Il Paesaggista
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- Scritto da Andrea Vitali
A Los Angeles, John Sharp trasforma giardini e spazi verdi in luoghi d'incontro tra natura e design, promuovendo sostenibilità e bellezza nel contesto urbano.

John Sharp, designer del paesaggio, vive e lavora a Los Angeles, una città che ispira e definisce il suo approccio progettuale. Il suo lavoro riflette l’essenza della metropoli: un intreccio di diversità culturale, varietà paesaggistica e forte attenzione alla sostenibilità. I suoi progetti spaziano dai giardini privati alle collaborazioni con artisti e architetti, sempre con l’obiettivo di creare spazi funzionali che si integrano con l’ambiente circostante.
La filosofia di Sharp è semplice e diretta: ogni paesaggio deve rispondere alle specificità del luogo. A Los Angeles, questo significa lavorare con un clima mediterraneo, valorizzare piante autoctone e adattarsi alle sfide locali, come la scarsità d’acqua. I suoi progetti si distinguono per l’utilizzo creativo di elementi botanici e materiali sostenibili, bilanciando estetica e praticità.
Sharp interpreta il giardino come un luogo di connessione, dove natura e persone si incontrano. Ogni progetto è pensato per essere vissuto, che si tratti di un piccolo cortile urbano o di un ampio spazio residenziale. L'attenzione ai dettagli e la cura nella selezione delle piante fanno sì che ogni paesaggio racconti una storia unica, legata all’identità di chi lo vive e alla città che lo ospita.
A Los Angeles, città all’avanguardia nel design e nella tecnologia, Sharp si inserisce con un approccio pratico e innovativo. Lavora spesso con piante resistenti alla siccità e sistemi di irrigazione efficienti, dimostrando come la sostenibilità possa essere integrata nel design senza compromessi estetici.
Il lavoro di Sharp è apprezzato non solo dai clienti privati ma anche dalla comunità professionale. Le sue collaborazioni con architetti e artisti locali lo hanno portato a contribuire a progetti iconici della città, sempre mantenendo il focus su un design funzionale e rispettoso dell’ambiente.
In una città in continua evoluzione, John Sharp continua a sviluppare progetti che rispecchiano il carattere unico di Los Angeles, lavorando per un futuro in cui il verde urbano non sia solo un elemento decorativo, ma parte integrante della vita quotidiana.
Con il suo stile essenziale e mirato, Sharp rappresenta una figura chiave nella progettazione del paesaggio a Los Angeles, contribuendo a rendere la città un esempio di equilibrio tra natura e urbanizzazione.
Il Paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin
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- Scritto da Andrea Vitali
Laura Gatti è un'agronoma e paesaggista italiana, nota per il suo contributo a progetti di integrazione del verde nell'architettura urbana. Tra le sue opere più celebri figura il Bosco Verticale di Milano, dove ha collaborato con lo studio Boeri per progettare e curare la vegetazione delle torri residenziali.
Nata e cresciuta a Milano, Gatti si definisce "un'agronoma senza terra", sottolineando la sua specializzazione nell'adattare gli alberi all'ambiente urbano. Oltre al Bosco Verticale, ha partecipato a progetti internazionali come la Torre dei Cedri a Losanna e la Vertical Forest a Nanchino. Recentemente, ha collaborato con Forestami e il Comune di Milano per la riqualificazione del percorso della filovia 90-91, un progetto che prevede la messa a dimora di 350 nuovi alberi e oltre 60.000 arbusti ed erbacee perenni lungo il tracciato. Gatti è anche docente presso l'Università degli Studi di Milano, dove condivide la sua esperienza nel campo dell'arboricoltura urbana e del paesaggio. La sua filosofia si basa sull'integrazione armoniosa tra natura e architettura, promuovendo l'uso di tetti e facciate verdi combinati con energie rinnovabili per migliorare la qualità della vita nelle città.
Tra le sue realizzazioni più significative si annoverano:
Bosco Verticale a Milano: Due torri residenziali caratterizzate da facciate ricoperte di alberi e piante, progettate in collaborazione con lo studio Boeri.
Trudo Vertical Forest a Eindhoven, Paesi Bassi: Un progetto di social housing che integra la vegetazione nelle facciate degli edifici, migliorando la qualità della vita degli abitanti.

Parco 8 Marzo, Milano, prima realizzazione in Milano con integrazione di NBS per la gestione delle acque meteoriche e caso esemplare per la gestione dei suoli (crediti Studio Laura Gatti con Studio Nonis)

Vittoria Bike Park, Brembate di Sotto BG, integrato in un percorso di test e training per amanti degli sport ciclistici (Studio Laura Gatti)
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- Scritto da Andrea Vitali
Nahal Sohbati, co-fondatrice di Topophyla, crede che l’architettura del paesaggio sia un mezzo per migliorare le comunità, connettendo le persone all’ambiente e promuovendo un impatto sociale positivo.
