Notizie

Sementi, tecnologie e tutte le novità e tendenze delle colture fuori suolo e indoor. Il 15 e 16 febbraio 2023 a Pordenone si terrà NovelFarm, la fiera di riferimento nel sud Europa per questo comparto, che in Italia, riferiscono gli organizzatori, sta continuando a crescere «con esempi importanti nel campo degli ortaggi e delle insalate da taglio».
Nell’occasione si punterà sulla valorizzazione dell’indoor farming come combinazione di tecniche e tecnologie di produzione di cibo altamente produttive e sostenibili che fanno risparmiare acqua e fertilizzanti ed eliminano l’uso di pesticidi.
«Sono ormai diversi i produttori di sementi che offrono varietà particolarmente adatte alla coltivazione in fuori suolo, – viene spiegato nella nota alla stampa di ieri di NovelFarm - centri di ricerca e coltivatori si stanno impegnando nel configurare delle soluzioni per conciliare le esigenze del mercato, dell’economia e della valorizzazione di possibilità che il controllo dei parametri di crescita può offrire».
«In merito alle tecnologie “hard” per l’indoor farming – prosegue la nota - l’attenzione è rivolta ai sistemi di automazione derivati dal settore dei magazzini, robot cooperativi (cobot), sensoristica, intelligenza artificiale per la gestione dell’ambiente di coltivazione, nuovi sistemi di fertirrigazione».
Inoltre «allargando lo sguardo ai mercati NovelFarm rinnoverà l’attenzione sullo sbocco più rilevante oggi e in prospettiva a breve del fuori suolo avanzato nel nostro Paese: la IV e V gamma».
L’accesso alla manifestazione è gratuito.

Redazione

Confagricoltura strategia agroindustriale italiana

All’assemblea di Confagricoltura spunti sul futuro agroindustriale italiano da Bonomi e Giansanti, da Lollobrigida e altri membri del governo. I fertilizzanti.

 
È necessario un piano strategico che riguardi tutta la filiera nazionale del cibo. Lo hanno sostenuto i presidenti di Confindustria Carlo Bonomi e di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nel corso dell’assemblea generale di Confagricoltura della settimana scorsa a Roma, che ha chiamato a raccolta le personalità di spicco delle istituzioni politiche e dell’economia.
A riferirlo una nota di Confagricoltura del 15 dicembre in cui si rende noto che uno dei fili conduttori della due giorni è stato l’«economia interna ed europea con un ampio respiro oltre i confini del Continente verso quei mercati che possono contribuire alla stabilità del sistema agroindustriale italiano».
Sicurezza alimentare, produttività e tutela delle zone rurali, sono stati i tre temi sottolineati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nei suoi auguri di buon lavoro all’Assemblea. Materie prime, filiere di qualità, credito, modernizzazione tecnologica e ricambio generazionale sono stati, invece, gli argomenti su cui ha posto l’accento nel suo messaggio alla platea, la premier Giorgia Meloni.
Una traccia ripresa anche nell'intervento del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, che si è augurato un aggiornamento della PAC alla luce degli attuali livelli inflazionistici, e l’introduzione, da parte di Bruxelles, di una gradualità nella stretta all’uso dei fertilizzanti per non mettere a rischio la produttività agricola nazionale.
La PAC garantirà l’aumento della produzione agricola di cui l’Europa ha bisogno e il Parlamento Europeo garantirà ulteriori tutele per le indicazioni geografiche e regole condivisibili sull’uso dei fertilizzanti. È la promessa fatta dalla presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola
Mentre per il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni siccità, carenza di fertilizzanti e crisi energetica impongono un cambio di direzione verso uno sviluppo economico sostenibile. Per lui le priorità sono tre: solidarietà tra i Paesi Ue, tutela del valore che l’agroalimentare italiano esprime e sostegno al percorso di transizione energetica delle sue imprese.
Del ruolo dell’Unione Europea ha parlato il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, che vorrebbe dalla Commissione Ue un impegno deciso proprio sul fronte di una politica industriale e commerciale che coinvolga il settore primario.
Su logistica e integrazione dei trasporti (porti, aeroporti, ferrovie, ecc.) e sulla condivisione di progettualità tra il suo ministero e quello dell’Agricoltura, ha battuto il tasto il ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili Matteo Salvini, che punta a uno snellimento delle autorizzazioni per gli impianti ad energie rinnovabili.
Di energia e credito si è parlato durante la tavola rotonda con gli amministratori delegati di Enel e Crédit Agricole, Francesco Starace e Giampiero Maioli. Due partner con cui Confagricoltura condivide percorsi dedicati alle imprese e alle opportunità che il PNRR offre sulle green energy integrate alla produzione agricola.
«Ampia la condivisione di vedute tra i protagonisti della due giorni di Assemblea di Confagricoltura sulla necessità di rafforzare gli attuali scambi commerciali esteri e di crearne di nuovi per continuare a garantire alle imprese materie prime e sviluppo – conclude la nota di Confagricoltura -. Da qui, la conferma del ruolo che l’Italia riveste e dovrà rivestire nei rapporti con il Bacino Mediterraneo, area ancora più centrale oggi con il muro alzato ad Est dalla guerra in Ucraina».
 

