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Marco Neri, classe '55, è il nuovo presidente di Confagricoltura Toscana e guiderà l'associazione per i prossimi 3 anni. Neri indica subito le priorità della sua azione: portare al centro del dibattito le esigenze dei territori periferici, sburocratizzazione, difesa del patrimonio agroalimentare toscano dalla guerra sui dazi usa.

Marco Neri, è titolare dell'azienda San Ottaviano di Monterotondo Marittimo, e lo scorso 2 luglio è diventato  il nuovo presidente di Confagricoltura Toscana, l'associazione di categoria che riunisce 6 mila imprenditori agricoli toscani. Neri, che subentra a Francesco Miari Fulcis, è stato eletto all'unanimità dall'assemblea dei soci della Federazione regionale degli agricoltori della Toscana che si è svolta questa mattina a Castiglione della Pescaia alla presenza del Direttore Generale Francesco Postorino: il suo mandato alla guida del "sindacato" degli imprenditori agricoli toscani durerà tre anni.Giuseppe Bicocchi e Luca Giannozzi sono invece stati eletti vicepresidenti ed è stato confermato il collegio sindacale. Neri ha da subito chiari gli obbiettivi di Confagricoltura Toscana per il suo mandato: portare le esigenze dei territori periferici al centro del processo decisionale; combattere la burocrazia; difendere l'enorme patrimonio agroalimentare toscano dalla guerra dei dazi scatenata dal presidente Usa Donald Trump sui mercati internazionali. "Serve un collegamento stretto fra la provincia e la regione affinché le istanze dei territori vengano portate nelle sedi istituzionali con forza e vigore - ha detto il neopresidente di Confagricoltura Toscana - Soltanto così, con un'azione sindacale che parte dal basso, potremo arrivare ad ottenere risultati concreti nell'interesse dei nostri associati". "Lavoreremo per snellire la burocrazia della quale gli agricoltori sono vittime e per ridurne i costi" ha aggiunto Marco Neri, che ha poi allargato lo sguardo alle questioni internazionali che pesano sulla testa degli imprenditori agricoli toscani: "L'Italia ha il primato europeo delle specialità Dop/Igp che sono 297, dei vini Doc/Docg che sono 415 e delle aziende biologiche che sono 60 mila: una posizione di leadership continentale nella quale la Toscana fa la parte del leone. Il valore dell'agricoltura toscana è molto significativo sia in termini di contributo alla crescita, all'occupazione e all'imprenditorialità giovanile che in termini di apporto alla notorietà del Made in Italy nel mondo". "Ma il nostro comparto è pesantemente minacciato: proprio oggi il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha proposto di allungare ulteriormente la lista dei prodotti agroalimentari italiani che saranno colpiti dai dazi commerciali come ritorsione per i sussidi europei ad Airbus, il consorzio europeo dell'aviazione. Gli agricoltori toscani non possono rimanere stritolati in questa morsa: chiediamo con forza alle autorità nazionali e comunitarie di adoperarsi perché questa assurda guerra commerciale si fermi".

Nato a Follonica il 25 agosto 1955, Marco Neri è laureato in giurisprudenza e ha due figli, Giulio e Francesco, che lavorano nelle aziende di famiglia sotto la supervisione del padre. Neri ha iniziato a lavorare in un'azienda di famiglia a San Vincenzo (Livorno) nel 1978 quando era ancora studente, impegnandosi nella coltivazione di olivi e cereali e nell'allevamento di mucche chianine. Fin da allora è in Confagricoltura. Già nel 1984 avviò l'attività agrituristica a San Vincenzo per poi riportare alla produttività, nel 1988, un'altra azienda agricola di famiglia in Maremma, consegnata all'abbandono: è il podere San Ottaviano, 400 ettari a biologico, dove produce birra e gestisce l'ospitalità dei turisti

Redazione 

Sempre più Consumatori scelgono la Vendita Diretta come canale d’acquisto e opportunità di lavoro. Il successo del settore è dimostrato dai dati rilasciati da Seldia (The European Direct Selling Association) e WFDSA (World Federation of Direct Selling Associations), le istituzioni europee e mondiali del Direct Selling delle quali fa parte AVEDISCO, la prima Associazione che rappresenta le Aziende di Vendita Diretta in Italia.

