Filiera vite-vino

vino italiano in calo nella gdo Usa Germania Uk

Nel I semestre del 2022 netto calo di vendite di vino italiano nella grande distribuzione dei tre mercati mondiali top della domanda: Usa, Germania e Regno Unito.

 
Le vendite di vino tricolore tra gli scaffali di Stati Uniti d’America, Germania e Regno Unito hanno registrato nel primo semestre del 2022 «un calo dei volumi in doppia cifra (-10,6%) sul pari periodo dello scorso anno, per un controvalore di 2,26 mld di euro (-8,1%)».
Questi i dati dell’Osservatorio del Vino dell’Unione italiana vini (Uiv) – Vinitaly riguardanti la grande distribuzione organizzata (gdo) e i liquor store «dei tre principali mercati mondiali della domanda» resi noti nei giorni scorsi da Uiv.
«La contrazione – continua la nota di Uiv - riguarda tutte le principali denominazioni del Belpaese: negli Usa il Pinot grigio (che rappresenta quasi la metà delle vendite di vini fermi) cede in volume quasi il 3% e viene superato a valore dai concorrenti neozelandesi del Sauvignon blanc; in difficoltà anche altri alfieri storici del made in Italy nel mercato a stelle e strisce, come il Lambrusco e il Chianti, che vendono rispettivamente il 16% e l’11% in meno delle bottiglie commercializzate nel pari periodo 2021. E se negli Usa il Prosecco è stabile e si appresta ad agganciare per volume gli spumanti californiani, nell’off trade del Regno Unito è segnalato in forte calo (-18%), come pure tutte le principali produzioni: dal Pinot grigio (-9%) al Sangiovese (-22%), dal Primitivo (-18%) al Montepulciano (-15%). In controtendenza sono i rosati, che accelerano a +12%. In Germania il Primitivo, re delle vendite tricolori, cede oltre il 9% dei volumi acquistati, mentre fanno ancora peggio il Pinot grigio (-18%), il Nero d’’Avola (-24%) e il Chianti (-19%). In controtendenza invece il Grillo (+6,5%) e i rosé (+9%)».
Per il segretario generale di Unione italiana vini Paolo Castelletti: «c’è un delta rilevante tra i dati export registrati in questo avvio di anno e gli effettivi consumi riscontrati nella distribuzione organizzata che – è bene ricordarlo – nei top 3 mercati incide in media per circa il 70% delle vendite complessive di vino importato. Il timore è che la contrazione dei consumi determini un rallentamento degli ordini nei prossimi mesi, ancor più quando il peso dell’inflazione si farà sentire più nettamente anche sugli scaffali esteri, mentre si spera che il canale della ristorazione, in netta risalita, possa attenuare il più possibile l’effetto di una congiuntura che non aiuta».
Il semestre del vino italiano, si legge ancora nella nota, chiude con una performance sui volumi acquistati nell’off-trade di Usa, Germania e Uk rispettivamente a -7,5%, del -10,5% e del -14%.
Per approfondimenti e tabelle sui singoli mercati guardare la voce “Report disponibili” qui. 
 

Redazione

Nel sito web del MIPAAF è stato pubblicato il Vademecum vendemmiale ICQRF, con il Quadro sinottico, della campagna vitivinicola 2022-2023. Il link al Vademecum.

Con riferimento alla campagna vitivinicola 2022-2023 è stato pubblicato ed è disponibile a tutti nel sito web del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) il Vademecum vendemmiale dell’ICQRF (l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari).
A renderlo noto, qualche giorno fa, un comunicato del MIPAAF in cui si ricorda che in esso «gli operatori del settore possono trovare indicazioni sui principali adempimenti a carico delle imprese, norme di riferimento e disposizioni applicative».
Il Vademecum comprende infatti «un'ampia illustrazione delle nuove norme che disciplinano le pratiche enologiche, insieme a una sezione dedicata ai documenti di accompagnamento che scortano i trasporti dei prodotti vitivinicoli, con in allegato un quadro sinottico e un'appendice illustrativa dove sono riportati casi e modalità di emissione».
Nel comunicato si avverte anche che «l'ICQRF come ogni anno intensificherà in questo periodo i controlli nel settore vitivinicolo, per prevenire e contrastare comportamenti non conformi alle disposizioni poste a tutela delle delicate fasi di raccolta e movimentazione delle uve, operazioni di trasformazione e circolazione di prodotti e sottoprodotti vitivinicoli. Le verifiche saranno effettuate su tutto il territorio nazionale e particolare attenzione sarà rivolta anche ai prodotti provenienti dall'estero. Uno specifico accento sarà posto sui controlli stradali, ferroviari e portuali».
Nel comunicato viene ricordato, infine, che «ai fini della tracciabilità di cantina e di filiera è operativo dal 2017 il registro telematico del vino, uno strumento fondamentale non solo per i controlli ma anche per le statistiche di settore, a vantaggio dell'intera filiera» e che «gli uffici dell'ICQRF restano a disposizione degli operatori per il regolare svolgimento della vendemmia».
Il Vademecum vendemmiale 2022-2023 si trova qua.

