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Il 22 settembre su iniziativa dell’Associazione Piante e Fiori d’Italia è nato un tavolo dei mercati floricoli italiani, aperto alle cooperative di commercializzazione della floricoltura. Genovali: stiamo per fare richiesta al Ministero di «istituzionalizzare il tavolo o gruppo di lavoro a Roma». Intanto a Flormart è stato presentato il nuovo disciplinare delle produzioni italiane legato al marchio associativo col fiore tricolore.


Manca ancora l’ultimo passo: l’ufficializzazione presso il Ministero delle politiche agricole, verosimilmente come gruppo di lavoro presso il tavolo della filiera florovivaistica. Ma il coordinamento o tavolo dei mercati di fiori italiani, a cui Floraviva ha dato il proprio appoggio editoriale nel corso degli ultimi anni, ha visto la luce, anche se non ancora nella sede ministeriale auspicata.
E’ accaduto il 22 settembre durante la seconda giornata di Flormart, il salone del florovivaismo di Padova, in seno all’Associazione nazionale Piante e Fiori d’Italia, che aveva organizzato un incontro sul tema “Quale futuro per i mercati florovivaistici italiani”. All’appuntamento erano rappresentati molti mercati di piante e fiori d’Italia, fra cui anche il Mefit di Pescia, e alcune cooperative impegnate nella commercializzazione di fiori. Con l’eccezione dei mercati di Sanremo (Imperia), Pompei (Napoli) e Vittoria (Ragusa). Anche se, ha detto il presidente di Piante e Fiori d’Italia Cristiano Genovali, le assenze non erano frutto di contrarietà e anche i vertici di questi tre mercati hanno risposto al questionario alla base della pubblicazione presentata ieri con lo stesso titolo dell’incontro.
Come ha illustrato Genovali al termine dell’incontro, «abbiamo detto che c’è da metterci finalmente a ragionare insieme sulle problematiche del settore floricolo italiano e che ognuno di noi, grande o piccolo che sia, da solo non va da nessuna parte. E quindi abbiamo creato un tavolo che possa incominciare a mettere insieme i mercati, quelli qui presenti ma naturalmente aperto a tutti quelli che vorranno partecipare, mercati e cooperative». 
I punti toccati nel corso dell’incontro, ha riferito Genovali, sono argomenti basilari quali: «che cosa è un mercato? e quindi una domanda su quali siano i servizi minimi di cui un mercato debba dotarsi per chiamarsi tale. La logistica, e quindi un inizio di ragionamento su una logistica italiana, cosa molto ambiziosa, che però, magari sfruttando le strutture logistiche già esistenti, si potrebbe anche incominciare a fare in termini concreti. E poi la promozione, che va fatta del fiore, della pianta fiorita in vaso, delle alberature; i mercati secondo me possono interagire sulla promozione, ma questa va fatta come sistema italiano, non per un singolo mercato; nel mondo ci sono i fiori, non ci sono i mercati; bisogna ragionare della promozione del fiore a 360 gradi».
E, a questo proposito, ha sottolineato Genovali, «penso che l’iniziativa che abbiamo realizzato della definizione di un nuovo disciplinare di identificazione delle produzioni italiane», legato al marchio del fiore tricolore di Piante e Fiori d’Italia, – disciplinare che è stato presentato al Flormart e sarà poi promosso in tutta Italia - «può essere un veicolo in più, perché adesso si potrà dire quale è il fiore italiano. E quindi avremo una produzione più mirata perché c’è un marchio che identifica le produzioni italiane e questo è a vantaggio dell’intero settore». 
Ma il tavolo o gruppo di lavoro dei mercati di fiori italiani sarà attivato presso il Ministero delle politiche agricole, come è stato chiesto da tempo e da più parti, o resterà un gruppo interno a Piante e Fiori d’Italia? «Sicuramente ufficializzeremo una richiesta tramite l’Associazione Piante e Fiori d’Italia al Ministero – ha detto Genovali - perché si possa istituzionalizzare anche un gruppo di lavoro dei mercati floricoli italiani che si riunisca a Roma. Nel frattempo, fintanto che questo passaggio istituzionale non verrà fatto, ci riuniremo il 14 e 15 novembre a Leverano, dove faremo il secondo incontro del tavolo dei mercati, con uno step il 13 a Pescia, dove andremo a presentare il marchio Piante e Fiori d’Italia al Mefit». E qualora fosse ufficializzato il tavolo al Ministero, sarà ancora Piante e Fiori d’Italia a coordinarlo? «Quando sarà ufficializzato dal Ministero – risponde Genovali - saranno i mercati che si riuniranno, ma naturalmente quello che mi auguro è che resti il coordinamento all’Associazione Piante e Fiori d’Italia. Ma non è questo il mio obiettivo primario, quanto piuttosto che i mercati si parlino e incomincino a ragionare insieme delle strategie di questo settore».

