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Ugo Conforti Flora Toscana

Flora Toscana ha un nuovo presidente: Ugo Conforti, eletto al consiglio di amministrazione che si è tenuto martedì 28 febbraio a seguito della prematura scomparsa di Paolo Batoni (vedi). Nell’occasione Marco Innocenti è stato confermato vice-presidente.
Non appena eletto Ugo Conforti, socio della cooperativa e membro del cda di Flora Toscana dal 1985, ha ricordato il suo predecessore Paolo Batoni, che ha ricoperto la carica di presidente per tre mandati ed è stato un punto di riferimento per soci e collaboratori, con queste parole: «Paolo è stato un uomo, un socio cooperatore, che ha sempre dimostrato valori forti, che sapeva ascoltare, dotato di una grande capacità di mediazione e che nel corso della sua esperienza in cooperativa ha sempre portato avanti un’etica di rispetto e valorizzazione delle persone, un percorso che con l’aiuto dei soci e dei collaboratori mi impegnerò a portare avanti con dedizione».

Redazione

Nuove tecniche genomiche o TEA strategiche per l'agricoltura italiana

Presentato il Position Paper Nuove tecniche genomiche “Genome Editing e Cisgenesi” di CL.A.N., Federchimica-Assobiotec e CREA. Favorevoli Confagricoltura e Cia.

 
«Promuovere un sistema pubblico-privato di miglioramento genetico basato sulle tecnologie genomiche più avanzate è strategico per adeguare l’agricoltura nazionale al futuro e mantenere la sostenibilità e la competitività del comparto agricolo nazionale».
E’ la conclusione del Position Paper elaborato dal Cluster Agrofood Nazionale (l’associazione riconosciuta dal Ministero dell’Università e della Ricerca che aggrega imprese, associazioni di categoria, università, organismi di ricerca, enti di Formazione e rappresentanze territoriali del settore Agrifood) e da Assobiotec (l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica) sull’uso delle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) in agricoltura, cioè quelle tecniche sviluppate in biologia negli ultimi 10 anni, fra cui in primis Genome Editing e Cisgenesi, che consentono di correggere il DNA delle piante e quindi selezionare caratteri specifici utili per l’agricoltura che difficilmente sarebbero ottenibili con altri metodi. Questo documento con presa di posizione sulle TEA è stato presentato il 14 marzo nel corso di un incontro organizzato con il CREA, che ha coinvolto interlocutori del mondo produttivo, della ricerca e delle istituzioni.
Intitolato Nuove tecniche genomiche “Genome Editing e Cisgenesi” (ovvero TEA Tecniche di Evoluzione Assistita), il Position Paper illustra le potenzialità delle TEA all’interno del contesto agricolo italiano - sempre più messo a dura prova dagli effetti del cambiamento climatico e dalla necessità di migliorare la resistenza alla siccità e alle avversità assicurando al contempo qualità e produttività più elevate - e spiega come le TEA possono contribuire ad accrescere la sostenibilità della nostra agricoltura e a produrre alimenti più salutari. Su queste basi, vengono stilate alcune raccomandazioni per consentire all’Italia di cogliere questa opportunità e a tal fine vengono suggerite agli attori della politica 3 azioni:
- «consentire la sperimentazione in campo delle TEA in tempi brevi: le TEA sono radicalmente diverse dagli OGM di una volta, non possono essere normate allo stesso modo»;
- «rilanciare un programma di ricerca sulle biotecnologie pulite per l’agricoltura di domani: nei prossimi mesi è atteso un cambiamento del quadro autorizzativo a livello europeo e sarebbe grave se l’Italia non si presentasse all’appuntamento con un adeguato programma di investimento, si rischierebbe di vanificare tutto il lavoro fatto sinora»;
- «predisporre strumenti di trasferimento tecnologico dei risultati dalla ricerca al mondo produttivo, coinvolgendo anche le industrie private, in modo da rinnovare il panorama varietale e renderlo idoneo al nuovo scenario climatico».
 
