Il Paesaggista

Kate Cullity: design australiano irriverente e creativo

Kate Cullity è un'architetta paesaggista, urban designer e artista ambientale riconosciuta a livello nazionale e internazionale. È la direttrice fondatrice di TCL (Taylor Cullity Lethlean) e ha lavorato a numerosi festival di arte e giardinaggio sia in Australia che all'estero.

Il background di Kate Cullity

Kate Cullity ha un background in botanica e un forte interesse personale per l'orticoltura, che l'ha portata a progettare piantagioni in tutta l'Australia. Ha completato un dottorato di ricerca che riflette sui 25 anni di pratica di TCL, nonché sul suo interesse per la bellezza, l'estetica e la cura.
L'architettura del paesaggio in Australia
L'architettura del paesaggio è un campo relativamente nuovo in tutto il mondo, ma in Australia, essendo una costruzione occidentale, spesso guardiamo verso l'Europa e l'America. Tuttavia, gli australiani possono essere piuttosto anticonformisti riguardo all'arte e al design e, anche se guardiamo verso altre società, non sempre seguiamo le loro regole.

katecullity1.jpg katecullity2.jpg katecullity3.jpg katecullity4.jpg

Il paradosso del tempo
Gli australiani non aborigeni hanno una delle culture occidentali più giovani al mondo con solo circa 200 anni di storia, mentre gli aborigeni hanno una delle culture indigene più antiche conosciute al mondo. Questo crea un paradosso tra vecchio e nuovo.
Il paesaggio geologico australiano
L'Europa è relativamente nuova in termini geologici, mentre l'Australia ha alcune delle geologie più antiche del mondo, con suoli tra i più impoveriti. Il paesaggio australiano è così antico che è stato eroso e consumato, con meno terreno montuoso rispetto ad altre parti del mondo.

L'Australian Garden
L'Australian Garden esprime la flora australiana e il rapporto dell'Australia con il paesaggio in modo artistico e scultoreo. Il team di TCL era interessato a raccontare storie sul paesaggio australiano in modo coinvolgente piuttosto che basato su segni o didattico.

katecullity10.jpg katecullity11.jpg katecullity5.jpg katecullity6.jpg katecullity8.jpg katecullity9.jpg

Sand Garden
La narrativa che definisce l'Australian Garden è il viaggio dell'acqua. L'abbondanza o l'assenza di acqua sono elementi che definiscono il paesaggio australiano e In Sand Garden, TCL ha voluto esprimere le qualità sublimi e surreali delle zone aride e desertiche dell'Australia, come il senso di spaziosità e il minimalismo. Questi vasti paesaggi sono spesso fraintesi come robusti, ma in realtà sono piuttosto fragili e fatti di suoli incredibilmente poveri. Volevamo creare un'esperienza unica per i visitatori di Sand Garden, che permettesse loro di provare un senso di riverenza simile a quello che si prova in un giardino giapponese. Per incoraggiare questa sensibilità, abbiamo composto un giardino panoramico piuttosto che un giardino per passeggiare, un giardino in cui non è permesso entrare.

Il paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin

La grande capacità di ristrutturare del paesaggista francese Patrice Taravella in questo progetto in Sudafrica, dove ha ricreato un vero giardino di delizie dove quasi tutto si può mangiare.

I giardini di Babilonia un mito? No, una realtà. Se capitate sulla strada del vino in Sudafrica, a circa 60 km da Città del Capo, potete imbattervi in una delle 7 meraviglie di questa zona, il Babylonstoren. Non lontano dall’affascinante e pacificamente dinamica cittadina di Franschhoek, nel cuore dei leggendari vigneti in cui regnano lo Chardonnay e il Pinot Noir, si trovano i giardini Babylonstoren, che prendono il nome da una vicina montagna. Intorno alla fattoria “Cape Dutch” in stile olandese del XVII secolo, dietro muri imbiancati a calce, si nascondono questi giardini che regalano uno scenario da cartolina. I giardini sono ornamentali ma anche “nutrienti”, un’eccezione paesaggistica avida e golosa in uno scenario montuoso.
Per realizzare questo sogno si sono rivolti al paesaggista francese Patrice Taravella, famoso per i suoi favolosi giardini presso il priorato di Notre Dame d’Orsan, non lontano da Châteauroux nel Limosino. Taravella ha eseguito con maestria la ristrutturazione, trasformando le terre abbandonate del Babylonstoren in un luogo accogliente e unico, unendo il giardino contemporaneo a un ristorante gourmet e a un hotel di charme, insomma un vero giardino di delizie.

