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aziende florovivaistiche MIPAAF
Un intervento da 25 milioni di euro a favore delle aziende del settore florovivaistico per contrastare gli effetti del rincaro dei prezzi energetici degli ultimi mesi, derivanti dal quadro di instabilità internazionale dovuto alla guerra in Ucraina. 
È stato trasmesso al Ministero degli Affari Regionali per l'acquisizione dell'intesa da parte della Conferenza Stato-Regioni lo schema di decreto, a firma del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che interviene a sostegno dei maggiori costi energetici sostenuti dalle imprese florovivaistiche, a valere sul “Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura”.
«Il contributo, pari a 25 milioni di euro – specifica il comunicato del MIPAAF - è concesso, a sovvenzione diretta, alle imprese florovivaistiche che abbiano sostenuto nel periodo marzo-agosto 2022 costi superiori di almeno il 30% rispetto a quelli sostenuti nello stesso periodo dello scorso anno, per la gestione delle attività produttive, svolte essenzialmente in serra, per l'acquisto di energia elettrica, gas metano, G.P.L., gasolio e biomasse utilizzate per la combustione in azienda». L’obiettivo è salvaguardare la competitività del settore ed evitare chiusure o l’arresto della produzione per assenza di liquidità, con sensibili impatti sull'occupazione.
«In base alle stime Istat – continua la nota ministeriale - il provvedimento dovrebbe coinvolgere oltre 8 mila imprese florovivaistiche, per un totale di circa 8814 ettari di superfici a serre o con strutture protette, che necessitano a seconda delle esigenze, sia di raffrescamento che di riscaldamento».
 

Redazione

costi di produzione florovivaismo

Allarme di Confagricoltura, all’ultimo gruppo di lavoro Fiori e Piante del Copa-Cogeca,  per il rialzo dei costi di produzione nel 2022 rispetto al 2021: +70%. 

 
Il florovivaismo è in balia della crisi per via dei rincari. A lanciare il grido di allarme, in occasione dell’ultima seduta del gruppo di lavoro “Fiori e Piante” del Copa-Cogeca che si è appena conclusa in Olanda, è stata Confagricoltura, che ha sottolineato la necessità di «prestare la dovuta attenzione alla pesante situazione che vive il settore florovivaistico europeo» e in particolare quello italiano, dove le aziende «sono in sofferenza per l’impennata dei costi produttivi ed energetici, la difficoltà a reperire i mezzi di produzione e la manodopera». Senza dimenticare «gli effetti del cambiamento climatico, come la siccità e le bombe d’acqua», che hanno interessato la penisola italiana.
Secondo le stime di Confagricoltura gli aumenti dei costi di produzione di piante e fiori nel 2022 si attesteranno intorno ad almeno +70% sul 2021, con punte che potrebbero superare il +100%. «Le nostre preoccupazioni – ha concluso l’organizzazione degli imprenditori agricoli - sono forti anche per il calo dei consumi. Le difficoltà sono evidenti e rischiano di condizionare le scelte aziendali. E’ purtroppo chiaro che fiori e piante, pur con il loro importante apporto nel migliorare l’ambiente, la psiche e la qualità della vita, rischiano di essere sacrificati per risparmiare nel timore della crescita dell’inflazione».
Al gruppo di lavoro di settore del Copa-Cogeca gli esperti europei si sono confrontati in particolare sul problema degli aumenti energetici che, in assenza di misure urgenti, mettono in pericolo la tenuta dell’intero comparto all’interno dell’Unione Europea. Un comparto, quello del florovivaismo, che «ha sempre avuto un ruolo centrale nell’economia agricola nazionale», sottolinea Confagricoltura, e che vede l’Italia «tra i principali produttori di piante e fiori della UE», con «una grandissima varietà grazie alle sue caratteristiche territoriali». Oggi il settore, malgrado l’evidente flessione dovuta alla pandemia, ha un valore alla produzione che supera i 2,6 miliardi di euro. E il saldo attivo della bilancia commerciale è di oltre 400 milioni di euro, per un totale di 27mila imprese, che danno lavoro a più di 100mila addetti.
 

Redazione

Cia: con l’aumento del taglio dei fitofarmaci a -62% entro il 2030 proposto dalla Commissione Europea l’agricoltura italiana non è economicamente sostenibile.

