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Efficientamento energetico delle imprese toscane, è stata annunciata stamani l'uscita di un nuovo bando da 3 milioni di euro che prevede una priorità per le ditte colpite da eventi calamitosi: oltre la metà delle risorse in campo, ovvero 1,9 milioni di euro, saranno destinate a quelle imprese che sono state danneggiate dalle alluvioni o i tornadi che si sono abbattuti negli ultimi tempi sulla nostra regione.
Questo è il secondo bando destinato alle imprese dopo un primo già concluso da 3 milioni di euro che ha permesso di finanziare 51 progetti.
Legati alla nuova programmazione dei Fondi europei 2014-2020 per la parte relativa all'efficientamento energetico, la Regione Toscana dispone di poco meno di 70 milioni di euro, fatto salvo un bando già concluso da 4 milioni di euro per l'efficientamento dei sistemi produttivi con il quale vengono finanziati 44 progetti.
Per il prossimo futuro è allo studio la possibilità di finanziare anche gli interventi di efficientamento nelle scuole.
Redazione Floraviva
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- Scritto da Andrea Vitali
I prezzi agricoli invertono la marcia a novembre, portandosi per la prima volta dopo 10 mesi, al di sotto dei livelli registrati nel 2014. Lo segnala l’Ismea sulla base dell'Indice dei prezzi agricoli all'origine, che si è portato a 113,9 (2010=100) facendo registrare una flessione del 4,3% su ottobre e del 2,3% su novembre 2014.
Sempre a novembre, i prezzi al consumo dei beni alimentari e delle bevande, alcolici inclusi, risultano – sulla scorta dei dati divulgati dall'Istat - in crescita dello 0,4% su base mensile e dell'1,6% se rapportati ai livelli dell'anno scorso, in lieve decelerazione rispetto al più 1,8% di ottobre.
L'Indice "core" dell'Ismea – calcolato per evidenziare la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dall'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali – a novembre si colloca a 112,9 (2010=100) a conferma di una dinamica mensile negativa (-1,9%), anche se più attenuata rispetto a quanto evidenziato dall’indice complessivo. Il confronto su base annua segnala invece una tendenza deflativa più marcata di quella indicata dall’indice complessivo (-4,1% sul livello di novembre 2014).
Nel comparto vegetale che fa segnare nel suo complesso un meno 6,9% sul mese precedente, pesano le significative flessioni degli olii di oliva (-17,7%) e ortaggi (-16,8%), in un contesto non favorevole neanche per la frutta (-3,1%). Positiva al contrario la variazione su base mensile per i cereali (+1,7%), semi di soia (+3,8%) e per i vini, che mettono a segno un più 2,3%, consolidando la tendenza positiva emersa con la nuova campagna produttiva.
L’insieme della zootecnia chiude il mese con una nuova flessione dei prezzi all’origine dell’1,9%, dopo la parentesi rialzista del bimestre settembre-ottobre, a causa dell’affondo dei listini del bestiame vivo (-4%), solo in parte controbilanciata dalla progressione dello 0,4% dei lattiero caseari. Tra gli animali vivi si segnalano pesanti riduzioni a carico dei suini (-6,9%) e degli avicoli (-9,5%), a fronte di lievi adeguamenti al ribasso per i bovini (-0,1%), e di incrementi per gli ovi-caprini (+6%) e conigli (+2%). Flettono lievemente su base mensile anche le uova (-0,2%).
Su base annua, l’indice elaborato dall’Ismea arretra del 2,3%, con flessioni di pari entità da parte sia del comparto vegetale che zootecnico. Nell’ambito delle coltivazioni arretrano su base annua i prezzi degli olii di oliva (-16,8%), della frutta (-7,1%), dei cereali (-6,9%) e, in misura inferiore, dei vini (-0,9%). Solo per gli ortaggi e i semi di soia il confronto con novembre 2014 risulta positivo, con un più rispettivamente dell’11,8% e del 2,2%.
Nell'aggregato zootecnico, il bestiame vivo risulta nel complesso allineato ai valori di un anno fa (+0,2%), mentre rimane per i lattiero caseari un divario negativo con il 2014 (-3,4%). A novembre, conclude l'Ismea, la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intera annata 2015 risulta pari all’1,7%, mentre quella calcolata a partire dall'Indice core, si conferma negativa (-3,6%).