La ricerca sulle TEA in Italia e il progetto “Biotech” a cura del CREA
Le potenzialità delle TEA sono emerse con sempre maggior chiarezza nelle iniziative portate avanti negli ultimi anni dal sistema scientifico italiano, che ha sviluppato conoscenze avanzate relativamente alle più importanti specie agricole italiane (frumento, riso, pomodoro, vite, melo, agrumi, ecc). «Questo lavoro, che ha portato alla selezione di piante di volta in volta resistenti alle malattie, agli stress abiotici e/o con migliori caratteristiche qualitative e con potenzialità produttiva più elevata, - spiega il CREA - è rimasto fino a oggi confinato nei laboratori. Le piante già selezionate con le TEA e quelle che saranno selezionate nei prossimi anni costituiscono una grande opportunità per l’agricoltura italiana – basti solo pensare alle perdite causate dalla siccità - purché però ci sia la possibilità di testarle in campo, una opzione al momento preclusa».
Fra le varie iniziative scientifiche intraprese va ricordato il progetto “Biotech”, finanziato dal Ministero dell’agricoltura e coordinato dal CREA: «il più importante progetto di ricerca pubblica per lo sviluppo delle TEA in agricoltura, giunto a termine lo scorso 28 febbraio 2023, portando ad importanti risultati che possono essere raggruppati in 2 grandi categorie»:
1) Piante editate o cisgeniche capaci di accrescere la sostenibilità delle colture attraverso la riduzione dei trattamenti fitosanitari, come ad esempio piante di pomodoro resistenti alle piante parassite (ma anche allo stress salino e idrico), basilico resistente alla peronospora, frumento duro resistente all’oidio, viti resistenti a peronospora e oidio, nonché melo resistente alla ticchiolatura.  
Piante con migliorate caratteristiche produttive, qualitative o nutrizionali come orzo e frumento editati per aumentare la resa potenziale, agrumi arricchiti di composti antiossidanti e senza semi; melanzane e viti senza semi, pomodori a più alto valore nutrizionale.
2) Conoscenze avanzate e competenze specialistiche in un settore innovativo ed emergente nel panorama della ricerca in agricoltura, che pone l’Italia al passo degli altri Paesi europei più avanzati, dal momento che le attività di “Biotech” hanno permesso un balzo in avanti sulla conoscenza delle basi molecolari dei caratteri alla base del miglioramento genetico, aprendo l’orizzonte alla selezione di piante più sostenibili e più adatte ai nuovi scenari climatici.
«La nostra agricoltura – ha detto il presidente del CREA Carlo Gaudio - deve oggi fronteggiare sfide epocali quali i cambiamenti climatici e la crescente siccità, nel quadro degli obiettivi del Green Deal europeo, come la forte e rapida riduzione dell’uso dei fitofarmaci e dei fertilizzanti, ma, per poterle vincere, servono nuove varietà di colture in grado di garantire al tempo stesso produttività, resilienza e sostenibilità ambientale, senza rinunciare a quella qualità e tipicità che hanno reso il nostro Made in Italy agroalimentare riconoscibile e competitivo sui mercati di tutto il mondo. In questo contesto, il miglioramento genetico diventa un obiettivo strategico dell’agricoltura del nostro Paese, dipendente dalla disponibilità di nuove varietà adatte alle diverse condizioni climatiche, con tratti qualitativi innovativi, resistenti agli agenti nocivi biotici ed abiotici, alle vecchie e nuove patologie, varietà capaci di utilizzare in modo più efficiente e sostenibile l’acqua e gli elementi nutritivi disponibili». A tal fine, ha concluso Gaudio, «occorre una ricerca avanzata, basata su un adeguato patrimonio di risorse genetiche e su tecniche di miglioramento genetico all’avanguardia. Il CREA è convinto che la scommessa con il futuro può e deve essere vinta, ma necessita di un forte investimento nella ricerca ed oggi, in particolare, in quella genomica e biotecnologica». 
«Dobbiamo risolvere un problema che è italiano e non europeo – ha aggiunto il direttore generale del CREA Stefano Vaccari - oggi la legge ci impedisce di fare ricerca, quindi serve una buona legge nazionale per rendere possibile la sperimentazione in campo. La commercializzazione sarà un problema successivo da affrontare in Europa nella prossima legislatura. Quando ci sarà il via libero europeo, quindi, dobbiamo farci trovare pronti. In quest’ottica, inoltre, servirà un forte investimento economico per la ricerca sulle TEA. Come CREA, infatti, grazie al progetto Biotech, abbiamo decine di piantine messe a punto dai nostri ricercatori e pronte per essere piantate». 
«Custodire con cura ciò che gli agricoltori italiani ci hanno tramandato – ha detto il sottosegretario di stato al Ministero dell’agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra - è alla base del nostro concetto di sovranità alimentare, ma sia ben chiaro che in nessun modo questa cura va interpretata come una stasi, come un immobilismo che ci farebbe solo perdere posizioni e competitività nel panorama internazionale. Per queste ragioni il Governo Meloni è consapevole dell’importanza di aprirsi alle innovazioni in grado di non stravolgere e alterare la nostra produzione, ma di renderla più forte, più competitiva e più adatta al tempo che stiamo vivendo e al futuro che ci aspetta. Le sfide che ci aspettano nei prossimi anni sono i cambiamenti climatici e la sostenibilità. Sfide che possiamo vincere avvalendoci del contributo sostanziale apportato dalla genetica vegetale avanzata che può contribuire a determinare una produzione agricola che usi meno risorse naturali, pesticidi, fertilizzanti e minori quantitativi di energia».
 