Nel 2018 il fatturato complessivo del settore a livello globale, registra un nuovo record: un importo complessivo di quasi 193 miliardi di dollari (Iva esclusa), con un incremento del +1,2% rispetto all’anno precedente e un trend di incremento del +1,7% relativo al periodo 2015-2018, mentre in Europa si verifica una leggera flessione rispetto al 2017 con un totale di oltre 33 miliardi di euro (Iva esclusa).
Se guardiamo la classifica mondiale dei mercati, l’Italia si riconferma al 12° posto con una percentuale media di crescita in 6 anni (dal 2013 al 2018) del +3.1%; la Cina conquista il 1° posto, superando gli Stati Uniti, che dopo anni di incontrastata leadership si attesta al secondo posto. Seguono Corea, Germania e Brasile. Il nostro Paese conquista una pozizione rilevante anche a livello europeo occupando il 4° posto dietro Germania, Francia e Gran Bretagna.
I dati relativi al valore occupazionale sono altrettanto incoraggianti: gli Incaricati alle Vendite a livello mondiale sono 118,4 milioni – per un incremento del + 1,6% rispetto al 2017 - di cui il 74% sono donne; il settore rappresenta l’ingresso nell’economia collaborativa sia per i Millennials (23-38 anni) che per la generazione dei Baby Boomers (55-75 anni).
In Europa gli Incaricati alle Vendite sono 14,3 milioni, di cui il 78% donne e l’80% degli Incaricati svolge la propria attività part-time.

Avedisco, che quest’anno festeggia il 50° Anniversario della nascita dell’Associazione, è stata premiata dalla WFDSA (che rappresenta a livello mondiale più di 60 Associazioni di Vendita Diretta e le loro Aziende Associate), con il prestigioso Gold Status per l’anno 2019 consegnato lo scorso 24 maggio dal Presidente Magnus Brännström: un riconoscimento importante per l’impegno costante della nostra Associazione nel promuovere la Vendita Diretta e i benefici socio-economici del settore.
Dal 1969 Avedisco è la prima Associazione in Italia che rappresenta le più importanti realtà industriali e commerciali, italiane ed estere, che utilizzano la Vendita Diretta a domicilio per la distribuzione dei loro prodotti/servizi. A livello internazionale Avedisco è associata Seldia (Associazione Europea della Vendita Diretta) e WFDSA (Federazione Mondiale delle Associazioni di Vendita Diretta).

Redazione

L’assemblea dei soci tenutasi venerdì 21 ha approvato all’unanimità il rendiconto consuntivo del 2018 che vede anche un aumento soci del 10% negli ultimi 18 mesi. Luca Magazzini ha ricordato le principali iniziative dell’Associazione da lui presieduta (nuovo ruolo di “soggetto referente” del distretto e Pid “Vivaismo per un futuro sostenibile” a cui potrebbero andare i 4/5 dei fondi del bando regionale) e investimenti. Continua Magazzini spiegando che nel corso del 2018 sono stati fatti investimenti in attività di promozione del settore e di ricerca e sviluppo per quasi 67 mila euro. Luca Magazzini ha inoltro sottolineato che gli ultimi dati Arpat sulle tracce di pesticidi nelle acque superficiali sono nettamente migliorati e che nelle acque sotterranee di Pistoia non ci sono presenze inquinanti riconducibili al vivaismo. Ed è in rampa di lancio un «vademecum di buone pratiche agricole che ridurrà l’uso del glifosate del 50/70%», ma è necessaria uniformità di regole urbanistiche e non solo nel territorio. Magazzini dichiara infine: se dipendesse solo dal vivaismo l’acqua destinata alla potabilizzazione a Pistoia sarebbe di categoria migliore dell’attuale.

