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L’Associazione Vivaisti Italiani ha premiato anche i giovani Emiliano e Lorenzo Carlesi per dei sistemi di gestione delle irrigazioni tramite cellulare e Umberto Alunni, già direttore della Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia. Il presidente Luca Magazzini: «il Servizio fitosanitario prima era il nostro spauracchio, ora sono compagni di lavoro: va rafforzato perché la nostra crescita va di pari passo con la loro». A premiare Miro Mati, figura di primo piano della storia del vivaismo pistoiese, suo figlio Francesco, presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia.
Un vivaista di spicco, fra i più innovativi e con maggiore proiezione fuori dai confini del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, quale Miro Mati. E un soggetto pubblico a carattere tecnico-scientifico che costituisce un punto di riferimento costante ed essenziale per le attività vivaistiche.
Sono due dei protagonisti della premiazione della “Serata del vivaismo 2019”, organizzata venerdì 20 settembre sera nel Salone Folchi dell’Antico Convento Park Hotel et Bellevue di Pistoia dall’Associazione Vivaisti Italiani, soggetto referente del distretto pistoiese. Cerimonia di premiazione, condotta da uno dei due vicepresidenti dell’Associazione, Gilberto Stanghini, durante la quale è stato premiato anche Umberto Alunni, ex direttore della Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, oggi Banca Intesa SanPaolo, che è stato per tanti anni un interlocutore competente e appassionato delle imprese vivaistiche del territorio pistoiese. Un altro premio è stato assegnato ai giovani Emiliano e Lorenzo Carlesi, della Società Agricola Carlesi Vivai, per le innovazioni che hanno introdotto in azienda, fra cui una loro app per gestire gli impianti di irrigazione con il cellulare.
A consegnare il premio a Miro Mati, figura di primissimo piano della storia del vivaismo pistoiese, per l’impegno, la passione e la creatività messa in campo in tanti anni di attività, è stato suo figlio Francesco, il presidente del Distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia. Come ha detto quest’ultimo, dopo aver confessato un certo imbarazzo a premiare suo padre, «Miro ha portato la sua inventiva nel vivaismo pistoiese vincendo in tantissimi concorsi internazionali e anticipando i tempi in vari ambiti, dall’uso della plastica sino alla progettazione di spazi verdi. I molti premi li ha vinti in manifestazioni internazionali in cui ha progettato il verde in rappresentanza del vivaismo toscano». «Ha lavorato su alcune varietà botaniche di quercia e di robinia – ha aggiunto Francesco Mati - e ha persino studiato sistemi per conservare grandi alberi fuori terra e poterli piantare anche a distanza di uno o due anni di tempo».
E’ stato invece il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Luca Magazzini, a premiare il Servizio fitosanitario regionale, il cui lavoro «rappresenta un importante tassello per il settore al fine di garantire in ogni luogo la qualità delle produzioni». E non ci si è limitati al dirigente del settore, Dott. Lorenzo Drosera, ma sono stati premiati anche tutti i suoi collaboratori: Domenico Rizzo, Giovanni Vettori, Tommaso Bruscoli, Paolo Ciuti, Paolo Farina, Emanuele Frediani, Luca Galligani, Monica Guastini, Saverio Magrini, Paolo Marseglia, Flavia Ciampi, Roberto Giuliani, Giovanni Cappellini, Lorenzo Marziali. «In passato erano il nostro spauracchio, ora la nostra generazione li vive come compagni di lavoro – ha affermato Luca Magazzini -. Noi senza di loro non possiamo lavorare domattina, non fra un mese, quindi bisogna far di tutto affinché questo organismo, questa struttura sia rafforzata, perché la crescita del settore non può che andare di pari passo a una crescita del Servizio fitosanitario regionale».
