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Nella sede di Confagricoltura Pistoia dal 18 al 27 febbraio (iscrizione entro il 13). Disponibili 24 posti nel corso di formazione obbligatoria che consente di accedere all’esame di abilitazione frequentando almeno il 75% dell’orario (i martedì e giovedì dalle ore 14 alle 19). Tra i requisiti per iscriversi, aver compiuto 18 anni o aver adempiuto l’obbligo formativo, conoscere l’italiano almeno al livello A2 del Quadro Comune Europeo e, se stranieri non comunitari, il permesso di soggiorno. Costo 165 euro (comprensivo di esame finale).

L’agenzia Formazione Conservatorio San Giovanni Battista Impresa Sociale srl (Formazione Conservatorio) organizza in collaborazione con Confagricoltura Pistoia nella seconda metà di febbraio 2020 un corso di formazione obbligatoria per utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari della durata di 20 ore. Il corso si concluderà con un esame superando il quale si otterrà l’attestato di frequenza necessario a ottenere il rilascio del certificato di abilitazione. Certificato che è indispensabile per l’acquisto e/o utilizzo dei prodotti fitosanitari. 
Le lezioni del corso, che costa 165 euro tutto incluso (compreso l’esame finale), si terranno nella sede di Confagricoltura Pistoia i martedì e giovedì dal 18 al 27 febbraio dalle ore 14 alle 19. Le 20 ore di corso sono articolate in 6 unità formative così suddivise: a) nozioni legislative e amministrative (3 ore); b) nozioni su rischi ambientali e per la salute (3 ore); c) nozioni su difesa integrata (2 ore); d) nozioni sulle macchine per la distribuzione dei prodotti (2 ore); e) approfondimenti agronomici (5 ore); f) approfondimenti su rischi ambientali e per la salute (5 ore). Per essere ammessi all’esame finale è sufficiente aver frequentato almeno il 75% delle ore complessive del corso.
Sono disponibili 24 posti e per accedervi bisogna soddisfare i seguenti requisiti. Innanzi tutto avere compiuto la maggiore età o avere adempiuto all’obbligo formativo. Poi, per i partecipanti di nazionalità straniera, conoscere la lingua italiana almeno al livello A2 del Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue; livello che sarà verificato con test d’ingresso. Agli stranieri non comunitari si richiede anche il possesso del permesso di soggiorno.
Sono esentati dall’obbligo di frequenza i soggetti con diploma di istruzione superiore di durata quinquennale o di laurea, anche triennale, nelle discipline agrarie e forestali, biologiche, naturali, ambientali, chimiche, farmaceutiche, mediche e veterinarie. Ai fini dell'abilitazione i soggetti interessati sono comunque tenuti a superare l'esame di abilitazione. È possibile richiedere (secondo la procedura prevista dalla Regione Toscana) la partecipazione al solo esame al costo di 50 euro (Iva inclusa).
Le domande di iscrizione, redatte su appositi moduli, dovranno essere presentate a Confagricoltura, via Copernico 96/A, zona industriale Sant’Agostino, 51100 Pistoia, dalle 9 alle 13 dal lunedì al venerdì oppure all’agenzia Formazione Conservatorio, corso Gramsci 37, 51100 Pistoia, dalle 9,30 alle 12,30 dal lunedì al venerdì entro e non oltre le ore 13 del 13 febbraio 2020. I moduli si trovano presso le sedi sopra indicate oppure al seguente sito internet www.confagricolturapistoia.it. Le domande di iscrizione possono essere consegnate a mano o inviate per posta, fax (0573/367439 – 0573/358808), pec Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Chi invia la domanda per posta o per fax è responsabile del suo arrivo entro la scadenza. Non fa fede il timbro postale. Il termine s’intende prorogato fino al raggiungimento del numero degli allievi previsti. L’agenzia, se non si raggiunge quel numero di allievi, può non dare avvio all’attività.
Per ulteriori informazioni: presso Confagricoltura Pistoia tel. 0573/21231, e-mail s.melani@confagricolturapistoia.it (dal lunedì al venerdì 9 – 13); presso Formazione Conservatorio San Giovanni Battista Impresa Sociale tel. 0573/358808, e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (dal lunedì al venerdì 9,30 – 12,30).

