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Il ministro Teresa Bellanova intervine nuovamente a chiarimento sulla possibilità di vendere al dettaglio piante e fiori: "Mostrate ai funzionari del vostro Comune la risposta della Presidenza del Consiglio per provare a superare le naturali resistenze che dovessero sorgere”. Inoltre definisce chiara anche la questione dei codici ATECO  "la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso e fertilizzanti è consentita su tutto il territorio nazionale o almeno dove non prevalga una norma locale, indipendentemente dal codice Ateco. Questa la risposta al quesito, data dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la stessa autorità che ha emanato il Decreto, è chiara e netta".

In un comunicato stampa pubblicato anche sulla pagina FaceBook della Ministra che interviene e chiarire se si possa o meno vendere fiori e piante. "La vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso e fertilizzanti è consentita su tutto il territorio nazionale o almeno dove non prevalga una norma locale, indipendentemente dal codice Ateco. Questa la risposta al quesito, data dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la stessa autorità che ha emanato il Decreto, è chiara e netta". E continua la ministra: "Mi avete scritto in tanti, cittadini, piccoli imprenditori ma anche associazioni di categoria, chiedendomi delucidazioni circa il via libera che ho dato nei giorni scorsi alla vendita di fiori e piante da parte non solo dei vivai ma anche dei fioristi", scrive Teresa Bellanova. E ancora: "Mi si pone il problema per cui il codice Ateco dei fiorai non è compreso nell'elenco delle attività che possono aprire contenuto nel DPCM #IoRestoaCasa.
Obiezione comprensibile. Ma la risposta è chiara e netta: la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso e fertilizzanti è consentita su tutto il territorio nazionale, o almeno dove non prevalga una norma locale, indipendentemente dal codice Ateco.
Purtroppo è tutt'altro che semplice districarsi tra norme, interpretazioni autentiche e soprattutto successive applicazioni da parte di funzionari regionali, comunali o, ad esempio, agenti della polizia municipale che si trovano a dover capire se un negozio di fiori possa o non possa stare aperto. Sconfiggeremo sicuramente il coronavirus, verrebbe da dire, ma la burocrazia è più dura a morire".


Da questo l'invito che la Ministra rivolge: "Mostrate ai funzionari del vostro Comune la risposta della Presidenza del Consiglio per provare a superare le naturali resistenze che dovessero sorgere, dovute anche solo ad una comprensibile prudenza. La mia insistenza deriva solo dalla necessità di assicurare quanti più canali di vendita possibili ad un settore importantissimo, quello del florovivaismo, che, al netto dei canali di commercializzazione, dà lavoro a 100mila persone e che in questi mesi fa una buona parte del suo fatturato annuale".
Per concludere: "Questa crisi ci sta portando via persone care e limitando la libertà di uscire di casa, di vedere i propri amici, di portare un saluto a familiari anziani. Sta impedendo a molte persone di lavorare e contribuire al bilancio familiare. Portare fiori e piante nelle nostre case, sui nostri balconi, nei nostri giardini può essere un modo per regalarci un po' di bellezza in queste giornate passate a casa, aiutando nel contempo un settore che è realmente in crisi e che rischia di buttare al macero gran parte della produzione di questa stagione".

Redazione

Il presidente dell’Associazione vivaisti italiani Luca Magazzini insoddisfatto per la composizione del nuovo Consiglio della Camera di Commercio Pistoia-Prato uscita dal decreto di nomina regionale del 17 marzo: «l’unico rappresentante dell’agricoltura non è un vivaista, il comparto agricolo di gran lunga più importante in termini di fatturato e manodopera nelle due province».


