Filiera vite-vino

Forum Wine Agenda di Federvini e Milano Wine Week

Il 12 ottobre nella 5^ Milano Wine Week I edizione del forum Wine Agenda: a fuoco dati, temi cruciali, trend e proposte per lo sviluppo della filiera del vino.

 
Un momento di riflessione che punta a diventare un appuntamento annuale e un benchmark da cui tracciare e catalizzare l’evoluzione del settore vinicolo.
Questo l’ambizioso obiettivo del forum “Wine Agenda” che Federvini e Milano Wine Week, grande manifestazione non fieristica sul mondo del vino la cui 5^ edizione è in programma dall’8 al 16 ottobre in vari location milanesi (vedi), lanceranno mercoledì 12 ottobre a Palazzo Serbelloni. Il nuovo forum, spiega una nota di Federvini, «intende focalizzare alcune delle più importanti tematiche per l’industria del vino con l’obiettivo di produrre proposte concrete a servizio della crescita del settore». 
Il contesto è quello della Milano Wine Week che per nove giorni «radunerà nella capitale meneghina i più importanti player del settore vitivinicolo, creando un luogo di sperimentazione per nuovi linguaggi comunicativi con un ricco programma per consumer che invaderà tutta la città, e un calendario di iniziative dedicate ai professionisti e alle aziende del mondo del vino, tra occasioni di business, degustazione, networking e significativi momenti di approfondimento».
Saranno proprio le sfide del presente da un lato e le prospettive di crescita dall’altro le tematiche su cui si concentreranno i panel del forum Wine Agenda del 12 ottobre. A partire «dalla condivisione e dall’analisi dei dati introdotti da autorevoli centri di ricerca come l’Osservatorio Federvini che si avvale della collaborazione di Nomisma e TradeLab per una analisi delle tendenze nelle abitudini dei consumatori di oggi e domani e che svilupperà una riflessione puntuale e un ventaglio di proposte concrete per indirizzare e favorire la crescita delle realtà del comparto vino». Con una particolare attenzione «agli aspetti del consolidamento finanziario delle aziende - grazie anche all’intervento nel panel di Mediobanca - e del ruolo sempre più fondamentale del branding, inteso come essenziale strumento di promozione, racconto e differenziazione capace di esaltare la varietà e singolarità dell’ampia offerta vitivinicola della Penisola».
«Vogliamo qui raccontare i problemi di oggi e le sfide di domani di uno dei capisaldi dell’agroindustria italiana voce più rilevante del nostro export – ha dichiarato Micaela Pallini, presidente di Federvini - e soprattutto presentare le nostre proposte al nuovo Parlamento e al futuro Governo. Senza misure tempestive e incisive, il mondo del vino rischia la tempesta perfetta: da un lato il tema delle materie prime e dell’energia e dall’altro la minaccia alla sua reputazione, portato avanti da tentativi che tendono a demonizzare le bevande alcoliche senza affrontare il tema dell’educazione al consumo. Dobbiamo però discutere anche di misure a medio lungo termine per rendere il vino italiano sempre più competitivo, in uno scenario economico e geopolitico in continuo mutamento».
«Con questo nuovo progetto condiviso – ha commentato Federico Gordini, presidente di Milano Wine Week - la Milano Wine Week rafforza il suo ruolo di osservatorio annuale dell’evoluzione del settore e di momento nel quale presentare proposte concrete che possono nascere soltanto dall’analisi e dalla condivisione di conoscenze e best practices».
 

Redazione

Per Assoenologi, Ismea e Uiv il vigneto Italia ha ben superato la siccità: uve ottime, quantità +3% su media ultimi 5 anni. Ma occhio al meteo e ai mercati.

