Filiera vite-vino
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Fino al 15 novembre iscrizioni online a BuyWine Toscana 2023 (Firenze 10-11 febbraio) per aziende toscane che producono e commercializzano vini Docg, Doc e Igt.
Da ieri l’altro sono aperte le iscrizioni per partecipare alla tredicesima edizione di BuyWine Toscana 2023, grande evento business-to-business dedicato al vino, che si terrà nei giorni 10 e 11 febbraio 2023 a Firenze alla Fortezza da Basso. Sarà possibile iscriversi, esclusivamente online, fino alle ore 16 del 15 novembre 2022.
Possono partecipare le aziende toscane che producono e commercializzano vini Docg, Doc e Igt della Toscana, che dovranno far domanda esclusivamente attraverso la compilazione del formulario alla sezione “Eventi” sul sito regionetoscana.crmcorporate.it. Sono saliti a 230 i posti disponibili, per consentire la partecipazione ad un numero più elevato di imprese, con 50 postazioni riservate a quelle che non hanno potuto essere presenti a BuyWine Toscana nel 2021 e 2022.
Alle aziende che parteciperanno a BuyWine saranno riservate condizioni speciali per la partecipazione alla competizione enologica “Concours Mondial de Bruxelles” 2023, uno dei più prestigiosi concorsi di vini internazionali. Nell'edizione 2022 sono stati iscritti 60 vini da 18 aziende presenti a BuyWine Toscana, con risultati eccellenti: 12 aziende premiate a conferma dell'alto livello dei vini presenti alla manifestazione fiorentina.
Tutte le informazioni su BuyWine Toscana 2023 si trovano sul sito della Regione Toscana al link regione.toscana.it/-/iniziative-in-corso.
All’evento business BuyWine Toscana, seguirà “Anteprime di Toscana”: la wine-week regionale durante la quale i Consorzi di tutela presentano le nuove annate e guidano gli operatori alla scoperta dei loro territori. La settimana verrà aperta da “PrimAnteprima”, giornata evento organizzata da Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze insieme a PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana, in programma sabato 11 febbraio 2023 a Firenze: evento inaugurale della settimana e occasione per approfondire le tematiche legate al mondo vitivinicolo con la partecipazione di istituzioni, consorzi e media. Si proseguirà, come di consueto a Firenze, il 12 febbraio con “Chianti Lovers” e “Rosso Morellino”, il 13 e 14 con la “Chianti Classico Collection”; a Montepulciano il 15 per “Anteprima Vino Nobile di Montepulciano” e a San Gimignano il 16 per “Anteprima Vernaccia di San Gimignano”, per concludere a Firenze il 17 con “L’Altra Toscana”.
Risultati di BuyWine Toscana 2022
All'edizione 2022 di BuyWine Toscana, realizzata “in presenza” dopo l’edizione del 2021 on line, hanno partecipato 200 imprese vitivinicole (di cui 100 con produzioni organiche), 110 buyers, di cui 35 che non avevano mai comprato vino dalla Toscana, provenienti da 30 Paesi, 1.300 le etichette proposte per 45 denominazioni, oltre 2.800 meeting B2B e più di 20.000 wine tasting. Oltre alla conferma dei mercati consolidati come USA e Canada, Regno Unito e i classici mercati europei con la Germania in testa, la 12^ edizione aveva registrato la partecipazione di importatori provenienti da nuovi mercati tra cui: Norvegia, Perù, Ucraina, Libano, Repubblica Dominicana per citarne alcuni.
Compratori e venditori, grazie a una profilazione molto dettagliata e a una familiarità sempre più elevata con le nuove tecnologie, possono conoscere il profilo dei possibili interlocutori con largo anticipo ed esprimere preferenze di incontro puntuali sugli operatori più adatti alle rispettive esigenze. Una procedura che, nel 2022, ha portato all'espressione di 11.000 preferenze di incontro, elaborate poi dal sistema di matchmaking che ha generato le agende, per un totale di oltre 2.800 appuntamenti e per una soddisfazione complessiva espressa da seller e buyer sugli incontri effettuati nel corso dell'evento di ben oltre il 94%, con a distanza di 6 mesi dall’evento la dichiarazione dell’85,4% degli operatori di aver proseguito le trattative e che il 73% di queste hanno portato a un accordo commerciale o sono in procinto di farlo.
