Filiera vite-vino

A Conegliano (Treviso) dal 13 al 15 giugno la 9^ edizione del Convegno Nazionale di Viticoltura. Il 15 pomeriggio Giornata Tecnica sui temi dell’innovazione.

«Un punto di riferimento nel panorama della viticoltura italiana», «un’attesa occasione di incontro e confronto per chi si occupa in questo campo di ricerca, trasferimento dell’innovazione e didattica».
Viene introdotto così nel sito della Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana (SOI) il periodico “Convegno Nazionale di Viticoltura” (CONAVI), che è tra i principali obiettivi del gruppo di lavoro “Viticoltura” del SOI, attualmente coordinato dal Prof. Paolo Sivilotti dell’Università di Udine.
La nona edizione del CONAVI, organizzata dall’Università di Padova (CIRVE) e dal CREA- Centro di ricerca Viticoltura ed Enologia, si svolgerà dal 13 al 15 giugno 2022 a Conegliano (in provincia di Treviso), città legata fortemente alla filiera del vino.
Gli argomenti trattati nel convegno possono essere riassunti richiamando i titoli delle varie sessioni: biodiversità, miglioramento genetico e vivaismo viticolo; biologia, fisiologia, eco-fisiologia e analisi omiche; gestione del vigneto e tecniche di adattamento ai cambiamenti climatici; avversità biotiche e approcci agronomici innovativi alla difesa del vigneto; viticoltura di precisione e telerilevamento; zonazione e interazioni pianta ambiente; servizi ecosistemici, paesaggio e tutela del territorio.
Oltre alle sessioni scientifiche, è prevista una “Giornata Tecnica”, nel pomeriggio del 15 giugno, durante la quale i diversi attori della filiera vitivinicola (consulenti, ricercatori, ditte fornitrici di materiali e servizi per il settore viticolo, aziende produttrici di tutta Italia) si confronteranno sui temi dell'innovazione in viticoltura. Dopo la presentazione del libro Il Nuovo Muccinelli – Le avversità e il prontuario dei prodotti fitosanitari VITE, si susseguiranno interventi tecnici su argomenti quali le reti collaborative per contrastare i cambiamenti climatici, l’agricoltura 4.0, la certificazione della sostenibilità e la potatura meccanizzata.
Verrà assegnato un premio al miglior contributo, fra le varie presentazioni orali del convegno. Mentre per i poster saranno assegnati due premi di merito nelle categorie: 1° assoluto e 1° giovani ricercatori (riservata a primo autore con età inferiore ai 35 anni con qualifica di dottorando, borsista, assegnista di ricerca, neodottore di ricerca).
Ulteriori informazioni nel sito del convegno: conavi2022.it

PROGRAMMA INTEGRALE

Redazione

Vino Chianti - Chianti Lovers

Dal 23 al 26 maggio il Vino Chianti è in Usa per 3 nuove tappe del “Chianti Lovers U.S. Tour 2022” fra degustazioni e cinema: Chicago, Seattle e Los Angeles.