Quantità soddisfacente e qualità sorprendente. Secondo le previsioni vendemmiali dell’Osservatorio di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv), presentate il 14 settembre al Mipaaf, la siccità e il caldo record di quest’anno non hanno compromesso il vigneto Italia che, all’avvio della campagna vendemmiale, promette uve di qualità dal buono all’ottimo, con una quantità leggermente superiore alla media delle ultime annate.
«A garantire la tenuta del prodotto finale – si legge nella nota ufficiale - oltre alle provvidenziali piogge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione dei produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche».
La produzione 2022 dovrebbe attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, la stessa quantità dello scorso anno (50,23 milioni di ettolitri di vino il dato Agea 2021) e a +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021, anche se rimane cruciale l’andamento meteorologico delle prossime settimane. Condizioni climatiche favorevoli alla maturazione delle uve potrebbero infatti far virare le previsioni in segno positivo, mentre un clima inadatto per le varietà tardive influirebbe negativamente sul prodotto vendemmiale.
«In termini di mercati – ha dichiarato Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale di Ismea - l’Italia ha chiuso la campagna 21/22 con rialzi dei listini soprattutto nei vini al vertice della piramide qualitativa. Le prime battute della nuova campagna delineano uno scenario ancora incerto dove a pesare sono le molte incognite legate anche alle tensioni sui costi e alla logistica, che già lo sorso anno avevano creato preoccupazioni agli operatori ma che ora sono ancora più pressanti. I buoni risultati produttivi stimati, a dispetto dei timori estivi sulla siccità, fanno sì che ci sarà disponibilità di prodotto di qualità anche in questa campagna e, mentre sul fronte estero la domanda sembra tenere seppur non con i brillanti risultati del 2021, su quella interna si evidenzia qualche segnale di cedimento negli acquisti presso la distribuzione moderna anche se si deve considerare il recupero del fuori casa».
«La vendemmia in corso ci sta consegnando una qualità delle uve che va da buona a ottima – ha affermato Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi -. Molto dipende dalle aree di riferimento, mai come in questa stagione il giudizio quanti-qualitativo è totalmente a macchia di leopardo e questo è dovuto essenzialmente a un clima estremo che ha pesantemente condizionato, in particolare, i mesi di maggio, giugno e soprattutto luglio con punte di calore che hanno superato i 40 gradi e una siccità tanto prolungata. Fortunatamente, in agosto, su gran parte del Paese – tranne che per qualche eccezione – sono arrivate delle piogge ‘intelligenti’ e cioè che non hanno procurato danni, così da permettere alla vite la sua ripresa vegetativa e di portare a maturazione le uve senza particolari stress. Ma a contenere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici è stato anche l’approccio scientifico che noi enologi abbiamo messo in campo a sostegno dei vigneti. Oggi più che mai sono fondamentali scienza e ricerca nella viticoltura e in cantina, spazio ad apprendisti stregoni del vino non c’è più, se mai ci fosse stato in passato. Da qui alla fine di settembre confidiamo in un tempo soleggiato, caldo il giusto e magari accompagnato da una leggera brezza, così che le uve ancora da raccogliere possano arrivare alla perfetta maturazione così da andare a produrre vini capaci di imporsi ancora una volta sugli scenari enologici nazionali e internazionali».
Per il presidente di Uiv Lamberto Frescobaldi «la vigna si è rivelata ancora una volta il pivot della filiera, dimostrando come anche con caldo e siccità si possano fare vini di alta qualità e volumi soddisfacenti. Un plauso va poi a imprese e produttori, che una volta di più hanno aiutato le piante a fronteggiare nel migliore dei modi le avversità del clima. Ma la partita non termina con la vendemmia, perché specie in una fase congiunturale così delicata emerge sempre più la consapevolezza che si possa e si debba fare meglio sul fronte del valore del nostro vino». «Il tanto declamato record produttivo – ha sottolineato Frescobaldi - non è infatti una condizione sufficiente per generare ricchezza: le “rese valoriali” del vigneto Italia – secondo un’analisi realizzata dall’Osservatorio Uiv – registrano performance nettamente inferiori rispetto a quelle francesi, che segna una redditività tripla per ogni ettaro coltivato (16,6 mila euro vs 6 mila) e per ogni ettolitro prodotto (294 vs 82 euro). Serve fare ancora strada per garantire una remuneratività direttamente proporzionale alla qualità prodotta, con un percorso che parta da un governo del settore più razionale in materia di denominazioni di origine fino al vino comune. Dobbiamo ambire a scrivere – o riscrivere – una vera carta vocazionale dei nostri territori, ancorata a indicatori reali, con poche regole ma chiare per tutti i soggetti coinvolti, dai produttori agli enti di controllo per finire al trade e ai consumatori».