Redazione

Nell’ambito dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, e il Chief Refining & Marketing Officer di Eni, Giuseppe Ricci, hanno firmato un accordo di collaborazione per la realizzazione di iniziative congiunte nell’ambito dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile per rafforzare il ruolo dell’energia a servizio dell’agricoltura.

In base all’accordo, della durata di 3 anni, Eni potrà fornire agli associati, ai consorzi e alle società controllate e collegate a Coldiretti la sua gamma di carburanti (gasolio auto, gasolio agricolo e benzine) e di lubrificanti appositamente studiati per soddisfare tutte le richieste e le performance delle macchine agricole (oli motore, oli multifunzionali, oli idraulici, i fluidi antigelo e grassi) cui Eni affianca lubrificanti a basso impatto ambientale, biodegradabili e formulati con materie prime da fonti rinnovabili. L’accordo sottoscritto si inquadra nella più ampia intesa in essere tra Confederazione Nazionale Coldiretti ed Eni, che stabilisce aree di collaborazione nell’ambito dell’economia circolare, con particolare riguardo al settore energetico, agricolo, agroalimentare e zootecnico, incoraggiando iniziative di sinergia industriale tra i partner che possono mettere a fattor comune facility, assets e competenze, e più in generale, sostiene la promozione di un’agricoltura sostenibile che punti all’ottimizzazione dei consumi energetici.
“L’agricoltura italiana è una risorsa strategica per avviare una nuova stagione di sviluppo economico e occupazionale. La nostra agricoltura è la più green d’Europa ed è all’avanguardia di un nuovo modello economico circolare in cui si produce valorizzando anche gli scarti con una evoluzione che rappresenta una parte significativa degli sforzi per modernizzare e trasformare l’economia italiana ed europea” ha commentato Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti nel sottolineare il contributo del settore alla crescita sostenibile del Paese.
“Questo accordo con Coldiretti va nella direzione che Eni ha intrapreso da tempo”, ha dichiarato Giuseppe Ricci, Chief Refining & Marketing Officer di Eni. “L’economia circolare è un pilastro strategico nel percorso di decarbonizzazione delle nostre attività, e per garantire un futuro di minori emissioni occorre condividere le nostre competenze nel settore dell’energia con tutti i principali attori dei sistemi economico e sociale, come il mondo agricolo, che Eni può sostenere nella costruzione di un futuro a sviluppo sostenibile.”

Redazione

Al via domani in alcuni istituti della provincia un progetto educativo dell’Associazione vivaisti italiani e della Fondazione Pofferi di Pistoia. Il programma prevede incontri frontali, un opuscolo e video dimostrativi, e in seguito visite guidate nei vivai. Il presidente dell’Associazione vivaisti italiani (Avi) Luca Magazzini: «investiamo nella formazione dei ragazzi, con un soggetto specializzato nella prevenzione dei tumori, sia per diffondere una cultura del verde più scientifica sia perché abbiamo bisogno di nuove leve e giovani professionalità nel Distretto vivaistico ornamentale pistoiese».