patricetaravella1.jpg patricetaravella2.jpg patricetaravella3.jpg patricetaravella4.jpg

Patrice Taravella ha intrapreso una ricerca storica, insieme ai coniugi Roos-Bekker, grazie al Company’s garden, lo storico giardino della Compagnia delle Indie Orientali a Città del Capo, importante nel XVII secolo perché riforniva le navi durante la rotta tra l’Europa e l’Asia. Città del Capo era uno scalo situato a metà di questo lungo viaggio e permetteva ai navigatori di fare rifornimento di ortaggi, soprattutto tuberi e frutti abbastanza resistenti, come gli agrumi ricchi di vitamina C, indispensabili per la salute degli equipaggi.
Nei giardini di Babylonstoren l’idea è di mantenere le tradizioni orticole del luogo creando un semenzaio che conservi le vecchie varietà e sviluppare, inoltre un giardino sperimentale per provare e acclimatare nuovi ortaggi, il tutto rispettando i principi del giardinaggio ecologico.
Per quanto concerne le geometrie e le strutture questo giardino ideato da Patrice Taravella si basano su un disegno formale che ricorda i giardini del paradiso orientali, in particolare quelli persiani. Il tutto è attraversato da est e ovest da un asse principale intervallato da viali di ghiaia, erba e noccioli di pesco e dal viale più importante, quello degli alberi di Guava centenari. Al centro della composizione il giardino degli agrumi, tutt’intorno stanze verdi quadrate e rettangolari, più o meno grandi, circondate da muri e siepi. Sono dedicati a varie culture seguendo temi ben precisi come: gli indigeni, il labirinto, l’orto sperimentale, il frutteto, l’angolo del fico d’india…

patricetaravella10.jpg patricetaravella5.jpg patricetaravella6.jpg patricetaravella7.jpg patricetaravella8.jpg patricetaravella9.jpg

Per chi sogna il paradiso non può esistere un giardino senza acqua. La soluzione trovata da Taravella prevede un grande invaso che alimenta bacini e canali, ma anche lunghi canali scavati nell'argilla che ricordano le accoglienti oasi del sud. L'irrigazione è naturale, si fa per semplice gravità, essendo tutta la superficie del giardino in leggera pendenza. Tuttavia, la circolazione dell'acqua è controllata con giudizio dall'apertura di piccole chiuse secondo le esigenze delle piante. Per regalare altezza a un disegno abbastanza piatto, Patrice Taravella propone come in Orsan, dei gazebo e grandi strutture piramidali agli incroci e nei punti nevralgici. Ricoperti di rose rampicanti, come l'immacolata Mme Alfred Carrière, il rosa perlato 'New Dawn' o il rosa più scuro dell’Albertine, oltre ad offrire profumi e colori per tutta la stagione regalano un senso di sollievo al tutto, come un piccolo saluto alle montagne circostanti. E poi, al Babylonstoren tutto deve essere commestibile! Più di 350 piante, le cosiddette erbacce, sono mangiabili. Accanto a verdure e aromi anche tanta frutta: il frutteto occupa quasi la metà della superficie del giardino, dove si trovano mele, pere, mele cotogne, nettarine e altri agrumi e poi pistacchi, mirtilli e altri piccoli frutti, guava, fichi, mango, avocado, caffè, banani…

Il paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin

Oggi la Wirtz International è una compagnia di architettura del paesaggio conosciuta in tutto il mondo e che continua da decenni a influenzare la progettazione del paesaggio, come dei giardini e del verde sia pubblico sia privato. Conosciamone meglio storia e protagonisti.

Jacques Wirtz (1924-2018) è uno dei principali paesaggisti belgi del XX secolo ed ha influenzato notevolmente le generazioni successive. Wirtz ha costruito un tassello alla volta la sua vita lavorativa e la sua carriera: il primo operaio, il primo camion e soprattutto gli inizi nel 1948, quando faceva “porta a porta” fornendo servizi di manutenzione e costruzione nei dintorni di Schoten, mentre a casa la sera progettava.
Il mercato e la politica del Belgio lo indirizzarono verso il settore privato, dove poteva sperimentare e sviluppare liberamente il suo stile, ma dava il meglio di sé anche quando gli capitava di lavorare nelle opere pubbliche, ad incoraggiarlo ulteriormente c’era il suo desiderio di regalare oasi di freschezza e tranquillità a tutti coloro che non possedevano un giardino. La sua fama inizia a crescere oltre oceano nel 1968, grazie al giardino di fronte al padiglione dell’Expo Mondiale di Osaka. Da lì in avanti inizia a lavorare in Svizzera, Francia, Spagna, Giappone e Olanda. Nel 1990 ottiene la commessa per i giardini dell’Eliseo vincendo il concorso delle Tuileries di Parigi, contemporaneamente viene scoperto dalla stampa internazionale.