Andamento climatico e vegetativo
Con un -46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio rispetto alla media degli ultimi 30 anni, il 2022 si è distinto come l’anno più siccitoso dal 1800 ad oggi, aggravato anche dalle temperature più calde delle ultime cinque decadi. «Una congiuntura climatica eccezionale - osservano Assoenologi, Ismea e Uiv - mitigata dalle piogge di agosto, che non ha danneggiato il vigneto Italia dove, pur mantenendo alta la soglia di attenzione al meteo delle prossime settimane, si attende un’annata più che buona con uve caratterizzate da gradazioni potenziali medio alte». Particolare attenzione è rivolta ai tenori polifenolici delle uve a bacca rossa che determinano potenziali aspettative di eccellenza per i vini da invecchiamento. Dal punto di vista fitosanitario, la situazione del vigneto italiano appare generalmente ottima, con rarissimi attacchi di patogeni.

Geografia del vigneto Italia e Europa 2022
Resta stabile anche la classifica delle Regioni italiane, capeggiata dal Veneto che, con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre 1/5 del vino italiano. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con rispettivamente 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, per un prodotto complessivo delle tre Regioni pari al 59% dell’intero vigneto italiano.
Sul fronte degli andamenti, la peculiarità della stagione non consente di formulare previsioni omogenee neanche nello stesso areale. Nel Nord Ovest si assiste alla importante flessione della Lombardia (-20%), seguita da quella più moderata del Piemonte (-9%) e della Liguria (-5%), mentre si stima in crescita la Valle d’Aosta (+10%). A Nord-Est segnalate in recupero rispetto allo scorso anno sia Trentino Alto Adige (+10%) che Emilia Romagna (+4%), mentre perdite di lieve entità potrebbero esserci in Veneto (-3%), con il Friuli Venezia Giulia sostanzialmente stabile. Meno variabile la situazione al Centro, dove si assiste al deciso rialzo dei volumi per Umbria (+10%) e Toscana (+12%), seguito da un più moderato aumento nelle Marche e nel Lazio (entrambe a +5%). Al Sud il lieve incremento della Puglia (+3%) si contrappone alla leggera flessione della Sicilia (-5%); si prevede una produzione stabile per l’Abruzzo, il Molise e la Calabria. In crescita anche Campania (+4%), Sardegna (+15%) e Basilicata (10%).
Per quanto riguarda la qualità, in linea generale si aspettano vini eccellenti in Trentino Alto Adige e Sicilia, mentre puntano l’asticella sull’“ottimo” Piemonte, Val d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna, con Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria più caute su previsioni “buone/ottime”. “Buone” invece le attese per le etichette lombarde e venete.
Secondo le stime produttive rilevate oggi dal segretario generale dell’associazione degli imprenditori europei Ceev, Ignacio Sánchez Recarte, anche nel Vecchio Continente si registra un’alta variabilità delle produzioni dovuta al clima. Nel complesso il vigneto Europa ha tenuto, con una crescita della Francia sulla media del quinquennio (+3,5%, a 44 mln di hl), mentre scala la Spagna, dove è prevista una contrazione sul periodo del 16%. Stabili i livelli produttivi in Germania e Portogallo.

Il mercato, il primo semestre dell’export tricolore
Con la vendemmia 2022 l’Italia del vino mantiene il primato produttivo mentre quello del fatturato rimane in casa francese. Sul fronte del mercato, secondo le ultime elaborazioni su base Istat, l’Italia ha chiuso il primo semestre con il record in valore di 3,8 miliardi di euro (+13,5% sul pari periodo 2021) mentre è piatto il trend dei volumi esportati: +0,4%. I fermi e frizzanti imbottigliati segnano un +10,3% in valore ma cedono in volume l’1,2%. Inarrestabile la performance del comparto spumanti, che nella prima parte dell’anno sfiorano il miliardo di euro in valore (+25,5%), con i volumi a +10,6%. In netta crescita – soprattutto per effetto dell’inflazione – il prezzo medio che sale del 13,1% e addirittura di quasi il 18% negli Stati Uniti, il cui mercato è tenuto in piedi anche dal dollaro forte. Nel primo buyer al mondo la crescita tricolore in valore è infatti del 13,3%, con i volumi in contrazione del 3,8%.

Questo è il report completo.

tabellaprevisionivendemmia

Redazione

Degustazioni, pasti e tour in vigna durante la vendemmia 2022 presso le cantine associate al Movimento Turismo del Vino. Prosegue il calendario eno-astronomico.