Redazione

Confagricoltura Toscana Marco Neri presidente

Neri: «veniamo da mesi difficilissimi, Pnrr treno da non perdere». L’assessora Saccardi: «usare al meglio gli strumenti che l’Europa ci mette a disposizione».

 
Marco Neri è stato riconfermato presidente di Confagricoltura Toscana per i prossimi tre anni. Lo ha deciso, per acclamazione, l’Assemblea della Confederazione generale dell’Agricoltura regionale riunita oggi a Bolgheri.
«Il comparto viene da mesi molto difficili: la guerra in Ucraina, i rincari energetici, l’aumento del prezzo dei materiali – ha dichiarato Marco Neri subito dopo la rielezione -. Una morsa che rischia di soffocare un settore vitale». «Le prime cose che chiedo al governo – ha aggiunto - sono attenzione e azione: riflettere sulle problematiche del settore e agire conseguentemente, tenendo presente il fatto che il Pnrr è un treno da prendere assolutamente, un’occasione irripetibile». 
Tra le esigenze dell’agricoltura messe in luce da Marco Neri, «un intervento del Governo, sfruttando il Pnrr, per realizzare nuovi impianti per produrre concimi. Adesso arrivano dall’estero ma hanno costi insostenibili». Inoltre ha sottolineato che «serve attenzione al comparto olio, gli oliveti superintensivi saranno una risposta per poter essere autosufficienti». E ancora: «dal 1° di gennaio ci sarà un quadro di riferimento nuovo del Programma di sviluppo rurale regionale con 54 nuove misure. Dobbiamo lavorare affinché tali misure vadano nella direzione che Confagricoltura si aspetta, ossia un’incentivazione alle imprese produttive in modo tale che si possano confrontare sul mercato riuscendo a reggere la concorrenza con l’estero».
A Bolgheri era presente anche l’assessore regionale all'agroalimentare Stefania Saccardi. «Abbiamo la possibilità di lavorare sulla nuova programmazione 2023-2027, che rappresenta sicuramente un’opportunità – ha dichiarato Saccardi -. Non nascondiamo alcuni elementi di criticità per quello che riguarda il territorio della nostra Regione, ma confronti come quelli odierni costituiscono momenti per raccogliere idee, proposte, suggerimenti. Siamo chiamati tutti insieme a lavorare per l’agricoltura della Toscana. Registriamo una domanda sempre maggiore di cibo, di produzioni di qualità e, perciò, siamo dobbiamo utilizzare al meglio gli strumenti che l’Europa ci mette a disposizione e individuare un percorso per la nuova programmazione».
Questa la composizione dell’organigramma di Confagricoltura Toscana. Insieme al presidente Neri ci sono il vicepresidente Carlo Bartolini Baldelli e il vicepresidente vicario Luca Giannozzi. Il collegio sindacale è composto dal presidente Marco Anchinico, dai sindaci revisori Daniele Lombardi e Gianluca Ghini, dai sindaci supplenti Paolo Rossi e Matteo Binazzi.
Nato a Follonica il 25 agosto 1955, Marco Neri è laureato in giurisprudenza e ha due figli, Giulio e Francesco, che lavorano nelle aziende di famiglia sotto la supervisione del padre. Neri ha iniziato a lavorare in un'azienda di famiglia a San Vincenzo (Livorno) nel 1978 quando era ancora studente, impegnandosi nella coltivazione di olivi e cereali e nell'allevamento di mucche chianine. Fin da allora è in Confagricoltura. Già nel 1984 avviò l'attività agrituristica a San Vincenzo per poi riportare alla produttività, nel 1988, un'altra azienda agricola di famiglia in Maremma che era consegnata all'abbandono: è il podere San Ottaviano, 400 ettari a biologico, dove produce birra e gestisce l'ospitalità dei turisti.
 

