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Il vice presidente di Confagricoltura Pistoia sul percorso avviato con l’intesa fra Avi e Regione. Soddisfatto Vannino Vannucci, vice presidente di Confagricoltura Pistoia, del protocollo d’intesa sulle buone pratiche vivaistiche e della «sensibilità» dimostrata dai vertici della Regione per il settore. Dice: «si va, più velocemente, nella stessa direzione presa da noi vivaisti in autonomia, perché sul riciciclo delle acque e sui nuovi sistemi di pacciamatura siamo già all’avanguardia internazionale. Bene, ma è un percorso che deve essere graduale e va accompagnato». Apprezzamento anche per la disponibilità del presidente dell’Europarlamento Sassoli a raccogliere le istanze del distretto in sede europea. Vannucci: «siamo a disposizione per sperimentare fitofarmaci alternativi al glifosate e chiediamo aiuti per riconvertire gli impianti vecchi, dove attualmente non si possono introdurre i nuovi sistemi di pacciamatura che consentono di evitare il glifosate».
«Questo protocollo d’intesa mi sembra positivo, un buon accordo che va nella direzione che i vivaisti hanno già preso nelle loro aziende da mesi, qualche azienda da anni. Ovviamente si tratta di un’iniziativa che deve essere gestita, nel senso che ci vorranno i tempi giusti e non si può fare tutto dall’oggi al domani. Però l’intesa dimostra da parte dei vertici della Regione Toscana una sensibilità verso il nostro settore che ci fa molto piacere. Così come ci fa piacere che ieri il presidente dell’Europarlamento David Sassoli nella sua visita al Nursery Camp ci abbia detto che ci aspetta a Bruxelles in primavera per raccogliere le nostre istanze sul tema delle alternative al glifosate e dell’eco-sostenibilità delle colture, ma anche su altre questioni molto delicate quali le nuove regole fitosanitarie».
A dichiararlo è il vice presidente di Confagricoltura Pistoia Vannino Vannucci a due giorni dalla firma dell’intesa per la diffusione di buone pratiche vivaistiche e la massima riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari fra cui in particolare il glifosato da parte di Regione Toscana e Associazione vivaisti Italiani in rappresentanza del Distretto vivaistico ornamentale pistoiese. E a poco più di una settimana dalla decisione della Regione di puntare all’eliminazione del glifosate entro il 2021.
«Non siamo all’anno zero, però non possiamo mettere a rischio la tenuta dei conti – sottolinea Vannucci -. Le aziende stanno già attuando queste buone pratiche agronomiche per diminuire l’utilizzo del glifosate, in attesa che la ricerca e l’industria farmaceutica elaborino prodotti fitosanitari più ecologici contro le erbe infestanti. Ad esempio stiamo attuando forme alternative di pacciamatura con il doppio telo negli impianti di vasetteria nuovi del distretto. Rimangono però gli impianti preesistenti che devono essere trasformati nel tempo e lì noi ci aspettiamo anche un sostegno da parte della Regione o magari a livello comunitario. Perché queste trasformazioni delle vasetterie richiederanno degli investimenti importanti che, se arriveranno aiuti pubblici, saranno meno impattanti per le aziende, che, ricordiamolo, devono restare competitive per affrontare una concorrenza spietata in Europa e nel resto del mondo».
«Da sempre facciamo le cose in maniera oculata – aggiunge Vannucci - e ricordiamo che a Pistoia ci sono 5 mila ettari di piante che sono un polmone verde. Quindi partiamo da qui e dal fatto che abbiamo avuto dei dati negativi d’inquinamento sostanzialmente per le acque superficiali e da lì abbiamo avviato questo percorso che adesso viene incanalato e accelerato dall’accordo con la Regione Toscana».
Anche sull’uso delle acque nel distretto, Vannucci ricorda che il vivaismo pistoiese è da questo punto di vista «ai livelli più alti sul piano internazionale, paragonabile a Israele, con riferimento a risparmio idrico e recupero di acqua». E non si sta parlando solo dei grandi vivai, ma anche di moltissimi medi e piccoli vivaisti che hanno i propri laghetti di recupero con filtraggio e riciclo delle acque reflue, utilizzano le acque piovane messe da parte durante l’inverno e toccano pochissimo, a volte mai, le acque dei pozzi.