«È stato un grande anno per il Movimento Turismo del Vino e Cantine Aperte in Vendemmia continuerà a regalare a tutti i WineLover la gioia di ritrovarsi attorno alla passione per il vino che li accomuna. E questa volta gli eno-appassionati non si limiteranno a degustare il vino, ma saranno parte attiva della sua produzione. È per questo che Cantine Aperte in Vendemmia riscuote ogni anno un grande successo, sia tra i grandi che tra i più piccoli. Non mancheranno poi le numerose attività proposte dalle cantine aderenti, che non perdono mai l’occasione di intrattenere il pubblico con iniziative culturali e non solo».
Con queste parole il presidente del Movimento Turismo del Vino (MTV), Nicola D’Auria, ha annunciato ieri l’altro l’imminente avvio, nel periodo settembre-ottobre presso le cantine associate a MTV, del programma di Cantine Aperte in Vendemmia 2022. Continua così, dopo Cantine Aperte e le serate di Calici di Stelle, il fitto calendario promosso da MTV. A Cantine Aperte in Vendemmia, che porterà nelle vigne nella fase più intensa e affascinante dell’annata vitivinicola gli appassionati di vino, spetterà il doppio compito di chiudere in bellezza l’estate e inaugurare l’autunno.
Tra gli appuntamenti proposti, degustazioni guidate, pranzi e cene in vigna, mostre e poi musica, spettacolo e tanto altro. Ma non è tutto. Dopo il grande successo riscosso durante le notti estive di Calici di Stelle continua anche il calendario eno-astronomico, centrato sui corpi celesti che continueranno a danzare nel cielo durante il periodo di vendemmia. Da segnalare la notte de’ “La Luna del Raccolto” sabato 10 settembre, in cui una luminosa luna piena regalerà momenti poetici nelle vigne. Sabato 8 e domenica 9 ottobre uno spettacolo unico, lo “Sciame Meteorico”, in programma anche venerdì 21 e sabato 22 ottobre: un’autentica pioggia di meteoriti che incanterà le Cantine Aperte in Vendemmia. Da non perdere poi la “Eclissi Parziale di Sole” martedì 25 ottobre, oltre agli altri appuntamenti con stelle, pianeti e satelliti.
Come tutti gli eventi organizzati quest’anno da MTV, anche Cantine Aperte in Vendemmia promuoverà un consumo responsabile e sostenibile del vino grazie alla partnership con Wine in Moderation e Unione Italiana Vini. L’obiettivo della sinergia è quello di incentivare il pubblico, soprattutto più giovane, ad un approccio culturale e sensibile nei confronti del vino.
I programmi regionali MTV sono in aggiornamento. Ricordiamo che la prenotazione è obbligatoria. Restate aggiornati sui canali ufficiali, a cominciare dal sito web di MTV: movimentoturismovino.it.
Hashtag: #CantineAperteinVendemmia2022 #MTVItalia #VendemmiaItaliana

Redazione

Vendemmia 2022 - mercato del vino

Il punto di Confagricoltura sull’andamento della vendemmia nelle varie regioni d’Italia. Alert di Castellucci sul mercato del vino in frenata nel medio periodo.

 
«Un calo generalizzato dei livelli quantitativi di almeno il 10%, più accentuato laddove ci sono state grandinate, mentre sulla qualità, mai come quest’anno si conferma determinante l’attenta gestione agronomica del vigneto».
Questa, in sintesi, la fotografia della vendemmia 2022 scattata l’8 agosto da Confagricoltura, in una fase cruciale per il settore vitivinicolo italiano, con alcune zone d’Italia in cui è già in corso, ma altre in cui deve iniziare e per le quali eventuali piogge entro Ferragosto potrebbero essere decisive nel definire l’esito dell’annata, visto che «siamo nel momento dell’ultima maturazione delle uve, che hanno sofferto l’estrema siccità della stagione».
Anche se, ricorda Confagricoltura, «dal 2003, l’annata che ha segnato la svolta climatica con conseguenze evidenti sulle produzioni, l’intero settore primario e il suo indotto investono affinché il comparto vitivinicolo possa affrontare senza gravi conseguenze gli effetti del cambiamento climatico. Quindi, anche di fronte a stagioni difficili come questa, la qualità non sarebbe in discussione». Ma a preoccupare, in alcune regioni, sono anche le fitopatie.
 