«Sono profondamente rammaricato per il fatto che il settore vivaistico, proprio in un momento in cui per via del Coronavirus è messa in pericolo la sua stessa sopravvivenza o almeno la sua tenuta ai livelli che hanno garantito sinora fatturati e occupazione superiori agli altri comparti agricoli, non abbia nemmeno una voce all’interno di un consiglio di 28 componenti, di cui 14 pistoiesi».
A dichiararlo è il presidente dell’Associazione vivaisti italiani (Avi) Luca Magazzini a seguito di un articolo uscito ieri sulla stampa pistoiese che ha messo in evidenza questa novità negativa per il vivaismo provinciale: la sparizione di una voce che lo rappresenti nel consiglio della Camera di commercio, che da ora in poi sarà la Camera di commercio di Pistoia-Prato. Una triste notizia anche per il presidente Magazzini, che è stata sancita dal decreto n. 47 del 17 marzo scorso del presidente della Giunta regionale Enrico Rossi con cui sono stati nominati i componenti del consiglio della nuova camera di commercio.
«Sapevamo che il vivaismo avrebbe perso il seggio come comparto - chiosa Luca Magazzini – e siamo consapevoli che un solo seggio per tutta l’agricoltura è davvero troppo poco. Ma almeno, senza nessun intento critico nei confronti del collega agricoltore nominato, si sarebbe potuto scegliere un esponente del vivaismo ornamentale o più in generale del florovivaismo, visto il peso che il nostro comparto ha nell’agricoltura delle due province e in tutta la regione. E anche tenendo conto del valore che esso ha a livello di immagine e marketing territoriale. Un po’ come è stato fatto nel caso del tessile, che almeno ha potuto registrare l’assegnazione di un seggio in quota Industria a una esponente del comparto».

Redazione

Lo comunica il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, esprime grande soddisfazione per il chiarimento relativo al florovivaismo arrivato da Palazzo Chigi, spiegando che “è consentita la vendita al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili”, poiché rientra nelle attività di produzione, trasporto e commercializzazione di prodotti agricoli ammesse dall’art. 1, comma 1, lettera f), del Dpcm del 22 marzo 2020.


“Il Governo - spiega Agrinsieme - è venuto incontro alle nostre pressanti richieste per il settore florovivaistico, che ha un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro l’anno, occupando circa centomila addetti in tutta la Penisola, e che in queste settimane di emergenza ha perso gran parte del fatturato annuale, a causa dello stop delle vendite in una stagione cruciale”.
“Il chiarimento arrivato dal Governo dovrà ora essere puntualmente dettagliato, ma sicuramente permette già da subito di dare fiato al comparto, scongiurando così la totale perdita di produzione ed economica delle 27mila imprese florovivaistiche italiane”, aggiunge il Coordinamento, secondo cui “si tratta di un primo grande risultato, frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto tutte le nostre strutture, sollecitando la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, che ringraziamo per essersi spesa a favore del comparto”.

Redazione

Lettera inviata oggi dalla ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova al premier Conte e ai ministri Gualtieri e Speranza in cui chiede un intervento risarcitorio straordinario per il florovivaismo e anche di valutare lo sblocco delle vendite, in condizioni di sicurezza, nei garden center e nella gdo. L’Associazione vivaisti italiani ringrazia e spiega che a fine anno le perdite potrebbero essere di 1 miliardo di euro. 


La ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova ha scritto oggi al presidente del consiglio Giuseppe Conte per chiedere un «intervento risarcitorio» straordinario per salvare il settore florovivaistico, che segnala di aver già subito una perdita di oltre 250 milioni di euro per via dell’emergenza Coronavirus. 
Il florovivaismo italiano, che ha un giro d’affari annuo attorno a 2,5 miliardi di euro, è in questo momento sostanzialmente bloccato: le piante e i fiori non sono stati giudicati beni primari e quindi non possono essere più venduti nei canali principali, che vanno dai garden center ai fiorai sino alla grande distribuzione. E anche l’export è quasi paralizzato per i fermi e problemi alle frontiere. Tutto ciò nei tre mesi dell’anno, marzo-aprile-maggio, che valgono ben oltre la metà del fatturato annuale. Per alcune aziende anche il 100%. Se si continua così, secondo una stima di fonte ministeriale, a fine anno le perdite del settore ammonteranno a 1 miliardo di euro. 
Nella sua lettera a Conte, che è indirizzata anche ai ministri dell’economia Roberto Gualtieri e della salute Roberto Speranza, Teresa Bellanova, dopo aver ribadito la priorità della cura della salute dei cittadini e del rafforzamento del sistema sanitario, ha messo in evidenza che il florovivaismo è uno dei settori che «sta registrando il più alto livello di danni», facendo capire la catastrofe economica che seguirebbe al collasso della filiera del verde. «Mi preme sottolineare – ha scritto il ministro delle politiche agricole al presidente Conte – che parliamo di un prodotto deperibile, già programmato e che avrebbe un costo di smaltimento imputato a carico delle aziende e dei consorzi che già oggi sono in difficoltà». 
Bellanova ha fatto anche un’altra richiesta: «credo vada approfondita la possibilità di consentire la vendita dei prodotti florovivaistici all’interno dei garden center o ipermercati in condizioni di sicurezza per le persone che vi lavorano e per i cittadini».
Venuta a conoscenza di tale lettera, l’Associazione vivaisti italiani, per bocca del presidente Luca Magazzini, ha subito ringraziato la ministra per il sostegno al settore e rivolgendosi al presidente del consiglio e ai ministri dell’economia e della salute ha sottolineato che «in realtà, come confermato dalle valutazioni di tecnici anche ministeriali, la stima delle perdite si prefigura purtroppo più alta: intorno a 1 miliardo di euro a fine anno. E sarà ancora più alta se tale tracollo finanziario si trasformerà in chiusura definitiva di molte delle 24 mila aziende che ne fanno parte». 