wirtz1.jpg wirtz2.jpg wirtz3.jpg wirtz4.jpg wirtz5.jpg wirtz6.jpg wirtz7.jpg wirtz8.jpg

Jacques Wirtz era un camaleonte stilistico che si cimentava con qualsiasi ambiente, affidandosi totalmente al suo intuito. Le sensazioni spontanee e la risposta intuitiva sono essenziali nel suo lavoro. Sapeva osare evitando dogmi e settarismi, trovava claustrofobica e irrilevante l’esaltazione delle piante autoctone, piuttosto era concentrato sul verde, la sua battaglia era: meno marciapiedi, più fronte ombrose, insomma più alberi!
A causa degli impegni e della pressione del lavoro all’estero, l’azienda fu divisa tra gli studi di “Wirtz Tuinarchitectuur” e “Wirtz International”, i due figli si sono uniti a lui per rafforzare l’azienda e portarla avanti. Hanno lavorato insieme per 26 anni, i figli hanno avuto dal padre libertà e consigli, quando erano necessari. La conoscenza pratica di Jacques era sconfinata come la sua curiosità per i nuovi materiali e per le piante.
Jacques Wirtz ha lavorato fino al 2010, quando aveva 86 anni. Nel suo ultimo lavoro mostra grande audacia e libertà. Lui stesso affermava di essersi veramente liberato e di aver iniziato a fare le cose davvero per bene solo all’età dei 65 anni.
Il lavoro nel monastero di Hauterive, vicino a Friburgo in Svizzera, fu per lui una vera purificazione, così come il giocoso giardino del New Jersey, non ortodosso e potente su larga scala. Importanti esempi sono anche i giardini privati a Kapellen, Aubonne e St. Rémy, lirici e suggestivi. Jacques aveva il merito di passare dal completo ascetismo a una varietà selvaggia e ricca.
In questo mondo sempre più pieno di stress, il verde pubblico e privato diventa ancora più importante e la Wirtz International lavora in questa direzione, continuando a realizzare progetti di alta classe, partendo dal concept e dai suggerimenti fino ad arrivare alle fasi del processo edilizio.
I giardini devono esprimere un carattere forte per questo continuano a occuparsi dei loro progetti anche dopo la realizzazione, e il temperamento non manca mai nei loro lavori.
L’azienda fondata da Jacques Wirtz nel 1950 è oggi guidata dai suoi due figli, Martin e Peter.

wirtz10.jpg wirtz11.jpg wirtz12.jpg wirtz13.jpg wirtz14.jpg wirtz15.jpg wirtz16.jpg wirtz9.jpg

Martin Wirtz ha studiato architettura del paesaggio alla Tuinbouschool di Melle, in Belgio e lavora come architetto paesaggista nell’azienda di famiglia dal 1986. Peter Wirtz si è unito a lui nel 1990, ha studiato musica ad Anversa e poi architettura alla Cornell University di Ithaca, N.Y.
Lo stile della Wirtz International ha influenzato e continua a ispirare la progettazione del paesaggio in tutto ilo mondo.
Lo studio ha ridisegnato il Giardino Carrousel di Parigi, che collega il Louvre alle Tuileries e ai giardini del Palazzo dell'Eliseo. Raf Simons lo stilista di Christian Dior, ha incaricato Wirtz di disegnare una passerella per la sfilata Haute Couture Primavera-Estate 2013. Nel Regno Unito, hanno reinterpretato i giardini del castello di Alnwick dell'XI secolo per la dodicesima duchessa di Northumberland. Oltre a numerosi spazi pubblici in tutto il mondo, Martin e Peter Wirtz hanno giardini privati progettati in Belgio, Svizzera, Spagna, Lussemburgo, Francia, Germania, Singapore, Hong Kong, Stati Uniti (California, New York, Florida, Kansas, …). Ogni design è unico nel suo genere ma riconoscibile grazie agli iconici dettagli Wirtz.