L.S.

Il pacciamante biodegradabile per coltivazioni in vaso, brevettato a maggio, è in esposizione nello stand del Crea al salone del florovivaismo Flormart, iniziato ieri alla fiera di Padova. Il responsabile del Crea-of di Pescia Gianluca Burchi: «è sostitutivo del diserbo chimico».


«La miscela è formata da un composto collante/legante organico, un additivo attivante e una matrice di natura organica e/o minerale da utilizzare su substrato o suolo».
Viene definito così nel pannello esplicativo dello stand del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) il nuovo pacciamante organico, Biopac, brevettato a maggio dal Crea-of (Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo) di Pescia e dall'azienda Barzaghi, esposto da ieri alla 68^ edizione di Flormart, il salone del florovivaismo di Padova.
«Abbiamo colto l’occasione del Flormart – spiega il responsabile del Crea-of di Pescia Gianluca Burchi - per presentare una innovazione che è stata brevettata proprio quest’anno. Il brevetto è stato rilasciato lo scorso 15 maggio, ed è il risultato di un progetto finanziato dal Ministero dell’agricoltura che ha visto il Crea impegnato con la struttura di Pescia e altri colleghi della struttura di Milano e di quella di Pontecagnano (Salerno). L’invenzione è un nuovo pacciamante per piante in vaso: praticamente si tratta di una matrice collante (ed è questa la vera novità del brevetto) che è stata messa a punto insieme a un’azienda chimica di Milano, la Barzaghi srl, la quale mescolata con una matrice organica (residui vegetali, segatura o trinciato di potature e cose del genere) forma una polvere che può essere messa dentro ai vasi e una volta bagnata fa aderire tutte le particelle organiche (segatura o trucioli ecc.) che vengono utilizzate, per cui quando questo composto si asciuga forma un disco che sigilla il vaso e impedisce la fuoriuscita delle malerbe, le infestanti; anche se ovviamente passa l’aria e il substrato sottostante respira».
«Sono due anni che facciamo le prove e tutte le piante sono cresciute regolarmente senza erbacce – aggiunge Burchi -. Lo abbiamo sperimentato su una quindicina di piante diverse, le abbiamo valutate sia in serra che all’esterno, e l’effetto di contenimento delle malerbe era ancora efficiente. E’ un prodotto assolutamente sostitutivo del diserbo chimico e biodegradabile. Del brevetto sono co-titolari il Crea e l'azienda Barzaghi. Adesso è in fase di studio la commercializzazione».

Lorenzo Sandiford

Nel caso in cui la politica “America First” del presidente Trump dovesse essere perseguita così come rappresentata in campagna elettorale, l’economia italiana potrebbe perdere fino a 1,4 miliardi di euro nelle esportazioni verso gli Stati Uniti, di cui oltre 300 milioni nel solo settore agroalimentare. Lo scenario è stato analizzato in una ricerca di Ismea.

La ricerca è stata presentata al Centro Studi Americani, alla presenza del ministro dell’agricoltura, Maurizio Martina. Il report Ismea disegna così i possibili sviluppi della nuova politica commerciale degli Stati Uniti, dopo i proclami del presidente Donald Trump, il quale ha dichiarato a più riprese di voler difendere i propri prodotti nazionali con la strategia denominata appunto "America First", che potrebbe prevedere una serie di drastiche misure: dall'uso più aggressivo di dazi anti-dumping a un maggior ricorso ad accordi bilaterali, fino ad una esplicita messa sotto accusa dei Paesi che registrano i maggiori surplus commerciali nei confronti degli USA.
Le esportazioni agroalimentari dell'Unione europea verso gli USA hanno raggiunto nel 2016 circa 21 miliardi di euro a fronte di importazioni pari a poco meno di 12 miliardi. Gli USA rappresentano il terzo acquirente delle esportazioni italiane sia complessive che agroalimentari. L’export agroalimentare italiano verso gli USA, che vale complessivamente 3,8 miliardi di euro, è costituito per la metà dai comparti del vino (1,3 miliardi, il 35% del totale) e dell’olio (circa 500 mln, pari al 13%). Rilevante anche il peso delle esportazioni di formaggi e latticini (289 mln di euro, 8% del totale), pasta (244 mln, pari al 6%), prodotti dolciari (198 mln, 5%) e ortofrutta trasformata (196 mln, 5%).
I risultati dello studio indicano che un maggiore protezionismo da parte degli Stati Uniti finirebbe per produrre effetti negativi sulla stessa economia americana. Pertanto – è l’indicazione di policy che emerge – per l’Italia e l’Unione Europea si tratta di partecipare ai negoziati con piena consapevolezza dei diversi scenari possibili e delle conseguenze attese per ciascun attore. Non va infatti sottovalutato il paradosso per cui alla spinta protezionista non possa seguire una maggiore liberalizzazione del mercato.

