Il Paesaggista

L’eleganza naturale di Sarah Price

Sarah Price, rinomata paesaggista britannica, combina una solida formazione in belle arti con un approccio innovativo al design del paesaggio. I suoi giardini, noti per la loro estetica naturale e "pittorica", rappresentano un modello di equilibrio tra funzionalità e bellezza.

 

Sarah Price è una delle figure più influenti nel panorama del design paesaggistico britannico. Con un background in belle arti, Price ha saputo trasferire la sua sensibilità artistica al mondo del giardinaggio, creando spazi verdi che uniscono estetica e sostenibilità. La sua carriera, che include progetti di grande rilevanza come i giardini del Parco Olimpico di Londra 2012, è un esempio di come arte e natura possano integrarsi in maniera efficace e innovativa. Cresciuta in una famiglia con una forte connessione alla terra, Price ha sviluppato fin da giovane un profondo rispetto per la natura, influenzata dall'esempio del padre, un appassionato orticoltore. Questo legame personale ha trovato espressione nel giardino di famiglia in Galles, un luogo che ha rappresentato per Sarah un punto di partenza e un laboratorio creativo. L'eredità di questo giardino, con le sue memorie e la sua struttura vittoriana, ha rappresentato una sfida e un'opportunità per Price, che è riuscita a trasformarlo in uno spazio dove la tradizione e l'innovazione convivono armoniosamente. Il giardino di famiglia, situato a Abergavenny, è stato oggetto di un attento restauro e di una progressiva trasformazione. Price ha adottato un approccio graduale, rispettando la struttura esistente e integrando nuovi elementi che riflettono la sua visione moderna del paesaggio. La combinazione di ortaggi e piante ornamentali, ispirata ai giardini di Priona in Olanda, è un esempio di come la funzionalità possa essere integrata con l'estetica per creare spazi che siano allo stesso tempo produttivi e belli.

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 Un tratto distintivo del lavoro di Price è l'uso delle "specie tema", piante strutturali che vengono ripetute in diverse aree del giardino per creare continuità e coesione visiva. Questa tecnica consente di mantenere un equilibrio tra ordine e spontaneità, caratterizzando il giardino con una bellezza naturale che sembra emergere spontaneamente dal paesaggio. Il "giardino segreto", una delle aree più suggestive della proprietà, è un esempio della capacità di Price di lavorare con la natura in modo rispettoso e creativo. In questo spazio, Price ha scelto di intervenire con leggerezza, mantenendo l'atmosfera selvaggia e magica che lo caratterizza, limitandosi a piccoli interventi mirati per enfatizzare le forme naturali esistenti.

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 Oltre al suo lavoro sui giardini privati, Sarah Price ha portato la sua visione in progetti pubblici di grande rilievo. La sua partecipazione al progetto del Parco Olimpico di Londra 2012 e al giardino d'arte della Whitworth Art Gallery di Manchester dimostra la versatilità e la capacità di Price di lavorare su scale diverse, mantenendo sempre una forte identità progettuale.La sua carriera è stata riconosciuta con numerosi premi, tra cui le medaglie d’oro al RHS Chelsea Flower Show, e il suo contributo al mondo del design paesaggistico va oltre la progettazione, estendendosi all'insegnamento e alla divulgazione. Price è infatti una figura di riferimento nel campo della progettazione del paesaggio, contribuendo alla formazione delle nuove generazioni di paesaggisti attraverso lezioni e articoli per riviste specializzate.

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 In sintesi, Sarah Price è una paesaggista che unisce competenza tecnica, sensibilità artistica e un profondo rispetto per la natura. I suoi progetti rappresentano un modello di come il paesaggio possa essere progettato per essere al contempo funzionale e esteticamente appagante, offrendo spazi che rispondono alle esigenze contemporanee senza perdere il contatto con la bellezza intrinseca del mondo naturale.

Il Paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin 

 

Jacqueline Osty: l'arte di integrare paesaggio urbano e natura

Jacqueline Osty, paesaggista di fama internazionale, è nata in Marocco e si è formata a Parigi, rivoluzionando il concetto di paesaggio urbano. Grazie alla sua doppia formazione in architettura e paesaggio, Osty ha saputo creare spazi urbani che armonizzano natura e città, guadagnandosi prestigiosi riconoscimenti nel corso della sua carriera.

