Filiera vite-vino

Alla guida del Movimento Turismo del Vino nazionale è stato nuovamente eletto nei giorni scorsi Nicola D‘Auria, presidente uscente, che ha presentato una nuova squadra per guidare il triennio di mandato. Riconfermata anche la vice presidenza del pugliese Sebastiano de Corato. Nel direttivo si inseriscono anche nuovi nomi come i consiglieri Valentina Togn, presidente del MTV Trentino AA,, Maria Paola Sorrentino, presidente del MTV Campania, Stefania Busà, presidente del MTV Sicilia e Roberta Lilliu, presidente MTV Sardegna, con Filippo Antonelli, presidente del MTV Umbria.
«Quanto fatto dal 2018 a oggi è purtroppo stato limitato dagli eventi che tutti conosciamo – ha dichiarato il neo eletto Nicola D’Auria - tuttavia sono state gettate basi importanti che, sono certo, con la nuova squadra al mio fianco porteranno al raggiungimento degli obiettivi comuni a tutte le regioni del Movimento. Perché da nord a sud siamo accomunati tutti dalla voglia di ripresa e di crescita e dal desiderio di riorganizzare al meglio la nostra capacità di accoglienza. E mi fa piacere sottolineare la forte presenza femminile all’interno del Direttivo che certamente offrirà un quid plus importante». La rivisitazione dello statuto nazionale, l’avvio di importanti relazioni con referenti istituzionali, le partnership con realtà internazionali di settore sono alcuni esempi dei passi avanti fatti dal 2018, una premessa necessaria per progredire e migliorare.
«Sono certo – ha aggiunto D’Auria - che con questa squadra, che dall’estremo nord giunge alle nostre isole principali, riusciremo a riconfigurare il Movimento come un unico organismo dinamico. Pur nelle diversità e caratteristiche proprie di ciascuna regione esistono infatti necessità comuni che il direttivo porterà avanti: dal rafforzamento dell’immagine di MTV, anche attraverso il potenziamento dei canali di comunicazione a nostra disposizione, alle azioni di marketing finalizzate all’incoming internazionale. Dallo sviluppo dei rapporti istituzionali e al rafforzamento e ampliamento delle partnership fino alla formazione in ambito di marketing dell’accoglienza in Cantina e in ambito di attività fiscali e amministrative connesse al settore del turismo enogastronomico».

Redazione

 

 

Le domande di modifica dei due disciplinari verranno adesso inoltrate al Ministero delle politiche agricole per l’esame finale e l’eventuale approvazione. Molte le modifiche per il “Valdarno di sopra”, che allargherebbe la zona di produzione e vedrebbe in etichetta anche il termine “toscano”. Per il “Nobile di Montepulciano” chiesto l’inserimento di 12 unità geografiche aggiuntive.


«Si tratta di modifiche volte a evidenziare i legami col territorio e a sostenere il processo di qualificazione dei nostri vini. Per questo, dopo averle valutate con cura, le abbiamo approvate. Speriamo che anche l’esame del Ministero produca un orientamento simile».
Così l’assessora regionale all’agroalimentare Stefania Saccardi ha commentato il parere positivo della Regione Toscana nei giorni scorsi alle proposte di modifica dei disciplinari di produzione di due denominazioni di origine di vini toscani,  “Valdarno di sopra” e  “Vino Nobile di Montepulciano”. Via libera che rappresentano un significativo passo in avanti nell’iter per la modifica che, dopo il parere regionale, prevede l’esame nazionale: la domanda di modifica, corredata dal parere favorevole della Regione, verrà inoltrata al Ministero delle politiche agricole per l’esame finale e l’eventuale approvazione.
La proposta di modifica relativa alla denominazione “Valdarno di sopra” comporta novità di rilievo, come l’allargamento della zona di produzione, l’eliminazione del riferimento alle due sottozone attualmente presenti (Pietraviva e Pratomagno), l’introduzione di numerose tipologie di prodotto. Inoltre il Consorzio ha proposto di modificare le rese di uva ad ettaro, la gradazione alcolica minima naturale delle uve, la densità di impianto dei nuovi vigneti. Nel pacchetto di richieste figura anche la modifica dell’articolo 7, che comporterebbe l’inserimento in etichetta del termine geografico “Toscano” allo scopo di consentire una migliore identificazione dei vini con il territorio di produzione. La proposta prevede infine la modifica della denominazione da “Valdarno di sopra” a “Vald’Arno di Sopra”.
Per quanto riguarda il Vino Nobile di Montepulciano la proposta oggetto di questa richiesta riguarda la possibilità di inserire dodici unità geografiche aggiuntive introducendo in etichetta una nuova menzione che le contraddistingua, la menzione “Pieve”, denotata dal sistema di pievi che insiste sull’area interessata. Questa modifica è la terza di una serie di cambiamenti intrapresi dal consorzio e dai produttori per una migliore identificazione e qualificazione del loro prodotto.