Redazione

Digitalizzazione del settore forestale in Italia

Il 13 dicembre sul canale Youtube CREA diretta dell’incontro al Ministero della Cultura sullo stato dell’ICT nel settore forestale italiano. Conclude La Pietra

                                                       
Fare il punto sullo stato attuale e le potenzialità dell’applicazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT: Information and Communication Technology) nella gestione forestale in Italia. 
Questo lo scopo dell’evento divulgativo che il CREA Foreste e Legno organizza martedì 13 dicembre dalle 9,30 alle 13,30 a Roma nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura con diretta streaming sul canale Youtube del CREA. Un momento di discussione in cui saranno messi in luce i principali risultati trasferibili agli operatori del settore forestale che sono stati ottenuti attraverso le azioni di ricerca e sviluppo condotte in questo ambito nel nostro Paese.
L’incontro rientra nel quadro delle azioni previste dal programma Rete Rurale Nazionale a supporto della digitalizzazione in agricoltura, a cui il CREA Foreste e Legno partecipa, in collaborazione con l’Accademia Italiana di Scienze Forestali, con attività di approfondimento inerenti la “precision forestry”, la selvicoltura di precisione: una branca che può contribuire a rendere molto più efficiente la gestione dei boschi e delle piantagioni da legno sotto il profilo sia economico che ambientale.
A coloro che seguiranno in presenza l'evento (bisognava però prenotare entro il 4 dicembre) sarà distribuita gratuitamente la monografia Prospettive e potenzialità della digitalizzazione del settore forestale in Italia, che raccoglie lo stato dell'arte con il contributo di oltre 40 autori.
Il programma dell’appuntamento prevede, attorno alle 13,10, le conclusioni del direttore generale del CREA Stefano Vaccari e del sottosegretario di stato al Ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste Patrizio La Pietra
 
 
Programma
 
9.30  Introduzione Piermaria Corona, Direttore CREA Foreste e Legno e Vice Presidente AISF
Saluti
Ferdinando Dalle Nogare, Presidente UNIF
Sabrina Diamanti, Presidente CONAF
Andrea Sonnino, Presidente FIDAF
Nazario Palmieri, Comandante Tutela Forestale e Parchi dell’Arma dei Carabinieri
 
Relazioni (modera Marco Marchetti dell’Università del Molise):
10.10   “Nuovi strumenti per il monitoraggio e l’inventariazione forestale” di Gherardo Chirici (Università di Firenze);
10.30   “Sviluppo di sistemi per il supporto alla pianificazione e gestione selvicolturale” di Francesca Giannetti (Università di Firenze) e Andrea Laschi (Università di Palermo);
10.50   “Applicazioni di precisione a supporto della gestione delle piantagioni da legno” di Pier Mario Chiarabaglio e Laura Rosso, CREA Foreste e Legno; 
11.10   “Tecniche e strumenti a supporto della vivaistica forestale” di Barbara Mariotti e Fabio Salbitano (Università di Firenze) e Maurizio Sabatti (Università della Tuscia);
11.30   “Tecniche di precisione per le utilizzazioni forestali” di Enrico Marchi (Università di Firenze) e Stefano Grigolato (Università degli Studi di Padova);
12.00   “Gestione delle informazioni e tecniche di tracciabilità dei prodotti forestali” di  Corrado Costa (CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari) e Gianni Picchi (CNR Istituto per la Bioeconomia);
12.20   “Tecnologie e sistemi per l’ottimizzazione e la valorizzazione dei prodotti legnosi” di Giacomo Goli (Università di Firenze) e Manuela Romagnoli (Università della Tuscia)
12.40   Interventi liberi e dibattito

13:10   Conclusioni
Stefano Vaccari, direttore generale CREA
Patrizio Giacomo La Pietra, sottosegretario di Stato al Ministero dell’agricoltura.
 

Redazione

La Commissione europea ha approvato il Psn dell’Italia di attuazione della nuova Pac: all’agricoltura circa 35 miliardi. Le parole delle associazioni agricole.