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All’incontro del 20 settembre dell’Associazione Vivaisti Italiani su “Cambiamenti climatici e funzioni delle piante” segnali promettenti da città come Prato e dalle parole degli esperti. Il presidente Luca Magazzini: «il nostro lavoro è funzionale a un ambiente che possa continuare ad accogliere l’essere umano» e «la nostra competitività è legata anche alla vasta gamma di varietà e tipologie di piante», la vicinanza di Prato e Firenze abbatte i costi significativamente. L’agrometeorologo Simone Orlandini: alberi e piante mitigano in più modi le nuove condizioni climatiche. Per Francesco Ferrini, un punto di riferimento dell’arboricoltura urbana: Pa e cittadini devono essere informati meglio sulle tante specie di piante e i vivaisti sulle esigenze degli acquirenti. L’architetto del paesaggio Fabio Masotta: «la gamma di vegetazione che andrà ricercata ed utilizzata sarà amplissima». L’assessore Barberis di Prato: dobbiamo piantare 190 mila alberi, per noi il verde rientra nella salute, nel welfare state. Il sindaco di Pistoia Tomasi ha dato la notizia che il Comune ha preparato una bozza di “regolamento del verde”.
I cambiamenti climatici stanno spingendo diverse città italiane, fra cui alcune vicinissime a Pistoia come Prato e Firenze, a significativi investimenti e piani del verde. Alberi e piante sono in grado infatti di mitigare le nuove condizioni climatiche. Riescono a ridurre i gas serra in atmosfera, in particolare sequestrando l’anidride carbonica. Mitigano le isole di calore dei centri urbani e favoriscono anche una regimazione delle acque che può ridurre l’impatto degli eventi estremi pluviometrici.
E’ quanto emerso dall’incontro sul tema “Cambiamenti climatici e funzioni delle piante” organizzato ieri sera presso l’Antico Convento Park Hotel et Bellevue di Pistoia dall’ Associazione Vivaisti Italiani in occasione della tradizionale “Serata del vivaismo”. Nel corso del quale sono intervenuti, oltre ad esponenti delle istituzioni quali il prefetto di Pistoia Emilia Zarrilli, il sindaco Alessandro Tomasi (che ha sottolineato fra l’altro che la forestazione di Pistoia va ripensata e ha dato la notizia che ha pronta la bozza di un regolamento del verde comunale), l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni e la senatrice Caterina Bini, due grandi esperti della materia, entrambi docenti dell’Università di Firenze e membri dell'Accademia dei Georgofili, quali l’agrometeorologo Simone Orlandini, che ha parlato appunto delle “Variazioni climatiche e le principali sfide ambientali” richiamate sinteticamente nell’incipit, e Francesco Ferrini, uno dei massimi esperti di arboricoltura urbana, che ha trattato il tema “Il clima sta cambiando. Cambiamo anche noi?”. Fra i relatori, c’era anche l’assessore all’urbanistica e all’ambiente del Comune di Prato Valerio Barberis, che ha parlato del progetto di forestazione “Prato Giungla Urbana”, a cura del neurobiologo vegetale Stefano Mancuso e dell’architetto Stefano Boeri, salito di recente alla ribalta perché risultato fra i progetti vincitori di un bando europeo. Barberis ha detto fra l’altro che Prato dovrà piantare 190 mila nuovi alberi e che nel loro piano regolatore «l’idea di fondo è che il verde pubblico, se interconnesso, se progettato in un certo modo, diventa un tema di salute pubblica. E quindi la vera sfida è portare la realizzazione e gestione del verde pubblico nei temi di welfare state, cioè della prevenzione sanitaria dello stato». Prospettiva molto importante per favorire la ripresa del settore vivaistico pistoiese, che da diverso tempo si confronta con la scarsa domanda interna di piante.
Ma non è tutto. Come emerso in particolare nell’intervento del quarto relatore, l’architetto paesaggista Fabio Masotta, tesoriere della Sezione centro peninsulare dell’AIAPP Architettura del Paesaggio, sul tema “Inserimento paesaggistico della forestazione urbana”, negli interventi a verde nelle città «la gamma di vegetazione che andrà ricercata ed utilizzata sarà amplissima», perché «la qualità si riesce a raggiungere solo se si studia l’inserimento di vegetazione all’interno delle città» e si deve evitare «una caduta a pioggia di alberi qualsiasi, ma bisogna studiare le caratteristiche preesistenti dei contesti urbani in cui si vanno a inserire queste infrastrutture».
