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Lettera degli operatori del verde

I presidenti Giansanti, Maisto e Pavoni hanno scritto al ministro dello Sviluppo economico Patuanelli per sbloccare tutte le attività del codice Ateco 81.30 (Cura e manutenzione del paesaggio) e quindi anche della classe Soa OS24 (appalti pubblici di “verde ed arredo urbano”). Si chiede pure la velocizzazione dei pagamenti di lavori pubblici già eseguiti.


Dopo aver richiesto e ottenuto dal Governo circa due settimane fa lo sblocco delle attività di cura e manutenzione del paesaggio, tranne le nuove realizzazioni, Confagricoltura, Assoverde (Associazione italiana costruttori del verde) e Aigp (Associazione italiana giardinieri professionisti) chiedono ora la ripartenza anche delle nuove realizzazioni a verde.
Ieri l’altro i presidenti delle tre associazioni di categoria, rispettivamente Massimiliano Giansanti, Antonio Maisto e Claudia Pavoni, hanno inviato una nuova lettera al Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e per conoscenza alle ministre delle Politiche agricole Teresa Bellanova e delle Infrastrutture Paola De Micheli e ai ministri dei Beni culturali Dario Franceschini, dell’Ambiente Sergio Costa e degli Affari regionali Francesco Boccia, nonché ai presidenti delle Regioni. L’obiettivo è ottenere, nell’atteso Dpcm che dal 4 maggio dovrebbe consentire la ripresa di nuove attività prima sospese per via dell’emergenza Covid 19, il via libera a tutto ciò che rientra nel Codice Ateco 81.30: “Cura e manutenzione del paesaggio (inclusi parchi, giardini e aiuole)". E quindi anche gli interventi per realizzare nuovi parchi, giardini e spazi verdi di ogni genere. Il che significa, riferendosi alle attestazioni Soa per gli appalti pubblici come nella recente ordinanza della Regione Veneto, riaprire le porte alla categoria OS24: le opere pubbliche di “verde ed arredo urbano”.
Ribadendo che le attività di cura del paesaggio si svolgono già abitualmente nel rispetto di criteri che rendono praticamente impossibile il contagio e in ogni caso la volontà degli operatori del verde di rispettare il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure di contenimento del rischio negli ambienti di lavoro del 14 marzo, così come integrato il 24 aprile, i firmatari della lettera sottolineano che un prolungamento della sospensione delle nuove realizzazioni inciderebbe pesantemente sulle capacità di fatturato annuali delle singole aziende.
Infine, con riferimento all’emergenza economica in cui si trova attualmente tutta la filiera del verde a causa dell’epidemia, chiedono di «prevedere, attraverso gli strumenti più idonei, lo snellimento e la velocizzazione delle procedure di pagamento dei lavori pubblici, soprattutto per le opere già eseguite e contabilizzate». «La maggiore liquidità – concludono - aiuterebbe gran parte delle aziende a sostenere la complessità del momento e ridurre le esigenze di indebitamento per far fronte agli impegni assunti, scongiurando in tal modo altrimenti inevitabili criticità».  

L.S.


Marco Niccolai Floraviva

Il consigliere regionale della Toscana Marco Niccolai ha proposto di «dichiarare subito lo stato di crisi» per il florovivaismo toscano e di «individuare le risorse nel Piano di sviluppo rurale». Niccolai ricorda che Campania e Liguria, nostre concorrenti nella floricoltura, si sono già mosse in tale direzione.


Una dichiarazione dello stato di crisi del florovivaismo da parte della Regione sarebbe «di vitale importanza»: costituirebbe «un primo ma importante passo perché, al netto delle decisioni del Governo nazionale, aprirebbe lo spazio ad una serie di misure concrete da mettere in campo subito, grazie ai fondi del Piano di sviluppo rurale, che significano per la Toscana decine e decine di milioni di euro».
E’ quanto affermato ieri dal consigliere regionale della Toscana Marco Niccolai, che ha reso noto di avere avanzato già tre settimane fa tale proposta nella Commissione Agricoltura in Regione e ha annunciato una interrogazione alla Giunta regionale per chiedere di individuare percorsi analoghi ad altre Regioni, dichiarando subito lo stato di crisi del settore florovivaistico e intervenendo con i fondi del Piano di sviluppo rurale.
«Con il Piano di sviluppo rurale – ha detto Niccolai - si può intervenire in varie direzioni: ad esempio, come è già stato fatto con altri settori, introducendo misure compensative per le aziende, legandole a parametri oggettivi come perdita di fatturato o altri indicatori». Un’altra possibile azione sarebbe «l'introduzione di premialità specifiche per le aziende del settore nei bandi del Piano di sviluppo rurale». 
«Campania e Liguria, nostre dirette “concorrenti” rispetto al settore floricolo – ha aggiunto il consigliere regionale toscano - si stanno indirizzando su queste linee e l’importanza del florovivaismo in Toscana, che significa il 30 per cento della produzione lorda vendibile dell’agricoltura toscana, chiama tutti noi a mettere in campo uno sforzo eccezionale e, per quanto riguarda la Regione, solo il Piano di sviluppo rurale ha la capacità finanziaria di dare risposte adeguate e di medio termine, necessarie vista la crisi del comparto». 

