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Assoverde ha scritto al presidente del consiglio Giuseppe Conte per chiedere che i livelli di detrazione del “bonus verde” (per interventi in giardini, spazi verdi privati ecc.) siano equiparati a quelli dell’“ecobonus” (per lavori di efficientamento energetico nelle case ecc.). Da Prato appello a Governo e Parlamento per applicare l’ecobonus a tutte le “nature based solutions” architettoniche del progetto “Urban Jungle”.
Le ipotesi circolate nei giorni scorsi di detrazioni anche fino al 110% per interventi di efficientamento energetico e tutela ambientale nell’ambito di opere di ristrutturazione immobiliare stanno facendo sperare gli operatori del verde. Il loro obiettivo è rendere il trattamento fiscale dei lavori inclusi nel “bonus verde”, quali interventi per giardini e spazi verdi privati, uguale a quello degli interventi soggetti a “ecobonus”, che hanno detrazioni più alte e che potrebbero essere aumentate nel “Decreto Rilancio” o “Decreto Maggio (già “Decreto Aprile”). Mossa logica, visto che gli interventi a verde e l’uso sapiente di piante nelle soluzioni architettoniche possono davvero consentire significativi efficientamenti energetici e riduzioni delle emissioni inquinanti climalteranti.
L.S.
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Liquidità esaurita, il Distretto vivaistico di Pistoia ha urgente bisogno di sostegno finanziario. In sostanza è quanto Francesco Mati, presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, annuncia con un appello alle istituzioni: «non c’è più tempo, le aziende hanno esaurito le risorse e presto dovranno licenziare». Negli ultimi 2 mesi, per l’emergenza Coronavirus, l’attività commerciale dei vivaisti si è bloccata: ferma al 10/20 per cento rispetto al 2019. Ma la burocrazia e le banche rallentano gli aiuti e siamo vicini a un effetto domino esiziale per questa eccellenza del made in Italy.
«Il tempo è scaduto. Se non ci sarà un rapido intervento di sostegno finanziario, le aziende incominceranno a licenziare e a chiudere i battenti. E potremo dire addio a una punta di diamante dell’agricoltura toscana e dell’intero comparto florovivaistico nazionale».
A lanciare il grido d’allarme con appello alle istituzioni nazionali e locali è Francesco Mati, presidente del Distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia, il principale polo di produttori di piante vive in Italia e ai vertici anche a livello europeo. Un distretto che conta, secondo i dati provinciali 2019 della Camera di commercio, 1450 aziende con 6 mila ettari di superfici coltivate per circa 6 mila addetti più indotto e che valeva l’anno scorso 733 milioni di euro di fatturato, di cui circa 500 milioni da export. Voce quest’ultima che «dal 2017 era in trend positivo – sottolinea Mati – con l’anno scorso una crescita delle esportazioni in valore di oltre il +7%».
Con lo tsunami dell’epidemia da Sars-cov-2 e del conseguente stato di emergenza in Italia e all’estero tutto è cambiato. «Negli ultimi 2 mesi – spiega Francesco Mati - l’attività commerciale delle aziende vivaistiche si è praticamente bloccata: in certi casi al 10%, in altri al 20% o al 30%, ma con alcune aziende scese addirittura a zero. E questo sostanziale blocco commerciale nel periodo cruciale dell’anno riguarda le piccole come le medie e le grandi aziende, è generalizzato». «Se a tale contesto di mancati incassi aggiungiamo che dai vivaisti del distretto arrivano continue lamentele per la burocrazia e le banche che rallentano gli aiuti, anche quelli che il Governo aveva promesso che sarebbero stati veloci, è facile capire in che situazione di crisi di liquidità ci troviamo».
Redazione
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Francesco Saverio Abate, capo Dipartimento Politiche competitive della qualità agroalimentare presso il Mipaaf: «il florovivaismo ha subito perdite enormi e necessita di misure straordinarie». La ministra dell’agricoltura Bellanova convocherà il tavolo della filiera florovivaistica a breve.
Un fondo d’indennizzo specifico per il florovivaismo italiano, che andrà a risarcire le aziende delle pesanti perdite economiche subite durante il lockdown. Con questo provvedimento, che sarà integrato nel prossimo Dpcm atteso a giorni, il Governo viene incontro alle richieste provenienti dal settore, che tra marzo e aprile è arrivato a registrare perdite di fatturato che vanno dal 30 al 50%.
Redazione
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A fianco di Marco Cappellini (Anve), nominati quali vice presidenti: Vito Giambò (MilazzoFlora) e Paolo Vettoretto (Florveneto). Nel direttivo anche Roberto Magni, Jean Mark Orecchioni, Cesare Cipolla, Enrico Leva, Francesco Bet, Renzo Bizioli.
«Quanto fatto fino ad ora dal presidente uscente Roberto Magni ci dà fiducia sulla solidità dell'Associazione e sulla sua base tecnica e istituzionale. Il marchio VivaiFiori è di proprietà delle aziende e le aziende sapranno come usarlo e come migliorare tutte le procedure di controllo. E’ uno strumento unico ed esclusivo per il nostro settore e dobbiamo impegnarci per il massimo sviluppo in tutta la filiera produttiva, commerciale, della trasformazione e dei servizi per il verde».
Redazione
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- Scritto da Andrea Vitali
Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato uno stanziamento di 2,6 milioni di euro per il 2020 a sostegno delle aziende del comparto della floricoltura danneggiate dall’emergenza Coronavirus. In regione ci sono circa 1200 imprese per oltre 2300 ettari. Il consigliere Marco Niccolai: «primo passo, adesso avanti su vivaismo e filiera floricola».
Una «sovvenzione» di circa 1200 euro ad ettaro per un massimo di 5 mila euro ad azienda floricola «quale ristoro per il blocco produttivo delle imprese, che si è tradotto non solo in perdita delle vendite ma anche in costi di smaltimento dei fiori non vendibili».
L.S