 

Cresciuta a Casablanca, Osty ha vissuto immersa in un ambiente che combinava modernità urbana e patrimonio naturale, influenzando profondamente il suo approccio al paesaggio. Trasferitasi a Parigi per studiare architettura all'École des beaux-arts e successivamente paesaggio all'École du paysage di Versailles, ha sviluppato una visione unica del "fare città" attraverso il paesaggio. Uno dei suoi progetti più celebri è il parco Saint-Pierre ad Amiens. Situato vicino agli orti della Somme, il parco rappresenta una fusione tra città e campagna, creando un dialogo tra paesaggio urbano e naturale. Questo progetto le ha valso il Premio dell'urbanistica nel 1994 e il Premio del paesaggio nel 2005, consolidando la sua reputazione come una delle principali paesaggiste europee. Il parco Saint-Pierre è stato concepito per riflettere la dualità del sito: da un lato, la città di Amiens e, dall'altro, il paesaggio agricolo degli hortillonnages. Osty ha disegnato un parco che funge da "cucitura" tra questi due mondi, sfruttando l'agricoltura orticola locale e trasformando il parco in un mosaico di lotti che sembrano galleggiare sull'acqua. Questo approccio ha migliorato la qualità della vita urbana, preservando e valorizzando il patrimonio agricolo della regione. La capacità di Osty di "cucire e tessere" la città è evidente anche in altri suoi progetti.

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10.jpg 15.jpg 16.jpg 17.jpg 3.jpg distretto_seta.png Dal 2018, i progetti dell'atelier di Osty testimoniano una crescente domanda di natura nelle città. Interventi come la piazza Feydeau-Commerce a Nantes e la piazza Pradel-Tolozan, caratterizzati da una forte componente verde, promuovono biodiversità e interazione sociale. Un esempio significativo è il progetto delle Promenades de Reims, dove un'area destinata al traffico automobilistico è stata trasformata in un paesaggio di sottobosco aperto a nuovi usi. Un altro esempio è il recente concorso vinto a Angers per la riqualificazione di due piazze storiche, trasformate in spazi verdi fruibili dai cittadini. Osty si è sempre interrogata su cosa significhi essere un paesaggista e un urbanista. Questa riflessione ha guidato la sua carriera, portandola a sviluppare un approccio unico alla progettazione urbana che combina estetica, funzionalità e sostenibilità. Il suo lavoro non si limita a creare spazi verdi, ma cerca di tessere un legame profondo tra paesaggio e vita urbana, creando città belle, vivibili e sostenibili. La sua esperienza dimostra come la progettazione del paesaggio possa influenzare positivamente la qualità della vita urbana, rispettando l'ambiente e promuovendo il benessere dei cittadini. Il contributo di Osty alla paesaggistica urbana è inestimabile e continua a ispirare nuove generazioni di paesaggisti e urbanisti.

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Il Paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin

 

 

Beatrix Farrand: la maestra del design paesaggistico americano

Beatrix Farrand, nata a New York City il 19 giugno 1872, è una delle figure più influenti nella storia del paesaggismo americano. In un'epoca dominata dagli uomini, Farrand si è distinta per il suo talento e la sua visione, preferendo il titolo di "giardiniera paesaggista" a quello di architetto. La sua carriera, caratterizzata da oltre duecento commissioni, riflette il suo straordinario talento e la sua dedizione alla creazione di paesaggi che uniscono bellezza e funzionalità. Un momento cruciale nella formazione di Farrand fu il suo viaggio attraverso i giardini stranieri in Nord Africa e in Europa. Questo tour le permise di trarre ispirazione dalle diverse tipologie di giardini che incontrò lungo il percorso. Al suo ritorno negli Stati Uniti, era pronta a diventare una delle più influenti designer di giardini e paesaggi del suo tempo. Uno dei progetti più significativi di Farrand è stato il lavoro sui percorsi carrabili del Parco Nazionale di Acadia, in collaborazione con John D. Rockefeller Jr. Qui, Farrand ha dimostrato la sua abilità nel combinare piante autoctone in gruppi naturalistici, creando un paesaggio che sembra esistere da sempre. Questo approccio ha contribuito a preservare e abbellire il parco, rendendolo uno dei suoi lasciti più importanti.

