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Orlandini: «Bene il testo di Remaschi per ridurre gli ungulati, che il Consiglio regionale non lo snaturi perché è in gioco la competitività dell’agricoltura toscana».
Il presidente della Cia di Pistoia soddisfatto del testo di legge d’emergenza approvato dalla Giunta regionale per diminuire gli ungulati in sovrannumero, che danneggiano le coltivazioni mettendo a rischio le quote di mercato dei produttori toscani. Piacciono, oltre agli obiettivi di riduzione (-300 mila in tre anni), la possibilità per gli agricoltori di difendere i propri terreni coltivati dagli animali che li distruggono, la valorizzazione della filiera delle carni selvatiche e la semplificazione burocratica con un solo piano faunistico e un solo regolamento venatorio.
«Con l’approvazione di questo ottimo progetto di legge dell’assessore Remaschi da parte della Giunta regionale toscana viene ufficialmente riconosciuto che il numero degli incidenti stradali provocati dalla fauna selvatica nel nostro territorio è insostenibile (da 250 nel 2013 a 700 nel 2014, verso i 900/1000 nel 2015), assai più alto che nel resto d’Italia, e che il livello degli ungulati è altrettanto insostenibile, essendo pari a 4 volte la media nazionale. Semplicemente non si può più andare avanti così».
E’ quanto dichiarato oggi dal presidente della Confederazione italiana agricoltori di Pistoia, Sandro Orlandini, che è anche membro delle commissioni “ungulati” e “danni” dell’Ambito territoriale di caccia (Atc) 16 di Pistoia, dopo aver saputo che è stato approvato stamani dalla Giunta della Regione Toscana il testo di legge presentato ieri alla stampa dall’assessore all’agricoltura Marco Remaschi insieme al sottosegretario all’ambiente Silvia Velo.
«Si registrano già negli ambiti territoriali di caccia – ha affermato Sandro Orlandini - dibattiti accesi riguardo a possibili modifiche di un punto o dell’altro del testo di legge dell’assessore Remaschi. Ecco, in vista dell’approdo del testo in consiglio regionale, dove sarà discusso ed eventualmente ritoccato, come presidente degli agricoltori di Cia Pistoia auspico che esso non venga snaturato, perché è molto ben impostato e può rappresentare davvero la soluzione al problema del sovrannumero di ungulati che crea tanti danni agli agricoltori e ai cittadini del territorio pistoiese». «Altrettanto importante – ha aggiunto Orlandini - è fare in modo che nei regolamenti attuativi della futura legge siano previste forme di responsabilizzazione degli atc, così che la legge venga rispettata davvero».
«Per gli agricoltori – precisa inoltre il presidente di Cia Pistoia - il problema non è solo né tanto quello dei risarcimenti dei danni che non arrivano quasi mai. I coltivatori non vogliono più subire i danni e desiderano poter raccogliere il frutto del proprio lavoro, anche perché nel lungo periodo queste riduzioni imprevedibili ma frequenti delle produzioni finiscono per determinare inesorabilmente significative perdite di quote di mercato, perché il mercato preferisce i produttori affidabili».
Fra gli aspetti che più piacciono ad Orlandini del progetto di legge di Remaschi vi è senz’altro l’ambizioso obiettivo del piano di riduzione, pari a meno 300 mila ungulati in tre anni. Che significherebbe il rientro della Toscana nella media nazionale. Ma anche la possibilità per gli agricoltori di difendere in prima persona i propri terreni coltivati dagli animali che li distruggono. Così come la valorizzazione della filiera delle carni selvatiche sia a fini commerciali che di solidarietà. E infine la semplificazione burocratica con il passaggio dagli attuali dieci piani faunistici e regolamenti venatori provinciali ad un solo piano e un solo regolamento regionale.
Redazione Floraviva
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Presentata ieri "una legge per affrontare l'emergenza ungulati in Toscana, dove la concentrazione di cinghiali è quattro volte superiore alla media nazionale, con l'obiettivo di tutelare la sicurezza delle persone, salvaguardare la produzione agricola e, soprattutto, di preservare la biodiversità. C'è, infatti, un tema ambientale da affrontare perché un'alta concentrazione di ungulati ha come effetto un danno agli ecosistemi, mettendo a rischio la sopravvivenza di altre specie".
Lo ha detto il Sottosegretario all'Ambiente, Silvia Velo, nel corso della presentazione, avvenuta oggi a Firenze, nella sala stampa della Regione a palazzo Strozzi Sacrati, della Legge Obiettivo per la gestione degli ungulati in Toscana.