Redazione Floraviva
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Dino Scanavino, presidente della Confederazione italiana agricoltori, riguardo all’accordo globale sul clima di Parigi: “serve l’impegno di tutti i Paesi per contenere il riscaldamento. Quello agricolo è uno dei settori in prima linea per la lotta ai cambiamenti climatici. Salvaguardare il suo ruolo è, quindi, una scelta obbligata”.
“Considerando i precedenti fallimenti e viste le differenti posizioni negoziali di partenza, è fondamentale che a Parigi si sia arrivati a un accordo di massima. Positivo l’obiettivo di lungo termine che prevede che l’aumento della temperatura media globale rimanga al di sotto dei 2 gradi centigradi e che si proseguano gli sforzi per limitare il riscaldamento globale a meno 1,5° C rispetto alla media preindustriale. Altro elemento importante è il processo di revisione degli obiettivi, seppur volontari, che dovrà svolgersi ogni 5 anni”.
Così il presidente della Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, ha commentato l’accordo globale sul clima siglato a Parigi nell’ambito di COP21. “Sul fronte della riduzione delle emissioni di Co2 – ha aggiunto Scanavino - la doppia pressione che ha visto da un lato i Paesi più colpiti dall’impatto del cambiamento climatico rivendicare impegni chiari, dall’altro le economie emergenti premere per posticipare qualsiasi intesa, ha prodotto un risultato che potremo definire ‘a luci e ombre’, considerando che nell’accordo non risulta l'obiettivo delle riduzioni entro il 2050. Il capitolo del sostegno finanziario, poi, è stato affrontato direttamente solo nella parte introduttiva prevedendo, nell'ambito delle decisioni non vincolanti, l'invito ai Paesi sviluppati a incrementare il loro livello di supporto e raggiungere l'obiettivo di fornire insieme 100 miliardi di dollari l'anno in finanziamenti per il clima entro il 2020”.
“Adesso, nella consapevolezza che molto e di più si sarebbe potuto ottenere - ha continuato Scanavino -, è opportuno che la via tracciata a Parigi per contenere il riscaldamento globale sia perseguita con impegno da tutti i Paesi. Quello agricolo, in particolare, è uno dei settori in prima linea per la lotta ai cambiamenti climatici”.
“Ma il cambiamento climatico e l’impoverimento delle risorse naturali – ha sottolineato Scanavino - rappresentano per l’agricoltura anche sfide di enorme portata. Se da un lato la produzione di cibo dovrà saper ridurre il suo impatto, dall’altro dovrà sapersi adattare ai cambiamenti del clima per non mettere a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare. In tale ambito è necessario valorizzare sempre di più il ruolo attivo che i terreni agricoli, i pascoli e i boschi svolgono nell’assorbimento della Co2, ma anche definire sistemi agricoli aperti all’innovazione e accessibili alle economie povere del Pianeta”.
“Sfide inedite e difficili – ha concluso Scanavino - che pongono l’agricoltura al centro del futuro. Salvaguardare il suo ruolo e quello delle imprese che ne fanno parte, rappresenta una scelta obbligata per l’intera società”.
Redazione Floraviva
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"Sono numerosi gli appelli che stiamo lanciando in vista del Natale per rispettare la natura, ed invitare tutti a regalare giochi ai bambini che possano essere educativi e non prodotti con materiali nocivi o pericolosi". E’ quanto dichiara in una nota Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale del Movimento Ecologista, Ecoitaliasolidale.
"Il primo invito è quello di scegliere l'utilizzo di alberi naturali ed acquistati da venditori autorizzarti, non alberi con le radici recise e di curarli adeguatamente durante la permanenza nelle nostre abitazioni. L’albero naturale solitamente proviene da coltivazioni dedicate e spesso situate in zone collinari o montane altrimenti destinate all’abbandono e al conseguente degrado idrogeologico”.
“Invitiamo quindi – prosegue Benvenuti – di non acquistare alberi di natale sintetici, magari da venditori abusivi, alberi in plastica pericolosi per la salute che solitamente provengono dalla Cina con importazioni clandestine. Sono alberi finti, di plastica che non solo consumano petrolio e liberano gas ad effetto serra per la loro realizzazione ed il successivo trasporto, ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente”.