Redazione

La Regione Toscana aiuta il settore del vino con 9 mln per ammodernare le cantine e 11 mln per la promozione nei Paesi non europei. Saccardi: “un momento duro”.


Risorse europee per oltre 20 milioni di euro destinate sia ad ammodernare le cantine attraverso investimenti per la riqualificazione delle strutture di trasformazione e stoccaggio del prodotto (9 milioni), sia ad azioni e campagne per la promozione del vino toscano nel mondo (oltre 11 milioni).
Le mette a disposizione dei propri imprenditori del settore del vino la Regione Toscana attraverso due recenti bandi il cui «effetto combinato», come ha dichiarato nei giorni scorsi l’assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi, «da una parte migliora il processo di produzione del vino in cantina attraverso il rafforzamento delle dotazioni aziendali, dall'altra sostiene le iniziative di internazionalizzazione delle imprese attraverso gli aiuti per la promozione verso i Paesi extra europei e i Paesi emergenti, che rappresentano nuove frontiere da conquistare e possibili nuovi sbocchi di mercato». «In un momento così duro per tutto il settore agricolo – ha spiegato l’assessora Saccardi – crisi energetica, caro-materie prime e siccità stanno mettendo a dura prova le aziende, per cui è ancora più importante il nostro intervento per aiutare chi vuol comunque continuare a migliorare la qualità del prodotto toscano ed a farla conoscere ed apprezzare nel mondo». 

Bando ‘Investimenti’
Il bando, approvato da Artea (Agenzia regionale toscana per le erogazioni in agricoltura) il 4 luglio, ha un valore complessivo di 9 milioni di euro e seleziona progetti finalizzati a rafforzare le dotazioni delle cantine aziendali e per migliorare il rendimento globale delle imprese trasformatrici di uva, per l’adeguamento alla domanda di mercato ed ottenere una maggiore competitività. In particolare, saranno ammessi a finanziamento investimenti per macchine, impianti ed attrezzature (compresi software) collegati direttamente o indirettamente alla trasformazione delle uve da vino, all’imbottigliamento, alla conservazione e all’immagazzinamento del vino; strumentazione per l’analisi dei parametri fisico/chimici dei prodotti lavorati e per il monitoraggio della qualità igienico-sanitaria e nutrizionale dei prodotti; le spese tecniche e di progettazione.
Le domande dovranno essere presentate sulla piattaforma Artea dal 1° agosto e fino al 15 novembre 2022. La graduatoria di finanziamento verrà emessa non oltre il 1° dicembre 2022. I contributi saranno erogati entro il 15 ottobre 2023. Il finanziamento sarà pari al 40% della spesa effettivamente sostenuta (IVA esclusa) per micro, piccole o medie imprese; pari al 20% per imprese intermedie (meno di 750 dipendenti o fatturato annuo inferiore ai 200 milioni di euro); pari al 19% se a far domanda è una grande impresa (con più di 750 dipendenti o fatturato annuo superiore ai 200 milioni di euro). L’importo minimo di spesa ammissibile per ciascuna domanda è pari a 12.500 euro, quello massimo è pari a 250.000 euro, a prescindere dall’importo totale del progetto presentato.
Il bando, spiega ancora una nota della Regione, prevede una serie di premialità, con punteggio maggiore attribuito, ad esempio, ad investimenti con effetti positivi in termini di risparmio energetico e sostenibilità ambientale, alle imprese condotte da giovani agricoltori (età tra i 18 e i 40 anni), ad imprese localizzate in zone ritenute ‘svantaggiate’, oppure in aree con alto valore paesaggistico o ricadenti in terreni confiscati alla criminalità organizzata. 