Le reazioni positive di Confagricoltura e Cia – Agricoltori Italiani con “Cibo per la mente”
«Vogliamo che le nuove tecnologie applicate all’agricoltura diventino realtà – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in occasione della presentazione del Position Paper -. Quando si parla di scienza e ricerca nel nostro settore, non ci tiriamo indietro, anzi. Tanto che nello statuto della nostra organizzazione ho fatto inserire che Confagricoltura crede nella scienza e nella ricerca». 
A proposito del contributo della genetica vegetale avanzata per un’agricoltura produttiva, sostenibile e competitiva, Giansanti ha detto che «occorre sperimentare e utilizzare tutti i frutti della scienza e della ricerca, così da mettere in grado i nostri agricoltori di produrre di più al costo minore e competere sui mercati». «Nel 2000 - ha ricordato - l’Italia per il mais era autosufficiente al 97%, mentre ora solo al 42%, per la soia eravamo al 56% ora ci limitiamo a produrre il 32%. Non è certamente un caso che proprio per questi due prodotti si risenta degli effetti della mancanza, sul campo, di scienza e ricerca, mentre quelle colture che ne subiscono un impatto minore, hanno sostanzialmente mantenuto le quote di mercato. Il Sud America è leader per le proteine animali e vegetali, un primato che non si scalfisce con norme di etichettatura o barriere non tariffarie».
Sul sito di Cia – Agricoltori Italiani è stato pubblicato un comunicato di commento al Position Paper a nome di “Cibo per la mente”, il Manifesto per l’innovazione in agricoltura sottoscritto da 15 associazioni (Aisa, Federchimica Agrofarma, API, Assalzoo, Assica, Assitol, Federchimica Assobiotec, Federchimica Assofertilizzanti, Assosementi, Compag, Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, UNAItalia, Uniceb). «La filiera agroalimentare – inizia il comunicato - è compatta nel considerare le nuove tecniche genomiche (NGTs, in Italia note anche come TEA, Tecniche di Evoluzione Assistita) imprescindibili per il futuro dell’agricoltura». «Semplificare la regolamentazione a livello europeo è un’azione fondamentale per favorire l’accesso a questi preziosi strumenti di innovazione – prosegue il commento -. Auspichiamo che l’Italia confermi un approccio finalizzato a garantire una normativa chiara, lineare e in tempi certi e brevi, che ci consenta di cogliere questa importante opportunità».  
«L’attuale legislazione applicabile alle NGTs risale a più di vent’anni fa e non è più adeguata a recepire i vantaggi di queste tecnologie – affermano le 15 associazioni tra cui Cia -. Le istituzioni europee sono chiamate ad adottare una regolamentazione che ci consenta di disporre dell’innovazione necessaria a superare le criticità che stiamo affrontando. Abbiamo le soluzioni per farlo, ma dobbiamo poterle applicare. Ci aspettiamo che la politica italiana giochi un ruolo importante a sostegno di questa decisione, perché non possiamo permetterci di ignorare le opportunità offerte dalle NGTs nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti». Al tempo stesso, aggiungono, «non possiamo prescindere dal rilancio della ricerca pubblica in campo. In Italia abbiamo un know-how che va sostenuto e potenziato attraverso investimenti significativi. Per troppo tempo la sperimentazione in campo è rimasta un tabù. È giunto il momento di invertire questa tendenza e di contrastare la cultura antiscientifica».
 