Redazione
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Il convegno organizzato da Confagricoltura, AgroFarma e Assofertilzzanti a Roma su agricoltura 4.0 sostenibilità e innovazione
Il mercato globale dell’agricoltura 4.0 nel 2018 vale 7 miliardi di dollari, di cui il 30% generato in Europa. La crescita è ancor più rapida in Italia, dove il mercato ha un valore compreso fra i 370 e i 430 milioni di euro, il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo generato da oltre 110 aziende fornitrici fra player affermati e startup. E sono oltre 300 le soluzioni già sul mercato, impiegate dal 55% delle aziende agricole intervistate.
Sono alcuni risultati della ricerca dell'Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia, presentata questa mattina a Palazzo Della Valle sede di Confagricoltura, durante l’evento “Agricoltura digitale 4.0: sicurezza, sostenibilità e casi virtuosi”.
L’innovazione digitale entra anche nella filiera agrifood con soluzioni che aumentano la competitività dell’intero settore e migliorano qualità e tracciabilità del Made in Italy alimentare. Sono già 133 le soluzioni tecnologiche per la tracciabilità presenti sul mercato italiano grazie alle quali il 38% delle aziende che le hanno adottate ha migliorato l’efficacia del processo e il 44% l’efficienza, riducendo tempi e costi.
Ma è l’Agricoltura 4.0 - l’utilizzo di diverse tecnologie interconnesse per migliorare resa e sostenibilità delle coltivazioni, qualità produttiva e di trasformazione, nonché condizioni di lavoro – l’ambito di maggior fermento, con oltre 300 soluzioni 4.0 già disponibili, orientate soprattutto all’agricoltura di precisione e in misura minore all’agricoltura interconnessa (il cosiddetto Internet of farming), impiegate dal 55% di 766 imprese agricole intervistate nella ricerca, con l’età e il titolo di studio che non influiscono significativamente sull’adozione di soluzioni 4.0.
In questo contesto favorevole, anche le startup che propongono soluzioni digitali al settore agricolo e agroalimentare proseguono nella loro spinta innovativa: sono 500 le startup nel mondo, per un totale di 2,9 miliardi di dollari di investimenti raccolti, attive soprattutto in ambito eCommerce (65%) e Agricoltura 4.0 (24%). L’Italia si colloca davanti a tutti gli altri Paesi Europei per numerosità, ma con appena 25,3 milioni di euro di finanziamenti (pari all’1% del finanziamento complessivo) appare ancora marginale per capacità di raccogliere capitali.
“L’agricoltura sta affrontando due sfide importanti per mantenere la competitività del settore: da una parte ridurre i costi ed aumentare la redditività, dall’altra produrre di più e valorizzare maggiormente i propri prodotti – ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. In tale contesto l’innovazione in generale e le tecnologie digitali sono strategiche, soprattutto in un Paese come l’Italia in cui si punta sempre più verso un sistema alimentare inclusivo, efficiente, sostenibile, nutriente e sano. Ma è anche oramai indiscusso il ruolo dell’innovazione e delle tecnologie digitali per la sostenibilità ambientale delle imprese agricole. Produrre di più utilizzando meno risorse: è il tema che rappresenta la stella polare dell’attività di Confagricoltura di oggi e di domani. Perché soltanto un’agricoltura che punti all’innovazione sarà capace di superare le future sfide e di soddisfare le aspettative della società”.
"L'innovazione è la chiave per promuovere la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale nel settore agricolo – ha detto Alberto Ancora, presidente di Federchimica - Agrofarma -. Le imprese del comparto degli agrofarmaci investono ogni anno il 6% del fatturato totale in R&D per lo sviluppo di nuove molecole sempre più efficaci e meno impattanti. Lavoriamo per introdurre tecnologie innovative che consentano interventi agronomici finalizzati a salvaguardare la salute delle piante al fine di migliorare la produttività agricola nel pieno rispetto della salute dell'ambiente e dei consumatori".
"Anche il mondo dei fertilizzanti investe in nuove tecnologie – ha aggiunto Giovanni Toffoli, presidente di Federchimica - Assofertilizzanti - mettendo in atto interventi puntuali ed efficienti, monitorando in tempo reale l’operato sul campo e consentendo quindi di adeguare, se necessario, il piano di fertilizzazione, raggiungendo una maggiore efficacia e minimizzando gli sprechi. Si fa uso di strumenti e di tecnologie avanzate, come, per esempio, sensori prossimali e GPS, che permettono di misurare le carenze nutritive delle colture e valutare se e di quale fertilizzante ci sarà bisogno, nonché di strumenti che consentono di misurare le caratteristiche del suolo e della coltura al fine di integrare attività di campo e strumenti in maniera sinergica".