Il sottosegretario Velo ha tenuto la conferenza stampa insieme all'assessore all'agricoltura, foreste, caccia e pesca, Marco Remaschi.
"Il Ministero dell'Ambiente - ha continuato Velo - ha supportato la Regione Toscana da un lato attraverso il lavoro dell'ufficio legislativo e della Direzione Protezione Natura verificando la congruità della norma regionale rispetto a quelle nazionali e comunitarie.
Dall'altro, abbiamo messo a disposizione le competenze scientifiche e le professionalità di Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che, tra le altre cose, supporterà la Regione durante la fase importantissima dei monitoraggi per verificare l'efficacia degli interventi.
Si tratta - ha concluso il Sottosegretario Velo - di un provvedimento frutto della collaborazione tra Governo e Regione, una buona pratica che può essere estesa alle altre Regioni che si trovano ad affrontare problemi analoghi".
L'assessore Remaschi ha inoltre ricordato che gli incidenti stradali che vedono coinvolti ungulati sono in forte aumento. "Erano - ha detto - circa 250 nel 2013, sono stati oltre 700 nel 2014 e le stime per l'anno 2015, con dati a settembre, sono di 900 - 1000 incidenti. E fra questi - ha aggiunto - ci sono anche incidenti mortali. Crediamo dunque che sia una questione di civiltà intervenire su questa emergenza."
Entro la fine dell'anno la Regione presenterà un "piano di intervento" nel quale saranno previsti gli interventi attuativi della legge. L'efficacia dei provvedimenti sarà monitorata dagli organismi deputati come ISPRA e CIRSEMAF.
"Non vogliamo - ha ribadito Remaschi - una legge manifesto, ma una legge che funziona."
L'assessore ha fatto appello "a superare tutti gli egoismi, e a lavorare tutti insieme, con grande attenzione" per raggiungere l'obiettivo quello "dell'interesse generale, dell'agricoltura, dell'ambiente e dei cittadini, anche sul piano della sicurezza nei confronti degli incidenti stradali" e dopo aver ricordato come tutti gli stakeholder siano stati coinvolti nella preparazione della proposta di legge.
Fra le innovazioni, visto anche il passaggio di competenze sulla caccia dalle province alla Regione al quale si sta lavorando, ci sarà anche uniformità di normativa su tutto il territorio regionale: al posto di tanti piani faunistici quante erano le province e tanti regolamenti venatori, ci sarà in Toscana un solo piano faunistico e un solo regolamento.
Redazione Floraviva
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Ancora bilancio in rosso con un calo dei consumi reali dell’1,7% (in cifre 1,2 miliardi di euro), a cui va aggiunta la mancata crescita, dal 2005 al 2014, pari a 4,8 miliardi di euro. Così la crisi colpisce profondamente i pubblici esercizi italiani, i quali hanno passato un periodo burrascoso fra pochi clienti e nuovi impianti legislativi. Per il Presidente Fipe, Lino Stoppani: “Servirebbe una normativa semplice che valorizzi la qualità e promuova le specificità locali. Inoltre a livello centrale si deve investire nel turismo per stimolare l’incoming, facendo fruttare le potenzialità dell’Italia”.
Secondo l’analisi dell’ufficio degli studi Fipe, la perdita è stata di circa 80 euro con la flessione dai 1214 euro del 2007, il picco raggiunto, ai 1143 dello scorso anno. Nel 2014 la spesa delle famiglie ha visto un aumento in termini reali dello 0,7% e quest’anno dovrebbe aumentare ancora dello 0,8%. Dunque si dovrebbe registrare un leggero miglioramento, grazie alla stagione estiva e al clima di fiducia delle imprese e dei consumatori, come spiega Stoppani. Si spera fortemente in una stabilizzazione di questa ripresa, soprattutto a fronte dei profondi cambiamenti che il settore dei pubblici esercizi ha dovuto subire “a partire dalle lenzuolate di Bersani, con il bar che si improvvisa ristorante ma impiegando un gran numero di prodotti pre-confezionati”, continua Stoppani. Il mercato italiano si mostra fragile, specialmente a causa della competizione dovuta al grande numero di pubblici esercizi: sono infatti attivi 149mila bar e circa 168mila ristoranti con poco più di 680mila dipendenti. La situazione è stata poi peggiorata dal calo, tra il 2007 e il 2014, della spesa media delle famiglie, pari al -11%. Sono ormai cambiate anche le abitudini fuori casa: più apericena e meno happy hour e poche portate al ristorante. I clienti scelgono sempre di più i locali meno costosi, cercando più la pizzeria che il ristorante. Gli esercenti si adattano a un cambio dell’offerta che cambia nel corso della giornata, puntando sulla specializzazione o sull’all you can eat. La ripresa potrebbe essere più sicura, secondo il Presidente Fipe, con una valorizzazione della qualità e delle specificità locali, cercando di investire di più nel turismo quale grande risorsa per l’Italia.
