiscale, ma servono ulteriori risorse per rilanciare la spesa agroalimentare degli italiani», mentre sulla fauna selvatica «è necessaria una strategia su più fronti con un piano di contenimento dei cinghiali, la riforma della legge 157/92 e un sistema più efficiente e tempestivo per gli indennizzi». Anche in Europa «ci sono questioni aperte che possono mettere in crisi il comparto, come il Nutriscore e il cibo sintetico - ha evidenziato Fini -. Occorre fermezza e collaborazione tra istituzioni e organizzazioni agricole, perché abbiamo dimostrato che quando facciamo squadra, portiamo a casa i risultati».
Per tutti questi motivi, «cominciamo a costruire un nuovo piano d’azione agricolo - ha concluso Fini rivolgendosi a Lollobrigida - per dare un futuro all’agricoltura, difendendo i settori del Made in Italy, gli imprenditori agricoli e le aree rurali del Paese».
Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha espresso ampia disponibilità a collaborare con Cia ora come in futuro: «l’Italia ha bisogno di un sistema organico che sappia puntare sulle sue qualità, in primis l’agroalimentare. Spero di rivedervi presto e potervi dire che abbiamo realizzato questi obiettivi e siamo pronti a raggiungerne altri insieme».

Redazione