Filiera vite-vino

I Giovani di Confagricoltura – Anga organizzano domani martedì 26 gennaio alle 17 in diretta sulla propria pagina Facebook un convegno online sul tema “Viticoltura sostenibile: vitigni resistenti o resistenza ideologica?”.
Interverranno Michele Morgante, docente dell’Università degli Studi di Udine, che affronterà in particolare la questione delle “Tecnologie genetiche per una viticoltura sostenibile”, Yuri Zambon, dei Vivai Cooperativi Rauscedo, che parlerà di “Vitigni resistenti: il primo passo verso una viticoltura sostenibile” e infine Eugenio Sartori, sempre dei Vivai Cooperativi Rauscedo, che parlerà delle resistenze ideologiche che ci sono verso le tecnologie genetiche applicate alla viticoltura e all’agricoltura più in generale.
A moderare l’incontro sarà il delegato Anga alla Federazione nazionale di prodotto vitinicola di Confagricoltura, Bernardo Giannozzi.
L’appuntamento rientra in un ciclo di incontri online di formazione organizzati dai Giovani di Confagricoltura – Anga, che rappresenta i giovani imprenditori agricoli aderenti a Confagricoltura ed è membro permanente a Bruxelles del Consiglio europeo dei giovani agricoltori - CEJA.

Redazione

Il segretario generale di Uiv Castelletti apprezza lo stop del Governo: «un gesto di apertura verso la nuova amministrazione Biden per trovare un accordo multilaterale» ed evitare il rischio di azioni ritorsive sull’export in Usa dei nostri prodotti vitivinicoli. Il vino made in Italy esportato in Usa vale circa 1,7 miliardi di euro (il 30% delle esportazioni vitivinicole italiane).


«Lo stop temporaneo alla digital tax da parte del nostro Consiglio dei ministri accoglie l’indicazione di Unione italiana vini per un gesto di apertura nei confronti della nuova amministrazione Biden, che si insedierà il 20 gennaio, affinché sia trovato già nei primi mesi del 2021 un accordo multilaterale su questa complessa materia. Non è un caso che proprio in questi giorni sia la Commissione europea sia l’Ocse abbiano pubblicato le loro nuove distinte proposte in tema di tassazione digitale».
Lo ha dichiarato ieri il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti, sul rinvio – approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri (Cdm) – del termine per i versamenti relativi all’imposta sui servizi digitali per il 2020 dal 16 febbraio al 16 marzo 2021 e il rinvio del termine per la presentazione della relativa dichiarazione dal 31 marzo 2021 al 30 aprile 2021.
«Per il mondo del vino italiano – ha aggiunto Castelletti – la decisione presa in Cdm è tanto saggia quanto importante, perché il rischio di vedere, ancora una volta, i prodotti vitivinicoli travolti da una disputa internazionale e da potenziali misure penalizzanti in un momento di estrema indecisione per il contesto economico internazionale era alto».
La tassa sui servizi digitali (Dst) era destinata ad avere definitivamente i suoi effetti in Italia a partire dal 16 febbraio. Sul tema ha fatto seguito il report del Rappresentante per il Commercio Usa (Ustr) che ha ritenuto discriminatoria l’imposizione italiana nei confronti delle imprese digitali americane, che rappresentano i 2/3 delle aziende da tassare. Secondo Unione italiana vini (Uiv), tale impostazione sarebbe stata a forte rischio di azioni ritorsive già arrecate (e poi sospese) ai danni della Francia, anch’essa promotrice della stessa imposta.
Con la tassa sui servizi digitali l’Italia prevede di concretizzare un corrispettivo di circa 700 milioni di euro; il vino italiano, che negli Stati Uniti vende il 30% del proprio export a valore (circa 1,7 miliardi di euro), sarebbe uno dei maggiori indiziati tra i prodotti tricolore a rischio ritorsione. Secondo l’Osservatorio di Unione italiana vini (base dogane), le importazioni di vini fermi italiani hanno chiuso i primi 11 mesi del 2020 in sostanziale pareggio (-0,1%) sul pari periodo 2019, per un corrispettivo di quasi 1,35 miliardi di dollari. Un risultato che ha permesso al Belpaese di allungare su Francia (-31,3% a valore), Spagna (-12,3%) e Germania (-33,4%), su cui gravano i dazi aggiuntivi del 25% sui vini disposti dall’Ustr per la vicenda Airbus.

Redazione

Si terrà dal 20 al 23 maggio 2021 a Castelvetro di Modena la nuova edizione del Concorso Enologico Internazionale Città del Vino, che premia le aziende e i comuni in cui hanno la sede. Ammessi solo vini Dop (Doc e Docg) e Igp. Fra i premi, il “Forum degli Spumanti”, il premio “BioDiVino”, “MondoMerlot”, sezione vini Kosher e il nuovo “I vini felliniani”. Scadenza iscrizioni 3 maggio 2021.