L.S.


Flormart

Cambia programma per il Coronavirus il 71° Flormart, il salone di Padova dedicato a florovivaismo, verde e paesaggio, rinviato al 22-24 settembre 2021. Il 1° dicembre 2020 “solo” un “City Forum” articolato in un’edizione molto interattiva di EchoTechGreen, nell’evento sulle piante aromatiche Erbaleforum e nella piattaforma Gpp Lab. Il 29 aprile, prima tappa del roadshow online, dibattito sulle azioni di sostegno alle aziende florovivaistiche per uscire dalla crisi causata dall’epidemia. 


«Siamo al fianco delle 24mila imprese florovivaistiche italiane che affrontano un anno nero. Tutte le aziende sono alle prese con un periodo emergenziale senza precedenti e riteniamo che, mantenendo vivo il dialogo con tutti gli operatori, la cosa più utile sia rivolgere tutte le nostre energie a progettare un’edizione 2021 nel segno dell’innovazione e dell’internazionalizzazione, vero trampolino di lancio per la ripresa. A dicembre 2020 con Flormart City Forum inizieremo a svelare il progetto del 2021».
E’ quanto dichiarato ieri l’altro dal direttore generale di Fiera di Padova Luca Veronesi nell’annunciare la decisione di rinviare la 71esima edizione del Salone internazionale del florovivaismo, verde e paesaggio padovano al prossimo anno, il 2021. Un cambio di programma dettato dalla crisi da Coronavirus che comporterà la trasformazione della manifestazione in un percorso ibrido, virtuale e fisico, in più tappe: dopo tre appuntamenti online dedicati agli operatori, primo meeting a Padova a fine anno, l’1 dicembre, con Flormart City Forum, e, infine, il culmine con la manifestazione fieristica internazionale che si terrà dal 22 al 24 settembre 2021. Non ci sono infatti le condizioni per tenere quest’anno, come inizialmente previsto nelle date dal 23 al 25 settembre 2020, il grande evento internazionale progettato da Fiera di Padova.
Nonostante il rinvio, i motori del salone non si fermano: al Flormart City Forum dell’1 dicembre 2020 saranno presentate alcune delle novità dell’edizione 2021. E l’anteprima prettamente convegnistica sarà articolata in tre elementi: EcoTechGreen Active, l’edizione speciale del Forum internazionale dedicato al verde tecnologico organizzato da  Paysage - Promozione e Sviluppo per l’Architettura del Paesaggio in collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori che quest’anno sarà organizzato in una veste fortemente interattiva; Gpp Lab, la prima piattaforma dedicata al Green Public Procurement (GPP) o appalti verdi nella pubblica amministrazione, promossa da Fiera di Padova e Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale, che ne cura il coordinamento; ed Erbaleforum, l’evento professionale per la filiera delle piante aromatiche e officinali, che proporrà un convegno sulle migliori esperienze produttive e sugli avanzamenti della ricerca scientifica relativi a queste risorse sempre più qualificanti nella progettazione delle future smart cities. Tre eventi all’insegna della tecnologia e del B2B che ben rappresentano l’anima di un Flormart sempre più piattaforma d’incontro e di sviluppo per l’intero settore.
Piattaforma che vive tutto l’anno non solo sul sito e sui social network, ma anche nell’incontro con gli operatori del settore. Per questo Fiera Padova sta lavorando a un roadshow in tre tappe con gli attori della filiera del verde. Vista la particolarità della situazione legata al Covid-19 e per venire incontro alle richieste del settore, gli appuntamenti si terranno in modalità virtuale: un inedito roadshow online coinvolgerà gli operatori del settore toccando i temi più sensibili di questo anno particolare, confermando il ruolo di Flormart come punto di riferimento per aziende, associazioni, enti pubblici e professionisti. Primo appuntamento, proprio per parlare della crisi legata al coronavirus, il 29 aprile per un dibattito che illustrerà le principali azioni per supportare il settore cui è stata invitata anche la Ministra per le Politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova.

L.S.


Avviso alle aziende del presidente dell’Associazione vivaisti italiani Magazzini, che ha invitato i soci a stare attenti ai contatti con soggetti estranei al settore e a evitare canali alternativi e proposte d’aiuto poco chiare per risolvere i problemi di liquidità. Avi è in dialogo con i vari livelli di governo per ottenere sostegno il più velocemente possibile. 


