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sottosegretari all'agricoltura D'Eramo e La Pietra
Al ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e forestale sono stati designati sottosegretari l’abruzzese Luigi D’Eramo e il toscano Patrizio La Pietra.
A deliberarlo, come reso noto qualche ora fa dall’Ansa, è stato il Consiglio dei ministri di oggi presieduto da Giorgia Meloni, che ha nominato in tutto 31 sottosegretari e 8 viceministri.
Nato a Pistoia il 10 aprile 1961 e lì residente, Patrizio La Pietra, imprenditore, è un senatore del Gruppo Fratelli d'Italia che nella scorsa legislatura è stato membro, dal 27 marzo 2018 al 12 ottobre 2022, della 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) ed è stato relatore del disegno di legge Liuni “Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico” (vedi). È stato rieletto senatore nella XIX legislatura.
Nato a L'Aquila il 10 maggio 1976, Luigi D'Eramo è un commerciante con diploma d’istituto tecnico commerciale che è stato eletto deputato nella lista della Lega il 19 marzo 2018. Nella passata legislatura è stato componente degli organi parlamentari della VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) della Camera.
 

Redazione

Comuni fioriti di Alba e Ingria - Communities in Bloom
I cinque fiori rossi e altri significativi premi ai “comuni fioriti” piemontesi di Alba e Ingria in occasione della 28esima edizione del concorso internazionale “Communities in Bloom”, che premia l’attenzione agli spazi verdi urbani, alle fioriture e alla consapevolezza ambientale delle città.
La premiazione si è svolta durante il simposio nazionale dell’organizzazione Communities in Bloom – Collectivités en fleurs, che si è tenuto dal 20 al 23 di ottobre a Victoria, nella British Columbia (Canada).
In particolare, come reso noto da un comunicato di Asproflor – Comuni fioriti, unico partner italiano della manifestazione, la città di Alba ha vinto la medaglia di bronzo e un Outstanding Achievement Award (Premio risultato eccezionale) nel “Ball International Plant & Floral Displays Award”, accompagnati da una menzione speciale per il coinvolgimento della comunità nella Consulta del Volontariato, che – come hanno sottolineato i giudici Bob Ivison e Tina Liu - «si occupa di creare connessioni tra i singoli gruppi di volontariato presenti in città, che operano in diversi ambiti: sviluppo giovanile, supporto alla genitorialità, cura dei più anziani, oltre alla conservazione del patrimonio vinicolo e della cultura del tartufo».
Invece Ingria, piccolissimo comune della provincia di Torino, ha ottenuto, oltre ai cinque fiori rossi, massimo riconoscimento della competizione, una menzione d’onore per la conservazione del patrimonio. «Il patrimonio architettonico del paese è stupefacente e fonte di grande orgoglio per gli abitanti – hanno affermato i giudici Susan Ellis e Alex Pearl -. Ogni edificio rispetta rigidi standard architettonici, per quanto riguarda la cura degli esterni, e ogni casa, negozio, chiesa ed edificio istituzionale contribuisce a dar vita a un paese che rimane nel cuore di chi lo visita».
 

Redazione

Lollobrigida ministro dell'agricoltura

Il nuovo ministro dell’agricoltura, che avrà una delega alla “sovranità alimentare”, è Francesco Lollobrigida. Le reazioni delle associazioni degli agricoltori.