Redazione

 

 

vino e vitivinicoltura

Confagricoltura apprezza le proposte del Comitato congiunto del settore vino Francia-Spagna-Italia, fra cui la richiesta di proroga per l’uso delle autorizzazioni agli impianti vitati in scadenza nel 2021. L’adesione dell’Italia al Comitato è stata sancita nella riunione del 17 giugno che ha consolidato i rapporti fra i tre Paesi che rappresentano l’85% della produzione comunitaria. 


«Il Comitato congiunto del Settore vino, che vede la partecipazione delle amministrazioni e delle organizzazioni dei produttori di Francia, Spagna e, dall’ultima riunione, anche dell’Italia, ha previsto una serie di istanze che Confagricoltura sostiene con convinzione e che aveva avanzato da tempo. Apprezziamo molto, quindi, questo orientamento e confidiamo in un accoglimento di tali richieste a livello comunitario».
Così Palazzo della Valle ha commentato qualche giorno fa «la decisione del Comitato in occasione dell’ultima riunione del 17 giugno, cui ha partecipato anche Confagricoltura, per una transizione agevole dai programmi di supporto attuali a quelli futuri, così come l’introduzione, fra gli obiettivi della promozione, del consolidamento dei mercati e in particolare la richiesta di proroga per l’utilizzo delle autorizzazioni agli impianti vitati in scadenza nel 2021».
Su questo ultimo punto le amministrazioni di Italia, Francia e Spagna hanno annunciato una lettera congiunta alla Commissione Europea per evidenziare l'importanza di estendere fino al 2022 la validità delle autorizzazioni all'impianto in scadenza nel 2021 che i viticoltori non riescono a utilizzare per la difficile congiuntura economica legata al Covid. «Abbiamo supportato in tutte le sedi nazionali e comunitarie questa richiesta – ha dichiarato Confagricoltura - e annotiamo con grande favore l’iniziativa e lo spiraglio che sembra sia stato aperto dalla Commissione, come annunciato nell’ultima riunione del Comitato congiunto di settore. La Commissione, infatti, ha lasciato intendere che accoglierebbe la nostra richiesta modificando il testo comunitario per concedere la proroga. Se confermato, sarebbe un grande successo per l’Italia ottenuto grazie al lavoro congiunto e alla tenacia dell’amministrazione che ha preso in considerazione le nostre richieste».
Da notare che l’adesione ufficiale dell’Italia al Comitato congiunto del Settore vino insieme alla Francia e alla Spagna è stata sancita proprio nella riunione del 17 giugno scorso che ha consolidato i rapporti fra i tre Paesi che rappresentano insieme l’85% della produzione comunitaria. «Come è stato evidente sin da questo primo incontro ufficiale – ha commentato Confagricoltura dopo aver partecipato alla riunione -  riteniamo che il Comitato congiunto sia uno strumento molto importante per formulare analisi e proposte, e determinante per influenzare le scelte di politica comunitaria e internazionale del settore vitivinicolo, nonché trattare adeguatamente alcuni temi delicati come la situazione e le prospettive del mercato, il rapporto vino-salute e la promozione. Tutti aspetti prioritari per il comparto che necessitano di una visione di insieme pubblico-privata a livello comunitario, che grazie al Comitato è possibile conseguire e alla quale Confagricoltura è sin da subito disposta a supportare».