Far conoscere meglio ai giovani adolescenti pistoiesi un importante settore economico del territorio quale il vivaismo ornamentale, fornendo loro anche gli strumenti critici per una valutazione scientificamente consapevole dell’impatto che le attività vivaistiche e i loro prodotti, le piante, hanno sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. Senza dimenticare l’intento di convincerne alcuni a prendere in considerazione questo comparto come sbocco lavorativo e opportunità di crescita professionale.   
Sono queste le finalità di un progetto educativo della Fondazione Onlus Attilia Pofferi e dell’Associazione vivaisti italiani nelle scuole medie della Provincia di Pistoia, denominato “Conosciamoci meglio: il vivaismo pistoiese per il benessere dei cittadini, spiegato ai giovani”, che prende il via domani 15 gennaio mattina con un primo incontro in due classi di una scuola media di Montale e che coinvolgerà 15 classi di quattro scuole del territorio provinciale.
Il progetto è articolato in una prima fase teorica (a gennaio e febbraio) in cui verrà spiegato in classe che cosa è il vivaismo, come si diventa vivaisti, come si usano gli agrofarmaci e in una seconda parte pratica con visite guidate nei vivai quando la stagione sarà più favorevole (marzo e aprile). Come materiale didattico sono previste delle slide a supporto degli incontri frontali, un libretto informativo sul vivaismo e sui benefici del verde, e poi dei filmati in cui si potranno vedere dal vivo varie attività vivaistiche, fra cui i vari metodi di propagazione delle piante: innesto, talea e meristema. Si parlerà anche delle innovazioni introdotte nelle modalità di coltura delle piante e dei controlli effettuati per garantire la sicurezza sia nelle lavorazioni sia nell’uso degli agrofarmaci, di strumenti per la lotta biologica ai parassiti, della Carta dei valori del distretto vivaistico di Pistoia e di giardini terapeutici.
«Abbiamo deciso di investire nella formazione dei ragazzi – spiega il presidente dell’Associazione vivaisti italiani Luca Magazzini - sia per far conoscere più da vicino come si svolge effettivamente il lavoro nei vivai e fornire loro gli strumenti per valutare consapevolmente l’impatto e i molteplici benefici che hanno l’attività vivaistica e le piante sull’ambiente circostante, sia per incoraggiarli a intraprendere una carriera nel nostro settore. Da un lato infatti c’è bisogno di diffondere una cultura del verde scientifica nella cittadinanza persino nella capitale del vivaismo italiano, dall’altro abbiamo fortunatamente necessità di nuove leve e di professionalità sempre più qualificate per garantire il ricambio della manodopera nel distretto vivaistico e per affrontare le sfide dell’agricoltura di precisione o 4.0, che riguarderanno ovviamente anche la filiera florovivaistica: dal vivaio sino alla manutenzione di parchi e giardini». 
«Mi piace sottolineare – conclude Magazzini – che abbiamo deliberatamente scelto come partner didattico-scientifico un soggetto riconosciuto dalla Regione Toscana quale la Fondazione Pofferi, che è specializzata nel campo dell’oncologia e promuove studi di epidemiologia per una migliore conoscenza delle interazioni tra attività lavorative, ambiente e tumori, e attività di informazione in ambito scolastico per la prevenzione dei tumori».

Redazione


Il sindaco di Pescia ha visitato la sede del Mercato dei fiori della Toscana (Mefit), dove è terminato anche l’intervento da 2 milioni di euro di messa in sicurezza della struttura con la sostituzione degli stralli ad opera di una ditta milanese. Il 15 gennaio il tavolo tecnico comunale per l’agricoltura e il verde affronterà il tema delle nuove tariffe del Mefit.
 

Dopo quattro mesi di lavoro, sono terminate nei giorni scorsi nella sede del Mercato dei fiori della Toscana – città di Pescia (Mefit) le operazioni che hanno permesso la sostituzione degli stralli (i grossi cavi d’acciaio che fissano la struttura) e il loro consolidamento. Un intervento che è costato circa 2 milioni di euro, che si aggiungono al milione e 500mila euro già speso per la riqualificazione della struttura. 
Il sindaco di Pescia Oreste Giurlani, “azionista unico” del Mefit che è un’azienda speciale comunale, ha reso noto l’11 gennaio di aver fatto visita al mercato insieme al direttore dei lavori, l’ingegnere Erick Cerasi della ditta che si è aggiudicata l’appalto, la Sistral di Milano. «Anche come colpo d’occhio – ha commentato Giurlani - è stato fatto un intervento molto importante per la sicurezza e stabilità della struttura. Questo primo lotto consolida molto la struttura, che è di notevoli dimensioni». Oltre 8 ettari, di cui 25 mila mq circa di superficie coperta occupata dal mercato, come puntualizzato in una nota alla stampa in cui vengono riportati anche i dati, fermi al 31 dicembre 2018, sugli operatori professionali iscritti: 659 aziende, fra produttori (241, di cui il 99% toscani: il 68% dalla provincia di Pistoia [il 52% pesciatini] e il 27,8% da quella di Lucca), commercianti (318), trasportatori (23) e «attività correlate» (77). 
«Continueremo a investire sul Mefit – ha dichiarato Giurlani - cercando contributi e lavorando per dare una prospettiva futura di rilievo in quello che noi consideriamo decisivo come motore dello sviluppo della città di Pescia». Intanto il 15 gennaio si riunirà il Pav (Pescia agricola e verde): il tavolo tecnico comunale per l’agricoltura e la filiera del verde. E il primo punto di un ordine del giorno che prevede anche l’argomento “serre mobili” saranno proprio “le nuove tariffe” del Mefit.