Redazione
 
Agricoltura biologica banca delle terre agricole

Dal 7 marzo al 5 giugno si può partecipare alla 6^ “Banca nazionale delle Terre Agricole” presentando le manifestazioni d’interesse sul portale ad hoc di Ismea.

Nuove occasioni per gli aspiranti imprenditori agricoli. Si è aperta il 7 marzo la sesta edizione della “Banca nazionale delle Terre Agricole” (BTA). Sono circa 20 mila gli ettari di terra che vengono rimessi in circolo, per un totale di oltre 800 aziende agricole potenziali e un valore a base d’asta di 260 milioni di euro.
Come specificato dall’ente pubblico economico Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), «i terreni di questa sesta edizione sono ubicati prevalentemente in Sicilia, che da sola concentra il 36% delle superfici all’asta;  a seguire Toscana (13%), Sardegna (12%), Puglia (9%) e Basilicata (7%)». In particolare, in Toscana, ha precisato una nota della Regione dell’11 marzo, «ci sono 44 appezzamenti per un totale di oltre 2500 ettari così divisi»:
- 1 nella provincia di Massa-Carrara di 7,56 ettari;
- 4 nella provincia di Pistoia per un totale di 18,31 ettari;
- 3 nella provincia di Pisa per un totale di 74,15 ettari;
- 1 nella provincia di Firenze di 358,02 ettari;
- 1 nella provincia di Livorno per 18,09 ettari;
- 7 nella provincia di Siena per un totale di 222,85 ettari;
- 5 nella provincia di Arezzo per un totale di 821,26 ettari;
- 23 nella provincia di Grosseto per un totale di 992,80 ettari.
Attraverso la BTA, Ismea prosegue il suo impegno per la messa in circolazione di terreni con procedure semplici, telematiche, aperte a tutti e con la possibilità, per gli imprenditori agricoli under 41, di ottenere una rateizzazione del prezzo di acquisto fino a 30 anni. Un’importante novità riguarda la procedura di vendita dei terreni che tornano su BTA dopo il quarto tentativo: per questi è prevista la possibilità di effettuare direttamente, sul portale dedicato, una prima offerta di acquisto e prenotare la fase di rilancio.
«Di questo progetto – dice la vicepresidente della Regione Toscana e assessora all'agroalimentare Stefania Saccardi – voglio sottolineare che costituisce, grazie alle agevolazioni previste, anche una opportunità per i giovani che vogliono dedicarsi a uno dei mestieri più belli. Ci auguriamo che i terreni messi in vendita vengano acquistati tutti e molti giovani possano affermarsi con nuove aziende agricole. L'agricoltura toscana ha bisogno di rinnovarsi attraverso energie fresche e migliori competenze tecniche. Qualcosa sta cambiando tra i giovani, nel 2020, anno dello scoppio della pandemia, su 86mila aziende fondate in Italia da giovani under 35, oltre 6mila sono nate nel settore agricolo, al terzo posto dopo il commercio al dettaglio e quello delle costruzioni specializzate. E i giovani italiani ci sanno fare, più dei loro colleghi europei». Secondo gli ultimi dati Eurostat, infatti, le aziende agricole italiane condotte da under 35, fa sapere la nota della Regione, generano una produzione standard per ettaro di gran lunga superiore a quella dei principali Paesi europei: +36% dei tedeschi, +57% dei francesi, +60% degli spagnoli.
Le manifestazioni di interesse potranno essere presentate fino al 5 giugno 2023 sul sito web di Ismea tramite il portale dedicato