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 Dal 1921, Farrand ha trasformato i terreni intorno alla villa in stile Georgian Revival di Dumbarton Oaks in giardini terrazzati che combinano elementi americani ed europei. Lavorando a stretto contatto con la proprietaria, Mildred Bliss, Farrand ha creato un paesaggio che evolve in armonia con i cambiamenti naturali, rappresentando uno degli esempi più noti del suo stile distintivo. Un altro progetto di rilievo è stato il giardino della First Lady per l'Ala Est della Casa Bianca, realizzato per Ellen e Edith Wilson. Questo spazio, successivamente reimmaginato da Jacqueline Kennedy nel 1962, è oggi conosciuto come il Giardino delle Rose. Farrand ha portato la sua visione estetica anche in questo contesto prestigioso, contribuendo a creare un'area di rappresentanza che fonde eleganza e natura. L'influenza di Farrand si estende anche a Rock Creek Park, dove il suo lavoro ha contribuito a preservare e valorizzare uno degli spazi verdi più amati di Washington, D.C. Qui, come altrove, il suo approccio alla progettazione ha enfatizzato l'uso di piante native e la creazione di paesaggi che rispettano e migliorano l'ambiente naturale.

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Essere una donna in un campo dominato dagli uomini non è stato facile per Farrand. Come ha osservato l'architetto paesaggista Diane K. Maguire, Farrand non aveva le stesse opportunità dei suoi colleghi maschi, spesso relegata al lavoro su giardini privati piuttosto che su parchi pubblici. Tuttavia, la sua determinazione e il suo talento le hanno permesso di ottenere commissioni prestigiose e di lasciare un segno duraturo nel mondo del paesaggismo. Durante la sua carriera di cinquant'anni, Beatrix Farrand ha ricevuto riconoscimenti per la sua capacità di combinare estetica e funzionalità nei suoi progetti. La sua eredità include non solo i giardini privati per le élite della Costa Est, ma anche il suo lavoro come consulente paesaggistico per università e parchi pubblici. La sua dedizione alla manutenzione e alla cura dei suoi progetti ha assicurato che molti di essi sopravvivessero nel tempo, offrendo ancora oggi spazi di bellezza e riflessione. Beatrix Farrand ha trasformato l'arte del giardinaggio paesaggistico, portando una sensibilità unica e un'attenzione ai dettagli che continuano a ispirare. I suoi progetti, da Acadia a Dumbarton Oaks, dalla Casa Bianca a Rock Creek Park, testimoniano la sua straordinaria visione e il suo impegno per creare paesaggi che celebrano la natura e migliorano la vita di chi li vive. Oggi, il lavoro di Farrand continua a essere una fonte di ispirazione per paesaggisti e amanti del verde in tutto il mondo.

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 Il paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin

Beth Chatto: un'icona del giardinaggio sostenibile

Il giardinaggio richiede soprattutto una comprensione del clima e del paesaggio, oltre che delle limitazioni che questi impongono su ciò che può essere tentato. Beth Chatto, scomparsa a 94 anni, ha affrontato la sfida di creare un giardino in un luogo arido e ventoso, ostile agli elementi classici di un giardino inglese. Con pazienza e determinazione, ha trasformato il suo terreno in un esempio spettacolare di giardinaggio, tanto da diventare un'icona nazionale e far del suo giardino a Elmstead Market, Essex, una meta di pellegrinaggio per migliaia di appassionati.

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Nata nel 1923 e cresciuta in Essex, Beth Chatto ha sviluppato presto una passione per il giardinaggio. Dopo il matrimonio con Andrew Chatto, esperto di associazioni vegetali, ha iniziato a coltivare questa passione, ispirata da figure come Sir Cedric Morris. La svolta avvenne nel 1960, quando Chatto iniziò a trasformare una zona selvaggia della sua proprietà in un giardino variegato, sfruttando al massimo le risorse idriche naturali del luogo. La filosofia di Chatto si basa sull'uso delle piante adatte alle condizioni specifiche del giardino, un principio che si riflette nei suoi famosi giardini secchi e umidi. Nei pressi di un ruscello, creò stagni e piantò specie che amano l'umidità, come arum lilies e gunnera. Lontano dall'acqua, sviluppò un giardino mediterraneo per le specie resistenti alla siccità, utilizzando cisti e buddleia. La sua capacità di creare armonia tra le diverse piante è evidente nelle transizioni fluide tra le varie aree del giardino.

