Notizie

Si avvicina la scadenza del concorso internazionale “Spazi creativi” per la progettazione e realizzazione di giardini a tema nel contesto della prossima edizione di Orticolario, il garden show che si svolge ogni anno a Villa Erba sul lago di Como.
L’ultima data utile per iscriversi è il 9 gennaio 2023 e i progetti dovranno ispirarsi al contesto e al tema di Orticolario 2023, che è il “Paesaggio d’Acqua”, inteso «sia come contesto naturale, sia come scenario urbano, che contempla la presenza di parchi e giardini con fontane e vasche».
Al centro della prossima edizione «piante per un giardino sostenibile: dalla vegetazione igrofila dei giardini acquatici alle xerofile dei giardini secchi, a basso fabbisogno idrico e ridotta manutenzione, in cui le piante resistono alla scarsezza o alla mancanza di acqua». Nella convinzione che «questi due aspetti, apparentemente contrastanti, permettono invece ai progettisti di rappresentare il connubio tra acqua e natura, sia valorizzando veri e propri giardini acquatici, sia giardini con giochi d'acqua, sia il loro contrario, ovvero giardini attenti al consumo idrico ed alla sostenibilità». «In ogni caso – puntualizza il regolamento - paesaggi che fanno dell’elemento acqua la priorità centrale del progetto».
Tutte le informazioni necessarie alla partecipazione al concorso e più in generale alla prossima edizione dell’esposizione Orticolario 2023 si trovano qua da dove si può accedere al Bando e Regolamento, alla mappa dei giardini/installazioni e ai moduli per l’iscrizione e descrizione dei progetti.

Redazione

Il 21 dicembre emanato decreto con l’elenco delle aziende ammesse al contributo della misura PNRR Parco Agrisolare. Lollobrigida: «ora ripensare l’autoconsumo».

Con il superamento del 30% delle risorse assegnate entro il 2022 e della quota minima di capacità solare che sarà installata, sono stati raggiunti i primi due target della misura del PNRR “Parco Agrisolare”, che supporta la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, ma anche interventi di riqualificazione dei fabbricati ai fini del miglioramento dell'efficienza energetica delle strutture, quali la rimozione e lo smaltimento dell'amianto dai tetti, la realizzazione dell'isolamento termico degli edifici e la realizzazione di un sistema di areazione.
Lo hanno comunicato il 22 dicembre scorso il Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste (MASAF) e il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), soggetto attuatore della misura, annunciando che il giorno precedente è stato emanato il decreto ministeriale contenente l’elenco delle aziende ammesse al finanziamento: in tutto 5.253 beneficiari per un totale di risorse concesse pari a 451.300.836,59 euro e nuova capacità solare installata al completamento degli investimenti di 565.484 kw.
Come ricordato infatti nel comunicato del GSE, «il progetto “Parco Agrisolare" prevede quattro specifici target, ossia che le risorse assegnate siano almeno pari al 30% entro il 2022, almeno pari al 50% entro il 2023 e al 100% entro il 2024 e inoltre che i progetti finanziati includano l’installazione di almeno 375 MW di nuovi impianti fotovoltaici». Per cui «grazie alla efficace sinergia operativa fra il Ministero e il GSE, sono stati raggiunti sia il primo che il quarto target».
«Per il MASAF e per il Governo Meloni questa è senz'altro una buona notizia – ha commentato il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida -, al tempo stesso però ci sono degli aspetti su cui occorre un cambio di prospettiva. In seguito al conflitto russo-ucraino, infatti, sono emerse carenze energetiche che ci devono indurre a ripensare il vincolo di autoconsumo. Ciò dipende dal fatto che nella fase in cui il PNRR venne progettato le condizioni erano radicalmente diverse da quelle attuali. Oggi l'esigenza è concentrarsi sulla massima produzione possibile da immettere nella rete. Per questo motivo, il MASAF ha proposto un meccanismo per consentire alle imprese agricole o agroalimentari dotate di impianti fotovoltaici di conservare "virtualmente" l'energia prodotta in eccesso riutilizzandola nei periodi di maggiore richiesta energetica delle proprie attività».
Le imprese beneficiarie riceveranno dal GSE una comunicazione individuale utile a conoscere i dettagli relativi al contributo concesso, in relazione alla domanda presentata. Il GSE, terminata questa prima fase istruttoria, proseguirà con l’esame delle altre domande pervenute, comunicandone gli esiti ai proponenti e al Ministero.
Sul sito del MASAF, a partire da qua, si può consultare il testo del Decreto con l’Allegato 1 contenente l’elenco di tutti i beneficiari. Ulteriori informazioni nella sezione Servizi > Attuazione Misure PNRR > Parco Agrisolare  del GSE.