“Le altre iniziative sono denominate ”Difendiamo l’ecosistema giocando” ed il “Il presepe naturale”, rivolgendoci soprattutto ai genitori ed agli educatori che attraverso esempi positivi possano veicolare principi di rispetto verso l’ambiente. Con l’iniziativa “Difendiamo l’ecosistema giocando”, invitiamo a regalare per le feste natalizie giochi e videogiochi progettati per insegnare la difesa della natura, l’ambiente e la salvaguardia degli animali che rischiano l’estinzione. Mettendo al bando ogni gioco violento o composto da materiale non conforme alle leggi vigenti che in alcuni casi puo’ risultare pericoloso o nocivo per i bambini”.
“Infine invitiamo, proprio in questi giorni, soprattutto i genitori a creare insieme ai loro bambini il Presepe, utilizzando il più possibile prodotti che si trovano in natura come il muschio, le bacche, il legno, la frutta secca, o comunque materiali di recupero e che si possono riciclare, senza diventare immediatamente rifiuto”.
“Le nostre iniziative hanno duplici aspetti, di sicurezza, di legalità, a difesa dell’ambiente e contribuire a diffondere la cultura e l’educazione ambientale soprattutto fra i giovanissimi che sono fortemente attratti dai simboli della Festa, come l’albero, il Presepe, i regali”.
Redazione Floraviva
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Nel documento sottoscritto a Montichiari il 20 novembre da una folta rappresentanza di soggetti della filiera florovivaistica e del verde nazionale sono stati chiesti: un provvedimento di defiscalizzazione delle opere verdi private, il miglioramento della capacità operativa e comunicativa sul terreno internazionale del Servizio fitosanitario italiano, il ripensamento dell’art. 24 del Decreto Sblocca Italia, che non impone ai Comuni di utilizzare veri professionisti per la manutenzione del verde pubblico.
Il verde può fare bene all’Italia, contribuendo alla salute dei cittadini e in generale alla qualità della vita nelle città, e salvaguardando al contempo un ambito produttivo che occupa 158 mila persone, anche se sta attraversando un momento difficile a causa della crisi. Ma perché ciò avvenga ci vuole «un Paese green oriented» (orientato verso il verde), con «un verde made in Italy», nonché «professionale e di qualità».
Sono proprio questi ultimi tre desiderata gli obiettivi del documento, intitolato “Il verde che fa bene al Paese”, che è stato sottoscritto il 20 novembre scorso a Montichiari (Brescia) dai rappresentanti di molti dei principali soggetti della filiera florovivaistica e del verde nazionale, al termine di una tavola rotonda che li ha visti confrontarsi sui problemi del settore. E per la realizzazione dei primi due obiettivi si è già identificato l’interlocutore privilegiato all’interno del governo di Matteo Renzi e chiesto un apposito incontro.
Per il primo, di un’Italia più verde, grazie in particolare a un provvedimento di «defiscalizzazione delle opere verdi» private, nel documento si chiede un incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti. Per gli esponenti del settore florovivaistico è secondario che tale provvedimento rispecchi esattamente il disegno di legge Susta che prevede detrazioni per gli interventi di sistemazione a verde privati oltre certe soglie di investimento, che pure era piaciuto anche perché incoraggia l’uso di veri professionisti garantendo la qualità. L’importante è che si vari una misura in grado di «incentivare la cittadinanza a investire nella realizzazione di nuove aree verdi private». Ciò consentirebbe di ottenere «maggiori introiti fiscali, visto il notevole abbattimento della concorrenza sleale», un «innalzamento dei valori catastali degli edifici inseriti in città green oriented» e maggiore attrattività turistica. Oltre ai benefici sulla salute e la qualità della vita dei cittadini, nonché quelli legati alla mitigazione dell’effetto serra grazie all’assorbimento di CO2, di cui si discute proprio in questi giorni a Parigi nella XXI Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Riguardo al secondo obiettivo, un verde che resti made in Italy, prima di tutto da noi, ma anche nelle tante aree del mondo in cui negli anni scorsi il vivaismo italiano è riuscito a imporsi, l’interlocutore che si vuole incontrare è il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, al quale si chiede di «migliorare le azioni da parte della dirigenza del Servizio fitosanitario nazionale e adeguarci a standard europei, agendo sulla dinamicità e capacità operativa, e azioni forti di comunicazione a tutela del mercato interno» e delle nostre produzioni. «Risulta prioritario, a livello nazionale, - si legge nel documento, che pare un atto di accusa verso l’operato dell’attuale Servizio fitosanitario - definire un protocollo d’intesa tra i servizi fitosanitari a livello europeo in merito alle esportazioni di alberature verso paesi terzi (Turchia e altri paesi extra CEE) e affrontare, con razionalità, gli aspetti fitopatologici. Lo scopo principale è salvaguardare il prodotto italiano, anche attraverso puntuali ed immediate comunicazioni ufficiali che rassicurino i mercati internazionali. Purtroppo a oggi persiste una carenza di fondo a operare ed agire in merito a questi temi, con conseguenti danni a tutto il settore produttivo».
