Filiera vite-vino
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Il Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) ha riconosciuto il Consorzio di tutela DOP Suvereto e Val di Cornia Wine ai sensi dell’art. 41 della legge 238/2016, con conseguente attribuzione delle funzioni di tutela, promozione e cura delle Denominazioni tutelate - Suvereto Docg, Rosso della Val di Cornia Docg e Val di Cornia Doc - previste dalla norma.
Lo ha reso noto ieri la Regione Toscana con un comunicato in cui ha specificato che «l’elevata rappresentatività della filiera ha fatto sì che le stesse funzioni siano assegnate in forma ‘erga omnes’, vale a dire nei confronti di tutti i soggetti iscritti al sistema dei controlli, prescindendo dal loro vincolo associativo».
La nascita ufficiale del Consorzio di tutela DOP Suvereto e Val di Cornia Wine, ha dichiarato l’assessora all’agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi, «apre nuovi scenari importanti, dalla modernizzazione dei disciplinari di produzione alla promozione sui mercati UE ed Extra-UE, candidando progetti sui bandi PSR e OCM».
«È un risultato atteso e importante – ha commentato il presidente del Consorzio, Nico Rossi – che testimonia la volontà dei viticoltori locali di investire in modo deciso sul proprio territorio, tramite un percorso di valorizzazione e ammodernamento delle tre Denominazioni a noi affidate». Si tratta di «un obiettivo indispensabile – ha aggiunto Rossi - per la nostra affermazione sul mercato nazionale ed estero».
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Dal 14 al 16 febbraio 2022 a Paris Expo Porte de Versailles si svolgerà la manifestazione “Wine Paris & Vinexpo Paris”, occasione d’incontro internazionale per gli operatori della filiera del vino e dei distillati. Il direttore di Vinexposium Rodolphe Lameyse: «stiamo mobilitando tutte le nostre risorse per attirare acquirenti chiave a livello mondiale». Costante attenzione all’evolversi delle condizioni sanitarie e delle linee guida del Governo per il buon esito dell’evento.
Attesissima dalla filiera del vino e dei distillati, che non si è più riunita a Parigi da quasi due anni, “Wine Paris & Vinexpo Paris”, manifestazione di punta del gruppo Vinexposium nata dall’unione di Vinovision e Vinisud e la successiva alleanza con Vinexpo, sarà il primo grande evento internazionale di settore dell’anno. Accoglierà circa 2.800 espositori da 32 paesi, con la Francia ampiamente rappresentata grazie a partecipazioni rafforzate di tutte le regioni, che sostengono questa importante fiera centrata sull’export e hanno deciso unitariamente di andare avanti come da programma tenendola il prossimo mese, da lunedì 14 a mercoledì 16 febbraio 2022.
E’ quanto reso noto nei giorni scorsi da Vinexposium, gruppo leader nell’organizzazione di eventi per il settore vitivinicolo, con un comunicato in cui si afferma che «il protocollo sanitario vigente sarà attuato con il massimo rigore al fine di garantire il corretto svolgimento dell'evento assicurando al contempo il comfort e la convivialità attesi dai partecipanti». Pertanto, tra le varie misure, un valido pass sanitario (o pass vaccinale a seconda del regolamento in vigore) sarà indispensabile per accedere all'evento, così come sarà obbligatorio l'uso della mascherina. Saranno inoltre favoriti i badge di accesso digitali (e-badge) e un processo di pulizia avanzato verrà utilizzato in ogni area durante i tre giorni dell'evento.
Queste condizioni permetteranno a tutti i partecipanti di beneficiare della ricchezza del programma dell’edizione 2022, che sarà scandita da eventi imperdibili. Il programma era progettato per offrire a tutti i professionisti un'esperienza fisica ottimizzata con numerose masterclass e degustazioni qualitative, interventi multiformato di esperti e personalità stimolanti nonché acclamati spazi tematici: «”Be Spirits” renderà onore ai distillati e alla mixology, “Wine Tech Perspectives” offrirà un tuffo nell'innovazione e digitalizzazione del settore e “La Nouvelle Vague” metterà in luce giovani viticoltori e talenti».
