Filiera vite-vino

danni ai vigneti da gelate

Da una prima rilevazione di Ismea e Uiv si stimano perdite tra il -5% e il -20%. In generale peggio il Centro-Nord, le varietà precoci e le barbatelle di pochi anni.


«Le gelate della settimana subito dopo Pasqua, in particolare dei giorni 7, 8, 9 e 15 aprile, hanno colpito vaste zone delle penisola, con danni sullo sviluppo vegetativo delle viti ancora di difficile quantificazione. Da una prima ricognizione di Ismea e Uiv emerge una situazione molto differenziata che varia in funzione della zona geografica, del differente stadio di sviluppo delle piante in quel periodo dell'anno e del clima immediatamente precedente». 
Si apre così una nota di Ismea del 5 maggio in cui viene spiegato anche che «in molti casi, infatti, le gelate sono arrivate dopo un marzo molto mite che aveva favorito il risveglio vegetativo delle viti, mentre in altri hanno trovato le viti ancora un po' dormienti a causa delle poche piogge». E che «a complicare ulteriormente il quadro ha contribuito il clima post-gelate, con temperature relativamente basse che hanno rallentato la ripresa vegetativa in molte zone e vitigni, rendendo più difficile, con le gemme non ancora dischiuse, stimare l'entità del danno subito». Pertanto solo tra qualche settimana, dopo la fase di accrescimento, si potrà realmente iniziare a fare la conta dei danni in vista della prossima vendemmia che si presenterà tra appena tre o quattro mesi.
Però «con tutte le cautele del caso – si legge nella nota - da una prima rilevazione Ismea e Uiv si stima una perdita che potrebbe oscillare a seconda dell'areale dal 5% al 20%, e addirittura in certi casi andare oltre questa soglia. In generale a essere state più colpite sono sicuramente le aree del Centro-Nord, mentre, tra le varietà, quelle precoci soprattutto nelle aree più umide e pianeggianti e le barbatelle di pochi anni.
Nel Nord Ovest, si rileva una situazione molto a macchia di leopardo ma in generale, con un ritardo di oltre una settimana, la gelata potrebbe non aver causato molti danni salvo ad alcune varietà che per loro natura non hanno una seconda gemma da poter sfruttare. 
In Trentino e in Alto Adige qualche danno, peraltro limitato, si registra sulle varietà più precoci e parzialmente germogliate come Chardonnay e Marzemino negli areali più caldi. In Friuli Venezia Giulia i danni sono ovviamente localizzati sulle varietà precoci, quindi Glera e in parte Chardonnay ed hanno interessato soprattutto le zone di pianura più umide. Situazione analoga in Veneto dove alcune aree potrebbero subire perdite molto sensibili, soprattutto quelle dove le temperature sono rimaste per qualche ora intorno ai -9°. Sulle uve nere non sembrano esserci particolari problemi attualmente in quanto ancora in una fase di dormienza.
Temperature scese oltre al -5% hanno colpito sia le zone collinari che le pianure dell'Emilia Romagna e qui le stime provvisorie si spingono verso perdite anche a due cifre rispetto al potenziale, ma con tutte le cautele d'obbligo. Cauto pessimismo anche in Toscana e Umbria soprattutto per le aree pianeggianti e di fondovalle che risultano le più esposte alle gelate, mente le aree collinari sono sembrate più riparate. Nel Lazio ad essere colpiti sono stati i vigneti molto giovani, ancora poco produttivi. Nelle Marche si registrano problemi nel fondovalle del Sud della regione, mentre nel Verdicchio si ha una situazione molto differenziata e il ritardo vegetativo ha, di fatto, limitato i danni ad alcuni vigneti. 
In Abruzzo le temperature non sono scese così tanto sotto lo zero e questo ha mitigato i danni così come in Puglia, mentre in Calabria alcune delle zone colpite lamentano danni più importanti. Tra le due isole maggiore è sicuramente la Sardegna quella più investita dalle gelate, soprattutto nella parte settentrionale.

Redazione


Cantine aperte e Vigneti aperti

Il classico appuntamento con l’apertura di oltre 800 cantine italiane fa coppia quest’anno con “Vigneti aperti”, nuovo format targato Movimento Turismo del Vino (MTV). E in più “Cantine aperte” 2021 introduce un “diritto di replica”: dopo il tradizionale weekend di fine maggio, sabato 29 e domenica 30, nelle regioni che ancora non hanno ottenuto il colore giallo e per quelle che vogliono fare il bis, l’iniziativa si svolgerà nuovamente il 19 e 20 giugno. Il presidente di MTV D’Auria: «tutta la manifestazione si baserà sul rispetto delle norme di sicurezza necessarie a garantire la salute dei partecipanti».