L.S.

Annuario agricoltura italiana CREA - agroalimentare

Il 75° Annuario dell’agricoltura italiana presentato il 22 dicembre: agroalimentare a 549 mld (15% dell’economia) grazie a +7,6% alimentare e +6,4% agricoltura.

 
«La sempre più pressante emergenza climatico-ambientale, l’uscita dalla pandemia, un nuovo conflitto bellico, l’emergere di nuove forme di povertà, ricollocano l’agricoltura e l’agro-alimentare al centro dell’interesse pubblico, del dibattito tecnico-scientifico e, quindi, dell’agenda politica mondiale». 
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) Carlo Gaudio giovedì 22 dicembre alla presentazione dell’Annuario dell’Agricoltura italiana 2021, guida autorevole e completa sullo stato di salute del settore in Italia realizzata dal CREA con il suo Centro Politiche e Bioeconomia. L’Annuario, giunto alla 75^ edizione, ha aggiunto Gaudio, «dal 1947, analizza l'andamento e l’evoluzione del sistema agro-alimentare nazionale. Così come 75 anni fa il I° Volume rifletteva il momento straordinario affrontato dal Paese dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, allo stesso modo anche quest’ultimo, dedicato al 2021, restituisce un’immagine vitale dell’agricoltura nazionale, di fronte alle molte sfide di questo millennio». 
Dunque nel 2021 l’intera filiera agroalimentare ha rappresentato il 15% del fatturato globale dell’economia nazionale. La crescita, rispetto al 2020, del fatturato complessivo dell’agroalimentare si deve alle buone performance sia dell’agricoltura (+6,4%) sia, soprattutto, dell’industria alimentare (+7,6%), in aumento anche rispetto ai livelli pre-pandemia (+2,5% sul 2019).
La nostra filiera agroalimentare, ha dichiarato il direttore generale di CREA Stefano Vaccari, è «un sistema che anche nel 2021 ha dimostrato straordinaria vitalità e che nel complesso fattura oltre 549 miliardi di euro. A livello europeo l’Italia agricola cresce, ma meno di altri Paesi e perde la leadership del valore aggiunto che deteneva da 8 anni. Rimane comunque elevata la capacità delle aziende agricole italiane di produrre valore: delle quattro maggiori agricolture europee, Francia, Italia, Germania e Spagna, un ettaro italiano continua a produrre  più del doppio del valore aggiunto di tutti gli altri Paesi. Straordinario rimane l’apporto delle attività connesse agricole, che con oltre 12,5 miliardi di euro nel 2021 si confermano strategiche per l’intera agricoltura nazionale, costituendo un quinto dell’intera produzione lorda vendibile italiana».
Dal punto di vista strutturale, spiega il CREA, da un lato, c’è stata una massiccia fuoriuscita di aziende dal settore (-30%), in particolare di piccola e piccolissima dimensione: in calo quelle sotto un ettaro (rappresentano circa il 21% del totale nel 2020 contro l’oltre 30% del decennio precedente) mentre aumentano quelle da 50 ettari in su (dal 2,8% a oltre il 4,5%); dall’altro, invece, la crescita della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) media aziendale da 8 a 11 ettari (1,2 milioni ettari). [Dati 7° Censimento agricoltura 2020 ISTAT]. 
Come si compone la catena del valore del sistema agroalimentare italiano nel 2021? Il 27,7% dei 549 miliardi di euro sono attribuibili al segmento “Intermediazione e commerci all’ingrosso dei prodotti alimentari”, al 27,6% si attesta il comparto “Industria alimentare, bevande e tabacco”, al 25,3% è il “Commercio al dettaglio dei prodotti alimentari”, all’11,2% “Agricoltura, caccia e pesca” e all’8,1% la “Ristorazione”. Invece, riguardo alla produzione agricola, che ha un valore corrente pari a 60,34 miliardi di euro, il 53,1% è attribuibile a coltivazioni agricole, il 28% agli allevamenti zootecnici e il 18,9% a servizi e attività secondarie. La produzione agricola italiana, seconda in Europa, vale il 13,5% di quella dell’Ue a 27 paesi. Nel contesto della produzione italiana, le colture vegetali valgono un po’ oltre i 32 miliardi di euro (+5,7% sul 2020, ma con aumento dei prezzi di materie prime, logistica e trasporti del 9,8% sul 2020).