«Wine Paris & Vinexpo Paris sarà il primo momento clou dell'anno per il settore – ha dichiarato Fabrice Rieu, presidente di Vinisud - e noi saremo più uniti che mai per farne un grande avvenimento al servizio del dinamismo commerciale di febbraio».
«Siamo stati particolarmente attenti – ha detto Jean-Martin Dutour, présidente di Vinovision - alle condizioni sanitarie in modo da accogliere tutti i professionisti in un ambiente favorevole agli scambi di qualità. È essenziale che ci riuniamo e Parigi ancora una volta ci offre ottime condizioni per farlo».
A poche settimane dall’apertura, «stiamo mettendo tutte le nostre energie per portare a termine l'appuntamento che il settore si aspetta – ha affermato Rodolphe Lameyse, direttore generale di Vinexposium -. Stiamo mobilitando tutte le nostre risorse per attirare acquirenti chiave a livello internazionale e fare di “Wine Paris & Vinexpo Paris” un evento formidabile in tutti i suoi aspetti».
Il team di Vinexposium è in costante monitoraggio del contesto sanitario e delle linee guida del Governo per garantire il successo dell'evento. Per ulteriori informazioni, visitare vinexposium.com.
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Sintesi dei risultati del progetto triennale Life Green Grapes coordinato dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura per ridurre l’uso di fitofarmaci in viticoltura, alla cui filiera è da imputare circa 1/4 dei 120 milioni di kg di fitofarmaci usati ogni anno in Italia. Con i protocolli di difesa fitosanitaria Green Grapes, oltre alla riduzione dei residui chimici nelle produzioni finali di uva da tavola e da vino, minore impatto ambientale a parità di qualità (caratteristiche organolettiche e merceologiche) e quantità del prodotto (produttività delle piante) rispetto al metodo della lotta integrata. Fra le prospettive il progressivo «abbandono di sistemi basati sull’esclusivo impiego di fungicidi, come il rame in viticoltura biologica».
«Una riduzione fino al 50% dell’uso di fitofarmaci lungo tutta la filiera produttiva – dai vivai ai vigneti – è possibile, sostenibile e in grado di fornire output qualitativi e quantitativi equivalenti rispetto a quelli ottenuti mediante la normale gestione integrata o biologica aziendale».
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La Wine and Spirit Trade Association ha chiesto nella seconda metà di novembre al Governo britannico misure urgenti per sbloccare i rallentamenti delle importazioni di vino nel Regno Unito (tempi aumentati anche di 5 volte) per mancanza di conducenti di mezzi pesanti. Ed Baker, amministratore delegato di Kingsland Drinks, che in questo periodo dell'anno commercia 2,5/3 milioni di litri di vino a settimana: «se i prodotti arrivano in ritardo, alcune bevande festive potrebbero non arrivare sugli scaffali dei supermercati per Natale».
«Intraprendere un'azione urgente riguardo alla carenza di conducenti di mezzi pesanti e alle interruzioni del trasporto merci per evitare che alcune delle nostre bevande preferite scompaiano dagli scaffali dei supermercati del Regno Unito».
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Confagricoltura Toscana stima un calo della produzione di vino del 15%, causato da gelate di aprile e siccità estiva, e prevede rincaro dei prezzi di almeno il 10% per via dell’aumento dei costi produttivi; per Francesco Colpizzi la qualità è eccellente ma l’incremento dei costi delle materie prime continuerà a pesare ed è necessario un intervento a livello nazionale. Mentre Fedagripesca Toscana parla di calo del 30% delle uve conferite, fermatesi sotto i 300 mila quintali, e di aumenti in vista di 20/30 centesimi a bottiglia; per Ritano Baragli probabilmente la Regione Toscana potrà fare poco riguardo alle calamità di quest’anno, perché erano assicurabili.