Situazione vigneti nelle regioni d’Italia
In Piemonte si segnala un aumento dei casi di flavescenza dorata, mentre nel nord della regione un’invasione di Popillia japonica ha defogliato estese aree vitate. La vendemmia è iniziata in anticipo per le basi spumanti in alcune zone dell’Astigiano e dell’Alessandrino. Per il Moscato si partirà intorno al 20 agosto. Sui rossi oggi impossibile fare previsioni attendibili, ma c’è ottimismo.
In Liguria l’assenza di precipitazioni fa stimare un calo dei volumi dal 20%, con punte fino al 40%, e gradazioni alte. 
In Lombardia la produzione potrebbe calare di oltre il 20%, soprattutto in alcune zone in cui ha grandinato. In una parte dell’Oltrepò Pavese, a causa di un evento meteo straordinario, ci sarà un calo di oltre il 60% del raccolto.
In Veneto i vigneti senza irrigazione sono in una situazione drammatica a cui si unisce la problematica della flavescenza dorata, in particolare per i bianchi. Il calo produttivo si attesterà sul 10%.
In Friuli Venezia Giulia la situazione vendemmiale si divide in base alla tipologia di terreni. In quelli più drenanti ghiaiosi, lo stress irriguo è maggiore, perché la forte evapotraspirazione ha limitato l’efficacia dell’irrigazione. Sulle varietà precoci si iniziano ad avere i primi arresti di maturazione da calore. Con meno acqua calerà non solo la qualità, ma anche la resa. Nei vigneti sui terreni più pesanti, invece, i danni saranno minori. 
In Trentino Alto Adige, nelle aree di fondovalle, non si evidenziano situazioni di stress, in quanto i vigneti hanno a disposizione sufficiente dotazione idrica. I vigneti di Pinot grigio e Chardonnay coltivati in queste zone non dovrebbero avere risentito del clima, se non marginalmente. Diversa è la situazione per i vigneti in pedecollina e collina: nelle vigne che hanno subito stress idrico si nota un ridotto sviluppo degli acini, con possibile calo produttivo. Saranno fondamentali un’attenta e oculata gestione delle fasi di vinificazione, a partire dalla pressatura e dalla selezione dei mosti, che consentiranno di mantenere elevata la qualità delle produzioni.
Vendemmia anticipata in Emilia-Romagna. Le stime attestano un drastico calo del raccolto nelle aree collinari con una flessione produttiva stimata nell’ordine del 25-30%, in quanto risulta più difficile irrigare. Ma a soffrire è anche la restante viticoltura in pianura, minacciata dalla carenza della risorsa idrica per le irrigazioni di soccorso e da fitopatie sempre più invasive. Qui la flessione si stima almeno del 10%.
In Toscana la totale assenza di piogge su quasi tutta la regione da circa tre mesi non consente di individuare facilmente l'andamento produttivo anche dal punto di vista qualitativo. Oltre alla perdita di peso dei grappoli, lo stress idrico sta limitando l'invaiatura in molte zone. Tutto dipenderà dalle piogge, sempre che arrivino in tempo.
In Umbria si stima un calo del 20%, ma, come in altre regioni, per i rossi è ancora presto fare previsioni attendibili. 
Nelle Marche la situazione è molto variegata, a macchia di leopardo. In alcune zone il vigneto tiene abbastanza bene, in altre c'è un forte stress idrico già da fine luglio. Ci si aspetta una diminuzione di circa il 20% dei volumi rispetto alla media. 
Nelle zone dell’Abruzzo in cui non si è potuto irrigare si potrebbe arrivare ad un decremento dei volumi produttivi delle uve del 20%. Laddove, al contrario, si è potuto irrigare, le prospettive quanti qualitative per l'annata sono ottime. Da considerare l'aumento dei costi di produzione.
In questa fase domina anche nel Lazio l’incertezza climatica che può far evolvere la stagione in estremamente positiva per quantità e qualità, o molto negativa per ambedue gli aspetti. Purtroppo le previsioni pendono per la seconda ipotesi. 
In Molise l'andamento vendemmiale è nella norma. In termini quantitativi le aziende che potevano ricorrere all’irrigazione di soccorso non sono in grande sofferenza. I vigneti in asciutta hanno qualche problema, in particolare di blocchi vegetativi. La qualità per le varietà precoci sarà buona, per quelle tardive occorre aspettare come evolverà la situazione. Dal punto di vista fitosanitario si registra solo qualche episodio di oidio sulle varietà sensibili.
Il territorio vitato della Campania è molto variegato anche sotto il profilo del clima. Difficile quindi, come per altre grandi regioni, un’unica previsione di vendemmia. Ad oggi si stimano valori produttivi in linea con l’ultimo quinquennio, ma se non pioverà nelle prossime settimane si potrebbero avere perdite fino al 10%. 
In Calabria l’annata asciutta si presenta buona dal punto di vista fitosanitario. Mancano ancora oltre 15 giorni alla vendemmia delle prime uve, e quasi 40 per le altre più tardive. Si aspetta qualche pioggia di giusta intensità per aumentare un po’ in volume i grappoli. Per chi ha avuto la possibilità dell’irrigazione di soccorso, la situazione è ottimale. 
La Basilicata alta è quasi del tutto priva di irrigazione e rappresenta il 70% del potenziale produttivo: avrà cali del 25%. Mentre per la restante parte del territorio regionale si conta di avere una produzione in crescita del 15%, perché irrigua. Anche in Basilicata vendemmia in anticipo. 
La Puglia è divisa: è iniziato in questi giorni il raccolto delle uve precoci, ma per la gran parte della vendemmia manca ancora un mese. La produzione in aridocoltura (soprattutto Salento) stima un calo del 20%, mentre è nella norma quella con irrigazione.
In Sicilia si vendemmia dagli ultimi giorni di luglio sul livello del mare con le varietà internazionali. Le abbondanti piogge autunnali hanno riempito gli invasi. Chi ha vigneti irrigui si è difeso bene dal caldo degli ultimi 50 giorni e prevede una buona qualità. In generale, comunque, la diminuzione è dell’ordine del 10%. La vendemmia si protrarrà fino a fine ottobre, pertanto il caldo e le piogge potranno ancora influenzare le attuali previsioni.
In Sardegna, anche se il mese di agosto sarà determinante, si prospetta una buona annata per quantità e qualità. Buone notizie anche dal fronte fitosanitario, perché la scarsità delle piogge non ha favorito la diffusione delle malattie della vite, quali peronospora e oidio. La mancanza d’acqua è stata in parte compensata dall’umidità, pertanto sia per i bianchi, sia per i vini rossi, le previsioni al momento sono rosee.
Da Nord a Sud incide comunque l’aumento dei costi di produzione. E ad influire sul mercato ci saranno anche le giacenze
 