Un sostegno all’agricoltura e le zone rurali del nostro Paese di circa 35 miliardi di euro, 26,61 miliardi provenienti dal bilancio dell’Unione europea (Ue) e il resto dal cofinanziamento obbligatorio nazionale.
Questo l’ammontare per l’Italia della Politica agricola comune (Pac) 2023-27, che entrerà in vigore il 1° gennaio prossimo, secondo il Piano strategico nazionale (Psn) approvato definitivamente dalla Commissione europea il 2 dicembre scorso. Nella nota alla stampa ufficiale veniva ricordato che la nuova Pac «è concepita per dare forma alla transizione verso un settore agricolo europeo sostenibile, resiliente e moderno» e che essa beneficerà in tutto di 270 miliardi di euro di finanziamenti per il periodo 2023-2027.
«L’Italia è uno dei maggiori produttori agricoli e trasformatori di alimenti nell'Ue con un settore agricolo molto diversificato – si legge nella nota alla stampa della Commissione europea -. Il piano italiano introdurrà un importo massimo per ettaro sul sostegno al reddito di base per gli agricoltori. Le piccole e medie aziende agricole riceveranno un pagamento redistributivo per raggiungere un sostegno finanziario più equo». «Circa 800.000 agricoltori – prosegue la nota - riceveranno anche finanziamenti specifici (da una dotazione totale di quasi 3 miliardi di euro) per partecipare agli strumenti di gestione del rischio in modo da affrontare meglio il crescente impatto degli eventi climatici avversi». Mentre «come parte dei suoi impegni ambientali, il piano italiano mira ad aumentare la superficie destinata all'agricoltura biologica al 25% della superficie agricola». E l'Italia sarà «tra i primi paesi dell'Ue ad attuare la nuova condizionalità sociale della Pac per garantire la sicurezza sul lavoro e combattere lo sfruttamento lavorativo».
Come riferito in una news di Ansa online, «degli aiuti Pac, 672 milioni andranno ai giovani agricoltori, quasi 3 miliardi alle misure ambientali nei piani di sviluppo rurale, 4,4 miliardi a pagamenti diretti per pratiche ecosostenibili, 413 milioni per progetti di sviluppo locale partecipativo (Leader), 1,8 miliardi di sostegno supplementare alle aziende più piccole». E ancora nel Psn ci sono circa 2,2 miliardi di euro per la promozione e la condivisione della conoscenza, dell'innovazione e della digitalizzazione e oltre 518 milioni di euro per promuovere sistemi di agricoltura integrata su quasi il 17% della superficie agricola del Paese e per ridurre l'inquinamento. Mentre comparti considerati strategici come il grano duro, il latte di bufala o il pomodoro da industria riceveranno 2,64 miliardi di euro.
Oltre al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, che in una breve dichiarazione ha ribadito «l’importanza del coordinamento strategico con le Regioni», hanno commentato l’approvazione del Psn da parte della Commissione europea tutte le associazioni di categoria agricole.
A cominciare, il 2 dicembre, da Coldiretti, che ha innanzi tutto sottolineato che gli aiuti previsti dalla Pac 2023-2027 «sono fondamentali per sostenere la competitività delle imprese e l’obiettivo della sovranità alimentare del Paese in un momento di grande difficoltà per il balzo dei costi con più di una impresa agricola su dieci (13%) che rischia di chiudere». Per il presidente Ettore Prandini «il piano rappresenta un compromesso utile a tenere insieme la sostenibilità economica, ambientale e sociale delle nostre aziende agricole in sinergia con gli interventi previsti dal Pnrr e dalla manovra».
«Le novità principali della Pac 2023-2027 –  dice Coldiretti – riguardano soprattutto il primo pilastro della Pac e, in particolare, i pagamenti diretti. La prima novità riguarda il rafforzamento della condizionalità con l’inserimento degli obblighi di greening seppur in parte modificati: l’impegno per il mantenimento dei prati permanenti è implementato con la definizione di una percentuale massima di diminuzione pari al 5% rispetto all’anno di riferimento; la percentuale minima di seminativo da lasciare a riposo e anche l’impegno della diversificazione è stato assorbito nella condizionalità, seppur rafforzato attraverso l’obbligo della rotazione. Per queste due ultime norme (terreni a riposo e rotazione) è prevista una deroga alla loro applicazione per il primo anno 2023».
«Altra novità “ambientale” della nuova Pac – continua la Coldiretti – sono gli eco-schemi che consistono in pagamenti aggiuntivi riconosciuti agli agricoltori che si impegnano volontariamente al rispetto di pratiche agricole per regimi ecologici che vanno oltre la condizionalità rafforzata. Gli eco-schemi assorbiranno complessivamente circa 880 milioni di euro e riguarderanno misure specifiche per il settore zootecnico (42% delle risorse) e misure volte a favorire la gestione sostenibile delle superfici agricole attraverso: inerbimento colture arboree (17% delle risorse), salvaguardia degli olivi dal valore paesaggistico (17%% delle risorse), sistemi foraggeri (19% delle risorse) e una misura dedicata agli impollinatori (5% delle risorse)».