Questa necessità di saper scegliere le piante giuste a seconda del contesto, operando di fino come un sarto, è stata espressa anche dal prof. Francesco Ferrini che, sentito dopo l’incontro, ha anche detto: «fino agli anni ’80 avevamo poche specie da utilizzare. Adesso ne abbiamo decine e decine e decine. Però poi alla fin fine non c’è la conoscenza adeguata a livello di pubblica amministrazione e del cittadino per selezionare specie e varietà giuste. Le abbiamo, però è chiaro che l’acquirente, la Pa e il cittadino devono essere informati, e anche il vivaista deve essere informato su quelle che sono le aspettative e le esigenze del cittadino».
Tracciando un bilancio conclusivo dell’incontro, il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Luca Magazzini, ha sottolineato come sia emerso chiaramente che «quello che facciamo tutti i giorni, il nostro duro lavoro produttivo, alla fine serve per il futuro di tutti, perché è funzionale a un ambiente che possa continuare ad accogliere l’essere umano. Le città infatti sono state pensate in una prospettiva in cui l’ambiente si dava per scontato. Oggi c’è da recuperare invece una vivibilità dal punto di vista ambientale: sull’aria, con l’abbattimento della CO2, e il verde è uno degli strumenti principali per rendere le città del futuro vivibili. Tenendo presente che in prospettiva il 70/80% della popolazione mondiale vivrà nei centri abitati». «La nostra competitività – ha aggiunto Magazzini - è più legata al fatto che non facciamo una produzione concentrata su pochi articoli ma abbiamo una gamma di varietà enorme e, all’interno delle varietà, di forme e tipologie in continuo divenire e pensate per essere sempre più funzionali anche all’arredo urbano». Riguardo ai progetti di forestazione di città come Prato e Firenze, ha detto: «non sta a me dirlo, ma probabilmente potremmo essere un interlocutore privilegiato, vista anche la distanza e i minori costi di trasferimento. Aspetto non secondario, visto che la nostra produzione è abbastanza ingombrante e il costo del trasporto e della logistica incide significativamente».
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L’appuntamento, organizzato dall’Associazione Vivaisti Italiani, si svolge presso l’Antico Convento Park Hotel et Bellevue. Interventi del georgofilo Simone Orlandini, del preside di Agraria a Firenze Francesco Ferrini, dell’architetto del paesaggio Fabio Masotta, del sindaco di Prato Matteo Biffoni. Alle 17,30 registrazione dei partecipanti all’incontro delle 18. A seguire, alle 20, le premiazioni della “Serata del Vivaismo 2019”.
Due importanti docenti universitari che sono membri dell’Accademia dei Georgofili, un rinomato paesaggista e il sindaco di una città che si sta mettendo in luce per gli innovativi progetti di riforestazione urbana recentemente avviati.
Sono i protagonisti dell’incontro sul tema “Cambiamenti climatici e funzioni delle piante” che l’Associazione Vivaisti Italiani organizza venerdì 20 settembre alle 18 (con registrazione dei partecipanti a partire dalle 17,30) nel Salone Folchi dell’Antico Convento Park Hotel et Bellevue di Pistoia (via San Quirico 33).
A seguire, verso le 20, dopo brevi saluti delle autorità presenti, si terranno le premiazioni della tradizionale “Serata del vivaismo 2019”. Top secret ancora i nomi dei premiati di quest’anno. Seguirà aperitivo e cena su prenotazione (telefonare allo 0573-913321 oppure scrivere all'email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
Ma ecco il programma dettagliato con i nomi dei relatori dell’incontro e il titolo dei loro interventi:
- ore 18 saluto e introduzione di Luca Magazzini, presidente Associazione Vivaisti Italiani;
- Prof. Simone Orlandini, Accademia dei Georgofili, “Le variazioni climatiche e le principali sfide ambientali”;
- Prof. Francesco Ferrini, presidente Scuola Agraria dell’Università di Firenze, “Il clima sta cambiando. Cambiamo anche noi?”;
- Arch. Fabio Masotta, tesoriere per la Sezione centro peninsulare dell’Aiapp (Associazione italiana di architettura del paesaggio), “Inserimento Paesaggistico della Forestazione Urbana”;
- Matteo Biffoni, sindaco del Comune di Prato, che parlerà del progetto “Prato Giungla Urbana”.