Prima l’allerta dei vertici della polizia di stato a fine marzo, poi due giorni fa l’allarme del procuratore capo di Firenze in un’intervista del Tgr Rai Toscana: le mafie hanno molta liquidità a disposizione e possono prendere di mira gli imprenditori piegati dall’emergenza Coronavirus, infiltrandosi nei settori più colpiti dalla crisi. Tra questi c’è senz’altro il florovivaismo, che stava ripartendo dopo un periodo in cui c’erano già stati problemi di liquidità, soprattutto a seguito del fallimento di un’importante azienda del Distretto vivaistico ornamentale pistoiese.
Pertanto, su suggerimento anche delle forze dell’ordine, il presidente dell’Associazione vivaisti italiani (Avi) Luca Magazzini ha deciso di inviare ieri l’altro un avviso alle aziende socie in cui si raccomanda di «prestare molta attenzione nei confronti di soggetti non conosciuti ed estranei al mondo produttivo vivaistico che si offrano per trovare soluzioni alla mancanza di liquidità o ad altre problematiche aziendali attraverso canali alternativi ai normali circuiti istituzionali e bancari». «Le scorciatoie poco chiare – ha sottolineato Magazzini - sono infatti quasi sempre sinonimo di illegalità o di zone grigie foriere di problemi ancora più gravi di quelli che si vorrebbero risolvere».
Luca Magazzini ha colto l’occasione per ricordare ai soci vivaisti che Avi «si sta impegnando, in un serrato e costruttivo dialogo con i vari livelli di governo, per rendere il meno dolorosa e più veloce possibile questa crisi che ha investito come uno tsunami il nostro settore a seguito dell’epidemia da Coronavirus, proprio nel momento in cui sembravamo aver imboccato con più decisione la via del rilancio sia a livello internazionale che nazionale».

Redazione

Rivolto al Commissario all'Agricoltura Wojciechowski, un appello per salvare il florovivaismo europeo dalla crisi da Covid-19 è stato inviato il 10 aprile da 9 grandi organizzazioni della filiera (7 internazionali con base in Europa, 1 francese e 1 olandese) fra cui l’ENA. Tra le richieste a breve termine, liquidità e compensazioni dell’80% dei costi di produzione e smaltimento dei prodotti invenduti; a medio-lungo termine, statistiche annuali della Commissione europea e linea di bilancio per la promozione di piante e fiori, considerato il loro ruolo non solo ornamentale: nel mitigare cause ed effetti del cambiamento climatico e per il contributo alla salute e qualità della vita dei cittadini.          