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Lo sottolinea il Copa-Cogeca che presenta le stime della vendemmia 2022: produzione vinicola dell’Unione Europea a +2% sul 2021, ma sotto la media dei 5 anni.
«La vendemmia 2022 è stata accompagnata da grande apprensione per gli effetti ormai cronici del cambiamento climatico, che si è manifestato con andamenti meteorologici molto incerti e spesso estremi che hanno portato a differenze di qualità e quantità. Le piogge di agosto hanno in alcuni casi cambiato radicalmente il quadro delle previsioni, portando ottimismo. Le stime del raccolto stanno ora confermando i dati previsionali pubblicati a metà settembre. La quantità quest'anno è discreta ma tutt'altro che abbondante».
Così ieri il Copa-Cogeca, organo di rappresentanza delle organizzazioni agricole in sede europea, in un comunicato rilasciato al termine dell’evento di presentazione della vendemmia 2022, incentrato su un webinar sul tema "Quale ruolo per il commercio internazionale e l'innovazione nell'aumento della resilienza della viticoltura dell'UE?" (vedi). Evento durante il quale il Gruppo di lavoro sul vino del Copa-Cogeca, presieduto dall’italiano Luca Rigotti, coordinatore del settore Vino di Alleanza cooperative, ha presentato le sue stime vendemmiali: produzione vinicola dell’Unione Europea nel 2022 leggermente migliore (+2%) rispetto alla campagna precedente, ma ancora al di sotto della media quinquennale, come già previsto a metà settembre. «Siccità, temperature torride ed episodi di gelo/grandine – si legge nel comunicato - spiegano il tiepido aumento delle rese. Nota positiva, si prevede l'ottenimento di vini di alta qualità, grazie al buono stato sanitario dell'uva passa e all'assenza di malattie».
Nel seminario hanno comunque prevalso le riflessioni riguardanti la grave situazione in cui versa il settore vinicolo a causa dell'aumento dei costi di produzione. «È molto preoccupante la situazione del mercato, che per il secondo anno consecutivo è segnato da costi di produzione alle stelle che stanno mettendo a repentaglio la redditività economica dei viticoltori e delle aziende vinicole in tutta l’Unione Europea – ha dichiarato il presidente del Gruppo di lavoro sul
Vino Luca Rigotti -. L'impennata dei costi energetici è la fonte di ciò, poiché essi hanno ramificazioni diffuse che vanno dagli input (vetro, cartone e fertilizzanti) al trasporto merci e il potere d'acquisto dei cittadini dell'UE. È fondamentale che vengano prese misure a livello UE per ridurre al più presto i costi energetici».
L'evento di quest'anno ha fatto il punto sui recenti sviluppi geopolitici e ha esplorato le soluzioni alle principali sfide del mercato, della regolamentazione e del cambiamento climatico, che interessano la viticoltura. Strutturato intorno ai tre temi del commercio internazionale, dell’innovazione e della digitalizzazione, il webinar ha esaminato come gli accordi commerciali, le varietà resistenti e gli strumenti digitali possono mitigare i rischi e aumentare la resilienza del settore vitivinicolo agli shock esterni. L’evento ha riunito esperti del mondo accademico, delle istituzioni dell'UE e operatori del comparto.
Per Rigotti, l'innovazione e la digitalizzazione sono parte della soluzione alle numerose sfide che il settore deve affrontare e devono essere ulteriormente perseguite a livello politico: «i produttori sono impegnati a mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici e a preservare l'ambiente, ma abbiamo anche bisogno della cassetta degli attrezzi appropriata, del quadro normativo e del tempo per farne uso. L'innovazione può essere d’aiuto a tale scopo migliorando i raccolti e riducendo gli input. Allo stesso tempo, l'innovazione e la digitalizzazione possono consentire ai produttori di fornire informazioni tempestive ai consumatori su liste degli ingredienti e dichiarazioni nutrizionali e sui loro sforzi per la sostenibilità».
