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Le 6 proroghe da aggiungere chieste da Annamaria Barrile in audizione al Senato: dal sostegno all’olivicoltura ai certificati per l’uso di prodotti fitosanitari
«La direzione data dal governo al nuovo decreto Milleproroghe è quella giusta, ma ci sono alcuni ulteriori interventi che Confagricoltura ritiene siano fondamentali per le aziende del settore primario». Si tratta di 6 proroghe che il direttore generale della Confederazione, Annamaria Barrile, ha chiesto di inserire nel decreto-legge Milleproroghe durante l'audizione presso le commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio del Senato.
Vediamole una per una, nell’ordine di rilevanza rispetto alle tematiche seguite da Floraviva.
«La prima – come riferito in un comunicato del 16 gennaio di Confagricoltura - serve a scongiurare il dimezzamento dell’aliquota agevolata prevista dalla misura Transizione 4.0 di cui Confagricoltura chiede la proroga anche per l’anno in corso. Un provvedimento necessario per continuare a incentivare la propensione agli investimenti delle imprese agricole nel percorso di transizione tecnologica ed ambientale».
In secondo luogo, «il settore primario è particolarmente preoccupato anche dalla scadenza della proroga relativa ai certificati di abilitazione all'acquisto e all'utilizzo dei prodotti fitosanitari. Confagricoltura chiede l’estensione fino al 30 giugno 2023 della validità dei certificati in scadenza nel 2022 per garantire al sistema della formazione il tempo necessario a smaltire il grande numero di autorizzazioni in attesa di rinnovo». «Durante il periodo più duro della pandemia – ricorda il comunicato - la validità dei certificati è stata prorogata per scongiurare gli assembramenti che si sarebbero creati con lo svolgimento in presenza dei corsi di formazione. La proroga è poi proseguita con lo slittamento del termine dello stato di emergenza sanitaria, determinando così un accumulo delle autorizzazioni, nel frattempo, andate a naturale scadenza».
In terzo luogo, «quest’anno scade l’incentivo stabilito in legge di Bilancio 2020 per il triennio 2020-2022 destinato agli investimenti in colture arboree pluriennali come oliveti, vigneti e frutteti. Trattandosi di colture caratterizzate da rese che richiedono almeno tre anni di tempo, Confagricoltura chiede che gli incentivi in favore delle imprese agricole soggette alla determinazione del reddito d’impresa, vengano rinnovati anche per il prossimo triennio».
Altra richiesta è «la proroga delle misure di sostegno per il comparto olivicolo anche per l’annualità 2023 alla luce degli effetti devastanti del batterio della Xylella fastidiosa. Effetti che rischiano di vanificare la spinta all’acquisto dei terreni agricoli come incentivo alla ripresa dei territori colpiti dall’evento calamitoso. Una ripresa necessaria per scongiurare l’abbandono di intere aree che non risultino più economicamente produttive». La modifica suggerita da Confagricoltura ha quindi come obiettivo anche «una ricomposizione fondiaria che permetta di raggiungere una dimensione media aziendale sostenibile», un «problema particolarmente sentito nei territori maggiormente interessati dal batterio, come il Salento, spesso caratterizzati da un eccessivo frazionamento delle superfici, che in molti casi (circa l’80%) non superano i 2 ettari di estensione aziendale».
Viene richiesta poi «la proroga della revisione delle macchine agricole per i veicoli immatricolati entro il 31 dicembre 1983 e attualmente obbligati al rinnovo entro il 30 giugno 2021». La proroga dell’obbligo, spiega Confagricoltura, «è necessaria per due ragioni: l’impossibilità di rispettare la scadenza a causa della mancanza del quadro di riferimento; l’impatto organizzativo ed economico che il nuovo adempimento può avere sulle imprese».
Infine, molto importante per la filiera è anche la proroga al 2023 dell’applicazione della compensazione del 9,5% sul calcolo dell’Iva per le cessioni di bovini e suini vivi per sostenere due comparti particolarmente colpiti dalla crisi.
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Raggiunto e superato l’obiettivo di spesa del Programma di sviluppo rurale 2014/2022 della Regione Toscana. L’importo dei pagamenti effettuati ammonta infatti a poco meno di 820 milioni di euro, a fronte di una previsione di 766 milioni: oltre 53 milioni in più, che in termini percentuali equivalgono al raggiungimento del 106,93%.
Lo ha reso noto un comunicato stampa regionale del 13 gennaio scorso in cui viene sottolineato che ciò «significa anche che una parte dei pagamenti effettuati al 31 dicembre 2022 contribuisce già al conseguimento dell’obiettivo di spesa per il 2023».
«Questi dati – ha sostenuto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – sono il segno di una effettiva ripresa dopo gli anni della pandemia e dell’immediato post-pandemia e nonostante l’ulteriore situazione di crisi conseguente al conflitto in Ucraina».
In particolare, al 31 dicembre 2022 l'importo dei pagamenti effettuati dalla Regione a valere sul Psr 2014/2022 ammontava a 819.222.938, mentre l’obiettivo di spesa imponeva 766.140.892.69 euro.
Riferendosi ai soli pagamenti effettuati nell’anno 2022, questi ammontano a 158.160.434,35 euro, un valore che allo stato attuale rende l'annualità 2022 quella in cui il Psr della Toscana ha realizzato in valore assoluto il più alto livello dei pagamenti. Una quota sostanziale di pagamenti è stata effettuata nel trimestre finale del 2022, nel mese di novembre - principalmente pagamenti relativi alle misure a premio, in particolare la misura 11 “Agricoltura biologica” - e nel mese di dicembre - principalmente pagamenti relativi alle misure a investimento e alla misura 19 LEADER.