Redazione Floraviva
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Tra i risultati del Mercato dei fiori della Toscana nel periodo precedente Ognissanti anche un aumento del 10% degli iscritti rispetto al 2014. I crisantemi uniflor hanno raggiunto i 4.100.000 steli venduti con prezzi tra +5 e +30 centesimi a stelo. Un po’ diminuite le quantità di garofani, lilium e gerbere a causa del clima, ma nessuna conseguenza sulla qualità delle produzioni in Valdinievole.
La direzione del Mercato dei fiori della Toscana – città di Pescia (Mefit) presenta i dati delle proprie indagini sull’andamento del mercato nel cruciale mese antecedente alle festività d’Ognissanti e parla con soddisfazione di «sinfonia d’ottobre». Augurandosi che tali risultati «si traducano in un aumento delle vendite verso i consumatori finali».
A ottobre il giro d’affari stimato ha superato i 7 milioni di euro complessivi e il prodotto di punta del periodo, i crisantemi uniflor, è salito a 4.100.000 steli venduti, a prezzi tra +5 a +30 centesimi a stelo a seconda delle famiglie e varietà. I tipi Turner (Shoesmith, Snowdown, Palisade) sono quelli che hanno incrementato di più il prezzo. Sul piano del sentiment, l’opinione degli operatori sulla propria attività, sia nel settore floricolo che nel settore piante in vaso «la maggioranza sostiene con soddisfazione di aver ottenuto un risultato di vendita maggiore rispetto all’anno passato». Inoltre va sottolineato che gli operatori iscritti al mercato sono aumentati del 10%, grazie a 76 nuove iscrizioni che hanno portato il totale delle aziende iscritte a 709.
Ma vediamo più nel dettaglio i vari risultati del report realizzato dall’équipe del Mefit.
Riguardo alle quantità vendute sul mercato, ecco i dati delle principali specie floricole, oltre ai già citati crisantemi uniflor:
- 3.700.000 steli di crisantemi multiflori;
- 530.000 steli di garofani mediterranei;
- 1.000.000 steli di lilium LA ed asiatici;
- 50.000 steli di lilium orientali;
- 4.500.000 steli di rose nel complesso;
- 1.200.000 steli di gerbere;
- 12.800 scatole di Anthurium.
I prezzi all’ingrosso medi ponderati, nel complesso, non hanno subito rilevanti variazioni rispetto all’anno precedente, a parte alcune variazioni di prezzo in aumento o in diminuzione in specie floricole economicamente rilevanti, quali ad esempio quelle già sottolineate dei crisantemi uniflor, fiori caratteristici di questo periodo.
In particolare, i prezzi sono risultati pressoché invariati per crisantemi multiflori, garofani mediterranei, rose e anthurium; in leggero calo per lilium LA ed asiatici e orientali (-18 centesimi di euro a stelo); in aumento le gerbere (+5 centesimi di euro a stelo).
I prezzi del verde ornamentale, limitatamente al ruscus ed al eucalypthus, sono stati in aumento di 1 euro al kg per il ruscus, -50 centesimi di euro per Eucalypthus Cinerea e –10 centesimi di euro per Eucalypthus Parvifoglia.
Quest’anno, alla tradizionale raccolta dei prezzi, elaborati per ottenere i prezzi medi ponderati dei prodotti florovivaistici che vengono periodicamente comunicati a Ismea, ed alla stima delle quantità transitate attraverso il mercato dei fiori della Toscana, sono state aggiunte delle interviste agli operatori di ogni segmento della filiera florovivaistica per poter interpretare il “sentimento” del mercato, il grado di soddisfazione emotiva delle persone che in questi ultimi giorni si sono dedicate full time a produrre, a vendere, a comprare, a spedire i loro fiori, il loro verde ornamentale, le loro piante e i loro accessori. «Naturalmente il quadro che ne è uscito – precisa il Mefit - spazia tra i pienamente soddisfatti e quelli in parte delusi dai risultati conseguiti. In generale si può affermare, comunque, che la situazione si è rivelata in miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2014. Questo risultato è stato evidentemente molto apprezzato dagli operatori di mercato in quanto probabilmente speravano, ma non si aspettavano miglioramenti».
