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Il Fenice Green Energy Park è uno spazio virtuoso di Padova recuperato dall'abbandono e oggi liberamente accessibile alla cittadinanza: un luogo immerso nel verde che favorisce la conoscenza e lo sviluppo di energie rinnovabili, ecotecnologie e sostenibilità ambientale.

Sviluppato in cinque ettari di terreno, il Fenice Green Energy Park organizza corsi di formazione specialistica per aziende e professionisti, laboratori didattici per scuole di tutte le età e attività di educazione ambientale. È uno spazio recuperato dall'abbandono ed è liberamente accessibile alla cittadinanza, o meglio, un sogno diventato realtà, come lo descrive Andreas Spatharos, uno dei suoi fondatori e direttore organizzativo.
Oggi il parco contribuisce a costruire un modello di sviluppo ecosostenibile, predisponendo piani energetici al servizio della cittadinanza e delle imprese e fornendo momenti didattici importante per studenti e insegnati. Fenice Green Energy Park è inoltre una realtà che si autofinanzia e, soprattutto, che produce utili che vengono reinvestiti sul territorio e in favore della cittadinanza. Qui lavorano quindici persone, che fanno parte dello staff ordinario, e nei periodi di grande affluenza, oltre sessanta collaboratori.
Il territorio su cui oggi sorge il parco si trova alle porte di Padova, l'Isola di Terranegra, ed in precedenza era completamente abbandonato al degrado tra spaccio, rifiuti e prostituzione. A dieci anni dalla presentazione del progetto di riqualificazione degli Scout di Padova, il parco prende vita e oggi ospita ogni anno circa 20 mila persone tra scolaresche e altrettante tra famiglie e circa 500 aziende, a dimostrazione del suo successo.

Redazione

Stipulato lo scorso 15 settembre, l’accordo per salvaguardare il patrimonio apistico vede la firma di nove tra le principali associazioni di categoria agricole, riunitesi per impegnarsi a difesa dei preziosi insetti pronubi e del ruolo fondamentale che essi svolgono per l’ambiente. Il protocollo prevede che le parti si impegnino a sensibilizzare i rispettivi associati attraverso buone pratiche agricole.

Con il protocollo di intesa si intende salvaguardare l'azione quotidiana, compiuta dalle api, di tutela della biodiversità e il loro fondamentale supporto alle produzioni sementiere ed ortofrutticole, con particolare riferimento alle specie allogame che necessitano di impollinazione per riprodursi.
La Confederazione Nazionale dell’Agricoltura Italiana (Confagricoltura), la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), l’Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentari, l’Associazione Italiana Sementi (Assosementi), la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (CAI), la Federazione Nazionale Commercianti di prodotti per l’Agricoltura (COMPAG), il Consorzio delle Organizzazioni di Agricoltori Moltiplicatori di Sementi (COAMS), la Federazione Apicoltori Italiani (FAI) e l’Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani (UNAAPI) i soggetti dell’intesa destinata a cambiare il poco promettente panorama attuale.
L’accordo prevede infatti che le parti si impegnino a sensibilizzare i rispettivi associati sulla necessità di evitare, nei periodi di fioritura, insetticidi e altre sostanze che potrebbero risultare tossiche alle api. Esso predispone inoltre un elenco di prodotti fitosanitari consigliati per trattare le coltivazioni sementiere e ortofrutticole in fioritura. Appoggia poi l’utilizzo delle migliori pratiche agricole per promuovere una produzione agricola sostenibile che salvaguardi la biodiversità e, infine, incentiva il confronto tra le parti per risolvere le situazioni critiche così come un tavolo tecnico permanente per prevenirle e monitorarle. Con la speranza che anche le istituzioni, con particolare riferimento al Servizio Fitosanitario Nazionale, si muovano celermente nella stessa direzione.
La filiera agricola, pertanto, è particolarmente sensibile nei confronti delle api, non solo perché gli apicoltori sono gli stessi agricoltori, ma anche perché spesso per ottenere una migliore produzione si ricorre proprio alla presenza degli alveari, che vengono così installati all’interno dei frutteti di produzione industriale. D’altra parte anche la legislazione ne riconosce l’importanza, vietando l’impiego di prodotti per la difesa delle piante che possono essere dannosi agli insetti pronubi durante la fase di fioritura.
Per prevenire i danni al patrimonio apistico, però, è indispensabile una maggiore conoscenza sul comportamento di questi insetti e un confronto tra tutte le parti coinvolte. È su questi presupposti che è stato creato un tavolo di lavoro nazionale tra tutte le rappresentanze dalla filiera agricola per portare proposte e soluzioni all’attenzione dei ministeri competenti, individuare filoni di ricerca e divulgare le conoscenze acquisite presso gli operatori.