Redazione

Durante il Sana di Bologna sono stati evidenziati dall'Italia i punti di criticità dell'accordo Ue raggiunto il 28 giugno scorso. Dopo tre anni e mezzo di attesa, la riforma non trova infatti l'approvazione degli operatori italiani: fragilità sul fronte dei controlli per i prodotti di importazione e sulle soglie di residui di fitofarmaci, non ammessi nell'Unione.

L'agricoltura biologica avrà nuove regole scritte che nell'Unione europea saranno applicate dal 2020. Dopo l'accordo sulla proposta della Commissione raggiunto il 28 giugno scorso a Bruxelles dal Consiglio e dal Parlamento Ue, gli uffici tecnici stanno scrivendo il regolamento di base che potrebbe essere portato al Consiglio dei ministri di ottobre, per essere poi approvato definitivamente entro l'anno.
Ma gli operatori italiani del settore contestano la riforma comunitaria che, dopo tre anni e mezzo di rimpalli tra Commissione, Parlamento e Consiglio Ue, potrebbe indebolire il sistema e minare il primato sul mercato interno e su quello internazionale.
L'accordo politico raggiunto dai 28 paesi è però ritenuto blindato e quindi non prevede passi indietro. Per Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, ci sono più rischi che opportunità. Agricoltori, trasformatori e distributori di alimenti biologici, riuniti in FederBio, vogliono in sostanza alzare un argine per frenare l'import di alimenti con standard di sicurezza e qualità spesso inferiori, e che aprono la strada a possibili frodi.
Roberto Zanoni, presidente di AssoBio, ha messo in luce due aspetti fondamentali per le imprese italiane del settore: la definizione di una percentuale di residui accidentali unica per tutti i paesi europei e l'obbligo di imporre il pagamento di sanzioni ai responsabili di eventuali inquinamenti accidentali. Due aspetti ai quali Carnemolla ha aggiunto la necessità di definire un sistema di certificazioni uniforme a livello Ue.
Tutte questioni fondamentali per l'Italia e per la crescita di un settore che, nonostante la crisi economica, continua a registrare incrementi a due cifre in termini di superfici agricole investite, di aziende e di consumi, in particolare attraverso il canale della Grande distribuzione organizzata. Il viceministro delle Politiche agricole, Andrea Olivero, ha sostenuto dunque di non avere intenzione di tradire i consumatori: l'Italia non metterà veti, ma se la riforma Ue lo richiederà, meglio bloccarla.
Da Bruxelles anche Paolo De Castro, vicepresidente della commissione Agricoltura del Parlamento Ue, ha dichiarato che la riforma non è soddisfacente in quanto peggiora l'impianto normativo iniziale.
Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, presente al Sana il 9 settembre, ha dichiarato a sua volta che non si possono accettare passi indietro sulla sicurezza e sulla sostenibilità dei prodotti. Anzi, in Italia si vuole rilanciare ancora: serve un salto di qualità con l'approvazione al Senato del Testo unico sul biologico, che ha già passato il vaglio della Camera. Una legge utile per investire di più nella ricerca, organizzare meglio i produttori e valorizzare le produzioni sui territori attraverso i distretti del biologico.

Redazione

Le temperature si stanno abbassando, ma purtroppo alcune condizioni di siccità persistono. Tra le malattie fungine le più gravi e diffuse troviamo i marciumi basali da oomiceti (Phytophthora spp e Pythium spp.) e da Rhizoctonia solani, nonché la tracheofusariosi. Tra i parassiti animali: tripidi, afidi, cocciniglie e ragnetto rosso sono presenti su molte colture, ma sono soprattutto le larve di lepidotteri (nottuidi e tortricidi) che stanno espandendosi e causando danni di una certa importanza.