Nahal Sohbati, architetto del paesaggio e co-fondatrice di Topophyla, è una voce influente nel campo dell’architettura del paesaggio, disciplina che ha scelto di seguire con passione dopo aver completato la laurea in Interior Architecture. Cresciuta in Iran e formata a Dubai, Nahal lavora oggi in California, dove ha sviluppato una visione unica dell'architettura e del design, influenzata dalla bellezza naturale e culturale del suo paese d'origine. La sua carriera si è quindi focalizzata sulla creazione di spazi pubblici con un alto impatto sociale, mirando a trasformare gli spazi in strumenti di connessione per le comunità.
Quando le si chiede cosa l’abbia portata verso l’architettura del paesaggio, Nahal risponde che il suo amore per l’arte e il design risale all’infanzia in Iran, un paese di paesaggi spettacolari e architetture maestose. “Essere esposta a tale bellezza sin da giovane è uno dei motivi per cui mi sono innamorata dell’arte e del design,” spiega. La laurea in Interior Architecture le ha permesso di apprendere come esprimersi creativamente, e, durante i suoi studi, ha scoperto l’importanza del biophilic design, l’idea di integrare elementi naturali negli spazi costruiti per promuovere il benessere umano. Questo approccio l’ha portata a comprendere che il design non è solo estetica, ma uno strumento di cambiamento che può migliorare la vita delle persone.
Uno dei progetti più significativi di Nahal è stato Ridge Lane, che ha ricevuto numerosi premi e l’ha ispirata a proseguire il suo impegno nella progettazione di spazi che rafforzino i legami tra comunità e ambiente. Nahal ritiene che ogni progetto sia un’opportunità per analizzare e rispondere positivamente alle sfide di ogni luogo. “Conoscere significa prendersi cura; prendersi cura porta al cambiamento,” afferma. Crede che un approccio progettuale trasparente, che coinvolga i membri della comunità in ogni fase, possa generare un senso di orgoglio e appartenenza e favorisca un’identità di quartiere che ispira partecipazione civica.
Lavorando in California, Nahal cerca di rendere il processo di design più accessibile e informativo, offrendo alle comunità gli strumenti per comprendere e interagire con l’ambiente. In un progetto recente, Topophyla ha collaborato a un piano di sviluppo per il futuro di State Street a Santa Barbara, puntando a creare un centro città più sostenibile, accessibile e pedonale, guardando ai prossimi 100 anni.
Il periodo della pandemia ha portato nuove sfide e opportunità per la disciplina. Per Nahal, la crisi sanitaria globale ha messo in luce le debolezze di settori come l’istruzione e la sanità, evidenziando l’importanza di spazi pubblici resilienti e funzionali. Un altro progetto in cui è coinvolta riguarda il futuro del settore retail. Nahal vede in questo settore un’opportunità per riorientare l’esperienza di acquisto, facendo emergere valori di comunità e durata al posto del consumismo puro. “Il retail deve diventare un’esperienza più umana e durevole,” sottolinea.
La sua visione non si limita alla progettazione degli spazi, ma si estende alla consapevolezza ambientale e alla responsabilità sociale. Crede fermamente che il design debba essere un’azione politica, una piattaforma per promuovere un cambiamento concreto che vada oltre l’estetica. Questo approccio è evidente nel suo lavoro, che cerca sempre di rispondere ai bisogni delle comunità locali e di valorizzare i legami tra persone e ambiente.
Nahal incoraggia i nuovi professionisti a essere autentici e a integrare le proprie esperienze culturali nel lavoro. “Per raccontare storie diverse, abbiamo bisogno di narratori diversi,” dice citando Mark Rios. Sostiene che l’architettura del paesaggio debba diventare sempre più inclusiva, invitando i giovani professionisti ad abbracciare la propria unicità e a usare le loro esperienze come strumenti di trasformazione.
Nahal sottolinea l’importanza di una maggiore rappresentanza delle minoranze in questo settore, che, a suo parere, necessita di una visione più ampia e inclusiva. “Come professione, dobbiamo migliorare, sia attraverso borse di studio sia coinvolgendo le comunità meno servite,” afferma. Ritiene inoltre che gli architetti del paesaggio dovrebbero occupare posizioni pubbliche, portando una visione green e sostenibile nei contesti decisionali. Senza una rappresentanza adeguata, sostiene, è difficile promuovere agende di sostenibilità e giustizia ambientale in modo significativo.