Redazione
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Secondo quanto comunicato dalla Regione, la Toscana rappresenta, con il 15% della produzione lorda vendibile florovivaistica nazionale, la prima in Italia per la produzione complessiva di fiori e piante ornamentali. Anche a livello Europeo la Toscana riveste una posizione di rilievo, contribuendo per il 6% alla formazione della produzione florovivaistica complessiva dell'Unione.
Il florovivaismo rappresenta circa il 30% della produzione lorda vendibile dell'intero settore agricolo della Toscana, con una superficie di 7.457 ettari, ripartiti tra vivaismo (6.407 ettari e floricoltura (1.050 ettari). L'attività vivaistica ornamentale è concentrata nella Valle dell'Ombrone Pistoiese e interessa oltre 5.200 ettari, 1.500 aziende e 5.500 addetti.
Le tipologie produttive realizzate dal comparto sono diversificate: conifere, alberi ornamentali a foglia caduca, arbusti a foglia caduca rampicante ed altri arbusti rose e categorie particolari come le palme e le acidofile (camelie, azalee e rododendri).
«Tra le tipologie produttive - spiega la Regione - le conifere occupano senz'altro un posto di primo piano fra le piante arboree ornamentali. La produzione è ripartita in: 1.420 ettari di alberi a foglia caduca; 1.350 ettari di conifere; 1.600 ettari di alberi e arbusti sempreverdi; 100 ettari di rose; 380 ettari di rampicanti e 350 ettari di alberi a foglia caduca».
Per quanto riguarda lL'attività floricola, invece, questa è più dispersa sul territorio regionale ma offre tutte le tipologie commerciali di prodotti ornamentali: fiori recisi (lilium, crisantemi, gerbere), fronde recise (ruscus, eucaliptus), piante verdi e fiorite in vaso (stelle di Natale, gerani, crisantemi), acidofile (azalee, camelie, ortensie).
«La Toscana - spiegano in Regione - è leader indiscussa in Italia per la qualità e qualità dei prodotti ornamentali. Il vivaismo ornamentale, che ha la sua culla nella piana pistoiese, oggi rappresenta la punta di diamante del settore e si estende in altre aree della regione, quali le province di Arezzo. In Toscana si possono trovare fiori e piante ornamentali provenienti da tutte le zone del mondo, da quelle tropicali coltivate in ambienti protetti a quelle dei climi freddi allevate nelle zone più interne e sulla montagna appenninica, a quelle tipiche del clima mediterraneo nelle aziende situate nella parte costiera e in quella meridionale. Il florovivaismo toscano soddisfa una domanda estremamente diversificata del consumatore, dalle grandi alberature agli arbusti alle piante in vaso, fiorite e non, alle specie da fiore e da fronda recisa».
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Sempre più green la Toscana dichiara guerra al glifosate e segna il passaggio verso una politica di crescita sempre più sostenibile. L'obiettivo è: fare della Toscana una regione "glifosate free" dal 31 dicembre 2021. Lo stabilisce la decisione che la giunta ha appena approvato segnando un'anticipazione netta della linea dettata dall'Unione europea che ne vieta l'uso a fare data dal 15 dicembre 2022.
Da subito si vieta l'uso del glifosate nelle aree di salvaguardia dei punti di captazione delle acque sotterranee con utilizzo idropotabile (in precedenza il divieto riguardava solo le acque idropotabili superficiali). Al tempo stesso si procede con la revisione annuale delle sostanze ammesse dal PUFF (Piano di utilizzazione per l'impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti). L'elenco regionale, in linea con l'elenco ministeriale, eliminerà le sostanze attive vietate all'interno delle aree di salvaguardia di captazioni da acque superficiali e sotterranee. Si stabilisce anche di vietare l'utilizzo del glifosate in ambito extra-agricolo eliminando il rilascio di nulla osta per motivi eccezionali (ad esempio lungo i binari delle ferrovie).
Si dà mandato agli uffici di predisporre una proposta di modifica della delibera del 2015 sulle Disposizioni in attuazione della legge regionale sulla Disciplina per l'impiego dei diserbanti e geodisinfestanti nei settori non agricoli e sulle procedure per l'impiego dei diserbanti e geodisinfestanti in agricoltura.