Ma soprattutto, ha concluso Luca Rigotti, «abbiamo bisogno della certezza che i nostri sforzi per innovare e applicare le buone pratiche che rispettano l'ambiente, così come il consumatore, non saranno vanificati in pochi mesi da proposte legislative lontane dalla realtà sul campo, come quelle riguardanti l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e la prossima revisione della Food Information to Consumer (FIC) Regulation [il regolamento sull’informazione alimentare ai consumatori, ndr]. Si tratta di proposte rispetto alle quali il comparto vuole avere un ruolo attivo al fine di trovare soluzioni che soddisfino le esigenze dei viticoltori».
Redazione
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Il 25 ottobre, all’evento annuale del Copa-Cogeca sulla vendemmia 2022, webinar sul ruolo del commercio e dell’innovazione nella resilienza della viticoltura.
“Quale ruolo per il commercio internazionale e l'innovazione nell'incremento della resilienza della viticoltura dell'Unione Europea?”.
È il titolo del workshop online organizzato dal Copa-Cogeca, soggetto di rappresentanza delle associazioni degli agricoltori europei, martedì 25 ottobre, dalle 16,45 alle 18,15, in occasione dell’evento annuale sulla vendemmia, nel corso del quale si terrà anche una conferenza stampa sulle stime della vendemmia 2022 e la situazione di mercato (ore 16-16,30).
Nel seminario del Copa-Cogeca, accessibile online sulla piattaforma multilingue Kudow, «si farà il punto sui recenti sviluppi geopolitici ed esploreranno soluzioni alle principali sfide del mercato, della regolamentazione e dei cambiamenti climatici che interessano la viticoltura». L’incontro è «strutturato attorno a tre temi: commercio internazionale, innovazione e digitalizzazione – si legge nella presentazione -. Discuteremo l'impatto delle sfide, ascolteremo le esigenze dei produttori per rispondere ad esse ed esamineremo come accordi commerciali, varietà resistenti e strumenti digitali possono mitigare i rischi e aumentare il vino resilienza del settore».
La registrazione può essere effettuata qua. Informazioni su come funziona Kudow qua.
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Dalla «magnum experience» all’abbinamento gourmet col Vin Santo, i 5 format di degustazione della Chianti Lovers Boat sul Naviglio Grande alla Milano Wine Week.
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Il 12 ottobre nella 5^ Milano Wine Week I edizione del forum Wine Agenda: a fuoco dati, temi cruciali, trend e proposte per lo sviluppo della filiera del vino.
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Per Assoenologi, Ismea e Uiv il vigneto Italia ha ben superato la siccità: uve ottime, quantità +3% su media ultimi 5 anni. Ma occhio al meteo e ai mercati.
Quantità soddisfacente e qualità sorprendente. Secondo le previsioni vendemmiali dell’Osservatorio di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv), presentate il 14 settembre al Mipaaf, la siccità e il caldo record di quest’anno non hanno compromesso il vigneto Italia che, all’avvio della campagna vendemmiale, promette uve di qualità dal buono all’ottimo, con una quantità leggermente superiore alla media delle ultime annate.
«A garantire la tenuta del prodotto finale – si legge nella nota ufficiale - oltre alle provvidenziali piogge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione dei produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche».
La produzione 2022 dovrebbe attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, la stessa quantità dello scorso anno (50,23 milioni di ettolitri di vino il dato Agea 2021) e a +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021, anche se rimane cruciale l’andamento meteorologico delle prossime settimane. Condizioni climatiche favorevoli alla maturazione delle uve potrebbero infatti far virare le previsioni in segno positivo, mentre un clima inadatto per le varietà tardive influirebbe negativamente sul prodotto vendemmiale.