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Chatto ha condiviso la sua vasta conoscenza attraverso una serie di libri, a partire da "The Dry Garden" nel 1978, seguiti da altre opere che hanno consolidato la sua reputazione. Era anche una prolifica conferenziera, riconosciuta per il suo approccio didattico e la capacità di ispirare sia professionisti che amatori del giardinaggio. Il vivaio di Beth Chatto, fondato nel 1967, è diventato un modello di successo commerciale e un centro di apprendimento per molti giardinieri. La sua decisione di creare un giardino di ghiaia, senza irrigazione artificiale, ha rappresentato un contributo significativo alla pratica del giardinaggio sostenibile, dimostrando l'importanza di lavorare con, piuttosto che contro, le condizioni naturali. Beth Chatto ha ispirato numerosi giardinieri internazionali.

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Bernard Trainor, noto per i suoi progetti lungo la costa occidentale della California, ha lodato la sua influenza sulla scelta delle piante adatte al contesto locale. Peter Janke, che ha trascorso molto tempo con Chatto, ha appreso da lei l'equilibrio tra giardinaggio attraente e eco-consapevolezza. Yuko Tanabe Nagamura, capo progettista del Piet Oudolf Garden di Tokyo, è stata così ispirata da una visita ai giardini di Chatto che ha deciso di trasferirsi nel Regno Unito per studiare con lei. Anche Doug Hoerr, di Hoerr Schaudt Landscape Architects di Chicago, attribuisce a Chatto l'insegnamento del rispetto per i microclimi e la selezione delle piante. Dan Pearson, affascinato dalle sue mostre al Chelsea Flower Show, continua a fare riferimento ai suoi cataloghi e libri per la saggezza orticola. Infine, Matthew Wilson, designer e curatore del RHS Garden Hyde Hall, riconosce l'influenza duratura di Chatto sulla sua carriera. Beth Chatto ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo del giardinaggio, con un'eredità che continua a vivere attraverso i suoi scritti, i suoi giardini e le generazioni di giardinieri che ha ispirato. La sua vita e il suo lavoro restano un esempio di come il rispetto per la natura e l'innovazione possono andare di pari passo, offrendo una lezione preziosa per tutti coloro che cercano di creare spazi verdi sostenibili e armoniosi.

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Mary Miss, artista newyorkese, ha rivoluzionato il mondo della land art con opere interdisciplinari che combinano scultura, architettura e progettazione del paesaggio. Fondatrice del City as Living Laboratory, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali per il suo contributo all'arte e alla sostenibilità.

 
 
Nata a New York, Miss ha conseguito un B.A. in arte nel 1966 presso l'Università della California, Santa Barbara, e un M.F.A. nel 1968 dal Maryland Institute College of Art, dove ha studiato scultura. È riconosciuta come una pioniera del movimento della land art, insieme a figure illustri come Nancy Holt, Athena Tacha e Alice Aycock. Le prime installazioni temporanee site-specific di Miss risalgono agli anni '60, e successivamente ha creato opere permanenti di grande impatto come Greenwood Pond: Double Site a Des Moines, Iowa.
 
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Nel 2009, Miss ha lanciato il City as Living Laboratory (CaLL), un'iniziativa innovativa che promuove la collaborazione tra artisti, scienziati, urbanisti e altri esperti per creare opere d'arte basate sul luogo che coinvolgano il pubblico con l'ambiente e le questioni di sostenibilità. Il progetto inaugurale, Flow: Can You See the River? (2008-2014), è un esempio emblematico del suo approccio integrato e partecipativo.
Miss ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti nel corso della sua carriera, tra cui tre borse di studio del National Endowment for the Arts, una borsa di studio della John Simon Guggenheim Memorial Foundation, la medaglia d'onore dell'American Institute of Architects, una Medaglia del Centenario dell'American Academy di Roma e il President's Award della sezione di New York dell'American Society of Landscape Architects. Le sue opere sono state esposte in prestigiosi musei e istituzioni internazionali, tra cui il Museum of Modern Art e il Whitney Museum of American Art a New York City, l'Università di Harvard a Cambridge, Massachusetts, e la Tate Modern a Londra, Regno Unito.
 
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L'impegno di Miss nel coniugare arte e sostenibilità ha lasciato un segno indelebile nel mondo del paesaggio e della land art, ispirando nuove generazioni di artisti a esplorare il potenziale trasformativo dell'arte ambientale.
 

Il Paesaggista è una rubrica curata da AnneClaire Budin