Filiera vite-vino
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il 2 dicembre incontro a Firenze e online organizzato da Accademia dei Georgofili e Collegio nazionale dei Periti Agrari sul tema dell’adattamento della viticoltura ai cambiamenti climatici, inclusi l’impatto sui patogeni e sulla gestione del rischio. Iscrizioni entro le ore 17 dell’1 dicembre. Valido come aggiornamento professionale per i periti agrari.
L’aumento medio delle temperature, gli improvvisi ritorni di freddo in primavera e le frequenti ondate di caldo estivo con alte temperature per più giorni, la diversa distribuzione delle piogge e l’incremento di CO2 nell’atmosfera si fanno sentire sulla viticoltura. Sono fenomeni che possono portare a cali produttivi -l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del vino nel 2021 ha registrato per il 3° anno consecutivo una produzione mondiale ampiamente sotto la media pluriennale -, ma anche all’alterazione dei tempi di maturazione dell’uva e squilibri qualitativi. Di fronte a tali mutamenti ambientali le scelte di gestione e coltivazione, così come le tecniche enologiche, si devono adattare e aggiornare.
Così l’accademico dei Georgofili Paolo Storchi (Crea – Centro di ricerca Viticoltura ed Enologia) introduce, in un articolo sul Notiziario dei Georgofili, i temi principali affrontati nell’incontro organizzato da Accademia dei Georgofili e Collegio Nazionale Periti Agrari e Periti Agrari Laureati (CNPAPAL) giovedì 2 dicembre pomeriggio a partire dalle ore 15. Un convegno, sia in presenza sia online, intitolato “Viticoltura e ambiente: criticità e prospettive. Strumenti per la gestione e pianificazione” e valido come aggiornamento professionale per i periti agrari e i periti agrari laureati (3 CFP), nel corso del quale verranno approfondite tematiche specifiche della coltivazione viticola dal punto di vista scientifico e tecnico. (Per partecipare è necessario compilare entro le ore 17,00 di mercoledì 1 dicembre 2021 questo form. I partecipanti riceveranno le credenziali di accesso alla piattaforma web. Mentre le iscrizioni per la partecipazione in presenza saranno accolte fino a esaurimento dei posti disponibili).
Programma
15.00 - Saluti istituzionali
Coordina: Gilberto Santucci, CNPAPAL – Giornalista - Istituto Agrario "Ciuffelli" Todi
Relazioni:
- “Adattamento all’aumento delle temperature: tecniche colturali, scelte varietali e portinnesti, areali di coltivazione”
✓ Paolo Storchi, CREA - Centro ricerca Viticoltura ed Enologia e Accademico dei Georgofili
✓ Alessandro Spatafora, CNPAPAL
- “Adattamento alle carenze ed eccessi pluviometrici: gestione della risorsa idrica, gestione del suolo, sistemazioni idraulico agrarie e drenaggi”
✓ Simone Orlandini, Università degli Studi di Firenze e Accademico dei Georgofili
✓ Francesco Bello, CNPAPAL
- “Nuove emergenze nella difesa da patogeni e insetti”
✓ Laura Mugnai, Università degli Studi di Firenze
✓ Matteo Gnocato, CNPAPAL
- “Gestione del rischio, condizioni assicurative e stime dei danni nei vigneti”
✓ Marco Orsini, CNPAPAL
18.00 - Conclusione dei lavori
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Al convegno del 15 novembre a Pavia sulla viticoltura e le sfide della nuova PAC orientata all’ecosostenibilità il punto sulle tante linee di ricerca del Crea: tecnologie per l’adattamento della vite ai cambiamenti climatici, prodotti biotech-green e caratterizzazione viti per resistenza a patogeni, stress idrico e qualità, miglioramento genetico e recupero degli scarti di vigneto e cantina. Il vino vale il 14% dell’export agroalimentare italiano. Gian Marco Centinaio: «grazie alla ricerca la nostra viticoltura può produrre oltre alla quantità una sempre maggiore qualità ed essere così una opportunità di lavoro».
La nuova Pac offre diverse opportunità alla viticoltura italiana per accrescere la sostenibilità di tutta la filiera, dalla vigna al calice, senza rinunciare alla qualità ed alla tipicità che hanno premiato il nostro vino nel mercato globale. Una conferma la si è avuta lunedì 15 novembre scorso a Montù Beccaria (Pavia) in occasione del convegno “La viticoltura e le sfide della nuova PAC tra sostenibilità e mercato”, un momento di confronto promosso dal CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) con i suoi Centri di Viticoltura ed Enologia e Politiche e Bioeconomia, alla presenza del Sottosegretario delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Gian Marco Centinaio, con esperti e studiosi del settore.