Redazione

Ri-Genera ha come obiettivo quello di riqualificare capannoni dismessi ed edifici abbandonati come caserme, magazzini e case cantoniere creando serre verticali a coltivazione idroponica, ovvero fuori suolo, che garantiscono una maggiore produzione di verdure con minimo consumo di acqua e senza uso di pesticidi. Tra i firmatari Coldiretti Padova, Parco Scientifico e Tecnologico Galileo, Advance Srl, Idromeccanica Lucchini Spa e Gentilinidue.

Il progetto, promosso da ENEA in Veneto, si basa sul sistema “Arkeofarm” creato in collaborazione con Idromeccanica Lucchini, che consente coltivazioni orticole intensive verticali. Come spiega Gabriella Funaro, ricercatrice ENEA: «Nella serra sono impiegate tecniche idroponiche avanzate in ambiente chiuso e climatizzato, con illuminazione artificiale integrale a led che può essere ad altissima automazione grazie a sistemi robotizzati per tutte le operazioni, dalla semina alla raccolta fino al confezionamento».
Il sistema “Arkeofarm” è facilmente adattabile sia in edifici privi di particolari qualità, anche completamente ciechi, sia in edifici storici o con vincoli architettonici perché permette di lasciare inalterato l’involucro entro cui viene inserito il sistema di coltivazione.
Le coltivazioni sono realizzate con scaffalature sovrapposte che minimizzano gli spazi ed eliminano i rischi e le incognite del clima e delle malattie che invece gravano in modo rilevante nell’agricoltura outdoor. L’utilizzo delle luci a led che riproducono lo spettro solare accelerano la fotosintesi consentendo alle piante una rapida crescita con qualità organolettiche e nutritive ottimali.
Dalla collaborazione tra ENEA e Idromeccanica Lucchini è nato anche un modello di vertical farm mobile, chiamato “BoxXLand” per la coltivazione in container di prodotti orticoli in verticale e fuori suolo a ciclo chiuso. «Anche in questo caso - continua Funaro - non vengono utilizzati insetticidi e l’ambiente è illuminato con luce a led, mentre irrigazione e condizionamento dell’aria sono gestiti da un software».
Entrambi i modelli possono essere utilizzati per riqualificare intere aree periferiche degradate con una nuova destinazione d’uso a fini produttivi, stimolando la nascita di distretti agroalimentari avanzati.
«L’interesse riscosso da Ri-Genera da parte di aziende private e di istituzioni del nord Italia - conclude Funaro - ci fa ben sperare che il progetto possa essere esportato dal Veneto al resto del territorio nazionale e anche all’estero. Per questo abbiamo previsto attività volte ad aumentare la consapevolezza di produttori e consumatori, oltre che delle istituzioni, sui benefici delle tecniche di coltivazione idroponica e di vertical farming a livello di sostenibilità ambientale, economica e sociale».
Il primo prototipo di vertical farm è stato realizzato da ENEA in occasione di Expo 2015 a Milano ed è stato esposto in numerose fiere nazionali ed internazionali del settore agroalimentare.

Redazione