Il paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin

 

Ha progettato più di 400 giardini e ancora oggi è sinonimo di stile inglese nel mondo del giardinaggio, la vita fuori dagli schemi di Gertrude Jekyll.

Considerata la più influente progettista di giardini Arts & Craft dell’inizio del XX secolo, Gertrude Jekyll nasce il 29 novembre 1843 a Londra; quinta dei sette figli di Edward Jekyll e Julia Hammersley. Il fratello Walter Jekyll, scrittore e insegnante di musica, era amico di Robert Louis Stevenson, che potrebbe aver preso il suo nome per il titolo di uno dei suoi romanzi più famosi: “Lo strano caso del dottor Jekyll e Mister Hyde”, sicuramente per i tempi in cui ha vissuto e lavorato anche Gertrude può essere definita uno “strano caso”!
La possiamo immaginare come una vera e propria influencer dei suoi tempi, oltre ad essere una mente creativa  con un autentico interesse per l’artigianato e il colore, ha progettato circa 400 giardini nel Regno Unito, nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, inoltre le armoniose tavolozze di colore e l’uso dell’artigianato tradizionale nei suoi schemi di impianto rappresentano l’essenza dello stile inglese.

gertrudejekyll1.jpg gertrudejekyll2.jpg gertrudejekyll3.jpg gertrudejekyll4.jpg

La Jekyll studia a casa fino all’età di 17 anni, quando entra a far parte della Kensington School of Art, nella sua cerchia di amici troviamo grandi artisti del calibro di John Ruskin, GF Watts e William Morris. All’età di 30 anni Gertrude può permettersi di dare consigli anche sul design degli interni, compresi gli arredi per l’imponente nuova casa del Duca di Westminster, Eaton Hall, progettata da Alfred Waterhouse e che, purtroppo, è stata demolita negli anni ’60.
Oltre alla sua notevole carriera e all’essere una donna non sposata, in Gertrude sorprende la capacità nei lavori artigianali, dal ricamo ai lavori da fabbro, ed era anche una grande viaggiatrice, aveva infatti visitato l’Algeria, l’Italia e l’Egeo, insomma una donna che poco aveva in comune con le rigide convenzioni del periodo vittoriano.
Nel 1877 si trasferì con la madre a Munstead House vicino a Godalming, una proprietà di nuova costruzione. Qui allestì nuovi giardini che attirarono l’attenzione dell’editore William Robinson, autore di “The Wild Garden” (1870) e fervente sostenitore della progettazione naturalista dei giardini in contrasto con gli schemi vittoriani molto formali, in breve Gertrude diventò una collaboratrice della rivista “The Garden”.
A causa della miopia nel 1891 la Jekyll rinunciò al ricamo e alla pittura, concentrò le sue energie sulla progettazione di giardini e, all’età di 50 anni strinse una collaborazione informale con un giovane architetto, Edwin Lutyens.
Il giovane Lutyens fu molto influenzato dallo stile della Jekyll, collaborarono a circa 100 giardini e una casa Lutyens con un giardino Jekyll divenne il must-have del colto edoardiano inglese.

gertrudejekyll5.jpg gertrudejekyll6.jpg gertrudejekyll7.jpg gertrudejekyll8.jpg

Nel “Registro dei parchi e dei giardini di particolare interesse storico” compaiono e sono protetti trentadue giardini Jekyll, compresi alcuni di quelli realizzati con Edwin Lutyens.
Ottimo esempio del lavoro della Jekyll è il piccolo giardino recintato del Castello di Lindisfarne, dove in grandi aiuole verdi con gruppi di piante fiorite in cui colori passano dai freddi bianchi e blu ai caldi arancioni e rossi e viceversa. A causa della miopia vedeva i colori in modo sfocato e i suoi disegni erano come dipinti, ispirandosi anche ai suoi lavori giovanili, dove cercava di emulare Turner. I fiori selvatici sulle scogliere sotto il castello sono i discendenti dei semi che Gertrude aveva sparato con un fucile!
Uno dei lavori più impressionanti di Gertrude Jekyll sono i giardini di Hestecombe nel Somerset. Il grande campo vede pannelli di prato di forma geometrica che incontrano una meridiana centrale, aiuole piantate a forma di gladio e delphinium, e una passeggiata lastricata di pietra che offre scorci dei giardini fino alla casa.

gertrudejekyll10.jpg gertrudejekyll11.jpg gertrudejekyll12.jpg gertrudejekyll9.jpg

Gertrude Jekyll nel 1897 è stata la prima donna a ricevere il più alto riconoscimento per gli orticoltori britannici, la “Victoria of Honor della Royal Horticultural Society. Le è stata dedicata anche una rosa che porta il suo nome, una cultivar ottenuta nel 1986 da David Austin, fa parte della categoria delle rose inglesi, è stata registrata come “AUSbord” e deriva da un incrocio tra “Wife of bath” e “Comte de Chambord”.