Bando ‘Promozione’
Le aziende del settore vitivinicolo interessate a far conoscere e promuovere il vino toscano nei Paesi non europei avranno tempo dalle ore 9 di venerdì 8 luglio alle ore 13 di giovedì 11 agosto 2022 per presentare domanda relativamente alla “Misura della promozione del vino sui mercati dei Paesi terzi", inserita anch’essa nel programma nazionale di sostegno del settore vitivinicolo e prevista dalla Organizzazione Comune di Mercato (OCM). Il bando ha un valore complessivo di 11,351 milioni di euro, di cui circa 3 milioni prioritariamente destinati al pagamento dei saldi dei progetti relativi alle precedenti campagne. Le imprese interessate potranno presentare un proprio progetto di promozione e richiedere fino al 50% delle spese sostenute. Il contributo non sarà cumulabile con altri aiuti pubblici, ma lo stesso soggetto potrà partecipare a più progetti, purché siano rivolti a Paesi terzi o mercati di Paesi terzi diversi. Le domande dovranno pervenire alla Regione Toscana tramite il sito di Sviluppo Toscana S.p.A.
Al bando potranno partecipare le organizzazioni professionali ed interprofessionali, le organizzazioni di produttori di vino o loro associazioni di organizzazioni di produttori di vino, i consorzi di tutela, le imprese di produttori singole o associate, i soggetti pubblici con comprovata esperienza nel settore del vino e della promozione dei prodotti agricoli (ad esclusione delle amministrazioni come Regioni, Province Autonome e Comuni), le associazioni (anche temporanee) di imprese, i consorzi, le federazioni e le società cooperative e le reti di impresa.
Il limite massimo di contributo pubblico per ciascun progetto non potrà superare i 600.000 euro, il contributo minimo non potrà essere inferiore a 60.000 per progetti destinati ad un solo Paese ed a 20.000 per Paese qualora il progetto sia destinato a due o più realtà. Sono previsti limiti inferiori nel caso in cui il progetto sia rivolto a Paesi emergenti. I progetti dovranno iniziare il 1° gennaio 2023 e concludersi entro il 30 giugno 2023 (o entro il 15 ottobre 2023 se si sceglie la formula dell'anticipo).
Saranno ammesse a finanziamento le azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità che mettano in rilievo gli elevati standard dei prodotti dell'Unione, in particolare in termini di qualità, sicurezza alimentare o ambiente; la partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale; le campagne di informazione (in particolare sui sistemi delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche e della produzione biologica); gli studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione intraprese. 

Redazione

Altri 3 anni alla presidenza del Consorzio Vino Chianti per Giovanni Busi, in carica dal 2010. Primo obiettivo: aumentare le vendite fino a 1 mln di ettolitri.

«Sono onorato di questa conferma non solo per il prestigioso ruolo di guida di uno dei consorzi vinicoli più importanti del nostro Paese, ma anche perché questa elezione rappresenta il riconoscimento del buon lavoro svolto in questi mandati».
Così Giovanni Busi, due giorni fa, dopo essere stato confermato con voto unanime alla guida del Consorzio Vino Chianti, che conta 3500 aziende socie per 15 mila ettari di vigneto atto a produrre uve destinate a dare vino Chianti docg. Busi, titolare dell’azienda vitivinicola Travignoli, è dal 2010 che presiede il Consorzio Chianti. Vicepresidenti sono Ritano Baragli (cantina sociale Colli Fiorentini) e Alessandro Zanette (Gruppo Italiano Vini).
Passando alle prossime sfide che attendono il Consorzio, Giovanni Busi ha messo al primo posto la «necessità di lavorare tutti insieme per aumentare le vendite della denominazione, passando da 720.000 hl a un milione di ettolitri».
Sarà necessario per Busi un forte impegno sia per la conferma nei mercati tradizionali che sul fronte della ricerca di nuovi mercati di sbocco. «Il mondo del vino – ha detto – sta faticosamente uscendo da due anni di pandemia e, allo stesso tempo, sta affrontando un momento complicato per la guerra in Ucraina che ha mescolato le pedine sullo scacchiere mondiale dell’export. Per il Consorzio ora è fondamentale, da una parte, consolidare le nostre posizioni privilegiate su alcuni mercati e, dall’altra, trovarne di nuovi. È per questo che stiamo puntando con forza ed energia sulla promozione all’estero della denominazione. Nelle ultime settimane siamo tornati in Usa e anche in Asia, registrando ottimi contatti e la soddisfazione delle aziende che hanno partecipato ai tour».
Restano le criticità dei Paesi dell’est Europa. «Ucraina e Russia sono due mercati molto importanti per i produttori del Chianti – ha sottolineato il presidente .- Speriamo che questo conflitto finisca al più presto per evitare altri inutili morti, ma anche per permettere all’economia di ripartire». Nonostante le problematiche nell’est Europa, il Consorzio ha realizzato in questi giorni eventi promozionali a Varsavia ed a Tallin, «conscio che in quell’area le vendite del Chianti possono trovare ulteriori ed interessanti nuovi sbocchi».
«I problemi legati alla guerra – ha ribadito Busi - non riguardano soltanto la difficoltà di accesso ai mercati, ma anche e soprattutto l’impennata dei prezzi di energia e materie prime che stanno mettendo in seria difficoltà la tenuta economica delle aziende. Auspico, nel breve periodo, che il sistema bancario ci venga incontro in questa fase così delicata. Così come spero che il ministero, dopo lunga e meticolosa istruttoria regionale sul disciplinare, renda operative al più presto le proposte di modifica».