E’ quanto reso noto da un comunicato del Crea in cui si sottolinea innanzi tutto il ruolo cruciale del settore vitivinicolo dati alla mano: «oltre 652 mila ettari di superficie per vite da vino in produzione, un peso complessivo di circa il 5% della superficie agricola nazionale, un peso di oltre il 10% sul valore della produzione agricola (vino prodotto dalle aziende agricole e uve vendute ai trasformatori) e il 14% del totale delle esportazioni agroalimentari italiane», che «rendono il vino uno dei prodotti più importanti del sistema agroalimentare italiano e simbolo del Made in Italy nel mondo».
Ma quali sono le prospettive delle politiche agricole europee? In che contesto europeo e nazionale si muovono agricoltura e nello specifico vitivinicoltura?
«Nei prossimi mesi – viene ricordato - l’Europa metterà a disposizione un ampio pacchetto di interventi per lo sviluppo di un'economia sempre più verde, attenta alla biodiversità e alla riduzione dell'inquinamento ambientale, nella direzione di una transizione equa e inclusiva, in grado di trasformare le sfide ambientali in opportunità di crescita e sviluppo. La sostenibilità, di fatto, diventa parte integrante anche delle politiche europee riguardanti il cibo, di cui la strategia Farm to Fork, è un esempio per rafforzare la sostenibilità dei sistemi alimentari, sia riducendo la loro impronta ambientale e migliorando l'efficienza energetica, sia aumentando la disponibilità e l'accessibilità economica di opzioni alimentari sane e sostenibili». «La filiera vitivinicola – afferma la nota del Crea - si inserisce in questo quadro, sia grazie ai sistemi di certificazione tradizionali (DOP/IGP, Biologico), sia alle recenti certificazioni di sostenibilità pubbliche e private già operanti (V.I.V.A. ed Equalitas), che escono rafforzate dalla recente introduzione di uno standard unico di sostenibilità nazionale, voluto dal MiPAAF».
Alla luce di tale contesto, la ricerca del CREA è orientata «da un lato verso la caratterizzazione delle nostre uve e dei nostri vini in termini di qualità e tipicità, dall’altro, invece, verso la sostenibilità e la digitalizzazione della filiera e della produzione».
Ad esempio, «la tecnologia svolge un ruolo significativo nel favorire l’adattamento della vite agli effetti dei cambiamenti climatici, grazie alle innovazioni sempre più avanzate, messe a disposizione dall’agricoltura digitale, dalla sensoristica, dai sistemi di supporto decisionale e dalla robotica. E il CREA è molto attivo in questi ambiti, tramite il progetto AGRIDIGIT, finanziato dal MiPAAF e altri progetti europei e PSR regionali».
Inoltre «con il progetto BIOTECH (anch’esso finanziato dal MiPAAF), è impegnato nella realizzazione di prodotti biotech-green e nella caratterizzazione delle viti relativamente alla resistenza ai maggiori patogeni (peronospora ed oidio), allo stress idrico nei portainnesti e agli aspetti qualitativi (aroma moscato, assenza di semi in uva da tavola, maturazione anticipata o posticipata per affrontare i cambiamenti climatici)».
Riguardo poi al miglioramento genetico classico, «l’ente sta implementando il miglioramento genetico con l'ottenimento di piante multiresistenti di decine di migliaia di piante figlie di varietà italiane (Glera, Sangiovese, Primitivo, Malvasie), la caratterizzazione dei vitigni tipici ed il recupero dell'intera biodiversità mediterranea». Infine, «in un’ottica di economia circolare, si sta lavorando sul recupero e la valorizzazione degli scarti di vigneto e cantina per la produzione di prodotti alternativi (cosmesi, farmaceutica, nutraceutica, medicina)».
«Nel corso dell'appuntamento di oggi sono stati affrontati argomenti di notevole interesse per la nostra viticoltura, spunti di riflessione tanto più importanti per una realtà complessa come l'Oltrepò pavese - ha sottolineato il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio -. L'obiettivo è produrre vino di qualità sempre più alta e dare così risposte adeguate al mercato. Grazie al CREA e alla ricerca la nostra viticoltura, e in particolare questo territorio, possono produrre oltre alla quantità una sempre maggiore qualità ed essere così una opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani».
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
Il 13 e 14 novembre a Livorno il Wine Destinations Italia a cura della Scuola Europea Sommelier livornese: un appuntamento con 59 produttori di vino toscani e 13 conferenze per fare il punto sulle prospettive dell’enoturismo, che vede la Toscana prima meta italiana. Assessore regionale al turismo Marras: «il turismo legato all'enogastronomia è in netta ripresa». Assessora Saccardi: «per far diventare la produzione del vino anche un fattore di attrazione turistica è importante l’attenzione al tema della sostenibilità». Grazie a Treedom parte dei ricavi sarà impiegata per piantare alberi utili a compensare la CO2 generata dall’evento.