«In termini di mercati – ha dichiarato Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale di Ismea - l’Italia ha chiuso la campagna 21/22 con rialzi dei listini soprattutto nei vini al vertice della piramide qualitativa. Le prime battute della nuova campagna delineano uno scenario ancora incerto dove a pesare sono le molte incognite legate anche alle tensioni sui costi e alla logistica, che già lo sorso anno avevano creato preoccupazioni agli operatori ma che ora sono ancora più pressanti. I buoni risultati produttivi stimati, a dispetto dei timori estivi sulla siccità, fanno sì che ci sarà disponibilità di prodotto di qualità anche in questa campagna e, mentre sul fronte estero la domanda sembra tenere seppur non con i brillanti risultati del 2021, su quella interna si evidenzia qualche segnale di cedimento negli acquisti presso la distribuzione moderna anche se si deve considerare il recupero del fuori casa».
«La vendemmia in corso ci sta consegnando una qualità delle uve che va da buona a ottima – ha affermato Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi -. Molto dipende dalle aree di riferimento, mai come in questa stagione il giudizio quanti-qualitativo è totalmente a macchia di leopardo e questo è dovuto essenzialmente a un clima estremo che ha pesantemente condizionato, in particolare, i mesi di maggio, giugno e soprattutto luglio con punte di calore che hanno superato i 40 gradi e una siccità tanto prolungata. Fortunatamente, in agosto, su gran parte del Paese – tranne che per qualche eccezione – sono arrivate delle piogge ‘intelligenti’ e cioè che non hanno procurato danni, così da permettere alla vite la sua ripresa vegetativa e di portare a maturazione le uve senza particolari stress. Ma a contenere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici è stato anche l’approccio scientifico che noi enologi abbiamo messo in campo a sostegno dei vigneti. Oggi più che mai sono fondamentali scienza e ricerca nella viticoltura e in cantina, spazio ad apprendisti stregoni del vino non c’è più, se mai ci fosse stato in passato. Da qui alla fine di settembre confidiamo in un tempo soleggiato, caldo il giusto e magari accompagnato da una leggera brezza, così che le uve ancora da raccogliere possano arrivare alla perfetta maturazione così da andare a produrre vini capaci di imporsi ancora una volta sugli scenari enologici nazionali e internazionali».
Per il presidente di Uiv Lamberto Frescobaldi «la vigna si è rivelata ancora una volta il pivot della filiera, dimostrando come anche con caldo e siccità si possano fare vini di alta qualità e volumi soddisfacenti. Un plauso va poi a imprese e produttori, che una volta di più hanno aiutato le piante a fronteggiare nel migliore dei modi le avversità del clima. Ma la partita non termina con la vendemmia, perché specie in una fase congiunturale così delicata emerge sempre più la consapevolezza che si possa e si debba fare meglio sul fronte del valore del nostro vino». «Il tanto declamato record produttivo – ha sottolineato Frescobaldi - non è infatti una condizione sufficiente per generare ricchezza: le “rese valoriali” del vigneto Italia – secondo un’analisi realizzata dall’Osservatorio Uiv – registrano performance nettamente inferiori rispetto a quelle francesi, che segna una redditività tripla per ogni ettaro coltivato (16,6 mila euro vs 6 mila) e per ogni ettolitro prodotto (294 vs 82 euro). Serve fare ancora strada per garantire una remuneratività direttamente proporzionale alla qualità prodotta, con un percorso che parta da un governo del settore più razionale in materia di denominazioni di origine fino al vino comune. Dobbiamo ambire a scrivere – o riscrivere – una vera carta vocazionale dei nostri territori, ancorata a indicatori reali, con poche regole ma chiare per tutti i soggetti coinvolti, dai produttori agli enti di controllo per finire al trade e ai consumatori».