Redazione

Il 23 e 24 giugno, all’evento di UIV “Enovitis in campo” nella Tenuta Ca’ Bolani di Cervignano del Friuli, 171 espositori con le ultime tecnologie per le vigne.

Con l’inaugurazione di stamani alle ore 11, a cui interverranno fra gli altri il presidente di Unione Italiana Vini (UIV) Lamberto Frescobaldi e il proprietario della Tenuta Ca’ Bolani Domenico Zonin, e con la contestuale cerimonia di premiazione dei vincitori del concorso “Innovation Challenge”, prende il via oggi la 16esima edizione di “Enovitis in campo”, l’evento espositivo-dimostrativo itinerante organizzato da UIV e dedicato alla presentazione di prodotti, tecnologie, macchinari e servizi per la moderna coltivazione del vigneto. 
Un’edizione con 171 espositori che si tiene per la prima volta in Friuli Venezia Giulia, terra di grandi vini e di confini, polo di attrazione per gli operatori vitivinicoli di Paesi vicini quali Austria, Croazia, Slovenia e Ungheria, ma anche storica culla del vivaismo viticolo. I vigneti che ospitano "Enovitis in campo 2022" sono quelli della Tenuta Cà Bolani a Cervignano del Friuli, nel cuore della Doc Aquileia, che «con oltre 500 ettari rappresenta la più importante estensione a vigna del Nord Italia; un magnifico giardino di vigne e una straordinaria biodiversità, protetti da 999 cipressi lungo i viali che delimitano gli appezzamenti». Acquistata dalla famiglia Zonin nel 1972, «Cà Bolani con i suoi 900 ettari totali di cui 565 vitati, vede protagonisti i vitigni a bacca bianca: Pinot grigio, Sauvignon blanc, Pinot bianco, Friulano, Traminer e Glera, allevati a cordone speronato e guyot, con densità d’impianto di 5.000 ceppi/ettaro».
Come al solito, il cuore della manifestazione è costituito dalle prove e dimostrazioni nel vigneto e quindi in condizioni del tutto realistiche, tali da consentire al visitatore di misurare l’efficacia e l’effettiva applicabilità di quanto proposto dagli espositori presenti. Si possono vedere all’opera, verificandone i risultati, le più moderne tecnologie, materiali e attrezzature impiegabili in tutte le operazioni agronomiche: impianto del vigneto, protezione fitosanitaria e nutrizione, gestione del suolo, gestione della chioma, vendemmia, i più moderni trattori specialistici, irrigazione, gestione e recupero della biomassa, sistemi di controllo e rilevamento per la viticoltura di precisione. «Grazie alla formula itinerante – sottolineano gli organizzatori - "Enovitis in Campo" riesce nel difficile intento di contestualizzare l’impiego delle tecnologie nei vari ambienti pedoclimatici e colturali che caratterizzano il vigneto Italia; anche per questo motivo, in funzione dell’areale di svolgimento, l’ambito merceologico si allarga alle tecnologie per l’olivicoltura».
Al centro della manifestazione c’è l’area tematica “Robot & Automazione”, dedicata alle attrezzature di ultima generazione che si relazionano al vigneto in modo autonomo e che non richiedono quindi il supporto di un operatore umano. Riflettori accesi anche sulle tecniche biologiche, grazie alla rinnovata collaborazione con FederBio Servizi, che ha portato all’allestimento di un vigneto biologico dimostrativo.
Molto ricco il programma di eventi collaterali formativi e informativi, che prevede, dopo l’apertura di stamani con la premiazione del concorso “Innovation Challenge Enovitis in campo 2022” - che ha per protagonisti i macchinari più innovativi del settore - una serie di workshop e presentazioni aziendali in programma presso la tensostruttura nel Vigneto C nel pomeriggio di oggi 23 giugno e nella mattinata di domani venerdì 24 giugno. Fra questi, diversi gli incontri dedicati ai vari aspetti della coltivazione sostenibile, al fine di esplorarne caratteristiche e criticità.
Qui si può consultare il programma.

