Il Paesaggista

Kathryn Gustafson trasforma lo spazio pubblico, unendo arte e natura in opere che dialogano con il contesto urbano. Architetto paesaggista di fama mondiale, il suo lavoro spazia dalla fontana commemorativa della Principessa del Galles ai progetti globali, evidenziando l'importanza del verde urbano e dell'interazione umana. Premiata internazionalmente, Gustafson promuove un'architettura paesaggistica che esalta la bellezza naturale e la sostenibilità.


Kathryn Gustafson è un'icona nel campo dell'architettura paesaggistica, con una carriera che ha ridefinito il concetto stesso di paesaggio. Con oltre quattro decenni di esperienza, Gustafson ha lasciato un segno indelebile su scala internazionale, attraverso una pratica che fonde arte, architettura e design del paesaggio. La sua visione unica si concentra sulla creazione di spazi che non solo abbracciano la natura e la sua capacità di mutare con le stagioni, ma che invitano anche alla riflessione e all'interazione umana. La sua abilità nel modellare l'argilla per creare forme terrestri sensuali ed accoglienti parla della sua profonda connessione con il paesaggio e del suo desiderio di creare spazi che risuonano a livello emotivo con chi li vive. I progetti di Gustafson, da quelli che hanno riscosso fama mondiale come la fontana commemorativa della principessa del Galles e il Robert and Arlene Kogod Courtyard, a quelli meno conosciuti ma altrettanto significativi, dimostrano il suo talento nel trasformare spazi ordinari in luoghi di bellezza straordinaria e significato profondo. Attraverso il suo lavoro, Kathryn dimostra che l'architettura paesaggistica non è solo una questione di estetica, ma un mezzo potente per migliorare la qualità della vita pubblica, offrendo rifugi dal trambusto quotidiano e promuovendo un senso di comunità.

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La sua carriera, arricchita da numerosi riconoscimenti e premi, evidenzia l'importanza di un approccio olistico alla progettazione, che tiene conto degli aspetti visivi, sensoriali ed emotivi degli spazi esterni. Membro onorario di istituzioni prestigiose e vincitrice di premi internazionali, Gustafson è un faro di ispirazione per architetti paesaggisti e designer di tutto il mondo, mostrando come il rispetto profondo per la natura e la creatività possano andare di pari passo nella creazione di spazi che celebrano la vita e la cultura.

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In conclusione, l'eredità di Kathryn Gustafson come architetto paesaggista va oltre la mera creazione di spazi fisici; è una testimonianza del potere trasformativo del design, che invita alla riflessione e celebra l'interazione tra uomo e natura. Con ogni progetto, Kathryn continua a esplorare nuove frontiere nel paesaggio, arricchendo il mondo con la sua visione artistica e il suo impegno per la sostenibilità e la bellezza.

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Il Paesaggista è una rubrica curata da AnneClaire Budin

 

Frederick Law Olmsted, nato nel 1822 e deceduto nel 1903, è considerato un pioniere dell'architettura paesaggistica americana. Dopo varie esperienze professionali, Olmsted trovò la sua vera passione nel paesaggismo, combinando amore per la natura e idealismo democratico. La sua opera ebbe un impatto significativo sullo sviluppo urbano negli Stati Uniti, trasformando lo spazio pubblico e preservando la natura in un'epoca di rapida urbanizzazione.

 

Frederick Law Olmsted, un uomo di vasta cultura e interessi, è riuscito a rivoluzionare l'architettura paesaggistica americana, pur avendo iniziato la sua carriera in campi completamente diversi. Le sue radici professionali affondano in vari settori: giornalismo, commento sociale e persino agricoltura. Questo background eterogeneo ha contribuito a formare la sua visione unica e innovativa nel paesaggismo, un campo che all'epoca era ancora inesplorato e pieno di potenzialità. Nato a Hartford, Connecticut, Olmsted ha trascorso gran parte della sua infanzia a Staten Island. Sebbene avesse iniziato gli studi a Yale, fu costretto ad abbandonarli a causa di un disturbo agli occhi. Il suo percorso lo portò poi ad acquisire una fattoria nel 1848, un esperimento agricolo che, nonostante il fallimento, aprì la strada a nuove avventure. La sua curiosità lo spinse a viaggiare in Europa e nel sud degli Stati Uniti, dove poté osservare diverse realtà e paesaggi.

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La svolta avvenne nel 1857 quando Olmsted fu nominato sovrintendente del progetto per Central Park a New York City. La sua collaborazione con l'architetto britannico Calvert Vaux portò alla realizzazione di un piano vincente per il parco. Il loro lavoro pionieristico su Central Park pose le basi per una serie di progetti influenti, che includevano Prospect Park a Brooklyn, Fairmont Park a Filadelfia, e molti altri. Oltre a questi, Olmsted fu coinvolto nella pianificazione del Mount Royal Park a Montreal e nel progetto di miglioramento paesaggistico per il porto di Boston.