Infine, rispetto all’andamento meteoclimatico di luglio e in parte di agosto, come previsto, il caldo intenso e l’alta umidità hanno potuto espandere il loro effetto sulle quantità raccolte nel mese di ottobre, riducendo le produzioni. Sono pertanto calate le quantità dei garofani, dei lilium, delle gerbere e, in misura minore, delle altre specie. Tuttavia, per quanto riguarda la qualità, da un’indagine condotta sui crisantemi uniflor risulta che a livello locale, ossia Valdinievole e piana di Lucca, non ci siano stati grandi effetti negativi attribuibili all’andamento climatico estremo dei mesi estivi. Lo sviluppo degli steli è stato nella norma sia come lunghezza sia come calibro, così come la maturazione dei boccioli. Solo nella zona di Viareggio la produzione ha in parte subito un lieve peggioramento qualitativo a causa di un ridotto sviluppo dello stelo. Gli effetti del caldo umido si sono fatti sentire per quanto riguarda gli attacchi parassitari, sono aumentati gli attacchi di tripide del crisantemo e in alcuni casi di afidi, comunque controllati abbastanza bene con interventi anti parassitari.
Va segnalato, infine, che quest’anno il team del Mefit ha affinato la metodologia di stima delle quantità dei prodotti floricoli transitati e venduti sul mercato, in generale basata sui potenziali produttivi, confrontando le quantità in termini di resa in steli, in fiori e in peso a mq con le superfici coltivate dichiarate dagli operatori iscritti al mercato, ma diminuendole prudenzialmente in base a un coefficiente che tenesse conto di imprevisti colturali ed eventuali quote di invenduto.
Redazione Floraviva
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Secondo Coldiretti, al posto delle diavolerie cinesi che mettono al rischio la salute e la sicurezza dei bambini, per celebrare la notte di Halloween, tradizionale ricorrenza originaria del Nord America celebrata tra il 31 ottobre ed il 1 novembre, si registra una tendenza all’acquisto di una autentica, sana e divertente zucca che registra un boom proprio in questi giorni. E’ quanto afferma la Coldiretti nel segnalare che per quanto la zucca nel nostro Paese venga consumata in media per oltre un chilo a testa soprattutto per preparare gustosi banchetti, piuttosto che per decorare le case, è indubbio che l'affermarsi della notte delle streghe ha aperto il nuovo “mercato” delle zucche intagliate con le quali si cimentano un numero crescente di italiani. La coltivazione della zucca in Italia - stima la Coldiretti - si estende su circa 2mila ettari con una produzione di circa 35 milioni di chili. Le regioni più interessate alla coltivazione risultano essere Lombardia (con circa il 25% della superficie nazionale), Emilia Romagna e Veneto, seguite da Campania, Lazio, Liguria, Sicilia e Toscana. Si tratta per la quasi totalità di prodotti destinati al consumo alimentare anche se cresce la coltivazione di varietà di zucche a scopi ornamentali o da “competizione” con esemplari che possono arrivare anche a 400 chili di peso (il record mondiale spetta ad un coltivatore svizzero che nel 2104 ha prodotto una zucca di 1.054 chili). Quest’anno - sottolinea la Coldiretti - la produzione di zucche Made in Italy è stabile e buona è la qualità anche perché accanto a varietà internazionali molti imprenditori agricoli italiani sono impegnati nella conservazione di quelle tradizionali come la zucca marina di Chioggia del Veneto, la zucca violina di Ferrara, la zucca di Castellazzo bormiola in Piemonte e la zucca lardaia di Siena. Il prezzo al consumo – precisa la Coldiretti - si mantiene sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno, tra uno o due euro al chilo, in funzione delle dimensioni e della qualità. Regina indiscussa delle tavole nella versione dei famosi tortelli, la zucca - sottolinea la Coldiretti - è uno dei prodotti più versatili della cucina italiana e può essere utilizzata sia per le preparazioni salate che per quelle dolci ma anche abbinata a pasta, carne, formaggi e torte. Le specialità alimentari a base di zucca infatti - spiega la Coldiretti - sono tantissime. Dai Tortelli preparati scegliendo una zucca dolce, compatta e un po' farinosa da unire ad ingredienti speciali come mostarda, amaretti e cioccolata fondente al risotto ormai apprezzato da nord a sud del paese ma anche la zucca fritta o al forno, la crostata di zucca, la torta di zucca e infine - conclude la Coldiretti - come leccornia i suoi semi tostati e salati.
Redazione Floraviva