Redazione

Consorzio Vino Chianti - costi d'energia e materiali

Eletti nuovi consiglieri nel Consorzio Vino Chianti. Il presidente Busi: le aziende non scaricano sui consumatori il +10% dei costi, necessari aiuti bancari.

 
Costi di energia e di materiali (bottiglie, sughero e imballaggi)  saliti del 10% che non possono essere trasferiti sui prezzi finali ai consumatori, con conseguenti ripercussioni sulla liquidità dei produttori di vino. Ma anche segnali di ripresa sul fronte enoturistico e ottimismo per la nuova vendemmia che, salvo siccità troppo prolungata e/o grandinate, dovrebbe ritornare sul livello normale di circa 800 mila ettolitri. 
Questa la fotografia del settore vinicolo scattata il 10 giugno, in occasione dell’assemblea dei soci del Consorzio Vino Chianti, dal presidente Giovanni Busi, che ha anche lanciato un appello al sistema bancario chiedendo che «ci possa dare una mano per traghettare le aziende fuori da questo momento». Cioè «più erogazione di finanziamenti, la possibilità di posticipare le rate dei prestiti e altre forme di sostegno», perché «la priorità adesso è riuscire a reggere di fronte a questa ulteriore tempesta, che sappiamo essere passeggera, per andare verso un 2023 che sarà più roseo». 
Durante l’assemblea i soci hanno anche eletto i nuovi consiglieri del Consorzio. Questa è la lista in ordine alfabetico per cognome:
- Davide Ancillotti (Chiantigiane)
- Ritano Baragli (Cantina sociale Colli Fiorentini)
- Rolando Bettarini (Fattoria di Piazzano)
- Gianluigi Borghini Baldovinetti (Fattoria San Fabiano)
- Luca Brunelli (azienda agricola Martoccia)
- Giovanni Busi (Fattoria Travignoli)
- Bernardo Guicciardini Calamai (Castello di Poppiano)
- Vittorio Fabio Carone (Ruffino)
- Cino Cinughi De’ Pazzi (azienda De’ Pazzi Cinughi Cino)
- Angiolo Del Dottore (cantina Senesi Aretini)
- Stefano Fantechi (Cantina sociale Vicas)
- Marco Ferretti (La Querce)
- Leonardo Francalanci (Fattoria San Michele a Torri)
- Filippo Gaslini (soc. agr. Fondiaria S.A.F.T.)
- Francesco Gera (Castelli del Grevepesa)
- Malcolm Leanza (Vivito soc. coop. agricola)
- Tullio Marcelli (La Torre)
- Maurizio Masi (Cantine Bellini)
- Mario Mori (Cantina dell’Etruria)
- Massimo Peruzzi (Cantina vini tipici dell’Aretino)
- Mario Piccini (Gestioni Piccini)
- Filippo Rocchi (Fattoria Castelvecchio)
- Andrea Rossi (Vecchia Cantina di Montepulciano)
- Giovanni Sani (Marchesi Frescobaldi)
- Massimo Sensi (Sensi Vigne e Vini)
- Vasco Torrini (azienda agricola Torrini)
- Giovanni Trambusti (Chianti Trambusti)
- Alessandro Zanette (Gruppo Italiano Vini)
- Gianni Zipoli (Cantine Leonardo Da Vinci)
 

Redazione