Entrate di cassa migliori di quanto preventivato per via anche di un incremento di quasi il 25% (oltre 9 mila euro in più) dei contributi associativi, grazie anche all’aumento del numero dei soci in 18 mesi del 10% . Entrate da sponsorizzazioni significative, pari a circa il 43% in più dei contributi dei soci. E avanzo di cassa positivo. Questi Sono alcuni degli aspetti più rilevanti del rendiconto consuntivo di cassa dell’anno 2018 dell’Associazione Vivaisti Italiani, presentato ieri nella consueta assemblea dei soci di metà anno, tenutasi in via delle Ciliegiole presso Gea, dove ha sede, con regolare contratto d’affitto, anche l’associazione presieduta da Luca Magazzini, a cui aderiscono 220 aziende vivaistiche di tutte le bandiere agricole, di cui ben 198 della provincia di Pistoia. Un bilancio che è stato approvato all’unanimità e che ha consentito nel corso del 2018 di investire in attività di promozione del settore e di ricerca e sviluppo quasi 67 mila euro.



Ma l’assemblea, come ha ricordato Magazzini nella sua introduzione, è da sempre un momento d’incontro conviviale e di confronto di fine stagione fra gli operatori pistoiesi in cui si fa il punto generale della situazione. E a cui sono invitati anche rappresentanti istituzionali e autorità. Così ieri sono intervenuti all’assemblea, in ordine di intervento, oltre al presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia Francesco Mati, che ha illustrato quanto si stia investendo in alcune città nord europee e del nord Italia in piani del verde e acquisti di piante per fini ecologici, anche il nuovo questore Giovanni Battista Scali, il comandante dei vigili del fuoco Luigi Gentiluomo e il presidente della camera di commercio Stefano Morandi di Pistoia, oltre che il padrone di casa Giovanni Palchetti, presidente di Gea. E poi la senatrice Caterina Bini, i consiglieri regionali Massimo Baldi e Marco Niccolai, l’assessore comunale al governo del territorio Alessandro Capecchi e l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni. Con un ospite anche da fuori regione, Andrea Pellegatta, membro del consiglio direttivo di Assofloro, che da poco non è più Assofloro Lombardia perché diventata nazionale, e vicepresidente della Società italiana di arboricoltura.
Il presidente Luca Magazzini ha innanzi tutto ricordato le due iniziative principali dal momento dell’insediamento del nuovo consiglio direttivo dell’Associazione Vivaisti Italiani a ora: ad aprile, giusto in tempo per non sforare la scadenza prevista per l’aggiornamento alla nuova normativa toscana dei distretti rurali, l’assunzione del ruolo di “soggetto referente” del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia; e più di recente l’avvio del Progetto integrato di distretto “Vivaismo per un futuro sostenibile” in qualità di capofila nell’ambito di un bando regionale riservato ai distretti il cui budget, stando all’esito delle manifestazioni d’interesse, «dovrebbe essere assorbito per 4/5 dal settore vivaistico pistoiese».
Magazzini è poi intervenuto su alcune delle questioni calde del vivaismo pistoiese. «Ultimamente – ha detto – ci sono stati 5 o 6 convegni sul tema ambientale a Pistoia in relazione al vivaismo. Ma noi è da anni che siamo impegnati per trovare risposte innovative e metodologie produttive per ridurre l’impatto ambientale. E abbiamo predisposto un vademecum di buone pratiche agricole che, se eseguite correttamente, porteranno a una riduzione degli erbicidi e in particolare del glifosate anche del 50/70%. Ulteriori progressi arriveranno con il nuovo Pid. Però è necessaria anche una cornice normativa all’altezza per l’attivazione di queste nuove pratiche. C’è bisogno infatti di regole urbanistiche e anche sanitarie uniformi, almeno in tutti i Comuni all’interno del distretto. Senza queste certezze normative le aziende hanno difficoltà ad affrontare certi investimenti».
«Ma ritornando alla questione dei tanti incontri sulle problematiche ambientali del vivaismo – ha proseguito Magazzini – voglio ricordare che proprio in tali incontri sono emersi dati molto più positivi che nel passato, in particolare rispetto ai picchi del 2016 di glifosate e ampa nelle acque superficiali pistoiesi, e che fanno chiarezza su tanti pregiudizi che nel tempo si sono consolidati contro il vivaismo. Non c’è da spellarsi le mani di gioia e l’impegno verso l’eco-sostenibilità rimane tutto, ma sono dati significativi che è giusto che l’opinione pubblica conosca:
1) Non è ancora uscita la comunicazione ufficiale dell’Arpat, ma si è verificata nelle acque di superficie pistoiesi una chiara riduzione di presenze di sostanze attive riconducibili al vivaismo.
2) Nelle acque profonde non si registra la presenza di inquinanti derivati dal vivaismo, mentre si sono trovati inquinanti derivanti da altre attività. In altri termini, se l’acqua che viene potabilizzata prima di essere immessa nelle condutture che la portano nelle case è di 3 categorie (dalla A1 che ha bisogno di pochissimi trattamenti alla A3 che ne ha maggiore bisogno), ebbene quella del territorio pistoiese è di tipo A3, ma se fosse solo per le sostanze riconducibili all’attività vivaistica, la nostra acqua sarebbe della categoria A1.
3) Riguardo al rischio di mortalità per tumori nel nostro territorio, i dati dell’Asl dicono che la mortalità nell’area pistoiese è in linea con quella dell’area toscana della piana e migliore che nel Mugello, dove l’utilizzo di certi agrofarmaci usati nel vivaismo è quasi sconosciuto. Questo significa che li stiamo utilizzando bene e con cautela.
Tutto ciò, ripeto, senza inutili trionfalismi e mantenendo sempre alta la guardia».