«Già lo scorso anno siamo stati obbligati a rivedere i nostri piani dovendo organizzare l’edizione 2020 online… soluzione non certo semplice per un evento che fa della convivialità il suo aspetto fondante. Ma in questi ultimi mesi, forti anche delle esperienze ormai dolorosamente acquisite da tutti noi, ci siamo messi al lavoro per organizzare l’edizione 2021 in presenza che avrà luogo nel weekend del 29 e 30 maggio. Inoltre, per soddisfare gli enoappassionati di tutte le regioni, ci sarà la possibilità di raddoppiare nel weekend del 19 e 20 giugno in base al “colore” regionale. Ovviamente, in entrambe le occasioni, tutta la manifestazione si baserà sul rispetto delle norme di sicurezza necessarie a garantire la salute dei partecipanti».
Così il presidente del Movimento Turismo del Vino (MTV) Nicola d’Auria ha presentato ieri l’altro l’edizione 2021 di “Cantine aperte”, appuntamento capace di muovere milioni di winelover verso le oltre 800 cantine degli associati di MTV. Manifestazione a cui quest’anno si affianca, per la prima volta su scala nazionale, il nuovo format creato dal Movimento, “Vigneti aperti”: un’iniziativa «capace di infinite opportunità di scoperta a chi ama il vino e gli spazi aperti. Dai picnic tra le vigne ai pranzi tra i filari, dal contatto diretto con la natura alla possibilità di vivere delle esperienze assolutamente intriganti. Un nuovo corso che dopo averci per anni portato in cantina, ci porta ora direttamente in vigna per conoscere il luogo dove cresce la vite e nasce il vino».
«“Vigneti aperti” – ha spiegato D’Auria - non nasce come uno spin-off di “Cantine aperte” ma piuttosto come una risposta al crescente bisogno di ritrovare il contatto con la natura e con i mille territori che fanno dell’Italia un Paese unico al mondo. Ma non solo: vuole rispondere a quel desiderio crescente di autenticità che il consumatore manifesta nei confronti del prodotto. Portarlo nel vigneto, descrivere le fasi della coltivazione della vite, far vivere un’esperienza a diretto contatto con il lavoro del viticoltore è certamente un modo per soddisfare questo bisogno diffuso».
Piccoli gruppi e necessità di prenotazione per garantire un’accoglienza di qualità e rispettosa delle normative previste. Sicurezza e salute saranno infatti tra le parole d’ordine di entrambe le manifestazioni, senza dimenticare gli altri principi che MTV persegue da tempo, i quali, soprattutto in questi difficili mesi, trovano un significato ancora più profondo: «rispetto per l’ambiente, riscoperta dei territori e delle tradizioni, empatia e coinvolgimento». 
Per ulteriori informazioni, visitare la nuova vetrina dell’associazione, www.movimentoturismovinolive.it, e scoprire come ogni regione e ogni cantina organizzerà le proprie iniziative legate a “Cantine aperte” e a “Vigneti aperti”. Un modo per restare sempre aggiornati su quanto il Movimento propone e scegliere il proprio itinerario di viaggio.


Redazione


Vino italiano nel 2020

L’Unione italiana vini rivela che nel 2020 i crediti non corrisposti dall’ Hotellerie-Restaurant-Café alle imprese del vino sono stati di 500 milioni di euro e che le vendite nel “fuori casa” sono diminuite tra -1,5 e -1,8 miliardi di euro. Il segretario generale Castelletti: «attivare misure di sostegno per far fronte alla sofferenza dei mancati pagamenti e strumenti a sostegno della ristorazione». Per l’Osservatorio di Uiv l’anno scorso il mercato interno ha perso in valore dieci volte di più di quanto perso dal mercato estero: -24% (Horeca -38%) contro -2,3% dell’export. Gdo a +12%.


