Filiera vite-vino

Sono 37 i progetti ritenuti ammissibili dalla Regione Toscana nell'ambito della misura “Promozione del vino sui mercati dei Paesi Terzi” - anno 2021-2022: contributi pari a 9,4 milioni di euro che muoveranno circa 40 milioni di euro di spesa. L’assessora all’agroalimentare Saccardi: «la promozione verso paesi terzi è essenziale per acquisire nuove quote di mercato»; «ci auguriamo che non passi la linea adottata dal piano comunitario di lotta al cancro», che è anche una «minaccia concreta di colpo di spugna sul budget specifico dedicato al vino e alla sua promozione all'estero». 

In tutto 37 progetti che muoveranno un totale di 40 milioni di euro di spesa. La graduatoria dei progetti ammissibili a contributo nell'ambito della misura “Promozione del vino sui mercati dei Paesi Terzi” - cioè dei paesi fuori dell'Unione europea - per l'annualità 2021-2022 è stata pubblicata nei giorni scorsi (vedi).
A questa misura, dall'anno della prima attivazione in Toscana nel 2008 nell'ambito dei fondi europei della cosiddetta "Ocm Vino" (Organizzazione comune del mercato del settore vitivinicolo) sono stati destinati complessivamente fondi per oltre 100 milioni di euro. La somma messa a disposizione per la campagna 2021-22 è pari a 9,4 milioni.
La misura mira ad aumentare la competitività dei produttori di vini sui mercati extra UE attraverso azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità, che mettano in rilievo gli elevati standard dei prodotti dell'Unione, in particolare in termini di qualità, sicurezza alimentare o ambiente. Sono oggetto di finanziamento anche la partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale, le campagne di informazione, gli studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione intraprese. Ulteriori informazioni qua.
«Il mondo toscano del vino, che ha raggiunto traguardi importanti nonostante la pandemia, - ha detto l’assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi - guarda oltre la pandemia e continua a concentrarsi anche per fare promozione nei mercati esteri. L'aumento della competitività delle imprese vitivinicole resta uno dei nostri obiettivi primari e la promozione verso paesi terzi è essenziale per acquisire nuove quote di mercato».
«Ci auguriamo vivamente – ha aggiunto Saccardi - che non passi la linea adottata dal piano comunitario di lotta al cancro approvato la scorsa settimana dalla Commissione speciale del Parlamento Ue, il cosiddetto Beca, che non solo mette sul banco degli imputati il vino come alimento pericoloso per la salute con incalcolabili eventuali danni al comparto, ma si porta dietro la minaccia concreta di un colpo di spugna sul budget specifico dedicato al vino e diretto alla sua promozione all'estero. Non oso nemmeno immaginare una simile prospettiva che, se diventasse realtà, vedrebbe la Toscana in prima linea per opporvisi».

Redazione

Via libera in Conferenza Stato - Regioni a interventi per la promozione della filiera vitivinicola. Ruolo da protagonisti nelle campagne d’informazione ai consorzi di tutela di DOP, IG e attestazioni di specificità.
 

Nell’ultima Conferenza Stato-Regioni, due giorni fa, è stata raggiunta l'intesa sul decreto che, nell’ambito del Fondo per lo Sviluppo e il sostegno delle Filiere agricole, assegna 25 milioni di euro alla filiera vitivinicola «per la realizzazione di campagne divulgative, formative e informative con il canale HO.RE.CA e della distribuzione, e il finanziamento di campagne di informazione, azioni in materia di promozione e pubblicità».
«Il decreto – ha precisato una nota del Ministero delle Politiche Agricole - è volto a sostenere e incrementare le esportazioni dei prodotti vitivinicoli all'estero e, nel contempo, attrarre verso i prodotti vitivinicoli un sempre maggiore numero di consumatori extra-UE e accrescere la consapevolezza di un consumo di qualità dei prodotti DOP e IG, ancora in contrazione a causa della pandemia da Covid-19».
Da sottolineare che sono stati identificati quali soggetti che dovranno attuare le campagne divulgative e informative i consorzi di tutela delle DOP, delle IG e delle attestazioni di specificità, alla luce delle loro competenze e specifiche funzioni di tutela, promozione, valorizzazione e informazione del consumatore e di cura generale degli interessi relativi alle denominazioni. 