Il paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin

Il britannico Dan Pearson è paesaggista, orticoltore, giardiniere e scrittore; il suo lavoro si contraddistingue grazie a una forte sensibilità verso il luogo in cui opera, l’approccio intuitivo e leggero al design, attraverso l’uso di piantagioni naturali ma audaci e pittoriche, senza dimenticare le profonde conoscenze orticole.
Si è formato in orticoltura al Wisley di RHS Gardens, al Royal Botanic Gardens e ai Royal Botanic Gardens di Kew. Esercita la professione di paesaggista dal 1987 ed è membro della Society of Garden Designers (FSGD), membro onorario del Royal Institute of British Architects (Hon FRIBA) e Royal Designer for Industry (RDI). Dal 2014 è Garden Advisor del National Trust al Sissinghurst Castle.

danpearson1.jpg danpearson2.jpg danpearson3.jpg danpearson4.jpg danpearson5.jpg danpearson6.jpg

Nel 2013 Dan è stato protagonista di una mostra al The Garden Museum di Londra dal titolo “Green Fuse”: The Work of Dan Pearson”.
I suoi giardini hanno ricevuto molti riconoscimenti al Chelsea Flower Show. Il suo giardino espositivo del 2015 per Chatsworth e Laurent Perrier ha ricevuto una medaglia d'oro e il miglior giardino espositivo. Dan partecipa a trasmissioni televisive, tiene conferenze e per 20 anni ha curato una rubrica di giardinaggio. Oggi scrive ogni settimana sul suo blog  “Dig Delve”. Nel 2022 gli è stato conferito un OBE in Queen's New Year's Honours.
E, a proposito dello Studio di Dan Pearson, lasciamo che siano loro a raccontarsi: “Siamo un piccolo team affiatato di designer e architetti paesaggisti che collaborano per creare paesaggi e giardini di raffinatezza estetica e risonanza emotiva.
Il nostro approccio rispecchia quello del nostro fondatore, bilanciando la sensibilità e la visione di un artista con il rigore, il pragmatismo e l'attenzione ai dettagli di un artigiano nel creare quella visione.

danpearson10.jpg danpearson11.jpg danpearson12.jpg danpearson13.jpg danpearson14.jpg danpearson15.jpg danpearson16.jpg danpearson17.jpg danpearson18.jpg danpearson7.jpg danpearson8.jpg danpearson9.jpg

Ogni decisione che prendiamo si basa su un acuto senso del luogo e su una profonda comprensione di come gli ambienti naturali influenzano le emozioni umane. Non imponiamo uno stile precostituito ai nostri progetti, ma rispondiamo con sensibilità all'atmosfera di un sito, con l'obiettivo di distillare e trasmettere il suo carattere unico. Il luogo e la situazione ci danno le informazioni su ogni decisione che prendiamo. Ogni commissione avvia un nuovo processo di ricerca, apprendimento e interpretazione. Il nostro lavoro riguarda le sottigliezze e i dettagli che si sentono, ma non necessariamente si vedono subito.
I paesaggi che progettiamo sono mondi a sé stanti, perfettamente adatti alle loro posizioni, che offrono la possibilità di fuga, gioia, riflessione e illuminazione.
Lavoriamo con clienti impegnati in tutto il mondo su progetti da piccoli cortili urbani a paesaggi urbani, da tenute rurali, parchi pubblici e resort a giardini terapeutici, curativi e educativi.
Il filo conduttore è un desiderio condiviso di creare splendidi ambienti, che avvicinino le persone alla natura affinché abbiano la possibilità di  sperimentare le qualità piene di sentimento e rigeneranti delle piante”.

Il paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin

danpearson19.jpg danpearson20.jpg danpearson21.jpg danpearson22.jpg danpearson23.jpg danpearson24.jpg danpearson25.jpg