Per Nahal Sohbati, l’architettura del paesaggio è una missione. Ogni progetto rappresenta un’opportunità per educare, ispirare e costruire connessioni significative tra comunità e ambiente, promuovendo un senso di appartenenza e responsabilità condivisa. Il suo lavoro ci ricorda che il design ha il potere di trasformare il mondo che ci circonda, creando spazi che non solo soddisfano bisogni pratici, ma arricchiscono le vite delle persone che li vivono.
Il Paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin
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Andrew Grant, fondatore di Grant Associates, racconta il suo approccio progettuale alle sfide ambientali e il suo impegno a riconnettere le persone alla natura attraverso l'architettura del paesaggio.
Andrew Grant, fondatore e direttore di Grant Associates, è un punto di riferimento nell'architettura del paesaggio, grazie alla sua capacità di affrontare le sfide ambientali con creatività e sostenibilità. Dal 1997, anno in cui ha fondato il suo studio a Bath, nel Regno Unito, Grant ha sviluppato una visione che mira a riconnettere le persone alla natura, rispondendo a crisi come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Il suo studio, che si è espanso fino a Singapore, è diventato un laboratorio di idee innovative, dove ogni progetto integra soluzioni ecologiche e tecnologiche.
Uno dei progetti più celebri di Grant è Gardens by the Bay a Singapore. Questo parco urbano, inaugurato nel 2012, è diventato un'icona globale dell'architettura del paesaggio. Con strutture come il Supertree Grove e le serre Flower Dome e Cloud Forest, il parco fonde sostenibilità ed estetica. L'integrazione di tecnologie verdi, come la raccolta dell'acqua piovana e la produzione di energia solare, ha fatto di Gardens by the Bay un modello di come le città possano diventare più verdi e vivibili.
Il progetto non è solo un'opera d'arte paesaggistica, ma un esempio di sostenibilità applicata all'urbanistica. Per Grant, questo parco rappresenta la possibilità di portare la natura nei contesti urbani, migliorando la qualità della vita e sensibilizzando il pubblico sull'importanza dell'ecologia.
Grant adotta un approccio definito "ecologia creativa", che mira a trasformare il paesaggio non solo per conservarlo, ma per rigenerarlo. Ogni progetto è pensato per rispondere alle esigenze ecologiche e culturali del luogo. L’obiettivo è creare spazi che favoriscano la biodiversità e offrano alle persone un’esperienza immersiva nella natura.
Il Forest of Imagination a Bath è un esempio di questa visione. Si tratta di un'installazione temporanea che trasforma spazi urbani in luoghi di riflessione creativa, coinvolgendo comunità locali, artisti e scuole. Ogni anno, nuove installazioni aiutano a far comprendere l'importanza del contatto con la natura, anche in ambito cittadino.
Secondo Grant, il ruolo dell'architetto del paesaggio è quello di "guaritore". In un'epoca in cui il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sono minacce reali, il paesaggista può guidare la rigenerazione degli ecosistemi e creare spazi che migliorano il benessere umano. Grant ritiene che la progettazione debba mirare non solo alla funzionalità, ma anche all’ispirazione e alla salute mentale e fisica.
L’iniziativa UK Landscape Architects Declare Climate & Biodiversity Emergency, di cui Grant è promotore, invita i professionisti a impegnarsi concretamente nella lotta contro le emergenze climatiche. Ogni progetto deve essere pensato per ridurre le emissioni di carbonio e favorire la biodiversità.
Grant sottolinea l'importanza della collaborazione tra diverse discipline. Gli architetti del paesaggio devono assumere un ruolo di leadership all'interno dei team multidisciplinari, lavorando con ingegneri, architetti e urbanisti per creare soluzioni integrate. Un esempio di questo approccio è il progetto Accordia a Cambridge, che ha vinto lo Stirling Prize nel 2008. In questo sviluppo residenziale, la natura e il paesaggio sono al centro della qualità della vita degli abitanti, dimostrando come il verde urbano possa trasformare i quartieri.
Grant crede fermamente nell'importanza dell'educazione. Attraverso il suo ruolo di Visiting Professor all'Università di Sheffield, ispira i giovani a impegnarsi per una progettazione paesaggistica che sia attenta alle esigenze ambientali e sociali. Progetti come Forest of Imagination coinvolgono attivamente le scuole e le comunità locali, mostrando come la progettazione possa essere uno strumento educativo potente.