Redazione

L’intesa tra Cia-Agricoltori Italiani e Federbio Servizi è stata siglata dai presidenti delle due organizzazioni, Scanavino e Carnemolla, allo scopo di offrire un catalogo di servizi dedicati e integrati: dalla gestione degli adempimenti burocratici al miglioramento aziendale alle opportunità di finanziamento. Sarà inoltre realizzato un marchio ad hoc per rafforzare questi nuovi strumenti per le aziende biologiche.

Garantire la fornitura di servizi integrati di assistenza, consulenza e formazione alle imprese biologiche e a quelle in conversione in un’ottica di collaborazione funzionale. Questo l’obiettivo dell’accordo di partenariato tra Cia-Agricoltori Italiani e Federbio Servizi, sottoscritto oggi a Roma dai rispettivi presidenti Dino Scanavino e Paolo Carnemolla.
In base all’intesa, le due organizzazioni si impegnano a lavorare insieme per creare un catalogo di servizi dedicati e una rete di tecnici esperti bio per aiutare e sostenere le aziende agricole del settore in ogni fase del processo di filiera biologica.
Nel dettaglio, Cia e Federbio Servizi intendono offrire alle imprese la corretta gestione degli adempimenti obbligatori connessi con il processo amministrativo e di certificazione, attraverso l’istituzione di un sistema CAA-Cia Biologico di riferimento che garantisca un’adeguata scelta di: organismo di controllo, compilazione di notifica, PAP, Registri obbligatori, presentazione Domande (Unica e PSR), collegamento alla Rete dei consulenti che devono operare a livello di comprensorio territoriale.
In più, le due organizzazioni prevedono servizi di consulenza mirati al miglioramento dell’efficienza aziendale e all’innovazione, con la creazione di un piano di ottimizzazione delle risorse e delle opportunità: mezzi tecnici e meccanici, analisi del terreno, scelta delle migliori strategie produttive. Lo scopo -si legge nel testo dell’accordo- è guidare l’impresa nella valorizzazione delle vocazioni proprie e di area e nel risolvere le problematiche legate all’agricoltura biologica, aumentando al contempo la competitività dell’azienda stessa: dalla scelta di nuove varietà, all’introduzione di nuove tecniche agronomiche e attrezzatture all’avanguardia fino alla selezione del canale commerciale.
Congiuntamente Cia e FederBio Servizi ricercheranno opportunità di finanziamento per poter offrire i servizi agli agricoltori in forma gratuita o agevolata.
Per far conoscere e rafforzare questi nuovi strumenti dedicati alle aziende bio, sarà realizzato un marchio ad hoc; verrà predisposto materiale divulgativo e promozionale e si terranno incontri e seminari su tutto il territorio nazionale sulle opportunità del biologico.

Redazione

L’Associazione Nazionale Piante e Fiori d’Italia, nata dalle Camere di Commercio I.A.A., ha approvato, in data 31 maggio 2017, un nuovo disciplinare di produzione dove si definiscono le condizioni e le modalità d’uso del marchio “Piante e Fiori d’Italia”. Lo scopo principale è quello di incentivare e qualificare la produzione di prodotti florovivaistici italiani, rendendoli tracciabili e rintracciabili.

