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Il 21 dicembre in Conferenza Stato-Regioni intesa sullo schema di decreto sulle modalità dei pagamenti diretti del Piano nazionale della PAC: 3,6 mld all'anno.
A sole tre settimane dall’approvazione del Piano strategico nazionale (Decisione della Commissione europea del 2 dicembre 2022 (vedi): è stato adottato in Italia il provvedimento con cui si disciplinano le modalità di erogazione dei pagamenti diretti della PAC per l'anno 2023: interamente finanziati dall'Unione europea e finalizzati a sostenere il reddito degli agricoltori, con una dotazione di circa 3,6 miliardi di euro all'anno.
Come reso noto dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), nella seduta del 21 dicembre della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, su proposta del ministro Francesco Lollobrigida, è stata sancita l'intesa sullo schema di decreto ministeriale relativo alle modalità di applicazione dei pagamenti diretti previsti dal Piano strategico nazionale della PAC 2023-2027.
Il decreto, come riferito nella nota del Masaf, prevede la prosecuzione del cosiddetto sostegno di base al reddito degli agricoltori, cui sono destinati 1,678 miliardi di euro all'anno, e del processo di convergenza nazionale dei diritti all'aiuto, attraverso il quale, entro il 2026, tutti i diritti all'aiuto dovranno raggiungere un valore pari ad almeno l'85% della media nazionale.
Con lo stesso provvedimento si prevede, inoltre, l'avvio del cosiddetto “sostegno redistributivo”, che privilegia le aziende medio-piccole, destinatarie di un contributo aggiuntivo limitato ai primi 14 ettari posseduti, e si attivano, per la prima volta, specifici interventi a finalità ecologico-ambientale (eco-schemi), cui sono destinati circa 900 milioni di euro all'anno.
«Gli eco-schemi – spiega la nota del Masaf - rappresentano una delle maggiori novità della PAC 2023-2027 e hanno l'obiettivo di stimolare l'assunzione di impegni ambientali più ambiziosi e mirati alle peculiarità dei diversi territori e tipologie produttive, capaci di rafforzare in modo mirato il contributo dell'attività agricola alla società ed all'ambiente, di migliorare la sostenibilità di tutti i processi produttivi». Gli eco-schemi attivati sono 5 e prevedono l'impegno del settore zootecnico alla riduzione della resistenza antimicrobica, l'inerbimento delle colture arboree, la salvaguardia degli oliveti di particolare valore paesaggistico, il sostegno ai sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento, e misure specifiche per gli impollinatori.
Nel decreto viene infine rafforzata la politica in favore dei giovani agricoltori e vengono potenziati gli aiuti accoppiati al reddito, finalizzati a settori o prodotti di particolare rilevanza dal punto di vista socio-economico e ambientale. I settori interessati dagli aiuti accoppiati sono: latte; carni bovine; carni ovine e caprine; frumento duro; semi oleosi (colza e girasole); riso; barbabietola da zucchero; pomodoro destinato alla trasformazione; olio d'oliva; agrumi; colture proteiche comprese le leguminose.
Redazione
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Con l’ok a 28 Piani Strategici, al via la PAC 2023-27: 264 mld di contributi UE che con i nazionali fanno 307 mld per gli agricoltori europei. Tutte le novità.
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Proposta di regolamento della CE sull’uso dei fitofarmaci frenata da ulteriori studi d’impatto. Il presidente di Confagricoltura: no restrizioni ma alternative.
Il Consiglio dell’Unione Europea (UE) ha deciso formalmente (il 9 dicembre) di chiedere alla Commissione Europea (CE) uno studio che, entro 6 mesi, integri la valutazione dell’impatto della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari varata lo scorso giugno (vedi) e azioni supplementari nel caso che questo studio complementare ne richieda.
Come precisato anche in un comunicato stampa del Consiglio dell’UE del 19 dicembre, tale decisione non mette in discussione gli obiettivi della riduzione dell’uso di fitofarmaci entro il 2030 e dell’eliminazione dei pesticidi più pericolosi. Però, poiché la valutazione d'impatto fornita dalla Commissione si basa su dati raccolti e analizzati prima dello scoppio della guerra della Russia in Ucraina, gli Stati membri dell’UE temono che la proposta sia ora superata, cioè non tenga conto dell'impatto a lungo termine sulla sicurezza alimentare e sulla competitività del settore agricolo dell'UE che avrà nelle mutate condizioni geopolitiche.
«La relazione sullo stato di avanzamento presentata dalla presidenza Ceca al Consiglio “Agricoltura e pesca” del 12 dicembre – aggiunge il comunicato del 19 dicembre - rileva che la valutazione d'impatto della Commissione non fornisce adeguate analisi quantitative in merito al potenziale impatto della proposta sul settore agricolo dell'UE e al potenziale aumento della dipendenza alimentare, né considera l'impatto del proposto divieto dei prodotti fitosanitari nelle aree sensibili, soprattutto data la disponibilità limitata di alternative a basso rischio ai normali prodotti fitosanitari chimici e senza requisiti simili per gli alimenti importati nel mercato dell'UE. Rileva inoltre che gli obiettivi di riduzione a livello nazionale dovrebbero essere decisi in modo flessibile, tenendo conto delle condizioni specifiche di ciascuno Stato membro».