Per il terzo obiettivo, cioè far sì che gli spazi verdi pubblici in Italia siano di qualità e affidati a professionisti o aziende qualificate del settore del verde e dell’architettura del paesaggio, nel documento non viene chiesto nessun incontro, ma si mette all'indice una norma che ha peggiorato la situazione favorendo l’utilizzo per la manutenzione del verde di personale non sufficientemente preparato e competente. «L’art. 24 del decreto Sblocca Italia – si legge nel documento dei florovivaisti - consente alle Amministrazioni Comunali, con semplici procedure attuative (regolamenti), di impiegare personale volontario anche per i lavori di manutenzione del verde pubblico». Secondo i florovivaisti c’è stata una «evidente riduzione dei lavori pubblici affidati alle imprese del settore qualificate e con manodopera specializzata per operare correttamente dal punto di vista agronomico». «Inoltre – conclude il documento -, stiamo rilevando e documentando a livello territoriale, i gravi danni biologici-ecologici arrecati al verde pubblico da cui ne consegue un danno ambientale sul territorio, danno che avrà conseguenze anche economiche sulle singole amministrazioni locali».
A firmare il testo “Il verde che fa bene al Paese” il 20 novembre a Montichiari sono stati gli esponenti di molti dei soggetti principali dell’intera filiera florovivaistica italiana: per Cia, in rappresentanza del presidente Dino Scanavino, c’era il responsabile florovivaismo della Confederazione Roberto Chiti, per Coldiretti il vice presidente Ettore Prandini, per Confagricoltura il vice presidente Ezio Veggia, per Confartigianato Christian Mattioli in rappresentanza del direttore Bruno Panieri, per Associazione Florovivaisti Veneti il presidente Andrea Righi, per Associazione Vivaisti Pistoiesi Luca Magazzini, delegato del presidente Vannino Vannucci, per Florveneto Michela Modanese, per Associazione Giardinieri Reggio Emilia e Modena il presidente Christian Mattioli, per AIAPP – Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio il presidente Anna Letizia Monti, per A.I.C.G. – Associazione Italiana Centri Giardinaggio il presidente Silvano Girelli, per Assoiride il presidente Domenico Spinola, per Associazione Parchi e Giardini d’Italia Rosalba Caffo Dallari al posto del presidente Peirone, per Asproflor Comuni Fioriti il vice presidente Sergio Ferraro, per Consorzio Fiori Tipici Lago Maggiore e Biellese il vicepresidente Paolo Zacchera, per Consorzio Florovivaistico Ambientale Jonico il presidente Mario Faro, per Flora Toscana Walter Incerpi, delegato del presidente Paolo Batoni, per Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale Pistoia il presidente Francesco Mati, per Distretto Altolombardo il presidente Roberto Magni, per Distretto Plantaregina il presidente Paolo Arienti, per Distretto Florovivaistico della Liguria il presidente Luca De Michelis, Assoflorolombardia (Provincie di Bs/Mi-Lo-Mb/Mn-Cr/Bg/Va) il presidente Nada Forbici, per Associazione Florovivaisti Bresciani il delegato Nicola Gialdini per il presidente Nada Forbici, per Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori il presidente Marco Cappellini.
Il prossimo appuntamento del tavolo del florovivaismo nazionale è previsto a Torino dal 20 al 22 aprile 2016, in occasione del Congresso internazionale delle Associazioni degli Architetti del Paesaggio (IFLA – International Federation of Landscape Architects).
Redazione