L’Associazione Nazionale Piante e Fiori d’Italia promuove così l’omonimo marchio a tutela di consumatori e produttori per esprimere al meglio la tradizione e la cultura del florovivaismo italiano. Tramite il disciplinare di produzione si intende, infatti, incentivare e qualificare la produzione di prodotti florovivaistici italiani, diffondendo e promuovendo l’adesione ai sistemi di certificazione di prodotto. 
“Piante e Fiori d’Italia” vuole contribuire alla promozione dell’imprenditoria e dell’occupazione del sistema florovivaistico nazionale, favorendo la conoscenza delle produzioni italiane presso consumatori locali, nazionali ed internazionali. Le aziende con prodotti certificati in questo modo si adegueranno a livello normativo e potranno partecipare collettivamente a manifestazioni, fiere ed eventi.
Tutti i prodotti florovivaistici italiani coltivati in Italia a partire da seme, talea, piantina, astone e pianta madre, in modo tale che la parte prevalente del ciclo produttivo sia realizzata in Italia, possono richiedere ed ottenere il marchio. La richiesta al disciplinare può essere presentata da un produttore agricolo e/o confezionatore florovivaistico, sia in forma di impresa individuale, che in altre forme societarie con sede operativa in Italia. I controlli saranno poi effettuati da un ente terzo per garantire il rispetto degli obblighi del disciplinare.
 
Redazione

Le nonne e i nonni seguono e accudiscono i bambini, i loro nipoti, come fossero degli angeli custodi. Per questo la festa dedicata ad essi, istituita ufficialmente dallo Stato italiano nel 2005, cade oggi, il 2 ottobre, che è anche la data degli Angeli custodi per la Chiesa cattolica (vedi un fiore per...).
Nel comitato ufficiale di coloro che promossero a partire dalla fine degli anni ’90 l’istituzione della “Festa dei nonni” figuravano nomi importanti del settore florovivaistico. Niente di cui stupirsi se pensiamo alle implicazioni simboliche di tale festività e del legame che si instaura fra nonni e nipoti. I primi proteggono e aiutano a crescere i secondi proprio come si fa con le piantine ed è del tutto naturale pensare a un momento di riconoscimento del loro ruolo associato al dono di piante e fiori, trasformato in una sorta di ideale passaggio di testimone intergenerazionale.
Un’occasione commerciale perfetta dunque per la filiera della floricoltura, in particolare (ma non solo) in un Paese come l’Italia, dove i nonni e le nonne sono stimati attorno ai 12 milioni e rappresentano una colonna portante del welfare nazionale più che altrove (siamo il Paese europeo dove è più alta la percentuale dei nonni che si occupano dei nipoti). Opportunità resa ancora più propizia dalla data scelta dallo Stato: gli inizi di ottobre, a segnare la fase di riapertura del mercato dei fiori recisi e delle piante fiorite, subito dopo la fine della calura estiva.
Alla Festa dei nonni è stato abbinato un preciso fiore ufficiale: il “non-ti-scordar-di-me”, il genere Myosotis, che in greco significa “orecchie di topo” e deriva dalla forma della foglia. Un fiore che è presente in tutte le regioni italiane con numero variabile di specie.
Ma quest’anno più che mai non c’è bisogno di limitarsi a tale genere di fiori per un regalo ai nostri nonni. Nel sito ufficiale della “Festa dei nonni” è stato escogitato infatti un giochino online, un breve questionario con alcune domande sui fiori, che dà la possibilità ad alcuni dei partecipanti di vincere un libriccino intitolato “Lili vuole fiorire”: un modo per approfondire, magari proprio insieme ai nonni, le proprie conoscenze sulle piante e i fiori e sul corretto modo di accudirli. Del progetto, realizzato dal comitato della festa in collaborazione con Chrysal e yourlily, fa parte anche questo simpatico video promozionale.

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