Di seguito si riportano alcune problematiche di particolare rilievo suddivise per coltura, problemi emergenti ed interventi fitosanitari/colturali consigliati dall’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo.

Aromatiche: cicaline, afidi, lepidotteri , marciumi basali e Peronospora.
Il rosmarino è l’aroma più diffuso negli impianti ingauni, e su questa coltura si osservano infestazioni di afidi e di cicaline, nonché danni agli apici dei rametti causati da larve di lepidotteri. Soprattutto su rosmarino, ma anche su lavanda e salvia, i marciumi basali da Phytophthora sp. sono molto diffusi, e talvolta gravi.  Su basilico, sia in piena aria che in serra, la peronospora continua a essere presente e i suoi attacchi possono essere contenuti solo adottando serrati piani di difesa. In impianti di basilico in serra si sono osservati gravi danni alla vegetazione causati dalle larve di lepidotteri nottuidi, soprattutto Spodoptera littoralis. La lotta deve essere tempestiva e può essere realizzata attraverso l’impiego di formulati ad es. a base di Bacillus thuringiensis ssp kurstaki, spinosad, clorantraniliprole.

Asparagus spp.: tripidi.
I tripidi continuano a infestare in modo grave molti impianti di asparagi ornamentali, pertanto bisogna intervenire tempestivamente con insetticidi adatti. Si consiglia di eseguire periodici trattamenti alternando principi attivi a diverso meccanismo d’azione.

Calla: cicaline.
In una serra di calle bianche allevate in vaso si sono osservate insolite infestazioni di cicaline.

Ciclamino: lepidotteri , afidi, tripidi, acari tarsonemidi , tracheofusariosi.
Come di consueto a fine estate, le larve di lepidotteri stanno comparendo in molti impianti di ciclamini. L’impiego di trappole a feromoni, di insetticidi biologici a base di Bacillus thuringiensis e di altre sostanze attive ad azione specifica, stanno contenendo le infestazioni, ma bisogna agire preventivamente e tempestivamente.  Gli afidi, con le loro punture di suzione, possono causare la comparsa di bollosità e deformazioni fogliari: intervenire tempestivamente alla comparsa degli adulti. I tripidi purtroppo sono sempre presenti.  Si consiglia di effettuare un trattamento preventivo contro gli acari tarsonemidi che potrebbero causare l’insorgenza di deformazioni fogliari e bronzature; si ricorda di trattare in modo da irrorare bene le giovani foglioline “dell’occhio”, nelle cui anfrattuosità gli acari tendono a rifugiarsi. Si osservano sporadici casi di tracheofusariosi.

Crisantemo: afidi, lepidotteri, aleurodidi, fumaggine, ragnetto rosso, tracheofusariosi.
Le infestazioni di afidi continuano a preoccupare sia negli impianti da reciso che da vaso. Le larve di lepidotteri nottuidi stanno danneggiando la vegetazione in molti impianti: monitorare e intervenire tempestivamente (vedere ciclamino). Su piante sia da reciso che da vaso in serra si osservano infestazioni di Bemisia tabaci e lo sviluppo di fumaggini sulla vegetazione imbrattata dalle deiezioni di questi insetti. Intervenire prima che si verifichi un deprezzamento del prodotto. Su piante in vaso si osservano attacchi di Tetranychus urticae. Sia su crisantemi da vaso, ma soprattutto su alcune varietà particolarmente sensibili da reciso, continuano a manifestarsi disseccamenti dei rami, a cui in genere segue il deperimento dell’intera pianta, causati da infezioni di Fusarium oxysporum f. sp. chrysanthemi.

Curcuma: marciume basale.
Su curcuma da fiore si sono osservati gravi marciumi basali da oomiceti, sono in corso accertamenti per identificare la specie.

Dipladenia, lantana: aleurodidi.
Il caldo sta favorendo lo sviluppo di Bemisia tabaci in molti impianti in serra, ed in alcuni casi le infestazioni sono molto gravi.

Garofano: lepidotteri.
Le larve di lepidotteri tortricidi, Cacoecimorpha pronubana ed Epichoristodes acerbella, stanno causando gravi danni a germogli e boccioli.