Redazione


Durante il webinar “Riforma PAC e nuovo OCM vino: il futuro del settore vitivinicolo nel Chianti Classico” il presidente di Cia Siena Berni ha detto che è «fondamentale creare sinergie per portare le aziende agricole di piccole dimensioni a essere più competitive sui mercati», mentre il presidente di Cia Toscana Centro Orlandini ha rimarcato che «i numeri positivi evidenziati dal Consorzio Vino Chianti Classico premiano anche le tante piccole aziende vitivinicole di questo territorio».

«Ogni momento di confronto con il mondo dell'imprenditoria vitivinicola rappresentato dalle associazioni di categoria è di grande utilità per il nostro Consorzio. Per questo abbiamo apprezzato l'invito della Confederazione, in particolare per l'attenzione dedicata ai temi dello sviluppo del territorio e al rispetto dei suoi valori paesaggistici e ambientali».
E’ quanto sottolineato da Carlotta Gori, direttore del Consorzio Vino Chianti Classico, durante un webinar organizzato nei giorni scorsi da Cia Siena e Cia Toscana Centro, in vista della Riforma della Pac e di un nuovo OCM vino, con l’intento di sottolineare l’importanza del territorio e della «qualità delle piccole aziende nel futuro del Chianti Classico». Incontro online che ha visto la partecipazione di circa cinquanta aziende, di Domenico Mastrogiovanni, responsabile politiche comunitarie di Cia nazionale, e del presidente di Cia Agricoltori Italiani della Toscana, Luca Brunelli. 
«E’ sempre più fondamentale riuscire a creare delle sinergie in grado di portare le nostre aziende agricole, spesso di piccole dimensioni – ha sottolineato il presidente di Cia Siena, Valentino Berni – ad essere ancor più competitive sui mercati. Il Chianti Classico è una grande denominazione che esprime da sempre la massima qualità e la grande bellezza del territorio di produzione. Ho molto apprezzato l’intervento del direttore del Consorzio, Carlotta Gori: auspichiamo altre iniziative ed una sinergia di tutto questo territorio».
«I numeri positivi evidenziati dal Consorzio Vino Chianti Classico – ha commentato il presidente Cia Toscana Centro, Sandro Orlandini – con l’aumento delle fascette richieste, premiano anche le tante piccole aziende vitivinicole di questo territorio, che con grandi sforzi sono in grado di esprimere una elevata qualità in bottiglia, pura espressione del territorio di origine, contribuendo ai grandi risultati della denominazione».

Redazione

 

 

imbottigliamento
La Conferena Stato Regioni ha dato il via libera a un decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) di sostegno allo stoccaggio dei vini di qualità. Una misura per dare una mano al comparto a superare le conseguenze della lunga chiusura del canale Ho.re.ca durante la pandemia da Covid-19.
Con il provvedimento si destinano 10 milioni di euro «per lo stoccaggio di vini Docg, Doc, Igt, certificati o atti a divenire tali, e detenuti in impianti situati nel territorio nazionale». E «il testo – come specifica un comunicato del Mipaaf - prevede l'estensione della misura anche ai vini imbottigliati, l'applicazione di sanzioni in caso di mancato mantenimento dell'impegno e la possibilità per le aziende di rinunciare in caso di riduzione proporzionale per eccesso di richieste».
Le domande per ottenere il contributo dovranno essere presentate dai produttori di ogni stabilimento sul portale SIAN (www.sian.it) in base alle disposizioni di Agea che con successiva circolare fisserà le modalità e il periodo di presentazione per un massimo di 5 giorni.


Redazione


reimpianti nei vigneti di Toscana

L’assessora all’agroalimentare Saccardi ha reso noto il via libera della Giunta della Regione Toscana al piano di sostegno alla ristrutturazione e riconversione dei vigneti per il 2021/2022. Superfice ammissibile a domanda: da un minimo di 0,5 ettari (con alcune eccezioni) a un massimo di 30 ettari. Contributo erogato nel limite del 50% dei costi effettivi (incluse le spese tecniche e/o progettazione) fino a un massimo di 16.000 euro ad ettaro (22 mila nelle piccole isole). Seguirà bando per le domande di contributo.