Guardando al futuro, Grant vede l'architettura del paesaggio come una disciplina sempre più centrale nelle città moderne. Gli architetti paesaggisti dovranno trovare soluzioni per rendere le città più verdi e resilienti ai cambiamenti climatici. Per Grant, il futuro non riguarda solo la crescita numerica della professione, ma la sua capacità di influenzare positivamente il mondo, guidando il cambiamento con creatività e coraggio.Andrew Grant ha trasformato l'architettura del paesaggio in una pratica che affronta le sfide ambientali contemporanee, promuovendo la connessione tra uomo e natura. Progetti come Gardens by the Bay e Forest of Imagination dimostrano che il paesaggio può essere un potente strumento di cambiamento, capace di ispirare e migliorare il futuro delle città e delle persone che le abitano.
Il Paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin
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Tom Massey è un nome sempre più noto nel mondo del design paesaggistico, con una reputazione costruita su progetti che uniscono sostenibilità, bellezza e innovazione. Fondatore del Tom Massey Studio, con sede a Londra, Tom ha trasformato il modo di concepire i giardini, creando spazi che non solo affascinano per la loro estetica, ma che rispettano e promuovono la biodiversità.
Tom Massey è nato e cresciuto nel sud-ovest di Londra, un luogo che ha influenzato profondamente la sua sensibilità verso la natura e il paesaggio. Le sue prime esperienze di esplorazione nel Richmond Park e le estati trascorse sulla Roseland Peninsula in Cornovaglia hanno alimentato una passione innata per l'ambiente naturale, che si riflette oggi in ogni suo progetto di design.
Dopo aver completato una laurea in animazione presso l'Arts University Bournemouth, Tom ha intrapreso un percorso professionale variegato. Ha lavorato nel campo della pubblicità e degli eventi e si è cimentato nella ristrutturazione di un magazzino dismesso a Hackney, trasformandolo in uno spazio di co-working e caffetteria creativa. Tuttavia, il richiamo della natura è stato troppo forte per essere ignorato, e così Tom ha deciso di seguire la sua vera passione, iscrivendosi al London College of Garden Design, dove ha conseguito il diploma con distinzione.
Nel 2015, Tom ha fondato il Tom Massey Studio a Londra, uno studio di design che si è rapidamente affermato grazie alla sua capacità di creare giardini che combinano estetica, funzionalità e sostenibilità. Il suo approccio al design è profondamente influenzato dal rispetto per l'ambiente e dalla volontà di creare spazi che supportino la fauna locale e promuovano la biodiversità. "Ci ispiriamo a una vasta gamma di fonti e consideriamo sempre l'ambiente, la localizzazione e il contesto del sito," afferma Tom. Questa filosofia si traduce in giardini che non sono solo belli da vedere, ma che svolgono anche un ruolo attivo nel sostegno dell'ecosistema locale.
Il lavoro di Tom Massey è stato ampiamente riconosciuto e premiato. Il Tom Massey Studio ha progettato giardini per clienti privati e commerciali, oltre che per festival e mostre sia nel Regno Unito che all'estero. Questi progetti hanno valso a Tom numerosi riconoscimenti, tra cui essere inserito nella lista dei “Top 50 Garden Designers” di House & Garden, nei “20 Finest Landscape Designers” di Country & Town House e tra i “25 Most Influential” di Pro Landscaper.
Una delle caratteristiche distintive del lavoro di Tom è la sua capacità di spingersi oltre i confini tradizionali del design paesaggistico, cercando ispirazione in luoghi inusuali e spesso trascurati. Nel 2018, Tom ha viaggiato fino al campo di Domiz, nel Kurdistan iracheno, per parlare con persone sfollate dalle loro case. In quel contesto, ha voluto capire "giardiniere a giardiniere" l'importanza che il giardinaggio e le piante rivestivano in un ambiente così difficile. Questa esperienza ha avuto un impatto profondo su Tom e ha ispirato alcuni dei suoi progetti più toccanti e significativi.
Oltre a guidare il suo studio di design, Tom è anche un divulgatore appassionato. Torna regolarmente al London College of Garden Design come docente ospite e tiene conferenze su vari aspetti del design di giardini e sulla sostenibilità. Nel 2023, ha pubblicato il suo primo libro, "RHS Resilient Garden: Sustainable Gardening for a Changing Climate", scritto in collaborazione con il team scientifico della Royal Horticultural Society. Questo libro rappresenta una guida pratica per adattare gli spazi esterni agli effetti dei cambiamenti climatici, utilizzando un approccio che combina ricerca scientifica e innovazione nel design.
Il lavoro di Tom Massey si distingue non solo per l'estetica accattivante, ma anche per l'impegno a creare giardini che possano resistere e adattarsi alle sfide ambientali del futuro. La sua visione pionieristica e il suo rispetto per la natura lo collocano tra i paesaggisti più influenti, un professionista che continua a ridefinire i confini del design di giardini, sempre con un occhio attento al nostro pianeta.
Il Paesaggista è una rubrica curata da Anne Claire Budin