«Oltre al pagamento di base – aggiunge Coldiretti -, gli agricoltori potranno ricevere anche il pagamento ridistributivo a cui l’Italia dedicherà circa 350 milioni l’anno, pari al 10% del budget complessivo. Si tratta di un aiuto aggiuntivo riconosciuto sui primi 14 ettari del totale di quelli ammissibili posseduti dall’agricoltore, con esclusione delle imprese con superficie superiore a 50 ettari e al di sotto dei 0,5 ettari, in considerazione degli oneri burocratici che sarebbero superiori all’importo dell’aiuto Pac».
«Per i giovani rimane la possibilità di usufruire di un premio aggiuntivo a cui l’Italia dedicherà il 2% del proprio budget nazionale, al quale si aggiunge un altro 2% dai fondi di sviluppo rurale – spiega ancora Coldiretti -. L’aiuto sarà riconosciuto ai giovani agricoltori sotto forma di pagamento annuale per ettaro ammissibile, fino ad un massimo di 90 ettari. L’importo è calcolato moltiplicando il valore medio nazionale dei titoli per il numero di ettari ammissibili ed è concesso per massimo 5 anni a partire dal primo anno di presentazione della domanda di aiuto».
Infini, conclude Coldiretti, «anche nella nuova programmazione si conferma il sostegno accoppiato che assorbirà 524 milioni di euro l’anno, di cui il 42% per la zootecnia (vacche da latte, settore carne, bufale e ovicaprini) e il 58% per le misure a superficie (grano duro, soia, girasole, colza, riso, agrumi, leguminose da granella e da foraggio, pomodoro da industria, barbabietola e olio Dop/Igp)».
Sempre il 2 dicembre è intervenuta Confagricoltura. «Purtroppo – ha commentato il presidente nazionale Massimiliano Giansanti – non è stata recepita all’interno del documento una delle più importanti richieste che avevamo avanzato: premiare in primis le aziende che investono, creano occupazione e sanno essere competitive sul mercato. Adesso è importante che la versione definitiva del Piano rispetti quanto concordato al tavolo di partenariato». A parte ciò, Confagricoltura ha accolto con soddisfazione la notizia dell’approvazione in Commissione europea del Piano strategico della Pac italiana, in quanto «l’approvazione del Piano è avvenuta prima della data prevista del 17 dicembre. Una scelta positiva, perché il governo avrà ulteriori 15 giorni per la definizione dei decreti attuativi, indispensabili per l’applicazione della Politica agricola comune prevista l’1 gennaio prossimo». «I decreti – conclude Confagricoltura - dovrebbero arrivare in tempi brevissimi così da garantire l’entrata in vigore del Piano comunitario 2023-2027, fondamentale per procedere con il finanziamento dei premi agli agricoltori».
Sulla stessa linea su quest'ultimo aspetto la nota di Copagri, che per bocca del presidente Tommaso Battista ha dichiarato: «dopo il tanto atteso via libera di Bruxelles al Piano strategico nazionale-Psn dell’Italia, nel quale come noto sono contenute le scelte del nostro paese sull’applicazione della Politica agricola comune-Pac, la priorità diventa quella di chiudere la delicata partita dei decreti attuativi necessari all’applicazione del Piano stesso e, soprattutto, fondamentali per consentire ai produttori agricoli di pianificare in maniera ponderata e strategica la prossima programmazione».
È del 3 dicembre il commento alla notizia da parte di Cia – Agricoltori Italiani. «Si poteva ottenere un piano più ambizioso e meno articolato – ha detto il presidente di Cia Cristiano Fini - ma siamo certi che, con l’impegno di tutti, le nuove regole daranno la possibilità agli agricoltori di fare importanti scelte strategiche per il futuro». La Pac per Cia deve rimanere la politica economica dell’agricoltura, quindi tutte le ambizioni di sostenibilità contenute nel piano italiano devono essere attuate con l’obiettivo di arrivare a una transizione ecologica che garantisca un reddito adeguato per gli agricoltori.
Molte le novità della nuova programmazione, che Cia sta presentando con un ciclo di assemblee su tutto il territorio nazionale. È stata anche predisposta dai Caa di Cia una guida dettagliata sui nuovi sostegni, oltre alle simulazioni dei premi futuri alle singole aziende. «Alla luce della situazione congiunturale, le risorse della futura programmazione dovranno essere usate con efficacia – ha aggiunto Fini -. Auspichiamo che, con la definizione dei decreti attuativi, l’Italia sia in grado di rispondere alla grave crisi che il settore sta attualmente affrontando».

Redazione