 
«Le degustazioni di etichette Chianti, gli assaggi di cibo italiano e il nuovo format basato sul cinema sono tutti tasselli fondamentali del nostro impegno per la promozione della denominazione che cerca strade sempre più originali e accattivanti per attirare nuovi Chianti Lovers». 
È quanto affermato dal presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi nel presentare le tre nuove tappe del “Chianti Lovers U.S. Tour 2022” che sono iniziate oggi a Chicago e che proseguiranno il 25 maggio a Seattle e il 26 a Los Angeles. In ognuna delle tre date il Consorzio propone una masterclass a degustazione guidata per scoprire e approfondire la conoscenza della Denominazione. Le masterclass saranno condotte da specialisti locali accompagnati da Luca Alves, Chianti Wine Ambassador, e saranno seguite da assaggi di specialità culinarie italiane per offrire un’esperienza completa dell’agroalimentare made in Italy. Per ogni tappa è anche in programma un «Walk Around Tasting» durante il quale le aziende aderenti potranno presentare i propri prodotti al mercato statunitense.
La tappa di oggi a Chicago propone la master class “Chianti Superiore D.O.C.G. - Una degustazione verticale (2020-2014) di Chianti Superiore d.o.c.g. alla scoperta delle sfumature del più versatile vino rosso toscano a base Sangiovese”. 
Nella seconda tappa a Seattle il 25 maggio verrà proposto ai professionisti locali il seminario “The Chianti Lovers Experience”, un’esplorazione della denominazione Chianti d.o.c.g. attraverso una degustazione delle sue principali categorie, dei suoi stili e delle sue sottozone in cui si metterà al centro l’eterogeneità dei prodotti di categoria ‘annata’, ‘superiore’ e ‘riserva’, accattivanti per un mercato tra i più emergenti e ricercati del Paese. 
Terzo e ultimo appuntamento, il 26 maggio, a Los Angeles, patria di Hollywood, dove il Consorzio riproporrà il format “The Chianti lovers Wine & Cinema Experience”, un’esperienza unica di abbinamento tra vino Chianti e cinema in cui verranno proiettate clip tratte dalle più disparate produzioni internazionali, dalle più vintage alle più moderne, dove il vino Chianti è citato o raffigurato in maniera esplicita, a conferma della sua iconicità e familiarità nel mondo. Una degustazione immersiva molto speciale su base orizzontale di vino Chianti d.o.c.g. Riserva 2017 che unisce la parte tecnica a quella più emozionale del vino.
 

Redazione

Alla prima riunione di Vigneto Toscana, la nuova creatura per promuovere i vini, Coldiretti ha fotografato il balzo dei costi di produzione per la guerra: +35%.


Prima assemblea e primo consiglio direttivo venerdì 13 maggio a Firenze per “Vigneto Toscana”, il nuovo soggetto associativo di Coldiretti regionale che si propone di costruire progetti di promozione e di sviluppo delle produzioni vitivinicole territoriali, certificate e non, legate alle singole specificità dei territori. Il debutto ufficiale è stato anche l’occasione per presentare i dati degli effetti della guerra sui costi del comparto vitivinicolo. Comparto che, secondo il presidente di Coldiretti Toscana e per il momento anche di Vigneto Toscana Fabrizio Filippi, pur essendo «uscito meglio di altri dalla lunga emergenza sanitaria», sta soffrendo «le conseguenze del conflitto sui costi di produzione delle aziende», con un forte aumento di tutti i prezzi, «dai tappi di sughero al vetro, dalle etichette ai cartoni di imballaggio, dal trasporto ai container e noli marittimi», e anche sul fronte delle vendite, non solo riguardo alle esportazioni in Russia, per via di embargo e sanzioni, e in Ucraina, ma nell’intera area circostante. 
Secondo il «rapporto sulla guerra in cantina» di Coldiretti Toscana, l’aumento medio dei costi di produzione è del 35%, con un peso sui bilanci delle aziende pari a circa 100 milioni di euro (con incidenza maggiore per i vitigni situati in terreni marginali o difficili). «Gli incrementi in termini assoluti per le imprese del vino – viene inoltre specificato - sono in media di 6.886 euro secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea. Una bottiglia di vetro costa più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%». «Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti Toscana – ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali. Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%. In generale, secondo il global index Freights, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa».
Riguardo alla nuova associazione “Vigneto Toscana”, il presidente Fabrizio Filippi ha spiegato che «la presenza di un imprenditore vitivinicolo per ciascuna provincia è un pilastro dello statuto. È un segnale chiaro, forte ed incontrovertibile della filosofia di questo nuovo soggetto che nasce all’interno della nostra organizzazione. Coldiretti vuole dare voce ai territori vitivinicoli della nostra regione offrendo uno strumento per conoscersi e promuoversi. All’interno di Vigneto Toscana ci sono le grandi produzioni ma anche le piccole etichette eroiche. L’altro aspetto è la condivisione delle esperienze per programmare azioni e trovare soluzioni. Abbiamo grandi aspettative nei confronti di questo nuovo soggetto che non si contrappone assolutamente al lavoro importante, strategico, indispensabile dei Consorzi di Tutela ma, al contrario, li affianca».
Fanno parte del consiglio direttivo Lidia Castellucci, Andrea Elmi, Fabrizio Bondielli, Raffaello Lunardi, Letizia Cesani, Giuseppe Mantellassi, Sabrina Biagi, Flavio Rabitti, David Ballini. Alla prima riunione del consiglio, coordinato dal direttore di Coldiretti Toscana Angelo Corsetti, hanno partecipato in qualità di relatori esterni il presidente della Consulta Vino di Coldiretti e presidente di Coldiretti Sicilia Francesco Ferreri; il responsabile nazionale settore vitivinicolo di Coldiretti Domenico Bosco; il dirigente della Regione Toscana Gennaro Giliberti; la direttrice del Consorzio Vino Chianti Classico Carlotta Gori; la coordinatrice del Consorzio Vernaccia San Gimignano Sara Grazzini; il presidente del Consorzio Nobile di Montepulciano Andrea Rossi; il presidente del Consorzio Vino Toscana Cesare Cecchi. 