Sul fronte degli scambi agroalimentari con l’estero, nel 2021 le esportazioni hanno superato per la prima volta il valore dei 50 miliardi di euro (+11,3% a 50,5 miliardi di euro) e si è confermato positivo il valore del saldo commerciale (2,2 miliardi di euro), ma molto meno che l’anno precedente (il saldo si è ridotto di oltre il 22% rispetto al 2020), per via di un aumento del 13,6% delle importazioni (salite a 48,3 miliardi).
L’Italia continua a detenere all’interno dell’UE il primato dei prodotti di qualità certificata DOP/IGP, che contano 316 prodotti agroalimentari e 526 vini, con risultati record in termini di valore della produzione e delle esportazioni, che hanno raggiunto rispettivamente gli 8 miliardi di euro (+9,7%) e la cifra record di 4,4 miliardi (+12,5%). Inclusi i vini, il valore supera i 19 miliardi di euro rappresentando il 21% sul fatturato dell’agro-alimentare nazionale. 
Primato anche per il biologico con 2,2 milioni di ettari coltivati, che collocano l’Italia tra i primi paesi produttori in Europa: 17,4% della SAU nazionale a fronte del più contenuto 9,1% della media UE. 
Dal punto di vista ambientale, le emissioni agricole rappresentano l’8,6% del totale delle emissioni nazionali (+4,2% rispetto al 2019), ma nel lungo periodo (1990-2020) si è registrata una diminuzione delle emissioni del settore superiore all’11%. Nel 2021 si segnala un aumento sia del numero degli impianti di biogas che dei metri cubi prodotti di biogas e biometano in Italia (circa 2 miliardi di standard metri cubi di biometano e oltre 40 milioni di tonnellate di biomasse agricole). 
Stabile al 20% il peso delle attività di diversificazione dell’agricoltura sul valore della produzione con un contributo pari a 12,52 miliardi di euro nel 2021, in netta ripresa dopo le grandi difficoltà legate alla pandemia. Le aziende diversificate sono circa il 5,7% del totale e l’attività più diffusa si conferma l’agriturismo (che interessa quasi il 38% delle aziende con attività connesse), seguita dal contoterzismo attivo (14,5% del totale delle aziende con attività connesse). La produzione di energia da fonti rinnovabili fa segnare una crescita del 200% delle aziende in dieci anni. 
Si conferma rilevante la spesa pubblica per il settore agricolo: poco superiore ai 12 miliardi di euro (+10,8% rispetto all’anno precedente). Dall’UE provengono i due terzi (67%) di questo sostegno, mentre i fondi nazionali coprono il 19% e quelli regionali il restante 14%.
«L’Annuario dell’Agricoltura italiana, il Rapporto sul commercio con l’estero e "Itaconta" sono le storiche pubblicazioni istituzionali del Centro CREA PB – ha ricordato Alessandra Pesce, direttrice del CREA Politiche e Bioeconomia – emblemi di una tradizione di studio e analisi del settore agroalimentare che ha contribuito in maniera determinante al disegno delle politiche di sostegno al settore, come ha dimostrato anche il supporto dato alla recentissima elaborazione del Piano Strategico della PAC, il più consistente strumento di programmazione in favore della filiera agroalimentare, con una dotazione di oltre 37 miliardi di euro in cinque anni».
 