Redazione

"Vivai e Salute" è il progetto, condotto dalla Asl Toscana centro e finanziato dalla Regione con 195.000 euro, che si concluderà nel giugno 2022 e interesserà gran parte del territorio della provincia di Pistoia dedito all'attività florovivaistica. Lo scopo è quello di valutare il rischio per la salute dei lavoratori a fronte di una possibile esposizione all'utilizzo di fitofarmaci.

Il progetto è stato approvato con una delibera portata in giunta dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, nel corso dell'ultima seduta.
L'attività florovivaistica interessa, com'è noto, una parte molto estesa del territorio della provincia di Pistoia, e rappresenta una delle principali voci dell'economia, offrendo consistenti opportunità occupazionali e di reddito. La concentrazione geografica della produzione vivaistica pistoiese è di intensità non riscontrabile in nessun altra località al mondo. Perciò anche l'indagine epidemiologica sull'impatto ambientale e sanitario che sta per iniziare è di interesse e livello internazionali.
«Il tipo di attività lavorativa che si svolge nei vivai - osserva l'assessore Stefania Saccardi - si accompagna all'uso intensivo di prodotti fitosanitari, con potenziale impatto ambientale e sanitario. L'esposizione a fitosanitari interessa direttamente chi lavora nelle aziende florovivaistiche, ma in modo diretto o indiretto anche la popolazione che abita nelle vicinanze. Per questo come Regione abbiamo deciso di sostenere e finanziare questo progetto della Asl Toscana centro, che potrà dare risultati interessanti e utili a indirizzare l'attività florovivaistica nella direzione migliore per la salute e per l'ambiente».
«Si tratta del proseguimento di un'attività di indagine molto preziosa ai fini della tutela ambientale e della salute umana - ha detto l'assessore all'ambiente Federica Fratoni - nonché di un tassello essenziale del patto che la Regione Toscana sta definendo con il Distretto vivaistico e l'Associazione vivaisti italiani per orientare sempre più la produzione verso i principi della sostenibilità. Le imprese chiedono oggi alle istituzioni di essere supportate in questo percorso poiché costituisce un'opportunità concreta di miglioramento delle proprie produzioni e un accrescimento della competitività del comparto. Per questo porteremo avanti il tavolo di confronto con le aziende, i Comuni, le Università e le associazioni ambientaliste, perché solo attraverso un patto che responsabilizzi tutti i soggetti coinvolti è possibile conseguire risultati tangibili».
Fin dal 2005 il Centro di riferimento regionale prevenzione, igiene e sicurezza nel florovivaismo della Asl Toscana centro (che prima afferiva al Pissl, Prevenzione, igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, della ex Asl 3 di Pistoia) ha condotto valutazioni sulla diffusione dell'uso dei pesticidi in ambienti di lavoro vivaistico e sulla sicurezza degli addetti, in campioni di aziende del settore. Ma negli oltre 10 anni di attività, la principale criticità è stata la parziale e incostante partecipazione delle aziende e la difficoltà ad accedere alle banche dati dei registri dei fitosanitari. Anche gli studi sulla salute degli addetti dei vivai hanno registrato alcune difficoltà per completezza e qualità dei dati.
Ora dalle aziende del settore è emersa la volontà di favorire l'accesso ai propri archivi sugli esposti occupazionali e sull'uso dei fitosanitari. E l'aumentata sensibilità della popolazione ai temi ambientali e sui rischi della contaminazione da fitosanitari pone la comunità pistoiese di fronte al problema di come conciliare l'opportunità di sviluppo occupazionale e ricchezza con la sostenibilità ambientale e la sicurezza per la salute.
Il progetto "Vivai e salute" ha lo scopo di valutare il rischio per la salute degli addetti delle aziende vivaistiche, con particolare attenzione all'uso dei fitofarmaci, facilitando alleanze per la corretta applicazione delle migliori buone pratiche aziendali.
Nel corso dei tre anni verrà monitorata la salute dei lavoratori, con particolare riferimento al rischio chimico, gli andamenti delle malattie professionali e dei problemi sanitari; verranno identificate tutte le attività produttive vivaistiche, e verrà anche censita la porzione di territorio e le abitazioni ad uso civile interessate dall'attiività; sarà fatto un monitoraggio dell'uso di fitofarmaci nelle aziende. Alla fine, i risultati verranno resi pubblici su uno spazio web dedicato. Sono previsti anche due momenti di diffusione dei risultati, uno a carattere scientifico, uno a carattere mediatico.