Redazione

modifica del disciplinare del vino Chianti

Tra le modifiche approvate, la riduzione della percentuale minima del vitigno Sangiovese dal 70% al 60% e l’introduzione della nuova sottozona “Terre di Vinci”.

 
Parere positivo della Regione Toscana alla modifica del disciplinare di produzione del vino a denominazione di origine controllata e garantita “Chianti”.
Come ha reso noto ieri un comunicato dell’assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi, la delibera di approvazione da lei avanzata alla Giunta regionale riguarda l’intero articolato del disciplinare di produzione del Vino Chianti Docg, che è la denominazione di origina più vasta nel panorama vitivinicolo toscano.
Tra le modifiche contenute nella delibera, l’introduzione della nuova sottozona “Terre di Vinci” e la modifica della «base ampelografica dei vigneti atti a produrre vini Chianti, riducendo la percentuale minima del vitigno Sangiovese dal 70% al 60%, sostituendolo, per la parte ridotta, con altro/altri vitigni a bacca rossa». Inoltre «la base ampelografica del vino Chianti Colli Senesi, che ha un uvaggio specifico, viene uniformata a quella del vino Chianti per quanto attiene al Sangiovese ed i vitigni a bacca bianca, mentre rimane inalterata la percentuale massima di presenza dei vitigni Cabernet»; «vengono adeguate e riformulate le caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche dei vini all’atto dell’immissione al consumo e viene innalzato di mezzo grado il titolo alcolometrico volumico naturale minimo delle uve per alcune tipologie di prodotto».
Riguardo invece alla proposta di inserimento della menzione “Gran Selezione”, viene ricordato che «in occasione delle consultazioni tenutesi con la filiera vitivinicola regionale non si era registrato il necessario consenso». Anche accogliendo le indicazioni del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestale, la Giunta non ha ritenuto opportuno esprimersi fino a che non sarà concluso il procedimento attivato dal Consorzio del Vino Chianti Classico per ottenere la protezione esclusiva europea della menzione tradizionale “Gran Selezione”, attualmente pendente presso lo stesso Ministero.
«Le modifiche proposte dal Consorzio Vino Chianti che ne tutela la denominazione – ha affermato l’assessora Stefania Saccardi - sono rivolte anche a inserire nuove tipologie di prodotto, come il vino Chianti con la specificazione della sottozona “Terre di Vinci”. Modifiche che hanno avuto come obiettivo quello di semplificare le regole di produzione, renderne più agevole l’applicazione e innalzare il livello qualitativo dei prodotti. L’inserimento della nuova sottozona “Terre di Vinci” consente di ampliare ulteriormente la già vasta gamma di prodotti di cui dispone la denominazione e nasce dall’esigenza, manifestata dai produttori, di caratterizzare sempre di più un prodotto, legandolo al suo territorio di origine».  
 