Redazione

mondo del vino - Nutriscore
Prima l’incontro del 3 febbraio scorso dell’Oiv, l'Organisation internationale de la vigne et du vin, con l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, poi un paio di giorni dopo i comunicati di sdegno in ordine cronologico di Confagricoltura, Cia – Agricoltori Italiani e Consorzio Vino Chianti, per la proposta di Serge Hercberg, uno degli ideatori del sistema di etichettatura Nutriscore, di definire come pericolosa per la salute (con una F nera) ogni bevanda alcolica.
E’ stata una settimana di contrattacco da parte delle rappresentanze del settore vitivinicolo e agricolo alla campagna di demonizzazione del vino che è montata sull’onda del recente orientamento dell’Oms in materia di alcolici, che, come sintetizzato il 4 febbraio da Agrisole, «punta a mettere il generico consumo di alcol sul banco degli imputati e a raccomandare strategie per indurre una riduzione lineare dei consumi del 20% entro il 2030. Dei consumi cioè di tutte le bevande alcoliche indipendentemente dalla loro gradazione e dalla tipologia di consumo». All’incontro, come riportato da Agrisole, l’Oiv ha cercato di differenziare il vino dalle altre bevande industriali o dai prodotti del tabacco.
Il 5 febbraio Confagricoltura, per bocca del presidente Massimiliano Giansanti, ha tuonato così: «ora abbiamo veramente superato ogni limite. Serve un chiarimento a livello politico considerato che il logo Nutriscore è nella titolarità dell’Agenzia nazionale della Sanità pubblica francese». «Il limite più evidente del sistema Nutriscore – ha sottolineato Giansanti - è quello di classificare gli alimenti sulla base di un algoritmo che ignora completamente le quantità che sono normalmente consumate. Nel caso specifico dei vini non si fa alcun riferimento alla differenza che passa tra abuso e consumo moderato». «La contrapposizione tra Nutriscore e Dieta Mediterranea è evidente e insanabile – ha aggiunto Giansanti - Non a caso la nostra posizione è pienamente condivisa dai produttori di olio d'oliva in Spagna e da quelli di formaggi in Francia».
Due giorni dopo ha rincarato la dose Cia – Agricoltori Italiani, per la quale «suggerire di classificare come pericolose tutte le bevande alcoliche, perfino quelle che contengono una piccola quantità di alcol, è davvero grave e intollerabile. Si sta assistendo a una continua criminalizzazione, in primis del vino, senza fare una necessaria distinzione tra consumo moderato e abuso e cancellando completamente valori come la qualità e la tradizione». «Un giudizio semplicistico e distorto sul singolo alimento o sulla singola bevanda alcolica – ha argomentato Cia -cancellerebbe l’assunto universalmente riconosciuto dal mondo scientifico che non esistono cibi “buoni” e “cattivi”, ma piuttosto regimi alimentari corretti o meno, a seconda del modo in cui vengono integrati quotidianamente i prodotti tra di loro». Per questo Cia ha ribadito il suo «“no” assoluto al Nutriscore in ogni sua accezione», perché è «un sistema che mette in discussione i valori della nostra Dieta mediterranea, patrimonio dell’Unesco proprio perché combina il corretto stile di vita con un’alimentazione sana e diversificata, basata su un legame unico con i territori, la loro cultura e le loro eccellenze».
Sulla stessa linea d’onda il Consorzio Vino Chianti, il cui presidente Giovanni Busi ha definito il sistema di etichettatura Nutriscore un «attacco al nostro mondo» e «un'offesa a chi lavora ogni giorno nel settore»: un attacco «al vino italiano, francese e spagnolo: non il primo e temiamo non l'ultimo». «L'intero settore vitivinicolo – ha dichiarato Busi - rischia un grave danno: è necessario che l'Europa usi il buon senso e fermi tutto, finché si è in tempo». Il presidente del Consorzio Vino Chianti ha chiesto agli europarlamentari italiani di mobilitarsi. E ha ricordato che questo è l'ultimo capitolo di una vicenda più ampia. “Basti pensare – ha detto – che i contributi europei sono in continua diminuzione per il pressing dei Paesi dell'Est che lo vedono come problema sociale e non come valorizzazione della nostra cultura e dei nostri territori. E non dimentichiamo la relazione della Commissione Beca, che identifica il consumo di alcol come dannoso e cancerogeno. Tutta la filiera vitivinicola europea sta combattendo perché non venga approvata. Sappiamo che è in corso un lavoro sugli emendamenti di compromesso: se questi non dovessero tener conto delle istanze del settore sarà necessario spingere la Commissione a definire un nuovo testo. Dobbiamo proteggere il nostro vino».