Andamento climatico e vegetativo
Con un -46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio rispetto alla media degli ultimi 30 anni, il 2022 si è distinto come l’anno più siccitoso dal 1800 ad oggi, aggravato anche dalle temperature più calde delle ultime cinque decadi. «Una congiuntura climatica eccezionale - osservano Assoenologi, Ismea e Uiv - mitigata dalle piogge di agosto, che non ha danneggiato il vigneto Italia dove, pur mantenendo alta la soglia di attenzione al meteo delle prossime settimane, si attende un’annata più che buona con uve caratterizzate da gradazioni potenziali medio alte». Particolare attenzione è rivolta ai tenori polifenolici delle uve a bacca rossa che determinano potenziali aspettative di eccellenza per i vini da invecchiamento. Dal punto di vista fitosanitario, la situazione del vigneto italiano appare generalmente ottima, con rarissimi attacchi di patogeni.
Geografia del vigneto Italia e Europa 2022
Resta stabile anche la classifica delle Regioni italiane, capeggiata dal Veneto che, con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre 1/5 del vino italiano. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con rispettivamente 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, per un prodotto complessivo delle tre Regioni pari al 59% dell’intero vigneto italiano.
Sul fronte degli andamenti, la peculiarità della stagione non consente di formulare previsioni omogenee neanche nello stesso areale. Nel Nord Ovest si assiste alla importante flessione della Lombardia (-20%), seguita da quella più moderata del Piemonte (-9%) e della Liguria (-5%), mentre si stima in crescita la Valle d’Aosta (+10%). A Nord-Est segnalate in recupero rispetto allo scorso anno sia Trentino Alto Adige (+10%) che Emilia Romagna (+4%), mentre perdite di lieve entità potrebbero esserci in Veneto (-3%), con il Friuli Venezia Giulia sostanzialmente stabile. Meno variabile la situazione al Centro, dove si assiste al deciso rialzo dei volumi per Umbria (+10%) e Toscana (+12%), seguito da un più moderato aumento nelle Marche e nel Lazio (entrambe a +5%). Al Sud il lieve incremento della Puglia (+3%) si contrappone alla leggera flessione della Sicilia (-5%); si prevede una produzione stabile per l’Abruzzo, il Molise e la Calabria. In crescita anche Campania (+4%), Sardegna (+15%) e Basilicata (10%).
Per quanto riguarda la qualità, in linea generale si aspettano vini eccellenti in Trentino Alto Adige e Sicilia, mentre puntano l’asticella sull’“ottimo” Piemonte, Val d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna, con Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria più caute su previsioni “buone/ottime”. “Buone” invece le attese per le etichette lombarde e venete.
Secondo le stime produttive rilevate oggi dal segretario generale dell’associazione degli imprenditori europei Ceev, Ignacio Sánchez Recarte, anche nel Vecchio Continente si registra un’alta variabilità delle produzioni dovuta al clima. Nel complesso il vigneto Europa ha tenuto, con una crescita della Francia sulla media del quinquennio (+3,5%, a 44 mln di hl), mentre scala la Spagna, dove è prevista una contrazione sul periodo del 16%. Stabili i livelli produttivi in Germania e Portogallo.
Il mercato, il primo semestre dell’export tricolore
Con la vendemmia 2022 l’Italia del vino mantiene il primato produttivo mentre quello del fatturato rimane in casa francese. Sul fronte del mercato, secondo le ultime elaborazioni su base Istat, l’Italia ha chiuso il primo semestre con il record in valore di 3,8 miliardi di euro (+13,5% sul pari periodo 2021) mentre è piatto il trend dei volumi esportati: +0,4%. I fermi e frizzanti imbottigliati segnano un +10,3% in valore ma cedono in volume l’1,2%. Inarrestabile la performance del comparto spumanti, che nella prima parte dell’anno sfiorano il miliardo di euro in valore (+25,5%), con i volumi a +10,6%. In netta crescita – soprattutto per effetto dell’inflazione – il prezzo medio che sale del 13,1% e addirittura di quasi il 18% negli Stati Uniti, il cui mercato è tenuto in piedi anche dal dollaro forte. Nel primo buyer al mondo la crescita tricolore in valore è infatti del 13,3%, con i volumi in contrazione del 3,8%.
Questo è il report completo.

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