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Uno degli aspetti più significativi del suo lavoro fu la presidenza della prima commissione dello Yosemite dal 1864 al 1890, dove riuscì a preservare l'area come parco pubblico permanente. Inoltre, i suoi sforzi nel progetto del parco delle Cascate del Niagara furono cruciali per la sua conservazione. Nel tardo periodo della sua carriera, Olmsted fu impegnato nel realizzare un sistema di parchi e strade panoramiche per Boston e Brookline, Massachusetts. Uno dei suoi ultimi grandi progetti fu il disegno del terreno per Biltmore, la tenuta di George W. Vanderbilt in Carolina del Nord. Il suo lavoro culminò con la direzione del progetto paesaggistico per l'Esposizione colombiana mondiale di Chicago nel 1893, che ridisegnò come Jackson Park. La storia di Frederick Law Olmsted è quella di un uomo che, attraverso un percorso non convenzionale, ha trovato la sua vera passione e ha contribuito significativamente a modellare il paesaggio urbano americano. Il suo lavoro ha avuto un impatto duraturo sul modo in cui pensiamo e interagiamo con gli spazi urbani, unendo funzionalità e bellezza in un'epoca di grande trasformazione.

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In questo articolo esploriamo la vita e la carriera di Alain Baraton, il rinomato giardiniere francese conosciuto per il suo lavoro a Versailles. Scopriamo come il suo approccio umile e rispettoso verso la natura abbia trasformato i giardini di Versailles in un esempio di giardinaggio sostenibile e creativo.


Alain Baraton è una figura emblematica nel mondo del giardinaggio francese. Conosciuto come il "Capo Giardiniere del Domaine National du Trianon e del Grand Parc de Versailles", Baraton rappresenta molto di più che un semplice titolo; è il custode di una tradizione, un promotore della sostenibilità e un innovatore nel campo.

Nel luglio 1976, la carriera di Baraton iniziò inaspettatamente come cassiere stagionale a Versailles. Fu lì che si innamorò del parco e dei suoi antichi alberi, decidendo di diventare un apprendista giardiniere. La sua dedizione e passione lo portarono a scalare rapidamente le gerarchie, diventando capo giardiniere nel 1982, a soli 24 anni.

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Una delle prime e più significative azioni di Baraton fu il divieto dell'uso di insetticidi nei giardini di Versailles nel 1999. Questa decisione segnò l'inizio di una nuova era di giardinaggio sostenibile nel dominio. La sua filosofia di lavoro si basa sul rispetto per la natura e sulla volontà di preservarla, come dimostrato dalla sua gestione dei danni causati dalla tempesta del 1999, che distrusse migliaia di alberi a Versailles. In soli otto anni, Baraton e le sue squadre ripiantarono 300.000 alberi, un'iniziativa che sottolinea il suo impegno verso il recupero e la conservazione.

Baraton non è solo un giardiniere, ma anche un influente comunicatore e educatore. Autore di diversi libri sul giardinaggio, è anche una voce nota in televisione e radio, dove condivide il suo sapere e la sua passione per la natura. Il suo approccio si distacca dallo stereotipo del giardiniere come "contadino di città", elevando la professione a un'arte e una scienza.

I giardini di Versailles sotto la sua gestione sono un esempio di come la perfezione non sia sempre desiderabile. Introducendo elementi come faggi viola tra filari omogenei, Baraton rompe deliberatamente la simmetria, aggiungendo un tocco personale che riflette la sua visione del giardinaggio come espressione artistica.

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Nonostante le sue numerose responsabilità, Baraton rimane umile, preferendo identificarsi come giardiniere piuttosto che come paesaggista. Questa umiltà si riflette nella sua filosofia di vita: tutto ciò che facciamo per la Natura, essa ce lo restituirà. Il suo lavoro e la sua dedizione hanno reso i parchi di Versailles e Trianon luoghi di bellezza straordinaria e di insegnamento ecologico, ispirando generazioni di giardinieri e amanti della natura.

Alain Baraton non è solo il custode di uno dei più bei giardini del mondo; è un ambasciatore della sostenibilità, un educatore e un vero innovatore nel campo del giardinaggio. Attraverso il suo lavoro, i 950 ettari dei parchi di Versailles e Trianon continuano a fiorire, dimostrando che è possibile unire la bellezza del paesaggio con il rispetto e la cura per l'ambiente.
 

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In questo articolo, ci immergiamo nel mondo di Paolo Pejrone, uno dei più rinomati paesaggisti italiani contemporanei. Con un occhio attento al dettaglio e un profondo rispetto per la natura, Pejrone ha creato giardini che sono opere d'arte viventi, celebrando l'armonia tra l'uomo e l'ambiente.