«Necessità di misure straordinarie per sostenere il settore dei fiori e delle piante vive perché sopravviva alla crisi da Covid-19».
E’ l’oggetto della lettera congiunta inviata il 10 aprile scorso al Commissario europeo all’Agricoltura e allo sviluppo rurale Janusz Wojciechowski da un gruppo di 9 grandi organizzazioni (7 internazionali, 1 francese e 1 olandese) con sede in Europa e che rappresentano tutti i segmenti e comparti del settore “Fiori e piante vive” (l’intera filiera florovivaistica) nell'UE. Settore o filiera che abbraccia i fiori recisi, le piante da interno ed esterno a scopo ornamentale e per finalità ecologiche, il materiale di propagazione e i bulbi e che coinvolge migliaia di aziende che danno lavoro a 760 mila persone (di cui 335 mila nella produzione) per un giro d’affari stimato attorno ai 48 miliardi di euro
Motivo? «Stime preliminari suggeriscono che la domanda complessiva di fiori e piante vive – si legge nel comunicato stampa seguito alla lettera - è diminuita dell'80% nell’Unione europea con l'introduzione delle misure di lockdown e l’immediata chiusura dei punti vendita specializzati non essenziali (negozi di fiori, mercati locali e garden center) nella maggior parte dei Paesi europei» a causa del diffondersi dell’epidemia da Coronavirus. Sono state cancellate inoltre festività ed eventi fondamentali per il mercato florovivaistico quali le celebrazioni pasquali, le feste della mamma, il Primo Maggio. Queste sfortunate circostanze e il massiccio effetto domino che ne è derivato hanno portato all’immediato collasso della domanda di piante e fiori e posto tutte le aziende della filiera in una posizione di estrema vulnerabilità, visto che il settore stava entrando nell’alta stagione (da marzo a giugno), durante la quale viene realizzato dal 50 all'80% del suo fatturato annuo». 
E non è tutto, come si legge nella lettera, i prodotti florovivaistici «sono altamente deperibili e stagionali, basati su un ciclo vegetale naturale che non può essere interrotto durante la crisi». Ed è inoltre impossibile stoccarli o riorganizzare la fornitura in queste circostanze poiché non esistono canali di vendita capaci di fornire un’alternativa sufficientemente consistente a breve/medio termine in rapporto ai consueti volumi di mercato. Il consumo di fiori e piante vive prodotti nell'Ue, spiegano ancora i firmatari, è all'85% nel mercato interno dell'Ue. Ma anche il restante 15% destinato all'esportazione è stato colpito duramente, poiché la maggior parte dei paesi di destinazione ha applicato misure di blocco simili, mentre anche i flussi delle importazioni dai partner della catena di approvvigionamento nei paesi del sud, pari a meno del 10% del valore di mercato totale dell'Ue, si sono praticamente fermati. Di conseguenza, tutti i fiori e le piante prodotti che non sono stati venduti in tempo sono stati e continuano ad essere distrutti su larga scala in Europa e non solo.
Da qui la necessità della lettera alla Commissione europea, che rappresenta una mossa frutto di un’alleanza senza precedenti e ha come firmatari UNION FLEURS (International Flower Trade Association), ENA (European Nurserystock Association), ARELFH (Assemblea delle regioni orto-florovivaistiche europee), VAL’HOR (l’associazione interprofessionale francese della filiera florovivaistica), VBN (Associazione delle aste di fiori olandesi) CIOPORA (l’Associazione internazionale degli allevatori di varietà orticole riprodotte asessualmente), ANTHOS (Associazione commerciale dei prodotti dei vivai e dei bulbi da fiore), FLEUROSELECT (Associazione internazionale di ibridatori, produttori e distributori di materiale di moltiplicazione delle piante ornamentali) ed ELCA (Associazione europea degli appaltatori del paesaggio, i costruttori e manutentori del verde).   
Che cosa chiedono questi importanti soggetti della filiera florovivaistica internazionale?
Consapevoli delle richieste avanzate due giorni prima da Copa (Comitato delle organizzazioni professionali agricole) e Cogeca (Confederazione generale delle cooperative agricole dell’Unione europea) e adottando un approccio simile, i 9 firmatari chiedono:
1) Misure di sostegno straordinario temporaneo e a breve termine per i produttori e tutti gli altri operatori della filiera (commercio, commercio all'ingrosso, distribuzione, ibridatori, punti vendita specializzati) che richiedono urgente adozione. Vale a dire l’attivazione di misure eccezionali per la gestione delle crisi su misura, come ad esempio (ma non solo) quelle previste ad esempio dall'articolo 221 del Regolamento 1308/2013 sulle Organizzazioni comuni di mercato (Ocm), al fine di consentire al settore di beneficiare dell'assistenza finanziaria dell'Ue per:
- garantirsi liquidità finanziaria e compensare la distruzione delle scorte e le perdite operative (per il periodo marzo-giugno 2020);
- beneficiare di misure per compensare almeno l'80% dei costi di smaltimento e dei costi di produzione di piante e fiori non venduti;
- mantenere il funzionamento del mercato unico dell'Ue.
2) Misure a medio e lungo termine:
- l’istituzione di una linea di bilancio dedicata pluriennale specificamente progettata per affrontare il problema della promozione di fiori e piante verso i consumatori nell'ambito dei programmi di promozione dell'UE per i prodotti agricoli previsti dal Reg. UE 1404/2014;
- riprendere l'organizzazione delle riunioni annuali del Gruppo di dialogo civile (Cdg) sull’orto-florovivaismo dedicate al settore “Fiori recisi e piante vive” per assicurare uno scambio regolare di informazioni con i servizi della Commissione europea e l’opportunità di un dialogo costruttivo;
- attuare una raccolta e una pubblicazione annuali di statistiche e dati sul settore florovivaistico (ad es. produzione, consumo o commercio) da parte della Commissione come avviene per altri settori agricoli.
«Sottolineiamo – si conclude la lettera - che il settore dei fiori e delle piante vive contribuisce in modo determinante sia alla tutela dell’ambiente che alla salute pubblica: tutti gli studi convergono nel dimostrare che i fiori e le piante nei giardini e nelle città hanno il potenziale per fornire soluzioni al fine di mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici agendo come trappole di CO2 e rendendo le città congestionate più vivibili, così aumentando la qualità della vita dei cittadini europei e contribuendo direttamente a uno stile di vita sano, salute mentale inclusa. Con le discussioni politiche in corso sul “Nuovo Green Deal Europeo” e la “Strategia Farm to Fork” (dai campi alla tavola), è importante che il potenziale contributo del settore florovivaistico alla lotta ai cambiamenti climatici non venga dimenticato».

Lorenzo Sandiford