L’Associazione Nazionale Città del Vino ha scelto le nuove date del 19° Concorso Enologico Internazionale, rinviato di un anno a causa del Covid-19, e sono aperte le iscrizioni. Il concorso si svolgerà dal 20 al 23 maggio 2021 al Castello di Levizzano di Castelvetro di Modena, messo a disposizione dall’amministrazione comunale di questa città del vino, cuore della produzione dell’omonimo Lambrusco Grasparossa.
Il regolamento apre la partecipazione a tutte le categorie di vini, purché Dop (Doc e Docg) e Igp. In palio Gran Medaglie d’Oro, d’Oro e d’Argento, un vero e proprio attestato di certificazione della qualità dei vini, visto che l’obiettivo del Concorso Enologico di Città del Vino è quello di offrire alle aziende uno strumento in più di promozione e valorizzazione.
Il regolamento – secondo quanto stabilito dall’Oiv (Organizzazione internazionale della vite e del vino) – prevede che solo il 30% del totale dei vini presentati possa ottenere una medaglia. Il Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali ha dato il suo patrocinio.
Molti sono i premi speciali abbinati, alcuni “storici”, come il “Forum degli Spumanti” che premia le migliori bollicine in concorso; il premio BioDiVino dedicato alle produzioni vitivinicole biologiche (promosso in collaborazione con l’Associazione Città del Bio); il premio MondoMerlot dedicato ai vini prodotti con almeno l’85% di uve merlot, originato dall’iniziativa promossa dal Comune di Aldeno (Trento).
Per questa edizione del concorso è stato istituito anche un premio speciale “I Vini Felliniani”, dedicato ai 100 anni dalla nascita di Federico Fellini e patrocinato da “Fellini 100”, il marchio ideato dal Ministero per i Beni Culturali per ricordare la figura del grande regista riminese (l’anniversario cadeva nel 2020, ma molte iniziative sono state rinviate al 2021). Il premio è riservato ai vini prodotti a base Sangiovese di Romagna (nelle aree a denominazione romagnole e della Valle del Rubicone Igp).
Una sezione particolare è dedicata ai vini kosher prodotti secondo le regole dettate dalla religione ebraica; il premio è patrocinato da Iter Vitis, l’Itinerario Europeo del Vino riconosciuto dal Consiglio d’Europa.
La premiazione ha una caratteristica peculiare: i premi sono assegnati sia ai vini dell’azienda vitivinicola sia al sindaco del comune in cui l’azienda opera, a suggellare il legame che esiste tra vino e territorio e che il concorso intende ribadire ogni anno.

Scadenze iscrizioni e invio campioni
L'invio dei campioni sarà possibile da lunedì 26 aprile 2021 a venerdì 14 maggio presso:
Castello di Levizzano - Via C. Cavedoni, 41014 Levizzano Rangone di Castelvetro di Modena – MO.
Le iscrizioni online al concorso si chiudono improrogabilmente lunedì 3 maggio 2021.
Per ulteriori informazioni, consultazioni del regolamento e iscrizioni dei vini cliccare sul seguente link: https://www.cittadelvino.it/iscrizioni_2021.php.
Contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel. 0577.353144.

Redazione

Giovanni Busi Consorzio Vino Chianti

«Senza soldi, senza liquidità, le imprese non vanno da nessuna parte, galleggiano fino a quando poi muoiono». Così Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, in una nota di tre giorni fa in cui ha lanciato l’allarme sulle enormi difficoltà per le aziende del settore agricolo a ottenere fondi e prestiti per agganciare la ripresa.
«Il sistema dei prestiti non è stato semplificato, come dichiarato a più riprese dal Governo – sostiene il Consorzio Vino Chianti -. Numerosi aspetti complicano ancora l'accesso ai fondi. Data l'emergenza, è necessario interrompere in questa fase gli accordi che regolano i requisiti patrimoniali delle banche e hanno ripercussioni sull'erogazione del credito». «Chiediamo di far sospendere momentaneamente le regole di Basilea per permettere alle aziende di avere liquidità e di investire – dice Busi -. Siamo nel mezzo di una crisi eccezionale e servono regole eccezionali, altrimenti sarà impossibile uscirne».
«Dall'inizio della pandemia – aggiunge Busi - sono state dette bellissime cose, il governo ha parlato di prestiti per il settore agricolo fino al 75% del fatturato dell'anno precedente, poi si è parlato di altri fondi, ma fino ad oggi si è visto ben poco». E ci sono clausole e procedimenti che rallentano, e spesso impediscono, la possibilità di ricevere finanziamenti: «come la necessità per le imprese di essere in bonis al 31 dicembre del 2019 - dice Busi - un elemento che rende tutto più complicato». Tra gli altri problemi anche la delibera bancaria: «la garanzia dello Stato serve a poco se poi è necessaria la delibera bancaria. E' come andare a chiedere un prestito normale. E non possiamo essere colpevolizzati dalle banche se non riusciamo, in questa crisi epocale, a non portare avanti l'azienda come vorremmo».

Redazione