Cinquantanove protagonisti del vino toscano per un evento che vuole contribuire al rilancio dell’enoturismo regionale. Con incontri sulla situazione attuale e le prospettive del settore ma anche la possibilità di acquistare vere e proprie «Wine Experience» capaci di legare il vino ai tanti territori toscani presenti, da vivere nei prossimi mesi presso le aziende partecipanti.
Ulteriori informazioni qua.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
In base a dati preliminari dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, la produzione nel 2021 è calata rispetto alla media ventennale per gli effetti dei cambiamenti climatici. Coldiretti sottolinea che l’Italia rimane al 1° posto, mentre la Francia con -27% sul 2020 viene sorpassata dalla Spagna. Come cambiano le caratteristiche dei vini e la distribuzione dei vigneti in Italia in seguito all’aumento della temperatura.
«La produzione mondiale di vino è scesa nel 2021 a 250,3 milioni di ettolitri, il 7% in meno rispetto alla media dell’ultimo ventennio, per il crollo dei raccolti nei principali Paesi produttori quali Italia, Spagna e Francia, a causa delle gelate primaverili tardive e delle condizioni meteo complessivamente sfavorevoli».
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
La 12^ edizione di BuyWine Toscana, vetrina internazionale dedicata ai vini DOC, DOCG e IGT della nostra regione, si terrà l’11-12 febbraio 2022 a Firenze. Iscrizioni online fino al 15 novembre: saranno ammesse al massimo 200 aziende. L’assessora regionale all’agroalimentare Saccardi: «con questo bando altra risposta concreta alle imprese vitivinicole toscane, specialmente le micro, piccole e medie». Nell’11^ edizione 4100 assaggi di 886 etichette di vini da parte di 138 buyers di 38 Paesi.
Dopo i risultati delle edizioni 2020 e 2021, riconfermata anche per il 2022 l’organizzazione di BuyWine Toscana, la vetrina internazionale dedicata ai vini DOC, DOCG e IGT. Giunta alla dodicesima edizione, la manifestazione si terrà nei giorni 11 e 12 febbraio 2022 a Firenze, presso il Padiglione Spadolini della Fortezza da Basso.
Redazione
- Dettagli
- Scritto da Andrea Vitali
È stato firmato nei giorni scorsi dal ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli il decreto di nomina dei componenti del “Comitato Nazionale Vini Dop e Igp” per il prossimo triennio.
«Il Comitato, organo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), ha competenza in materia di tutela qualitativa dei vini Dop e Igp e della loro valorizzazione commerciale – come sottolineato in una nota del Mipaaf del 15 ottobre -. E' previsto, infatti, il suo intervento nella procedura di esame delle domande di protezione e modifica dei disciplinari di produzione dei vini Dop e Igp».
Il Comitato Nazionale Vini, che ha poteri consultivi e propositivi, sarà presieduto dal Prof. Attilio Scienza. Sono 19 i membri, scelti tra esperti e rappresentanti di enti e organizzazioni di categoria e professionali della filiera vitivinicola.
I componenti nominati in rappresentanza del Mipaaf sono il dott. Michele Alessi, il sig. Andrea Rossi e il dott. Luca Lauro Marco; in qualità di esperti in campo tecnico-scientifico-legislativo il dott. Michele Zanardo (già presidente del Comitato per il precedente triennio, «a cui va un particolare ringraziamento da parte del Ministro»), la dott.ssa Graziana Grassini e il dott. Gianluigi Biestro; in rappresentanza e in qualità di coordinatore delle Regioni e delle Province Autonome il dott. Francesco Asaro e il dott. Igor Gladich.
Ad essi si aggiungono la dott.ssa Rosanna Zari, esperta nel settore vitivinicolo di qualità in rappresentanza dell'Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali, il dott. Giuseppe Salvini in rappresentanza delle Camere di Commercio, il dott. Paolo Brogioni in rappresentanza dell'Associazione enologi enotecnici italiani, il dott. Alberto Mazzoni in rappresentanza dei consorzi volontari di tutela, il dott. Francesco Ferreri, la dott.ssa Palma Esposito e la dott.ssa Martina Bernardi in rappresentanza delle organizzazioni agricole, la dott.ssa Valentina Sourin e il dott. Stefano Sequino in rappresentanza delle organizzazioni di tutela delle cantine sociali e cooperative agricole e il dott. Gabriele Castelli e il sig. Paolo Castelletti in rappresentanza delle organizzazioni degli industriali vinicoli.
«Quando il Comitato tratta questioni attinenti a una denominazione di origine o a una indicazione geografica tipica – ricorda la nota del Mipaaf - partecipa alla riunione un rappresentante della Regione o Provincia autonoma interessata, nonché un rappresentante del Consorzio di tutela autorizzato, a testimonianza del sostegno che il Ministero dà alla valorizzazione dei forti legami con il territorio che ha questa tipologia di prodotti, uno dei fiori all'occhiello del Made in Italy».
Redazione