Redazione

nasce al MASAF cabina di regia per difendere l'agroalimentare
«Assicurare controlli più efficaci a garanzia dei cittadini e dei produttori che tengono alto il nome del made in Italy: è questa la strategia che vogliamo mettere in campo per valorizzare le nostre eccellenze. Dobbiamo aumentare non il numero dei controlli ma la loro efficacia, ampliando le competenze specifiche dei singoli comparti coinvolti in queste attività».
Lo ha dichiarato oggi il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida intervenendo all’istituzione presso il suo ministero della «Cabina di Regia per sostenere e difendere la filiera agroalimentare italiana». Un tavolo che sarà composto da Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari), dai Comandi dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare e per la Tutela Forestale e Parchi, dalla Guardia di Finanza, dal Reparto Pesca, da Agea e dall'Agenzia delle Dogane. 
All'incontro hanno partecipato, tra gli altri, il direttore generale dell'Agenzia dei Monopoli Roberto Alesse, il Comandante delle Capitanerie di Porto Ammiraglio Nicola Carlone, il Capo di Stato Maggiore del Comando della Guardia di Finanza Generale Francesco Greco, il Comandante del CUFAA Generale Antonio Marzo, il Direttore Generale di AGEA Fabio Vitale, il Capo Dipartimento dell'ICQRF Felice Assenza e il Capo di Gabinetto del MASAF avvocato Giacomo Ajello.
Come ha concluso il ministro Lollobrigida, «integrare i servizi informativi per creare una sinergia è parte di quella visione complessiva che abbiamo elaborato per proteggere maggiormente le filiere produttive esposte all'Italian sounding e alla concorrenza sleale».
 

Redazione

Ci saranno anche una sessione sulle malattie delle piante invasive ed emergenti e una sui nuovi sviluppi nella gestione delle fitopatie al prossimo "International Congress of Plant Pathology (ICPP2023)" (Congresso internazionale di patologia delle piante o patologia vegetale), che si terrà in Francia a Lione dal 20 al 25 agosto di quest’anno.
Sarà organizzato da The International Society for Plant Pathology ISPP (la Società Internazionale di patologia vegetale) e la Société Française de Phytopathologie (la Società francese di fitopatologia), che lo ospita per la prima volta. Sono ben 1600 gli abstract sottoposti dai ricercatori e il programma del Congresso sarà focalizzato su temi caldi in questa branca scientifica così importante per i vivaisti e tutti gli agricoltori, ma anche per chi gestisce spazi verdi pubblici o privati.
«Patologi vegetali e ricercatori sulla salute delle piante provenienti da tutto il mondo – dichiara la presidente di ISPP Jan E. Leach (Colorado State University, USA) - si incontreranno per discutere le loro ultime ricerche e le questioni attuali e future che gli esperti di salute delle piante devono affrontare. La Società francese di fitopatologia, che ci ospita, ha fissato un tema stimolante e impegnativo per il congresso: “Una salute per tutte le piante, colture e alberi”. Questo tema promette di fornire una vasta piattaforma per interventi, poster e discussioni che considerino la natura integrata della salute delle piante con la salute umana, animale e ambientale».
Il programma del Congresso può essere consultato qua.
Registrazione al Congresso a tariffa più economica entro il 15 aprile 2023 qua.

L.S.