Redazione

Confagricoltura organizza per le sue imprese vitivinicole tre incontri b2b con operatori della filiera del vino degli Stati Uniti (1° mercato di sbocco extra Ue) e del Regno Unito (3° mercato nonostante Brexit) per sviluppare nuovi rapporti commerciali. Posti limitati.

L'export di vino italiano ha superato 5,8 miliardi di euro nei primi dieci mesi del 2021: +13,2% rispetto allo stesso periodo del 2020 e +10% rispetto al 2019. Negli Stati Uniti, primo mercato extra Unione europea delle produzioni vinicole italiane, le vendite hanno raggiunto 1,46 miliardi di euro, +20% rispetto al 2020 e +14% sul 2019. Il Regno Unito, che dopo la Brexit è un Paese terzo, rimane stabile al terzo posto delle esportazioni di vino italiano, dopo Germania e Usa.
A sottolinearlo è Confagricoltura in un comunicato del 28 gennaio in cui annuncia 3 incontri business-2-business online riservati alle imprese vitivinicole socie per aiutarle a sviluppare i propri canali commerciali proprio in questi due mercati consolidati ma fondamentali per l’Italia del vino: il Regno Unito e gli Stati Uniti. Gli incontri sono realizzati da Confagricoltura in collaborazione con ‘DoctorWine’ di Daniele Cernilli allo scopo di raggiungere sia nuovi consumatori attratti dai vini Made in Italy di qualità che i consumatori interessati alle novità delle nostre cantine.
Si inizia oggi 31 gennaio, alle ore 16 fino a esaurimento dei posti disponibili, con l’appuntamento con operatori professionali del Regno Unito e si prosegue il 15 e il 21 febbraio con gli operatori degli Stati Uniti. Parteciperanno importatori, distributori, agenti commerciali, ristoratori, enoteche e stampa specializzata. Si sono iscritte agli incontri aziende associate a Confagricoltura provenienti da tutta Italia.

Redazione

Il Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) ha riconosciuto il Consorzio di tutela DOP Suvereto e Val di Cornia Wine ai sensi dell’art. 41 della legge 238/2016, con conseguente attribuzione delle funzioni di tutela, promozione e cura delle Denominazioni tutelate - Suvereto Docg, Rosso della Val di Cornia Docg e Val di Cornia Doc - previste dalla norma.
Lo ha reso noto ieri la Regione Toscana con un comunicato in cui ha specificato che «l’elevata rappresentatività della filiera ha fatto sì che le stesse funzioni siano assegnate in forma ‘erga omnes’, vale a dire nei confronti di tutti i soggetti iscritti al sistema dei controlli, prescindendo dal loro vincolo associativo».
La nascita ufficiale del Consorzio di tutela DOP Suvereto e Val di Cornia Wine, ha dichiarato l’assessora all’agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi, «apre nuovi scenari importanti, dalla modernizzazione dei disciplinari di produzione alla promozione sui mercati UE ed Extra-UE, candidando progetti sui bandi PSR e OCM».
«È un risultato atteso e importante – ha commentato il presidente del Consorzio, Nico Rossi – che testimonia la volontà dei viticoltori locali di investire in modo deciso sul proprio territorio, tramite un percorso di valorizzazione e ammodernamento delle tre Denominazioni a noi affidate». Si tratta di «un obiettivo indispensabile – ha aggiunto Rossi - per la nostra affermazione sul mercato nazionale ed estero». 