Via libera della Regione Toscana alla misura che concede contributi per ristrutturare e riconvertire i vigneti relativamente alla campagna vitivinicola 2021/2022 e fissa i criteri di priorità che saranno applicati alle domande di sostegno per predisporre la graduatoria dei soggetti ammissibili al contributo.
Sono 15 milioni e 500 mila euro le risorse assegnate a questa misura, attivata fin dal 2000 nell'ambito dei fondi europei della “Ocm Vino” (Organizzazione comune del mercato del settore vitivinicolo), che comunque potrebbero anche aumentare in fase di rimodulazione.
Alla misura possono accedere le persone fisiche o giuridiche titolari di una Unità tecnico economica (Ute) che conducono vigneti, nonché coloro che detengono autorizzazioni al reimpianto valide. Può essere presentata una sola domanda di sostegno per ciascuna Ute. 
La superficie massima ammissibile a contributo per ciascuna Ute non può superare i 30 ettari (con riferimento al totale delle azioni). La superficie minima oggetto della misura ammessa a beneficiare dell'aiuto è fissata per ciascuna domanda in 0,5 ettari per Ute. Ma per le Ute che, al momento della presentazione della domanda, hanno una superficie vitata pari o inferiore a 1 ettaro, la superficie minima di intervento è fissata in 0,3 ettari. E per gli interventi realizzati nelle zone di produzione dei vini a denominazione di origine protetta Candia dei Colli Apuani, Colli di Luni, Ansonica Costa dell’Argentario (limitatamente al comune di Monte Argentario), Elba, nonché nel territorio delle isole toscane, la superficie minima di intervento è pari a 0,25 ettari per Ute.
Sono oggetto di finanziamento le attività di reimpianto per riconversione varietale e per ristrutturazione, compresa la ricollocazione dei vigneti, le attività di riconversione varietale per sovrainnesto e le attività di miglioramento delle tecniche di gestione dell’impianto viticolo. La misura si applica sull'intero territorio regionale. 
Le azioni di ristrutturazione e riconversione dei vigneti devono essere realizzate entro un termine, che verrà stabilito con un successivo atto, tale da garantire la presentazione della domanda di saldo, l’esecuzione dei controlli da parte dell’Agenzia regionale toscana per le erogazioni in agricoltura (Artea) e il pagamento del saldo entro il 15 ottobre 2023. La concessione del contributo avviene esclusivamente con il pagamento anticipato del sostegno pari all’80% del contributo ammesso, cui segue il pagamento del saldo (restante 20%).
Il contributo ai costi di ristrutturazione e riconversione dei vigneti è erogato nel limite del 50% dei costi effettivamente sostenuti (incluse le spese tecniche e/o progettazione), fino al raggiungimento di un importo massimo di contributo pari a 16.000 euro ad ettaro, ridotti a 14.000 euro ad ettaro qualora le richieste presentate superassero del 20% le risorse destinate alla misura. Però, per sostenere la viticoltura in zone ad alta valenza ambientale e paesaggistica, l'importo del contributo viene elevato fino a 22mila euro ad ettaro per gli interventi realizzati nelle piccole isole, cioè le isole con una superficie totale massima di 250 chilometri quadrati caratterizzate da vincoli strutturali o socioeconomici (isole dell’arcipelago toscano). 
Al provvedimento approvato dalla Giunta regionale, seguirà l'adozione del bando per la presentazione delle domande di contributo da parte di Artea, contenente le modalità procedurali per la presentazione delle domande di sostegno, l'individuazione dei soggetti proponenti ed i requisiti che devono possedere nonché tutte le disposizioni necessarie ai fini non solo della presentazione della domanda, ma anche della realizzazione degli interventi. 
«La viticoltura è uno dei settori di traino del settore agroalimentare toscano – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi – e l’aumento della competitività delle nostre imprese vitivinicole è uno degli obiettivi primari che dobbiamo porci: il sostegno a tutti i soggetti coinvolti diventa un elemento cruciale per poter garantire la capacità di stare sul mercato e starci con grandi prodotti».


Redazione