Modera il convegno il responsabile dell’ufficio stampa dell’Associazione Vivaisti Italiani Andrea Vitali.
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Le concessioni di microcredito, prestiti da 10 a 20 mila euro senza interessi né bisogno di garanzie, attingono a un fondo di 1.800.000 euro della Regione gestito da Fidi Toscana. Il presidente di Cia Toscana Centro (Firenze – Pistoia – Prato) Orlandini: «con un calo dell’80% della produzione di miele, l’anno 2019 è stato il peggiore di sempre per l’apicoltura». Il responsabile Apicoltura di Cia Masotti: «nel corso dell’anno si sono verificate tutte insieme le condizioni climatiche più negative per le api e il poco nettare che sono riuscite a raccogliere lo hanno utilizzato per sopravvivere», per non parlare di varroa, vespa velutina e tanti altri «ospiti che la globalizzazione ci ha regalato»; «è in pericolo non solo il reddito degli apicoltori, ma con la riduzione del numero di imprese del comparto apistico, la sopravvivenza stessa delle api e della loro essenziale funzione di impollinatori».
«Con un crollo della produzione di miele attorno all’80%, il 2019 è un anno catastrofico per gli apicoltori del nostro Paese, il peggiore di sempre. E molti rischiano di cessare l’attività se non arrivano aiuti. Ben vengano dunque questi finanziamenti agevolati a tasso zero della Regione Toscana alle imprese agricole del comparto apistico».
Così il presidente di Cia Toscana Centro (Firenze – Pistoia – Prato) Sandro Orlandini commenta la delibera dello scorso giugno della Giunta regionale della Toscana, che ha disposto la concessione di microcredito agli apicoltori in difficoltà stanziando a tal fine un fondo rotativo pari a 1 milione e 800 mila euro che sarà gestito da una RTI con capofila Fidi Toscana. Come confermato dal responsabile apicoltura di Cia regionale Franco Masotti, la misura sta per entrare nella fase di attuazione e a breve le imprese apistiche potranno inoltrare domanda per ottenere prestiti da 10 mila a 20 mila euro a tasso zero senza bisogno di garanzie personali e patrimoniali. Ci sono alcuni requisiti formali e procedurali. Ad esempio, spiega Masotti, «potranno accedere a questi finanziamenti agevolati solo le aziende agricole con partita Iva, contabilità ordinaria e registrate nella banca dati apistica nazionale (Bda), e verrà erogato un importo ad arnia in base al numero di arnie comunicate nell’ultima denuncia in Bda». Inoltre «saranno ammissibili solo richieste per spese necessarie a compensare la riduzione della produzione nel 1 semestre 2019, il ripristino del patrimonio apistico aziendale ridotto a causa dell’andamento climatico nel 2019 e spese per la gestione dell’apiario». Ma per i dettagli su come fare richiesta, aggiunge Masotti, gli uffici di Cia sono a disposizione degli apicoltori.
Come è nata questa crisi e perché è così grave?
«A causa di un inverno più caldo rispetto alla media – spiega il responsabile apicoltura di Cia Franco Masotti - le api hanno cominciato a deporre più uova e le famiglie si sono ingrandite. Ma poi la pioggia e l’abbassamento delle temperature del mese di aprile e maggio hanno condizionato il lavoro delle api e il poco nettare che sono riuscite a raccogliere lo hanno utilizzato per sopravvivere». «Non abbiamo mai vissuto una situazione così critica – aggiunge Masotti –, le api sono stressate, escono ai primi raggi di sole e tornano indietro appena inizia a piovere. Non fanno altro che produrre covata senza riuscire a immagazzinare il miele, i fiori risultano perennemente bagnati dalle frequenti piogge. Così i fiori producono poco nettare e polline innescando una situazione critica all’interno degli alveari. Si sono verificate tutte insieme le condizioni più negative per l’attività delle api: il freddo non le faceva uscire, la grandine e la pioggia hanno rovinato le fioriture». «Le api sono state nutrite per evitare la morte delle famiglie – spiega ancora -, con costi onerosi per gli apicoltori per l’acquisto del nutrimento e, per chi fa nomadismo, per raggiungere gli apiari dislocati in varie località in Toscana».