Redazione

Lamberto Frescobaldi nuovo presidente dell'Unione Italiana Vini

Eletto presidente all’unanimità dal Consiglio nazionale dell’Unione Italiana Vini il 3 maggio, il marchese Lamberto Frescobaldi sarà affiancato dai vicepresidenti Chiara Lungarotti e Sandro Sartor. Frescobaldi: «vorremmo riuscire a dare un’identità a una parte cospicua di quel 50% di vino italiano non a denominazione». Soddisfazione per l’elezione in Confagricoltura nazionale e toscana e nel Consorzio Vino Chianti.   

 
Il marchese Lamberto Frescobaldi, fiorentino di una nobile famiglia giunta alla trentesima generazione di viticoltori, membro della giunta nazionale di Confagricoltura nonché accademico dei Georgofili, è stato eletto presidente dell’Unione Italiana Vini (UIV). 
L’elezione, all’unanimità, da parte del Consiglio nazionale, è avvenuta ieri martedì 3 maggio a Roma in occasione dell’assemblea generale dell’UIV, che è la principale associazione nazionale di settore con 730 soci in rappresentanza di più di 150mila viticoltori e oltre l’85% del fatturato italiano di vino. Il neo presidente Frescobaldi succede a Ernesto Abbona e guiderà UIV per il prossimo biennio, coadiuvato dai vicepresidenti Chiara Lungarotti (amministratore unico delle Cantine Lungarotti) e Sandro Sartor (AD Ruffino Group e regione Emea di Constellation Brands). 
Come ricordato nel notiziario di UIV, Lamberto Frescobaldi, laureato in viticoltura all’Università di Davis, California, guida un’azienda – la Marchesi Frescobaldi – di circa 1.500 ettari vitati suddivisi nelle varie tenute in Toscana e in Friuli e ha anche sviluppato un’esperienza pilota in collaborazione con l’Istituto di Pena dell’Isola della Gorgona (Livorno) per la produzione di vini all’interno del carcere.
«Tra le priorità del prossimo mandato – ha dichiarato Lamberto Frescobaldi – vi è certamente quella di dare continuità all’attività dei miei predecessori, che hanno fatto di Unione Italiana Vini una organizzazione in grado di coinvolgere e rappresentare in maniera organica tutte le componenti della filiera produttiva. Saremo particolarmente attenti sia in ambito nazionale che internazionale ai temi caldi del settore, a partire quelli legati alla salute fino ai vini sostenibili, che con la nuova la norma unica hanno la possibilità di dare una risposta concreta a un aspetto in altri settori abusato e oggetto di greenwashing. Vorremmo infine riuscire a dare un’identità a una parte cospicua di quel 50% di vino italiano non a denominazione».
Grande soddisfazione subito dopo l’elezione sia in Confagricoltura nazionale che regionale. «Congratulazioni a Lamberto Frescobaldi per l’elezione – ha commentato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. In un momento storico particolarmente complesso, in cui le imprese sono chiamate ad una responsabilità ancora maggiore, il ruolo dell’associazione e di tutta la filiera sarà fondamentale per far ripartire il Paese». Giansanti ha sottolineato che Frescobaldi è al vertice di una delle più importanti realtà del settore vino in Toscana e in Italia e ha aggiunto che «questo riconoscimento conferma il suo impegno per la tutela del comparto vitivinicolo italiano. Siamo certi che la sua autorevolezza contribuirà a valorizzare ancor di più il made in Italy sui mercati mondiali, riconquistando quel clima di fiducia delle imprese e favorendo la ripresa».
Sulla stessa linea d’onda il presidente di Confagricoltura Toscana Marco Neri, che oltre a congratularsi e fare gli auguri al neo presidente ha detto che Frescobaldi «è una persona di grande esperienza» e «rappresenta una garanzia per l’intero settore», per cui «da parte nostra la collaborazione sarà massima».
«Per noi la nomina di Lamberto Frescobaldi a presidente dell'Unione italiana vini è un orgoglio – ha detto il presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi -. Lamberto, nostro storico socio, è una persona di grande affidabilità, conosce benissimo il settore e interpreta al meglio i suoi ideali. E rappresenta l'eccellenza della Toscana. Siamo felicissimi».
 