Non si metta a repentaglio la sostenibilità economica degli agricoltori, impegnati a garantire cibo in condizioni produttive sempre più difficili, con pretese irragionevoli sul fronte della sostenibilità ambientale.
Nei giorni scorsi Cia – Agricoltori Italiani ha lanciato l’allarme per la proposta della Commissione Ue di passare dall’originaria riduzione nell’uso degli agrofarmaci chimici entro il 2030 del -50% a un taglio del -62%, con una riduzione del 54% delle sostanze attive candidate alla sostituzione dei fitofarmaci nella protezione delle colture.
Cia contesta tali obiettivi di riduzione, perché «mancano di gradualità e sono stati fissati dalla Commissione in maniera del tutto arbitraria, privilegiando il solo impatto comunicativo». Per la Confederazione italiana agricoltori «la proposta del nuovo regolamento Ue si basa sull’intensità d’uso dei prodotti fitosanitari, che nei paesi mediterranei è naturalmente maggiore che nel resto d’Europa per la preponderanza di colture altamente specializzate». Secondo Cia, inoltre, «la Commissione dimentica gli sforzi già compiuti nella riduzione dei prodotti fitosanitari dall’Italia, che è il primo in Europa sia per superficie agricola biologica, sia per aver adottato la certificazione di qualità per la produzione integrata».
Cia precisa, comunque, di sostenere «l'obiettivo globale di riduzione degli agrofarmaci, come testimoniato dal progetto con Ibma e dalla collaborazione con AIPP, associazione per la protezione delle piante, una delle principali società scientifiche italiane»: un progetto «mirato ad ampliare la diffusione e la sperimentazione delle tecniche di biocontrollo per la difesa integrata delle colture», con l’obiettivo di «costruire un nuovo modello operativo funzionale a tutto il mondo agricolo, che risponda in maniera incisiva agli obiettivi di sostenibilità richiesti dal Green Deal».
Però Cia non crede che «obiettivi di riduzione quantitativa vincolanti a livello europeo siano l’approccio giusto, anche per la scarsa rilevanza dei dati disponibili; appare, invece, più efficace la strada dell’adozione della difesa integrata da parte degli agricoltori, per la quale però sono necessari una maggiore disponibilità di agrofarmaci a basso impatto, linee guida chiare e supporto tecnico all’agricoltore».

Redazione

substrati sostenibili da sedimenti marini dragati CREA OF Pescia

Il 15 settembre al CREA OF di Pescia e in streaming i risultati del progetto “Substrati sostenibili per l'agricoltura da sedimenti marini dragati e bonificati”.

 
Un workshop in cui verranno presentati i risultati ottenuti dai vari soggetti partner di un progetto volto alla riutilizzazione del sedimento marino dragato come costituente di un substrato agronomico. E durante il quale sarà illustrato anche il quadro giuridico di riferimento per la gestione di tali sedimenti.
Giovedì 15 settembre, dalle ore 9 alle 13,30 presso il Cento di Ricerca Orticoltura e Florovivaismo di Pescia (via dei Fiori 8) e in streaming sul canale youtube del Crea https://www.youtube.com/c/CREARicercaDaVedere, si svolgerà l’evento finale del progetto LIFE SUBSED “Sustainable substrates for agriculture from dredged remediated marine sediments: from ports to pots” (Substrati sostenibili per l'agricoltura ottenuti da sedimenti marini dragati e bonificati: dai porti ai vasi). 
Per ulteriori informazioni contattare: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
 
Programma
ore 9 - Saluti delle Autorità
ore 9,20 - “Introduzione al progetto LIFE SUBSED”, Maria Castellani, Flora Toscana, Coordinatore del Progetto LIFE SUBSED
ore 9,35 - “Networking: presentazione del progetto LIFE AGRISED sul tema dell’economia circolare e della qualità dei substrati” (vedi), Stefano Lucchetti, Agrivivai, Coordinatore del Progetto LIFE AGRISED
ore 10,05 - “Sedimento biorimediato come componente di substrati agronomici”, Grazia Masciandaro e Cristina Macci, CNR IRET - Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri, sede di Pisa
ore 10,30 - Coffee break
ore 10,50 - “Dal sedimento bonificato alla produzione in vivaio di specie ortofrutticole ed ornamentali”, Stefania Nin, CREA – Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo, sede di Pescia
ore 11,15 - “Aplicación de sustratos marinos remediados en el cultivo de limonero en viveros: Proyecto LIFE SUBSED”, Oussama Hamza, Caliplant
ore 11,40 - “Cultivo de limón con sedimentos marinos: Proyecto LIFE SUBSED”, Pilar Legua, Universitas Miguel Hernandez UMH
ore 12,05 - “Life Cycle Assessment (analisi del ciclo di vita) nel progetto LIFE SUBSED”, Mara Zantedeschi, CarbonSink
ore 12,30 - “Quadro giuridico per la gestione dei sedimenti: attività propedeutica ai fini di una classificazione normativa”, Davide Manzi, CNR IRET - Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri, sede di Pisa
ore 12,55 - “Il vivaismo ornamentale verso una agricoltura di precisione: il ruolo dell'innovazione tecnologica” Francesco Nicese, Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali
ore 13,20 - “Discussione e conclusioni”
 

Redazione

florovivaismo olandese e crisi energetica

Nel Dossier energia di FloraHolland allarme sul florovivaismo olandese, a rischio di danni irreparabili con questi prezzi del gas. Richiesti aiuti del Governo.