Margherita: minatrici, mal bianco, marciume basale.
Sporadicamente su piante in vaso si osservano mine fogliari da larve di microlepidotteri (Bucculatrix chrysanthemella). La lotta può essere effettuata impiegando abamectina, piretroidi e regolatori di crescita. Sporadicamente su varietà sensibili allevate in serra si osservano casi di mal bianco. Sono comparsi, in modo talvolta grave, deperimenti associati a marciumi basali da Phytophthora sp. sia su giovani “alberelli” allevati in vaso sotto ombraio, sia, soprattutto, su piante da reciso allevate a terra sotto serra. In presenza della malattia, eliminare le piante colpite ed effettuare un trattamento con fungicidi ad es. a base di fenilammidi. Si raccomanda di tenere sotto controllo gli impianti di piante madri e di selezionare attentamente quelle da cui prelevare le talee. In condizioni favorevoli allo sviluppo della malattia, si consiglia di effettuare un trattamento preventivo con fungicidi ad es. a base di propamocarb o fosetil alluminio.

Passiflora, Solanum : ragnetto rosso.
Il ragnetto rosso, come già evidenziato nei bollettini precedenti, continua a essere favorito dal caldo e dalla siccità. Si rinnova il consiglio di intervenire in modo mirato alla comparsa dei primi focolai, impiegando acaricidi tollerati dalla coltura e associando formulati ad azione adulticida e ovicida. La lotta biologica per avere successo deve essere applicata precocemente e può essere realizzata impiegando limitatori naturali quali ad es. Phytoseiulus persimilis, Amblyseius californicus o funghi entomoparassiti quali Beauveria bassiana. La lotta chimica può essere effettuata impiegando formulati ad azione acaricida, quali ad es. quelli a base di abamectina, milbectina, bifenazate, clofentezine, etoxazole, exitiazox, fenazaquin, fenpiroximate, pyridaben.

Pittosporino variegato: marciumi basali.
Continuano a comparire deperimenti e collassi improvvisi causati da infezioni di Phytophthora sp. Il micete può colpire piante di tutte le età, ed è facilmente riconoscibile dal colore bruno nero che assumono i tessuti della zona del colletto delle piante malate. Si raccomanda di eliminare le piante sintomatiche e di intervenire con fungicidi a base di fosetil alluminio, propamocarb o fenilammidi.

Poinsettia: aleurodidi.
Bemisia sp. è presente in numerosi impianti, ma nella maggior parte dei casi le infestazioni sono ben contenute attraverso l’adozione di strategie di lotta biologico-integrata basata sull’impiego precoce di insetti utili, quali Eretmocerus spp. e Amblyseius swirskii. Si raccomanda di continuare a monitorare gli impianti e di intervenire in modo mirato. 

Ranuncolo: lepidotteri, lumache, mal del colletto, tracheomicosi.
Si consiglia di monitorare attentamente gli impianti: in caso di erosioni da larve di lepidotteri intervenire tempestivamente con formulati ad es. a base di B. thuringiensis (contro le larve), di piretroidi (contro gli adulti), spinosad. Negli impianti di piena aria in cui si è utilizzata la paglia per coprire i rizomi dopo il trapianto, si consiglia di verificare l’eventuale presenza di lumache o delle erosioni da esse causate: in caso positivo intervenire con formulati adatti, ad es. a base di metaldeide. In numerosi impianti si osservano casi di marciume del colletto da Rhizoctonia solani. Eliminare le piante colpite ed intervenire con fungicidi specifici. La malattia può essere prevenuta impiegando formulati a base di microrganismi antagonisti, quali Trichoderma spp.; in presenza della malattia si possono impiegare formulati ad es. a base di tolclofos metile o iprodione. Deperimenti associati all’imbrunimento del tessuto vascolare dei rizomi sono stati osservati in alcuni impianti in pien’aria a terra allestiti nelle prime settimane di agosto. Si consiglia di asportare dagli impianti le piante colpite ed intervenire con un trattamento con fungicidi ad es a base di tiofanato metile. Alla comparsa dei primi sintomi di deperimento si consiglia di effettuare accertamenti di laboratorio in modo da adottare strategie di difesa mirate.

Rosa: ragnetto rosso, ditteri.
Infestazioni di ragnetto rosso sono presenti sia su piante da reciso che da vaso. - In un impianto di rose da bacca dell’entroterra si sono osservati danni ai cinorrodi, costituiti da gallerie sottoepidermiche, provocati dall’azione di larve di ditteri (Carpomya schineri).

Ruscus: ragnetto rosso, lepidotteri.
Attacchi di ragnetto rosso sono presenti in molti impianti. - Si osservano erosioni a cladodi e germogli causate dalle larve di lepidotteri tortricidi. Intervenire tempestivamente con formulati adatti, ad es. a base di B. thuringiensis (contro le larve), piretroidi (contro gli adulti) spinosad.

Redazione