I dati sull'attività florovivaistica nella provincia di Pistoia
- quasi 1.500 aziende (1.453);
- 3.600 occupati diretti e circa 3.000 indiretti;
- oltre 5.000 ettari ad uso vivai nella piana pistoiese e in parte in Val di Nievole;
- 600 milioni di fatturato (in crescita), un terzo del fatturato toale agricolo toscano;
- export in 56 Paesi del mondo;
- è la prima voce dell'export dell'area pistoiese, pari a quasi 20 euro ogni 100 euro di export pistoiese.

Redazione

Green Economy, sviluppo sostenibile, futuro economico di Pistoia: c’è attesa e una certa curiosità per l’incontro fissato per sabato 15 giugno tra il vescovo di Pistoia e le principali aziende e i rappresentanti delle associazioni del settore vivaistico. Molte infatti le adesioni all’incontro che per la prima volta permetterà un faccia a faccia tra il vescovo e una nutrita delegazione delle aziende che rappresentano uno dei principali pilastri economici ed occupazionali della città e dell’intera diocesi.


La mattinata – organizzata in collaborazione con l’ufficio pastorale sociale e del lavoro – servirà a fare il quadro della situazione del settore, inquadrarne le criticità, offire spunti di riflessione anche alla luce della dottrina sociale della chiesa e dell’enciclica verde “Laudato Sì”.
«Sono davvero lieto che questa mia proposta sia stata raccolta dagli imprenditori della città – afferma Mons. Tardelli -. L’attenzione ai temi che riguardano il rapporto tra lo sviluppo dell’economia e l’impatto ambientale che essa ha sulla salute degli uomini e sulle condizioni del pianeta è sempre più forte e, aggiungo io, giustamente. Sono convinto che sia possibile uno “sviluppo sostenibile” e che l’ingegno, la fantasia, le risorse di cui è capace l’uomo animato da buona volontà, siano tali da poterlo realizzare. Anche qui, nella nostra amata Pistoia».
«Il lavoro di supporto alla creazione di reti e allo sviluppo di un dialogo fecondo tra le frange economiche e sociali della diocesi è uno degli obiettivi fondamentali della pastorale sociale – afferma Selma Ferrali, direttrice dell’ufficio -. Un passaggio imprescindibile è dunque l’incontro e il dialogo finalizzato alla ricerca del bene comune».
L’incontro è previsto per sabato 15 giugno alle ore 10 presso Villa Rospigliosi (Candeglia).

Redazione