«I lockdown hanno fortemente penalizzato la ristorazione e con essa il mondo del vino, che solo in Italia registra nell’ultimo anno crediti non corrisposti dall’horeca per 500 milioni di euro e mancate vendite nel ‘fuori casa’ per 1,5/1,8 miliardi di euro. Ora, con le riaperture a singhiozzo previste nelle bozze del Dl Riaperture, la normalità è ancora lontana e le tensioni finanziarie si fanno sempre più forti. Per questo chiediamo al Governo di attivare con il ‘Fondo filiere in crisi’ anche misure di sostegno per far fronte alla sofferenza dei mancati pagamenti e strumenti a sostegno della ristorazione». 
E’ quanto dichiarato ieri dal segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, a commento della discussione sul Decreto legge “Riaperture” che era all’ordine del giorno in Consiglio dei ministri. «La ristorazione – ha aggiunto Castelletti – è da sempre la migliore alleata del vino e anche in questa congiuntura condividiamo le difficoltà di uno dei settori più colpiti dalla crisi, certi che una volta tornati alla normalità il binomio torni a essere il principale testimonial del made in Italy. Uiv ritiene che in vista delle riaperture – in particolare le più imminenti degli Stati Uniti e del Regno Unito – il settore necessiti anche di una forte azione di promozione per capitalizzare la propria immagine nel mondo e intercettare il ‘rimbalzo’ dei consumi che dovrebbe arrivare più velocemente in alcuni mercati internazionali. È necessario, dunque, aumentare il budget della misura Ocm promozione e semplificare le regole».
Secondo l’Osservatorio di Unione italiana vini, la maggior presenza di vino in cantina (+3,6% sul pari periodo del 2020) è determinato da un’ultima vendemmia in crescita del 3,2%. Ne consegue che gli attuali 200mila ettolitri in eccedenza rispetto allo scorso anno siano quasi totalmente un effetto della maggior produzione. Lo scorso anno il mercato interno (-24% a valore) ha perso dieci volte più dell’export (-2,3%, a 6,3 miliardi di euro), con l’horeca a -38%, le enoteche a -23%, la vendita diretta a -19% a fronte di una crescita del 12% delle vendite nella grande distribuzione. I numeri nel complesso, attenuati dalle performance delle grandi aziende che lavorano con la Gdo, non svelano però le forti difficoltà di migliaia di piccoli e medi produttori, spina dorsale del prodotto Italia, da sempre legati al comparto della ristorazione.

Redazione



La nuova coordinatrice delle Città del Vino della Toscana è Jessica Pasquini, sindaca di Suvereto (Livorno), mentre Monja Salvadori, assessora all’agricoltura del Comune di Montepulciano (Siena), è stata nominata vice-coordinatrice. Plauso dell’assessora regionale Stefania Saccardi. Nel coordinamento anche i sindaci di San Gimignano (SI) e di Montespertoli (FI). Tema caldo, sulla scia dell’esperimento del comune piemontese di Alba, la “vendemmia turistica” per rilanciare il turismo enogastronomico.

«Sono onorata di ricoprire questo ruolo perché la Toscana è una regione di eccellenza vinicola e merita un grande impegno, che porterò avanti con tutto il coordinamento. In questo contesto il mio comune, Suvereto, ha molto da dire insieme agli altri comuni della Costa degli Etruschi, che cercherò di rappresentare al meglio in piena sinergia con i colleghi per proseguire nei progetti di valorizzazione che Città del Vino mette in campo».
Con questa dichiarazione Jessica Pasquini, sindaca di Suvereto (provincia di Livorno), ha salutato la sua nomina a coordinatrice delle Città del Vino della Toscana avvenuta il 26 marzo nel corso dell’ultima assemblea dei Comuni toscani aderenti all’Associazione, tenutasi su piattaforma web per le norme anti contagio. Vice coordinatrice è stata nominata Monja Salvadori, assessora alle attività produttive e all'agricoltura del Comune di Montepulciano (Siena). Entrano nel coordinamento anche Andrea Marrucci, Sindaco di San Gimignano (Siena) e Alessio Mugnaini Sindaco di Montespertoli (Firenze).
Plauso per il «ticket tutto al femminile» da parte della vice presidente e assessora all’agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi, che ha affermato: «sono contenta che siano due donne alla guida di una realtà così importante e rappresentativa come le “Città del vino della Toscana”. E’ un ticket tutto al femminile che dice quanto, anche nella filiera vitivinicola, il ruolo delle donne appaia oggi sempre più rilevante». «Per ottomila anni – ha aggiunto - il vino è stato un ambito quasi solo maschile, ma ormai non è più così e l’immagine del vino del terzo millennio appare decisamente femminilizzata grazie al nuovo ruolo delle donne nella produzione, nel commercio e anche nei consumi. Le donne guidano oggi un terzo delle cantine italiane e il 24 per cento delle imprese commerciali al dettaglio del vino. A livello mondiale poi sono loro a comprare la maggior parte delle bottiglie ed il 40 per cento dei corsisti wine expert. La nomina di Jessica Pasquini e Monja Salvadori è quindi una felice conferma di questa tendenza».
Durante l’assemblea in cui è avvenuta la nomina di Jessica Pasquini gli amministratori pubblici intervenuti hanno manifestato «la volontà di rilanciare l’azione del Coordinamento delle Città del Vino della Toscana in stretta collaborazione con la sede nazionale di Siena». Uno dei temi che sono stati discussi è «la possibilità di attuare anche presso le aziende della Toscana la cosiddetta “vendemmia turistica”, su esempio di quanto realizzato dal Comune di Alba, Città del Vino piemontese che lo scorso autunno ha sperimentato con successo l'accordo siglato con l’Ispettorato del Lavoro locale e le associazioni di categoria per consentire ai turisti di partecipare in qualità di ospiti alla vendemmia evitando alle aziende spiacevoli conseguenze relative ad equivoci che potrebbero verificarsi in seguito a possibili controlli contro sfruttamento e lavoro nero. Un esempio, questo, di come grazie alla rete delle Città del Vino, si possano conoscere e diffondere buone pratiche tra i Comuni, con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita dei territori amministrati e di favorire il rilancio del turismo enogastronomico che tutti si augurano possa ripartire al meglio quando le condizioni sanitarie lo consentiranno, si spera già da questa estate».
Tra gli altri argomenti affrontati, la possibilità di partecipare al bando per la nomina di Città Italiana del Vino 2022, vista la positiva esperienza avuta dai Comuni di Montespertoli e Montepulciano che hanno partecipato alla prima edizione del bando lo scorso anno, «grazie al quale abbiamo attivato progetti e collaborato con le aziende del nostro territorio che stiamo portando avanti», come hanno sottolineato sia il sindaco di Montespertoli Mugnaini sia l’assessora Salvadori, giudicandola «una esperienza estremamente positiva». Si è parlato inoltre del prossimo Concorso Enologico Internazionale Città del Vino, in programma a Castelvetro di Modena dal 20 al 23 maggio, al quale sono invitate a partecipare tutte le aziende vitivinicole che possono mettere in gara i loro vini.
La nuova coordinatrice entra di diritto a far parte del Consiglio Nazionale dell'Associazione Città del Vino che il prossimo mese di novembre sarà chiamato ad eleggere il nuovo presidente per il triennio 2022/2024 nel corso dell'Assemblea nazionale che si terrà a Barolo, eletta Città Italiana del Vino 2021.