 
Ha da poco giurato al cospetto del presidente della repubblica Sergio Mattarella e della neo premier Giorgia Meloni il nuovo ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Francesco Lollobrigida. Avrà la nuova delega della “sovranità alimentare”.
Nato a Tivoli ma residente a Roma, dove si è laureato in giurisprudenza, il deputato Francesco Lollobrigida è cognato della presidente del consiglio Giorgia Meloni e per diversi anni è stato responsabile nazionale dell’organizzazione del partito Fratelli d’Italia. Capogruppo alla Camera dei deputati dal 2018 al 2022, è stato confermato in quel ruolo il 18 ottobre scorso. Può essere considerato una sorta di braccio destro della neo premier. La sua nomina come ministro dell’agricoltura è sulla carta un significativo segno di attenzione del nuovo governo al settore primario. 
«Buon lavoro al ministro Lollobrigida e alla squadra di governo» ha subito titolato ieri una nota di Confagricoltura non appena uscito l’elenco dei ministri del governo di Giorgia Meloni: «prima donna a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio», a cui sono andate «le più vive congratulazioni di tutta Confagricoltura». «Al neo ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, i nostri migliori auguri di un proficuo lavoro - ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. Siamo certi che condividerà con il mondo agricolo il ruolo strategico dell’agricoltura per l’economia del Paese. Ci attendono sfide importanti e dovremo metterci subito al lavoro per rispondere alle esigenze delle aziende agricole che sono chiamate in questo difficile momento a dare risposte in termini produttivi, alle prese con le insidie dettate dai mercati e dalla situazione geopolitica in atto».
Un «buon lavoro all’esecutivo Meloni» è arrivato subito ieri anche da Coldiretti, che per bocca del presidente Ettore Prandini ha ringraziato pure il ministro delle politiche agricole e il presidente del consiglio uscenti Stefano Patuanelli e Mario Draghi. Il cambio di nome del dicastero con l’introduzione del concetto di sovranità alimentare è apprezzato da Coldiretti come «impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all’intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità». Per Coldiretti bisogna «sfruttare i fondi del Pnrr per garantire la sovranità alimentare» ma anche per «ammodernare la rete logistica». Inoltre bisogna dire «no al Nutriscore, al cibo sintetico e agli accordi internazionali sbagliati che penalizzano il Made in Italy» e «fermare l’invasione di cinghiali; realizzare un piano invasi per garantire acqua in tempi di siccità». Infine, conclude Prandini, «bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio una filiera centrale per le forniture alimentari delle famiglie che dai campi alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio».
Oggi è arrivato il comunicato stampa di Cia - Agricoltori Italiani con gli auguri di buon lavoro «al Ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e a tutta la squadra di governo presieduta da Giorgia Meloni, prima donna presidente del consiglio della storia d’Italia». «Auspichiamo che il nuovo Governo dia al settore agricolo il giusto peso nella vita del Paese – ha dichiarato il presidente di Cia Cristiano Fini -. I gravi problemi economici che stanno investendo l’Italia non risparmiano l’agricoltura, anzi, è proprio questo settore che sta pagando uno dei prezzi più alti, stretto tra gli aumenti delle materie prime e dell’energia e dal contrasto degli aumenti per i consumatori. Se si ferma l’agricoltura si rischia, infatti, di far frenare tutta la filiera agroalimentare del Made in Italy. Occorre, dunque, una politica forte a Bruxelles che contrasti, in primis, l’introduzione di uno strumento inutile e dannoso come il Nutriscore. Nel solco della transizione ecologica Cia chiede, inoltre, che non si penalizzi il solo settore agricolo, come rischia invece di avvenire con la proposta di regolamento Ue sui fitofarmaci, che noi bolliamo come inaccettabile». Cia-Agricoltori Italiani è pronta a collaborare su questi temi e «sull’indispensabile difesa delle aree interne del Paese, che sono bacino di un’agricoltura di qualità e hanno bisogno di risorse e investimenti per non spopolarsi».
 

L.S.