Redazione

Il 21 dicembre in Conferenza Stato-Regioni intesa sullo schema di decreto sulle modalità dei pagamenti diretti del Piano nazionale della PAC: 3,6 mld all'anno.


A sole tre settimane dall’approvazione del Piano strategico nazionale (Decisione della Commissione europea del 2 dicembre 2022 (vedi): è stato adottato in Italia il provvedimento con cui si disciplinano le modalità di erogazione dei pagamenti diretti della PAC per l'anno 2023: interamente finanziati dall'Unione europea e finalizzati a sostenere il reddito degli agricoltori, con una dotazione di circa 3,6 miliardi di euro all'anno.
Come reso noto dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), nella seduta del 21 dicembre della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, su proposta del ministro Francesco Lollobrigida, è stata sancita l'intesa sullo schema di decreto ministeriale relativo alle modalità di applicazione dei pagamenti diretti previsti dal Piano strategico nazionale della PAC 2023-2027.
Il decreto, come riferito nella nota del Masaf, prevede la prosecuzione del cosiddetto sostegno di base al reddito degli agricoltori, cui sono destinati 1,678 miliardi di euro all'anno, e del processo di convergenza nazionale dei diritti all'aiuto, attraverso il quale, entro il 2026, tutti i diritti all'aiuto dovranno raggiungere un valore pari ad almeno l'85% della media nazionale.
Con lo stesso provvedimento si prevede, inoltre, l'avvio del cosiddetto “sostegno redistributivo”, che privilegia le aziende medio-piccole, destinatarie di un contributo aggiuntivo limitato ai primi 14 ettari posseduti, e si attivano, per la prima volta, specifici interventi a finalità ecologico-ambientale (eco-schemi), cui sono destinati circa 900 milioni di euro all'anno.
«Gli eco-schemi – spiega la nota del Masaf - rappresentano una delle maggiori novità della PAC 2023-2027 e hanno l'obiettivo di stimolare l'assunzione di impegni ambientali più ambiziosi e mirati alle peculiarità dei diversi territori e tipologie produttive, capaci di rafforzare in modo mirato il contributo dell'attività agricola alla società ed all'ambiente, di migliorare la sostenibilità di tutti i processi produttivi». Gli eco-schemi attivati sono 5 e prevedono l'impegno del settore zootecnico alla riduzione della resistenza antimicrobica, l'inerbimento delle colture arboree, la salvaguardia degli oliveti di particolare valore paesaggistico, il sostegno ai sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento, e misure specifiche per gli impollinatori.
Nel decreto viene infine rafforzata la politica in favore dei giovani agricoltori e vengono potenziati gli aiuti accoppiati al reddito, finalizzati a settori o prodotti di particolare rilevanza dal punto di vista socio-economico e ambientale. I settori interessati dagli aiuti accoppiati sono: latte; carni bovine; carni ovine e caprine; frumento duro; semi oleosi (colza e girasole); riso; barbabietola da zucchero; pomodoro destinato alla trasformazione; olio d'oliva; agrumi; colture proteiche comprese le leguminose.

Redazione

nuova PAC - agricoltura UE

Con l’ok a 28 Piani Strategici, al via la PAC 2023-27: 264 mld di contributi UE che con i nazionali fanno 307 mld per gli agricoltori europei. Tutte le novità.