Attese sul mercato del vino
«In prospettiva, alla luce della situazione economica attuale, - ha dichiarato il presidente della Federazione Nazionale Vino di Confagricoltura Federico Castellucci - è ragionevole immaginare nel medio periodo un rallentamento del mercato del vino, con minori scambi in volume e valore più contenuto. I consumatori potrebbero cominciare a rallentare l'acquisto di beni non di prima necessità, come il vino, anche nella grande distribuzione organizzata». 
La migliore risposta per il settore vitivinicolo italiano, secondo Confagricoltura, è essere ancora più concentrati sui mercati di esportazione, sia europei, sia di Paesi Terzi, come USA, Canada, ma anche del Sud Est asiatico, dove il nostro Paese è molto competitivo per il buon rapporto qualità/prezzo e per l’estrema varietà di prodotto, che da sempre è il punto di forza della nostra viticoltura. «La consolidata immagine del vino italiano, sostenuta da opportune campagne di comunicazione, - ha affermato Federico Castellucci - dovrebbe permetterci di affrontare positivamente questa sfida a livello internazionale».
 

Redazione

vino italiano in calo nella gdo Usa Germania Uk

Nel I semestre del 2022 netto calo di vendite di vino italiano nella grande distribuzione dei tre mercati mondiali top della domanda: Usa, Germania e Regno Unito.