L.S.

La Regione ha dato il via libera alla modifica del disciplinare richiesta dal Consorzio Vini Terre di Pisa per consentire l’inserimento di nuove tipologie di prodotto. La denominazione si amplia accogliendo “Terre di Pisa bianco”, “Rosato” e “Vermentino”. Le altre modifiche. L’assessora all’agroalimentare Saccardi: è «una denominazione assolutamente strategica per l'area occidentale della regione», «invieremo tutta la documentazione al ministero delle Politiche agricole, inaugurando così un nuovo importante capitolo per il settore vinicolo toscano».

L’istanza dello scorso febbraio del Consorzio Vini Terre di Pisa è stata accolta dalla Regione Toscana: c’è il parere favorevole alla modifica del disciplinare di produzione del vino a denominazione di origine controllata (Doc) “Terre di Pisa”.
«Le principali proposte di modifica avanzate dal Consorzio – si legge in una nota di Toscana Notizie - consistono nell’inserimento di tre nuove tipologie di prodotto: “Terre di Pisa bianco”, “Rosato” e “Vermentino” e della menzione tradizionale “Riserva” per il vino Doc Terre di Pisa rosso, in aggiunta alle tipologie già presenti, ossia “Terre di Pisa rosso” e “Terre di Pisa Sangiovese”».
Le altre proposte interessano l’intero articolato del disciplinare: viene rivista la base ampelografica, ossia la composizione delle varietà dei vitigni utilizzabili; si aggiorna la zona di produzione delle uve a seguito della fusione di quattro Comuni (che hanno dato origine ai Comuni di Crespina-Lorenzana e Lari-Casciana Terme); viene aumentata la resa di uva ad ettaro e diminuita la gradazione alcolica minima naturale delle uve; viene riformulata la normativa sulle operazioni di vinificazione e imbottigliamento; si modifica il periodo di invecchiamento dei vini e vengono integrate le disposizioni concernenti le caratteristiche dei vini al consumo, la loro etichettatura e il loro confezionamento; infine, viene proposto l'inserimento facoltativo del termine geografico più ampio “Toscana” in etichetta.
«Grazie al parere della Regione – ha commentato la vicepresidente e assessora all'agricoltura Stefania Saccardi - possiamo dare risposta positiva all'istanza del Consorzio Vini Terre di Pisa e consentire così l'ulteriore consolidamento della denominazione, rafforzandone la qualità a vantaggio di produttori e consumatori, nell'alveo del percorso intrapreso da questo giovane consorzio, da poco riconosciuto dal ministero, che sta puntando con forza sui mercati con una propria identità e peculiarità territoriali. Dopo questo passaggio, invieremo tutta la documentazione al ministero delle Politiche agricole e alimentari, inaugurando così un nuovo importante capitolo per il settore vinicolo toscano, forte di un ventaglio di proposte davvero amplissimo, che potrà garantire un miglioramento qualitativo, una più corretta comprensione della provenienza geografica e un rilancio complessivo di questa denominazione anche dal punto di vista produttivo e commerciale. Una denominazione, giova ricordarlo, assolutamente strategica per l'area occidentale della regione, e che sta regalando tante soddisfazioni ai produttori locali».

Redazione