 

Un Erede della Tradizione Italiana nel Giardinaggio Paolo Pejrone, studente di Russell Page, uno dei più grandi paesaggisti del XX secolo, ha portato avanti la tradizione del giardinaggio italiano con un approccio moderno e personale. Pejrone ha saputo fondere l'eredità del giardino classico italiano con sensibilità contemporanee, dando vita a spazi verdi che riflettono un equilibrio perfetto tra storia e innovazione.

Filosofia del Paesaggio secondo Pejrone La filosofia di Pejrone si basa sull'ascolto del paesaggio e sulla creazione di giardini che rispettino il contesto naturale e culturale in cui si inseriscono. Egli privilegia l'uso di piante autoctone e tecniche di giardinaggio sostenibili, mirando a una bellezza che sia funzionale e in armonia con l'ecosistema circostante.

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Opere Emblematiche e Progetti Noti Tra i progetti più significativi di Pejrone, si annoverano giardini privati in tutto il Piemonte, ma anche interventi in spazi pubblici e collaborazioni con architetti di fama. Ogni suo lavoro è caratterizzato da un'attenta pianificazione, una scelta rigorosa delle specie vegetali e un design che valorizza sia la natura sia l'architettura del sito.

L'insegnamento e la Divulgazione Oltre alla sua pratica nel paesaggismo, Paolo Pejrone è anche un appassionato divulgatore e insegnante. Ha scritto numerosi libri sul giardinaggio, condividendo la sua vasta conoscenza e amore per il verde. Le sue pubblicazioni sono diventate riferimenti essenziali per gli appassionati di giardinaggio e paesaggistica.

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Un Esempio di Sostenibilità e Bellezza Pejrone è un esempio di come il paesaggismo possa non solo creare bellezza, ma anche contribuire alla sostenibilità ambientale. I suoi giardini sono un invito a riscoprire il legame con la natura, promuovendo una consapevolezza ecologica e una responsabilità nei confronti del nostro pianeta.

In conclusione, il lavoro di Paolo Pejrone rappresenta un capitolo fondamentale nella storia del paesaggismo italiano. Attraverso i suoi giardini, ci insegna che ogni spazio verde può essere una narrazione, un'opera d'arte, un rifugio per l'anima e un contributo alla salute del nostro ambiente.

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Un tuffo nella vita e nell'arte del celebre paesaggista inglese Capability Brown. Scopri come ha rivoluzionato l'arte dei giardini nel XVIII secolo e il suo impatto duraturo sulla natura inglese.

 

Se viaggi attraverso la campagna inglese e ti imbatti in scenari di prati infiniti, tranquilli laghi e maestosi alberi, potresti essere inconsapevolmente dentro a uno dei capolavori del paesaggista inglese Capability Brown. Quest'uomo straordinario ha trasformato per sempre l'aspetto delle campagne britanniche nel XVIII secolo e il suo impatto persiste ancora oggi.

Nato nel 1716 nel Northumberland, Capability Brown ha iniziato la sua carriera come giardiniere a Kirkhale Hall, dove ha appreso le basi del mestiere. Ma è stato quando si è trasferito ai giardini di Stowe nel Buckinghamshire che la sua carriera ha preso il volo. Qui ha lavorato sotto la guida di William Kent, uno dei pionieri dello stile inglese nei giardini. Ed è stato proprio a Stowe che Capability Brown ha iniziato a plasmare la sua visione innovativa dei giardini.

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Prima dell'arrivo di Capability Brown, i giardini inglesi erano rigidamente strutturati secondo il modello formale francese. Ma Brown aveva una visione diversa. Per lui, i giardini dovevano essere comodi, eleganti e armoniosi con la natura circostante. Ha introdotto ampie distese di prati ondulati, boschetti accuratamente piantati per creare movimento e coerenza, e corsi d'acqua con contorni naturali. Per evitare di interrompere la vista del paesaggio, ha utilizzato gli "ha-ha", piccoli fossati per contenere il bestiame.

Capability Brown ha lavorato su numerosi progetti di grande rilevanza, tra cui la trasformazione dei giardini di Kew a Londra e il parco del castello di Blenheim. Quest'ultimo progetto ha visto la creazione di un lago di 16 ettari, dighe e una cascata per circondare il palazzo con l'illusione di essere circondato dall'acqua. L'uso attento degli alberi ha protetto la privacy dei proprietari e ha contribuito a creare uno spettacolare paesaggio autunnale.

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Uno dei successi più significativi di Capability Brown è stato convincere i nobili a investire nei loro giardini, sottolineando che stavano creando un'eredità duratura per le generazioni future. I suoi progetti sono stati un investimento a lungo termine nella bellezza e nella natura.

Ancora oggi, oltre 150 dei suoi circa 250 progetti originali sono visitabili in Inghilterra e Galles, preservati con cura dal British National Trust. L'opera di Capability Brown è una testimonianza duratura del suo genio nel plasmare la natura in modo armonioso e attraente.

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