 
Il settore del florovivaismo dei Paesi Bassi è colpito duramente dai prezzi dell'energia saliti alle stelle. L’unità di crisi olandese “Greenports Netherlands Crisis Team for Horticulture” ha intensificato i suoi sforzi di lobbying subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Oltre a Glastuinbouw Nederland, sono coinvolti vari gruppi di interesse, fra cui anche la cooperativa leader Royal FloraHolland.
A fare il punto della drammatica situazione oggi è stata proprio quest’ultima con un aggiornamento del suo “Dossier sull’energia”. «L'economia olandese nel suo insieme risente del forte aumento del costo dell'energia e di altri prodotti e servizi – inizia la nota di Royal FloraHolland -. Ciò vale certamente anche per i consumatori. La dura realtà è che, allo stato attuale, il Governo non vede spazio per accontentare le aziende». Comunque, viene aggiunto, «di recente c'è stato un aumento da 25 a 60 milioni di euro del sostegno alla sostenibilità della produzione florovivaistica». Inoltre, è ancora prevista la consultazione con il ministro del clima e dell’energia Rob Jetten sull'attuale programma SDE (Sussidio per l'Energia Sostenibile).
 
Rischio di danni irreparabili
«La crisi energetica – scrive Royal FloraHolland - comincia a farsi sentire sul nostro settore. Il numero di coltivatori che hanno già detto che smetteranno è molto più alto di prima. Il motivo è sempre di natura economica». Non solo, c’è un numero considerevole di coltivatori che «ha deciso di interrompere temporaneamente di lavorare questo inverno». E sono segnalate anche «società costrette a dichiarare bancarotta». 
«Se il prezzo del gas rimane a questo livello elevato per un lungo periodo – si legge -, sarà in gioco l'esistenza stessa del settore. La produzione florovivaistica rischia di subire danni irreparabili. Il prezzo elevato e imprevedibile dell'energia ha un effetto paralizzante, perché gli imprenditori non sanno a che punto si trovano. Se la capacità produttiva nei Paesi Bassi si riduce notevolmente, ciò avrà un impatto sull'intera filiera, dagli ibridatori fino al centro di ricerca di Wageningen. Politici e decisori politici non ne sono ancora consapevoli. I prossimi mesi saranno cruciali».
 
Il Governo deve intervenire
La nota di Royal FloraHolland prosegue ricordando che «il settore si è impegnato nella transizione energetica. I coltivatori sono pronti a investire in questo. Ma ciò ha senso solo se il settore potrà ancora esistere nei Paesi Bassi e se i coltivatori sopravvivranno a questa crisi energetica. Questo richiede un contesto economico prevedibile in modo che i coltivatori possano fare le loro scelte. L'unico soggetto che può realizzare ciò è il Governo, tramite un prezzo del gas prevedibile, un buon programma SDE e sussidi per consentire la transizione energetica». 
Ma c'è un motivo per cui un prezzo del gas prevedibile è l’aspetto cruciale: «se il Governo non garantisce questo, il dibattito sulla transizione energetica sarà inutile». Pertanto Royal FloraHolland «chiede al Governo di intervenire sul mercato in modo da creare un prezzo del gas univoco e prevedibile, preferibilmente uniforme per tutte le aziende e i consumatori. Ciò creerà condizioni di parità per tutti, combatterà la speculazione e darà un futuro al settore florovivaistico, che è molto importante per i Paesi Bassi».
 
Il settore ha suonato l’allarme
Per rafforzare i suoi sforzi di lobbying nei confronti del governo, Royal FloraHolland ha recentemente concordato con Glastuinbouw Nederland di ampliare la coalizione dei gruppi di pressione, includendo un ruolo più attivo per le società commerciali e altri attori della filiera. «L'importanza del settore della floricoltura per i Paesi Bassi – sottolinea la nota - è molto più grande della semplice fornitura di fiori per occasioni speciali o a casa. Come settore, diamo un contributo importante al reddito dei Paesi Bassi e forniamo anche parte della fornitura di calore ed elettricità alle famiglie». Royal FloraHolland aggiunge che il florovivaismo è «il più grande settore di esportazione all'interno dell'agricoltura» olandese e ciò dovrebbe parlare da sé. Un comparto con cui nei Paesi Bassi si guadagnano da vivere 150.000 persone e che può progredire solo se il contesto economico è stabile. «Come settore – si conclude la nota - vogliamo attuare la transizione energetica, ma i florovivaisti non possono investire in questa direzione adesso con l'attuale prezzo elevato e volatile del gas. Solo il governo può risolvere questo problema, garantendo un prezzo del gas stabile».
 

Redazione