Redazione

Dal 14 al 16 febbraio 2022 a Paris Expo Porte de Versailles si svolgerà la manifestazione “Wine Paris & Vinexpo Paris”, occasione d’incontro internazionale per gli operatori della filiera del vino e dei distillati. Il direttore di Vinexposium Rodolphe Lameyse: «stiamo mobilitando tutte le nostre risorse per attirare acquirenti chiave a livello mondiale». Costante attenzione all’evolversi delle condizioni sanitarie e delle linee guida del Governo per il buon esito dell’evento.

Attesissima dalla filiera del vino e dei distillati, che non si è più riunita a Parigi da quasi due anni, “Wine Paris & Vinexpo Paris”, manifestazione di punta del gruppo Vinexposium nata dall’unione di Vinovision e Vinisud e la successiva alleanza con Vinexpo, sarà il primo grande evento internazionale di settore dell’anno. Accoglierà circa 2.800 espositori da 32 paesi, con la Francia ampiamente rappresentata grazie a partecipazioni rafforzate di tutte le regioni, che sostengono questa importante fiera centrata sull’export e hanno deciso unitariamente di andare avanti come da programma tenendola il prossimo mese, da lunedì 14 a mercoledì 16 febbraio 2022.
E’ quanto reso noto nei giorni scorsi da Vinexposium, gruppo leader nell’organizzazione di eventi per il settore  vitivinicolo, con un comunicato in cui si afferma che «il protocollo sanitario vigente sarà attuato con il massimo rigore al fine di garantire il corretto svolgimento dell'evento assicurando al contempo il comfort e la convivialità attesi dai partecipanti». Pertanto, tra le varie misure, un valido pass sanitario (o pass vaccinale a seconda del regolamento in vigore) sarà indispensabile per accedere all'evento, così come sarà obbligatorio l'uso della mascherina. Saranno inoltre favoriti i badge di accesso digitali (e-badge) e un processo di pulizia avanzato verrà utilizzato in ogni area durante i tre giorni dell'evento.
Queste condizioni permetteranno a tutti i partecipanti di beneficiare della ricchezza del programma dell’edizione 2022, che sarà scandita da eventi imperdibili. Il programma era progettato per offrire a tutti i professionisti un'esperienza fisica ottimizzata con numerose masterclass e degustazioni qualitative, interventi multiformato di esperti e personalità stimolanti nonché acclamati spazi tematici: «”Be Spirits” renderà onore ai distillati e alla mixology, “Wine Tech Perspectives” offrirà un tuffo nell'innovazione e digitalizzazione del settore e “La Nouvelle Vague” metterà in luce giovani viticoltori e talenti».
«Wine Paris & Vinexpo Paris sarà il primo momento clou dell'anno per il settore – ha dichiarato Fabrice Rieu, presidente di Vinisud - e noi saremo più uniti che mai per farne un grande avvenimento al servizio del dinamismo commerciale di febbraio».
«Siamo stati particolarmente attenti – ha detto Jean-Martin Dutour, présidente di Vinovision - alle condizioni sanitarie in modo da accogliere tutti i professionisti in un ambiente favorevole agli scambi di qualità. È essenziale che ci riuniamo e Parigi ancora una volta ci offre ottime condizioni per farlo».
A poche settimane dall’apertura, «stiamo mettendo tutte le nostre energie per portare a termine l'appuntamento che il settore si aspetta – ha affermato Rodolphe Lameyse, direttore generale di Vinexposium -. Stiamo mobilitando tutte le nostre risorse per attirare acquirenti chiave a livello internazionale e fare di “Wine Paris & Vinexpo Paris” un evento formidabile in tutti i suoi aspetti».
Il team di Vinexposium è in costante monitoraggio del contesto sanitario e delle linee guida del Governo per garantire il successo dell'evento. Per ulteriori informazioni, visitare vinexposium.com.

Redazione