Un’ampia rappresentazione dello stato della filiera del vino in Italia e nello specifico di alcune regioni, fra cui la Toscana, è stata fornita oggi dall’inserto Speciale Vino del Quotidiano Nazionale – La Nazione. Dei molti dati, stime e analisi fornite, citiamo solo le seguenti. A livello nazionale, produzione del 2021 in calo del 9% in quantità sul 2020; ripresa nella prima parte dell’anno delle vendite di vino, che stanno superando i livelli pre-pandemia; esportazioni cresciute in valore del 14% sul 2020 e del 10,7% sul 2019, con però un valore medio del vino ancora basso rispetto a competitor come la Francia. Mentre a livello regionale toscano le stime produttive sono di un calo attorno al 10%, con un totale di non più di 2 milioni di ettolitri.
Ma ancora più negative sono le stime avanzate nei giorni scorsi, in attesa dei dati definitivi, da Confagricoltura Toscana prima e qualche giorno dopo da Fedagripesca Confcooperative Toscana.
«La qualità del vino in Toscana per la vendemmia 2021 è veramente eccellente, probabilmente ancora migliore rispetto a quella delle ultime annate, da questo punto di vista possiamo stare tranquilli – ha dichiarato il presidente della Federazione Vitivinicola regionale di Confagricoltura, Francesco Colpizzi -. I problemi però ci sono: da un lato, pur ancora in attesa dei dati esatti, la produzione, per le gelate di aprile e la mancanza di pioggia nei mesi estivi è calata notevolmente, di circa il 15%, dall'altro lato i costi unitari sono aumentati e questo potrà incidere sul consumatore finale, con un incremento dei prezzi che difficilmente potrà essere inferiore al 10%». «L'incremento – ha aggiunto - è dovuto anche al fatto che il costo per le materie prime sono aumentate, come la cellulosa, il vetro e l'energia: un aspetto che, naturalmente, non riguarda solo il settore vitivinicolo ma anche altri comparti. A livello produttivo i cali maggiori si sono avuti nelle aree meridionali della regione, come in Maremma e a Montepulciano, ma anche le altre zone della collina interna vocate alla produzione del Brunello, del Chianti, della Vernaccia di San Gimignano e del Chianti Classico, registrano sensibili criticità». «La previsione – ha concluso Colpizzi - è che i prezzi possano aumentare ancora, visto che non sembra arrestarsi l'incremento dei costi delle materie prime. Oltre ad aver già rappresentato nei giorni scorsi questi problemi al vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi, chiediamo un intervento a livello nazionale, per venire incontro ai tanti produttori di vino italiani, che fanno un prodotto di eccellenza, riconosciuto in tutti il mondo».
In una nota del 26 novembre Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana e presidente della Cantina sociale Colli Fiorentini, si è così espresso sull’annata 2021 del vino toscano: «a causa dei cambiamenti climatici, sono stati conferiti meno di 300mila quintali di uve, con una perdita media intorno al 30%: il problema è che pochi agricoltori erano assicurati per le gelate. Va fatta poi una distinzione: le cantine con un territorio ristretto e pochi ettari hanno perso anche il 50% della produzione, mentre la perdita è inferiore per coloro che hanno più ettari di vigneti e magari una posizione migliore a livello di altezza».
«Leggo di preoccupazioni da parte dei consumatori – ha continuato - ma vorrei precisare: gli agricoltori hanno già sostenuto aumenti, hanno prodotto molto meno rispetto al passato e quindi i ricavi saranno inferiori. Ci scuseranno se ci sarà un piccolo incremento, di 20-30 centesimi in più sulla bottiglia di vino».
«Le gelate hanno portato criticità - ha concluso Baragli -. A questo poi è seguita la siccità, logico che dunque c'è stata una perdita grave di produzione. Abbiamo più volte incontrato l'assessore regionale Stefania Saccardi ma va detto che in questo caso la Regione può fare poco perché tutte queste calamità naturali erano appunto assicurabili. Certo, se verrà dichiarato lo stato di calamità naturale potranno scattare degli interventi, certamente utili anche se non risolutivi al 100%».
L.S.