 
Le vendite di vino tricolore tra gli scaffali di Stati Uniti d’America, Germania e Regno Unito hanno registrato nel primo semestre del 2022 «un calo dei volumi in doppia cifra (-10,6%) sul pari periodo dello scorso anno, per un controvalore di 2,26 mld di euro (-8,1%)».
Questi i dati dell’Osservatorio del Vino dell’Unione italiana vini (Uiv) – Vinitaly riguardanti la grande distribuzione organizzata (gdo) e i liquor store «dei tre principali mercati mondiali della domanda» resi noti nei giorni scorsi da Uiv.
«La contrazione – continua la nota di Uiv - riguarda tutte le principali denominazioni del Belpaese: negli Usa il Pinot grigio (che rappresenta quasi la metà delle vendite di vini fermi) cede in volume quasi il 3% e viene superato a valore dai concorrenti neozelandesi del Sauvignon blanc; in difficoltà anche altri alfieri storici del made in Italy nel mercato a stelle e strisce, come il Lambrusco e il Chianti, che vendono rispettivamente il 16% e l’11% in meno delle bottiglie commercializzate nel pari periodo 2021. E se negli Usa il Prosecco è stabile e si appresta ad agganciare per volume gli spumanti californiani, nell’off trade del Regno Unito è segnalato in forte calo (-18%), come pure tutte le principali produzioni: dal Pinot grigio (-9%) al Sangiovese (-22%), dal Primitivo (-18%) al Montepulciano (-15%). In controtendenza sono i rosati, che accelerano a +12%. In Germania il Primitivo, re delle vendite tricolori, cede oltre il 9% dei volumi acquistati, mentre fanno ancora peggio il Pinot grigio (-18%), il Nero d’’Avola (-24%) e il Chianti (-19%). In controtendenza invece il Grillo (+6,5%) e i rosé (+9%)».
Per il segretario generale di Unione italiana vini Paolo Castelletti: «c’è un delta rilevante tra i dati export registrati in questo avvio di anno e gli effettivi consumi riscontrati nella distribuzione organizzata che – è bene ricordarlo – nei top 3 mercati incide in media per circa il 70% delle vendite complessive di vino importato. Il timore è che la contrazione dei consumi determini un rallentamento degli ordini nei prossimi mesi, ancor più quando il peso dell’inflazione si farà sentire più nettamente anche sugli scaffali esteri, mentre si spera che il canale della ristorazione, in netta risalita, possa attenuare il più possibile l’effetto di una congiuntura che non aiuta».
Il semestre del vino italiano, si legge ancora nella nota, chiude con una performance sui volumi acquistati nell’off-trade di Usa, Germania e Uk rispettivamente a -7,5%, del -10,5% e del -14%.
Per approfondimenti e tabelle sui singoli mercati guardare la voce “Report disponibili” qui. 
 

Redazione

Nel sito web del MIPAAF è stato pubblicato il Vademecum vendemmiale ICQRF, con il Quadro sinottico, della campagna vitivinicola 2022-2023. Il link al Vademecum.

Con riferimento alla campagna vitivinicola 2022-2023 è stato pubblicato ed è disponibile a tutti nel sito web del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) il Vademecum vendemmiale dell’ICQRF (l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari).
A renderlo noto, qualche giorno fa, un comunicato del MIPAAF in cui si ricorda che in esso «gli operatori del settore possono trovare indicazioni sui principali adempimenti a carico delle imprese, norme di riferimento e disposizioni applicative».
Il Vademecum comprende infatti «un'ampia illustrazione delle nuove norme che disciplinano le pratiche enologiche, insieme a una sezione dedicata ai documenti di accompagnamento che scortano i trasporti dei prodotti vitivinicoli, con in allegato un quadro sinottico e un'appendice illustrativa dove sono riportati casi e modalità di emissione».
Nel comunicato si avverte anche che «l'ICQRF come ogni anno intensificherà in questo periodo i controlli nel settore vitivinicolo, per prevenire e contrastare comportamenti non conformi alle disposizioni poste a tutela delle delicate fasi di raccolta e movimentazione delle uve, operazioni di trasformazione e circolazione di prodotti e sottoprodotti vitivinicoli. Le verifiche saranno effettuate su tutto il territorio nazionale e particolare attenzione sarà rivolta anche ai prodotti provenienti dall'estero. Uno specifico accento sarà posto sui controlli stradali, ferroviari e portuali».
Nel comunicato viene ricordato, infine, che «ai fini della tracciabilità di cantina e di filiera è operativo dal 2017 il registro telematico del vino, uno strumento fondamentale non solo per i controlli ma anche per le statistiche di settore, a vantaggio dell'intera filiera» e che «gli uffici dell'ICQRF restano a disposizione degli operatori per il regolare svolgimento della vendemmia».
Il Vademecum vendemmiale 2022-2023 si trova qua.

Redazione