 
L'approvazione di tutti i 28 Piani Strategici Nazionali (PSN) - uno per ogni Paese e due per il Belgio - da parte della Commissione Europea (CE) segna l'inizio della Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027, previsto per il prossimo Capodanno.
Questo l’inizio del comunicato stampa ufficiale dello scorso 14 dicembre della Commissione Europea con cui è stato annunciato il via libera alla nuova PAC.
In tutto «264 miliardi di euro di finanziamenti dell'UE – viene specificato - sosterranno gli agricoltori europei nella transizione verso un settore agricolo sostenibile e resiliente e contribuiranno a preservare la vitalità e la diversità delle zone rurali. Il cofinanziamento e il finanziamento nazionale complementare porteranno il bilancio pubblico totale dedicato agli agricoltori e alle comunità rurali a 307 miliardi di euro per il periodo 2023-2027. Altri programmi che rientrano nel mandato della PAC ma al di fuori dei piani strategici della PAC, come il programma POSEI per le regioni ultraperiferiche, il programma dell'UE per le scuole, i programmi di promozione, beneficeranno di un finanziamento aggiuntivo dell'UE di 6 miliardi di euro».
Vediamo gli aspetti principali richiamati dal comunicato della nuova PAC, che risponde a 3 precise ambizioni: essere più equa, più verde, più sociale.
 
Una PAC più equa
Tutti i PSN «supportano un reddito agricolo sostenibile e la resilienza del settore agricolo come obiettivo chiave». Ecco alcuni esempi del supporto fornito:
- I pagamenti diretti della PAC restano una rete di sicurezza per gli agricoltori. Quasi 20 miliardi di euro di supporto al reddito di base saranno distribuiti ogni anno agli agricoltori ammissibili. Tuttavia, ciò è subordinato all'applicazione da parte degli agricoltori di standard di base rafforzati sulle Buone Condizioni Agricole e Ambientali (BCAA). Si prevede che le BCAA copriranno quasi il 90% dei terreni agricoli dell'UE.
- La nuova PAC indirizzerà un livello più elevato di sostegno pubblico a coloro che ne hanno più bisogno. Le piccole e medie aziende agricole dell'UE riceveranno un sostegno più elevato al reddito grazie a un pagamento redistributivo pari al 10,6% di tutti i pagamenti diretti. Ciò ammonterà a 4 miliardi di euro all'anno. Si tratta di 2,5 volte di più dei pagamenti redistributivi previsti dall'attuale PAC (2014-2020) applicati solo da dieci Stati membri.
- Per aiutare gli agricoltori ad affrontare le crisi, il 15% delle aziende agricole dell'UE riceverà sostegno per la sottoscrizione di premi assicurativi, la partecipazione a fondi di mutualizzazione o ad altri strumenti di gestione del rischio.
- Il livello di sostegno per le colture proteiche/leguminose attraverso il sostegno accoppiato al reddito aumenterà del 25% rispetto al 2022. Ciò contribuirà a ridurre la dipendenza degli agricoltori dell'UE dalle importazioni e dall'uso di determinati fertilizzanti. Anche altri 17 settori in difficoltà riceveranno un sostegno accoppiato, raggiungendo il 21% delle aziende agricole dell'UE.
 