«Il nostro obiettivo è netto e chiaro, fare della Toscana una regione "glifosate free" dal 2021 – ha detto il presidente Enrico Rossi – Un obiettivo che si raggiunge con una serie di divieti, limitazioni e tutele da un lato, e di intese con il mondo produttivo dall'altro. Intanto abbiamo eliminato il glifosate dalle aree di salvaguardia dei punti di captazione delle acque idropotabili sotterranee, come avviene già sulle acque idropotabili di superficie, e abbiamo aggiornato l'elenco delle sostanze vietate sulla base di quello ministeriale impegnandoci a aggiornarlo costantemente sulla base delle decisioni del Ministero. In Italia esistono già zone vocate per speciali produzioni agricole, come il Conegliano Valdobbiadene, che hanno deciso di eliminare questo diserbante dalle loro coltivazioni. Ebbene, noi vogliamo estendere l'eliminazione del glifosate all'intero territorio regionale. Si tratta di una scelta a favore dell'ambiente e del nostro comparto agroalimentare che deve poter contare sulla migliore qualità dei propri prodotti. Sono passi che richiedono tempo e lavoro ma grazie alla buona politica che è fatta di discussioni e di accordi, ingredienti fondamentali, possiamo centrare lo scopo nei tempi che ci siamo dati».
«Con questa decisione – ha commentato l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni - la Regione fissa direttive più stringenti sull'utilizzo di queste sostanze rispetto ai vincoli comunitari e alle normative nazionali affinché l'utilizzo sia controllato e inibito nelle zone più sensibili. E' una decisione che ci pone all'avanguardia nel percorso verso una sempre maggiore sostenibilità e che è in sintonia con le richieste di molto aziende che vogliono percorrere una strada orientata all'eco-friendly per avere maggiore competitività sui mercati internazionali. Importante è anche che questa strada non viene imboccata solo con i divieti, ma anche con le intese: in tempi rapidi sottoscriveremo, infatti, un accoro su questa materia con il distretto vivaistico».
«Questa svolta green - ha detto l'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi - è in piena sintonia con le caratteristiche della nostra agricoltura e sulla sua percezione nei mercati mondiali che passa anche attraverso un minor utilizzo dei prodotti fitosanitari. Una agricoltura di qualità come quella della Toscana deve infatti mettere al centro le questioni della sicurezza alimentare e della salubrità. E' una svolta necessaria che intendiamo sostenere anche continuando l'azione di incentivo alle produzioni biologiche: nei prossimi mesi interverremo su questo settore con un nuovo intervento nell'ambito del Psr da circa 15 milioni di euro per far salire ancora la percentuale di aziende e di terreni bio: siamo al 25% della superficie agricola convertita al biologico, contiamo di arrivare al 30%».
Luca Magazzini, presidente dell'Associazione Vivaisti Italiani, commenta così l'annuncio fatto ieri dalla Regione in merito alla Toscana glifosato free nel 2021: «Voglio puntualizzare due aspetti. Il primo: il protocollo d'intesa ha come obiettivo il glifosato zero, ma questo, sottolineo, è un obiettivo e in mezzo c'è la sostenibilità dell'obiettivo stesso. Il protocollo annunciato dalla Regione sarà firmato nei prossimi giorni. Me ne occuperò personalmente, in quanto, come presidente dell'Associazione Vivaisti Italiani, ho la rappresentanza del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia».
Tante anche le iniziative proattive messe in campo dalla Regione
Prima fra tutte la sottoscrizione di un protocollo con il Distretto rurale Vivaistico ornamentale e con l'Associazione Vivaisti Italiani per condividere l'obiettivo di ridurre l'utilizzo del glifosate e promuovere al tempo stesso la sostenibilità ambientale. Ancora, sarà elaborato un marchio che gli operatori agricoli e i Comuni potranno apporre sui prodotti e sui parchi e giardini comunali che risultino non essere stati trattati con il principio attivo glifosate. Per realizzare il marchio sarà lanciato un concorso di idee preso le scuole. La Regione Toscana al contempo si attiverà presso il Governo italiano e le istituzioni dell'Unione europea per intraprendere ulteriori iniziative che impongano limitazioni o divieti di prodotti fitosanitari a partire dal glifosate.
Tra le azioni che tendono a limitare il glifosate pe il 2020, la Regione si impegna ad aprire il Bando della misura 11 "Agricoltura Biologica" del PSR 2014-2020 con le risorse che si renderanno disponibili e dare così nuove opportunità a chi vuole incrementare la coltura bio.