L.S.

 

 

Approvata dalla Regione Toscana la graduatoria definitiva dei progetti ammissibili al contributo nell'ambito della misura “Promozione del vino sui mercati dei Paesi Terzi” per la campagna 2020/2021.
I 13 milioni di euro messi a disposizione consentono di soddisfare tutte le domande di anticipo presentate e ritenute ammissibili, cioè 36 progetti che coinvolgono quasi 500 imprese.
Dal 2008 ad oggi ammontano a 96 milioni di euro i fondi europei che la Regione Toscana ha destinato a questa misura, attivata nell'ambito della cosiddetta "OCM Vino" (Organizzazione comune del mercato del settore vitivinicolo). La misura è finalizzata ad aumentare la competitività dei produttori di vini sui mercati extra-UE, attraverso azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità, che mettano in rilievo gli elevati standard dei prodotti dell'Unione, in particolare in termini di qualità, sicurezza alimentare o ambiente. Sono state finanziate inoltre anche la partecipazione a manifestazioni, a fiere ed esposizioni di importanza internazionale, campagne di informazione, studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione intraprese.
«Il potenziamento delle attività di promozione delle nostre imprese vitivinicole - ha detto la vicepresidente e assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi - è uno degli obiettivi primari che ci siamo posti, soprattutto considerando che quella vitivinicola è una delle filiere di traino del settore agroalimentare. Garantire il sostegno dei soggetti coinvolti, imprese e consorzi, rappresenta dunque un elemento cruciale di rilancio e ripresa, e l'obiettivo è non lasciare indietro nessuno dei mercati extra-UE, soprattutto in questa fase di particolare difficoltà legata alla pandemia da Covid-19».
Le attività previste nei progetti inizieranno a partire dal primo aprile 2021.

Redazione

 

 

Pubblicati l’8 marzo gli elenchi delle aziende ammesse e ammissibili nelle tre sezioni (Europa 10-14 maggio, Asia & Oceania 24-28 maggio, America 7-11 giugno) della manifestazione business-to-business “BuyWine Toscana” riservata ai nostri vini Docg, Doc e Igt. Su 239 domande pervenute solo 2 esclusioni: le 87 imprese ammissibili oltre il tetto di 50 ammissioni per ogni sezione sono in lista d’attesa. Tanti servizi offerti agli operatori che partecipano all’evento.