Cia Toscana Centro a Impruneta
Una nuova sede per offrire maggiori servizi alle aziende del territorio e per migliorare la qualità degli spazi a disposizione dei dipendenti. 
E’ stata inaugurata oggi nel comune di Impruneta (provincia di Firenze), in località Bottai, la nuova sede di Cia Toscana Centro (Firenze – Pistoia – Prato), che rappresenta 3.500 aziende agricole associate. La sede può contare su locali rinnovati, spazi idonei per corsi di formazione ed eventi associativi, oltre agli uffici in cui vengono erogati servizi. In tutto 400 metri quadri di cui circa 100 di sala, 150 di uffici amministrativi e altri 150 fra magazzino ed archivi.
Al taglio del nastro erano presenti il presidente nazionale Cia Agricoltori Italiani Cristiano Fini, il presidente di Cia Toscana Valentino Berni, oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali: i sindaci di Impruneta Alessio Calamandrei, di San Casciano Val di Pesa Roberto Ciappi, di Bagno a Ripoli Francesco Casini, di Barberino – Tavarnelle David Baroncelli e di Greve in Chianti Paolo Sottani. Con loro Brunella Tarli per la Camera di Commercio di Firenze e vari esponenti politici. 
«Siamo molto entusiasti per questa inaugurazione – ha detto il presidente Cia Toscana Centro Sandro Orlandini -, con questa sede guardiamo con ottimismo al futuro. Sede baricentrica rispetto alle tante agricolture del nostro territorio, una struttura per i corsi, al servizio dei dipendenti e delle imprese agricole».  
«Un momento molto importante in una realtà territoriale altrettanto importante – ha detto Cristiano Fini, presidente Cia Agricoltori Italiani -, perché Cia Toscana Centro associa tante imprese, con un fortissimo legame con il territorio, ed un fortissimo legame fra territorio, agricoltura e turismo. E’ chiaro che sviluppare servizi in una realtà così importante va a merito di un’associazione molto dinamica e molto viva; si vuole investire per il futuro, dare una casa migliore agli agricoltori e ai nostri collaboratori, dove poter fare servizi e politiche sindacali a beneficio delle aziende agricole».
 

Redazione

Mefit - obblighi antincendio - Giurlani e Grassotti
Con un «decreto-ordinanza» firmato ieri l'altro il sindaco di Pescia Oreste Giurlani ha scongiurato il rischio di chiusura che pendeva nuovamente sul mercato dei fiori di Pescia, dopo la verifica, con esito negativo, del 29 luglio scorso dei Vigili del Fuoco sull’adeguamento dell’edificio alla normativa antincendio.  
Giurlani ha deciso di dare seguito alla deliberazione del Consiglio Comunale del 30 settembre che lo invitava «ad adottare qualunque atto sia necessario affinché sia garantita la continuità delle attività di servizio pubblico di mercato all’ingrosso di fiori e piante» e ha decretato «la prosecuzione - in via provvisoria ed in attesa del completamento delle necessarie procedure ad evidenza pubblica connesse al reperimento dei fondi ed all'avvio delle procedure esecutive - dell'attività attualmente in corso nei locali ex Comicent». A confortarlo in questa decisione, come spiegato nelle premesse dell’ordinanza, una serie di valutazioni tecniche di idoneità strutturale dell’edificio gestito dall’azienda speciale comunale Mercato dei fiori della Toscana (Mefit) e il fatto che «sotto il profilo della sicurezza antincendio, anche alla luce delle iniziative in tal senso adottate dal Mefit non appare emergere un rischio grave, attuale ed imminente tale da dover essere assicurato con la chiusura immediata dei locali». 
Ma il decreto-ordinanza - in attesa che arrivino i fondi promessi dalla Regione Toscana (2 milioni di euro) e i fondi richiesti tramite la partecipazione a un bando ministeriale nell’ambito del Pnrr (2 milioni e mezzo), oltre a 1 milione che il Comune reperirà con l’accensione di un mutuo, per il previsto intervento di messa in sicurezza e parziale adeguamento dell'immobile (vedi) - prevede anche precisi impegni da parte degli operatori iscritti al Mefit, per quasi metà florovivaisti e per il resto commercianti di piante e fiori, più una trentina di trasportatori. In particolare, sulla linea di quanto preannunciato in un protocollo d’intesa sottoscritto a fine settembre con le associazioni di categoria degli operatori, ordina che:
A) il Mefit raccolga entro 3 mesi a partire da oggi delle relazioni sommarie con le quali i singoli operatori iscritti, sublocatari e/o aventi diritto, attestino la situazione degli impianti elettrici negli spazi da loro utilizzati;
B) nei successivi 3 mesi i singoli utenti pongano rimedio alle anomalie riscontrate e presentino al Mefit regolari certificazioni degli impianti elettrici dei locali da loro occupati.
A questi impegni principali ne vengono aggiunti altri riguardanti il monitoraggio della struttura e del «carico di incendio» e altre misure volte ad abbattere il rischio di incendi.
 

L.S.