Come sottolineato da Confagricoltura in una nota del 20 dicembre, gli studi supplementari dovranno «valutare l’impatto a lungo termine della proposta sulla sicurezza alimentare, sulla variazione dei prezzi per i consumatori e sulla competitività del settore agricolo della UE». «Il progetto legislativo presentato a giugno dalla Commissione – ricorda Confagricoltura - prevede, entro il 2030, una riduzione del 50% dell’utilizzo di fitofarmaci a livello europeo rispetto alla media del periodo 2015-2017, con una riduzione di almeno il 35% nei singoli Stati membri. Per l’Italia, il taglio sarebbe di oltre il 60%».
«La decisione assunta dal Consiglio è un’ottima notizia – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – perché dà seguito al lavoro che abbiamo svolto negli ultimi mesi. Non è assolutamente in discussione la continuità del processo verso un’agricoltura sempre più sostenibile sotto il profilo ambientale, ma la sicurezza alimentare deve restare l’obiettivo centrale del nostro settore».
«La via da seguire – sottolinea Giansanti - non è quella dei divieti proposta dalla Commissione. Grazie alla ricerca, occorre invece mettere a disposizione degli agricoltori valide alternative ai prodotti chimici» e «in primo luogo, la Commissione dovrebbe accelerare le procedure per l’inquadramento nell’ordinamento europeo delle Tecniche di evoluzione assistita (Tea) per il miglioramento genetico, che consentono di salvaguardare il potenziale produttivo con una minore pressione sulle risorse naturali».
L.S.
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All’assemblea Coldiretti Prandini: impatto su agroalimentare più di 2 miliardi. Ok norme su prestazioni occasionali e stop cinghiali. Pnrr: raddoppiare risorse.
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Lollobrigida è stato ospite del Consiglio direttivo di Cia–Agricoltori Italiani. Il presidente Cristiano Fini: «facciamo squadra per un’agricoltura più forte».
«Elaborare insieme un piano strategico nazionale per l’agricoltura, che non rincorra più le emergenze ma anticipi i problemi e metta sul tavolo le soluzioni, partendo da temi chiave come il clima, le filiere produttive e la cura del territorio».
Questo l’invito rivolto dal presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani Cristiano Fini al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, intervenuto il 20 dicembre al Consiglio direttivo della Confederazione a Roma all’Auditorium Giuseppe Avolio.
«Apprezziamo tanto il lavoro fatto dal Governo in questi giorni, il modo in cui si vuole approcciare ai temi, con il confronto e l’ascolto - ha detto Cristiano Fini -. Nella manovra sono già state recepite molte nostre richieste importanti, dal credito d’imposta al gasolio agricolo al bonus lavoro. Riconosciamo anche lo sforzo in campo sulla misura Parco Agrisolare, con il superamento del limite dell’autoconsumo, e sulla riduzione dell’Iva sul pellet».
Però, al di là della legge di Bilancio, «il settore primario ha bisogno di programmazione e nuovi fondi, all’interno di un modello agricolo degno di questo nome - ha aggiunto il presidente di Cia - per affrontare le sfide future, prima di tutto quella dei cambiamenti climatici. Abbiamo il dovere di mettere a punto e sviluppare strumenti di adattamento, dall’agricoltura di precisione al piano invasi alle nuove tecniche genomiche, dove l’Italia può fare da apripista avviando la sperimentazione in pieno campo».
E ancora, ha continuato Fini, sulla manodopera «occorre accelerare con il Decreto Flussi»; sui consumi «è giusto il taglio del cuneo fiscale, ma servono ulteriori risorse per rilanciare la spesa agroalimentare degli italiani», mentre sulla fauna selvatica «è necessaria una strategia su più fronti con un piano di contenimento dei cinghiali, la riforma della legge 157/92 e un sistema più efficiente e tempestivo per gli indennizzi». Anche in Europa «ci sono questioni aperte che possono mettere in crisi il comparto, come il Nutriscore e il cibo sintetico - ha evidenziato Fini -. Occorre fermezza e collaborazione tra istituzioni e organizzazioni agricole, perché abbiamo dimostrato che quando facciamo squadra, portiamo a casa i risultati».
Per tutti questi motivi, «cominciamo a costruire un nuovo piano d’azione agricolo - ha concluso Fini rivolgendosi a Lollobrigida - per dare un futuro all’agricoltura, difendendo i settori del Made in Italy, gli imprenditori agricoli e le aree rurali del Paese».
Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha espresso ampia disponibilità a collaborare con Cia ora come in futuro: «l’Italia ha bisogno di un sistema organico che sappia puntare sulle sue qualità, in primis l’agroalimentare. Spero di rivedervi presto e potervi dire che abbiamo realizzato questi obiettivi e siamo pronti a raggiungerne altri insieme».
Redazione