Riguardo all’importo totale delle risorse pubbliche programmate per l’intero periodo 2014/2022, cioè 1.291.647.584,54 (inclusi il prefinanziamento, la riserva di Performance e i fondi Next Generation EU), il livello dei pagamenti conseguiti al 31 dicembre dell’anno appena concluso costituisce in termini percentuali il 63,42 per cento. Complessivamente i pagamenti per le misure a investimento rappresentano il 37 per cento dei pagamenti totali al 31 dicembre e i pagamenti per le misure a premio rappresentano il 40 per cento.
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Oltre 2 mld a misure per l’agricoltura, fra cui credito d’imposta su spese energia e 0 contributi per giovani. Forbici: «ok ma non basta. E alzare bonus verde».
Su un ammontare complessivo di 35 miliardi di euro, più di 2 miliardi della manovra di bilancio 2023 riguardano le misure per il settore agricolo e quindi anche quello florovivaistico: dall’esenzione Irpef all’azzeramento dei contributi per i giovani imprenditori agricoli, dal credito di imposta esteso al primo trimestre 2023 contro il caro energia al fondo per l’innovazione e la digitalizzazione.
Lo ricorda una nota di Assofloro del 10 gennaio scorso contenente i principali elementi di novità della legge di bilancio 2023 (Legge n.197 del 29 dicembre 2022) riguardanti il florovivaismo. In essa Nada Forbici, presidente di Assofloro, sottolinea il ruolo sempre più strategico per la crescita del Paese che assume con questa manovra l’agricoltura, con oltre 2 miliardi di euro di risorse destinate ad essa.
Tuttavia la presidente di Assofloro sostiene che «le misure che riguardano il caro energia, sono insufficienti rispetto all’aumento esponenziale dei costi energetici per il settore florovivaistico». «Il caro energia – dice Nada Forbici - continua a incidere pesantemente sulle aziende, in modo particolare quelle che si occupano di floricoltura in serra, già duramente provate dal lockdown causato dal Covid e dalle conseguenze sui mercati del conflitto Russia-Ucraina e che stanno subendo anche l’aumento dei costi delle materie prime necessarie a produrre, dalla vasetteria alla torba».
Ma non è tutto. Nada Forbici ha un’altra richiesta: «nel corso del 2023 occorrerà lavorare per incrementare la percentuale imponibile per la detrazione del bonus verde, che non è stata possibile nella nuova legge di bilancio per i tempi stretti legati al cambio di governo e la necessità di chiudere la manovra». «Serve inoltre - conclude la presidente di Assofloro - un maggiore impegno per la promozione e la valorizzazione del prodotto florovivaistico italiano».
Ma vediamo le principali novità della manovra riguardanti il florovivaismo, così come vengono illustrati da Assofloro:
Misure contro il caro energia
La nota richiama in primo luogo i provvedimenti contro il caro energia, uno dei problemi più sentiti dalle aziende florovivaistiche da fine 2021 a oggi. A cominciare dall’estensione nel primo trimestre 2023 del credito di imposta a favore di certe imprese agricole, fra cui le florovivaistiche, pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante utilizzato nella trazione dei mezzi strumentali. Questo credito di imposta è riconosciuto anche per la spesa sostenuta per l’acquisto del gasolio utilizzato per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi.
Inoltre sono stati prorogati e potenziati i crediti d’imposta legati ai consumi di energia elettrica e gas naturale:
1) passa dal 40% al 45% il credito d’imposta in favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica (energivore): da applicarsi a spese effettuate per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel primo trimestre 2023;
2) passa dal 30% al 35% il credito d’imposta in favore delle imprese dotate di contatori di energia elettrica con potenza pari o superiore a 4,5 KW (diverse dalle imprese del punto 1): da applicarsi alle spese sostenute per l’acquisto della componente energetica effettivamente utilizzata nel primo trimestre dell’anno 2023;
3) passa dal 40 al 45% il credito d’imposta in favore delle imprese a forte consumo di gas naturale: da applicarsi alle spese di acquisto del gas naturale consumato nel primo trimestre del 2023;
4) passa dal 40 al 45% il credito d’imposta in favore delle imprese non gasivore: da applicarsi alle spese di acquisto del gas naturale consumato nel primo trimestre del 2023.
Sostegno ai giovani in agricoltura
Tra le altre misure della legge di bilancio che interessano il florovivaismo, è segnalata quella per sostenere i giovani e il ricambio generazionale: è previsto per il 2023 l’esonero contributivo, per un periodo massimo di 24 mesi, a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali con età inferiore a 40 anni che si insediano per la prima volta in agricoltura tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023.
Esenzione Irpef per i redditi dominicali e agrari
È stata prorogata anche nel 2023 l’esenzione dalla determinazione della base imponibile ai fini Irpef dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.
Fondo per l’innovazione
Per quanto riguarda invece l’innovazione e la digitalizzazione, sono previsti 225 milioni di euro per progetti finalizzati all’incremento della produttività attraverso la diffusione delle tecnologie disponibili per la gestione digitale dell’impresa, risparmio dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche, nonché l’utilizzo di sottoprodotti.
Bonus verde
Infine è stata approvata la proroga fino 2024 del “Bonus verde” che, già varato con la precedente legge di bilancio, prevede l’agevolazione al 36% per la sistemazione di aree verdi, per una spesa massima di 5.000 euro.
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