Buone pratiche e conoscenze condivise: l'intesa con il Distretto Vivaistico
La Regione sottoscriverà un protocollo con l'Associazione vivaisti italiani al fine di attivare forme di collaborazione e di coordinamento con l'obbiettivo comune di introdurre buone pratiche nelle coltivazioni vivaistiche, contribuire alla massima riduzione dell'utilizzo di prodotti fitosanitari e in particolare del glifosate e promuovere la sostenibilità ambientale. Sarà istituito un apposito tavolo di confronto, coordinato dalla Regione con l'obbiettivo di condividere il quadro conoscitivo e individuare le azioni da adottare per il raggiungimento degli obbiettivi del protocollo.
Il glifosate in Toscana dal 2015 ad oggi
Dopo il pronunciamento della IARC di Lione (International Agency for Research on Cancer), organo tecnico dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha classificato il glifosate quale sostanza "probabile cancerogena per l'uomo" la Regione Toscana nel 2015 ha emanato una Disciplina per l'impiego dei diserbanti e geodisinfestanti nei settori non agricoli e ha dettato procedure per l'impiego dei diserbanti e geodisinfestanti in agricoltura. La delibera prevede il divieto dell'uso non agricolo dei prodotti fitosanitari che contengano il principio attivo Glyphosate sul territorio regionale.
La Regione Toscana si è fatta poi carico di portare le istanze relative al principio di precauzione applicato al Glyphosate a livello nazionale attraverso il proprio rappresentante membro del Comitato Tecnico Scientifico (CTS). In seguito, nel 2018 la Regione ha emanato "Disposizioni in merito al principio di precauzione per l'uso del glifosato" e ha disposto la graduale sostituzione del glifosato nelle aziende beneficiarie di alcune misure del PSR o nelle aziende aderenti al marchio Agriqualità.
Ha anche stabilito che dal 15 maggio 2021 solo chi non usa il glifosate potrà accedere ai premi relativi all'adesione alla sottomisura "Pagamenti per impegni agro-climatico-ambientali" nell'ambito del PSR 2014 – 2020.
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Domani, 25 ottobre, alle ore 9:00, si svolgerà il terzo appuntamento con Mati4Life, il filone di convegni e incontri organizzato da Mati 1909 sul tema della sostenibilità. Si parlerà di alberi nelle città e dei benefici in termini di inquinamento e climatologia di una progettazione urbana con il verde protagonista e non marginale.
L'evento, riconosciuto dall’Ordine degli Agronomi per il rilascio di crediti formativi, si svolgerà presso il centro Mati 1909 (via Bonellina 46) e sarà dedicato al tema del clima e del microclima nelle città, dell’inquinamento e del ruolo del verde per la mitigazione degli effetti dannosi sulla salute umana. Un evento importante per sottolineare ancora l’importanza del verde nelle città, per mettere in evidenza quali sono i meccanismi fisiologici che gli alberi utilizzano per ridurre l’inquinamento se inseriti correttamente nel contesto urbano e perturbano e per divulgare quanto la ricerca Italiana sta facendo in merito a questo argomento. Sono previsti interventi di docenti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e del CNR, esperti di progettazione urbana e paesaggisti.
La giornata inizierà alle ore 9:00 con una visita tecnica ai giardini dimostrativi, agli alberi esemplari e agli orti ornamentali del centro Mati 1909, alle ore10:20 la relazione introduttiva del Dott. Federico Di Cara, Agronomo e responsabile dell’Accademia Italiana del Giardino, alle ore 10:30 si parlerà della Climatologia in città, del cambiamento globale e della risposta di piante ed ecosistemi con il Dr. Luciano Massetti del Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR, alle ore 10:50 il Prof. Luca Sebastiani, Scuola Universitaria Superiore di Pisa, farà il punto sulla ricerca in materia di alberi e inquinamento, seguirà un intervento tecnico sulla progettazione sostenibile a cura dell’Arch. Marco Matteini e del Paesaggista Andrea Mati, infine concluderanno la mattinata due interventi, uno a cura del Lions Club di Pistoia e uno di Francesco Mati, presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia, sull’importanza di Investire nel verde per la salute e la bellezza delle città. Modera i lavori la Dott.ssa Irene Cecchi dell’Ufficio Marketing Mati 1909.
Redazione