L.S.



Il direttore di Confagricoltura Pistoia Daniele Lombardi ha organizzato una task force per dare una mano ai vivaisti e a tutti gli agricoltori degli altri settori ad affrontare al meglio l’emergenza Coronavirus. Roberto Orlandini: «la nostra agricoltura ha affrontato e superato in passato altre calamità e ce la farà anche stavolta». Vannino Vannucci: «abbiamo adottato le misure per tutelare le persone che lavorano con noi», «ci auguriamo che siano trovati rapidamente idonei strumenti di sostegno, anche di carattere economico e finanziario, per sopravvivere» e che «il settore legato alla produzione di piante vive ornamentali sia considerato alla pari dei comparti agro-alimentari».


«Invito gli agricoltori nostri associati di ogni settore, a cominciare dai vivaisti particolarmente colpiti dalla crisi, ma anche tutti gli altri, dalla viticoltura all’olivicoltura, a non farsi spaventare dal bombardamento di notizie di questi giorni sull’emergenza Coronavirus e a restare calmi rivolgendosi ai nostri uffici dove lavora uno staff dinamico e concreto che saprà dare risposte utili e consigli a tutti. L’agricoltura ha affrontato e superato in passato altre calamità e ce la farà anche stavolta».
A dichiararlo è il presidente di Confagricoltura Pistoia Roberto Orlandini, che aggiunge: «i nostri uffici, anche se chiusi fisicamente, sono sempre aperti con il lavoro a distanza e online, a disposizione anche telefonicamente per tutte le richieste e i dubbi che possono sorgere in questi momenti concitati agli agricoltori associati di tutti i comparti. Il nostro è un punto di riferimento importante, perché è difficile estrapolare le informazioni veramente utili in un momento in cui il rapido susseguirsi di notizie e grida d’allarme può disorientare chiunque».
Il direttore Daniele Lombardi segnala che in questi giorni è stato creato un gruppo di lavoro, da lui coordinato, specificamente dedicato alle problematiche legate alle conseguenze dell’emergenza epidemiologica Covid-19: dai problemi da risolvere, per esempio per adottare le misure di sicurezza e tutela della salute, alle modalità per accedere agli aiuti che il Governo sta via via mettendo in campo, sul fronte prettamente fiscale ma non solo.



Con riferimento al settore florovivaistico, il più colpito per via dello stop a gran parte dell’export e soprattutto per la chiusura dei garden center ormai non solo italiani, il vice presidente di Confagricoltura Pistoia Vannino Vannucci afferma: «siamo anche noi certi che ce la faremo a superare questa grave emergenza» e «nel settore floro-vivaistico abbiamo ovviamente aderito a tutte le disposizioni governative, per tutelare la salute di tutte le persone che lavorano con noi e per noi». «Tuttavia – aggiunge Vannucci - non possiamo, non essere preoccupati per la grande responsabilità che abbiamo nei confronti di migliaia di famiglie, anche sotto il profilo economico e finanziario. Pertanto ci auguriamo che possano essere trovati rapidamente idonei strumenti di sostegno, anche di carattere economico e finanziario, che possano permettere a tutte le aziende del comparto di sopravvivere».
«Inoltre sarà fondamentale considerare il settore floro-vivaistico legato alla produzione di piante vive ornamentali – prosegue Vannucci - al pari dei settori agro-alimentari, poiché il nostro futuro dipenderà anche da questo tipo di produzione specializzata. Allo stesso modo, nonostante il fermo totale della domanda mondiale, dovremo continuare a garantire quotidianamente la sopravvivenza delle piante stesse in vivaio, avvalendosi di personale specializzato, affinché non vadano perdute intere produzioni pluriennali».
Per contattare gli uffici di Pistoia, compreso il gruppo di lavoro sull’emergenza Covid-19, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e telefonare al centralino 0573/21231 dal lunedì al venerdì (ore 9 – 13).

Redazione