«La grande risposta delle imprese toscane a questa iniziativa, anche in un momento così complicato per chi sta organizzando eventi business, è il miglior indicatore della vitalità del nostro sistema vitivinicolo regionale. Si tratta di un “esperimento” a cui teniamo tanto, mai tentato prima negli oltre dieci anni di BuyWine Toscana. Lo avevamo annunciato e abbiamo accettato la sfida perché l’agroalimentare toscano non si ferma: se non possono venire i compratori qui, andremo noi da loro. Oggi la tecnologia ce lo consente. Vedremo poi i risultati, ma per ora siamo al lavoro per dare un servizio (pubblico) alle nostre imprese».
Questo il commento dell’assessora all’agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi alla notizia della pubblicazione degli elenchi delle 150 aziende vinicole ammesse, su 239 richiedenti, a BuyWine 2021, la più grande iniziativa business-to-business per il settore vitivinicolo toscano, organizzata da Regione e Camera di Commercio di Firenze e riservata a imprese singole e associate che producono e commercializzano vini Docg, Doc e Igt (vedi nostro articolo)
Come si può verificare nel sito web della Regione a questo link, il decreto n. 3517 dell’8 marzo 2021 ha stabilito ed elencato le aziende ammesse alla manifestazione (50 per ciascuna delle tre sezioni in cui è articolata BuyWine: Europa 10-14 maggio, Asia & Oceania 24-28 maggio, America 7-11 giugno) e quelle ritenute ammissibili ma oltre il 50° posto, che saranno quindi inserite in una lista d’attesa e verranno chiamate in ordine di graduatoria, in caso di rinunce o scorrimenti. Su 239 che hanno fatto domanda solo 2 sono state escluse, e in uno dei casi si è trattato di rinuncia, non di mancanza dei requisiti. Nella sezione Europa, che include oltre all’Unione Europea la Svizzera e il Regno Unito, non ce l’hanno fatta 51 aziende ammissibili, perché le domande erano 101. Mentre nella sezione Asia & Oceania, composta da Giappone, Corea del Sud, Cina, Sud-est asiatico, Australia, Taiwan, Hong Kong, sono risultate ammissibili 86 imprese, cioè 36 in più del tetto previsto. Esattamente 50 invece le aziende ammissibili, e quindi ammesse, nella sezione America, comprensiva di Stati Uniti, Canada, Messico, Colombia e Perù.

I servizi offerti al BuyWine 2021
L’adesione alla manifestazione “BuyWine Toscana 2021” prevede, per gli operatori che saranno ammessi a partecipare, l’erogazione dei seguenti servizi:
- Partecipazione agli incontri B2B dell’area geografica (area) che sarà assegnata previa profilazione, scelta reciproca e creazione di un’apposita agenda di appuntamenti: gli incontri si svolgeranno in modalità digitale sulla piattaforma dedicata all’evento e personalizzata, con l’assistenza degli organizzatori, e avranno luogo, per ogni macro area, nelle date sopra indicate. Per ogni seller gli appuntamenti saranno distribuiti, indicativamente, nell’arco di 3 mezze giornate.
Per ciascuna azienda si prevede: l’accesso alla piattaforma informatica per la profilazione; un catalogo dettagliato degli operatori partecipanti (buyer) tramite la piattaforma digitale; l’incrocio delle preferenze espresse dalle aziende seller con quelle dei buyer;  la creazione dell’agenda personalizzata; una stanza virtuale esclusiva, personalizzata da identificativo aziendale; l’assistenza tecnica online del personale durante gli incontri b2b.
- Invio ai buyers di campioni di vino: ciascun seller ammesso alla sessione di b2b dovrà mettere a disposizione una campionatura dei propri vini per invio ai buyers con i quali avrà appuntamento in agenda. La campionatura potrà contenere fino ad un massimo di 4 referenze, che saranno inviate ai buyer sotto forma di “Vinotte”. Ogni buyer riceverà la stessa campionatura, non sarà possibile inviare diverse etichette a diversi destinatari. Il ritiro delle bottiglie di vino presso l’azienda, il riconfezionamento e l’invio ai buyer sarà completamente a carico dell’organizzazione.
- Partecipazione al seminario preparatorio, finalizzato alla illustrazione delle caratteristiche specifiche del format dell’evento 2021 e delle attività consigliate, prima, durante e dopo gli incontri, per cercare di ottenere il massimo risultato dai meeting, con l’obiettivo di favorire l’instaurazione di rapporti commerciali, una volta terminata la manifestazione. Questo seminario avrà una durata indicativa di 1 ora 30 minuti e si svolgerà lunedì 29 marzo 2021 alle ore 15.

Redazione