Una PAC più verde
«Tre obiettivi specifici su dieci della PAC riguardano direttamente l'ambiente e il clima – si legge nel comunicato -. Grazie alla clausola “no backsliding” [traducibile come nessuna retromarcia, ndr], gli Stati membri sono tenuti a dimostrare maggiori ambizioni nei loro piani PAC rispetto alla situazione attuale. Ciò si traduce nella PAC più ambiziosa di sempre dal punto di vista ambientale e climatico»:
- Nei piani strategici della PAC, quasi 98 miliardi di euro, corrispondenti al 32% del finanziamento totale della PAC (UE e cofinanziamenti), saranno dedicati a fornire benefici per il clima, l'acqua, il suolo, l'aria, la biodiversità e il benessere degli animali, e incoraggiare pratiche oltre la condizionalità obbligatoria. Se guardiamo alla ripartizione di questo importo tra strumenti e fondi, il 24% dei pagamenti diretti è dedicato a regimi ecologici (eco-schemes) e il 48% della spesa per lo sviluppo rurale di tutti i piani sosterrà pienamente gli obiettivi ambientali e climatici.
- I piani incentiveranno i gestori delle terre a immagazzinare carbonio nel suolo e nella biomassa, ridurranno le emissioni di gas a effetto serra (GHG: GreenHouse Gas) e contribuiranno all'adattamento nel 35% della superficie agricola dell'UE attraverso pratiche agronomiche adeguate, come la gestione estensiva dei pascoli, la coltivazione di leguminose e colture intercalari, la fertilizzazione biologica e l’agroforestazione.
- Sulla base dei nuovi obblighi per gli agricoltori, la rotazione delle colture è prevista su circa l'85% dei seminativi sostenuti dalla PAC. Ciò contribuirà a interrompere i cicli di parassiti e malattie e così a ridurre l'uso e la pericolosità dei fitofarmaci. Per migliorare ulteriormente, oltre il 26% dei terreni agricoli dell'UE riceverà sostegno, tra l'altro, per l'adozione della lotta integrata ai parassiti e l'utilizzo di metodi non chimici per il controllo dei parassiti o per l'agricoltura di precisione.
- Il sostegno della PAC alla produzione biologica nel 2027 sarà quasi raddoppiato rispetto alla superficie finanziata nel 2018. Ciò contribuirà in modo determinante al raggiungimento delle ambizioni nazionali degli Stati membri di aumentare la superficie biologica, che vanno dal 5 al 30%, entro il 2030.
- Gli investimenti previsti nella produzione di energia rinnovabile nelle aziende agricole aggiungeranno 1.556 MW alla capacità di produzione di energia dell'UE.
 
Una PAC più sociale
Come precisato nel comunicato, le aree rurali europee devono affrontare «diverse sfide, individuate nella visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE, tra cui lo spopolamento, l'accesso e il miglioramento dei servizi di base, le opportunità di occupazione e la necessità di una migliore connettività»; la PAC «investirà nel tessuto sociale ed economico» di tali zone. Seguono alcune delle misure:
- Il sostegno specifico ai giovani agricoltori occupa un posto di rilievo in ogni PSN e i Paesi dell'UE sono andati oltre il requisito minimo di destinare il 3% dei loro pagamenti diretti al ricambio generazionale. Complessivamente, un totale di 8,5 miliardi di euro di spesa pubblica aiuterà i giovani agricoltori ad avviare, investire e mantenere la propria attività nei primi anni di attività. Nel periodo 2023-2027 si prevede che un totale di 377 mila nuovi giovani agricoltori si stabiliranno come agricoltori a pieno regime. Alcuni Stati membri prevedono ulteriori sforzi per incoraggiare la successione nelle aziende agricole, rafforzare la parità di genere nelle zone rurali e rafforzare la posizione delle donne nell'agricoltura.
- Lo sviluppo locale è anche sostenuto dal 7,7% del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) dedicato alle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (il cosiddetto approccio LEADER). Ciò rappresenta 5 miliardi di euro. Una volta messe in atto, queste strategie dovrebbero coprire il 65% della popolazione rurale europea.
- Per la prima volta, i pagamenti della PAC saranno vincolati al rispetto di determinate norme sociali e del lavoro dell'UE e i beneficiari saranno incentivati a migliorare le condizioni di lavoro nelle aziende agricole.
- I piani sosterranno investimenti per rendere più attraente la vita e il lavoro nelle zone rurali, con l'obiettivo di creare almeno 400.000 posti di lavoro. Allo stesso modo, sarà fornito sostegno agli investimenti in tecnologie e servizi digitali per ottimizzare l'efficienza delle risorse.
- Più di 6 milioni di persone beneficeranno direttamente di consulenza, formazione e scambio di conoscenze finanziati dalla PAC o parteciperanno a progetti di innovazione nell'ambito del Partenariato Europeo per l'Innovazione (European Innovation Partnership) con particolare attenzione alle prestazioni ambientali e climatiche o agli aspetti sociali e rurali.
 
Redazione