A tutto ciò va aggiunto che «varroa, cinipide, Aethina tumida, vespa velutina e gruccioni sono alcuni degli ospiti che la globalizzazione ci ha regalato e che hanno contribuito ulteriormente al calo verticale della produzione dei prodotti dell’alveare».
«Questo quadro critico – conclude Masotti – mette in pericolo non solo il nostro reddito, ma con la probabile riduzione del numero di apicoltori, la sopravvivenza stessa delle api e quindi della loro insostituibile funzione di insetti pronubi impollinatori».
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Si è aperta domenica 8 settembre, con il concerto della Filarmonica della Scala, la programmazione di eventi della Biblioteca degli Alberi di Milano. Con i suoi 9 ettari la BAM rappresenta la terza area verde del centro milanese per estensione.
La Biblioteca degli Alberi è un giardino botanico contemporaneo nel cuore di Milano con 100 specie botaniche distribuite nelle 22 foreste circolari, che ospitano un bacino floreale di 135 mila piante, tra siepi, arbusti, bulbi, rampicanti, piante acquatiche ed erbacee e aromatiche.
Rappresenta un tassello fondamentale della strategia di ricomposizione pedonale che ha ispirato il progetto di rigenerazione urbana di Porta Nuova. I suoi 90.000 metri quadri rientrano difatti negli oltre 160.000 metri quadri di spazi pedonali realizzati fra corso Como, piazza della Repubblica e la sede di Regione Lombardia. Inoltre, la BAM, è un vero e proprio progetto cittadino di network e di associazione civica e culturale, un luogo inclusivo di esperienze culturali a contatto con la natura. L’inaugurazione ufficiale è stata domenica 8 settembre, con Back to the City, un concerto della Filarmonica della Scala, con sinfonie di Rossini, Verdi, Mascagni e Mendelssohn-Bartholdy. Il fitto palinsesto di eventi, rivolto a tutti, è ispirato ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu e declinato in quattro punti: open air culture, con momenti musicali, performance site-specific, letture poetiche e teatro nel paesaggio; nature, dunque passeggiate alla scoperta del patrimonio botanico e faunistico del parco e del rispetto del verde, talks, workshop e letture botaniche. Non mancano gli eventi wellness, fra cui esperienze all’aria aperta all’insegna del benessere e dell’attività fisica, e infine l'education, con un programma di talks sui temi dell’innovazione e della sostenibilità, orti urbani e laboratori didattici e creativi per bambini, famiglie e adulti. Nella programmazione di eventi alla Biblioteca degli Alberi di Milano spazio anche a workshop di street art, pic nic con concerti e artisti di strada, dj-set al tramonto, letture di poesia internazionale. Non mancano passeggiate e tantissimi appuntamenti per bambini, fra laboratori e lezioni interattive. Infine, spazio a momenti di benessere con eventi di yoga, fitness, workout, naturalmente mamme-friendly e dog-friendly.
La Bam - Biblioteca degli Alberi di Milano è stata affidata, attraverso una convenzione con il Comune di Milano e Coima Sgr, alla gestione tecnica e culturale della Fondazione Riccardo Catella. La proprietà rimane del Comune di Milano, con il suo sponsor che garantisce la copertura di tutti i costi di manutenzione e sicurezza, mentre le attività del parco sono gestite dalla Fondazione. A questo si affianca anche un programma di tesseramento per coinvolgere cittadini e aziende nella manutenzione e nel volontariato.
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